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giugno 2012 anno 14 allegato al n. 138
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ESCURSIONI< ITINERARI & BALCONI PERCORSI STRUTTURATI E CAMMINATE PANORAMICHE IN PROVINCIA DI CUNEO
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erché non organizzare una vacanza trekking lungo gli itinerari strutturati che percorrono le valli alpine della provincia? Oppure perché non godere di panorami mozzafiato raggiungibili con escursioni alla portata di tutti? Una guida alle camminate nel nostro territorio, con alcune interessanti proposte che sconfinano in Francia e verso il mare. g
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PO_VARAITA_MAIRA_GRANA_STURA_GESSO_VERMENAGNA_PESIO E MONREGALESI_LANGA E TANARO
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ITINERARI ESCURSIONISTICI L’ESCURSIONISMO: UNA RISORSA TURISTICA PER LA PROVINCIA DI CUNEO Da diversi anni la richiesta di nuove mete alternative al turismo di massa è in costante crescita. Una delle destinazioni che in questo periodo è stata “riscoperta” è la montagna, luogo che ha subito una serie di grandi mutazioni in termini di frequentazione e fruizione. Se da una parte infatti si è ridotta la sua funzione di residenza, con notevoli problemi legati allo spopolamento, dall’altra si è anche superata l’immagine elitaria di ambiente riservato a alpinisti professionisti per diventare sempre più contesto adatto anche a chi si avvicina al mondo del trekking e delle passeggiate in quota per la prima volta. Un luogo dove nutrire il corpo e lo spirito con aria pura, paesaggi maestosi e natura incontaminata. Per agevolare questa transizione, proponendo attività escursionistiche alla portata dei più, da tempo si lavora alla creazione di itinerari strutturati su percorsi intorno a vette o lungo sentieri di valle alla scoperta di particolarità storiche, culturali e
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Fonds européen de développement régional Fondo europeo di sviluppo regionale
Programme alcotra 2007-2013 Ensemble par delà les frontières Programma Alcotra 2007-2013 Insieme oltre i confini
ambientali. Un’abitudine, quella di percorrere i sentieri intorno a luoghi di interesse paesaggistico, che ha radici lontane: la prima esperienza documentata di questo tipo risale al 1839 e si svolse proprio in provincia di Cuneo, più in particolare intorno al Monviso. Un primato di questo territorio, che si affianca agli altri riconoscimenti nell’ambito della montagna e dei suoi sport: non è un caso che proprio qui si siano poste le basi per la fondazione del Club Alpino Italiano, ente di riferimento per chi fa della montagna il suo luogo di elezione. A questa “seconda vita” dell’ambiente alpino si è affiancata con una parabola similare anche l’area collinare, a sua volta scenario di notevole bellezza e ricco di suggestioni ambientali. La Provincia di Cuneo lavora ormai da molto tempo, in sinergia con la Regione Piemonte, le Comunità Montane, i Parchi, le Unioni Collinari e gli Ecomusei del territorio per valorizzare questa importante risorsa turistica: ben tredici valli e un’ampia porzione collinare costituiscono, con la loro riserva pressoché illimitata di escursioni, itinerari e gite, un bacino turistico di primaria importanza. Da non trascurare, infine, il fatto che in questo territorio esiste una fitta rete di strutture ricettive prettamente destinate a chi fa del turismo escursionistico la propria tipologia di vacanza: strutture che vivono una costante crescita e un ampliamento costante dei servizi proposti, dai punti tappa dislocati in borgate alpine dal fascino caratteristico ai bivacchi in alta quota passando per i rifugi alpini, vere e proprie sentinelle delle Alpi che in estate sono attraversate da numerosissimi escursionisti consapevoli di questa ricchezza del territorio.
L’Assessore al Turismo Pietro Blengini
Il Presidente della Provincia Gianna Gancia
Medaglia d'oro al Valore Civile
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SOMMARIO g VALLE PO
pag. 6/7 g VALLE VARAITA
pag. 8/11 g VALLE MAIRA
pag. 12/15
ITINERARI STRUTTURATI, ESCURSIONI A BALCONE, VARIANTI E PROLUNGAMENTI DEL PERCORSO IN NOVE AREE ALPINE DELLA PROVINCIA, DUE SCONFINAMENTI IN FRANCIA, NOTIZIE E CURIOSITÀ PER ORGANIZZARE L’ESTATE IN QUOTA SUI SENTIERI DELLA PROVINCIA DI CUNEO. PIÙ DI 60.000 METRI DI DISLIVELLO POSITIVO SUDDIVISI IN QUASI CENTO TAPPE GIORNALIERE.
g VALLE GRANA
pag. 16/17 g VALLE STURA
pag. 18/19 g DUE PASSI IN FRANCIA
pag. 20/21 g VALLE GESSO
pag. 22/23 g VALLE VERMENAGNA
pag. 24/25 g VERSO IL MARE
pag. 26/27 g VALLI PESIO E
MONREGALESI pag. 28/29 g LANGHE E VALLE TANARO pag. 30/31
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orse non tutti sanno che in provincia di Cuneo esistono una quindicina di itinerari escursionistici a tappe interamente strutturati e segnalati, con punti tappa dislocati sul territorio in grado di costituire una valida proposta turistica per gli amanti dell’escursionismo. Ad essi si affiancano i tracciati della Via Alpina e della Grande Traversata delle Alpi che abbracciano l’intero arco della catena alpina. Sono sempre più numerose le persone che scelgono di trascorrere parte delle vacanze estive immerse nella quiete della montagna, lontano dalla folla e a contatto con la natura. Un successo testimoniato anche dal numero di strutture ricettive che
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si rivolgono specificatamente a questo pubblico: un centinaio in totale tra rifugi alpini, bivacchi, punti tappa, rifugi escursionistici e rifugi non gestiti sostengono chi sceglie di compiere il viaggio attraverso e sulle Alpi. In questa edizione dello speciale escursioni proponiamo una panoramica su questi percorsi strutturati, anche in considerazione del fatto che proprio in queste settimane la Provincia di Cuneo ha realizzato e distribuito presso tutti gli uffici turistici del territorio e le sedi CAI un opuscolo in cui vengono descritti tappa per tappa i principali itinerari. Per ciascuna valle, uno o più itinerari strutturati e una escursione “balcone”, scelta per
il panorama che permette di abbracciare o per la meta che costituisce un punto di osservazione particolarmente privilegiato. Inoltre, all’escursione abbiamo affiancato una variante o una proposta per prolungare il cammino. Non mancano piccoli spunti per approfondire cultura e geografia dei luoghi descritti; una cartina riassuntiva di valle permette di contestualizzare le proposte escursionistiche al territorio, percependone a grandi linee l’estensione. Inoltre, la proposta si amplia con uno sguardo oltre confine attraverso i due principali valichi della provincia: suggerimenti e proposte di camminate al di là del colle della Maddalena e del colle di Tenda.
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VALLE PO C.le delle Traversette Pian del Re
M.Viso
INTORNO AL RE DI PIETRA
DA PIAN DEL RE AL COLLE TRAVERSETTE
Intorno al Re di Pietra IL GIRO DEL MONVISO
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 3 DISLIVELLO IN SALITA 2.380m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB no DIFFICOLTÀ E RIFERIMENTO Com. Mont. Valli del Monviso
Il più antico itinerario di più giorni intorno a una cima, nonché uno dei uno dei più spettacolari e frequentati trekking delle Alpi Occidentali: questo è il Giro del Monviso. Venne effettuato per la prima volta nel luglio del 1839 da James David Forbes, professore di filosofia naturale all'Università di Edimburgo. Il Monviso con i suoi 3.841m è ovviamente grande protagonista, ma è riduttivo pensare che il fascino di questo trekking sia dovuto solo alla presenza del Re di Pietra. Uno dei suoi punti di forza è la straordinaria varietà degli ambienti attraverso i quali si snoda, che appartengono a ben tre valli (Po, Varaita e Guil): si spazia dai magnifici specchi d’acqua dellalta valle Po ai laghetti del vallone delle Giargiatte, dai pini cembri del bosco dell’Alevè in valle Varaita al passaggio nel Buco di Viso, il primo tunnel delle Alpi aperto sul finire del Quattrocento. Tutto questo con dislivelli quasi sempre
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IL SENTIERO DEL POSTINO
modesti e senza mai perdere quota: dai 2.000m di Pian del Re si scende una sola volta a 1.937m, e con un’appagante camminata in quota si scavalcano colli tra i 2.655m del Colle dei Viso e i 2.947m del Colle delle Traversette. Grazie alla presenza di ben cinque rifugi intorno al Gigante delle Cozie è oggi possibile affrontare il Giro del Monviso secondo la propria preparazione e in base al tempo a disposizione: si va infatti dagli itinerari di 2 giorni a quelli di 4-5 giorni, adatti alle famiglie. Il Giro del Monviso “classico” prevede tre tappe con partenza e arrivo al pian del Re in valle Po e la sosta ai rifugi Quintino Sella e Vallanta. È possibile affrontarlo anche partendo dalla valle Varaita o dalla francese valle del Guil.
Da Pian del Re al colle Traversette ESCURSIONE DISLIVELLO IN SALITA 930m QUOTA PARTENZA 2.020m QUOTA ARRIVO 2.950m TEMPO DI SALITA 3h 30’ TEMPO DI PERCORRENZA 6h’ DIFFICOLTÀ EE PARTENZA DA pian del Re, Crissolo
L’itinerario parte da Pian del Re, dove s’imbocca la comoda mulattiera indicata come V16 portandosi oltre il rio e ignorando la deviazione per il colle della Gianna. Trascurando il sentiero per il Lago Superiore si sale
fino a raggiungere un ampio valloncello sul fondo del quale si stacca a quota 2.250m il sentiero V19 che conduce al Rifugio Vitale Giacoletti. A questo punto si procede sempre sulla mulattiera che prosegue verso Nord e sale con pendenza costante e tornanti fino a raggiungere la conca pascoliva del Pian Armoine. Dopo aver lasciato la diramazione V20 per l’omonimo colle, a quota 2.480m, il marcato sentiero procede piegando verso Sud-Ovest per raggiungere la base dello sperone meridionale del Monte Meidassa. La salita diventa ora più ripida e volge verso Nord andando, con stretti tornanti, a raggiungere il bivio con il sentiero V21, anche denominato Sentiero del Postino, che porta al rifugio Giacoletti. Si prosegue ancora nella conca detritica fino a portarsi al poggio che chiude a levante il Pian Mait, punto di osservazione assai panoramico sul versante settentrionale del Monviso. Superati alcuni ruderi il sentiero si allarga nella conca in direzione NordOvest e poi s’inerpica nuovamente sul pendio di sfasciumi per raggiungere una casermetta militare che aveva funzioni di difesa del colle. Nei pressi della casermetta si trova il bivio per il passo di Luisas. Proseguendo sul sentiero che sale con serpentine alle spalle della costruzione ci si porta in direzione dell’incombente cresta rocciosa dello spartiacque che segna anche il confine italo-francese. Qui
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una breve diramazione a destra permette di raggiungere l’ingresso del tunnel del Buco di Viso, che in assenza di neve è possibile attraversare con torcia elettrica. Per raggiungere il colle delle Traversette è invece necessario continuare sulla traccia marcata con segnavia V16, la quale prosegue verso sinistra inerpicandosi sul costone proteso sul sottostante Pian Mait; con una faticosa e ripida salita tra detriti si va a sbucare sul balcone panoramico del colle delle Traversette. L’itinerario di ritorno si compie lungo quello di andata.
Il sentiero del Postino
SULLE VIE DI OSTANA
VARIANTE/PROLUNGAMENTO DISLIVELLO IN SALITA QUOTA PARTENZA QUOTA ARRIVO TEMPO DI SALITA TEMPO DI PERCORRENZA DIFFICOLTÀ PARTENZA DA
240m 2.250m 2.740m 2h 40’ dal bivio 4h dal bivio EE bivio V16-V21
Dal bivio tra il sentiero per il colle delle Traversette e la traccia V21, a quota 2.550m, s’imbocca quest’ultima diramazione denominata Sentiero del Postino. Con attenzione si supera la pietraia del Colour Bianco e si va a tagliare orizzontalmente il versante orientale di Punta Venezia; passando lungo la cengia erbosa si raggiunge il bivio con il sentiero che sale dal pian del Re. Proseguendo lungo un canalone detritico, che spesso a primavera inoltrata presenta ancora estesi nevai, si sale di circa 200m per raggiungere il rifugio Giacoletti che sorge poco distante dal colle di Losas. Il Sentiero del Postino fu creato per collegare le costruzioni militari del colle di Losas con quelle sotto il colle delle Traversette. Dal rifugio Giacoletti è possibile scendere al pian del Re lungo il tracciato V17, un percorso assai suggestivo che va a toccare alcuni dei più bei laghetti di origine glaciale del gruppo del Viso.
UNA CARTINA PER SCOPRIRE LE ESCURSIONI NELLA MEDIA VALLE PO Se la conquista della testa della valle, con le sue cime e le sue escursioni, riempie sempre di soddisfazione, non sono tuttavia da trascurare gli itinerari che hanno inizio da località intermedie. Come quelle che partono da Ostana, uno dei “borghi più belli d’Italia”, panoramicamente affacciato sul Monviso. Qui la rete di sentieri è in ottimo stato di conservazione grazie alla costante attività di pulizia ed è in fase di pubblicazione una cartina che offre precise indicazioni sulla percorrenza dei sentieri e sull’accesso alle falesie di arrampicata. Tutti gli itinerari, da una a quattro ore di percorrenza, sono segnalati; la
Mangiare e
Dormire e
Attività
posizione sul versante solatio e la quota relativamente bassa consentono di fruire di questi percorsi anche fuori dalla stagione “di punta”: in particolare l’autunno è un periodo consigliatissimo. Due le proposte suggerite a chi voglia iniziare a conoscere questa zona: l’itinerario che da borgata Villa conduce fino alla conca di Ciampagna e poi a Croce del Serre e pian della Charm, per ridiscendere sul versante opposto lungo il sentiero che porta alla panoramica chiesa di San Nicolao, attraverso borgate restaurate con eleganza. Una vera escursione balcone è invece quella che da pian della Charm raggiunge la vetta di punta Ostanetta tramite il sentiero del colle Bernardo, con successiva discesa tramite il sentiero del colle del Vallone.
Piatti tipici della cucina Il ristorante propone differenti menú di piatti tipici della cucina piemonteseche e piemontese e occitana occitana che seguono lo scorrere delle seguono scorrere stagioni, chelo esaltano i sapori delle dei prodotti locali e che prestano attenzione stagioni e che esaltano al modo in cui vengono coltivati i sapori dei prodotti locali Camere dotate di ogni Il rifugio offre camere dotate di ogni confort per garantire agli ospiti comfort, un’accoglienza un'accoglienza calorosa e rilassante che soddisfi e le esigenze di tutti, che calorosa rilassante coppie, gruppi d'amici, famiglie. soddisfa le esigenze di tutti Escursionismo, mountain Ostana si trova in un posizione bike, sci alpinismo, strategica per cimentarsi in differenti attività: escursionismo, mountain bike, racchette da neve, sci alpinismo, racchette da neve, arrampicata, arrampicata, attivitàattività con guida con alpina. guida alpina
OSTANA(CN)_info@rifugiogalaberna.com_T.0175940310
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VALLE VARAITA Chianale Pontechianale Casteldelfino Bellino Elva
C. di Sampeyre
C. della Ciabra Lemma C. di Valmala
SU E GIÙ PER LA VALLE
BORGATE DEGLI ESCARTONS
Su e giù per la valle Varaita IL VALLE VARAITA TREKKING
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 12 DISLIVELLO IN SALITA 7.490m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB in parte DIFFICOLTÀ E RIFERIMENTO Com. Mont. Valli del Monviso
Il Valle Varaita Trekking è un itinerario di recente istituzione articolato in dodici tappe che permettono di assaporare al meglio storia, natura e cultura della valle. Fortemente voluto dalla Comunità Montana Valli del Monviso e da una serie di enti e appassionati del territorio, il trekking coinvolge l’intera valle, con partenza da Verzuolo, salita sul versante esposto a Sud e discesa sul versante
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LEMMA-CIABRA
CIABRA-CHIANALE
opposto fino a raggiungere Costigliole Saluzzo. Da segnalare che è stato anche individuato un tracciato in quota, pensato per escursionisti esperti. L’itinerario offre dunque l’opportunità di conoscere la valle in tutte le sue diverse sfaccettature. La media e bassa valle, ideali per le mezze stagioni, sono caratterizzate da tappe che rievocano le memorie della lotta partigiana o riportano alla vita borgate sparse e nascoste dai boschi di castagno. La parte alta, perfetta per l’estate con le sue escursioni ad alta quota, non è da meno dal punto di vista culturale: si pensi ad esempio alle meridiane di Bellino e alla borgata Chianale, un vero e proprio gioiellino. Il valore aggiunto di questo itinerario è quindi l’aspetto culturale di alto profilo che va ad affiancarsi a tappe notevoli per la fauna e la flora
che le caratterizzano. E per chi non può fare a meno di buttare un occhio alla tavola i vini delle colline saluzzesi, le celebri raviolàs, il Toumin dal Mel, l’albicocca tonda di Costigliole Saluzzo non possono che costituire un ulteriore motivo di richiamo.
Tra le borgate degli Escartons IL GIRO DELLA CASTELLATA
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 4 DISLIVELLO IN SALITA 3.590m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB no DIFFICOLTÀ E RIFERIMENTO Com. Mont. Valli del Monviso
Il Giro della Castellata è un itinerario che si snoda nell’alta valle Varaita,
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sulle tracce di un’esperienza unica nella storia europea, quella della Repubblica degli Escartons. Questa repubblica federale, che si sviluppò tra il 1343 e il 1713, era composta da cinque cantoni (Escartons) che si estendevano tra Italia e Francia. La Castellata, il cantone della valle Varaita, aveva la sua capitale a Casteldelfino e comprendeva anche i comuni di Pontechianale e Bellino. Si autogovernava in modo democratico, aveva facoltà di battere moneta e legiferava in tutti i campi, compresa la tutela ambientale. Furono secoli di pace e benessere, che hanno lasciato un’eredità notevole dal punto di vista storico, architettonico e artistico; a Casteldelfino tracce tangibili sono il castello, dal quale si gode di uno splendido panorama, il rilievo marmoreo soprastante la fontana nel centro paese che raffigura la Madonna affiancata dalle armi di Francia e del Delfinato e casa Ronchail, bell’esempio di architettura signorile del Cinquecento. Il percorso si articola in quattro tappe che offrono l’opportunità di visitare e scoprire le bellezze storico-artistiche di Bellino, Casteldelfino, Pontechianale e Chianale e allo stesso tempo di godere degli splendidi panorami dell’alta valle Varaita, avendo come punti tappa tre rifugi in quota. Se di Casteldelfino abbiamo già detto, parlando di Bellino non si possono non citare le numerose meridiane che rendono unico questo piccolo comune. Si tratta di quadranti solari costruiti tra la prima metà del Settecento e la prima metà del Novecento, molti dei quali sono stati oggetto di restauro.
FORMAZIONE PER IL TURISMO IL FORMONT VALORIZZA IL TERRITORIO ATTRAVERSO LO SVILUPPO DI FIGURE PROFESSIONALI QUALIFICATE Inizia l’estate ed è già tempo di pensare ai prossimi impegni per l’autunno. Come tutti gli anni, il Formont di Peveragno, ente di formazione particolarmente vocato alle professioni del turismo, dello sport e della montagna, apre le preiscrizioni per i corsi dell’anno formativo 2012/13. Sono in partenza i percorsi formativi per ottenere le abilitazioni professionali in Guida turistica, Accompagnatore turistico e Accompagnatore naturalistico. I corsi, attivati previo finanziamento pubblico, sono destinati a occupati e disoccupati, sono gratuiti per i
partecipanti e prevedono dei requisiti di accesso. Hanno una durata di 400 ore ciascuno, con frequenza di 2-3 sere alla settimana e uscite sul territorio. La proposta formativa del Formont in ambito turistico sportivo non si esaurisce con queste tre attività: in partenza corsi di Direttore piste da sci (60 ore), Aggiornamento Accompagnatori di turismo equestre (60 ore) e Ippoterapia (150 ore). Da segnalare infine altri corsi nei settori Informatica, Cucina, Sicurezza sul lavoro (in particolare la formazione degli addetti ai sistemi di accesso e posizionamento mediante funi, 36 ore), Lingue straniere e Sociale. Per maggiori informazioni e preiscrizioni, contattare: Formont di Peveragno, via G.U. Luigi Massa 6, loc. Madonna dei Boschi, tel. 0171.338997; fax 0171.338714; cfp-peveragno@formont.it
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VALLE VARAITA Pietro e si chiude la gita con una piacevole discesa lungo la strada sterrata che riporta al punto di partenza evitando di imboccare la diramazione dell’andata.
Dal colle della Ciabra al colle del Birrone VARIANTE/PROLUNGAMENTO DISLIVELLO IN SALITA QUOTA PARTENZA QUOTA ARRIVO TEMPO DI SALITA TEMPO DI PERCORRENZA DIFFICOLTÀ PARTENZA DA
Da Lemma al colle della Ciabra ESCURSIONE DISLIVELLO IN SALITA QUOTA PARTENZA QUOTA ARRIVO TEMPO DI SALITA TEMPO DI PERCORRENZA
DIFFICOLTÀ PARTENZA DA
673m 1.050m 1.723m 2h 30’ 4h 30’
E borg. Lemma, Rossana
Raggiunta la borgata di Lemma si prosegue con l’auto seguendo le indicazioni per Valmala. Si va a lasciare l’auto alla fine della strada asfaltata, nello slargo accanto alla presa d’acqua, in prossimità del bivio tra la strada sterrata che a destra sale diretta verso Valmala e l’ampio sentiero che a sinistra s’inoltra nel bosco; si percorre quest’ultimo fino all’incrocio con la sterrata che discende verso la colletta di Rossana. Qui si prende a destra e si sale sempre nel bosco fino a raggiungere la strada asfaltata nei pressi della bella radura di pian Pietro; si continua a salire comodamente sulla strada che in inverno fa parte del comprensorio di sci di fondo di Valmala e costituisce un naturale balcone sulla valle Varaita e sul sottostante Santuario di Valmala. Procedendo fino a raggiungere, dopo circa mezz’oretta di cammino, la rampa che sale al colle di Valmala, ci
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si porta sul crinale di confine tra le valli Varaita e Maira. Volgendo lo sguardo alla valle Maira, prendendo a sinistra è possibile guadagnare in breve la vetta del monte San Bernardo. Dalla punta del monte volendo si può chiudere il percorso tornando a Lemma passando per il colle di Liretta e imboccando da questo colle l’ampio sentiero che piega verso Nord e ritorna alla borgata Lanza. Se invece dal colle di Valmala si ritorna sull’asfalto e si prosegue a destra si va a percorre un tratto della suggestiva strada dei cannoni, un vero sentiero balcone intervallivo. Dopo un’ulteriore ora di facile passeggiata si raggiunge il colle della Ciabra, un crocevia di sentieri e mulattiere a cavallo tra le valli Maira e Varaita. Dal colle della Ciabra si ritorna a pian
1723m 1700m 2h E colle della Ciabra
Raggiunto il colle della Ciabra è possibile iniziare il suggestivo percorso lungo la strada militare detta “dei cannoni” che si estende dalla colletta di Rossana fino al colle della Bicocca tra la conca d’Elva e il vallone di Bellino. Questa strada fa parte dell’itinerario alto del valle Varaita Trekking, che poi dal colle della Bicocca scende, attraverso la comba di Cubulet, alla borgata Chiesa di Bellino e poi, lungo il percorso della GTA si porta a Chianale. Ovviamente non è possibile percorrere tutto l’itinerario in un solo giorno. Vale la pena quindi di considerare la possibilità di programmare una serie di tappe per andare alla scoperta di uno dei più bei percorsi balcone delle Alpi. La prima tappa porta dal colle della Ciabra al colle Birrone: è una facile passeggiata quasi interamente in quota che raggiunge uno dei punti più panoramici delle Alpi. Per chi volesse percorrere tutto l’itinerario le successive tappe sono: • dal colle del Birrone al colle di Sampeyre: questo tratto della strada dei cannoni è in graduale salita. Dal colle del Birrone alcuni ampi tornanti a fianco delle pendici dei monti Longia e Ciarm permettono di oltrepassare quota 2.000m nei pressi del colletto Rusciera. Da qui il percorso si allunga fino al colle di
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I NOMI RACCONTANO LA STORIA E L’ORIGINE DEI LUOGHI ATTRAVERSO I TOPONIMI I nomi raccontano, rievocano il passato e chiariscono concetti geografici con grande immediatezza. Il toponimo Valmala naturalmente è composto dal sostantivo “valle” e dell’aggettivo “mala” cioè cattiva: questo testimonia le difficili condizioni di vita di coloro che un tempo popolavano la zona. Il sintagma mal (che alcuni anche fanno corrispondere alla radice preindoeuropea che indica una roccia o un’altura) usato come infausto prefisso è tristemente assai ricorrente nella toponomastica alpina. Si pensi a Maledìa, Malacosta, Malariva, Malinvern, tutti nomi che attestano la durezza dell’ambiente alpino. Ciabra
invece è un termine che vuol dire capra e che attesta come le radure pascolive nei dintorni del colle fossero frequentate dai pastori e come il valico intervallivo fosse luogo di transumanza di greggi. Chabro nella parlata provenzale indica la femmina della razza caprina, mentre bouc (o buch) è il maschio. Così diventa anche un po’ più chiara la toponomastica di alcuni luoghi come Ciabrera, Ciabert, Chiabreri, che stanno a indicare la presenza di pascoli per le capre, ma anche come monte Buch, lago del Vej del Bouc. Interessante anche l’etimologia di Lemma: questo nome, riferendosi al latino limes, ricorda la posizione strategica dell’abitato che in epoca augustea si trovava presso l’antico confine (ad limina) territoriale tra la provincia romana delle Alpes Cottiae e quella delle Alpes Maritimae.
Rastcias e poi sale ancora fino alla bassa dell’Ajet. Da qui si scende al colle di Sampeyre. • dal colle di Sampeyre a Chiesa di Bellino: con un facile percorso in quota che si affaccia sul vallone e sulle borgate di Elva si raggiunge il colle della Bicocca, ai piedi del Pelvo d’Elva. Da qui un sentiero scende a destra nella comba di Cubulet per giungere a Chiesa di Bellino. • da Chiesa di Bellino a Chianale: un ampio sentiero si stacca da Chiesa di Bellino in prossimità delle case di Mas del Bernard e sale con tornanti fino a immettersi nella mulattiera che porta al colle della Battagliola e poi scende fino agli impianti sciistici di Pontechianale. Tralasciando la diramazione U15 verso il colle di Rastel, si prosegue in falsopiano nel bosco per raggiungere in breve la borgata di Chianale.
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VALLE MAIRA Elva
San Damiano Macra Roccabruna
Stroppo Marmora
Villar S. Costanzo
Macra
Costa Chiggia Monte Festa
SEGUENDO NATURA E CULTURA D’ÒC
ANELLO DI COSTA CHIGGIA
Seguendo natura e cultura d’òc I PERCORSI OCCITANI
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 14 DISLIVELLO IN SALITA 7.300m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB sì DIFFICOLTÀ T/E RIFERIMENTO IAT valli Grana e Maira
Si tratta di un sentiero balcone ad anello articolato in quattordici tappe che offre ad escursionisti mediamente allenati l’opportunità di conoscere le massime espressioni di natura, storia e arte della valle Maira. La creazione dei Percorsi Occitani risale agli anni Ottanta del Novecento, quando un’oculata sinergia tra istituzioni, residenti e amanti della valle diede impulso al ripristino degli antichi
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IL SENTIERO DEI CICLAMINI
sentieri che collegano una borgata all’altra. In quel clima di fermento nacque l’associazione Percorsi Occitani, tuttora attiva, che ha sviluppato e portato avanti il progetto, oggi divenuto una solida realtà. Il punto di partenza dell’itinerario è Villar San Costanzo, la cui riserva naturale speciale dei Ciciu (fantocci in occitano) merita senz’altro una visita. Se a Villar è la geologia a recitare la parte del leone, a Sant'Anna di Roccabruna si cammina sulle tracce della Resistenza. Questo centro fu snodo fondamentale nei percorsi delle formazioni partigiane e oggi è uno dei fulcri dei Sentieri della Libertà. A Macra invece i maggiori stimoli sono artistici, con i pregevoli cicli pittorici medievali della chiesa di San Salvatore e della cappella di San Pietro, mentre gli amanti
dell’arrampicata possono cimentarsi nella via ferrata allestita a poca distanza da borgata Camoglieres. L’itinerario continua poi a risalire la valle offrendo ad ogni tappa un concentrato di storia, natura e cultura destinato a soddisfare le richieste più varie. I Percorsi Occitani si propongono anche come un percorso alla scoperta della cucina della valle Maira: gli oltre cinquanta posti tappa e locande lungo il percorso riservano grande attenzione all’ospitalità degli escursionisti attraverso proposte gastronomiche all’insegna della tradizione e della qualità e offrendo numerose proposte di svago. Non mancano quindi le occasioni per concedersi momenti ristoratori alla scoperta dei sapori delle acciughe, dei donderets, della mata, ricetta
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simbolo della valle, e molto altro ancora. È proprio questo connubio altrove difficilmente riscontrabile tra escursionismo, cultura e gastronomia il punto di forza dei Percorsi Occitani, che esercitano un fascino sempre crescente sugli escursionisti italiani, ma non solo: tedeschi e svizzeri sono in prima fila.
Anello di Costa Chiggia ESCURSIONE DISLIVELLO IN SALITA 606m QUOTA PARTENZA 1.550m QUOTA ARRIVO 2.156m TEMPO DI SALITA 2h 30’ TEMPO DI PERCORRENZA 4h 30’ DIFFICOLTÀ E PARTENZA DA borg. Parrocchia, Marmora
Questo itinerario, una classica in inverno per gli scialpinisti, permette di raggiungere con una piacevole camminata uno dei balconi più panoramici che si affacciano sulle alpi Cozie. Lasciata l’auto nei pressi della chiesa in borgata Parrocchia si imbocca la sterrata che sulla sinistra inizia a salire e in breve sbuca sulla mulattiera per il colle Intersile e che si porta in prossimità della cappella di San Teodoro. Proseguendo sempre sulla sterrata si va a raggiungere il colle Intersile, posto a quota 2.028m: dal colle piegando a destra in direzione Sud è possibile raggiungere con una rapida deviazione la vetta del Monte Festa (2.130m). Ritornando al colle Intersile si continua seguendo la larga e facile dorsale a mezza costa, da cui si gode un suggestivo panorama, che in direzione Nord porta sulla Costa Chiggia. Proseguendo sempre sulla dorsale quasi pianeggiante che volge in direzione Nord si conquistano senza difficoltà i 2.112m della cima del monte Buch. La dorsale piega ora verso Ovest: con un’ulteriore mezz’ora di camminata si raggiunge, con una graduale discesa, la poco evidente sommità della Cresta di Pradugo,
INTORNO ALLA GARDETTA DA MARMORA UN LUNGO PERCORSO IN AUTO + BICI RAGGIUNGE IL VALLONE DI UNERZIO Da Marmora è possibile inoltrarsi, in auto, verso il colle di Esischie. Si sale lasciandosi alle spalle la conca di Marmora: dopo l’ultima borgata, Tolosano, si prosegue all’ombra di Rocca La Meja, si sfila il lago Resile e ci si immette in un’altra conca che è luogo privilegiato di alpeggi. Guadagnando quota con un paio di strappi si raggiunge in breve il colle di Esischie e ci si affaccia sul vallone di Castelmagno. Da qui si prosegue nel vallone dei Morti raggiungendo il colle di Valcavera. Da quest’ultimo, lasciata l’auto, parte in direzione Nord-Ovest uno dei percorsi più suggestivi per chi vuole scoprire le montagne cuneesi a
bordo di mountain bike. Seguendo le tacche dei Percorsi Occitani si raggiunge il colle di Ancoccia e poi, nei pressi del gias della Margherina, la bella sterrata che prosegue fino al rifugio della Gardetta. La Gardetta si può raggiungere anche con l’ampia mulattiera che dal bivio per il colle di Ancoccia piega verso Est in direzione del colle della Bandìa. Questo percorso, più lungo rispetto quello che segue i Percorsi Occitani, si snoda a quota maggiore e si affaccia sulla cresta che divide le valli Maira e Stura. Dal rifugio della Gardetta è possibile, attraverso il passo omonimo, scendere a Prato Ciorliero e alla borgata di Viviere. Questi itinerari permettono di percorrere tutta l’area dell’altopiano della Gardetta, di grande l’interesse naturalistico, paesaggistico e geologico.
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1 TRATTAMENTO BENESSERE ALLE TERME DI LURISIA CON LA
+EVENTICARD
posta a quota 1.986m. Da qui è possibile continuare la discesa verso Sud-Est fino alle Grange Murlone e poco oltre fino alle Grange Gorgia, dove si ritrova un sentiero che a sinistra si reimmette nella sterrata che riporta a san Teodoro e a Parrocchia. Se dalle Grange Gorgia invece si volge a sinistra, in breve ci si porta sulla ampia traccia dei Percorsi Occitani proveniente da Marmora e diretta alle borgate Palent e Albaretto di Macra.
Il sentiero dei ciclamini VARIANTE/PROLUNGAMENTO DISLIVELLO IN SALITA 200m QUOTA PARTENZA 820m QUOTA ARRIVO 1.015m TEMPO DI SALITA 1h 15’ TEMPO DI PERCORRENZA 2h 30’ DIFFICOLTÀ E PARTENZA DA borg. Bedale, Macra
Il sentiero dei ciclamini è un sentiero botanico che permette di ammirare la straordinaria varietà di flora della zona. La partenza dell’itinerario è dalla provinciale della valle Maira in località Bedale, nei pressi della locanda La Tappa. Il tratto iniziale dell’itinerario ricalca il tracciato dei Percorsi Occitani che si porta in direzione di San Martino di Stroppo e che si snoda lungo l’antica mulattiera che passa a fianco del rio Bedale. Giunti in prossimità della
borgata Langra si abbandona l’ampio sentiero dei Percorsi Occitani per invece dirigersi verso borgata Caricatori; al termine della borgata si prosegue lungo il sentiero che si inoltra in direzione Est nel bosco di Saria, attraversando la Comba Friera e passando sotto i contrafforti delle cosiddette Rocche; quindi con un tratto semipianeggiante che scorre a mezza costa ci si porta a camminare lungo un tratto di sentiero assai panoramico affacciato sulla valle. In prossimità dell’abitato di Camoglieres, a sinistra del tracciato una diramazione conduce alla palestra di roccia attrezzata per il free climbing. Attraversando invece la borgata si ritrovano i segnavia dei Percorsi Occitani: imboccandolo in direzione di
Macra Parrocchia - Pagliero si raggiunge la borgata Villar di Macra Parrocchia e, dopo aver costeggiato la chiesa senza abbandonare il tracciato dei Percorsi Occitani ci si ricollega in breve al sentiero di partenza.
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PÉRIALE
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VALLE GRANA Bassa di Narbona
Castelmagno
Rocca Cucuja
Frise
Bivacco Rousset
ANTICHI SENTIERI DELLA VALLE
FRISE-CHIOTTI DI CASTELMAGNO
Sugli antichi sentieri della valle LA CURNIS AUTA
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 4 DISLIVELLO IN SALITA 2.000m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB no DIFFICOLTÀ EE RIFERIMENTO Ass. culturale La Cevitou
La valle Grana è caratterizzata dall’anello della Curnis auta, ideale per riscoprire sentieri e mulattiere tracciati dal passaggio secolare dell’uomo e degli animali. Si tratta di un percorso escursionistico realizzato grazie ad una collaborazione tra Provincia di Cuneo, Comunità Montana valli Grana e Maira, Ass. La Cevitou, sezione del CAI di Cervasca e numerosi volontari dei comuni della
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CASTELMAGNO-BASSA DI NARBONA
valle. L’itinerario, di circa 70km complessivi, percorre lo spartiacque con la valle Stura da Prato Francia di Bernezzo al Colle dei Morti (Fauniera) attraversando la destra orografica della valle. Sul versante opposto il tracciato, attraversata la Bassa di Narbona, continua il suo sviluppo superando il colle della Piatta fino alle pendici di Montemale per poi scendere alla Madonna del Castello e raggiungere l’abitato di Caraglio. Alle tappe della Curnis auta si può abbinare la scoperta delle bellezze storico-artistiche della valle Grana: si pensi ad esempio al santuario di San Magno, meta da secoli di migliaia di pellegrini, al castello di Montemale arroccato a 931m di altitudine a guardia della valle, al Filatoio Rosso di Caraglio, splendido esempio di archeologia industriale ora adibito a centro culturale.
Da Frise a Chiotti di Castelmagno ESCURSIONE DISLIVELLO IN SALITA 750m QUOTA PARTENZA 1.300m QUOTA ARRIVO 1.650m TEMPO DI SALITA 4h TEMPO DI PERCORRENZA 7h DIFFICOLTÀ EE PARTENZA DA borg. Frise, Monterosso Grana
Raggiunta con l’auto la borgata di Frise si prosegue su strada asfaltata fin oltre la borgata Crosas, dove si lascia l’auto. Si imbocca una bella pista forestale che conduce a Grange Menardo e poi s’inoltra nel cosiddetto vallone dell’Ula per scendere fino ad attraversare il rio delle Frise. Superato il corso d’acqua, si prosegue verso Sud in direzione del bivacco Rousset, che si raggiunge dopo una ripida
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salita su terreno erboso. Il sentiero, quasi sempre ben visibile, in alcuni punti lascia dei dubbi, ma si riesce facilmente a capire la direzione da seguire se si prendono come riferimento le due moli delle Rocche Pervou. Arrivati al bivacco si sale poi tra il Pervou Gros ed il Pervou Pichot, in una zona pietrosa nella quale un tempo si cercava l’oro. Raggiunto il colle tra le due cime, si prosegue su terreno erboso, fino alla linea di spartiacque tra le valli Grana e Stura: da qui, verso Sud, si apre uno splendido scorcio sulle Alpi Marittime e sul massiccio dell’Argentera. Proseguendo sul panoramico crinale si arriva vicino alla cima del Bram. Dopo una eventuale rapida deviazione per conquistare la cima, si ridiscende all’omonimo laghetto da dove si prosegue su sentiero e su traccia, piegando verso Nord-Ovest verso la testata della valle Grana. Raggiunto il colle Borel, si tralascia la diramazione verso sinistra che lungo un percorso mal segnalato porterebbe attraverso il colle Peracontard e il colle Viribianc alla borgata Chiappi. Dal passo Borel si prende invece verso destra e si sale facilmente sulle pendici della rocca Cucuja fino a guadagnarne la cima a quota 2.144m per ammirare il panorama sulla valle Grana. Dalla Rocca Cucuja una bella pista sterrata scende alla borgata Chiotti di Castelmagno.
Da Castelmagno alla bassa di Narbona VARIANTE/PROLUNGAMENTO DISLIVELLO IN SALITA 440m QUOTA PARTENZA 1.790m QUOTA ARRIVO 2.230m TEMPO DI SALITA 2h 30’ TEMPO DI PERCORRENZA 4h PARTENZA DA santuario di Castelmagno
Dal santuario di San Magno si prosegue per un breve tratto lungo la strada che sale verso il Colle d’Esischie per poi abbandonarla e imboccare a destra una corta diramazione che raggiunge una carrareccia segnata come R13 che sale alla presa dell’acqua a monte del primo casolare. Si prosegue in direzione Nord con ampi tornanti attraversando belle chine erbose che si affacciano a balcone sul
sottostante santuario. In corrispondenza di un avvallamento sulla sinistra riappare il vecchio sentiero R13 che si avvicina e raggiunge il crinale Sibolet-Narbona dove si apre il Passo Crosetta (2.175m). Il sentiero scende quindi tra cespugli di ontani e di rododendri, con una lunga diagonale verso a sinistra (Nord-Ovest), verso la testata della comba di Narbona. Poi si porta ad attraversare il costolone a monte delle Grange Perolet e raggiunge quota 2.188m le Grange Martini. Con lunga diagonale verso Nord-Est su chine erbose si conquista lo spartiacque Grana-Maira. Qui si apre l’ampia bassa di Narbona dove giunge una pista sterrata da Chiesa di Celle Macra per il vallone Bedale Tibert. Per tornare al santuario di Castelmagno si segue l’itinerario di andata.
PIETRE PER LE CASE LE CAVE DI ARDESIA DI FRISE Sono undici grandi bocche nella roccia scavate a forza di braccia dai valligiani per estrarre ardesia di pregiate qualità meccaniche. Nelle cave si lavorava durante il periodo invernale, quando il clima rigido non permetteva lavori all’aperto. Le cave furono attive fino alla fine degli anni ‘70, quando vennero chiuse per ragioni di sicurezza.
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VALLE STURA L’anello delle cappelle
Argentera Pietraporzio
Frise Mad. del Pino
ESCURSIONE
Cornaletto
Sambuco Vinadio
DALLA PIANURA AI 3000M.
ANELLO DELLE CAPPELLE
Dalla pianura a sfiorare i 3.000m LOU VIAGE
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 19 DISLIVELLO IN SALITA 15.200m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB sì DIFFICOLTÀ EE RIFERIMENTO Com. Mont. Valle Stura
Lou Viage (termine occitano per “il viaggio”) è un itinerario articolato in 19 tappe che attraversa tutti i quattordici comuni della valle Stura. Per chi volesse affrontare soltanto parte dell’itinerario sono stati pensati dei percorsi più brevi ad anello. Il sentiero è nato su iniziativa della Comunità Montana Valle Stura e dell’omonima associazione, costituita nel 2004 con l’obiettivo di valorizzare il territorio della valle Stura e di promuovere un turismo consapevole ed ecocompatibile. Le tappe di bassa valle, ideali da percorrere nel periodo primaverile o autunnale, permettono di riscoprire piccole borgate che gli itinerari più battuti solitamente non toccano. Nella terza tappa (Vanet-Vinadio) si inizia a respirare aria di montagna con l’ascesa alla cresta delle punte Chiavardine, uno splendido balcone a picco sulla media valle. Da qui in avanti si fa sul serio e, risalita la valle, si sconfina in valle
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Monte Croce dell’Ubacco
CORNALETTO-MONTE CROCE DELL’UBACCO
Maira attraverso il passo di Rocca Brancia. Il passo della Scaletta ed i laghi di Roburent sono la porta di rientro in alta valle Stura, teatro di una serie di tappe mozzafiato che rappresentano l’ultimo ostacolo da affrontare prima di una lunga discesa verso il fondovalle, da effettuarsi in buona parte lungo la carrozzabile ex militare. Lou Viage è sinonimo non solo di natura e di montagna, ma anche di storia e di cultura: lungo il percorso si incontrano momumenti e siti di grande interesse, quali ad esempio il Memoriale della Deportazione a Borgo San Dalmazzo, il Forte Albertino di Vinadio, l’Ecomuseo della pastorizia a Pontebernardo, il Santuario di Sant’Anna di Vinadio e il Santuario di Monserrato.
DISLIVELLO IN SALITA QUOTA PARTENZA QUOTA ARRIVO TEMPO DI SALITA TEMPO DI PERCORRENZA DIFFICOLTÀ PARTENZA DA
400m 780m 1.120m 3h 5h EE Demonte
Anello assai suggestivo che tocca alcune interessanti cappelle. Lasciata l’auto nella piazza del mercato a Demonte, ci si dirige alle spalle dell’ospedale dove un pannello indicatore indica la direzione verso Madonna del Pino. Ci si incammina su un comodo sentiero che si innalza sul fianco sinistro della valle e si raggiungono le poche case della frazione Lozet. Proseguendo fin sulla sella erbosa affacciata sul vallone dell’Arma, s’imbocca l’evidente strada sulla destra che conduce alla cappella di Madonna del Pino, posta su un poggio in posizione dominante il vallone di Fedio a quota 1.032m. Dalla cappella si ritorna sulla strada asfaltata per prendere a destra verso le borgate Serret, Bovier e Maisso. Superate le borgate si scende sulla rotabile asfaltata del vallone dell’Arma e la si percorre in direzione del colle di Valcavera per circa cento metri. Al successivo bivio sulla destra, in prossimità di una centralina elettrica con invaso, si prende a destra ignorando il successivo bivio per la frazione San Pons. Si seguono invece le tacche dell’anello escursionistico di valle Lou Viage e si sale fino a oltrepassare una condotta forzata. Proseguendo sempre sullo sterrato ci si inoltra nel vallone di Monfieis e si procede fino a raggiungere le case di Salerin e poi di Vanet. Dopo Vanet si procede fino alla borgata Bares e ci si reimmette sulla strada asfaltata che sale da Demonte in corrispondenza di un tornante. Dalla strada a sinistra si stacca un evidente sentiero, che sale nel vallone dell’Arpiola e va a sbucare
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1 DISCESA RAFTING PRESSO KE RAFTING CON LA +EVENTICARD
alle spalle della borgata Ronvel; si scende e, attraversato il gruppo di case, si scende e, attraversato il gruppo di case, a sinistra si incontra il breve sentiero che porta alla cappella della Madonna d’Enrouvel, bellissimo balcone sulla media valle.
Da Cornaletto al Monte Croce dell’Ubacco VARIANTE/PROLUNGAMENTO DISLIVELLO IN SALITA 430m QUOTA PARTENZA 815m QUOTA ARRIVO 1.243m TEMPO DI SALITA 2h 15’ TEMPO DI PERCORRENZA 4h DIFFICOLTÀ E PARTENZA DA fraz. Cornaletto, Demonte
Pochi metri sotto la cappella di Madonna d’Enrouvel, da dove è
possibile ritornare a Demonte seguendo la strada asfaltata che tocca le borgate di Saret, Parafauda, Bial e Perosa, si stacca un sentiero che volge verso la frazione Cornaletto Soprano di Demonte. Senza raggiungerela si prosegue sempre su sentiero fino a raggiungere, nei pressi della frazione Cornaletto Sottano, una evidente deviazione. Si imbocca la strada sterrata che piega a Nord-Est (ignorando l’altra sterrata che scende a Ghivio) e si procede con tranquilla salita fino al colle di Valloriate. Dal colle si gode un bel panorama su buona parte della valle Stura. L’escursione al colle di Valloriate, con partenza da Valloriate e percorso sul versante opposto, è una classica invernale con le racchette da neve. Dal colle, ignorando il sentiero che verso Nord si spinge verso il
Sapè, si scende sulla pista sterrata in direzione delle borgate sparse di Valloriate. Superati i tetti Scanavere soprani si procede ancora in discesa graduale; dopo un ampio tornante si perviene alle poche case di tetti Scombe. Qui è necessario prendere un sentiero che si stacca dalla borgata e che volge decisamente verso Sud e sale velocemente a guadagnare quota per portarsi sul balcone del colle dei Colli di Moiola. Da questo colle si dirama a sinistra il sentiero P43, che con un’ulteriore mezz’oretta circa di facile salita porta sulla panoramica cima del monte Croce dell’Ubacco, situata sullo spartiacque tra il vallone di Valloriate e quello dei volli di Moiola. Dalla vetta del monte Croce dell’Ubacco si gode di un buon panorama su parte della valle Stura e su un tratto della pianura cuneese.
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DUE PASSI IN FRANCIA NELLE ALPI DI ALTA PROVENZA DAL COLLE DELLA MADDALENA Venterol
Sisteron
Dignes-les-Bains
Castellane RICALCARE LE VIE DEI PELLEGRINI
SULLE ORME DI NAPOLEONE
“RANDONNER” NELLE ALPI DI ALTA PROVENZA POCO OLTRE FRONTIERA UN’AMPIA PROPOSTA DI ESCURSIONI Nelle vicine Alpi di Alta Provenza, raggiungibili attraverso il valico della Maddalena superata la valle Stura, la proposta escursionistica è tutta da scoprire e di grande qualità. Sono circa 5.000 i chilometri di sentieri attrezzati e segnalati, che creano una decina di grandi itinerari strutturati e numerosi percorsi di minore sviluppo. Se le tacche segnavia sul terreno non fossero sufficienti per organizzare il trekking, o se si desiderassero informazioni in più, si può fare affidamento sul ricco carnet di topoguide che l’ADT Agenzia di Sviluppo Turistico delle Alpi di Alta Provenza ha realizzato: più di trentacinque titoli disponibili a basso costo. Info: www.alpes-haute-provence.com
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CAMMINANDO INSEGUENDO L’ARTE
Ricalcare le vie dei pellegrini LE CHEMIN DE SAINT-JACQUES DE COMPOSTELLE ET DE ROME
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 8 DISLIVELLO IN SALITA 850m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB sì DIFFICOLTÀ E RIFERIMENTO ADT, Alpes de Haute-Provence
Nel Medioevo diventò una “moda” effettuare almeno una volta nella vita un pellegrinaggio verso un luogo santo della Cristianità: un’usanza che, pur con le ovvie e naturali trasformazioni, è giunta sino a noi. Nella seconda metà del Novecento le vie della fede medievale hanno vissuto una fase di riscoperta: si sono così sviluppati allestimenti moderni delle antiche direttrici di pellegrinaggio, creando una nicchia turistica particolarmente vivace. Nelle Alpi di Alta Provenza è
stato allestito un percorso strutturato sul tracciato dell’itinerario che metteva in comunicazione Roma e San Giacomo di Compostella. Esso ricalca in parte il percorso della via Domitia, la strada consolare che dalla capitale della Repubblica raggiungeva le colonie ad Ovest. L’itinerario, segnalato con tacche biancorosse e dotato di strutture di appoggio e punti tappa sul percorso, permette di toccare siti dal grande fascino e monumenti di grande rilievo storico culturale. In complesso lo sviluppo è di 143km, sempre a breve distanza da piccoli centri abitati.
Sulle orme di Napoleone LA VOIE IMPÉRIALE
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 3 DISLIVELLO IN SALITA 910m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB sì DIFFICOLTÀ E RIFERIMENTO ADT, Alpes de Haute-Provence
Nel marzo 1815 Napoleone attraversa la Francia per ritornare a Parigi: ha inizio il cosiddetto periodo dei Cento Giorni che si concluderà con la storica sconfitta di Waterloo. Oggi il percorso fatto dal Corso, sbarcato a Golf-Juan di ritorno dall’esilio dell’Elba, è diventato un itinerario culturale sotto il nome di Route Napoléon. Un ulteriore progetto è quello
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1 TRATTAMENTO BENESSERE PRESSO TRIBÙ IN MOVIMENTO CON LA +EVENTICARD
Camminando inseguendo l’arte REFUGE D’ART ANDY GOLDSWORTHY
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 10 DISLIVELLO IN SALITA 540m ADATTO A FAMIGLIE no ADATTO A MTB sì DIFFICOLTÀ EE RIFERIMENTO ADT, Alpes de Haute-Provence
escursionistico della Via Imperiale, trekking adatto a camminatori, MTB e cavalieri su percorso di 52km tra Castellane e Digne. Tre giorni di cammino attraverso otto comuni e sui sentieri che furono percorsi dall’imperatore tra il 3 e il 4 marzo 1815.
Immersi nella natura a godere di interventi artistici in grado di far riflettere: è il denominatore comune della Land art o arte ambientale, corrente artistica che si è sviluppata a partire dagli anni Sessanta del Novecento. In questo territorio l’arte si unisce al paesaggio rurale della riserva geologica dell’alta Provenza creando un progetto escursionisticoculturale che conduce alla scoperta
della più vasta collezione al mondo di opere dell’inglese Andy Goldsworthy. Alcune “sentinelle” in pietra a secco punteggiano l’ambiente di tre valli, nelle quali alcuni edifici in rovina sono stati ristrutturati e ora fungono da ricovero notturno degli escursionisti, previo ritiro della chiave presso il Museo Gassendi di Digne-les-Bains. Proprio questa località è il punto di partenza di altri due itinerari che si collegano alla provincia di Cuneo: uno, escursionistico, è il Trekking italofrancese da Digne a Cuneo, un grande percorso transfrontaliero che attraversa ben otto valli. Il secondo è un itinerario artistico, quello della VIAPAC - via per l’arte contemporanea, con undici comuni transfrontalieri che ospitano opere d’arte appositamente studiate e realizzate per inserirsi nel contesto culturale e sociale locale.
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VALLE GESSO S. Anna di Valdieri Terme di Valdieri
Rifugio Questa
S. Giacomo di Entracque
Colletto Valasco laghi di Fremamorta
SULLE TRACCE DEI SAVOIA
L’ANELLO DEI LAGHI DI VALSCURA
Sulle tracce dei Savoia L’ALTA VIA DEI RE
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 7 DISLIVELLO IN SALITA 7.000m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB no DIFFICOLTÀ E RIFERIMENTO Parco naturale Alpi Marittime
Se spesso si abusa dell’espressione “respirare la storia”, questa risulta invece decisamente appropriata quando riferita all’itinerario dell’Alta Via dei Re. Sì, perché questa traversata si sviluppa per ampi tratti lungo antiche mulattiere di caccia reali e tocca numerosi luoghi legati in modo indelebile alla presenza dei Savoia in valle Gesso. Tra di essi impossibile non citare il lago della
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VERSO I LAGHI DI FREMAMORTA
Sella, dove i reali andavano a pesca di trote, il rifugio Valasco, ex casa di caccia reale di Vittorio Emanuele II, le Vie del Sale e il lago del Vej del Bouc, luogo prediletto del re per le battute di caccia al camoscio. Una full immersion nella storia dunque, ma non solo: le sette tappe dell’Alta Via dei Re permettono di conoscere da vicino anche la fauna e la flora del Parco Alpi Marittime, il più esteso parco piemontese. L’itinerario principale prevede la partenza da Sant’Anna di Valdieri e l’arrivo a Trinità di Entracque dopo aver toccato il rifugio Livio Bianco, il rifugio Valasco, il rifugio Remondino, il rifugio Genova, il rifugio Soria Ellena e il rifugio Pagarì. Il trekking può essere effettuato in autonomia oppure con l’accompagnamento di una guida su prenotazione per tutta l’estate (gruppi di minimo 8 persone, € 400). Il Parco
e l’associazione Ecoturismo in Marittime in collaborazione con i gestori dei rifugi offrono l’opportunità di effettuare l’Alta Via dei Re al costo promozionale di € 300 (comprendente la mezza pensione e il pranzo al sacco, l'accompagnamento e la navetta per il ritorno al punto di partenza) dal 22 al 28 luglio 2012.
L’anello dei laghi di Valscura ESCURSIONE DISLIVELLO IN SALITA QUOTA PARTENZA QUOTA ARRIVO TEMPO DI SALITA TEMPO DI PERCORRENZA DIFFICOLTÀ PARTENZA DA
1.020m 1.368m 2.388m 3h 30’ 6 EE Demonte
Percorso ad anello da annoverare tra
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le grandi “classiche” del Parco delle Alpi Marittime. Tanti gli elementi di richiamo tra cui il Piano del Valasco, i magnifici laghi Valscura, Claus e Portette. Si parte dal parcheggio delle Terme presso la cappella di S. Giovanni. Si cammina sulla strada militare che passa a fianco dell’eliporto ed entra nel vallone del Valasco. Attraversato il rio Cougnè, dopo un tratto rettilineo, sulla sinistra si stacca una scorciatoia. La rotabile compie lunghi tornanti alle falde del Monte Matto e porta al rio di Cabrera, poco oltre il quale riprende a serpeggiare con alcune scorciatoie. Suggestive cascatelle danno il benvenuto al piano del Valasco, che si attraversa. Poco prima della Casa di caccia si riprende la salita giungendo al piano superiore del Valasco (1.814m) e si attraversa il Gesso. Superate le acque del rio del Prefouns la mulattiera si eleva fino ad un bivio presso un grosso larice secco a quota 1.996m. Si lascia la diramazione a destra per la Valscura e si sale con un’infinita serie di tornanti alla strada militare Valscura-Fremamorta. La si attraversa e ancora in salita si supera un dosso pietroso su cui sorge il rifugio. Per raggiungere i laghi di Valscura si scende alla rotabile militare e, seguendola verso sinistra, si salgono regolari tornanti e si raggiunge il lago Claus 2.344m. Il tracciato, a tratti mirabilmente lastricato, supera una pietraia, e raggiunge in discesa il lago Valscura inferiore 2.274m. Si continua verso valle toccando ruderi militari e superando una strettoia della Valscura. Verso quota 2.100m si incontra un bivio: il ramo di sinistra compie un lungo tornante e attraversa una galleria, quello di destra è una comoda scorciatoia. Con un panoramico traverso si passa ai piedi di una cascata e si guadagna in breve il grosso larice incontrato in salita. Per l’itinerario di andata si torna alle Terme. Con una lunga variante invece è possibile invece
raggiungere, attraverso il colletto del Valasco, la val Morta e i laghi di Fremamorta.
Verso i laghi di Fremamorta VARIANTE/PROLUNGAMENTO DISLIVELLO IN SALITA QUOTA PARTENZA QUOTA ARRIVO TEMPO DI SALITA TEMPO DI PERCORRENZA DIFFICOLTÀ PARTENZA DA
50m 2.388m 2.437m 2h 4h E bivio N21
Dal rifugio Questa si ritorna al bivio a quota 2.184m con il sentiero che scende al piano del Valasco (N21). Si prende verso Est la mulattiera N20 che si insinua, con una ripida discesa e alcuni tornanti, nel vallone del Prefouns. Tralasciando la deviazione
per l’omonimo passo, si prosegue a mezza costa sul sentiero (ora N18) che si affaccia sul sottostante piano del Valasco e si raggiunge, con una facile salita, il panoramico colletto. Dal colletto del Valasco si mantiene la direzione principale evitando di imboccare il sentiero N16 che scende al gias delle Mosche e portandosi così, con una leggera discesa, a fiancheggiare la sponda orientale del lago sottano di Fremamorta. Ora il tronco sinistro della carrareccia volge a Sud e raggiunge in breve il lago mediano di Fremamorta, dove si innesca il sentiero N26 che scende al Piano della Casa. Volendo si può ancora proseguire verso sinistra sul sentiero per il bivacco Guiglia, posto su poggio in posizione assai panoramica e punto d’osservazione eccezionale sul gruppo dell’Argentera.
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VALLE VERMENAGNA
Vernante
C.le Garbella
Limone Piemonte
Palanfrè
Limonetto Forte Giaura Passo Ciotto Mien
Basse di Peyrefique
Passeggiando per borgate d’altri tempi LA VIA DEI TÉIT
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 1 DISLIVELLO IN SALITA 745m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB sì DIFFICOLTÀ E RIFERIMENTO Parco naturale Alpi Marittime
La via di Téit (téit = tetto) collega Vernante alla borgata di Palanfrè. Il percorso attraversa numerose borgate, testimonianza della massiccia antropizzazione del passato, ora abbandonate e ridotte, per lo più, allo stato di ruderi. Queste borgate erano abitate da consistenti nuclei familiari con un tenore di vita molto basso, derivante da un ciclo produttivo ed economico di pura sussistenza. Percorrere la via di Téit significa dunque intraprendere un vero e proprio viaggio nel passato,
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BORGATE D’ALTRI TEMPI
COSTA PIANARD-C.LE GARBELLA
scoprendo le tracce di uno sfruttamento capillare, ma nello stesso tempo rispettoso delle risorse che la montagna offriva ai suoi abitanti. Da Vernante si percorre la provinciale della val Grande fino ad incontrare un’area picnic attrezzata e quindi un tabellone informativo in legno sull’itinerario, preludio all’inizio del sentiero in corrispondenza di un piccolo slargo sul margine destro della strada. Dopo 200 metri si lascia la strada e si svolta a destra per una sterrata. Lasciata una deviazione a destra si prosegue sino al termine della pista e poi su sentiero raggiungendo Tetti Colletta. L’itinerario supera l’intaglio della Bercia e raggiunge i Tetti David e poi i Tetti Bertaina. Si attraversa il vallone Cornalè e, superata la displuviale, si entra nel vallone Pioccia, dove s’incontrano i Tetti Doni. A un bivio si lascia la deviazione a destra e si prosegue sino alla fontana di Saut, poco oltre la quale si trova una variante che permette di interrompere l’itinerario e di fare ritorno verso Vernante. Continuando invece si superano il vallone Franco e la fontana Gialina. Giunti a Tetti Cucet si scende sulla provinciale, che si raggiunge in località Ruina, e la si segue fino alle case di Palanfrè.
LAGO ALBERGHI-PASSO CIOTTO MIEN
La costa Pianard e il colle della Garbella ESCURSIONE DISLIVELLO IN SALITA 950m QUOTA PARTENZA 1.380m QUOTA ARRIVO 2.170m TEMPO DI SALITA 3h TEMPO DI PERCORRENZA 6h DIFFICOLTÀ E PARTENZA DA fraz. Palanfré, Vernante
Questo itinerario è una gita classica dello scialpinismo. Parcheggiata l’auto nel centro dell’abitato di Palanfrè, si prende la carrareccia che volge verso Sud e raggiunge la radura ai margini del bosco di Palanfrè. Proseguendo per circa mezz’ora, si va a tagliare un suggestivo avvallamento denominato la Valletta: tralasciando la diramazione di sinistra si aggira costone che separa la Valletta dall’attiguo vallone della Garbella per poi abbandonare il tracciato della pista e riprendere il sentiero GTA che poco oltre si biforca per salire a sinistra e passare a fianco di un rigagnolo proveniente da una sorgente. A quota 2.000m si cambia direzione risalendo la testata del vallone con alcuni tornanti tra i rododendri e infine si guadagna la sommità della Costa di Pianard sullo
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spartiacque con l’attiguo vallone del Bousset, tributario del Gesso di Entracque. Proseguendo lungo la cresta il cammino è reso assai suggestivo dal panorama eccezionale sulle alte cime del massiccio dell'Argentera che si profila verso Ovest, e su buona parte dell’arco alpino occidentale come anche sulla pianura cuneese. A questo punto si percorrono verso Nord i dolci saliscendi del costone sino al colle della Garbella, segnalato con tacche rosse sul terreno. Eccezionale in questo punto il panorama che si apre verso Ovest, dove si ammira la selvaggia costiera dell’Aiera-Carboné e in secondo piano le alte cime del massiccio dell’Argentera. In direzione opposta la vista spazia sulla Bisalta e sulle cime dell’alta val Vermenagna, mentre in basso si scorgono le case della borgata di Palanfrè.
Il lago degli Alberghi e il passo Ciotto Mien VARIANTE/PROLUNGAMENTO DISLIVELLO IN SALITA 894m QUOTA PARTENZA 1.380m QUOTA ARRIVO 2.274m TEMPO DI SALITA 2h 30’ TEMPO DI PERCORRENZA 4h 30’ DIFFICOLTÀ E PARTENZA DA fraz. Palanfré, Vernante
Il sentiero che da costa Pianard scende a Palanfrè passando sul versante Sud-Est e per il gias Garbella, si collega, poco sopra l’abitato di Palanfrè, con il ramo che verso Sud sale verso i laghi degli Alberghi. Dopo aver oltrepasso due piccoli rii, si esce dal bosco e si raggiunge Gias Piamian. Da qui si prosegue su sentiero in salita sul
versante sinistro; lasciato a destra il sentiero per il passo della Mena si prosegue sulla destra orografica sulle falde della Costa Lausea. Valicata una balza si giunge al lago degli Alberghi. Dalla sponda orientale dello specchio d’acqua il sentiero prosegue ripido in salita tagliando in diagonale i dirupi del monte Chiamossero e si porta sullo spartiacque dei valloni Prati della Chiesa, sopra Limonetto, e degli Albergh. Il passo Ciotto Mien nelle giornate di cielo terso è un balcone che riserva una panoramica mozzafiato sulla catena alpina. Dal passo è possibile scendere a Limonetto percorrendo la traccia principale L12-GTA che stacca a sinistra la deviazione per il passo delle Giosolette e che attraversa alcune grange per poi arrivare a monte dell’abitato.
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VERSO IL MARE DAL COLLE DI TENDA
Colle di Tenda Forte Giaura
Basse di Peyrefique Briga / Balconi di Marta ANELLO DELLA BASSA DI PEYREFIQUE
I BALCONI DI MARTA DAL COLLE MELOSA
I balconi di Marta dal colle Melosa ESCURSIONE DISLIVELLO IN SALITA 580m QUOTA PARTENZA 1.541m QUOTA ARRIVO 2.121m TEMPO DI SALITA 3h 30’ TEMPO DI PERCORRENZA 6h DIFFICOLTÀ EE PARTENZA DA vecchio valico di Tenda
L’itinerario parte dallo spiazzo che si trova poco oltre il rifugio Allavena, facilmente raggiungibile da Molini di Triora dirigendosi al colle Melosa. Si perviene alla palina che indica il sentiero per il Rifugio Grai e lo si imbocca a destra, evitando il più lungo percorso sulla carrareccia sterrata. La mulattiera si addentra in un bel bosco di conifere e poi, usciti dal bosco, si restringe a sentiero e
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con qualche tornantino sbuca sulla sterrata abbandonata in precedenza, pochi metri sotto al Rifugio Grai. Si prosegue ora per cresta in direzione Nord seguendo sempre le tacche ben visibili e raggiungendo una sterrata che conduce ad un evidente bivio. Prendendo verso sinistra, in breve si va ad attraversare un piacevole pianoro. Al successivo bivio si lascia il sentiero indicato a destra come Alta Via dei Monti Liguri per continuare invece diritto in direzione dei ruderi delle Caserme di Marta. Raggiunte le vecchie costruzioni militari bisogna proseguire a destra lungo la sterrata in salita per raggiungere, con un’ulteriore mezz’ora di camminata, la vetta della Cima di Marta, da dove si può ammirare un meraviglioso panorama sulle Alpi Marittime, dalla Cime du Diable alla Rocca dell’Abisso. Dalla cima è consigliabile scendere
sul pendio erboso verso Ovest, andando così a riallacciarsi alla sottostante sterrata in corrispondenza di un colletto fra la Cima e i Balconi di Marta. Dal colletto si seguono le tacche gialle sulla sterrata e con una moderata salita che taglia le pendici della montagna, si va a guadagnare quota con qualche tornante più ripido, giungendo poi sulla piatta vetta dei Balconi di Marta. Sotto la vetta vi sono gli ingressi delle fortificazioni. Per il ritorno si segue la sterrata che riporta ai ruderi delle caserme e poi scende al rifugio Grai e fino alla Colla Melosa lungo l’itinerario di andata. Il Balcone di Marta è raggiungibile anche dalla valle Roya con un lungo percorso che ha origine da La Brigue e, toccando Nôtre Dame de Fontaine, attraversa la bassa di Sanson.
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Anello della bassa di Peyrefique ESCURSIONE DISLIVELLO IN SALITA 165m QUOTA PARTENZA 1.875m QUOTA ARRIVO 2.040m TEMPO DI SALITA 3h TEMPO DI PERCORRENZA 6h DIFFICOLTÀ E PARTENZA DA vecchio valico di Tenda
Nei pressi del vecchio valico di Tenda si sale sulla strada sterrata a destra. Dopo circa 500m si devia a sinistra in direzione di Castérino. La ex strada militare prosegue in graduale discesa, alternando tratti sterrati e tratti asfaltati, e arriva accanto al grande Forte Margueria. Procedendo sempre sulla sterrata con un lungo traverso si arriva al ponte di Peyrefique, dove si trova una sorgente. Senza
abbandonare la sterrata vale la pena proseguire salendo gradualmente per giungere alla bassa di Peyrefique, spettacolare balcone affacciato su Castérino e la valle delle Meraviglie, dominata dal monte Bego. Si torna quindi indietro sulla sterrata per circa 800m fino a raggiungere in prossimità di uno spiazzo il bivio dove si deve prendere il sentiero che piega in direzione Nord. La traccia sale dolcemente e raggiunge una piccola radura. Si incrocia la mulattiera che a destra porta al Forte Giaura e la si imbocca, tralasciando il ramo che a Nord conduce ai laghi di Peyrefique. Si prosegue a mezza costa e si giunge così alle spalle del forte Giaura, posto su un ampio poggio erboso con vista sulle alte valli Vermenagna e Roya. Dal forte Giaura si scende fino al forte Pernante e da qui si ritorna al vecchio valico del Tenda.
FORTI SOTTO TERRA IL BALCONE DI MARTA E LA SUA POSIZIONE: UN LUOGO IDEALE PER DIFENDERSI E AVVISTARE Nella zona dei Balconi di Marta, nel periodo tra il 1938 e il 1940 fu scavata quella che è considerata come la più ampia costruzione fortificata sotteranea del Vallo Alpino occidentale. Il complesso fortificato è costituito infatti da tre strutture a caverna collegate fra loro che raggiungono uno sviluppo in lunghezza orizzontale di oltre 500 metri poste su un dislivello complessivo in profondità di ben 135 metri. Dopo il trattato di pace del 1947, quando venne spostato il confine tra Italia e Francia, queste grandi opere militari passarono sotto controllo francese. Sono in parte visitabili con torcia elettrica.
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VALLI PESIO E MONREGALESI Rastello Rifugio Havis de Giorgio
Pian delle Gorre
Porta Sestrera
Viozene
PAESAGGI DOLOMITICI CON VISTA MARE
SELLA DEL CARS E RIFUGIO COMINO
Paesaggi dolomitici con vista mare IL GIRO DEL MARGUAREIS
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE DISLIVELLO IN SALITA ADATTO A FAMIGLIE ADATTO A MTB DIFFICOLTÀ RIFERIMENTO
5 2.500m no no EE Parco del Marguareis
Un percorso ad anello intorno alla vetta più elevata delle Alpi Liguri, il Marguareis: questo è il Giro del Marguareis. Fortemente voluto dal Parco Naturale Alta Valle Pesio, e Tanaro, oggi Parco del Marguareis, e articolato in cinque tappe da rifugio a rifugio, ha il suo principale punto di forza nella notevole varietà di ambienti e atmosfere. Si parte infatti dalla valle Pesio e dai boschi di abete bianco del suo parco naturale per scollettare verso gli estesi pascoli erbosi dell’alta valle Ellero; si passa poi in val Corsaglia, dove ci si imbatte nei due magnifici laghi della Raschera e della Brignola. Quindi si giunge in alta val Tanaro, da dove è possibile ammirare la riviera di Ponente, per poi fare ritorno in valle Pesio lambendo la valle Roya e transitando attraverso l’altopiano carsico della Conca delle Carsene. Sono dunque ben quattro le valli coinvolte dal Giro del Marguareis: la valle Pesio, la valle Ellero, la val
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LA PORTA SESTRERA
Corsaglia e l’Alta Val Tanaro. Il Marguareis (2.651m) è la cima culminante di un’enorme bastionata di roccia calcarea solcata sulla parete Nord da ripidi canaloni, mentre il versante Sud, più agevole e meno inclinato, evoca profili carsici e dolomitici. La via normale di salita è tracciata proprio sul versante Sud. La prima ascensione di cui si ha notizia certa risale al 21 agosto 1832 e venne effettuata dal geologo ligure Lorenzo Pareto il quale, raggiunta la vetta, compì anche alcune osservazioni barometriche. Il Giro del Marguareis è anche noto come Giro del Calcare per la massiccia presenza di rocce calcaree, che conferiscono alla montagna un aspetto particolare composto da lunghe striature, campi solcati, estese fratture più o meno profonde, e le famose grotte che richiamano speleologi e appassionati della materia.
La sella del Cars e il rifugio Comino ESCURSIONE DISLIVELLO IN SALITA QUOTA PARTENZA QUOTA ARRIVO TEMPO DI SALITA TEMPO DI PERCORRENZA DIFFICOLTÀ PARTENZA DA
864m 1.000m 1.864m 3h 30’ 6h EE Certosa di Pesio
Dalla certosa di Pesio si continua in
auto sulla strada asfaltata per il pian delle Gorre passando a fianco alla gradinata di pietra che sale al cimitero partigiano. Lasciata l’auto nello slargo a sinistra si prende la pista forestale che s’insinua verso Est nel bosco e va a superare, attraversando un bel ponte di pietra, il vallone del Cavallo. Dal ponte il tracciato inizia a guadagnare quota alla testata di due valloncelli in prossimità del gias sottano del Baus ‘d l’Ula. Si procede con alcuni tornanti nel bosco e quindi ad un bivio con segnaletica verticale si prende il sentiero che scende leggermente sulla destra e poi raggiunge il gias delle Burche. Da qui si procede nel bosco di abeti: usciti dal bosco si supera un costone roccioso e si raggiunge facilmente il gias soprano del Pari. Proseguendo nella bella conca pascoliva si scende alla sella del Cars, balcone panoramico sulla valle Ellero e su ampia fetta di arco alpino. Dalla sella in pochi minuti si scende al rifugio Comino.
La porta Sestrera VARIANTE/PROLUNGAMENTO DISLIVELLO IN SALITA 950m QUOTA PARTENZA 1.380m QUOTA ARRIVO 2.170m TEMPO DI SALITA 3h TEMPO DI PERCORRENZA 6h DIFFICOLTÀ EE PARTENZA DA Borg. Rastello, Roccaforte M.vì
Da Rastello si prosegue con l’auto fino alla porta di Pian Marchisio. A piedi si prosegue attraversando l’ampio anfiteatro e senza difficoltà si giunge al rifugio Havis de Giorgio-Mondovì. Sulla sterrata che sale da Rastello si immette anche il sentiero G7, che scende dal rifugio Comino. Dal rifugio Havis de Giorgio si prosegue verso Ovest sul tracciato GTA e si raggiunge il lago Biecai. Proseguendo sempre sull’ampio sentiero si raggiunge porta Sestrera, collegamento tra le valli Pesio e Ellero e punto privilegiato d’osservazione sulle due valli.
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LANGA E VALLE TANARO
Grotta delle Vene Rif. Mongioie Eca Pornassino
BORGATE E FRAZIONI
DA PORNASSINO AL RIFUGIO MONGIOIE
Tra borgate e frazioni a due passi dalla Liguria LA BALCONATA DI ORMEA
ITINERARIO STRUTTURATO NUMERO DI TAPPE 6 DISLIVELLO IN SALITA 1.670m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB sì DIFFICOLTÀ E RIFERIMENTO Com. Mont. Alto Tanaro Cebano Monregalese
La Balconata di Ormea, nata nel 1999 nell’ambito della sezione locale del CAI e poi potenziata dall’attività della Comunità Montana Alto Tanaro Cebano Monregalese con recenti lavori, si sviluppa tra le frazioni di Eca, la più ad est delle numerose borgate della vallata nel Comune di Ormea, e la frazione di Viozene. Il percorso si snoda nel territorio di nove frazioni, abitate in pianta stabile da una manciata di residenti, e tocca ben ventiquattro borgate, alcune delle quali si animano nei mesi estivi grazie al turismo o ad altre attività. Altre sono ormai abbandonate, ma conservano intatto un alone di fascino e di storia. Nel corso dell’itinerario l’escursionista percorre un’intricata rete di mulattiere delimitate da lunghissimi muretti in pietra e sulle quali si incontrano numerosi piloni votivi. Il paesaggio è molto vario ed è caratterizzato da terrazzamenti
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IL SENTIERO DEL BOSCO DELLE VENE
sostenuti da muri a secco, splendidi castagneti, seccatoi per la produzione delle castagne “bianche”, canalizzazioni per l’irrigazione dei campi e paesaggi suggestivi.
Lungo le antiche vie del sale LA GRANDE TRAVERSATA DELLE LANGHE
ITINERARIO STRUTTURATO
due sensi di marcia sia a piedi sia in mountain bike. Se si opta per la mountain bike è consigliabile percorrerla da Saliceto a Santo Stefano Belbo per sfruttare le salite su asfalto e le discese su sterrato. Si tratta di un percorso dal sapore di altri tempi, che si snoda sulle antiche vie del sale animate nei secoli passati dai flussi mercantili tra i porti della Liguria e la pianura piemontese. Fino all’Ottocento furono i muli e gli asini gli animali da trasporto più utilizzati, poi con la dominazione francese e la costruzione di strade “carrettabili” fu la volta della breve età d’oro dei “cartuné”, i conducenti di carri a due ruote trainati da cavalli. Dopo alcuni anni di oblio, il patrimonio inestimabile delle antiche vie del sale è tornato a splendere grazie alla creazione di questo itinerario strutturato, che ha intercettato la sempre crescente necessità di riappropriarsi del territorio a ritmi lenti, LUNGO LE ANTICHE VIE DEL SALE
S. Stefano Belbo
NUMERO DI TAPPE 6 DISLIVELLO IN SALITA 1.253m ADATTO A FAMIGLIE sì ADATTO A MTB sì DIFFICOLTÀ E RIFERIMENTO Com. Mont. Alta Langa
A
+eventi ext
Direttore
La Grande Traversata delle Langhe (Gtl), inaugurata nel maggio del 2007, è un itinerario strutturato articolato in 6 tappe tra i comuni di Saliceto e Santo Stefano Belbo, effettuabile nei
Direzio e am
Bergolo
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Come l’a
Monesiglio
Saliceto
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a passo d’uomo. E allora ecco che oggi grazie alla Grande Traversata delle Langhe è possibile godersi una full immersion letteraria nei luoghi di Cesare Pavese, scoprire i segreti del paesaggio terrazzato grazie all'Ecomuseo dei terrazzamenti e della vite di Cortemilia, concedersi una mezza giornata ristoratrice a Bergolo, paese di pietra che è un caratteristico borgo, vero e proprio museo a cielo aperto.
Da Pornassino al rifugio Mongioie ESCURSIONE DISLIVELLO IN SALITA 320m QUOTA PARTENZA 1.230m QUOTA ARRIVO 1.550m TEMPO DI SALITA 3h 10’ TEMPO DI PERCORRENZA 5h DIFFICOLTÀ E PARTENZA DA loc. Pornassino, Ormea
Ultimo tratto della balconata di Ormea
Aut. Trib. Cuneo n. 528 del 28/10/1999 +eventi extra Escursioni a cura di Laura Conforti e Giulia Poetto Direttore responsabile Davide Rossi Pubblicità 0171.696240 (int. 3); 327.3392159 commerciale@piueventi.it Direzione, redazione Bbox s.r.l. e amministrazione Corso Solaro 6 12100 Cuneo t. 0171.696240 f. 0171.863111 info@bbox.cn Stampa Tipolitografia Europa, Cuneo
Tre modalità di > Socio “+eventicard” € 18,00 abbonamento > Socio “+eventicard” famiglia € 12,00 > Abbonamento “ordinario” € 12,00 Come sottoscrivere > su www.piueventi.it l’abbonamento > con versamento su ccp n. 84934330, Più Eventi Edizioni - Bbox s.r.l. > con bonifico bancario IBAN: IT44Y0839710200000020122822 > presso la sede della Più Eventi Edizioni Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana © Bbox s.r.l. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta senza l’autorizzazione dell’Editore.
che prosegue verso Carnino, lungo quella che un tempo era chiamata l’antica via della Messa, poiché era utilizzata dagli abitanti delle borgate per recarsi alla chiesa di Viozene. Lasciata l’auto nel minuscolo abitato di Pornassino lo si supera per svoltare a sinistra in salita in direzione di Pian Fò. L’ampia sterrata passa tra le case di questa borgata e la supera con un largo tornante nei pressi del quale si stacca un sentiero che, prima in piano e poi in discesa, raggiunge e attraversa il rio Bianco. Oltre il torrente si entra in un fitto bosco e si inizia una salita che porta alla località Case Bruciate. Qui si lascia il sentiero e si ritorna sullo sterrato. Ignorando alcune successive deviazioni si prosegue in direzione Ovest fino a immettersi sulla strada asfaltata che entra nell’abitato di Viozene. Da Viozene si prende a destra l’ampia mulattiera che in breve raggiunge il rifugio Mongioie.
borgata di Carnino Inferiore si imbocca la bella mulattiera lastricata che sale tra le case ed è indicata coi segnavia del GTA. Si prosegue nel bosco con alcuni tornanti e si arriva ai Tetti Donzelle a quota 1.540m. Qui si piega verso Sud-Est e si giunge così alla panoramica colla di Carnino. Il sentiero ora si dirige decisamente a Nord per passare con un ampio traverso sotto le rocce del Manco. Con una svolta verso Est si va ad attraversare il rio delle Vene, che fuoriesce dalla grotta omonima. Questa grotta fa parte di un complesso sistema carsico dove scorrono le acque che qui confluiscono dalle cime a cavallo tra le valli Ellero e Tanaro. Da qui una lunga diagonale attraversa facili pendii erbosi e giunge in breve al rifugio Mongioie.
Il sentiero del bosco delle Vene VARIANTE/PROLUNGAMENTO DISLIVELLO IN SALITA 360m QUOTA PARTENZA 1.387m QUOTA ARRIVO 1.550m TEMPO DI SALITA 2h 30’ TEMPO DI PERCORRENZA 4h DIFFICOLTÀ E PARTENZA DA Carnino inferiore, Ormea
Dalla chiesa di san Rocco nella
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