VITA IN ITALIA - Bologna
Una settimana con Valentina
facile
di VALENTINA FORNELLI
Portate una portata è un piatto che si porta in tavola, ad esempio un antipasto o un primo In quel modo così In fretta rapidamente, in poco tempo diffuso comune, presente non c'è bisogno di non è necessario polpette piccola sfera di carne assomigliare essere simile a spruzzatina da 'spruzzata' o 'spruzzo', quando la mano preme il limone, il succo esce rapidamente mescolare mischiare, mettere insieme congelare quando i liquidi raggiungono una temperatura inferiore allo zero effetto collaterale conseguenza di una cosa, l'effetto collaterale di solito è dato da una medicina
Se quando pensate al cibo italiano vi vengono in mente solo lunghi pranzi e ancora più lunghe digestioni, questo articolo vi farà cambiare idea. È vero, gli italiani amano mangiare con calma e godersi un pasto con tutte le portate, dall'antipasto al dolce, ma nessuno mangia in quel modo tutti i giorni. Al contrario il cibo di strada, che costa poco e si mangia in fretta, è molto diffuso. Ogni regione italiana persino ogni città! - ha i suoi cibi di strada tradizionali, che vengono consumati da milioni di persone ogni giorno. E ovviamente sono tutti buonissimi! Partiamo dall'estremo sud, ovvero dalla Sicilia. In quest'isola nel mezzo del Mediterraneo il cibo di strada è talmente buono e diffuso che per mangiare in modo eccezionale non c'è mai bisogno di sedersi al ristorante. Gli arancini sono la specialità più famosa: si tratta di polpette di riso ripiene di ragù, piselli e formaggio, che vengono impanate e fritte. Come suggerisce il nome, quando sono pronti assomigliano per dimensioni e colore a delle belle arance mature.
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Altro tipico cibo di strada siciliano è pane e panelle, un panino ripieno di frittelle di farina di Franklin book 18 ceci condite con sale e una spruzzatina di limone. Sempre rimanendo sull'isola non si può non citare la . Si prepara mescolando acqua, zucchero e succhi di frutta (ma anche latte di mandorle o caffè) e facendo congelare lentamente il tutto fino a formare una crema ghiacciata. Nelle caldissime estati siciliane, la colazione preferita dagli isolani è una brioche accompagnata da una granita al caffè, con o senza panna montata . Effetti collaterali: fa venire voglia di stare tutto il giorno sdraiati sulla spiaggia! Georgia 18 Risalendo lungo lo stivale, troviamo i deliziosi pugliesi. Si tratta di piccoli sacchetti di pasta a forma di mezzaluna, ripieni di pomodoro e mozzarella, oppure di verdure, ricotta, salsiccia o salame. Vengono fritti oppure – nella versione light – cotti al forno. Andiamo poi in Abruzzo, una regione montagnosa famosa per i suoi parchi naturali. Qui il cibo di strada più tipico non è adatto ai vegetariani: si tratta di spiedini di carne di pecora cotti sulla griglia, detti arrosticini. Ecco un fatto che probabilmente vi stupirà: a Napoli la pizza è anche un cibo di strada. E non parliamo della pizza al taglio, ma della pizza intera! In città infatti chi ha fretta può mangiarla in piedi, dopo averla piegata due volte. Se cedete alla tentazione, fate come i napoletani: busto in avanti e pancia in dentro. Eviterete così di sporcarvi. Salendo ancora arriviamo in Emilia-Romagna, terra d'origine di meravigliosi salumi e di fantastici formaggi. Nella regione il piatto di strada per
Portate= una portata è un piatto che si porta in tavola, ad esempio un antipasto o un primo In quel modo= così In fretta= rapidamente, in poco tempo
Vita in Italia. Siamo andati a Bologna.
Source Sans 18 Se quando pensate al cibo italiano vi vengono in mente solo lunghi pranzi e ancora più lunghe digestioni, questo articolo vi farà cambiare idea. È vero, gli italiani amano mangiare con calma e godersi un pasto con tutte le portate, dall'antipasto al dolce, ma nessuno mangia in quel modo tutti i giorni. Al contrario il cibo di strada, che costa poco e si mangia in fretta, è molto diffuso. Ogni regione italiana - persino ogni città! - ha i suoi cibi di strada tradizionali, che vengono consumati da milioni di persone ogni giorno. E ovviamente sono tutti buonissimi!
Partiamo dall'estremo sud, ovvero dalla Sicilia. In quest'isola nel mezzo del Mediterraneo il cibo di strada è talmente buono e diffuso che per mangiare in modo eccezionale non c'è mai bisogno di sedersi al ristorante. Gli arancini sono la specialità più famosa: si tratta di polpette di riso ripiene di ragù, piselli e formaggio, che vengono impanate e fritte. Come suggerisce il nome, quando sono pronti assomigliano per dimensioni e colore a delle belle arance mature. Altro tipico cibo di strada siciliano è pane e panelle, un panino ripieno di frittelle di farina di ceci condite con sale e una spruzzatina di limone. Sempre rimanendo sull'isola non si può non citare la . Si prepara mescolando acqua, zucchero e succhi di frutta (ma anche latte di mandorle o caffè) e facendo congelare lentamente il tutto fino a formare una crema ghiacciata. Nelle caldissime estati siciliane, la colazione preferita dagli isolani è una brioche accompagnata da una granita al caffè, con o diffuso comune, presente non c'è bisogno di non è necessario polpette piccola sfera di carne assomigliare essere simile a spruzzatina da 'spruzzata' o 'spruzzo', quando la mano preme il limone, il succo esce rapidamente mescolare mischiare, mettere insieme
Portate= una portata è un piatto che si porta in tavola, ad esempio un antipasto o un primo In quel modo= così In fretta= rapidamente, in poco tempo
congelare quando i liquidi raggiungono una temperatura inferiore allo zero effetto collaterale conseguenza di una cosa, l'e.c. di solito è dato da una medicina
di VALENTINA FORNELLI Portate una portata è un piatto che si porta in tavola, ad esempio un antipasto o un primo In quel modo così In fretta rapidamente, in poco tempo
senza panna montata . Effetti collaterali: fa strada per eccellenza è la piadina, un sottile venire voglia di stare tutto il giorno sdraiati sulla cerchio di pasta allo strutto o all'olio d'oliva, spiaggia! ripiena con ogni delizia: si può scegliere tra prosciutto crudo, salsiccia, verdure oppure Risalendo lungo lo stivale, troviamo i deliziosi rucola e squacquerone (un formaggio fresco pugliesi. Si tratta di piccoli sacchetti di pasta a forma di mezzaluna, ripieni di e cremoso). La capitale indiscussa della pomodoro e mozzarella, oppure di verdure, piadina è Rimini, che era anche la città di ricotta, salsiccia o salame. Vengono fritti oppure Federico Fellini. – nella versione light – cotti al forno. Andiamo poi in Abruzzo, una regione montagnosa famosa per i suoi parchi naturali. Qui il cibo di strada più tipico non è adatto ai vegetariani: si tratta di spiedini di carne di pecora cotti sulla griglia, detti arrosticini. Ecco un fatto che probabilmente vi stupirà: a Napoli la pizza è anche un cibo di strada. E non parliamo della pizza al taglio, ma della pizza intera! In città infatti chi ha fretta può mangiarla in piedi, dopo averla piegata due volte. Se cedete alla tentazione, fate come i napoletani: busto in avanti e pancia in dentro. Eviterete così di sporcarvi. Salendo ancora arriviamo in Emilia-Romagna, terra d'origine di meravigliosi salumi e di fantastici formaggi. Nella regione il piatto di
A Firenze il piatto di strada più tipico – ma non il più amato dai turisti stranieri! - è il lampredotto, che i “trippai” della città preparano facendo bollire lo stomaco della mucca. Quest'ultimo viene poi tagliato a fette sottili e servito in un panino. I veri intenditori chiedono che il panino sia “bagnato”, cioè intinto nel brodo di cottura del lampredotto. Un sapore che sicuramente non è adatto a tutti, ma che, questo è certo, non potete trovare da nessun'altra parte! La Liguria, sulla costa nord-occidentale italiana, è una regione che offre moltissimo a chi ama il cibo di strada. Nelle città portuali le strade erano sempre piene di marinai, viaggiatori e commercianti, e non stupisce
TEMA
di DARIO B.
Portate una portata è un piatto che si porta in tavola, ad esempio un antipasto o un primo In quel modo così In fretta rapidamente, in poco tempo diffuso comune, presente non c'è bisogno di non è necessario polpette piccola sfera di carne assomigliare essere simile a
Le abbondanti piogge, che quest’autunno hanno flagellato senza tregua Genova e dintorni, hanno provocato fiumi non solo d’acqua ma anche di accese polemiche. Complici le due ondate di maltempo eccezionale di ottobre e novembre, i malumori non accennano a spegnersi. Gli abitanti delle zone alluvionate accusano pesantemente il potere pubblico – Comune di Genova e Regione Liguria in testa – di non aver saputo fronteggiare in modo adeguato l'emergenza maltempo. E anche stavolta purtroppo, oltre ai soliti, ingenti danni alle cose, il maltempo ha fatto due vittime: ad inizio ottobre è deceduto un uomo di 57 anni, travolto dalla piena mentre aspettava l’autobus. Appena un mese dopo, a metà novembre e sempre nei pressi di Genova, la stessa tragica sorte è toccata ad uno
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sfortunato preso in pieno da un torrente ingrossatosi improvvisamente a causa delle piogge torrenziali mentre si trovava nella sua auto. Nel mare di fango e malumore, l’unica nota positiva è rappresentata dal generoso aiuto degli "Angeli del fango": giovani e meno giovani che spontaneamente si sono presentati nella zona del disastro e hanno dato una grossa mano a sgomberare i detriti e la melma che hanno sommerso interi quartieri del capoluogo ligure. Ma andiamo per ordine: tutto è cominciato a seguito delle forti piogge che ad inizio ottobre hanno colpito gran parte del nord Italia ed in particolare la Liguria. I torrenti che scorrono attraverso Genova ricordano infatti la doppia personalità del dottor Jekyll e di Mister Hyde. In condizioni meteorologiche normali si tratta di piccoli ed innocui corsi d'acqua. Ma in presenza di forti precipitazioni si gonfiano sempre di più,
Portate= una portata è un piatto che si porta in tavola, ad esempio un antipasto o un primo In quel modo= così In fretta= rapidamente, in poco tempo
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portano con loro grandi quantità di detriti di ogni genere, fino ad esplodere e mostrare tutta la loro pericolosità. Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre si compie la catastrofe. L'improvviso straripamento dei torrenti, Bisagno in testa, spazza via mezza città. In alcune strade, il livello dell'acqua ha raggiunto i due metri. Il quadro è sembrato subito gravissimo: strade allagate, negozi e piani bassi devastati, auto trascinate dalla piena, quartieri al buio, e purtroppo, una vittima. Come se non bastasse, in quello che verrà ricordato per essere stato a memoria umana uno degli autunni più ricchi di precipitazioni dopo poco più di un mese il copione si ripete: il 15 novembre, un’altra violenta perturbazione provoca nuovamente allagamenti e ingenti danni in tutto il nord Italia e si abbatte in particolare su Genova e regione con case distrutte, fango, sfollati paura, apprensione e purtroppo nuovamente un morto, un uomo travolto da un torrente in piena mentre era nella sua auto. Fortunatamente, a differenza dell’alluvione di un mese prima, questa volta l’allarme è giunto in tempo – ad esempio le scuole erano chiuse - e probabilmente impedito conseguenze ben più gravi. A parte il drammatico autunno 2014, non è la prima volta che Genova viene colpita da una calamità di questo genere: Negli ultimi tre anni il torrente Bisagno è
TEMA fuoriuscito per ben tre volte e già nel 1970 un evento analogo provocò 44 morti (vedi riquadro). Si potrebbe pensare che la città sia preparata alle inondazioni, avendole già vissute a ripetizione e sempre a causa della fuoriuscita nell'area urbana dei medesimi torrenti. E invece no. Soprattutto le inondazioni di inizio ottobre hanno colto di sorpresa tutti. Una serie di errori causa l’ennesimo disastro. Si parte da una previsione meteorologica sbagliata, troppo ottimistica, che distoglie l'attenzione dal vero problema in arrivo. A precipitazioni in corso, Solo dopo molte ore di pioggia scrosciante viene dato l'allarme ai cittadini tramite sms, ma troppo tardi, alle 23.19 del 9 ottobre. Le strade sono già inondate da almeno un quarto d'ora. Ironia della sorte, i falsi allarmi non erano mancati. Ma quello decisivo al momento giusto non c'è stato. I genovesi sono inferociti e accusano le istituzioni e la protezione civile. "Si poteva evitare", urlano. E ancora: "È come tre anni fa". La rabbia è palpabile tra la gente. C’è chi dopo tre anni si ritrova al punto di partenza e ha perso di nuovo tutto. E più di un commerciante dice scoraggiato che non riaprirà più il suo negozio. Da parte loro, le istituzioni si passano a vicenda le responsabilità. Il sindaco Marco Doria se la prende con l’Agenzia regionale per l’ambiente, colpevole di non aver segnalato in tempo il pericolo. Agenzia che invece viene difesa dal Presidente della regione Claudio Burlando. La Protezione civile dà segni di evidente impotenza: “Siamo senza mezzi, è come se mi avessero mandato in guerra con una scatola di aspirine”, risponde alle critiche il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, intervistato dal quotidiano “La Repubblica”.
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A richiamare alle loro responsabilità le autorità è sempre lui, il Bisagno. A causa dell’urbanizzazione sfrenata degli ultimi decenni è stato costretto a scorrere in un letto troppo stretto, per di più cementificato e che in presenza di forti piogge si vendica ingrossandosi e diventando pericolosissimo, come si è purtroppo visto più volte. Ma non si può mettere sul banco degli imputati il solo torrente. Sarebbe troppo facile. A detta degli esperti, le responsabilità sono da addebitare sia alle forti piogge sia a una gestione carente del territorio. E se per le piogge non c’è nulla da fare, diverso invece è il discorso per quanto riguarda il territorio italiano: (è stato) gestito male negli ultimi decenni, con costruzioni in aree potenzialmente a rischio, fiumi stretti in pochi metri e con il letto cementificato, boschi abbandonati, sacrificati all’edilizia o incendiati dai piromani di turno. Urbanizzazione e terreni impermeabili hanno dunque la loro parte di responsabilità. “Negli ultimi anni, si è visto che il territorio risponde peggio e in modo più distruttivo ad una pioggia simile a quella avvenuta decenni prima”, ha dichiarato a focus.it Giuliano Cannata, professore di pianificazione dei bacini idrografici all’Università di Siena, sintetizzando il problema. Un problema ben noto agli esperti: “si è parlato molto, non si è fatto nulla”, afferma Carlo Malagrotto, presidente dell’Ordine dei geologi della Liguria al settimanale “Panorama”. Secondo il geologo bisognerebbe innanzitutto ripristinare il letto originale dei fiumi e realizzare, soprattutto nei paesi collinari, pozzi in grado di raccogliere l’acqua piovana, riducendo così la portata dei torrenti. Importante sarebbe anche rendere nuovamente permeabili quei terreni una volta coltivati ed ora invece abbandonati al loro destino. Su di essi si è formata una crosta impermeabile: l’acqua può così scorrere a valle e sviluppare progressivamente la sua furia devastatrice.
TEMA C’è di peggio: i problemi non sono solo di ordine tecnico ma anche legale, come riconosce anche il sindaco Marco Doria: “Genova è una città fragile e delicata, il suo corpo è malato. Per curarla servono le grandi opere. Abbiamo i soldi, i progetti, ma sono bloccati dai tempi della burocrazia e della giustizia amministrativa.”, afferma sul quotidiano “La Repubblica”. La questione è paradossale e assume tutti i contorni di una beffa: i lavori sono assolutamente necessari per mettere in sicurezza la città e i soldi sono già stati stanziati dagli organi competenti. Tuttavia, i ricorsi delle ditte escluse dalle gare di appalto bloccano i cantieri (nel frattempo, i lavori sono già stati realizzati a metà). Casi simili si verificano un po’ in tutta l’Italia paralizzata dauna burocrazia elefantiaca. I ricorsi vengono rimpallati da un tribunale ad un altro, si perde tempo prezioso, mesi, anni. La pioggia cade, non siamo preparati e succedono le disgrazie, con morti e sfollati. E danni per miliardi. Anche il Premier Matteo Renzi è stufo: “Se un’alluvione è causata da piogge incessanti è comprensibile. Non è tollerabile se è frutto della mancanza di opere pubbliche già finanziate, ma bloccate dalla burocrazia.” Per far sì che si possa procedere spediti nei lavori di messa in sicurezza, il governo ha proposto il decreto Sblocca Italia, attualmente dibattuto in Parlamento, che si propone tra l’altro di accelerare l’apertura dei cantieri: anche in caso di ricorso, i lavori iniziano lo stesso.
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di DARIO B.
Portate una portata è un piatto che si porta in tavola, ad esempio un antipasto o un primo In quel modo così In fretta rapidamente, in poco tempo diffuso comune, presente non c'è bisogno di non è necessario polpette piccola sfera di carne assomigliare essere simile a
Giovani e meno giovani, Uomini e donne, italiani e stranieri. Disoccupati e pensionati. Sportivi professionisti. Spalano, raccolgono l’acqua, alcuni addirittura con bicchieri in mancanza di secchi o pale. Incrostati di fango, inzuppati fradici, alcuni vestiti in modo totalmente inadeguato, scarpe intrise di melma argillosa. I più fortunati calzano gli stivali. L’importante è esserci e dare il proprio contributo. Sono stati tanti i volontari accorsi nei quartieri di Genova colpiti dall’alluvione che hanno dato un prezioso aiuto nei lavori di sgombero dei detriti e del fango. E proprio “Angeli del fango” sono stati subito ribattezzati tutti colori che si sono messi all’opera per rimettere a posto strade e case del capoluogo ligure. Un termine, “Angeli del fango”, che ci riporta indietro di quasi mezzo secolo ad un’altra
BATANG 16 alluvione entrata tragicamente nella storia: quella di Firenze del 1966. Anche allora molti giovani da tutto il mondo indossarono gli stivali e giunsero nel capoluogo toscano per aiutare la popolazione e per recuperare le opere d’arte alluvionate. A quasi mezzo secolo di distanza, la storia si ripete a Genova, almeno in questo senso positivamente, con il volto della solidarietà, e non solo con malfunzionamenti del sistema e polemiche. Oggi il richiamo passa per le nuove tecnologie a base di smartphone e social network. Ma la voglia di aiutare degli “Angeli del fango 2.0” è la stessa. CALIBRI LIGH 17
Tra i volontari in prima fila spiccano i rugbisti del CUS Genova, squadra di Serie A che si sono presentati con pale e secchi alla vigilia di un importante partita di campionato. Anche i giocatori del Recco, un’altra squadra di Rugby tra l’altro acerrima rivale dei genovesi, non si sono tirati indietro, sudando fianco a fianco con i loro avversari. In effetti i giocatori di rugby sono abituati a muoversi nel fango….
Portate= una portata è un piatto che si porta in tavola, ad esempio un antipasto o un primo In quel modo= così In fretta= rapidamente, in poco tempo
Century SB 17 E a proposito di sportivi, gli appassionati hanno notato addirittura un nazionale azzurro di calcio, Luca Antonini, difensore del Genoa, presente con la moglie per dare il suo contributo, simbolico, ma anche concreto. In questo caso nessuno gli ha chiesto l’autografo: “è un dovere essere qui”, ha dichiarato ai cronisti. Dejavu Serif Condensed 17 Anche interi gruppi d’immigrati hanno dato prova di grande solidarietà: proprio loro che di solito la chiedono, in questo particolare momento hanno partecipato con impegno ai soccorsi, come il centinaio di senegalesi guidato da Mamadou Bousso. Poco importa chi ha o chi non ha il permesso di soggiorno: mai come in questo caso vale il motto “Nessuno è straniero”. La solidarietà non ha confini etnici o religiosi: anche gruppi di musulmani facenti capo d una piccola moschea della città vecchia si sono attivati per aiutare a spalare il fango. “Siamo genovesi e dobbiamo aiutarci tra noi”, dichiara a Repubblica il coordinatore dei gruppetti Tarik Chibi.
Garamond 18 A riempire secchi d’acqua e fango anche Angela ed Emanuele, che si erano conosciuti e innamorati dopo l’alluvione del 2011. Artista lei, anche allora si era vista la sua bottega distrutta dalle acque in piena. Ingegnere lui, era responsabile di constatare i danni per valutare i risarcimenti. I due si erano conosciuti perché lui aveva parcheggiato male l’auto e si era preso due multe. Sbocciato l’amorei due hanno successivamente aperto un negozio insieme, distrutto dalla nuova alluvione: chiederanno ancora un risarcimento. L’ultima volta, i richiami delle multe sono arrivati puntualissimi, mentre dei risarcimenti nemmeno l’ombra. Gentium Basic 17 A riempire secchi d’acqua e fango anche Angela ed Emanuele, che si erano conosciuti e innamorati dopo l’alluvione del 2011. Artista lei, anche allora si era vista la sua bottega distrutta dalle acque in piena. Ingegnere lui, era responsabile di constatare i danni per valutare i risarcimenti. I due si erano conosciuti perché lui aveva parcheggiato male l’auto e si era preso due multe. Sbocciato l’amorei due hanno successivamente aperto un negozio insieme, distrutto dalla nuova alluvione: chiederanno ancora un risarcimento. L’ultima volta, i richiami delle multe sono arrivati puntualissimi, mentre dei risarcimenti nemmeno l’ombra.
Segoe 18 Giovani e meno giovani, Uomini e donne, italiani e stranieri. Disoccupati e pensionati. Sportivi professionisti. Spalano, raccolgono l’acqua, alcuni addirittura con bicchieri in mancanza di secchi o pale. Incrostati di fango, inzuppati fradici, alcuni vestiti in modo totalmente inadeguato, scarpe intrise di melma argillosa. I più fortunati calzano gli stivali. L’importante è esserci e dare il proprio contributo. Sono stati tanti i volontari accorsi nei quartieri di Genova colpiti dall’alluvione che hanno dato un prezioso aiuto nei lavori di sgombero dei detriti e del fango. E proprio “Angeli del fango” sono stati subito ribattezzati tutti colori che si sono messi all’opera per rimettere a posto strade e case del capoluogo ligure. Un termine, “Angeli del fango”, che ci riporta indietro di quasi mezzo secolo ad un’altra KALINGA18
alluvione entrata tragicamente nella storia: quella di Firenze del 1966. Anche allora molti giovani da tutto il mondo indossarono gli stivali e giunsero nel capoluogo toscano per aiutare la popolazione e per recuperare le opere d’arte alluvionate. A quasi mezzo secolo di distanza, la storia si ripete a Genova, almeno in questo senso positivamente, con il volto della solidarietà, e non solo con malfunzionamenti del sistema e polemiche. Oggi il richiamo passa per le nuove tecnologie a base di smart-phone e social network. Ma la voglia di aiutare degli “Angeli del fango 2.0” è la stessa.
Lao 17
Tra i volontari in prima fila spiccano i rugbisti del CUS Genova, squadra di Serie A che si sono presentati con pale e secchi alla vigilia di un importante partita di campionato. Anche i giocatori del Recco, un’altra squadra di Rugby tra l’altro acerrima rivale dei genovesi, non si sono tirati indietro, sudando fianco a fianco con i loro avversari. In
LIFE 18 Giovani e meno giovani, Uomini e donne, italiani e stranieri. Disoccupati e pensionati. Sportivi professionisti. Spalano, raccolgono l’acqua, alcuni addirittura con bicchieri in mancanza di secchi o pale. Incrostati di fango, inzuppati fradici, alcuni vestiti in modo totalmente inadeguato, scarpe intrise di melma argillosa. I più fortunati calzano gli stivali. L’importante è esserci e dare il proprio contributo. Sono stati tanti i volontari accorsi nei quartieri di Genova colpiti dall’alluvione che hanno dato un prezioso aiuto nei lavori di sgombero dei detriti e del fango. Palatino 16 alluvione entrata tragicamente nella storia: quella di Firenze del 1966. Anche allora molti giovani da tutto il mondo indossarono gli stivali e giunsero nel capoluogo toscano per aiutare la popolazione e per recuperare le opere d’arte alluvionate. A quasi mezzo secolo di distanza, la storia si ripete a Genova, almeno in questo senso positivamente, con il volto della solidarietà, e non solo con malfunzionamenti del sistema e polemiche. Oggi il richiamo passa per le nuove tecnologie a base di smart-phone e social network. Ma la voglia di aiutare degli “Angeli del fango 2.0” è la stessa. ROBOTO COND LIGH 17
Tra i volontari in prima fila spiccano i rugbisti del CUS Genova, squadra di Serie A che si sono presentati con pale e secchi alla vigilia di un importante partita di campionato. Anche i giocatori del Recco, un’altra squadra di Rugby tra l’altro acerrima rivale dei genovesi, non si sono tirati indietro, sudando fianco a fianco con i loro avversari. In effetti i giocatori di rugby sono abituati a muoversi nel fango…. Source Sans Pro 17 E a proposito di sportivi, gli appassionati hanno notato addirittura un nazionale azzurro di calcio, Luca Antonini, difensore del Genoa, presente con la moglie per dare il suo contributo, simbolico, ma anche concreto. In questo caso nessuno gli ha chiesto l’autografo: “è un dovere essere qui”, ha dichiarato ai cronisti.