Lodi, 24 febbraio 2010
Newsletter n.3/2010
SCUOLA Adesso si potrà licenziare!!! Il decreto Brunetta è stato approvato definitivamente il 4 febbraio scorso. E‘ un decreto che introduce diversi provvedimenti, a nostro giudizio, vergognosi e pericolosi. Con diversi post cercheremo di metterli in evidenza, anche perchè molti docenti, preoccupati a seguire l‘evoluzione della disastrosa riforma della scuola, non si sono accorti di ciò che il ministro preparava nelle segrete stanze ministeriali. Iniziamo dunque con il mettere l‘accento sulle cause che possono indurre al licenziamento di un lavoratore della scuola, intanto aumentano a dismisura i poteri dei dirigenti scolastici anche riguardo alle regole sulle responsabilità disciplinare: alcuni tipi di sanzione (censura e sospensione dal servizio e dallo stipendio fino a 10 giorni) attualmente riservati agli uffici regionali saranno prerogativa esclusiva dei dirigenti. Le norme già inserite negli ultimi contratti nazionali in tema di licenziamento per ―giusta causa o per giustificato motivo‖ sono travalicate dal decreto Brunetta in quanto, si applica comunque la sanzione disciplinare del licenziamento nei seguenti casi: a) falsa attestazione della presenza in servizio, mediante l‘alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza, ovvero giustificazione dell‘assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa;
Newsletter 3/2010 Lodi, 24 febbraio 2010 Responsabile: prof. Paolo Latella
Sommario: SCUOLA: adesso si potrà licenziare
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la meritocrazia fregherà ad alcuni e darà ad altri
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COBAS SCUOLA: 12 MARZO sciopero generale
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Venerdì 12 febbraio: I Visitors sono passati da Lodi
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E brava la Gelmini!
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Comunicato stampa: Coordina- 4 mento Itp
b) assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni, anche non continuativi, superiore a tre nell‘arco di un biennio o comunque per più di sette giorni nel corso degli ultimi dieci anni o mancata ripresa del servizio, in caso di assenza ingiustificata, entro il termine fissato dall‘amministrazione; c) falsità documentali o dichiarative in occasione dell‘instaurazione del rapporto di lavoro ovvero di progressioni di carriera; d) reiterazione nell‘ambiente di lavoro di gravi condotte aggressive o ingiuriose o comunque lesive della dignità personale altrui: e) condanna penale definitiva, in relazione alla quale è prevista l‘interdizione perpetua dai pubblici uffici ovvero l‘estinzione, del rapporto di lavoro. E‘ previsto così il licenziamento anche per violazioni che fino ad
oggi sono considerate di media gravità come la ―falsa attestazione della presenza in servizio‖ e si attribuisce al potere dei dirigenti di sanzionare il licenziamento anche in casi non ben definibili come la ―reiterazione nell‘ambiente di lavoro di gravi condotte aggressive o ingiuriose o comunque lesive della dignità personale altrui‖. Il licenziamento in sede disciplinare è disposto, altresì, nel caso di prestazione lavorativa, riferibile ad un arco temporale non inferiore al biennio, per la quale l‘amministrazione formula una valutazione del personale di insufficiente rendimento. Si
affaccia il rischio che chi resterà per almeno tre anni in terza fascia. Fonte: liboriobutera.com
Riforma della scuola – Ecco i regolamenti definitivi
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Harry Potter alla ricerca del Liceo Scientifico Tecnologico a Lodi
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Comunicato stampa:
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Coordinamento precari Riforma Gelmini: il maestro unico sarà anche vecchio?
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Mobilità - Personale della Scuola: scadenze
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ScuolaOggi: Scuole statali in 8 crisi. Soldi alle scuole private. E le chiamano “paritarie”… Le bugie sulle lingue
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Difficoltà di apprendimento e dislessia
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Angolo ATA: la nazionale avversaria
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News di febbraio
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Dove siamo
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Decreto Brunetta: la meritocrazia fregherà ad alcuni e darà ad altri Dopo aver pubblicato in prima pagina le te al salario accessorio collegato novità del decreto Brunetta circa le nuove alla performance individuale; modalità di licenziamento, proseguiamo con b) il cinquanta per cento è collol‘approfondimento del decreto evidenziando cato nella fascia di merito intercome viene introdotta la tanto osannata media, alla quale corrisponde meritocrazia. Meritocrazia, tanto per essel‘attribuzione del cinquanta per re chiari, significa anzitutto cento delle risorse destinate al ―gerarchizzazione‖, ergo ci saranno lavoratrattamento accessorio collegato tori che usufruiranno di guadagni maggiori alla performance individuale; rispetto ai propri colleghi, facendo finta di c)il restante venticinque per cenessere anche noi per la meritocrazia selvagto è collocato nella fascia di merigia non possiamo però far finta di non notato bassa, alla quale non corrisponre l‘assenza di un ―Organismo Indipendente de l‘attribuzione di alcun trattadi valutazione, come mento accessorio collegato alla perperaltro era previsto formance individuale; dalle norme. Al suo d)sono previste deroghe alla percenposto potrebbe natuale del venticinque per cento in scere una sorta di misura non superiore a cinque punti ―Comitato dirigenziapercentuali in aumento o in diminuziole‖ che metterà in ne, con corrispondente variazione pratica le direttive compensativa delle percentuali. ministeriali. Insomma Le fasce dei livelli Medio e Alto si il rischio di finire nel divideranno tutto quanto disponibile tritacarne è evidente come incentivo. 50% a disposizione a tutti a meno che del 25% dei ―Bravissimi‖ e l‘altro 50% non si è dotati di una per il restante 50% dei ―Bravi‖. buona ―lingua‖. E poiché per salario accessorio non si Ma vediamo come Come è facile intuire il DS intende solo quanto oggi percepito distribuisce e toglie i attraverso il Fondo d‘Istituto, ma e il DSGA avranno nelle soldi il decreto: loro mani tantissimo potere anche l‘integrazione stipendiale già a) il venticinque per che deriverà loro soprat- presente in busta paga con chi riencento del personale è tutto dal fatto che spetta tra in terza fascia non solo non accecollocato nella fascia de agli incentivi ma sarebbe anche loro stabilire i criteri di di merito alta, alla gestione e di effettuare le penalizzato con una riduzione di quale corrisponde singole valutazioni per rico- stipendio rispetto a quanto precedenl‘attribuzione del noscere meriti e demeriti temente percepito in busta paga.!!! cinquanta per cento Dunque si toglierà ad alcuni e si di(v. art. 37). delle risorse destinastribuirà ad altri, ma entrare in gioco
saranno anche le Progressioni di Carriera ed Economiche non saranno più automatiche, in base all‘anzianità di servizio ma andranno di pari passo con la suddivisione in fasce. Le otterrà chi per 3 anni consecutivi o 5 anni non consecutivi è rientrato in 1^ fascia. Come è facile intuire il DS e il DSGA avranno nelle loro mani tantissimo potere che deriverà loro soprattutto dal fatto che spetta loro stabilire i criteri di gestione e di effettuare le singole valutazioni per riconoscere meriti e demeriti (v. art. 37). Avranno così piena autonomia nella gestione delle risorse umane nella distribuzione del salario accessorio, e nella conseguente gerarchizzazione del personale. Ma c‘è un‘altro aspetto che va evidenziato, in questo modo ai sindacati viene sottratta la loro principale prerogativa, ovvero la contrattazione centrale.
Fonte: liboriobutera.com
Fotomontaggio Brunetta: http://www.claudiocaprara.it/mediamanage r
12 MARZO SCIOPERO GENERALE SCUOLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA IL GOVERNO APPROVA LA RIFORMA DELLE SUPERIORI LA SCUOLA SCIOPERA IL 12 MARZO
Cobas Scuola Manifestazione nazionale a Roma fino al Ministero Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera ai Regolamenti della sciagurata ―riforma‖ delle superiori. Tale ―riforma‖ non ha alle spalle alcun progetto didattico, come non ne avevano alle elementari la ―maestra unica‖ o la devitalizzazione del Tempo Pieno. Si cancellano o si immiseriscono materie importanti di studio, si tagliano ore di insegnamento cruciali (in media 4 ore settimanali in meno), si sopprimono laboratori e esperienze pratiche professionalizzanti, si cacciano decine di migliaia di precari, eliminandone il posto di lavoro, soltanto in nome del Dio Risparmio, a spese di una istruzione sempre più impoverita, giudicata un
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investimento improduttivo da questo e dagli ultimi governi. Ma la partita non si chiude qui. I Regolamenti dovranno superare ancora non solo le obiezioni del Consiglio di Stato ma ottenere l‘approvazione della Corte dei Conti e del capo dello Stato, fino alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Solo allora le scuole potranno presentare l‘―offerta formativa‖ alle famiglie che, essendo a poche settimane dalla scadenza per le iscrizioni (26 marzo), dovrebbero iscrivere i figli pressoché ―al buio‖. Soprattutto, in queste poche settimane docenti, genitori e studenti vedranno il progetto distruttivo in tutta la sua brutale concretezza, città per città, paese per paese, con le scuole che spariscono, gli accorpamenti folli, gli indirizzi di studio soppressi. Ci sono dunque le condizioni perché si sviluppi, qui ed ora, una forte opposizione alla ―riforma‖ da parte di docenti ed ATA, precari e ―stabili‖, studenti, genitori. Dobbiamo intensificare subito la lotta, agevolando la mobilitazione di tutto il popolo della scuola pubblica. Tale lotta culminerà il 12 marzo nello sciopero
Lodi, 24 febbraio 2010
generale della scuola per l‘intera giornata, convocato dai Cobas, e in una grande manifestazione nazionale (P.della Repubblica ore 10, corteo fino al Ministero di V.Trastevere), per il ritiro della ―riforma‖ delle superiori; contro i tagli, il decreto Brunetta, il disegno di legge Aprea e la gerarchizzazione nella scuola; contro il decreto ―ammazza precari‖, per l‘assunzione dei precari su tutti i posti vacanti; perché l‘obbligo scolastico venga innalzato e non abbassato a 15 anni, per significativi investimenti, per la democrazia sindacale nelle scuole e la restituzione a tutti del diritto di assemblea. In testa al corteo del 12 marzio ci saranno i precari/e, che in questi mesi si sono battuti coraggiosamente in difesa della scuola pubblica, della qualità dell‘insegnamento e del loro posto di lavoro.
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Venerdì 12 febbraio: I Visitors sono passati da Lodi Venerdì 12 febbraio 2010 ho partecipato alla serata informativa c/o l‘ITIS Volta di Lodi sul tema: ―La nuova scuola superiore - scenari e scelte possibili―. Erano presenti l‗avv. Mariano Peviani Assessore all‘Istruzione della Provincia di Lodi, il dott. Max Bruschi Presidente della cabina di regia sui nuovi Licei del Ministero Istruzione, il dott. Giuseppe Bonelli Dirigente Ufficio scolastico, erano lì in alto, in aula magna seduti, io ero seduto a sinistra, a metà della sala, ascoltavo il dott Max, mi sembrava di sentire lo spot del nuovo telefilm dei Visitors: ―Porteremo la cura per molte gravi malattie... Porteremo tecnologie, istruzione e nuova cultura che miglioreranno il vostro modo di vivere… Porteremo la pace, in ciascuna nazione del vostro pianeta… Siamo i Visitors. Veniamo in pace. Sempre…‖. Il dott. Max Bruschi ha parlato di nuova era per la scuola, dopo ottant‘anni si cambia, si volta pagina, ha trattato la perdita dei posti come un male inevitabile ma minore di fronte all‘esigenza di migliorare la scuola pubblica, innovazione a 360 gradi. Bisogna creare l‘eccellenza nella scuola, aumentare il livello di conoscenza, valorizzare il lavoro degli insegnanti. Che bello, ma guarda, finalmente, sono arrivati i visitors… anche nella Provincia di Lodi. Mi sono permesso di fare un intervento al quale non c‘è stata risposta, lo ripropongo qui, chissà magari leggendo forse avranno il tempo di rispondere con calma. Buona sera, mi chiamo Paolo Latella, vorrei porre tre domande:
1) la prima domanda la faccio come genitore di quattro figli, (uno dei quattro dovrà scegliere quale scuola superiore frequentare), riguarda il tempo a scuola, dal prossimo anno scolastico negli istituti tecnici si starà dietro ai banchi per 32 ore alla settimana e nei professionali 34, le ore saranno di 60 minuti, con un solo intervello, gli alunni usciranno tutti i giorni alle 13,30 e uno o due pomeriggi alle 14,30 0 16,30 (professionali), meno ore rispetto al piano orario ma di fatto più tempo a scuola. La mia domanda è rivolta all‘Assessore Peviani: E‘ stato pensato ad un sistema di trasporti efficiente, sono state interpellate le aziende del territorio che dovranno aggiungere nuove corse per il trasporto degli alunni? L‘eventuale mensa nelle scuole? Se i ragazzi dovranno rimanere più tempo a scuola??? 2) La seconda domanda la pongo come insegnante, è rivolta al primo dirigente dott. Bonelli dell‘Ufficio Scolastico della Provincia di Lodi e al dott. Max Bruschi Presidente cabina regia ― nuovi‖ Licei del Ministero ed è la seguente: avete detto che la scuola superiore prepara male, c‘è troppa confusione nei programmi, il 57% degli iscritti alla facoltà di lettere, indagine presentata dal dott. Bruschi, non sa comprendere correttamente il contenuto di un testo. Con questa nuova riforma si sono riscritti i programmi, in linea con i tempi e chiari nel modo di attuarli, nei tempi, con i mezzi idonei e i migliori metodi. Bene! Come mai allora, le
E brava la Gelmini! "Manifesta incapacità ed improduttività
politica ed organizzativa".Questa è la motivazione con la quale venne approvata la mozione di sfiducia presentata dai consiglieri di minoranza nei confronti del Presidente del Consiglio Comunale con rinvio per l'elezione del nuovo presidente del consiglio comunale. La città è Desenzano del Garda. La Presidente del Consiglio era nientepocodimeno che Maria Stella Gelmini, ripescata da Berlusconi e diventata Ministro della Pubblica (D)Istruzione. I fatti risalgono al 2000. Il Consiglio Comunale di Desenzano del Garda con atto N° 33 del 31 marzo 2000 approvava con pubblicazione la mozione di sfiducia alla Gelmini. Proponente era l'Ufficio Affari Generali/Segreteria ed il Settore era la Segreteria Generale (N° proposta 20561). Presenti i Consiglieri: ANELLI FELICE,MINUTO DOMENI-
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ore dei docenti sono drasticamente diminuite? Il sottoscritto quest‘anno ha tre classi (5 ore in terza, 6 in quarta e 7 in quinta), dal prossimo anno ne avrò 6 con tre ore per classe (mediamente 25 alunni per classe e in alcuni casi 30) e il mio collega supplente rimarrà in Sardegna, dov‘è la nuova didattica? Dove sono i tempi per svolgere un programma? La risposta datela ai genitori… 3) La terza domanda la faccio come giornalista: Il dott. Max Bruschi ha elogiato il ministro Gelmini perché ha avuto ―l‘illuminante idea‖ di aprire un forum di discussione sul sito dell‘Indire rivolto ad insegnanti e genitori, strano… sapete cosa è successo? Hanno tolto la possibilità di lasciare un commento. Se andate all‘indirizzo: http:// nuovitecnici.indire.it/ in basso, nell‘area approfondimenti troverete scritto: ―Commenti chiusi e in sola lettura dal 5/2/2010‖. Come mai? Perché lei dott. Bruschi ha dichiarato nella serata di venerdì 12 febbraio davanti a docenti, genitori e alunni che invece io avevo torto e che il forum era stato riattivato? Era stato solo un problema tecnico… Quello che più fa male è che la classe dirigente, i presidenti delle ―cabine di regia‖, dei politici, non sanno ascoltare la gente, gli insegnanti, i genitori, non sanno percepire il malessere. Infondo Berlusconi era stato chiaro nell‘ottobre 2008: ―Non ci sarà nessun taglio alla scuola. Sulla scuola troppe cose divorziano con la realtà. Dalla sinistra stanno arrivando messaggi assolutamente falsi e inutili allarmismi" . Cari lettori, lascio a voi (e a me) genitori le considerazioni finali. Ah.. Dimenticavo.. Aspetto le risposte dall‘assessore Peviani, dal primo dirigente dell‘ufficio scolastico e dal dott. Max Bruschi., fino ad oggi 24 febbraio non sono arrivate... Buona scuola a tutti. Paolo Latella
CO,CARRETTA SERGIO GUIDO, GERMONTANI MARIA IDA, BENEDETTI ACHILLE FRANCESCO, BREDA EZIO, CORTI MARIO MAURO, MENEGATO GIANCARLO,PIENAZZA FIORENZO,ABBADINI ALBERTO, POLLONI EMILIO RINO, MERICI TIZIANO, ABATE PAOLO,ROVERE ANTONIO, FRANCOLI VITTORIO, GELMINI MARIASTELLA, TURRINI FRANCESCO, GUERINI CESARE VINCENZO, CIPRIANI LORENZO, INGRAVALLE NICOLA PIETRO, BENIAMINO UDESCHINI. Assente:BERTONI RODOLFO. Brava brava MariaStella ogni cosa sai far tu! Quì la vita è tutta rosa solo quando ci sei tu! fonte: Comune di Desenzano del Garda;roma.indymedia.org
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COMUNICATO – Coordinamento ITP Il Coordinamento Nazionale dei Docenti di
della causa dei docenti tecnico
Laboratorio si batte da circa 10 anni per
pratici a 360°, coinvolgendo
il mantenimento degli Insegnanti Tecnico
negli anni tutti i partiti politici e
Pratici nel sistema di Istruzione e Forma-
le sigle sindacali ed ottenendo
zione della seconda-
numerose interrogazioni parla-
«Il sito del
ria superiore.
mentari e l’approvazione di
Coordinamento è
Nonostante i pesanti
diventato punto di
attacchi subiti dalla
riferimento per
categoria, che a-
tanti colleghi e
vrebbero potuto
associazioni,
portare alla sua
registrando nelle
completa eliminazio-
sue statistiche
ne, gli Insegnanti
contatti medi
Tecnico Pratici, gra-
importanti mozioni. Centinaia sono state le iniziative attraverso documenti, comunicati, lettere, partecipazione a incontri, manifestazioni, sensibilizzazioni a tutti i livelli. Una minima parte di tutti documenti prodotti (i principali) è presente sul sito www.coordinamentoitp.it, nella sezione “Chi siamo‖.
giornalieri che
zie al grande impegno
superano anche le
del Coordinamento,
5000 unità».
risultano ancora presenti, se pur con
forti riduzioni, in tutti gli Istituti Tecnici e Professionali. Il sito del Coordinamento è diventato punto di riferimento per tanti colleghi e associazioni, registrando nelle sue statistiche contatti medi giornalieri che superano anche le 5000 unità. Il Coordinamento ha sempre operato in assoluta libertà, senza condizionamenti politici o sindacali, facendosi promotore
Sono state organizzate raccolte di migliaia di firme per il mantenimento della nostra categoria nel sistema di Istruzione e Formazione della secondaria superiore, per il mantenimento del Liceo Scientifico Tecnologico e del corso Mercurio-Programmatori. Innumerevoli sono stati i documenti e le osservazioni inviate in tutte le sedi politiche e sindacali del mondo della scuola. Il Coordinamento è stato più volte ricevuto in sede Ministeriale ed, in ultimo, è stato in audizione presso la VII Commissione Cultura della Camera, ottenendo l’ introduzione dell‘indirizzo ―Sistemi Informativi Aziendali‖ (ex-Mercurio-Programmatori) negli Istituti Tecnici Economici, con le relative ore di Laboratorio per gli Insegnanti
Tecnico Pratici della C300, anche se, purtroppo, ridotte. Sono state condivise anche le richieste dei nostri colleghi di conversazione. Riteniamo quindi che, nonostante i pesanti tagli, i risultati raggiunti siano stati comunque ragguardevoli. La memoria lasciata, scaricabile dall’home-page del nostro sito, dimostra tutta l‘attenzione e l‘abnegazione che il Coordinamento ha posto nelle sue rivendicazioni, chiedendo precise norme di garanzia relativamente alla grosse perdite che comunque la categoria, come anche le altre, subirà per effetto della riforma. A tutti auguriamo una giusta collocazione, ringraziamo quanti hanno fatto del loro meglio per supportare le nostre iniziative ed auspichiamo che questa fase di “transizione” si risolva al più presto, certo, con forti perdite, ma vedendoci ancora attivi e presenti per portare tutta la nostra professionalità ed esperienza nel sistema scolastico riformato.
Riforma della scuola – Ecco i regolamenti definitivi Tuttavia il CdS ha ritenuto opportuno fare delle precisazioni: ha però raccomandato di completare l‘intero iter del riordino con Li aspettavamo da tempo, ci riferiamo ai
ulteriori atti regolamentari per definire
nuovi regolamenti della disastrosa riforma
diversi punti importanti, previsti
Gelmini. Oggi il Miur, dopo il parere favore-
dall‘articolo 8 comma 2 e comma 3:
vole del Consiglio di Stato, li ha pubblicati sul proprio portale [LINK].
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b) – ambiti e criteri per ulteriore articolazione degli indirizzi; c) – criteri di raccordo della transizione dal vecchio al nuovo ordinamento; d) – quadro orario che regola il passaggio da 36 a 32 ore settimanali; e) – classi di concorso; f) criteri di insegnamento in lingua inglese di una materia non linguistica dell‘ultimo anno; g) – indicatori di valutazione e autovalutazione degli istituti. Non si sa ancora nulla sui programmi, sui i quadri orari, sulle nuove classi di concorso, ecc, e non si sa ancora nulla quando i regolamenti saranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Intanto il tempo stringe!
a) – indicazioni nazionali su competenze, abilità, conoscenze;
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Harry Potter alla ricerca del Liceo Scientifico Tecnologico a Lodi del neo liceo delle scienze applicate è di 27 ore, mentre il monte ore dei bienni di tutti gli istituti tecnici è di 32 ore?
Dopo i tagli nelle lingue, la riduzione di metà degli insegnanti di laboratorio, l‘eliminazione della materia trattamento testi, la chimica studiata sui bignami, molte materie ―dimagrite‖ quasi della metà, la scure... tocca il Liceo Scientifico Tecnologico. Dal prossimo anno si chiamerà Liceo delle scienze applicate, avrà una ulteriore ridefinizione dei piani di studio e la situazione peggiorerà ulteriormente. Nei nuovi piani orari, previsti dai regolamenti approvati il 4 febbraio in Consiglio dei Ministri, disponibile sul sito dell'Indire (il famoso sito dove tutti possono scrivere… tranne gli insegnanti e i genitori, figuriamoci gli alunni…), si riducono ulteriormente gli insegnamenti di laboratorio e si mantiene una impostazione fortemente teorica dell'indirizzo. La riduzione a sole 27 ore nei bienni dei Licei, che hanno tutti sperimentazioni tra le 30 e le 32 ore, è ancora più pesante per l'indirizzo scientifico tecnologico, che prevedeva un orario di 34 ore settimanali, sia che fosse incardinato agli istituti tecnici che ai licei. Saranno cancellate tutte le ore di laboratorio in compresenza (mediamente 9 alla settimana in ogni classe), le scienze (fisica, chimica, biologia e scienze della terra), da cui trae il nome il liceo, vedranno una riduzione di 10 ore nel quinquennio. Non è affatto chiaro quali degli attuali Licei scientifici, con le numerose sperimentazioni in atto, potranno confluire sull'opzione di scienze applicate: chi decide? Si aprirà una lotta senza quartiere tra le scuole? In più, ad oggi, la maggior parte dei Licei tecnologici sono negli Istituti tecnici: sarà possibile istituire negli istituti tecnici le prime classi del Liceo scientifico con l'opzione scienze applicate? Se sì, con quali effetti sugli organici, visto che il monte ore nei bienni di tutti i licei, ivi compreso quello
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Le classi successive alla prima, dalla seconda alla quarta, dei Licei scientifico tecnologici saranno trattate come quelle degli altri Licei e manterranno, quindi, l‘attuale modello orario medio di 34 ore settimanali, o verrà applicata ad essi la stessa riduzione oraria settimanale a 32 ore prevista per gli Istituti tecnici? In ogni caso l'istituzione del Liceo delle scienze applicate trasformerebbe, in modo radicale, tutti gli attuali Licei scientifici tecnologici (sia quelli presso i tecnici che quelli presso i licei), riducendo ovunque la quantità oraria ed i laboratori, e creando non pochi problemi nell'organizzazione delle scuole, nella definizione dei piani dell'offerta formativa territoriale, e negli organici. Qualcuno mi potrebbe accusare di fare demagogia, di fare il disfattista, di tifare per l'Itcg ―A. Bassi‖ dove insegno, che in fondo sul territorio lodigiano, l‘Ente provinciale ha riorganizzato i servizi in modo da offrire ai propri studenti indirizzi di studi innovativi, ma andiamo sul sito della Provincia di Lodi, sulla prima pagina troviamo di tutto e di più... ma nessuna notizia sulla riforma delle scuole superiori, sull‘offerta formativa degli istituti superiori lodigiani. La prima notizia sulla home page è: ― Il Lodigiano in bicicletta‖, con questo non voglio togliere l‘importanza della bicicletta, forse la notizia è collegata al fatto che dal prossimo anno verremo tutti a scuola in bicicletta, mah! Non so, faccio fatica
Realizzato dalla precedente amministrazione provinciale (di sinistra). Insomma il mistero diventa ancora più fitto e oscuro, ma a Lodi o in provincia, il prossimo anno ci sarà un Liceo delle scienze applicate (ex Liceo Tecnologico) ? Altro che pietra filosofale… o gazzetta del ―profeta‖. Non ci resta che visitare il sito del Liceo Scientifico Gandini di Lodi…. Niente, anche sul sito del Liceo non c'è nulla, compongo il numero del liceo Gandini, mi risponde una voce maschile, mi presento, dico che sono un genitore, mio figlio, il prossimo anno vorrebbe frequentare il Liceo Tecnologico, mi risponde che per telefono non possono dare informazioni. A questo punto chiamo la vicepresidenza dell'Itis Volta e finalmente mi viene detto che dal prossimo anno questo istituto avrà questo indirizzo. Scusatemi se sono stato prolisso e particolarmente pungente, non me ne vogliano i dirigenti di queste scuole ma è evidente che la situazione è scappata di mano, pochissima informazione da parte di tutti ad un mese della scadenza delle iscrizioni. Questa è una ragione in più per responsabilizzare l'amministrazione provinciale e regionale, che non hanno saputo pianificare un'informazione seria verso i genitori delle scuole pubbliche che ancora oggi sono sempre meno considerati, l'ultimo anello di una catena sempre più corta. Stiamo assistendo alla distruzione della scuola pubblica, alla falcidia pedagogicoculturale, alla cancellazione di numerose cattedre, una tremenda riduzione di organico, questo è solo l'inizio a cui saranno sottoposte le scuole nei prossimi anni. Grazie Ministro Gelmini! Paolo Latella Responsabile IDV gruppo Tematico Scuola Provincia di Lodi
La cosa diventa ancora più interessante e si cade nel grottesco se clicchiamo sul menu a tendina sulla prima pagina alla voce servizi : scuole e pubblica istruzione, vi aiuto andate all‘indirizzo: http:// www.provincia.lodi.it/cityweb/ sottocategorie.asp? IDmacroCategoria=13 Troviamo questa pagina: Veramente spettacolare: La guida ai percorsi formativi delle scuole superiori risale all’anno 2006!!!
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COMUNICATO STAMPA DEL COORDINAMENTO PRECARI Il Coordinamento Precari Scuola Nazionale esprime vivo sconcerto e preoccupazione dinanzi alle indiscrezioni, diffuse da alcuni organi di stampa (cfr. in particolare Il Messaggero del 15 febbraio 2010), circa l’imminente approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, di un decreto legge che modifichi le procedure di formazione e reclutamento del personale precario della scuola e che preveda la cancellazione delle graduatorie ad esaurimento dei docenti. Senza disconoscere il diritto legittimo del Parlamento e del Governo a regolamentare le procedure di selezione del personale docente, vorremmo tuttavia portare alla vostra attenzione alcuni fatti. In primo luogo, nelle graduatorie ad esaurimento sono oggi incluse censecondo regole di reclutamento che prevetinaia di migliaia di docenti abilitati devano l‘attento esame, da parte di esperti all‘insegnamento, laureati, vincitori di condel mondo scolastico e universitario, delle corso, ovvero formatisi alla professione in conoscenze e delle abilità conseguite. Al scuole di specializzazione post lauream. percorso formativo, si aggiungono spesso Tutti i docenti abilitati inseriti molti anni di esperienza accumunelle graduatorie hanno conselata nelle scuole dai docenti prela cancellazione guito una laurea quadriennale o cari. delle graduatorie magistrale (esclusi i casi in cui Se è quindi necessario definire aprirebbe per i essa non era richiesta per legge le norme per la formazione delle professionisti della fino a qualche anno fa), ovvero i future generazioni di insegnanti, formazione un titoli universitari di livello supenon bisogna dimenticare però orizzonte di riore rilasciati dagli atenei seche già oggi esiste un numeroso incertezza ben più condo gli ordinamenti universita- grave dell‘attuale corpo docente, adeguatamente ri vigenti prima e dopo la riforma condizione di formato, in attesa di stabilizzaBerlinguer. Dopo la laurea, ciazione dopo anni di lavoro precaprecarietà, sottoscuno di questi docenti ha conse- occupazione, rio. Le graduatorie ad esauriguito l‘abilitazione mento sono molto lontane da disoccupazione, in all‘insegnamento seguendo il essere esaurite. Se il nuovo sicui versano anche a percorso stabilito per legge, stema di formazione intende causa della forte ovvero tramite concorso bandito riduzione di abilitare un numero di docenti a livello nazionale, o tramite corrispondente al reale fabbisoorganico prevista corsi di specializzazione biennali dallo Schema di gno della scuola (come lascia a numero chiuso, con selezione intendere il succitato articolo), piano esso dovrebbe partire solo iniziale ed Esame di Stato conprogrammatico, di nell’imminenza del completo esauclusivo, comprensivi di corsi cui dall‘art. 64 della rimento delle graduatorie esistenti, disciplinari, laboratori didattici L133/08. poiché il fabbisogno complessivo e tirocinio biennale, sia passivo delle scuole è oggi, in quasi tutte sia attivo, nelle scuole. Dopo le classi di concorso, molto inferiore rispetto l‘abilitazione, molti docenti hanno continuaalla disponibilità di docenti già formati. Si to ad aggiornarsi, conseguendo master, vede quindi, per il momento, la necessità di prevedere un nuovo percorso di formazione titoli di perfezionamento, talora dottorati solamente per le classi di concorso esaurite o di ricerca. Si tratta quindi di professionisti in via di esaurimento. che hanno spesso strutturato il loro percorso universitario in funzione dell‘insegnamento e che hanno investito tempo e denaro per conseguire l‘abilitazione
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L’eventuale eliminazione delle graduatorie desta preoccupazione, oltre che per i suddetti
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motivi, anche per il fatto che esse costituiscono un sistema di reclutamento obiettivo e trasparente, per quanto perfezionabile. Le graduatorie, infatti, tengono conto della valutazione finale conseguita nell’esame di abilitazione (ottenuta tramite concorso o scuola di specializzazione), degli anni di servizio e dei titoli culturali di ogni docente. Infine, la cancellazione delle graduatorie aprirebbe per i professionisti della formazione un orizzonte di incertezza ben più grave dell’attuale condizione di precarietà, sottooccupazione, disoccupazione, in cui versano anche a causa della forte riduzione di organico prevista dallo Schema di piano programmatico, di cui dall’art. 64 della L133/08. Il CPS auspica quindi che tutte le forze politiche e sindacali si impegnino a mantenere le graduatorie del personale docente fino al loro completo esaurimento, salvaguardando il punteggio acquisito finora da ciascun docente, prima di dare avvio a nuove procedure di reclutamento, anche come garanzia di oggettività e trasparenza della valutazione dei titoli culturali e dell’anzianità di servizio maturati dai docenti abilitati. COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA NAZIONALE FORUM COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA http://docentiprecari.forumattivo.com BLOG COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA http://retedocentiprecari.blogspot.com/ GRUPPO FACEBOOK COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA http://www.facebook.com/group.php? gid=35733685501 MAIL COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA precariscuola@gmail.com
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Riforma Gelmini: il maestro unico sarà anche vecchio? C‘è un dettaglio della riforma dell‘istruzione di Mariastella Gelmini, ormai in avanzata fase di approvazione, che forse non ha ancora attirato l‘attenzione che merita. L‘ex ministro dell‘Istruzione Fioroni ha dichiarato infatti a ―Repubblica‖ che:
l‘invecchiamento del
Saranno 225 mila i posti di lavoro tagliati in
questo
perché
tre anni ed il maestro unico avrà, in media,
rigide
graduatorie
tra i 55 e i 60 anni. Con la manovra finan-
degli insegnanti sono
ziaria e il decreto i nostri ragazzi avranno
fondate sull‘anzianità
gli stessi stimoli che avevano gli alunni di 60
di servizio molto più
anni fa, in una società post-contadina che
che sul merito. Facile
doveva combattere l‘analfabetismo
dunque che i primi ad
Non abbiamo dati di dettaglio che ci permettano di capire se l‘analisi dell‘ex ministro é corretta, o se invece deriva unicamente dall‘acrimonia del predecessore. Però possiamo
fin
da
ora
affermare
che
corpo docente alle elementari è un esito molto plausibile dei tagli
di
personale: le
essere ―fatti fuori‖ siano proprio i giovani insegnanti, che magari hanno contratti precari. Una conseguenza che potrebbe contribuire ad un abbassamento della qualità dell‘insegnamento, se si considera che ad oggi gli insegnanti giovani sono i più prepa-
rati - ad esempio - per quanto riguarda le lingue straniere. Tuttavia nel nostro - che ormai è davvero un paese per vecchi - anche questo dettaglio della riforma potrebbe trovare qualche favore presso l‘opinione pubblica.. Fonte: www.polisblog.it
Mobilità - Personale della Scuola Mobilità - Personale della Scuola: invio on-line per la scuola primaria e scuola secondaria di I grado. Il termine ultimo per la presentazione delle domande è il 22 marzo 2010 Per opportuna conoscenza e norma, al fine di predisporre i necessari adempimenti da
- le nuove disposizioni contenute nell‘art. 7 Con successiva Ordinanza ministeriale ver-
del CCNI che introducono una diversa, più
ranno diramate le specifiche disposizioni
coerente ed equa regolamentazione
attuative dell‘ art. 37bis del sopra citato
dell‘utilizzo delle prerogative scaturenti
CCNI riguardante la mobilità degli inse-
dall‘applicazione della L. 104/92;
gnanti di religione cattolica, per i quali, ovviamente, sarà prevista una diversa data di scadenza per la presentazione delle do-
- la nuova formulazione dell‘art. 15 del contratto stesso che introduce più razionali
mande.
vincoli nei riguardi dei docenti che ottengo-
no, in allegato alla presente, copia dei se-
Si pregano gli uffici competenti di dare la
di sostegno nella scuola primaria.
guenti atti, relativi alla materia indicata in
massima diffusione dei sopracitati atti e di
oggetto:
comunicare agli uffici interessati che i me-
parte degli uffici competenti, si trasmetto-
- contratto collettivo nazionale integrativo sottoscritto il 16.2.2010 relativo alla mobilità del personale docente, educativo e A.T.A. per l'a.s. 2010/2011. - Ordinanza ministeriale n. 19 del 19 febbraio 2010 prot. n. AOODGPER 2076, in corso di registrazione, concernente norme
desimi possono essere consultati ed acquisiti sul sito Internet e Intranet del Ministe-
no il trasferimento interprovinciale su posti
Si invitano le SS.LL. ad effettuare, anche tramite le competenti strutture territoriali, la dovuta informativa alle organizzazioni
ro dell‘Istruzione, Università e Ricerca.
sindacali del comparto scuola, con particola-
Si ritiene utile richiamare l‘attenzione degli
concernente l‘acquisizione delle domande on
uffici in indirizzo su alcune situazioni inno-
line per il personale docente della scuola
vative rispetto all‘anno scolastico preceden-
primaria e secondaria di I grado.
te:
re riguardo alla nuova procedura POLIS
Si sottolinea infine che il termine ultimo
di attuazione del predetto contratto inte-
- l‘obbligo per il personale appartenente ai
per la presentazione delle domande di movi-
grativo in materia di mobilità del personale,
ruoli della scuola primaria e secondaria di I
mento per il personale docente, educativo
docente, educativo e A.T.A..
grado di presentare on line le domande di
ed A.T.A. è fissato al 22 marzo 2010.
Verrà data tempestiva comunicazione della data di registrazione di quest'ultimo provvedimento.
Newsletter 3/2010
mobilità, secondo la procedura POLIS descritta nella nota n. 1045 del 29 gennaio 2010;
Link per gli allegati da scaricare: http://www.pubblica.istruzione.it/ normativa/2010/prot2078_10.shtml
Lodi, 24 febbraio 2010
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ScuolaOggi: Scuole statali in crisi. Soldi alle scuole private. E le chiamano “paritarie”…
Il programma di Riccardo Iacona ―La scuola fallita‖ (Presadiretta del 14 febbraio, Rai 3) ha messo bene in evidenza lo stato di sofferenza in cui versa la scuola pubblica (statale) italiana, riprendendo con grande obiettività e realismo temi che erano già stati affrontati qualche tempo fa in un servizio analogo da Milena Gabanelli. Sono stati toccati – in maniera chiara, semplice ed essenziale alcuni punti critici del funzionamento delle scuole statali di ogni ordine e grado, oggi in grave difficoltà. Scuole pubbliche sull‘orlo di una crisi di nervi Docenti precari, anche di non tenera età e dopo anni e anni di servizio saltuario, in cerca di un posto fisso che non arriva. Supplenti annuali che si spostano in continuazione da una scuola all‘altra, da un capo all‘altro del paese, senza alcuna continuità didattica per gli alunni. Dirigenti scolastici che non possono chiamare i supplenti per mancanza di fondi. Classi senza insegnante che vengono quotidianamente divise e gruppi di alunni parcheggiati in altre classi, con evidente disagio per tutti e disturbo per la didattica. Riduzione degli insegnanti in organico, tagli alle cattedre e diminuzione delle ore di attività didattica. Impossibilità di svolgere attività per gruppi di alunni grazie al taglio delle compresenze nella primaria. Meno insegnanti e meno ore di sostegno per gli alunni disabili. Stato penoso degli edifici scolastici, sovente non a norma, fatiscenti e pericolosi. Incrostazioni, perdite d‘acqua e aule al freddo. Mancanza di arredi, a cominciare dalle sedie. Mancanza di spazi, aule ristrette e sovraffollate. Mancanza di fondi per l‘acquisto di materiale didattico (finanziamento didattico e amministrativo ridotto negli ultimi tempi a zero). Genitori che debbono sopperire con il ―contributo volontario‖, in una scuola - quella pubblica e dell‘obbligo - che dovrebbe essere gratuita. Una situazione, nel complesso, disastrosa ed estremamente preoccupante. Un quadro della realtà di tutti i giorni che gli operatori scolastici conoscono sin troppo bene ma che al grande pubblico non è noto. O almeno non lo è con questa nettezza. Un altro mondo: le ―paritarie‖ Ma il servizio di Iacona ha avuto anche il merito di aver fatto il confronto con le cosiddette scuole ―paritarie‖ facendo emergere le profonde ―disparità‖ delle rispettive situazioni, nel funzionamento ordinario e nel trattamento. Qui - soprattutto nelle scuole presentate (quasi tutte appartenenti alla fascia alta, es. l‘istituto Leone XIII e la scuola inglese di Milano) - sembra di essere in un altro mondo. Aule e locali a regola d‘arte, laboratori super attrezzati, ampi spazi (palestre, piscina, atelier). Offerta formativa ricca e differenziata (doppia lingua, varie attività creativo-espressive, aule di informatica, lavagne luminose, ecc.). Docenti reclutati in base ad una valutazione discrezionale e/o selezione direttamente da parte del dirigente o del gestore, quindi ―scelti‖ (sia quelli fissi che i supplenti) senza impacci burocratici di graduatorie, punteggi, ecc. Attività per gruppi di alunni e classi non affollate. Nessun elemento problematico o di ―disturbo‖ (alunni con handicap o stranieri, per intenderci). Utenza selezionata (naturalmente in base al reddito). Insomma non stiamo a dilungarci oltre: un altro pianeta. E le scuole paritarie dispongono di bilanci in attivo, godono di consistenti finanziamenti. Oltre alle entrate provenienti dalle rette (piuttosto elevate, si va dai 7 mila ai 12-15 mila euro l‘anno) le paritarie fruiscono di finanziamenti da parte dello Stato. Non solo, ma in Lombardia i genitori che iscrivono i figli alle paritarie hanno un contributo economico da parte della Regione, un rimborso, la ―dote scuola‖. Una sorta di ulteriore ―finanziamento indiretto‖ per le private, targato Formigoni. Ma cosa sono le paritarie? Com‘è noto la questione della ―parità‖ scolastica fra scuole statali e non statali (private) e soprattutto quella dei finanziamenti pubblici alle scuole paritarie (private) costituiscono senza dubbio un tema delicato quanto controverso, sul quale vi sono pareri diversi e divisioni trasversali
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(soprattutto all’interno del centro sinistra in senso lato). Tutto ha origine dal famoso art.33 della Costituzione che prevede che spetta alla Repubblica istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi e che enti e privati hanno il diritto di istituire anch‘essi scuole e istituti di educazione ma ―senza oneri per lo Stato‖. Cosa implicasse questa precisa dicitura era ben chiaro ai padri costituenti e lo è stato per quarant‘anni nella storia della Repubblica per gli stessi governi a guida democristiana. Come ricorda Curzio Maltese nel suo libro ―La questua‖ (Feltrinelli ed.) ―sempre, da De Gasperi in poi la DC aveva rifiutato di finanziare con soldi pubblici le scuole e la sanità private, che in Italia significa al novanta per cento: cattoliche.‖ Forse non ci si è soffermati a riflettere abbastanza su questo fatto, che la dice lunga su come venisse interpretata la frase ―senza oneri per lo Stato‖ perfino da un partito confessionale come la DC. Per non dire delle forze politiche presenti in Parlamento. Nel 1964 un governo presieduto da Aldo Moro venne battuto alla Camera e messo in crisi proprio per aver proposto un modesto finanziamento alle scuole materne private. Ironia della sorte vuole che sarà un governo di centrosinistra a guida postcomunista (governo D‘Alema, ministro dell‘istruzione Berlinguer) ad aprire le porte, di fatto, con la legge sulla parità scolastica (legge 62/2000), ai finanziamenti alle scuole private. In realtà la legge 62 riconosceva alle scuole private paritarie di svolgere un servizio pubblico, ma non prevedeva finanziamenti in quanto tali, in quanto rifinanziava i contributi (sussidi) per le scuole elementari parificate e materne non statali previste dalle leggi del 1925 e 1962. Il ragionamento di fondo, comunque, che sta alla base del riconoscimento della ―parità scolastica‖ è che anche le scuole non statali (private o degli enti locali), in quanto svolgono un servizio pubblico e accettano di adempiere a determinati requisiti (strutture idonee, programmi nazionali, ordinamenti dell‘istruzione, bilanci pubblici…) fanno parte del ―sistema nazionale dell‘istruzione‖. Salvo poi la totale mancanza di verifiche sul funzionamento effettivo di questi istituti e sul rispetto delle regole e delle condizioni previste. Per non parlare della difformità di trattamento con le scuole statali sul reclutamento dei docenti o sulla ―selezione‖ degli alunni, a partire dalla presenza di portatori di handicap o stranieri, o ancora sul numero minimo di alunni per classe. Illuminanti a questo proposito due flash nel servizio di Iacona. Da un lato la madre che si vede respingere l‘iscrizione del proprio figlio perché disabile (―la scuola non è in grado di seguirlo col sostegno, si rivolga alla scuola pubblica…‖). Dall‘altro la pressoché assoluta mancanza di alunni stranieri (una dirigente del Leone XIII che dice ―non è solo una questione economica, ma gli ―extracomunitari‖ qui sarebbero anche a disagio… sa, c‘è un‘utenza medio borghese, con un certo stile di vita…‖). … e perché finanziamenti pubblici alle scuole private? Ma andiamo avanti. Naturalmente la Moratti, ministro dell‘Istruzione durante il successivo quinquennio di Berlusconi, utilizzò ampiamente la legge Berlinguer per finanziare le scuole private (scuole dell‘infanzia e primarie). La legge finanziaria del 2006 (comma 635, Finanziamenti scuole non statali) e la legge n.27/2006 (ministro Fioroni) estendono il diritto al finanziamento a tutti gli ordini di scuola, dall‘infanzia alle superiori. Queste hanno diritto all‘assegnazione di contributi (finanziamenti) da parte dello Stato per la funzione pubblica che svolgono, a condizione che autocertifichino (sic) di non avere ―fini di lucro‖. Aperto un simile varco per i finanziamenti pubblici alle
Lodi, 24 febbraio 2010
scuole non statali (chiamiamole con il loro nome: private), non stupisce che sia oggi la Gelmini ad affermare (vedi intervista al Corriere della Sera del 18.6.2009) che sta pensando ad un ―sostegno economico‖ o bonus per chi studia alle private. ―Costituzione alla mano – dice la Gelmini- voglio che tutti abbiano il diritto di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria. Quindi, siccome le scuole paritarie costano, sto pensando ad una riforma che dia la possibilità di accedere ad un bonus a chi vuole frequentarle. Un po‘ come succede già in Lombardia‖. La Gelmini dimentica che non è in discussione la ―libertà di scelta‖ delle famiglie, diritto costituzionale, ma semmai la spinosa questione del ―senza oneri per lo Stato‖. E qui, ancora una volta, di oneri per le finanze dello Stato ce ne sono, anche se aggirati dall‘ipocrita soluzione del contributo dato alle famiglie e non direttamente alle scuole. Perché, gira e rigira, lì si torna. Al punto di partenza. Il divario tecnologico (di risorse e di trattamento) esistente Ma al di là del dibattito ―politico-ideologico‖ sul significato del dettato costituzionale in materia (il ―senza oneri per lo Stato‖) pure non irrilevante e che qualche riflessione autocritica all‘interno della sinistra dovrebbe riaprire, quello che è francamente scandaloso è quanto sta avvenendo proprio sotto il governo della scuola Gelmini-Tremonti (e magari da un po‘ di anni a questa parte). Occorrerebbe fare un‘analisi comparata sui finanziamenti erogati dallo Stato alle scuole statali e a quelle non statali. Probabilmente risulterebbe un dato costante: progressiva diminuzione da una parte e crescita dall‘altra. A fronte di un‘enorme sproporzione del numero di alunni iscritti. Interessante a questo proposito il dossier ―Rapporto sul buono scuola 2009 nella Regione Lombardia‖ presentato da Luciano Muhlbauer, gruppo consiliare regionale di Rifondazione comunista, citato nel servizio di Iacona. Nel Pd naturalmente il tema è tabù. Ci si guarda bene dal parlarne, essendo una questione troppo spinosa e controversa. D‘altra parte non è stato Berlinguer (ed il suo brain trust) ad aver aperto la strada e Fioroni ad averla imboccata aumentando i finanziamenti (ed estendendoli anche alle superiori) alle ―paritarie‖….? Guai, dunque, a rimetterle in discussione. Ed è proprio questo che è paradossale! Lo Stato riduce investimenti e risorse nella scuola pubblica statale a fronte di un aumento di finanziamenti alle scuole ―private‖ che svolgerebbero un ―servizio pubblico‖ (sic). D‘altra parte è significativo quello che è avvenuto in fase di finanziaria 2009, ove in un primo tempo erano previsti da Tremonti tagli anche per le scuole paritarie. Tagli immediatamente ritirati al primo stormir di fronde, dopo le proteste e le minacce di mobilitazione (proprio così!) da parte dei vescovi. Ragion per cui alle scuole private sono stati assegnati 120 milioni di euro. Ed ora, a fronte di una scuola pubblica (statale) praticamente in ginocchio quanto a tagli di organici, riduzione di finanziamenti (funzionamento ordinario, ecc.), qualcuno - la Gelmini, ma non solo lei—ha l‘ardire di riproporre un ulteriore sostegno economico alle scuole private. Che dire? La destra fa indubbiamente il suo mestiere, ma non sarebbe ora che anche la sinistra, all‘opposizione, facesse dignitosamente il suo? Lungo questa strada il divario tecnologico (e di trattamento) tra scuole private e scuole statali è destinato ad aumentare e, francamente, tutto questo – oltre che ingiusto e ai limiti della incostituzionalità – ci sembra davvero scandaloso. Gianni Gandola
Newsletter n.3/2010
Le bugie sulle lingue nella (NON) RIFORMA TREMONTI – GELMINI Ho ricevuto da Silvia Minardi l'analisi che giro a tutti i lettori di questa newsletter circa il (falso) potenziamento delle lingue straniere nell‘ambito della nuova riforma Gelmini. Dalla lettura emergono numeri ed ore che in realtà ―cozzano‖ con la propaganda fatta dalla tivvù di Stato e da quella a servizio del "padrone". Il Consiglio dei Ministri ha approvato in data 4 febbraio 2010 la (non) riforma delle scuole superiori che prende avvio dal prossimo anno scolastico. Nei mesi scorsi, quando la rete ci consegnava versioni anche molto diverse tra loro sulle ipotesi di riforma, Lend (lingua e nuova didattica) aveva messo in evidenza l‘azione di propaganda del ministro che non solo elimina dal curricolo obbligatorio l‘insegnamento della seconda lingua straniera, ma indebolisce anche l‘insegnamento della lingua inglese. Ieri, però, dalla propaganda sulle lingue nelle ipotesi di riforma siamo passati alle bugie. Infatti con l‘approvazione della riforma si parla – anche su molti organi di stampa – di un potenziamento dell‘insegnamento delle lingue straniere nella riforma delle superiori. Così non è. Nei sei licei previsti dalla riforma resta una sola lingua straniera (―Lingua e Cultura Straniera‖) nel curricolo obbligatorio. Non si parla di Lingua Inglese, è vero, ma quante scuole sceglieranno una lingua straniera diversa dall‘inglese? Solo al Liceo Linguistico una seconda e una terza lingua straniere vengono insegnate per cinque anni, mentre nel Liceo delle Scienze Umane la seconda lingua straniera è presente nella opzione ―economico-sociale‖ per tre ore alla settimana per cinque anni. In nessun altro liceo è prevista la seconda lingua straniera. Per quanto riguarda il Liceo Scientifico tradizionale prima che la scure della (non) riforma Tremonti – Gelmini si abbattesse sulla secondaria di II grado, l‘inglese era presente nel curricolo per cinque anni con un quadro orario che prevedeva 3 ore alla settimana al primo, al terzo e al quarto anno e 4 ore settimanali al secondo e al quinto anno. Con la (non) riforma Tremonti – Gelmini gli alunni del Liceo Scientifico avranno tre ore di lingua inglese per cinque
Newsletter 3/2010
anni ovvero studieranno meno inglese. Restano i docenti madrelingua solo nel Liceo Linguistico, ma non viene più garantita la compresenza con il docente. Occorre risparmiare – è la filosofia di fondo della (non) riforma Tremonti-Gelmini. Molti commenti insistono sulla validità della proposta CLIL, ovvero ― l‘insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell‘area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell‘area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse
annualmente assegnato‖ – è quanto recita il nota bene scritto in calce ai quadri orari approvati in Consiglio dei Ministri. Ma anche su questo punto non prendiamoci in giro: non è possibile utilizzare questa formula per parlare di potenziamento delle lingue straniere nella scuola superiore italiana. Innanzi tutto, perché il CLIL verrà introdotto in una scuola dove gli studenti avranno studiato per tredici anni solo la lingua inglese. Come possiamo credere che essi possano studiare, ad esempio, storia in tedesco quando per cinque anni hanno studiato solo inglese? E ancora chi sono i docenti CLIL? Tutti i documenti dicono chiaramente che l‘insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera sarà affidato ad un docente di disciplina. Un‘opzione che potrebbe anche essere ottimale se non fosse per il fatto che non ci sono, nel nostro Paese, molti docenti di discipline non linguistiche con le competenze linguistiche necessarie per insegnare la loro materia in lingua straniera. Forse ci si affiderà al solito piano di formazione (sicuramente online perché anche questo serve a risparmiare) con il quale preparare almeno 20 mila docenti di discipline non linguistiche per l‘insegnamento CLIL nella scuola superiore italiana. È questo che vogliamo chiamare ―potenziamento delle lingue straniere‖? Negli Istituti Tecnici si prevede la Lingua Inglese per cinque anni nel curricolo obbligatorio per 99 ore all‘anno (ovvero tre ore alla settimana). La seconda lingua è prevista nell‘indirizzo Amministrazione, Finanza e
Lodi, 24 febbraio 2010
Marketing e nell‘Indirizzo Turismo dove è prevista anche una terza lingua nel triennio. Per quanto riguarda gli Istituti Professionali la seconda lingua è prevista solo nell‘indirizzo Servizi Socio-Sanitari, Enogastromia e Ospitalità alberghiera e nell‘indirizzo Servizi commerciali. Quindi, anche negli Istituti Tecnici e Professionali l‘insegnamento delle lingue straniere nel curricolo obbligatorio risulta estremamente ridotto e poco ci consola la nota che troviamo in calce ai quadri orari degli Istituti tecnici che dice che le scuole ―possono prevedere, nel piano dell‘offerta formativa, attività e insegnamenti facoltativi di ulte-
riori lingue straniere nei limiti del contingente di organico loro assegnato ovvero con l‘utilizzo di risorse comunque disponibili per il potenziamento dell‘offerta formativa.‖ Ma la (non) riforma Tremonti- Gelmini è stata fatta per ridurre le risorse. Quindi, con quali risorse sarà possibile inserire l‘insegnamento di una seconda lingua nel curricolo? Tutto questo accade nel nostro Paese in aperta violazione con quanto previsto dall‘Europa. La risoluzione del Parlamento Europeo del 24 marzo 2009 – solo per citare uno dei documenti più recenti – dal titolo ―Il multilinguismo: una risorsa per l‘Europa e un impegno comune‖ raccomanda, tra le altre cose, ―agli Stati membri di includere nei programmi scolastici lo studio facoltativo di una terza lingua straniera a partire dal livello della scuola secondaria‖. Nella scuola italiana scompare la seconda lingua straniera. Nella scuola italiana non si rispetta il diritto al plurilinguismo. Nella scuola italiana con la (non) riforma Tremonti – Gelmini ci allontaniamo definitivamente dall‘Europa e rendiamo i nostri giovani più deboli. Ma forse è proprio questo l‘unico scopo perseguibile da un piano di risparmi e di tagli generalizzati. Fonte: Lend http://www.lend.it/ Silvia Minardi
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Difficoltà di apprendimento e dislessia
di Monica Pratelli
http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=dislessia01.html
Un numero considerevole di alunni della scuola di base presenta problemi di apprendimento che incidono in modo rilevante sul rendimento nelle varie discipline, causando spesso un vero e proprio disadattamento scolastico. Numerosi studi e ricerche effettuati nel corso di questi ultimi anni hanno infatti posto in evidenza che oltre il 20% della popolazione scolastica presenta rallentamenti nei processi di apprendimento che richiedono interventi individualizzati. Le cause possono essere così sintetizzate: - Difficoltà percettivo-motorie e metafonologiche, dalle quali possono derivare, disturbi specifici di apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia). - Difficoltà di attenzione, di concentrazione, di memorizzazione, che danno origine a discontinuità nelle prestazioni, a scarso mantenimento delle acquisizioni, ad esecuzioni incomplete del compito. - Ritardo cognitivo, che provoca lentezza nei processi, esecuzione di prodotti insoddisfacenti, difficoltà nel trasferire e riutilizzare conoscenze apprese, livelli di capacità notevolmente inferiori rispetto alla classe frequentata. - Difficoltà di linguaggio, che interferiscono negli aspetti di comprensione-produzione sia orale che scritta. - Problemi relativi alla sfera affettiva e comunicazionale, dai quali possono derivare scarsi livelli di autostima, atteggiamenti e comportamenti inadeguati, senso di inadeguatezza di fronte alle richieste scolastiche, demotivazione ad apprendere. Le difficoltà generiche dell'apprendimento sono solitamente dovute a un ritardo maturazionale, a una scarso bagaglio di esperienze, a scarso investimento motivazionale e, non di rado, a una serie di errori di tipo pedagogico che i docenti compiono sia nelle prime proposte didattiche relative all'approccio alla lingua scritta che, successivamente, negli itinerari di recupero conseguenti all'accertamento delle difficoltà stesse. Spesso tali interventi hanno infatti scarsa specificità, si limitano ad un aumento di esercizi e si basano quasi esclusivamente su una richiesta di memo-
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rizzazione di regole, ma, il più delle volte, dopo un iniziale momento di maggiore rendimento, l'insegnante si trova di fronte a regressioni e a ricadute. I disturbi specifici sono invece strettamente legati a deficit di natura percettiva o linguistica, che non sono stati individuati precocemente; tali disturbi sono la disgrafia, la disortografia, la dislessia e la discalculia. Le lacune che stanno alla base delle difficoltà di seguito descritte riguardano le abilità percettivo-motorie e di linguaggio e solo un recupero specifico , da effettuarsi in stretta collaborazione con la scuola e con la famiglia, può assicurare risultati soddisfacenti. I disturbi specifici di apprendimento
Il bambino dislessico, prima del suo ingresso nella scuola elementare, ha solitamente condotto esperienze soddisfacenti all'interno della scuola dell'infanzia; è stato un bambino vivace, curioso, creativo che, in alcuni casi può avere manifestato lacune nel linguaggio orale, in altri lacune nelle componenti percettivo motorie. Queste difficoltà non sempre però vengono accertate, proprio perché mascherate dall'esuberanza, dall'estro e dall'inventiva. Ad una attenta osservazione non sfuggirebbero però dati significativi che favorirebbero un intervento precoce finalizzato alla riduzione delle lacune individuate. Ciò che caratterizza il bambino con disturbo specifico di apprendimento è la presenza di un impaccio considerevole nello svolgimento di tutte quelle attività che richiedono un'integrazione di più competenze di base; è proprio l'intreccio di capacità diverse che mette a dura prova il soggetto nel suo processo di apprendimento scolastico. Queste difficoltà riguardano infatti il difficile uso delle seguenti competenze: - Coordinazione oculo - manuale - Integrazione visivo - uditiva - Integrazione percettivo - motoria - Integrazione spazio - temporale - Memorizzazione visivo - uditiva - Memorizzazione visiva sequenziale - Memorizzazione uditiva sequenziale - Competenze meta - fonologiche - Simbolizzazione grafica sequenziale - Decodifica visiva sequenziale Come possiamo osservare, ciascuna competenza elencata è caratterizzata da una duplice definizione, poiché la difficoltà più evidente e più marcata, che, talvolta può condurre a un vero e proprio impedimento, sta proprio nel "mettere insieme" capacità diverse, nell'utilizzare contemporaneamente più elementi
Lodi, 24 febbraio 2010
conoscitivi. La vera difficoltà del bambino con disturbo di apprendimento non sta tanto, ad esempio, nel non riuscire a discriminare visivamente forme (dati percettivo-visivi) o nel non discriminare suoni e rumori (dati percettivi uditivi), ma principalmente portare processo di integrazione tra gli stessi (nell'associare, ad esempio, un suono (fonema) ad una forma (grafema). Sia l' osservazione precoce all'interno della scuola dell'infanzia che l'osservazione diagnostica successiva, dovranno quindi tendere all'individuazione di queste lacune di base. I disturbi di apprendimento: elementi descrittivi Quali sono le caratteristiche prevalenti dei disturbi di apprendimento? Ecco di seguito una loro descrizione sintetica che pone in evidenza gli essenziali elementi di riconoscimento e le abilità di base principalmente compromesse. La disgrafia La disgrafia è una difficoltà di scrittura che riguarda la riproduzione dei segni alfabetici e numerici. Vediamo nei dettagli come si manifesta e quali sono i principali elementi di riconoscimento di questo disturbo. La disortografia La disortografia è la difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici; essa si presenta con errori sistematici che possono essere così distinti: - confusione tra fonemi simili - Confusione tra grafemi simili - Omissioni >- Inversioni La disortografia è, quindi, la difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici. La discalculia La discalculia è una difficoltà specifica nell'apprendimento del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell'associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche. La dislessia La dislessia è un disturbo specifico dell'apprendimento della lettura. IL soggetto dislessico presenta una particolare difficoltà a riconoscere e discriminare i segni alfabetici contenuti nelle parole, ad analizzarli in sequenza e a orientarsi sul rigo da leggere.
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Newsletter n.3/2010
Difficoltà di apprendimento e dislessia
Monica Pratelli
Salti di parole e salti da un rigo all'altro
Segue da pagina 10 Primo piano sulla dislessia Vediamo ora nei dettagli come si manifesta la dislessia e quali sono le caratteristiche relative alla decodifica della parola o del testo scritto.
Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio Il soggetto mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma diversamente orientati. Egli, ad esempio, confonde la "p" e la "b"; la "d" e la "q"; la "u" e la "n"; la "a" e la "e"; la "b" e la "d"... Nel nostro alfabeto molte sono le coppie di fonemi che differiscono rispetto al loro orientamento nello spazio, per cui le incertezze e le difficoltà di discriminazione possono rappresentare un vero e proprio impedimento alla lettura.
Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze. Egli, ad esempio può confondere la "m" con la "n"; la "c" con la "e"; la "f" con la "t"...
Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi sonori Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con somiglianze percettivo - uditive. L'alfabeto è composto di due gruppi di fonemi: i fonemi sordi e i fonemi sonori che, tra loro risultano somiglianti, per cui, anche in questo caso l'incertezza percettiva può rappresentare un vero e proprio ostacolo alla lettura. Le coppie di fonemi simili sono le seguenti: F-V; T-D; P-B; C-G; L-R; M-N; S-Z
Difficoltà di decodifica sequenziale Leggere richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra - destra e dall'alto in basso; tale processo appare complesso per tutti gli individui nelle fasi iniziali di apprendimento della lettura, ma, con l'affinarsi della tecnica e con l'uso della componente intuitiva la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire. Nel soggetto dislessico ci troviamo di fronte, invece a un vero e proprio ostacolo nella decodifica sequenziale, per cui si manifestano con elevata frequenza gli errori di seguito descritti.
Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad andare a capo, per cui sono frequenti anche "salti" di intere parole o di intere righe di lettura.
Inversioni di sillabe Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari di decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere "li" al posto di "il"; "la" al posto di "al", "ni" al posto di "in"...) e della parola (può leggere, ad esempio, "talovo" al posto di "tavolo"...).
sera...)
Aggiunte e ripetizioni
- Difficoltà a sapere più o meno che ore sono.
La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra - destra può dare origine anche ad errori di decodifica caratterizzati dall'aggiunta di un grafema o di una sillaba (ad esempio "tavovolo" al posto di "tavolo"...).
- Difficoltà ad orientarsi nelle routines quotidiane
Prevalenza della componente intuitiva
- Difficoltà ad orientarsi nell'orario scolastico (successione delle materie, organizzazione dei compiti...)
Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura, privilegia, indubbiamente l'uso del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica; l'intuizione della parola scritta rappresenta un valido strumento, ma, al tempo stesso, è fonte di errori. Non di rado, infatti, il soggetto esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba e procede "inventando l'altra parte. La parola contenuta nel testo viene così ad essere spesso trasformata in un'altra di significato affine o completamente diverso.
Il soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica di consonanti (ad esempio può leggere "fote" anzichè "fonte; oppure "capo" anzichè "campo"...) oppure di vocali (può leggere, ad esmpio, "fume" anzichè "fiume; "puma" anzichè piuma" ...) e, spesso, anche di sillabe (può leggere "talo" anzichè "tavolo"; "paro" anzichè "papavero")
- Difficoltà nell'esecuzione autonoma delle attività quotidiane (vestirsi, lavarsi, riordinare i propri materiali, prepararsi lo zaino...)
- Difficoltà ad orientarsi nel tempo prossimale (ieri, oggi, domani...) - Difficoltà a leggere l'orologio - Difficoltà a memorizzare i giorni della settimana - Difficoltà ad orientarsi nei giorni della settimana (che giorno è oggi... che giorno era ieri... che giorno sarà domani...). - Difficoltà a memorizzare i mesi dell'anno e ad orientarsi rispetto alle festività
Possibili ripercussioni sulla scrittura
Dislessia e difficoltà semplici della lettura
Difficoltà Difficoltà Difficoltà Difficoltà
La dislessia si riconosce per la presenza di tutte le caratteristiche, più o meno prevalenti, sopra descritte, che impediscono o ostacolano fortemente il processo di decodifica. Le difficoltà semplici di lettura si riconoscono per la presenza di uno o di alcuni degli elementi di riconoscimento sopra descritti, ma gli ostacoli alla conquista di adeguate tecniche di lettura risultano superabili attraverso l'esercizio graduato, la proposta di attività coinvolgenti e stimolanti, la solletitazione delle curiosità del soggetto, lo sviluppo di capacità di base talvolta non adeguatamente interiorizzate all'ingresso della scuola elementare. Le difficoltà semplici di lettura sono dovute, quasi sempre, a un ritardo maturazionale, a lievi difficoltà percettivo-motorie, a un inadeguato bagaglio di esperienze, a scarso investimento motivazionale, ma anche ad errori didattico-pedagogici che i docenti compiono sia nelle prime proposte didattiche relative all'approccio alla lingua scritta che, successivamente, negli itinerari di recupero conseguenti all'accertamento delle difficoltà stesse.
di copia dalla lavagna di organizzazione spaziale sul foglio grafo - motorie ortografiche
Possibili ripercussioni sull'apprendimento logicomatematico Difficoltà nella decodifica dei simboli numerici Confusione di simboli numerici simili Inversione di cifre Difficoltà di decodifica del testo del problema Difficoltà a gestire la sequenzialità nelle operazioni matematiche Difficoltà ad organizzare lo spazio grafico Difficoltà a memorizzare le tabelline
Possibili ripercussioni sull'autonomia personale
Omissione di grafemi e di sillabe
Newsletter 3/2010
(parte seconda) di
Come spesso accade nei soggetti con disturbo specifico di apprendimento, anche nei dislessici si possono rilevare incertezze in alcune attività legate all'autonomia personale; le difficoltà più frequenti sono le seguenti: - Difficoltà ad orientarsi nel tempo quotidiano: essere puntuali, saper aspettare il momento giusto, sapere con precisione che momento della giornata stiamo vivendo (mattino, pomeriggio,
Lodi, 24 febbraio 2010
[Monica Pratelli, psicologa e psicoterapeuta coordinatrice dei servizi presso l'Istituto psicomedico "Centro Method" di Perignano, Pisa.]
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LA NAZIONALE AVVERSARIA
(http://angolo-ata.blogspot.com/
é un po datata ma sempre attuale… a cura di Carlo Bertani
Di questi tempi, fioriscono sul Web le più disparate proposte sul come comportarsi alle prossime elezioni: si va dall‘astensionismo puro, al non-ritiro della scheda elettorale con richiesta di segnalazione nel verbale, al voto per formazioni che non avranno nessun peso. Tutto ciò (avrò certamente dimenticato altre proposte) è perfettamente comprensibile, poiché il livello di sopportazione degli italiani è oramai traboccato, ma ha poco senso se non riusciamo a comprendere profondamente il livello di commistione interna dell‘attuale classe politica. Si fa presto a dire ―sono tutti d‘accordo‖ perché, se non riuscirete a dimostrarlo, v‘accuseranno sempre di qualunquismo. Partendo da una vicenda sindacal-giudiziaria, che ha coinvolto circa 70.000 italiani, dimostrerò – senza ombra di dubbio – che l‘attuale classe politica è tutta collusa, dall‘estrema destra all‘estrema sinistra. Vedremo, in seguito, contro chi e perché. E li sfido a dimostrare il contrario. La storia parte intorno al 1970, con la legge sull‘ordinamento regionale (che prevedeva l‘abolizione delle Province): come eludere quell‘impegno, che avrebbe significato perdere qualche migliaio di posti per i politici ―trombati‖, i figli di mammasantissima, le mogli in cerca di carriera? Che il Bel Paese se ne freghi del Diritto – quando cozza con gli interessi della Casta – lo sappiamo: la vicenda di Europa7 insegna, ma anche questa storia non ha niente da invidiare. Cercherò d‘essere più conciso possibile – a scapito d‘aspetti secondari – ma, quando s‘affrontano i ―fatti‖, bisogna cercare d‘essere precisi. Per inventare qualche nuovo ―ambito‖ di competenza per le Province, non bastavano certo la caccia e la pesca: ci voleva qualcosa di ―sostanzioso‖. S‘inventarono allora che per alcuni tipi di scuola – tutte le altre, eccettuati i Licei Classici, gli Istituti Tecnici Industriali, Istituti Professionali e Magistrali – il personale non docente (ed una piccola parte di docenti) sarebbe stato alle dipendenze delle Amministrazioni Provinciali. Motivazione? Nessuna, perché non si capisce per quale motivo un Liceo Classico debba avere personale dello Stato ed uno Scientifico della Provincia: una pura e semplice ripartizione per mantenere in vita le Province. Un po‘ ―d‘ossigeno‖, fin quando non fossero state inventate nuove competenze. Per scaldare le sedie di lor signori con i nostri soldi. Mi rendo conto che pochi italiani conosceranno la vicenda ma, fino al 31 Dicembre 1999, le cose stavano così. Nel 1997, viene emanato il cosiddetto ―decreto Bassanini‖, che individuava un futuro ―aziendale‖ anche per settori come la scuola e la sanità: siamo nel momento aureo del governo Prodi, nel quale tutti corrono – garruli e felici – verso un futuro di ―competitività‖ e ―globalizzazione‖. Con il nuovo millennio – complice la ―riforma Bassanini‖ – tale personale deve passare sotto lo Stato, perché non si sono mai viste ―aziende‖ che non abbiano potestà sui loro dipendenti. Riflettiamo che, una simile ―pensata‖ liberista, è stata partorita da un uomo che ha trascorso la vita nelle federazioni con l‘effige di Stalin. La legge, che provvede a questo trasferimento, è la n. 124 del 1999, all‘art. 8, comma 2: 2. Il personale di ruolo…omissis…dipendente dagli enti locali, in servizio nelle istituzioni scolastiche statali alla data di entrata in vigore della presente legge, è trasferito nei ruoli del personale ATA statale ed è inquadrato nelle qualifiche funzionali e nei profili professionali corrispondenti per lo svolgimento dei compiti propri dei predetti profili…omissis…A detto personale vengono riconosciuti ai fini giuridici ed economici l'anzianità maturata presso l'ente locale di provenienza nonché il mantenimento della sede in fase di prima applicazione in presenza della relativa disponibilità del posto. Gli ―omissis‖ non nascondono niente, soltanto un po‘ di ―scrematura‖ per rendere più agevole la lettura: ciascuno di voi potrà leggere facilmente la legge 124/99 cercandola su Google. Per una volta, sembra che sia stata scritta una legge chiara: se hai 10 anni d‘anzianità maturati presso un Comune od una Provincia, avrai lo stesso stipendio di un pari grado nello Stato. Il problema è che gli stipendi dello Stato sono leggermente più alti, e bisogna provvedere alla differenza: chi scrisse la legge lo sapeva, ma preferì fare finta di niente. Nel frattempo, Prodi è caduto, D‘Alema s‘è dedicato al bombardamento di Belgrado ed è divenuto impresentabile per gli elettori di sinistra. Si tira allora fuori dall‘armadio il Dottor Sottile – alias Giuliano Amato – il quale è così ―sottile‖ che riuscirebbe, per turlupinarvi, a passare sotto gli zerbini. Lo ricordano milioni di piccoli risparmiatori, quando – siccome l‘inflazione era al 15%, lo Stato aveva una ―fame‖ di denaro immensa, e di conseguenza i Buoni Postali avevano alti rendimenti – il Dottor Sottile pensò bene di ―rivedere‖ – a posteriori – quei rendimenti. Ovviamente, quando la paura per il bilancio dello Stato era passata. Così, milioni di nonnine che avevano risparmiato 100.000 lirette per il nipotino, si videro gabbare da una legge che interveniva sui rendimenti di un contratto di natura privata, passare la palla all‘ala, ossia ai sempre fedeli
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sindacati confederali & affini. Siamo nel Luglio del 2000 – governa ancora il centro sinistra – e, mentre il solleone brucia strade e spiagge, si riuniscono i soliti ―carbonari‖: funzionari ministeriali, ARAN e Sindacati. Ripeteranno l‘identico copione per l‘accordo del 23 Luglio 2007, sulle pensioni e sul welfare.
ma il cui procedimento di fronte alla Corte di Cassazione è ancora pendente, vedrebbero così negata ogni loro prospettiva con una perdita salariale annua stimabile in alcune migliaia di euro. Impegna il Governo: a ripristinare il diritto al riconoscimento del servizio stabilito da ripetute sentenze della Cassazione ed adottare immediatamente i
Nasce il primo pateracchio: l‘anzianità non viene più riconosciuta, ma ―temporizzata‖. La lingua italiana sa arrampicarsi su trapezi impossibili. Ai suddetti dipendenti viene attribuita la posizione stipendiale, tra quelle indicate nell‘allegata tabella B, d‘importo pari o immediatamente inferiore al trattamento annuo in godimento al 31-12-1999 costituito da stipendio e retribuzione individuale di anzianità nonché, per coloro che ne sono provvisti, dall‘indennità specifica prevista dall‘art. 4, comma 3 del CCNL 16-7-1996 enti locali come modificato dall‘art. 28 del CCNL 1-4-1999 enti locali, dall‘indennità prevista dall‘art.37, comma 4, del CCNL 6-7-1995 e dall’indennità prevista dall‘art.37, comma 1, lettera d) del medesimo CCNL. Ci avete capito qualcosa? Dubito, ma non fa niente. Nella Tabella B, c‘era scritto praticamente che quella gente sarebbe sì passata sotto lo Stato, ma avrebbe continuato a percepire lo stipendi di prima! A questo servono i sindacati! Ovviamente, quando governa il centro sinistra. Arriva Berlusconi e la situazione non cambia: anzi, partono migliaia di ricorsi alla Magistratura del Lavoro, che per la quasi totalità danno ragione ai lavoratori. I Magistrati di primo grado, evidentemente, fra il pateracchio sindacale di Luglio, ed il testo della legge 124/99, ritengono più chiaro il secondo. Così la pensa anche la Corte di Cassazione, che inizia ad emanare le prime sentenze definitive, che danno tutte ragione ai lavoratori. Da notare che moltissime cause vengono promosse dalla stessa CGIL – che ha sostenuto l‘accordo capestro! – che, quindi, ricorre contro se stessa! Ma, ricordiamo, sta governando il centro destra ed ogni sgambetto è lecito. La situazione allarma Berlusconi e Tremonti, i quali s‘affrettano – nella legge finanziaria per il 2006 – ad inserire un comma nel quale forniscono ―l‘interpretazione autentica‖ della legge del 1999! Non potrebbero abolirla – altrimenti quella gente tornerebbe sotto Province e Comuni! – e allora ―s‘interpreta‖. Sei anni dopo. Il comma della Finanziaria è una vera ―perla‖ del Diritto: in pratica, recepisce in pieno la ―temporizzazione‖ firmata dalla CGIL! Aggiunge però una nota ―partenopea‖ – giacché, nel frattempo, alcune sentenze sono diventate definitive ed a vantaggio dei lavoratori – ossia ―E' fatta salva l'esecuzione dei giudicati formatisi alla data di entrata in vigore della presente legge‖. Traduzione: ―Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce ‗o passato, salutamm‘e paisà‖. Chi ce l‘ha fatta, buon per lui: gli altri, corrano. Qualcuno, s‘accorge che questa è una ―porcata‖ al quadrato e firma un ordine del giorno al Senato. Sono i senatori: Acciarini (DS), Soliani (DS), Cortina (Verdi), Manieri (SDI), Betta (Margherita), Franco V. (Ulivo), Modica (DS), Tessitore (Ulivo), Zavoli (DS), D’Andrea (Margherita), Monticane (Margherita), Togni (RC). (Ordine del giorno atto Senato 3613-b). Affermano: Il Senato, considerato che: con un emendamento per la finanziaria 2006 approvato dalla Camera il Governo taglia le retribuzioni dei lavoratori Ata e Itp della scuola provenienti dagli EE.LL., inventandosi una interpretazione ―autentica‖ che stravolge l‘art‘8 della legge 124/99 e mira a disconoscere i diritti dei lavoratori stessi e a cancellare tutti i provvedimenti pendenti; La Corte di Cassazione ha ripetutamente riconosciuto il diritto ad una giusta retribuzione per il servizio prestato e che in base a sentenze favorevoli dello stesso organo della magistratura centinaia di lavoratori hanno ottenuto uno stipendio corrispondente all‘attività lavorativa prestata; altre decine di migliaia di lavoratori nella stessa situazione giuridica,
Lodi, 24 febbraio 2010
provvedimenti necessari per evitare situazioni di disparità tra lavoratori, vessatorie e profondamente ingiuste. La cosa incredibile è che l‘Ordine del Giorno viene approvato all‘unanimità dal Senato, anche da quelli che avevano appena votato a favore dell‘emendamento-capestro! La coscienza, in qualche modo, bisogna pur lavarsela: d‘altro canto, lo stesso estensore della nuova legge elettorale non avrà remore a definirla una ―porcata‖. Oramai, non fanno altro. Fra l‘altro, le migliaia di procedimenti persi dal Ministero dell‘Istruzione, non sono a ―costo zero‖: l‘ultima sentenza che è stata emanata (2008), prevede il pagamento di 2.000 euro di spese processuali da parte dello Stato! Insomma, si spende per le sole spese processuali probabilmente la metà del contenzioso! Il PIL, però, aumenta. Nell‘antro della CGIL, mentre Berlusconi impera, si studiano le contromisure: bisogna a tutti i costi contribuire alla causa che ha regalato a Cofferati la poltrona di sindaco di Bologna (e, in futuro, altre poltrone per noi). Si prova con la Corte Costituzionale: non sarà mica ritenuto costituzionale un comma che discrimina, fra chi ha completato l‘iter giudiziario e chi invece è ancora in corsa e, soprattutto, che introduce un principio di retroattività del Diritto! Dimenticano d‘esser stati loro stessi, nel 2000, a dare ―inizio alle danze‖ contro i lavoratori. E vai con i Grandi Costituzionalisti! C‘è subito un intoppo. Anzi, più d‘uno. Il primo è gravissimo: nell‘Aprile del 2006 è tornato in sella Romano Prodi. Adesso, che si fa? Si rischia di metterlo nello ―stoppino‖ al ―governo amico‖? C‘è però ―in corsa‖ una riforma della giustizia che abolisce la precedente riforma Castelli – non molto gradita alla magistratura, soprattutto ai piani alti – e forse qualcosa si può fare. Così, la memoria dell‘Avvocatura dello Stato che deve sostenere il comma voluto da Berlusconi (e scritto a suo tempo dalla CGIL!) porta, in calce, la firma di Romano Prodi! Uniti nella lotta. E i signori: Acciarini, Soliani, Cortiana, Manieri, Betta, Franco V., Modica, Tessitore, Zavoli, D‘Andrea, Monticone, Togni, che s‘erano così generosamente e coraggiosamente impegnati? Dov‘erano? E il Senato che aveva approvato all‘unanimità? Ah, saperlo… La Corte Costituzionale – non sappiamo se per ringraziare l‘allora Guardasigilli Mastella – s‘inventa una mostruosità tale per cui tutto può essere retroattivo, e le normative europee in materia di lavoro non vanno interpretate così come sono. Eh no, siamo nel Bel Paese. Soltanto quando comoda: Europa7 insegna.
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Newsletter n.3/2010
La nazionale avversaria
(parte seconda)
é un po datata ma sempre attuale… a cura di Carlo Bertani
Ma, di là di questa vicenda, avete notato qualche contrapposizione per argomenti che stanno a cuore agli italiani – la vicenda dei truffati Parmalat, dei bond argentini, la benzina che non fa che salire e nessuno fa nulla, la scuola che va a catafascio, la malasanità, ecc – oppure le contrapposizioni si limitano alla gestione dei ruoli? Tu giocavi con quello! No, non è vero: gli ho passato una sola volta la palla ma per sbaglio! No, vi ho visti mangiare il gelato insieme! Questo è il livello.
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Vi prego, il giorno delle elezioni risparmiatevi almeno il sangue gramo, perché la Nazionale italiana dei Politici è coesa e gioca con una strategia ben oliata e funzionale. Giocano con un modulo vecchio – il cosiddetto WM – perché, se scatta un fuorigioco, emanano immediatamente un Decreto Legge che lo annulla. Anche retroattivamente. Dalle ultime anticipazioni, che siamo riusciti ad avere dai vari ritiri, pare che la formazione sarà questa: Portiere: Guglielmo Epifani. E‘ collaudato difensore per qualsiasi situazione rischiosa, anche quando si lotta per anni contro il precariato e poi, per ordini superiori di poltrone & affini, bisogna rimangiarsi tutto. Affidabile al 100%, para i rigori e, se per caso una palla va in rete, s‘appella subito alla concertazione, all‘unità sindacale e fa annullare tutto. Terzino destro: Raffaele Bonanni. Difensore arcigno, di vecchio stampo, capace di ―mordere i garretti‖ anche all‘attaccante più scaltro. Le voci che circolano sul suo conto, ossia che avesse a che fare con il malaffare del calcio-scommesse, sono ovviamente infondate. E‘ soprannominato ―Don Raffaé‖. Terzino sinistro: Luigi Angeletti. Uomo più di spinta che di copertura. Si lancia spesso in avanti sulla fascia, corre e porta acqua a tutti i mulini, senza distinzione, dai no-global a Confindustria. Lascia un po‘ a desiderare sulla continuità: pare, a volte, che giunto a metà campo abbia già esaurito il fiato. Purtroppo, non sono più i tempi del ―cinese‖.
La Corte di Cassazione si deve adeguare: pur tuttavia, qualche coraggioso magistrato continua ancora oggi a considerare un mostro il pronunciamento della Corte Costituzionale, ed a dare ragione ai lavoratori! Temo per loro: il collaudato metodo ―Forleo-De Magistris‖ incombe. I COBAS giungono a definire la vicenda una storia di ―mobbing di Stato‖, e non sono lontani dalla realtà. Dopo le ―adunate oceaniche‖ – oggi – la CGIL chiede umilmente al ministro Fioroni almeno la ―rateizzazione‖ del ―maltolto‖, ossia dei soldi che i lavoratori avevano ricevuto dopo le sentenze di primo e/o secondo grado! Il grande sindacato italiano – quello che ci ha regalato un anno in più di lavoro rispetto alla riforma Maroni, ed ha sancito la liceità di tutti i contratti a termine che taglieggiano i giovani – si prostra di fronte a Sua Eminenza il Fiorone, il peggior Ministro dell‘Istruzione che abbia occupato la poltrona di viale Trastevere dai tempi della Jervolino. Avessero, almeno, un po‘ di dignità: quella dignità che i lavoratori hanno, e che i sindacalisti venduti calpestano. Dopo questa illuminante storiella, chi vorreste votare? StoracBerluscon-Veltron-Casin-Bertinotti? Questa vicenda non viene da Marte: i nostri grandi ―costituzionalisti‖ sono riusciti a concepire un tale mostro giuridico, grazie al quale ci saranno tre diversi tipi di bidelli con medesima anzianità. Uno, proviene dagli Enti Locali ed è riuscito a rientrare nell‘emendamento ―partenopeo‖ – sentenza passata in giudicato, scurdammoce o‘ passat‘e – mentre un secondo è da sempre dipendente statale e non rientra nel problema. Un terzo, che spazza 1/3 del corridoio come gli altri, prende meno soldi perché è intervenuta dapprima la CGIL nel 2000, che poi ha passato la palla a Berlusconi nel 2005: infine, l‘assist finale di Prodi ed il goal. Questa è l‘interpretazione ―autentica‖ dei nostri costituzionalisti, i quali non riescono nemmeno più a considerare l‘elementare principio d‘eguaglianza di fronte alla legge. Questa vicenda dimostra inequivocabilmente che c‘è stata commistione e, anzi, addirittura collaborazione contro un diritto elementare dei lavoratori. Mica un‘iperbole del diritto: semplicemente, riconoscere che due persone che svolgono la stessa mansione, nella stessa struttura, con identici compiti ed uguale anzianità percepiscono la stessa retribuzione.
Newsletter 3/2010
Mediano destro: Piero Fassino. Noto per la sua interpretazione, insieme a Luciano Ligabue, della versione ―live‖ del noto brano ―Una vita da mediano‖. Difficile dire oggi fin quando riuscirà a tessere abilmente le trame di centrocampo: in particolare, senza perdere mezza squadra ogni volta che avanza. Centromediano: Pierferdinando Casini. Giocatore eclettico, dalle mille risorse. Capace di difendere i valori cattolici della famiglia, anche se più d‘una, come la sua. Per il futuro spera di continuare a rivestire il ruolo di cerniera di centrocampo, nel quale eccelle, soprattutto dopo che Clemente Mastella – suo outsider – ha appeso le scarpette al chiodo. Mediano sinistro: Roberto Maroni. Dopo il grave infortunio che ha chiuso la carriera di Umberto Bossi, il ruolo d‘inventare qualcosa di nuovo al centrocampo gli è giunto per censo. Abile nello scompaginare le difese avversarie con improbabili secessioni: in fin dei conti, è stato preferito al coriaceo Calderoli per la maggior affidabilità, ossia la disponibilità a votare qualsiasi ―porcata‖ gli chiedano. Senza, però, urlarlo dopo ai quattro venti. Ala destra: Giulio Tremonti. E‘ la grande speranza del calcio italiano, inutile nasconderlo. Capace di tuonare contro Bruxelles e la Cina, d‘imbonire i grandi banchieri e di scrivere libri da no-global. Un eclettismo indomabile: performance da grande campione, inutile nasconderlo. Pecca, purtroppo, sulla continuità, laddove – in passato – fu colto da ―saudade‖ e dovette essere sostituito a metà gara. Un‘incognita da non sottovalutare.
di voler sempre ―correre da solo‖, una caratteristica che mal si sposa con la necessità del gioco di squadra. Speriamo che la lunga esperienza maturata nella Stella Rossa, nella Dinamo e nel Partizan gli sia d‘aiuto, anche se oggi pare guardare con più attenzione ai Chicago Rangers. Ala sinistra: Fini/D‘Alema. Questo ruolo è il vero cruccio del coach – Giulio Andreotti – poiché i due sono molto simili, ma dotati di forte carattere e decisi a non lasciarsi soffiare il posto. Entrambi, affermano d‘avere idee chiarissime, addirittura ―da quando sono N.A.T.O.‖. Il loro affiatamento con il bomber Berlusconi è fuor di discussione – anni di gioco di squadra lo confermano – ma le troppo spiccate doti caratteriali e l‘ambizione sfrenata potrebbero giocare loro brutti scherzi. Si prospetta l‘eterna staffetta ―Rivera-Mazzola‖. Veniamo alle riserve. Svanita la convocazione di Rutelli – il centrocampista ha dichiarato di ―voler concludere la carriera nella Roma‖ – i ruoli di centrocampo sono forse i più difficili da coprire. Ma partiamo con ordine: Portiere: Renata Polverini è il naturale successore di Epifani. Partita come ala destra, si è scoperta estremo difensore. Eclettismo del calcio. Difesa: a parte alcuni vecchi ―senatori‖ della difesa – Bindi, Turco, Bertinotti, Matteoli – si fanno i nomi di Cicchitto e di Alemanno. Il primo, purtroppo, ebbe problemi con il ―calcio scommesse‖ e la Procura Milanese, ed anche la sua lunga militanza nel Castiglion Fibocchi suscita qualche perplessità. Sul secondo s‘appuntano più speranze, anche se un po‘ ―leggero‖, privo del necessario ―physique du rôle‖. Centrocampo: è il reparto dove più scarseggiano gli eventuali sostituti. Abbandonata l‘ipotesi Calderoli – troppe ―porcate‖ e cartellini rossi – l‘unica alternativa sembra essere Rocco Bottiglione, che però prende ordini solo dal cappellano della squadra. Come cursore sembra che stia salendo la quotazione di Mussi ma, a parte correre, sembra che non sappia fare altro. Attacco: nel ruolo di ―bomber‖ si fa largo il nome di Fiamma Nirenstein, che ha avuto una lunga militanza nel Maccabi, ma proprio questa sua abitudine di voler sempre e solo attaccare lascia qualche perplessità. Nel gioco europeo, un attaccante deve a volte saper rientrare: anche alcune ―frizioni‖ interne, con un massaggiatore – un tal Ciarrapico – destano qualche preoccupazione. Michela Vittoria Brambilla ha invece rifiutato il ruolo, vista l‘impossibilità di giocare con le calze autoreggenti. In alternativa, è sempre pronto Diliberto, abile nella corsa e nel palleggio ma poco abituato ad inquadrare la porta: non segna dal 1972. Come potrete notare, la squadra è ben disposta in campo: manca, purtroppo, la squadra avversaria. Siamo noi i destinatari di tanto clamore, sotto la duplice veste di pubblico plaudente e destinatario di tutte le loro nequizie. Sono disposti a fare i circenses a vita, basta che il pane sia razionato per noi ed abbondante per loro. Tutto l‘apparato gioca sempre e soltanto contro i nostri interessi, fin quando non saremo in grado di mettere in campo anche noi una squadra: qualcosa di reale, non proclami e fumo negli occhi. C‘è, allora, da scompigliarsi i capelli per il 13 Aprile? Io non so ancora cosa farò: dipenderà anche dal tempo e dalle possibili alternative, mare o qualche gita. Se troverò il tempo e la voglia d‘andare al seggio, ricorderò un famoso italiano che – decenni or sono – fu grande interprete dei tanti Pasquini che da sempre sbeffeggiano il potere. Credo che lo voterò: Vota Antonio!
Mezzala destra: Letta, Gianni ed Enrico. Purtroppo, le inique regole del calcio non consentono di farli giocare insieme, poiché i due non sono in antagonismo, bensì sono la naturale continuità l‘uno dell‘altro. Come Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane. Nell‘attesa che si riescano finalmente a riformare gli ingiusti regolamenti UEFA – e l‘Italia possa finalmente dimostrare d‘aver buon diritto, a differenza d‘altri, a giocare in 12 – sarà praticamente una staffetta. Questo è uno dei ruoli che non riserverà sorprese, per continuità ed affidabilità. Centravanti: Silvio Berlusconi. Il vecchio bomber è una delle certezze di questa Nazionale. Sicuro ed esperto, il vecchio ―puntero‖ può preoccupare soltanto per le sue condizioni fisiche, che durante alcuni passati match non sono sembrate ottimali. Ha promesso che, all‘esordio in campionato, sfoggerà una capigliatura alla George Best. Mezzala sinistra: Walter Veltroni. La scelta del ―leggero‖ Veltroni per sostenere le punte è stata obbligata, giacché il grande regista della Nazionale – Romano Prodi – ha deciso di chiudere con il calcio. Abile nel dribblare anche le evidenze più acclarate, ha come difetto quello
Lodi, 24 febbraio 2010
di Carlo Bertani
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Il responsabile del Gruppo Tematico Paolo Latella sarà disponibile c/o la sede dell'Italia dei Valori di via G. Strepponi 20 a Lodi il giovedì dalle 16 alle 18 E’ possibile contattare il Gruppo Tematico telefonicamente:
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di febbraio 2010
Martedì 23 febbraio 2010
Martedì 16 febbraio 2010
ItaliaOggi - Pensioni, il guaio della Gelmini
Tuttoscuola - Le riduzioni di organico continueranno per altri anni ancora
ItaliaOggi - E il ministero studia la via di fuga: nel mirino i 40 anni Lunedì 22 febbraio 2010 Riforma - Sunto della riduzione dei posti di docenza entro l'a.s. 2011/2012 Coordinamento Nazionale - COMUNICATO del Coordinamento Nazionale per il MIUR e le OOSS Tuttoscuola - Riforma - Ora comincia il difficile Tuttoscuola - Riforma - Resta la qualifica per i professionali Tuttoscuola - Riforma - Stato-Regioni, la questione delle confluenze Domenica 21 febbraio 2010 Coordinamento Nazionale - COMUNICATO del Coordinamento Nazionale Docenti di Laboratorio Giovedì 18 febbraio 2010 Tecnica della scuola -Iscrizioni alle scuole superiori a.s. 2010/2011 - - CM 17 del 18_2_10
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Venerdì 12 febbraio 2010 FLC cgil - Regolamenti della scuola superiore. Meno laboratori e meno compresenze