Newsletter 4/2010 Lodi, 6 aprile 2010 Resp: prof. Paolo Latella email: lodi.scuolaidv@gmail.com
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Lodi, 6 aprile 2010
Newsletter n.4/2010
Un pugno nello stomaco agli eroi della Resistenza
Responsabile prof. Paolo Latella cell. 3386389450
i libri di scuola non ne parlano più!
Sommario: Un pugno nello stomaco agli eroi della Resistenza
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La Gelmini cancella la Resistenza italiana dai libri di Storia
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Scuola, riforma anti-immigrati
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La canzone BELLA CIAO patrimonio della Resistenza
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gli Istituti professionali non rilasceranno più qualifiche
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Noi docenti siamo brutti, ignoranti... e farabutti!!!
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E brava la Gelmini! Non sai nulla sul Nucleare? 3 (tre) !
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Graziella «tuttofare» con il decreto è una maestra da 600 euro al mese
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Nel 2001 la Gelmini doveva essere molto impegnata...
Che ci avviassimo, con l'era berlusconiana, verso una nuova forma di fascismo e verso un regime di uomini d'affari è un fatto arcinoto e non è il caso di sprecare ulteriori parole ma c'è da indignarsi al pensiero di voler cancellare dalla mente degli italiani una pagina importante della storia del Nostro Paese. Pezzi importanti della Nostra Costituzione Repubblicana vengono smantellati tra l'indifferenza delle coscienze : gli attacchi alla Magistratura, all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori sono
solo alcuni degli esempi più eclatanti di tale perfido disegno. Adesso si sta continuando con l'istruzione, un altro baluardo della Carta Costituzionale perchè si cerca di scoraggiare se non sopprimere l'intelligenza e la voglia di conoscenza dei giovani. Dapprima si tenta di far passare per una riforma il preoccupante pacchetto di tagli al mondo della scuola, adesso si pensa di eliminare un passato che è costato sacrifici umani che hanno permesso la liberazione
dell'Italia dal fascismo e l'avvio di un processo di democrazia. E' una vergogna che non deve passare ! Non ci sono scuse che tengano. La verità è che si vuol portare l'Italia indietro nel tempo, contribuire ulteriormente al degrado sociale e culturale. Tutte le energie sane e democratiche devono ribellarsi a questa infamia! Mobilitiamoci e protestiamo vivamente in tutte le forme ed in tutte le sedi. Fonte: Blog di Roberta Lerici
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Prime proteste contro la “riforma” Gelmini nelle scuole di Roma
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Gilda: Valutazioni intermedie e finali: nessun vuoto normativo
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Avete le palle voi insegnanti?
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La scuola va a rotoli
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Sciopero degli scrutini
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Mozione, contro la riforma Gelmini, approvata dal Collegio dei Docenti
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Scuole in bancarotta e "le bacchettate" ai presidi
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Le famiglie non pagavano la retta, negata la mensa
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i nostri figli sono autistici ma non ci arrendiamo
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le classi di concorso “atipiche” antisoprannumerari
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Confermata la riduzione di 25.600 posti
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A scuola da Jafar
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Aprea: "Entro settembre cambiamo...
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Passaggi ai profili superiori del personale ATA
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Iscrizioni gruppo su Facebook ITP
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Dove siamo
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La Gelmini cancella la Resistenza italiana dai libri di Storia Semplicemente non c'è. Nei nuovi programmi di storia che si studieranno dal prossimo anno nei licei non si parla di Resistenza. Così come antifascismo e Liberazione non sono neanche citati. Il buco è al quinto anno, dedicato allo studio dell'epoca contemporanea, dall'analisi delle premesse della I guerra mondiale fino ai nostri giorni. La nuova articolazione, spiegano dal dicastero di viale Trastevere, è stata dettata dalla necessità di evitare che succedesse, come spesso è successo, che non si arrivasse neanche a fare la II guerra mondiale.
Troppo poco, ecco perché la commissione per la storia, presieduta da Sergio Belardinelli, ha deciso di assegnare un intero anno di studi al Novecento. Nella formulazione dei temi fondamentali, le indicazioni nazionali precisano che «non potranno essere tralasciati i seguenti nuclei tematici»: l'inizio della società di massa...«il nazismo, la shoah e gli altri genocidi del XX secolo, la seconda guerra mondiale, la guerra fredda (il confronto ideologico tra democrazia e comunismo), l'aspirazione alla costruzione di un sistema mondiale pacifico (l'Onu), la formazione e le tappe dell'Italia repubblicana». Si passa poi alla formazione dell'Unione europea e agli Usa, «potenza egemone, tra keynesismo e neoliberismo», senza tralasciare «il rapporto tra intellettuali e potere politico», da affrontare in modo interdisciplinare. A differenza dei vecchi programmi, parole come antifascismo, Resistenza, Liberazione sono sparite. «Nessuna operazione di rimozione», dice a ItaliaOggi Max Bruschi, consigliere del ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, e presidente della cabina di regia sulle indicazioni nazionali dei licei. «I programmi hanno individuato alcuni nuclei fondamentali lasciando grande libertà alle scuole, ai docenti. Quando parliamo di seconda guerra mondiale e della costruzione dell'Italia repubblicana per noi è evidente che è inclusa la Resistenza». Eppure sulla Shoah, per esempio, si precisa che lo studio deve ricomprendere anche gli altri genocidi, una precisazione che manifesta una sensibilità storica e politica sui cui non si è disposti ad affidarsi all'autonomia Pagina 2
e alla bravura dei docenti. «La Shoah è un unicum, poi ci sono altri genocidi su cui non si può far finta di niente. Ciò non toglie, sull'altro fronte, che la Resistenza è un valore imprescindibile, mai pensato di declassarla». Il punto è che un elenco di fatti significativi di un periodo può facilmente essere accusato di parzialità se non li cita tutti. «Il nostro non è un elenco esaustivo e prescrittivo, abbiamo solo indicato macrotemi», dice Bruschi. Che nega che possa esserci il rischio che la Liberazione finisca per essere liquidata in due righe e la lotta partigiana magari in una nota. «Che esagerazione, non c'è nessun rischio di questo tipo. Ma se il fatto che nei programmi non c'è la parola Resistenza è un problema, allora... possiamo sempre reinserirla», ribatte. I programmi infatti non sono ancora definitivi. Genitori, insegnanti e associazioni possono dire la loro alla Gelmini sul forum dell'Indire. C'è tempo fino al 22 di aprile. ―Protesteremo, protesteremo con il ministro Gelmini, innanzitutto. E coinvolgeremo tutti a tutti i livelli, politici, sindacalisti, storici, perché si rimedi a un grave errore, una vergogna». Al telefono dalla sua casa romana, il 91enne Massimo Rendina, medaglia d'oro della Guerra contro il nazifascismo, presidente dell'Anpi di Roma, l'associazione nazionale partigiani d'Italia, ha l'indignazione appassionata di quando era partigiano a Torino. Eppure dal ministero assicurano che non c'è stata nessuna volontà politica di cancellare la Resistenza o la Liberazione non citandole espressamente nei programmi di storia... «È una dimenticanza pericolosa. C'è il tentativo, da un po' di Lodi, 6 aprile 2010
tempo, di rimuovere il nostro passato, la cui conoscenza è già così flebile. Si vuole mettere tutto sullo stesso piano, tutti colpevoli e tutti innocenti, i ragazzi partigiani e i repubblichini di Salò, senza così far capire come è nata l'identità democratica dell'Italia». E ricorda come, ministro della pubblica istruzione Rosa Russo Iervolino, «ci fu il primo riferimento diretto nei programmi di storia al fascismo, l'antifascismo e alla Resistenza. Il ministro Berlinguer poi lo chiarì con una circolare. Tornare indietro è un errore dal punto di vista culturale e politico, una lesione alla memoria storica del paese». C'è chi rivendica la necessità di riscrivere la storia di quegli anni dolorosi, di mettere in luce gli errori e i delitti commessi da una parte e dall'altra. «Ma glissare sulla Resistenza, con la scusa che tanto è compresa tra le tappe dell'Italia repubblicana, farla finire magari in una nota a piè di pagina di un libro di testo, non è revisionismo, è confusionismo», ribatte Rendina, «io vado in giro nelle scuole, i ragazzi non sanno nulla... Non c'è bisogno di confondere le acque, non gli facciamo un buon servizio». fonte: http://roma.indymedia.org/node/1860 6 di Roberta Lerici
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Scuola, riforma anti-immigrati
La storia che sto per raccontare potrebbe rafforzare le convinzioni di Gelmini, Cota e chi in questi anni ha lavorato, attraverso una serie di proposte indecenti, ad una (dis)integrazione del tessuto sociale e del mandato inclusivo della scuola della Repubblica. Spero, viceversa, che chi la leggerà si trovi d‘accordo con me. "Semplificazione", una delle parolechiave della "riforma", sbandierata per giustificare i tagli di 140.000 posti di lavoro e di ore di lezione, sapere, cittadinanza, socialità, inclusione e per assecondare il bisogno di certezze di una parte della nostra società, rappresenta il criterio più inopportuno da riferire a un progetto di scuola. La scuola, semmai, se davvero si investisse culturalmente su di essa, sarebbe da "complessificare", per renderla più adatta di quanto non sia ad accogliere il senso della diversità e della complessità, le cifre dell‘oggi. Complessificare la scuola significherebbe renderla più adatta a rappresentare il punto di partenza per sperare in integrazione sociale non subalterna di tutte e di tutti. In particolare per gli alunni stranieri, che sono passati dai 13.712 (a. s. 1999/00) ai 118.977 (2007/8) e che sono l’oggetto di un‘inchiesta – L‘integrazione dei ragazzi stranieri alle superiori – pubblicata da "Animazione Sociale" del Gruppo Abele di Luigi Ciotti. I minori rappresentano 1/5 di tutti i migranti: nel 2009 erano 862.453, con un Newsletter 4/2010
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trend di aumento di 100.000 unità l‘anno. Occorrerà fare presto e sensatamente i conti con questi dati. Le nazionalità presenti nella scuola italiana sono ben 191: percorsi, viaggi, storie differenti, tutte caratterizzate dallo snodo cruciale che è la migrazione e la fatica esistenziale che essa comporta. L‘energia indispensabile per un riadattamento in una realtà sconosciuta, con una lingua a volte incomprensibile, modelli culturali estranei, sovente indifferenza ai saperi e al saper fare già acquisito, che vengono confinati, come il senso della vita altra, quella del "prima". L‘identikit dei più "vulnerabili": nati all‘estero e giunti da noi dopo i 10 anni; arrivano ad anno scolastico già avviato; provengono dal contesto africano; maschi. L‘esperienza scolastica non è facilissima: i ragazzi italiani in ritardo sono l‘11,6% della popolazione scolastica, quelli migranti il 42,5%. Il maggior ritardo si accumula proprio nella scuola superiore, con il 24,4% degli italiani, cui si contrappone il 71,8% dei ragazzi stranieri. Il 40,7% dei giovani migranti sono inseriti nell‘istruzione professionale, il 37,6% in quella tecnica; le rispettive percentuali degli italiani sono 19,9% e 35%: troppo evidente ancora una volta come nel nostro Paese la scuola media abbia rinunciato a qualsiasi funzione orientativa e traghetti destini socialmente determinati nei vari segmenti delle superiori – quando ci si arriva.
Appare perfettamente coerente che la "riforma" colpisca nella maniera più feroce proprio l‘istruzione professionale, svuotandola ulteriormente di qualsiasi funzione acculturante, a vantaggio di una dinamica meramente addestrativa: creazione di manodopera digiuna di cittadinanza, nella miope e triste visione del mondo che caratterizza il progetto. Il dossier racconta anche illuminate esperienze felici. Ma molto più spesso integrazione – tra retorica e pratica – è diventata parola svuotata di significato, con una normativa di riferimento poco conosciuta o attuata solo in parte. Le classi-ghetto non sono state solo la macabra proposta del leghista Cota, ma rappresentano una realtà organizzativa per venire incontro alla visione ottusa e xenofoba dello straniero ostacolo ai processi di apprendimento degli altri, nati dalla parte "giusta" del mondo. I numeri sono impressionanti. Ma ancor più le storie, gli occhi, i traumi, i sogni di ragazzi che potrebbero essere i nostri figli. Rispondere ai loro legittimi bisogni è un‘emergenza assoluta. Loro, invece, non sono un‘emergenza, alla quale far fronte con soluzioni improvvisate o con proposte che violino Costituzione e buon senso. Sono la nostra realtà. Occorrono investimenti – e consistenti – su questa importante e nuova dimensione della nostra identità socio-culturale. Occorre individuare strategie didattiche e di relazione, tempi diversi, aperture ed interrelazione tra apporti e contributi ugualmente significativi. Occorre la scuola dell‘art. 3. Lontana mille miglia dalle classi ponte, dalla quota del 30%, dalle impronte ai bimbi rom. Dalla mistificazione di una "semplificazione" che non è altro che asfittico disinvestimento che il tempo si occuperà di dimostrare incivile. Marina Boscaino Giornalista - il Fatto Quotidiano
Resp: prof. Paolo Latella email: lodi.scuolaidv@gmail.com
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La canzone BELLA CIAO
patrimonio della Resistenza!!!
Bella Ciao - L'originale / The original Bella Ciao (For Peace And Freedom) - Bella ciao (For peace and freedom) Bella Ciao- Greenham Common Women's Peace Camp Songbook
http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=722&lang=it
La storia del canto più famoso della Resistenza italiana, e uno dei canti partigiani più celebri del mondo, inizia con un canto di lavoro delle mondine della Pianura padana. Da questa versione, e con influenze da "Picchia picchia alla porticella" e "Fior di tomba", nacque la "Bella Ciao" che tutti conosciamo. La musica sembra invece provenire da un'antica filastrocca per bambini intitolata "La ballata della bevanda soporifera". Recentissime le elucubrazioni sulla possibile origine yiddish (klezmer) della melodia, cui però i media hanno dato ampio risalto; elucubrazioni puntualmente e precisamente confutate da Carlo Loiodice sulle pagine di Carmilla Online.
The history of the best known song of Italian Resistance, among the most celebrated partisan songs in the world, begins with a working song of Padan plain riceweeders. From this song, influenced by other songs as ―Picchia picchia alla porticella‖ ("Knock, knock at the wee door") and ―Fior di tomba‖ ("Grave Flower"), ―Bella ciao‖ originated in its widespread form. The tune is supposed to come from an old children's song called "La ballata della bevanda soporifera" ("Ballad of the Soporific Potion"). L‘histoire de la plus célèbre chanson de la Résistance italienne, parmi les plus aimées chansons partisanes du monde entier, commence avec un chant de travail des repiqueuses de la Plaine du Pô. Ce chant, sous l‘influence d‘autres chansons comme ―Picchia picchia alla porticella‖ ("Frappe, frappe à la petite porte") et ―Fior di tomba‖ ("Fleur de tombe"), a donné origine à ―Bella ciao‖ dans la forme que tout le monde connaît. La mélodie serait tirée d'une ancienne chanson enfantine intitulée "La ballata della bevanda soporifera" ("Ballade de la potion soporifique"). Die Geschischte des bekanntesten Partisanenliedes aus Italien, unter den beliebtesten Partisanenlieder der ganzen Welt, beginnt mit einem Arbeitslied der Unkrautjäterinnen der Poebene. Aus diesem Lied, mit Einfluss von anderen Liedern wie ―Picchia picchia alla porticella‖ ("Klopf', klopf' ans Türchen") und ―Fior di tomba‖ ("Grabesblume"), entstand ―Bella ciao‖ in seiner weltbekannten Form. Die Musik scheint aus einem alten Kinderlied, "La ballata della bevanda soporifera" ("Ballade vom Schlaftrank"), entstanden zu sein. Самая популярная ныне из песен итальянских партизан времен Второй Мировой войны. Вероятнее всего, написана в 1940-е годы неизвестным партизанским автором в моденских Апеннинах. Бытовала в области Эмилия - между болонскими Апеннинами и территорией Партизанской республики Монтефьорино. Мелодия заимствована из старой детской песенки о сонном зелье. В тексте тоже использованы мотивы бытовавших народных песенок, прежде всего "Fior di tomba" ("Цветок на могиле") и "E picchia picchia la porticella" ("И стучит, стучит дверца"). Песня выглядит оптимистически, но для итальянских партизан, знавших песни-источники, она таковой вряд ли была - скорее, это песня идущих на смерть и жаждущих ее. Сюжет "Цветка на могиле" - девушка, которую бросает возлюбленный, ищет себе смерти. "Bella Ciao" é uma canção da revolução italiana. Seu compositor, anônimo, se inspirou nos "partigiani" que lutaram nas colinas da Itália contra o facismo de Mussolini. A história da mais conhecida canção da Resistência Italiana - entre as canções de guerrilheiros de maior sucesso no mundo - começa com uma canção de trabalho dos cultivadores de arroz da planície do Pô. Vindo desta canção, influenciada por outras músicas como "Picchia picchia alla porticella" e "Fior di tomba" surgiu "Bella Ciao" . Há também a suposição de que a música vem de uma antiga canção infantil, "La ballata della bevanda soporifera". A Bella ciao a leghíresebb olasz partizándal, címe a világ egyik legismertebb partizánnótái között szerepel. Szerzője ismeretlen. Története a Pó síkságán rizsföldeken dolgozó asszonyok munkadalával kezdődött. Részben a munkadalból, részben pedig más dalok befolyásának hatására született meg e formájában. Mintái voltak: a ―Picchia picchia alla porticella‖ és a ―Fior di tomba‖ című olasz énekek. Zenéje egy ősi gyermekdal mintájára keletkezett ("La ballata della bevanda soporifera"). A II. világháborúban a fasizmus ellen kialakult olasz ellenállási mozgalom által vált híressé, először Bologna környékén énekelték a partizánok. Szövege az ellenállók szabadságharcáról szól. Egyes szám első személyben adja a búcsú szavait egy partizán ajkára. A dal baloldali mozgalmak - mint a munkásmozgalom - körében is elterjedt. Népszerűsége a Világifjúsági Találkozóknak köszönhetően növekedett meg, ahol az olasz fiatalok küldöttségei tették ismertté. Ezután számos nyelvre átültették, lefordították. To «Bella Ciao» είκαη έκα ηηαιηθό ακηηζηαζηαθό ηναγμύδη ημο δεοηένμο παγθμζμίμο πμιέμμο. Η μμοζηθή ημο ηναγμοδημύ θαίκεηαη κα είκαη εμπκεοζμέκε από θάπμημ παιηό παναδμζηαθό ηναγμύδη, εκώ είκαη άγκωζημ από πμημκ έπμοκ γναθεί μη ζημίπμη. Τμ ηναγμύδη αοηό έπεη ακαπαναπζεί θαη δηαζθεοαζηεί από δηάθμνμοξ θαιιηηέπκεξ, ζηα Ιηαιηθά, Αγγιηθά, Ρώζηθα, Βμζκηαθά, Κνμαηηθά, Σένβηθα, Οογγνηθά, Ιζπακηθά, Φηιακδηθά, Γενμακηθά, Τμονθηθά, Ιαπωκηθά, Κηκέδηθα, θαη Κμονδηθά. Η μειωδία ημο ηναγμοδημύ ήηακ ήδε γκωζηή θαη ηεκ ηναγμοδμύζακ ζηηξ ανπέξ ημο 20μύ αηώκα μη γοκαίθεξ πμο μάδεοακ νύδη ζηηξ θοηείεξ ηεξ ηηαιηθήξ επανπίαξ Terre d'Acqua θμκηά ζηεκ Μπμιόκηα. Οη ζημίπμη ημο ηναγμοδημύ θαηεγμνμύκ ηηξ δύζθμιεξ ζοκζήθεξ ενγαζίαξ μέζα ζημκ θαοηενό ήιημ. Η πνώηε γκωζηή ενμεκεία ημο 1906 έπεη ηεκ μμνθή ακηίδναζεξ θαηά ημο αθεκηηθμύ, πμο «με έκα ναβδί ζημ πένη» παναθμιμοζεί ημοξ ενγάηεξ, παναμίδεη ηεκ δωή ηωκ γοκαηθώκ θαη δεκ πιενώκεη ημοξ μηζζμύξ. Η μένα όμωξ πιεζηάδεη, πμο μη ενγάηηζζεξ ζα απειεοζενωζμύκ. Τμ ηναγμύδη έγηκε παγθόζμηα γκωζηό όηακ ημ ηναγμοδμύζε ε ηηαιηθή ακηίζηαζε εκάκηηα ζημκ θαζηζμό θαηά ηεκ δηάνθεηα ημο Β' παγθμζμίμο πμιέμμο. Σηεκ δηαζθεοή αοηή μη ζηίπμη ημο ηναγμοδημύ ελομκμύκ ημκ απειεοζενωηηθό αγώκα ηωκ πανηηδάκωκ θαη ημκ ενωηθό ημοξ ζάκαημ.
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Lodi, 6 aprile 2010
Newsletter n.4/2010
In Lombardia dal prossimo anno gli Istituti professionali non rilasceranno più qualifiche ai nuovi iscritti, ma solo diplomi In Lombardia dal prossimo anno gli Istituti professionali non rilasceranno più qualifiche ai nuovi iscritti, ma solo diplomi A chi si iscrive oggi ad un Istituto professionale in Lombardia non verrà più rilasciata al termine del terzo anno una qualifica. Per ottenere la qualifica bisogna iscriversi a un corso di Istruzione e formazione professionale regionale. Mario Piemontese — Rete Scuole Il 25 febbraio congiuntamente il Direttore dell'USR della Lombardia Giuseppe Colosio e il Direttore della DG Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Roberto Albonetti, hanno firmato una nota di chiarimento a proposito del rilascio di qualifiche da parte degli Istituti professionali. A chi si iscrive oggi ad un Istituto professionale in Lombardia non verrà più rilasciata al termine del terzo anno una qualifica. Per ottenere la qualifica bisogna iscriversi a un corso di Istruzione e formazione professionale regionale. In altre parole in Lombardia non sarà più necessario applicare il principio di sussidiarietà in materia di rilascio di qualifiche professionali. Lo Stato non dovrà più supplire la Regione, così come accaduto in questi anni, così come previsto dal Regolamento sul riordino dei professionali e dalla C.M n. 17/10 sulle iscrizioni. Secondo quanto scritto dai due direttori, Regione Lombardia è ormai in grado di applicare l'art. 117 della Costituzione e di esercitare l'esclusività che le compete a proposito di Istruzione e Formazione Professionale (IFP). La legge n. 40/07, approvata durante il Governo Prodi, riassorbendo nel sistema di Istruzione di Stato gli Istituti tecnici e quelli professionali, che la Moratti avrebbe voluto regionalizzare, in maniera molto esplicita chiarisce che il percorso degli Istituti professionali è finalizzato al conseguimento di un diploma, coerentemente con quanto previsto dall'art. 117 della Costituzione. Con l'accordo del 16 marzo 2009 Formigoni e Gelmini hanno definito in Lombardia l'offerta integrata tra Stato e Regione di Istruzione e Formazione Professionale: il prossimo anno 115 istituti statali su 376 offriranno corsi di IFP regionali. Regione
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Lodi, 6 aprile 2010
Lombardia in questo modo vuole affermare a spese dello Stato il suo modello di Istruzione Il percorso professionale statale permette al termine dei 5 anni il conseguimento di un diploma che dà accesso all'università, mentre il percorso regionale al termine del terzo anno rilascia una qualifica di II livello, al termine del quarto una qualifica di III livello e la possibilità di acceder all'Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS), ma non di accedere all'università, se non dopo un ulteriore anno integrativo di preparazione all'esame di Stato. In Lombardia la maggior parte degli allievi al termine del terzo anno di un percorso di IFP regionale decide di non proseguire passando al quarto anno, mentre la maggior parte degli studenti degli Istituti professionali dopo il terzo anno decide di proseguire per ottenere il diploma. L'O.M. n. 87/04 prevede la possibilità di passare da un percorso di IFP regionale a un percorso di Istruzione Professionale Statale, ma in Lombardia mai nessuno è stato in grado di farlo, cioè di superare gli esami per passare da un Centro di Formazione Professionale a un Istituto Professionale Statale. E' evidente quindi che i due percorsi oltre a non dare le stesse opportunità danno anche formazioni diverse. Per lo stesso motivo non è mai saltato in mente a chi ha raggiunto la qualifica di III livello al quarto anno di IFP
regionale, di fare un anno integrativo per poter sostenere l'esame di Stato e ottenere così la possibilità di accesso all'università. I giovani lombardi saranno dunque discriminati, rispetto ai loro coetanei che vivono in altre regioni, perché per poter conseguire una qualifica professionale dovranno rinunciare a priori al diploma e quindi alla possibilità di andare all'università, e per conseguire un diploma dovranno rinunciare a priori a una qualifica professionale. In Lombardia in questi anni il numero di iscrizioni nei CFP è aumentato, mentre quello negli Istituti Professionali Statali è diminuito.E' prevedibile quindi che la scelta di genitori e studenti che hanno escluso l'iscrizione a un Tecnico o a un Liceo, si orienterà soprattutto verso i percorsi che rilasciano qualifiche e non verso quelli che rilasciano diplomi. Assisteremo quindi alla regionalizzazione degli Istituti Professionali Statali e alla loro dequalificazione. Di fatto si realizzerà quello che era nelle intenzioni della Moratti e che la legge n.40/07 ha tentato invano di evitare. Il destino degli Istituti professionali è stato segnato 10 anni fa dalle modifiche al Titolo V della Costituzione, e non tanto da avvenimenti recenti. Foto: http://www.iisbo.it/professionale/images/s ociale.jpg
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Noi docenti delle elementari, medie e superiori siamo brutti, ignoranti... e farabutti!!! pubblica e i genitori. Da una parte c‘è il nuovo decreto legge Brunetta che assegna ai dirigenti scolastici maggiori poteri compreso il licenziamento dei propri dipendenti, guarda caso il decreto legge è stato approvato il 4 febbraio, lo stesso giorno del decreto della Gelmini sui regolamenti scolastici, e dall‘altra la possibilità di ridurre le bocciature con il "sistema di valutazione" da parte degli alunni e da parte dei genitori sui docenti.
Ultimamente (quasi sempre) quando il Ministro Gelmini lancia una nuova idea sulla scuola pubblica, la notizia fa scalpore. L‘ultima news riguarda la valutazione dei docenti da parte dell‘utenza: genitori e alunni; beh la Gelmini non ha detto nulla di nuovo, in Italia esiste da diversi anni il sistema di certificazione sulla qualità, sono tantissime le scuole certificate ISO 9004:2000 "Sistemi di gestione per la qualità: linea guida per il miglioramento delle prestazioni" che esprime le linee guida inerenti l´approccio alla ISO 9001; diventa difficile decifrare i motivi per i quali la sig.ra Mariastella debba scoprire sempre l‘acqua calda… Caro Ministro… di che colore è il cavallo bianco di Garibaldi? Secondo me esiste un altro motivo, un obbiettivo più subdolo… la volontà di creare una spaccatura tra i docenti notoriamente ―di sinistra‖ della scuola Pagina 6
Cosa porterebbe questa disastrosa decisione? Semplice: molti insegnanti potrebbero attribuire voti più alti agli studenti anche se immeritati, meno compiti agli alunni e di fatto professori più graditi agli alunni e alle famiglie. Le conseguenze sarebbero catastrofiche, una sorta di scuola privata nella pubblica… il concetto è: io pago e ottengo il servizio con lo sconto, tenere in pugno i docenti, non farli pensare… c‘è chi lo farà per loro… ―Mi Consenta…‖ ha detto che vivrà fino a 150 anni… insomma un elfo… un Hobbit della contea di Arcore! La mia esperienza come genitore di quattro figli e come docente da 25 anni mi ha insegnato che spesso i problemi degli alunni derivano dalla cattiva educazione ricevuta, insegnamenti sbagliati da parte di genitori immaturi, spesso assenti, animati da sensi di colpa, subito pronti a giustificare gli errori commessi dai propri figli, attribuendone le cause, non a se stessi, ma a docenti ―insensibili ed impreparati‖ e Lodi, 6 aprile 2010
per questo condannati alla gogna! Questi sono i genitori che dovrebbero giudicare il corpo docente? Sono d‘accordo con la proposta provocatoria presentata da alcuni docenti sul sito Tuttoscuola, quella di poter valutare i genitori dei nostri alunni. Potremmo scoprire un intero mondo ―sommerso‖. Nessuno, purtroppo, prepara i genitori a diventare tali. Si diventa genitori, commettendo errori sulle spalle dei propri figli. Per fortuna non è sempre così, «Sono d‘accordo
Nella scuola esi- con la proposta stono già dei meto- provocatoria di valutativi di tipo presentata da ispettivo, esistono alcuni docenti sul inoltre da diversi sito Tuttoscuola, decenni le commis- quella di poter sioni di valutazione valutare i all‘interno delle genitori dei scuole, docenti nostri alunni. ―tutor‖ con notevo- Potremmo le esperienza, no- scoprire un minati dal dirigen- intero mondo ―sommerso‖». te scolastico che valutano i ―nuovi‖ insegnanti nell‘anno di prova per il passaggio di ruolo. Mariastella non ha ancora capito quanto sia delicata la nostra professione, queste news… servono soltanto ad incrementare pericolosamente i problemi nella scuola pubblica, creano nei docenti poca serenità, senso di umiliazione, poca considerazione, nervosismo, effetti deleteri, continui litigi tra colleghi, anziché rimanere uniti e collaborativi per uno dei grandi obbiettivi che la professione ci chiede di dare ai nostri alunni: quello di educare e formare al meglio i futuri cittadini della nostra società. Cari genitori, (lo dico anche a me stesso) Non ditemi che non vi avevo avvisato… La scuola pubblica è alla frutta… anzi alle bucce delle pere… come quelle mangiate da pinocchio... Dateci una mano… Paolo Latella
Newsletter n.4/2010
E brava la Gelmini! "Manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa".Questa è la motivazione con la quale venne approvata la mozione di sfiducia presentata dai consiglieri di minoranza nei confronti del Presidente del Consiglio Comunale con rinvio per l'elezione del nuovo presidente del consiglio comunale. La città è Desenzano del Garda. La Presidente del Consiglio era Maria Stella Gelmini, ripescata da Berlusconi e diventata Ministro della Pubblica (D)Istruzione. I fatti risalgono al 2000. Il Consiglio Comunale di Desenzano del Garda con atto N° 33 del 31 marzo 2000 approvava con pubblicazione la mozione di sfiducia alla Gelmini. Proponente era l'Ufficio Affari Generali/Segreteria ed il Settore era la Segreteria Generale (N° proposta 20561). Fatta questa ―piccola‖ premessa, direi obbligatoria, passiamo alla sconcertante proposta della Ministra, vuole che noi docenti parliamo di nucleare a scuola, dobbiamo spiegare ai nostri studenti che il nucleare è una cosa positiva…? Certamente! Lo farò, ecco cosa dirò ai miei alunni: Nell'epoca delle fonti di energia rinnovabili, si pensa e si parla ancora di un ritorno al nucleare. Centinaia e centinaia di studi, bocciano senza attenuanti il nucleare. Dipendiamo per l'80% del nostro fabbisogno energetico dall'estero, soprattutto per petrolio e gas naturale. Per recuperare appena il 30% del nostro fabbisogno dovremmo costruire almeno 20 centrali nucleari e attendere almeno 10 anni affinché la prima centrale vada a regime. La maggior parte dell'uranio si trova in Canada, Russia, Nigeria, Namibia, Stati Uniti ed Australia: l'Italia dovrebbe comunque importarlo. Le riserve di uranio dureranno ancora per 60-70 anni. Il nucleare è un'idea altamente costosa. Per costruire una centrale nucleare
Newsletter 4/2010
Lodi, 6 aprile 2010
Non sai nulla sul Nucleare? 3 (tre)
da mille megawatt il costo si aggira sul miliardo e 200 milioni di euro, al quale vanno aggiunti i costi di smaltimento delle scorie e di smantellamento della centrale. (Sperando che il mare della Calabria non diventi la discarica naturale…) Inoltre alcuni isotopi dell'uranio restano radioattivi per centinaia di migliaia di anni, non esiste uno smaltimento totale. Non sono da sottovalutare i rischi di incidenti in un Paese sismico come il nostro. Alcuni dicono che comunque abbiamo una centrale vicino al confine italo francese, è vero ma quella zona non è sismica. Secondo uno studio di Greenpeace, per il fabbisogno energetico di un Paese basterebbero il solare e l'eolico. Ogni giorno la Terra riceve dal Sole una quantità di energia 30 volte superiore a quella consumata da tutta la popolazione mondiale in un intero anno. Per Greenpeace, il nucleare rappresenta praticamente un vicolo cieco, e anche Legambiente boccia l'idea nucleare.
!
Decine di docenti e ricercatori credono che l'opzione nucleare non sia opportuna per molti motivi. Ripongo le mie speranze nelle 8 persone su 10 che nel 1987 risposero no al nucleare. Il Ministro Gelmini è convinta che i problemi nella scuola pubblica non esisto«Nell'epoca no più… ricordo che delle fonti di ci sono migliaia di energia scuole che hanno i rinnovabili, si propri edifici fatipensa e si parla scenti, le cui casse ancora di un sono ridotte sul ritorno al lastrico, ci sono nucleare. 25.600 professori in Centinaia e meno e 7.700 alunni centinaia di in più nelle superiostudi, bocciano ri, grazie alla ―sua‖ senza riforma, con classi attenuanti il strapiene e meno nucleare. ‖». ore di lezione, la prima urgenza che si avvertiva era proprio una bella ora di centrale nucleare: complimenti Ministro Gelmini, ancora una volta non ne azzecca una… ma non è difficile.. Sa! Basta chiedere ai docenti e ai genitori cos‘è che non va… Paolo Latella
Resp: prof. Paolo Latella email: lodi.scuolaidv@gmail.com
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Graziella «tuttofare» con il decreto è una maestra da 600 euro al mese L‘hanno chiamato provvedimento «salva precari», ma in realtà forse sarebbe stato più giusto definirlo «ammazza precari». Parliamo dell‘iniziativa a parziale riprotezione dei docenti non di ruolo varata lo scorso settembre dal ministro dell‘Istruzione Maria Stella Gelmini (decreto legge 134/09) per tamponare la disoccupazione conseguente ai primi effetti della sua riforma scolastica. Il decreto «salva precari » era una sorta di graduatoria privilegiata per le supplenze: se non proprio la continuità del lavoro, si pensava così di garantire almeno una qualche attività, seppure a singhiozzo. Ma la realtà è spesso lontana dai proclami.
alle specifiche competenze disciplinari: «Quest‘anno insegno italiano agli stranieri, storia, matematica, scienze, francese, inglese… insomma, tutto tranne la mia materia. Nei momenti di necessità, ci si può anche rimboccare le maniche. La cosa grave è la forte penalizzazione economica. L‘abbiamo capito parlando con GrazielIo per fortuna la, 39 anni, diploma all‘accademia di ho estinto l‘anno belle arti, abilitazione all‘insegnamento scorso il mutuo di discipline geometriche e architettodel mio appartaniche nei licei artistici, due master in mento, ma ho didattica. Per anni ha lavorato con colleghi e collel‘incarico annuale nelle province prima ghe che in queste condizioni non sanno di Milano e poi di Cremona. Finché è come arrivare alla fine del mese, doarrivata – come dice lei – «la mannaia vendo magari pagare le rate di un mudella Gelmini». e il successivo «patto tuo, un affitto oppure mantenere dei territoriale» della Lombardia di Formifigli. Pensi che per i giorni in cui la goni. «Questi provvedimenti - ci racscuola è stata chiusa per vacanze o conta - sono arrivati nell‘arco di festività non siamo stati papochi giorni e tutti noi precari gati. Ora sembra che la Reabbiamo pensato bene di aderir- «È un po‘ gione sia intenzionata a farci vi, sebbene all‘inizio la proposta come recuperare questa quota delcontrattuale fosse piuttosto lavorare in lo stipendio, ma ancora i soldi fumosa. Si parlava genericamen- nero. Le non li abbiamo visti». te di compiti di aiuto alla disper- scuole si sione scolastica, accompagna- reggono mento all‘handicap e cose simili. Spiega: «È un po‘ come lavosulla nostra L‘unica cosa certa era la maturarare in nero. Le scuole si regpresenza: ». zione del punteggio annuale, gono sulla nostra presenza: quanto meno per non scendere in nel liceo artistico di Cremograduatoria». È così che Graziella, e na, dove ora sono impiegata, senza noi con lei centinaia di docenti precari in insegnanti di serie B non si saprebbe tutta la regione, si sono trovati a inse- chi mandare in classe quando manca un gnare 36 ore settimanali (anziché docente, i ragazzi con problemi verle18dei docenti «normali»), senza fe- rebbero abbandonati a se stessi, gli rie, permessi per malattia, contributi stranieri non avrebbero la possibilità pensionistici pieni e le altre garanzie di integrarsi in maniera adeguata». dei lavoratori dipendenti. Il tutto per circa 600 euro netti al mese (meno È scoraggiata Graziella: «Ho investito della metà dello stipendio di cui godeanni ed energie per fare questo lavoro, vano l‘anno prima). E senza riguardo ma per l‘anno prossimo sto seriamente Pagina 8
Lodi, 6 aprile 2010
pensando di cambiare attività. Forse tornerò a fare quello che facevo appena diplomata, la restauratrice e la decoratrice, anche se a 40 anni è difficile reimmettersi in questo circuito. E mi spiace, perché per me l‘insegnamento è stata una vocazione. Mi fa specie che, viste le condizioni in cui versa la scuola pubblica, con i pesanti tagli decisi dalla finanziaria di Tremonti, poi, dall‘altra parte, la Regione Lombardia stanzi cifre impressionanti a favore della scuola privata o delle cosiddette ―learning weeks‖, settimane di studio in amene località sui temi più vari: belle vacanze per gli studenti, opportunità di guadagno per associazioni e albergatori. Niente di male, per carità,ma forse converrebbe rivedere le priorità ». Qualcuno può darle torto? Roberto Carnero L'Unità - sabato 3 aprile 2010 - pag. 25
Newsletter n.4/2010
Nel 2001 la Gelmini doveva essere molto impegnata nel suo 2° anno di praticantato a Reggio Calabria Pubblico & Privato Inventiamoci in fretta i maestri di lingua (inglese) di Francesco Alberoni
Primaria, specializzandi in inglese in cattedra dopo appena 50 ore di corso di Alessandro Giuliani
In questa epoca la lingua universale è l' inglese. Chiunque voglia lavorare fuori dal suo Paese, usare Internet, operare nella new economy, chiunque voglia fare carriera, deve conoscere l' inglese. L' inglese, infine, è la lingua usata nell' Unione europea, di cui facciamo parte. E gli italiani, salvo una piccola minoranza, non la conoscono. Nei prossimi anni, se non vogliamo fare un torto gravissimo ai nostri figli, dovremo provvedere alla alfabetizzazione in inglese di tutta la popolazione studentesca, dalla scuola materna all' università. E credo che il nuovo governo condivida questa meta. Ma vi è un terribile ostacolo: non abbiamo insegnanti. Le facoltà di Lingua e letteratura non hanno preparato docenti che parlano e scrivono alla perfezione né questa né altre lingue. Hanno dato sempre più importanza alla letteratura, alla filologia, alla glottologia, alla filosofia del linguaggio che all' insegnamento pratico della lingua. Invece ciò che serve ai nostri ragazzi sono insegnanti che, anche senza conoscere la letteratura e la linguistica strutturale, sappiano l' inglese e comunichino loro in inglese; che nella materna giochino, raccontino favole, poi, negli anni successivi conversino, leggano brani di storia, articoli divulgativi scientifici, magari i libri di Harry Potter, guardino e discutano insieme film per ragazzi. Non c' è bisogno che insegnino la grammatica, la impareranno in seguito. All' inizio si può fare a meno perfino dei laboratori linguistici. Li inseriremo a poco a poco, non appena ci sarà il denaro necessario . Ma dove trovare tanti insegnanti? Non possiamo farli arrivare a decine di migliaia dall' Inghilterra. Dobbiamo prepararli rapidamente noi. Però il vecchio insegnamento di lingue è inutile e dannoso. C' è una sola strada da seguire: affidare il compito alle scuole per Interpreti e traduttori che, con uno speciale metodo, in tre anni di studio insegnano a parlare e tradurre in modo eccellente. Oppure ai corsi di laurea di Interpretariato e traduzione (chiamati Mediazione linguistica) che usano gli stessi strumenti didattici e che oggi, con la riforma universitaria, durano anch' essi solo tre anni. Io perciò faccio un appello a tutte le università perché attivino il più in fretta possibile questi corsi di laurea. E invito tutti i comuni e tutti gli enti ad aprire delle scuole per Interpreti e traduttori concentrate sull' inglese. E a fare il più in fretta possibile perché, nella migliore delle ipotesi, i diplomati o laureati usciranno solo fra quattro anni! Ma poi bisogna che costoro possano lavorare nelle scuole. Infatti, in base alle ultime disposizioni, per insegnare lingue nelle scuole bisogna seguire questo curriculum di studio: laurea di tre anni, più laurea specialistica di due, più un anno di studio in un apposito istituto. Totale sei anni di studio, che facilmente diventano sette. Questo andrà bene per gli studiosi di letteratura, per gli insegnanti di letteratura nelle scuole superiori. Ma noi abbiamo bisogno di tecnici, di docenti che insegnino praticamente le lingue dall' asilo all' università, e in gran numero. Ora mi rivolgo al ministro della Pubblica Istruzione perché inventi una soluzione per mettere al lavoro subito chi ha terminato la scuola Interpreti o il corso di laurea in Interpretariato. E se costoro non possono
essere equiparati agli altri, si inventi una nuova figura di docente, con un
altro nome: tecnico linguistico, o maestro di lingue. Non è il nome che conta, ma ciò che deve fare. www.corriere.it/alberoni
Il piano formativo predisposto dal Miur ne prevede 340 in tre anni, ma a settembre i maestri saranno già ―abili e arruolati‖ grazie al sostegno di un collegatutor. Critici i sindacati: la Flc-Cgil parla di evidente forzatura per fare ‗cassa‘ attraverso gli organici; la Cisl chiede che vengano attuate precise condizioni. Non hanno tardato ad arrivare le critiche dei sindacati per la decisione presa dal ministero dell‘Istruzione, attraverso il Decreto n. 75, firmato dal direttore generale Massimo Radiciotti, di colmare il vuoto che lasceranno oltre 10.000 insegnanti di inglese della primaria, prossimi a tornare in cattedra per effetto della riduzione delle numero di classi affidate, attraverso delle vere e proprie full immersion specializzanti. L‘operazione prevede che vi saranno inizialmente coinvolti 2.000 docenti di ruolo: il piano predisposto dal Miur indica, in particolare, che dopo aver superato la selezione e frequentato, a partire da maggio, le prime 50 ore di formazione integrata (30 in presenza e 20 on line), questi docenti a settembre saranno in pratica già ―abili e arruolati‖ per insegnare l'inglese nel biennio iniziale. Ed in attesa di completare il percorso di formazione (340 ore totali in tre anni), potranno comunque fare affidamento ad un collega ―tutor‖ già specializzato. La soluzione non soddisfa minimamente le organizzazioni sindacali, informate della novità durante l‘incontro sugli organici del 31 marzo. La Flc-Cgil ritiene la scelta ministeriale "una evidente forzatura" legata alla politica dei tagli e che andrà ancora una volta"a scapito della qualità della formazione, e dunque dell‘insegnamento della lingua inglese, solo per risparmiare qualche migliaio di posti di specialista – concludono dall‘organizzazione condotta da Domenico Pantaleo - rispetto a quelli attualmente necessari per coprire questo insegnamento in tutte le classi". Non è da meno la Cisl Scuola, per la quale il progetto predisposto dal Miur potrebbe indurre "un abbassamento dei livelli di qualità dell'insegnamento, qualora non siano assicurate alcune precise condizioni. In termini più chiari – continua il sindacato - non basta che il possesso di un livello A1 di competenza sia indicato come requisito di priorità nell'accesso al contingente dei duemila corsisti ‗accelerati‘: questo deve essere indicato come requisito essenziale e imprescindibile". Per il sindacato confederale sarebbe inoltre opportuno che vengano "puntualmente e rigorosamente rispettati gli impegni che l'Amministrazione ha dichiarato di voler assumere: formazione in esonero dal servizio; presenza di figure di supporto; opportunità di formazione all'estero. L'efficacia e la qualità della didattica – conclude l‘organizzazione capitanata da Francesco Scrima - non possono continuare ad essere l'ultima preoccupazione di chi governa la nostra scuola pubblica". 02/04/2010 http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=28386&action=view http://www.aetnascuola.it/categorie/46-lopinione/1121-nel-2001-la-gelminidoveva-essere-molto-impegnata-nel-suo-2d-anno-di-praticantato-a-reggiocalabria
Alberoni Francesco Corriere della Sera - 9 luglio 2001 - pag. 1
Newsletter 4/2010
Lodi, 6 aprile 2010
Resp: prof. Paolo Latella email: lodi.scuolaidv@gmail.com
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Prime proteste contro la “riforma” Gelmini nelle scuole di Roma
Stanno venendo al pettine i nodi della recente riforma della scuola che ormai da tempo avevamo denunciato. ―L‘impoverimento finanziario, come era prevedibile, aggiunge alla già precaria situazione della gestione amministrativa delle scuole anche un impoverimento della didattica, o vengono tagliate le risorse per i servizi e finanche i contratti d‘appalto per le pulizie‖ Inizia cosi' il proclama di protesta che ha portato all'occupazione simbolica di genitori e insegnanti e personale dell'Ata di due scuole elementari di Roma, la Principe di Piemonte e la Leonardo da Vinci. E prosegue: ―Non ci sono risorse per le supplenze o Non ci sono risorse per i Progetti di arricchimento dell‘offerta formativa. Viene richiesta una compilazione dei bilanci delle scuole a dir poco anomala. L‘aspettativa per l‘anno prossimo è di peggioramento viste le direttive di erogazione finanziaria previste dalla riforma‖
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Col pressoché unanime consenso dei genitori , con lo scopo di ―rilanciare una forte iniziativa di informazione e denuncia della situazione per riportare alla attenzione dei media, dei cittadini e delle istituzioni politiche a tutti i livelli il dovere di combattere questa strategia e tutelare la scuola pubblica di qualità‖ porta alla protesta: Per alcuni giorni fino a giovedì 25 febbraio e' scattata la 'didattica alternativa' contro "i tagli alla scuola pubblica che hanno stravolto il regolare svolgimento delle lezioni e il meccanismo delle supplenze. La situazione e' paradossale: ―Quando manca un docente le classi vengono divise e i bambini sono costretti a spostarsi per aggregarsi in altre classi". Spesso capita che I genitori debbano cercarsi da soli i propri bambini che non si sa mai in che classe si trovino. Mancano inoltre I soldi per le imprese di pulizia, con conseguente grave impoverimento delle condizioni igieniche che potrebbe portare ad epidemie fra I piccoli.
scempio in atto non c'e' destra ne sinistra: l'oggettività di quanto si puo' ormai tristemente toccare con mano spinge tutti alla doverosa protesta. Fitto, nei tre giorni di mobilitazione, il programma di 'didattica alternativa', che con la partecipazione attiva dei genitori prevede: assemblee pubbliche e attività con i bambini come il disegno e il ricamo, laboratori di poesia, laboratori artistici, giochi di gruppo, spettacoli di marionette, lezioni di arte contemporanea e laboratori artistico musicali. In allegato il manifesto originale dell'iniziativa che ci auguriamo venga replicata in altre scuole d'Italia. Maurizio Carelli – Italia dei Valori Lodi Foto: http://istruzione.tanterisorse.com/wpcontent/uploads/2009/05/scuola-senzasoldi.jpg
La mobilitazione e' bipartisan: di fronte allo
Lodi, 6 aprile 2010
Newsletter n.4/2010
Gilda: Valutazioni intermedie e finali: nessun vuoto normativo
L‘art. 2 del decreto legge n. 200 del 22 dicembre 2008 (recante disposizioni sulla ―Semplificazione normativa‖), convertito con la legge 18 febbraio 2009 n. 9 aveva abrogato il regio decreto 4 maggio 1925, n. 653, nonché quello ad esso successivo, il regio decreto 21 novembre 1929, n. 2049. in tema di valutazione degli alunni. Come è noto, l‘art. 78 regolava il voto di condotta e l‘art. 79 fissava la disciplina della formazione delle decisioni dei consigli di classe circa l‘attribuzione dei voti ai singoli alunni. La procedura consisteva nella previa proposta motivata dei docenti delle singole discipline e nella successiva approvazione-non approvazione da parte del consiglio di classe. La disposizione in parola recava anche la regola della prevalenza del voto del presidente in caso di parità. A partire dal 16 dicembre 2009 (data di entrata in vigore della legge 9/2009) pareva si fosse creato pertanto un vuoto normativo in riferimento al procedimento da rispettare, in sede di valutazione intermedia e finale degli studenti per pervenire alla corretta adozione del provvedimento finale da parte del consiglio di classe. L‘intera materia, in mancanza di una norma primaria, rimaneva assorbita nelle competenze delle istituzioni scolastiche per effetto dell‘entrata a regime dell‘autonomia scolastica. L‘art. 4 comma 4 del DPR 8 marzo 1999, n. 275 (Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche) demanda infatti alle scuole l‘adozione di ―modalità e criteri per la valutazione degli alunni, nel rispetto della normativa nazionale‖. Newsletter 4/2010
Lodi, 6 aprile 2010
In realtà l‘efficacia dei regi decreti citati è stata "ripristinata" dall'articolo 1, comma 2, del Decreto Legislativo 1° dicembre 2009, n. 179, Disposizioni legislative statali anteriori al 1° gennaio 1970, di cui si ritiene indispensabile la permanenza in vigore, a norma dell'articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246 (GU n. 290 del 14-12-2009 Suppl. Ordinario n.234). L‘articolo 1, comma 2, da ultimo citato prevede, per l‘appunto, che ―sono sottratte all'effetto abrogativo di cui all'articolo 2 del decreto-legge 22 dicembre 2008, n. 200, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 2009, n. 9, le disposizioni indicate nell'Allegato 2 al citato decreto legislativo (ndr, tra le quali rientrano anche i due regi decreti in oggetto), che permangono in vigore anche ai sensi e per gli effetti dell'articolo 14, commi 14, 14-bis e 14-ter, della legge 28 novembre 2005, n. 246, e successive modificazioni‖. Il comma 3 dello stesso articolo alla lettera d) precisa e specifica inoltre che ―per «permanenza in vigore» si intende che restano in vigore le disposizioni legislative statali, indicate negli Allegati 1 e 2, nel testo vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, in base agli atti normativi che le hanno introdotte a suo tempo nell'ordinamento e alle eventuali successive modificazioni anteriori alla stessa data, anche ai sensi dell'articolo 15 delle disposizioni preliminari al codice civile.‖ Orbene, il decreto legislativo 179/09 è in vigore dal 15 dicembre 2009. Nessun vuoto normativo, dunque: i regi decreti risultano tuttora vigenti e il procedimento da seguire per l‘attribuzione dei voti e per l‘adozione della consequenziale deliberazione finale del consiglio di classe è sempre quello indicato dal vecchio art. 79: proposta di voto da parte del singolo docente e delibera del solito organo collegiale, il consiglio di classe (con prevalenza del voto del presidente del consiglio, in caso di parità dei voti). Del "ripensamento" del legislatore ha preso atto la stessa amministrazione che con nota prot. n. 2532 del 1 aprile 2010 ha precisato che le disposizioni di cui al regio decreto n. 653/1925 ed al regio decreto n. 2049/1929, per effetto del Decreto Legislativo 1° dicembre 2009, n. 179 permangono in vigore nel testo vigente alla data di entrata in vigore del medesimo decreto legislativo, nelle parti ovviamente non oggetto di anteriore abrogazione espressa ovvero non oggetto di abrogazione tacita o implicita.
Nota ministeriale 1 aprile 2010, prot. n. 2532. R.D. 4 maggio 1925, n. 653 e R.D. 21 novembre 1929, n. 2049.
Resp: prof. Paolo Latella email: lodi.scuolaidv@gmail.com
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Avete le palle voi insegnanti?!? Riceviamo e pubblichiamo. Sono un pensionato, ho quasi settant‘anni, ho girato il mondo che oggi guardo seduto sulla mia poltrona. Io sono stanco, stanchissimo, ma il mondo è più stanco di me, è proprio vecchio. Voi dovreste rappresentare il motore intellettuale del Paese, ma a me sembrate impauriti, vigliacchi, più stanchi del mondo che è più stanco di me. Premetto che non vorrei fare di tutta l‘erba un fascio, ma mi sento costretto. Osservati dall‘esterno, apparite come dei falliti. Ma possibile mai? Vi stanno inculando in tutti i modi possibili: precariato a vita, tagli su tagli, stipendi da fame, finta riforma delle superiori, aule a rischio crollo e voi che fate? NIENTE. Non siete capaci neppure di fare uno sciopero tutti insieme. Ma quali sono i vostri sindacati? Perdonate la mia ignoranza, ma non conosco i loro nomi. Ditemi, a quali sindacati vi appoggiate? Cobas, Snals, Gilda, Cisl, Anief? Leggo qualche nome su internet. E che cazzo starebbero facendo questi sindacati? Rimango allibito di fronte a questa vostra totale passività. Ogni giorno ne sento una: ―genitore picchia il prof‖, ―alunno si masturba in classe‖, ―bullo palpa la docente di inglese‖. Capisco che i giornali di Silvio sono tutti contro di voi, ma ci sarà un fondo di verità, o mi sbaglio? Ma è normale subire le urla, o addirittura le botte, di un genitore incazzato perché il proprio figlio non ha la sufficienza? Ma siamo matti? Ma perché non prendete questi genitori a CALCI IN CULO? Ma perché!?! Lo so, direte che non è educativo, che il vostro ruolo è di EDUCARE, insegnare il rispetto ecc. ecc. ecc… Avete ragione, ma i tempi sono cambiati, e voi non ve ne siete accorti. Dovete essere più forti di loro, imporvi, SPACCARE TUTTO! Quando ero bambino, in prima elementare, avevo un maestro che se avevamo il fiocco del grembiule storto ci prendeva a ceffoni. Lo so che quei metodi sono sbagliati, che sono orrendi, ma UNA VIA DI MEZZO ESISTE O NO? Guai, nella scuola che ho vissuto io (anni ‘40) a dire qualcosa contro il professore o mettere in discussione le sue scelte! Oggi voi cosa fate? Interrogazioni prestabilite, compiti in classe quando vogliono gli alunni, gite che sono massacri in cui vi sfruttano come cani per ciechi, dirigenti che vi usano come tappabuchi. Arriva un genitore e vi aggredisce, vi prende a calci in culo e voi state zitti. AVETE PAURA, si vede. Avete paura di perdere il lavoro, di essere denunciati, di finire
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nell’oblio dei tribunali italiani. In parte vi capisco, ma solo in parte. Perché non siete mai stati uniti? Siete capaci soltanto a farvi dispetti l‘uno con l‘altro, a denunciarvi, a parlare male dei vostri colleghi. Tutte le categorie sono unite in ALBI PROFESSIONALI. VOI NO! Ma vi rendete conto di quanto siete male organizzati? Ora, io non dico che è tutto semplice, ma a me sembra che voi insegnanti vi siete arresi. Non sostengo che dovevate cambiare il mondo, ma educare i nostri figli, inserire i giovani nel futuro sì. Invece vi faranno DIVENTARE PRECARI A VITA (a chi andrà bene, altri saranno licenziati) depressi e impotenti, e voi non state muovendo un dito. Alcuni di voi continuano a parlare di ―Costituzione‖. Ma non avete capito che all’italiano medio non importa un cazzo di ciò che è costituzionale e ciò che non lo è? Sì, è vero che voi dovete dare l‘esempio, e che l‘esempio viene dalla Costituzione, ma se nessuno vi capisce, se nessuno comprende cosa volete dire, a chi fotte del vostro istinto legalitario? E poi, non vedete che la Lega, un partito fondato sul nulla, sta stravincendo ovunque? Ve ne siete accorti? Qual è il motivo? Loro parlano come parla l‘italiano medio, come parla Berlusconi, come parla un operaio o un qualsiasi lavoratore. Gli italiani non vogliono sentirsi in colpa perché guardano i "programmi" della De Filippi. La Lega impreca, manda affanculo, fa esempi semplici per spiegare la loro posizione sui problemi. E Berlusconi fa pure peggio. Politicamente la Lega è una nullità, non ha basi, è un movimento xenofobo che può piacere solo a certi italiani, che HANNO IL CERVELLO bruciato da 20 ANNI DI MEDIASET. Eppure la Lega vince, e vincerà sempre, fin quando non vi metterete dentro le vostre
Lodi, 6 aprile 2010
teste da intellettuali impotenti che se avete qualcosa da dire, dovete PARLARE IN MODO SEMPLICE, senza citare articoli della Costituzione e aforismi di scrittori sconosciuti. Ricordatevi che a sinistra non c‘è nessuno che vi difenda. Qualcuno forse, ma non ha speranza di andare al potere. Pensate a Bersani. La gente si chiede: ma ha mai lavorato Bersani in vita sua? Di che cosa si occupa? Chi cazzo è? Per non dire di D’Alema o Veltroni, personaggi che non hanno mai lavorato e che non hanno neppure una Laurea. D‘accordo, mi direte che la Lega è volgare, che la politica rischia di degenerare in un bordello o in un mercato del pesce. Lo so, allora tenetevi la vostra riforma Gelmini che vi sta inculando alla grande, tenetevi stretti i 500.000 licenziamenti del personale della scuola, i vostri stipendi da fame che fanno ridere mezza Europa. Scapigliato ‘41. http://docentiscapigliati.splinder.com/ post/22485209/ Avete+le+palle+voi+insegnanti%3F
Newsletter n.4/2010
La scuola va a rotoli
(scrivete a lascuolavaarotoli@comitatigenitori.it
I continui tagli ai fondi delle scuole, cui assistiamo impotenti da anni e anni, costringono i genitori a sostenere sempre maggiori costi in cambio di una scuola sempre meno efficiente.
quella di essere Cittadini Italiani. Chiediamo ad ogni coordinamento, comitato, gruppo, presidente o membro di Consiglio di Istituto/Circolo o di Comitato Genitori e singolo genitore di attivarsi e di farcelo sapere.
Ai nostri figli viene progressivamente sottratto il diritto ad una scuola non solo di qualità, ma persino che garantisca la sicurezza.
La "Centrale operativa‖ Per raccogliere le adesioni e dare rilievo alle iniziative abbiamo creato un gruppo su Facebook:
Gli ultimi tagli hanno provocato: - giornate di lezione perse per mancanza di personale interno a disposizione e per mancanza di fondi per nominare supplenti - classi troppo numerose a dispetto della qualità della didattica e in violazione delle norme sulla sicurezza - scomparsa delle compresenze con conseguente impossibilità di gestire recuperi e approfondimenti - insegnanti di sostegno negati - difficoltà a gestire tempo mensa e gite scolastiche
- progetti cancellati - gessi, libri, carta, detersivi e carta igienica centellinati o mancanti - ore di pulizia tagliate Per questo motivo Genitori e Scuola ha deciso di dare il via ad una campagna nazionale di sensibilizzazione e protesta, civica e apartitica, che coinvolga i genitori in quanto tali, senza vincoli di appartenenza se non
http://www.facebook.com/group.php?v=wall &ref=mf&gid=371336653507 e aperto la possibilità di inserire commenti in fondo a questa pagina Utilizzateli per farci sapere cosa state realizzando e per farvi trovare da altri della vostra zona. (Avvisiamo fin d'ora, che qualsiasi intervento non strettamente pertinente all'uso indicato, sarà cancellato.)
SCIOPERO degli SCRUTINI Di fronte all'ostinata indifferenza del governo verso le proteste dei lavoratori della scuola contro la politica dei tagli e di distruzione del sistema di formazione pubblico, il movimento dei precari della scuola, nelle sue varie articolazioni, sta portando avanti a livello nazionale con grande determinazione una campagna di boicottaggio degli scrutini di giugno. Il blocco degli scrutini tradizionale è stato una forma di lotta molto radicale e molto efficace, che in passato ha dato grande forza e visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La gravità dell'attacco sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica) renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è ormai vietata dalla legge 146 del 1990. Tuttavia è ancora possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi. La soluzione è lo sciopero degli scrutini, cioè uno sciopero tradizionale indetto per due giorni - nel rispetto della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli scrutini in modo da farne slittare lo svolgimento, che sfata il falso mito dell'intoccabilità degli scrutini. Quando i lavoratori della scuola scioperano, a differenza dei lavoratori delle fabbriche,
Newsletter 4/2010
Lodi, 6 aprile 2010
non bloccano la produzione, non creano un danno materiale immediato. Lo sciopero dei lavoratori della scuola ha un altissimo valore politico anche se puramente simbolico; lo sciopero degli scrutini esprime un contenuto politico più radicale e restituisce l'idea di una più decisa volontà di opposizione alle politiche scolastiche del governo. Lo sciopero è oggi l'ultima arma rimasta in mano ai lavoratori e lo sciopero degli scrutini è la forma di sciopero più radicale che si possa praticare in ambito scolastico. Esistono dei precedenti confortanti: il 3 e 4 febbraio scorsi a Genova i lavoratori della scuola hanno fatto slittare di due giorni lo svolgimento degli scrutini aderendo ad uno sciopero provinciale indetto dai COBAS; in molte città d'Italia il 12 marzo scorso i lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero, là dove era previsto che si svolgessero gli scrutini, ne hanno determinato lo slittamento. Nessun lavoratore che sciopera può essere sostituito. Nessun lavoratore che sciopera può essere perseguito in alcun modo. Inoltre, si dice spesso con uno slogan molto eloquente «senza bidelli non si aprono i cancelli»; appare evidente a tutti quanto sia importante in questo senso il ruolo dei colleghi del personale ATA in questa lotta.
sivamente lo sciopero degli scrutini, ma questo deve essere lo sbocco di un periodo lungo di lotte. E' indispensabile arrivare alla fine dell'anno scolastico con un livello altissimo di mobilitazione nelle scuole. Crediamo che si debba da subito intraprendere tutte le iniziative a nostra disposizione, assemblee, picchetti davanti alle scuole, volantinaggi, mozioni dei collegi dei docenti, che contribuiscano a surriscaldare il clima nelle scuole. Perciò chiediamo ai sindacati e alle RSU di mettere in pratica tutte le azioni necessarie a creare uno stato di agitazione permanente nelle scuole e soprattutto chiediamo loro che vigilino sul rispetto della legalità scolastica onde evitare azioni, come ad esempio l'anticipo degli scrutini a prima della fine delle attività didattiche, volte a neutralizzare un eventuale sciopero degli scrutini. Infine chiediamo a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla costruzione dello sciopero degli scrutini. per informazioni e adesioni allo sciopero degli scrutini di giugno contattateci all'indirizzo: lavoratoriscuolact@virgilio.it Coordinamento Precari Scuola - Catania
Un'iniziativa come questa va preparata con grande cura; non è possibile aspettare pas-
Resp: prof. Paolo Latella email: lodi.scuolaidv@gmail.com
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Mozione, contro la riforma Gelmini, approvata dal Collegio dei Docenti IL COLLEGIO DOCENTI DELL‘ALBERGHIERO
tazione dei servizi turistici per valorizzare le
di 400.000 €, questa è la cifra iscritta nel bilancio
STATALE ―G. COLOMBATTO‖ DI TORINO GIU-
risorse ambientali, storico-artistico, culturali e
per fondi dovuti e non ancora erogati. La diminu-
DICA IN MANIERA NEGATIVA IL RIORDINO
enogastronomico del territorio‖ escludendo dal
zione dei fondi avrà una pesante ricaduta sulla
DELLE SCUOLE SECONDARIE DI SECONDO
profilo lo studio di Geografia del Turismo e Storia
qualità e completezza della formazione che non
GRADO PREVISTO DAL M.I.U.R. PER I SEGUEN-
dell‘Arte e dei Beni Culturali? Come ―Comunicare
potrà mantenere il livello precedente. La logica
TI MOTIVI:
in almeno due lingue straniere‖ e ―Integrare le
dei tagli coinvolge anche le classi successive
1. È IN GRAVE RITARDO: nonostante le iscrizioni
competenze professionali orientate al cliente con
(seconde e terze) il cui monte ore diminuisce da
alla prima superiore siano in corso il riordino dei
quelle linguistiche …‖ penalizzando le lingue stra-
36 a 34 ore, disattendendo in questo modo al
cicli non ha ancora concluso l‘iter di legge: manca
niere? (La seconda lingua scende a 2 ore settima-
patto
la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale con la
nal i
a l l ‘ a t t o
firma del Presidente della Repubblica e il visto
3. PENALIZZA LA DIDATTICA DEI LABORATO-
7. I SOLDI CHE RISPARMIA NON LI REINVE-
della Corte dei Conti. Nulla è ancora stato detto
RI: nonostante a parole si sia esaltata la didattica
STE NELLA SCUOLA: la diminuzione delle disci-
sulle linee guida dei contenuti delle discipline
legata al saper fare di fatto i
previste dai nuovi ordinamenti; ciò rende di diffi-
laboratori subiscono un pesante
cile lettura la valenza formativa delle singole
taglio: le ore settimanali di cuci-
discipline dei nuovi quadri orari, così come
na, salabar e ricevimento (dalle
l‘adozione dei libri di testo per il primo anno.
nuove denominazioni enogastrono-
L‘incertezza delle informazioni si riflette sulle
mia, sala e vendita, accoglienza)
famiglie che devono iscrivere figli e figlie al nuovo
diminuiscono in prima da 3 a 2 ore
ciclo: la scelta del percorso scolastico rischia di
(taglio del 33 %), in seconda da 3
essere fatta al buio. Il Collegio ritiene, inoltre, di
a 2 ore (taglio del 33 %), in terza
dubbia regolarità la C.M. n 17 del 18/02/2010 che
la materia dell‘indirizzo scelto
avvia le procedure per le iscrizioni relative all‘anno
passa da 16 ore (o 14 per ricevi-
scolastico 2010/11 in quanto manca dei necessari
mento) a 6 (taglio del 62 %), in
p r e s u p p o s t i
l e g i s l a t i v i .
quarta e quinta risalgono solo da
2. FA SCELTE INCONGRUENTI SUL QUADRO
3 a 6 ore. Media delle ore setti-
ORARIO: nel nuovo profilo degli Istituti Profes-
manali di laboratorio perse su 5 anni da uno stu-
pline vuol dire migliaia di posti di lavoro tagliati e i
sionali
e
dente: da 8 a 10 secondo l‘articolazione scelta.
primi ad essere colpiti sono i precari della scuola.
dell‘ospitalità alberghiera‖ la pratica operativa
4. NON OFFRE CERTEZZE SULLA QUALIFICA
Il gran risparmio non torna alla scuola se non in
non è minimamente supportata da conoscenze
TRIENNALE: permangono dubbi sulle modalità e
minima parte, la percentuale di PIL dedicato
geografiche ed artistiche fondamentali per pro-
sui soggetti interessati al rilascio del titolo al
all‘istruzione rimane in Italia molto più basso della
muovere e gestire i servizi di accoglienza. Per
t e r m i n e
media europea.
contro, il profilo degli Istituti Tecnici, settore
5.
economico B2 ―Perito del turismo‖, è completo nel
L‘APPRENDISTATO ALLA SCUOLA: la nuova
Collegio
quadro delle discipline teoriche ma è del tutto
normativa permette che l‘obbligo scolastico possa
• di non compiere alcun atto applicativo dei prov-
privo di quegli aspetti operativi e di laboratorio
essere assolto in un percorso di fatto lavorativo
vedimenti relativi al riordino degli istituti profes-
che renderebbero questo profilo pienamente
(misera è la parte di formazione obbligatoria in
sionali, fino a quando essi non faranno parte a
spendibile nel mondo del lavoro. L‘articolazione
questi percorsi) e rappresenta il via libera a for-
pieno
―Accoglienza turistica‖ non prevede infatti lo
me di ―privatizzazione‖ della conoscenza e del
• di inviare il presente documento agli altri Istitu-
studio di discipline idonee a costruire le compe-
s
.
ti Professionali Statali della Provincia di Torino,
tenze corrispondenti ai risultati di apprendimento
6. TAGLIA I FONDI: gli stanziamenti pubblici
all‘Ufficio Scolastico Regionale, ai Presidenti della
citati al punto 3 del profilo: come è possibile
sono diminuiti nel 2010 in modo rilevantissimo. Lo
Provincia di Torino e della Regione Piemonte,
―Promuovere e gestire i servizi di accoglienza
Stato è in debito con l‘Istituto Colombatto per più
nonché ai principali organi di stampa ed alle orga-
B3
―Servizi
enogastronomici
nel
SI
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bie nnio ).
E
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RENDE
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3
anco ra …
a n n i .
EQUIVALENTE
e
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formativo
sottoscritto
dalle
famiglie
d e l l ‘ i s c r i z i o n e .
Tenuto conto delle considerazioni di cui sopra, il
titolo
dei
docenti
della
normativa
decide:
vigente;
turistico-alberghiera anche attraverso la proget-
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Lodi, 6 aprile 2010
Newsletter n.4/2010
Scuole in bancarotta e "le bacchettate" ai presidi ministro - di 10 milioni di euro‖. Professoressa de Angelis, ha sentito? Arriveranno risorse per le spese correnti. E‘ più tranquilla?
―Per una scuola come la mia, con ottocento studenti frequentanti, se fossimo in Svezia riceveremmo 4milioni e 700mila euro‖. Ma siamo in Italia e l‘istruzione pubblica è ridotta a Cenerentola. Al liceo Classico ―Socrate‖ di Roma, nel popolare quartiere della Garbatella, la dirigente - professoressa Gabriella de Angelis - è costretta suo malgrado a chiedere un contributo di cento euro alle famiglie per tirare avanti. Una ―tassa‖ per il funzionamento che altrove è di 150euro l‘anno e da volontaria sta sempre di più divendando un ―obolo‖ obbligatorio. Il motivo di tutto questo? Le casse vuote delle scuole e la perenne ―sofferenza‖ degli istituti scolastici che avanzano dallo Stato crediti per milioni di euro che il governo continua a negare. I fondi arrivano solo per le private, la pubblica è stata messa in mutande. Ma la Gelmini, ―maestra unica‖ dell‘Istruzione, continua a bacchettare i presidi e fare promesse che suonano come propaganda elettorale per le imminenti regionali. Come l‘ultimo ―verbo‖ diffuso dalle colonne del Messaggero: ―I presidi con troppa leggerezza chiedono contributi alle famiglie. Sono contraria, va evitata questa prassi lamentosa. La scuola è pubblica non deve costare. Sicuramente per il prossimo anno dovremmo stanziare risorse per le spese ordinarie: una cifra - promessa da
Newsletter 4/2010
Lodi, 6 aprile 2010
―Basta una semplice divisione per far capire l‘entità della promessa: 10 milioni di euro da dividere per il totale degli istituti scolastici che in Italia sono 10.500. Con mille euro copro appena il funzionamento spicciolo per venti giorni‖. DOMANDA Circa mille euro a scuola. Briciole... RISPOSTA ―Il problema è stato mal posto. Le scuole sono in sofferenza da tempo. E accaduto nel 2006/2007 e anche in seguito, ma delle risorse anche se poche alla fine arrivavano. Quest‘anno invece niente. Non arriverà un euro. Ci è stato detto chiaramente che il ministero non è in grado di saldare il debito che le scuole avanzano‖. A quanto ammonta il credito del ―Socrate‖ ? ―Negli ultimi due anni è di 150mila euro‖. E in cassa, quanto avete? ―Per l‘anno finanziario 2010 ci è stato preannunciato un fondo di 116mila euro. Al netto delle spese, ci restano però appena 5-6 mila euro. In pratica, nulla‖. Si spieghi meglio, ci illustri il suo bilancio. Come spenderete questi soldi? ―80mila euro circa servono per il fondo integrativo di istituto: pagare cioè il salario accessorio agli insegnanti e al personale non docente per le ore eccedenti e le attività non previste dal contratto. Altri 30 mila euro per gli esami di Stato. Ci restano 5/6mila euro per il funzionamento amministrativo, didattico e le supplenze per tutto l‘anno scolastico‖. Non vi resta che battere cassa sulle famiglie? Ma non è una ingiustizia?
delle scuole: è previsto dalla legge 40 del 2007 ed è finalizzato a tre obiettivi: innovazione tecnologica e didattica (computer, laboratori multimediali, progetti per qualificare l‘offerta formatica) e la piccola manutenzione degli edifici‖. Anche voi come volte scuole d‘Italia rifiutate l‘iscrizione di chi non salda il contributo volontario? ―Assolutamente no, non l‘abbiamo mai fatto e pensiamo di non arrivare mai a questo. Noi chiediamo 100euro e quest‘anno non l‘abbiamo aumentato. Sono proprio le famiglie a determinare l‘utilizzo di questo fondo volontario e a controllare come i circa 80mila euro vengono spesi‖. E finora come li avete investiti? ―Laboratori di scrittura creativa, teatrali e musicali. Compresenze di docenti madrelingua per l‘inglese, seminari pomeridiani con docenti universitari. Una parte del contributo viene speso per l‘assicurazione integrativa degli studenti e per consentire i viaggi di istruzione a tutti, anche a chi non può permetterseli. Abbiamo acquistato un laboratorio informatico mobile, perchè con 31 classi l’informatica era penalizzata e invece così è un carrello con 16 computur che entra nelle classi, oltre a nuove stampanti multimediali. Abbiamo inoltre potenziato le materie scientifiche: più ore di matematica e scienze in aggiunta all‘orario curriculare. Dal prossimo anno la matematica verrà potenziata: questo è un aspetto della riforma che ci piace‖. Lei si definisce una ―dirigente dalla mentalità gestionale rigida‖ come dice la Gelmini? ―Il bilancio delle scuole non è rigido da tempo. Non c‘è bisogno di interventi legislativi da quando c‘è l‘autonomia. Personalmente e anche i genitori l‘hanno fatto, abbiamo raccolto l‘invito della ministra a cercare sponsor. Abbiamo provato a cercare anche istituti di credito. Purtroppo abbiamo riscontrato una difficoltà delle banche persino a gestire la cassa della scuola: per loro c‘era molto lavoro e poco guadagno‖. Maristella Iervasi - l‘Unità Foto: http://www.scuolathena.it/athena/images/s tories/tagli_a_scuola.jpg
―Il contributo volontario non è un‘invenzione
Resp: prof. Paolo Latella email: lodi.scuolaidv@gmail.com
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Le famiglie non pagavano la retta, negata la mensa Bambini a pane e acqua - Il sindaco sotto accusa
«Le regole sono regole per tutti e vanno rispettate. Il mondo non può essere dei furbi». Non arretra di un passo Milena Cecchetto, il sindaco leghista di Montecchio Maggiore. Anche ieri in questo paese della provincia di Vicenza otto bambini delle elementari e della materna, due italiani e sei stranieri, si sono dovuti accontentare di un menu differenziato. Non pasta alla zucca, hamburger, insalata e frutta come tutti gli altri. Ma una bottiglietta d‘acqua ed un panino. «Riduzione del pasto», così l‘ha chiamata il sindaco, perché i genitori dei piccoli non avevano pagato la retta della mensa. Ed il Comune ha deciso di ripianare un buco da 150 mila euro accumulato proprio per i pranzi distribuiti nelle scuole. Una scelta che ha provocato tantissime proteste. La Caritas di Vicenza è pronta a mettere mano al portafoglio per coprire le spese di quelle otto famiglie. E chiama alla «mobilitazione affinché nessun bimbo debba essere umiliato nella propria dignità, ancor prima che nei suoi bisogni primari». Stasera alle 19 e 30, davanti al municipio di Montecchio, le associazioni degli immigrati hanno Pagina 16
organizzato una simbolica cena a pane ed acqua. L‘iniziativa è di Ousmane Condè, originario della Guinea, cittadino italiano da pochi mesi e candidato alle regionali in Veneto per Sinistra ecologia libertà: «Nemmeno le bestie — dice — si comportano così e affamano i loro cuccioli. Sarebbe questo il partito dell‘amore? ». Paolo Ferrero — portavoce della Federazione della sinistra— ha scritto al prefetto di Vicenza per chiedergli di intervenire su una vicenda che «viola la Costituzione e la convenzione Onu sui diritti dell‘infanzia ». Protesta pure il Pd che con Daniela Sbrollini parla di «esempio del livello al quale possono arrivare gli amministratori leghisti». Ed anche le associazioni dei consumatori fanno sentire la loro voce. L‘Aduc chiede di scogliere l‘amministrazione comunale di Montecchio per «violenza contro l‘infanzia », mentre il Codacons propone un punizione simbolica: una settimana a pane ed acqua per il sindaco. La Lega si difende con Manuela Dal Lago, vicentina Lodi, 6 aprile 2010
e vice capogruppo del Carroccio alla Camera che parla di «attacchi pretestuosi e infondati». Un fuoco incrociato ancora più fitto visto che in Veneto, per le Regionali, il centrodestra schiera come candidato presidente proprio un leghista, il ministro Luca Zaia. Anche per questo il sindaco di Montecchio derubrica tutto a «polverone elettorale». Dice che i genitori di quegli otto bambini «non hanno nemmeno compilato il modulo di iscrizione alla mensa». E garantisce che «se non faranno i furbi e sono davvero indigenti il Comune se ne farà carico, come fa già adesso con 80 famiglie ». Ma dopo i titoli dei giornali ed i servizi dei tiggì, oggi a Montecchio nessuna «riduzione del pasto». Anche per gli otto piccoli morosi il menu prevede primo, secondo, contorno e frutta. L. Sal. http://www.corriere.it/cronache/10_ma rzo_24/Bambini-a-pane-e-acqua-Ilsindaco-sotto-accusa_7da6f82e-371511df-bfab-00144f02aabe.shtml Newsletter n.4/2010
I NOSTRI FIGLI SONO AUTISTICI MA NON CI ARRENDIAMO Gli appelli dei genitori raccolti spontaneamente tramite Facebook In occasione della Giornata Mondiale dell'autismo del 2 aprile 2010 un gruppo di genitori con figli autistici ha raccolto tramite Facebook le loro lettere di protesta ma anche richiesta di aiuto rivolte al Presidente del Consiglio. Abbiamo voluto anche noi dare spazio alle loro voci e aiutarli a diffondere i loro pensieri e le loro riflessioni, perché si sa, una buona informazione e sensibilizzazione sono la chiave fondamentale per rompere il silenzio e ottenere l'aiuto di cui questi bambini hanno bisogno. http://www.disabili.com/aiuto/20678-2aprile-giornata-mondiale-dellautismo Sono Alessandro Capobianchi, uno dei tanti genitori con figli autistici. I problemi dell'autismo sono molti e di diverso aspetto si tratta di adeguare la patologia autistica sia alle nuove funzioni che alle diverse necessità soggettive. Gli aspetti principali sono quelli statici, quelli impiantistici e quelli distributivi che debbono o dovrebbero essere sviluppati nell'ottica della conservazione più rigorosa della dignità umana... sia per la qualità dei servizi che per le particolarissime esigenze personali che richiede un soggetto affetto da suddetta patologia.... Mi rivolgo a Lei perché ci sia un riconoscimento alle cure mediche necessarie per inizializzare un autistico alla via dell'autosufficienza, cercando soluzioni, attraverso il dialogo con i genitori che sanno come intervenire sui figli dell'autismo (anche loro figli dell'Italia). Il sottoscritto rappresenta una piccola goccia nel mare rispetto al numeroso problema diffuso su scala nazionale, europeo e aggiungerei mondiale... Non potendo scriverle direttamente spero di cuore le arrivi questa mia... Un grido disperato di genitori legati ad un destino precario dei nostri figli per il resto dei nostri giorni.... Mi chiamo Angela Rancatore Aiutateci a sconfiggere il muro dell'indifferenza contro il quale i nostri bimbi autistici e noi genitori andiamo a sbattere ogni giorno, aiutateci a riconoscere che i nostri figli necessitano di trattamenti costosi che non sempre i genitori sono in grado di sostenere, aiutateci a non mollare e a non arrenderci. Condividete tutti l'appello partito da un genitore e sosteneteci pubblicando questa lettera. GRAZIE! Mi chiamo Monica Palmarini Caro Presidente, Lei è un padre e un nonno, le chiediamo solo di informarsi sul problema "autismo" e quando lo avrà fatto sono sicura che non resterà indifferente , farà qualcosa, perché solo con l'informazione si potrà capire quanto è vasto e completo il mondo dell'autismo e quanto dobbiamo muoverci per fermare gli sciacalli che hanno deciso di farne fonte di guadagno sulla disperazione delle famiglie che si sentono fru-
Newsletter 4/2010
Lodi, 6 aprile 2010
strate non sapendo come aiutare il proprio figlio. Sono bambini che vorrebbero dire che il mondo non li capisce, che ci amano e non riescono ad esprimerlo, che soffrono perché non capiscono gli stati d'animo dell'altro, loro che si sentono diversi e soli. Questo è solo l'appello di una madre che ha scoperto che il suo splendido bambino è nello spettro autistico. Grazie per la Sua attenzione. Mi chiamo Marianna Maraldi Sono una mamma di un ragazzino autistico di 15 anni. Combatto questa battaglia contro quel male oscuro che è l'autismo, in totale e completa solitudine. Sono separata da quasi 8 anni, perché il padre non ha mai accettato il fatto di non essere stata in grado di avergli dato un figlio "normale". E quel che è peggio non ne vuole proprio sapere (tanto meno per il lato economico). Ma a parte questo, sono qui per dire che si, sono stata abbandonata dai servizi, pur sapendo che sto vivendo in condizioni di disagio. In tutti questi anni ho atteso che tutte le promesse fatte dai servizi,tutte le belle parole ,si trasformassero in fatti, e invece il nulla. NIENTE TERAPIE… NIENTE RIABILITAZIONE… NIENTE LOGOPEDIA… NIENTE DI NIENTE di questo, di quello che è nei diritti delle persone disabili. Da poco più di un anno ho perso il lavoro, sono andata a chiedere aiuto in Comune, all'assistente sociale, alla USL , e come risposta alla mia richiesta (di aiuto) mi sono sentita dire che non potevano farci nulla. Quindi mio figlio ed io stiamo, ad oggi, sopravvivendo con i pochi risparmi accantonati e l'accompagnamento. Si lo grido forte....SONO STATA COMPLETAMENTE ABBANDONATA . Però ora dico basta.
Di autismo si può guarire. Forse questa mia dichiarazione si discosta dalle altre, ma è frutto dell'esperienza vissuta dalla mia famiglia. Mio figlio oggi ha 22 anni, si affaccia alla vita con la voglia di recuperare il tempo perduto: cerca amicizie, cultura, una fidanzata, un lavoro che mai troverà. La sua diagnosi risale al 1990 quando cercai il termine "autismo" sul vocabolario, informazioni e appoggi non erano diffusi come ora. In aggiunta, nel 2004 il papà scelse di rifarsi una vita lasciando questa casa. La visione del figlio sotto crisi psicotica per un farmaco sbagliato gli provocò il bisogno di fuggire anziché di soccorrerlo, non reggeva più le rinunce in termini economici (mamma impiegata e papà camionista hanno pagato per 17 anni la psicoterapia e le stimolazioni sensoriali); sentì il bisogno di vivere anche per sé stesso. Vi prego, andiamo avanti insieme e compatti in questa lotta, è un invito accorato prima che altre famiglie vengano distrutte dalle rinunce e dalla disperazione.
cordiali saluti
Angelo Luciani
Sono Elisabetta Pacciotti, mamma di Alessandro bambino autistico di 9 anni... leggendo lo sfogo di Marianna, mi sono rivista...
Padre di Matteo 8 anni e mezzo autistico, in controtendenza con gli altri genitori a mio figlio è stata data una soddisfacente assistenza multidisciplinare (ma si può e si deve fare di più, molto di più con ricerche e cure mirate) ma sono vicino a tutti i genitori che sono abbandonati dalle istituzioni e inorridisco al pensiero che ce ne siano così tanti. Valgono tanto poco le vite dei nostri figli, sono forse figli di un Dio minore? Il nostro paese si mobilita spendendo milioni di euro per aiutare, per carità è anche giusto, cataclismi di altri paesi e negano una qualsiasi forma di aiuto ad un cittadino Italiano. È questo che si definisce un paese civile? Noi genitori non chiediamo niente di più dei "nostri diritti e di quelli dei nostri figli". Per questo mi rivolgo a Lei, Sig. Presidente, affinché tutte la promesse fatteci fino ad ora non vadano disperse, ci aiuti a dare un futuro ai nostri figli e a non farci vivere nell'angoscia di non sapere quale vita avranno dopo di noi!
La sua storia e la solitudine, l'abbandono del padre del ragazzo... è stata anche la mia storia... Anch'io ho chiesto aiuto a centri riabilitativi, dove c'erano liste d'attesa infinite... e quando è così ci si sente morire dentro perché solo chi vive l'autismo in prima persona sa che ogni giorno che passa è un giorno di speranza annullato per loro e per noi!!! Cara Marianna io nella mia disperazione ho fatto un passo da matta... se vogliamo metterla così... ho fatto appello al tribunale dei minori... e questo è un tuo diritto e l'assistente sociale con cui hai parlato lo deve sapere e dovrebbe supportarti in questo stato di disagio... In breve tempo i diritti di mio figlio come per incanto sono venuti fuori... terapie assistenza domiciliare e nuoto....nn avere paura...affronta questo percorso e dai voce a ciò che è di diritto tuo e del tuo angelo!!!ti abbraccio e ti sono vicina!! Cordiali saluti Adele Adani
Resp: prof. Paolo Latella email: lodi.scuolaidv@gmail.com
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Nuove superiori spuntano le classi di concorso “atipiche” anti-soprannumerari nuare ad essere utilizzate le attuali classi di concorso: la complessità delle procedure, a fronte dei pochi mesi rimasti prima della loro attuazione, avrebbero convinto viale Trastevere a rinviare la definizione delle nuove classi concorsuali al 2011. Significativo, in tal senso, che le bozze di ―confluenza‖ delle attuali classi e le nuovi siano ancora provvisorie.
Un insegnante di ruolo potrà accedere a più classi di concorso: l‘assegnazione potrà essere decisa dall‘istituto. Le ore da decurtare in II, III e IV verranno saranno invece stabilite dal Miur. Resi noti i pensionamenti: in tutto 25.000. Un disavanzo rispetto ai tagli di 15.000 unità. Che fa paura.
Nel frattempo accadrà che molti insegnamenti saranno definiti "atipici": ciò consentirà, soprattutto in vista dei soprannumerari che la riforma genererà sin da subito all‘interno di ogni istituto superiore, ad un insegnante di un disciplina di accedere a più classi di concorso. Un esempio classico, in questo senso, è quello dei docenti di trattamento testi, afferenti alle classi di concorso 75/A e 76/A, negli istituti tecnici e professionali: essendo la classe da anni in ―sofferenza‖ ed in previsione del fatto che la riforma accentuerà questa tendenza, il Miur ha stabilito che gli abilitati in queste materie possano accedere all‘insegnamento dell‘informatica (prevista nel nuovo biennio delle superiori).
spesso hanno determinato contenzioso e discrezionalità‖. Ed anche la Gilda è stata molto critica: ―regna ancora – ha detto il leader Rino Di Meglio - il caos totale sul futuro del secondo ciclo di istruzione: non si sa quali saranno i nuovi corsi riformati, quante le ore di lezione, quanti docenti saranno impiegati e quali programmi verranno adottati. E nel frattempo la prossima riunione è stata fissata per il 31 marzo, forse per lo scambio degli auguri pasquali‖. Per quanto riguarda la decurtazione oraria nelle II, III e IV dei Tecnici (che da 34 scenderanno a 32 ore) e nelle II e III dei Professionali (ridotte da 36 a 34), dal Ministero è stato chiarito che gli istituti non dovranno far nulla: sarà lo stesso Miur a comunicare, probabilmente con la circolare sugli organici, anche se i sindacati premono per una nota immediata, le materie dove i dirigenti dovranno mettere mano tagliando un‘ora settimanale (come previsto dai regolamenti attuativi non verranno comunque toccate le materie fino a tre ore settimanali). Durante l‘incontro il Miur ha fornito un po‘ di numeri definitivi: i pensionamenti del prossimo anno saranno 5.812 Ata e 19.655 docenti (di cui circa 1.000 conseguenti al pensionamento forzoso del personale con 40 anni di contribuzione). Una quantità inferiore, di circa 15.000 unità, ai posti che spariranno per effetto della Legge 133/08 - 25.600 docenti e 15.256 Ata - e che quindi, ha concluso amaramente la Cisl Scuola, ―non è in grado di compensare i ‗tagli‘ programmati per il prossimo anno‖. Per i precari si annuncia un‘altra annata di passione.
Continua il polemico tam tam dei sindacati contro la prova di ―forza‖ del ministero dell‘Istruzione di introdurre la riforma delle superiori già dal prossimo anno scolastico: stavolta lo sconcerto è giunto durante l‘ultimo incontro tenuto al Miur specificatamente per avere chiarimenti sull'organico dei docenti e sui provvediL‘ultima parola, su quale materia assementi attuativi dei nuovi regolamenti della gnare il docente senza più cattedra, scuola secondaria. spetterà al singolo istituto. La decisione del Miur non ha trovato d‘accordo La prima notizia, sinora non prevista, è che la Flc-Cgil, secondo cui ―le "atipicità" anche nelle prime classi, per le quali entre- sono già state adottate negli scorsi Fonte: Tecnica della scuola rà in vigore la riforma, dovrebbero conti- anni per vari indirizzi sperimentali e di A.G. Pagina 18
Lodi, 6 aprile 2010
Newsletter n.4/2010
Incontro Miur - Organico docenti 2010/2011 Confermata la riduzione di 25.600 posti
a cura di Uil Scuola
Uil: "Un mix di tagli e gestione tutta burocratica rischia di minare la qualità della scuola. Si interviene con tagli lineari e, anziché operare per la riqualificazione della spesa, si insiste con una gestione tutta burocratica. Occorre, invece, fotografare la situazione reale e, su quella base, determinare il bisogno effettivo di organico". Il giorno 31 marzo si sono svolti due incontri tra il Miur e le organizzazioni sindacali: nel primo è proseguita l‘informativa sugli organici del personale docente per l‘anno scolastico 2010/11, nel secondo è stata data un‘informativa sul piano di formazione di lingua inglese per gli insegnanti di scuola primaria. Per la UIL scuola ha partecipato Pasquale Proietti. Organici L‘amministrazione ha illustrato una bozza di circolare che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti nei prossimi incontri. L‘amministrazione intende definire la consistenza degli organici in attuazione di quanto stabilito dall‘art. 64 della Legge 133/08 che, per l‘anno scolastico 2010/11, comporterà una riduzione complessiva di organico di 25.600 unità di personale docente. La riduzione che l‘amministrazione intende realizzare, anche tenendo conto dell‘andamento della previsione degli alunni, comporterà una contrazione di organico di circa 8.700 unità nella scuola primaria, di circa 3.700 nella scuola secondaria di primo grado e di circa 13.750 nella secondaria di secondo grado. Per tale intervento l‘amministrazione, oltre a tener conto dell‘andamento degli alunni, agirà sull‘innalzamento del rapporto alunni/classi, sul dimensionamento della rete scolastica e sul riordino dei cicli di studio. Nella scuola dell‘infanzia è previsto il consolidamento dell‘organico di fatto dell‘anno scolastico in corso che prevede un incremento nel diritto di 560 posti. Per quanto riguarda il sostegno verrà recepita la sentenza della Corte Costituzionale, del 22 febbraio scorso, che abroga i limiti del tetto massimo complessivo di organico previsto dalla Legge 244/07. Sempre per il sostegno verrà confermato l‘incremento triennale dell‘organico di diritto, previsto dalla stessa legge, che verrà
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Lodi, 6 aprile 2010
determinato in 63.348 unità. Rispetto alla riduzione complessiva dell‘organico l‘amministrazione è orientata ad agire in parte anche nel fatto. Su un totale di 25.600 posti 22.000 verrebbero ridotti in organico di diritto e 3.600 in quello di fatto. Nella scuola primaria, nelle classi prime e seconde, il tempo scuola verrà definito in 24, 27 e fino a 30 ore. Le classi successive alla seconda continueranno a funzionare secondo gli orari attualmente previsti di 27 e 30 ore. Le ore di insegnamento residuate dall‘istituzione di classi con 24 ore e dalla presenza aggiuntiva di docenti specialisti per l‘insegnamento di lingua inglese e della religione cattolica potranno essere impiegate per l‘ampliamento dell‘offerta formativa della scuola. Nella scuola secondaria di 1°grado l‘unica novità rispetto all‘anno scolastico in corso riguarda la riconduzione anche della terza classe a tempo prolungato all‘orario già previsto dal DM 37/09 per le prime e le seconde classi (copertura di 38/40 ore). Nella scuola secondaria di 2° grado per la determinazione delle classi e dei posti l‘amministrazione farà riferimento sia ai regolamenti relativi al riordino del 2° ciclo che al decreto, in via di emanazione, che dovrà regolare le riduzione delle ore di insegnamento delle classi II, III e IV degli istituti tecnici e professionali.
L‘amministrazione ha anche ribadito che le cattedre costituite con orario inferiore all‘orario obbligatorio d‘insegnamento dovranno essere ricondotte a 18 ore, salvaguardando l‘unitarietà dell‘insegnamento. La circolare sugli organici, ad avviso dell‘amministrazione, dovrà contenere anche i riferimenti alle attuali classi di concorso su cui confluiranno automaticamente le discipline relative al primo anno di corso degli istituti di secondo grado interessati al riordino (vedere comunicato del 16 marzo). La UIL, ha rappresentato una netta contrarietà alla possibilità, rappresentata dall‘amministrazione, di costituire cattedre con orario superiore a 18 ore, a meno che ciò non sia finalizzato alla salvaguardia della titolarità. La UIL, infine, ha manifestato netto dissenso sul modo tutto burocratico con cui l‘amministrazione continua a procedere nella gestione dell‘organico. Anziché operare per la riqualificazione della spesa, attraverso l‘eliminazione degli sprechi, procede con ―tetti‖ predeterminati senza dare garanzie del rispetto delle norme sul numero degli alunni per classe e della qualità del servizio. Per la UIL, per far funzionare la scuola, occorre fotografare la situazione reale e, su quella base, determinare il bisogno effettivo di organico.. Foto: http://www.anitadigiuseppe.it/joomla/images/stories/gel mini%203dc.jpg
Resp: prof. Paolo Latella email: lodi.scuolaidv@gmail.com
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A scuola da Jafar a cura di Carlo Bertani un‘assistente sociale, s‘organizza l‘orgia solo perché si è lontani dalla famiglia, ecc – tous va bien, c‘est habituel. Quello che invece non torna è l‘atteggiamento del Nanus Primus dal cavo orale assistito, il quale va a tirar fuori addirittura ―l‘interpretazione autentica‖ di una norma del 1968. Stiamo proprio riflettendo su questa ―autenticità‖ quando, sullo schermo, transita Jafar che è stato chiamato dal Sultano per rispondere della (presunta) esecuzione di Aladin.
E‘ un bel lusso essere nonni, non tutti – oggi – riescono a diventarlo: sarà che si diventa oramai padri a 50 e più anni, che i figli si sposano tardi…insomma, diventare nonni – nell‘era globalizzata – è diventato un miraggio. Soprattutto, esserlo senza essere confinati in un letto e dunque di peso per i figli affaccendati in mille lavori e lavoretti: giovani che s‘arrabattano e s‘affannano per portare a casa un salario da fame. Un altro bel regalo della globalizzazione. Fra i privilegi dell‘esser nonni, c‘è quello di rivedere i vecchi cartoni che, quando s‘era genitori, o non esistevano oppure (più frequente) non s‘aveva il tempo di seguire insieme ai figli (i quali, alla prima occasione, te lo fanno notare con un pizzico di sarcasmo). La ―nonnità‖ è quindi un privilegio, anche se chi scrive è un nonno che ancora lavora, ma impegnando poco di se stesso: il minimo indispensabile, quello richiesto dai ―brunettiani‖ per non essere tacciato di ―fannulloneria‖. Perché? Poiché, quando si è nonni, s‘inizia a percepire il tramonto della vita, quello che le tradizione colte del Pianeta (quella dell‘India, ad esempio) riservavano all‘anziano per prepararsi all‘ultimo passaggio. Noi, invece – schiavizzati dalla cultura del ―giovani sempre‖, per fornire ―un‘occasione di consumo‖ alla finanza anche quando non ce ne sarebbe più bisogno – posticipiamo l‘età della pensione inviando, contemporaneamente, nell‘etere messaggi subliminali: vecchi/giovani che saltano staccionate, s‘inerpicano su ripidi pendii, giocano a calcio perdendo nelle azioni più concitate non la palla, bensì il libretto della pensione. Ci sembra, tutto sommato, un mondo alla rovescia, dove chi dovrebbe decidere se ha meno di 70 anni non viene nemmeno preso in considerazione, mentre se ne ha solo (!) 40 riceve pacche
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sulle spalle ed inviti a ―pazientare‖. Verrà il tuo momento, credimi, quando sarai così bacucco che nemmeno più il Viagra ti salverà: sai che consolazione… Lasciamo queste riflessioni ad altri lidi, ad altri articoli, perché – proprio mentre stavamo rivedendo ―Aladin‖ con il nipotino al fianco – siamo stati colti da una folgorazione della logica, un‘Epifania della sintesi politica, un‘illuminazione sui tempi che stiamo vivendo. A dire il vero, tutta la vicenda di Alfredo Milioni, dei suoi panini, delle telefonate, delle ―assistenti del cavo orale‖ catapultate in politica[1], più che farci inorridire ci fa ridere. E di gusto. Com‘è possibile che, una paperotta che ti lava i denti la sera (ma perché il Pelatone non se li lava da solo?), diventi degna di uno scranno in politica? Per fare cosa? Il ministro della sanità orale? Mah… Giustamente, il Web ha incoronato Alfredo Milioni come l‘icona del suo tempo: uno sfaccendato che ammette d‘esser entrato in politica solo per non guidare più gli autobus, è ―nel personaggio‖ se si dimentica delle liste da consegnare per mangiare un panino con la porchetta. Oppure, pressato da troppe telefonate – scrivi, cancella, riscrivi, ri-cancella, sovrapponi un nome… – alla fine il buon Alfredo sbotta: ma andatevela a piglià…vado a mangiare un panino con la porchetta…li mortacci vostri… Nel miglior stile di Albertone: non fa una grinza. Stante la consueta normalità della vicenda, nel panorama della politica ―alla Cosimo Mele‖ – la coca non è coca se è la coca di un politico, la squinzia un po‘ escort è solo
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La situazione ci appare subito comica: anche sullo schermo c‘è un vecchietto che abita nel Palazzo più alto, sul ―colle‖ di Aqaba e che, ad onor del vero, non sembra tanto sveglio. Anzi. E c‘è Jafar. Quel che incuriosisce è che, per giustificare la richiesta del Sultano sulla repentina esecuzione, Jafar sostiene che è stato il Sultano stesso a chiedergli di far rispettare l‘ordine ad Aqaba, e così lui ha fatto. Ha dunque ―interpretato‖ le volontà del Sultano. Le interpretazioni più comuni nel Diritto sono tre: letterale, logica e teleologica. La prima non necessita di spiegazioni – è quella per la quale vale la più comune accezione dei termini e delle frasi, con il rischio che se rubi una banca od una mela sia la stessa cosa – la seconda è la più comune, che si affida al buon senso del magistrato, ossia alla correlazione della norma con la vicenda sotto esame. La terza riguarda principalmente l‘interpretazione della norma alla luce dello scorrere del tempo. C‘è poi l‘interpretazione ―autentica‖, che sembra più che altro la figlia di un Dio minore. Jafar non applica nessuna delle tre interpretazioni, giacché non tutti i crimini sono puniti con la repentina decapitazione (letterale), tanto meno cerca di correlare il crimine di Aladin con la pena (logica), mentre ad Aqaba il tempo non scorre, e quindi non può esistere interpretazione teleologica. sede in fase di prima applicazione in presenza della relativa disponibilità del posto[2]. segue al link: http://carlobertani.blogspot.com/2010/ 03/scuola-da-jafar.html
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Aprea: "Entro settembre cambiamo formazione iniziale e reclutamento dei docenti" Un altro argomento strategico sul quale si sofferma la Aprea nell'intervista al mensile Tuttoscuola è quello dello stato giuridico, sul quale la scorsa estate si è registrato un inaspettato stop da parte della Lega. La rappresentante del Pdl schiaccia l'acceleratore anche su questo fronte: "La Proposta di legge da me presentata all'inizio della Legislatura e le Proposte di leggi abbinate hanno come focus una nuova governance della scuola, di cui lo stato giuridico dei docenti, nuove forme di sviluppo professionale e nuove modalità di reclutamento costituiscono corollari imprescindibili perché i nuovi modelli organizzativi e gestionali delle scuole autonome siano realmente 'sussidiari' e di qualità. Sono certa che presto riprenderemo a discutere in Commissione questi temi e a ricercare un'intesa". Sui tempi per l'introduzione di questa novità, che includerà novità come i Consigli di amministrazione e gli albi professionali dei docenti, il deputato della maggioranza prospetta l'anno scolastico 2010-11: "A breve - afferma Aprea - giungerà in commissione il regolamento sulla formazione iniziale dei docenti, e si porrà contestualmente il tema del reclutamento attraverso albi professionali regionali e concorsi regionali banditi dalle reti di scuole, come da raccomandazione OCSE. Per questo, e anche per offrire con l'inizio del prossimo anno scolastico alle scuole strumenti organizzativi più flessibili di accompagnamento e sostegno alla riforma delle superiori, credo che già dalla prossima primavera si possa riprendere il dibattito politico e istituzionale su questi aspetti".
Passaggi ai profili superiori del personale ATA: attivate le funzioni on-line per la presentazione della domanda >> Il bando, gli allegati e la nostra scheda di lettura << Sono state attivate il 25 marzo le funzioni on-line per la presentazione delle domande di partecipazione alle procedure selettive per i passaggi ai profili superiori del personale ATA. La domanda deve essere presentata, attraverso le istanze on-line, del Miur entro il 13 aprile 2010. Per poter accedere alle istanze on-line è necessario aver effettuato la registrazione alle stesse con le modalità che sono reperibili sul sito del Miur e nella nostra guida. Ricordiamo che la domanda è relativa solo alla richiesta di partecipazione alle procedure, mentre la dichiarazione dei titoli e dei crediti avverrà dal 28 aprile al 17 maggio 2010 come precisato nella nota 2687/10.
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Resp: prof. Paolo Latella email: lodi.scuolaidv@gmail.com
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Italia dei Valori - Lodi Coordinamento Provinciale Sede Legale e Operativa: Via Strepponi, 20 – 26900 Lodi Tel/Fax: 0371.030042 info@italiadeivalorilodi.it
Il responsabile del Gruppo Tematico Paolo Latella sarà disponibile c/o la sede dell'Italia dei Valori di via G. Strepponi 20 a Lodi per appuntamento il giovedì dalle 16 alle 18. E’ possibile contattare il Gruppo Tematico telefonicamente: Paolo Latella: il lunedì mercoledì e venerdì dalle 15 alle 17 ai n. 3477658926 oppure al n. 3386389450 email: paolo.latella@alice.it Maurizio Carelli: telefonando tutti i pomeriggi al n. 3803062137 email: crlmrz@gmail.com
Realizzazione grafica Prof. Paolo Latella
Renata Valente: email: rvalente@alice.it
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NEWS DAL MONDO DELLA SCUOLA PUBBLICA
Cari colleghi e amici, i prossimi mesi saranno decisivi per il futuro della categoria e per la nostra professione nella scuola riformata. La segreteria del Coordinamento Nazionale dei Docenti di Laboratorio ha ritenuto di attivare nuovi canali di comunicazione per migliorare e rendere più attiva la partecipazione di TUTTI i colleghi. È arrivato il momento che ciascuno di noi sia protagonista e si renda disponibile, per quello che può, alla partecipazione all‘attività del Coordinamento. All‘interno dell‘area di discussione troveremo le forme e le modalità per strutturarci e seguire nel miglior modo possibile le varie problematiche delle 52 diverse classi di concorso dell‘ attuale tabella C. Al gruppo chiuso, che abbiamo attivato, possono partecipare solo i colleghi Docenti Tecnico Pratici e nei casi dubbi di identità si procederà a una verifica via mail istituzionale (????@istruzione.it ). È arrivato il momento di dare il nostro contributo fattivo, diamoci da fare, dimostriamo che siamo in grado di mobilitare l’intera categoria.
…più SIAMO più CONTIAMO !!! clicca sul logo per richiedere l'iscrizione al gruppo Caro/a collega, per poter attivare la tua iscrizione al gruppo su facebook, che è un gruppo chiuso, oltre all’iscrizione su facebook, sei pregato/a di inviare attraverso il tuo account di nome.cognome@istruzione.it una richiesta all’indirizzo: itp@coordinamentoitp.it contenente i seguenti dati: Nome Cognome Scuola Città Telefono Classe di concorso (sia come codice che per esteso) (es. C240 - Laboratorio di Chimica) Ciò è necessario per evitare, nel nostro interesse, la partecipazione di persone inopportune. In attesa ti salutiamo Coordinamento Nazionale Docenti di Laboratorio