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Realizzato con il sostegno della Regione Piemonte - Assessorato Ambiente nell'ambito delle iniziative IN.F.E.A. 2008/2009. Supplemento al numero 110 - novembre 2009 di +eventi. In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO Cuneo per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il prescritto diritto postale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB/CN/010

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eco

educazione

ambientale

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novembre 2009

zone

I CAMBIAMENTI CLIMATICI RAPPRESENTANO IL PROBLEMA PIÙ URGENTE E NEL CONTEMPO LA SFIDA PIÙ IMPORTANTE DEL NOSTRO PRESENTE. NE PARLIAMO IN QUESTO NUMERO, DEDICATO AI PROGETTI DI EDUCAZIONE AMBIENTALE IN.F.E.A.

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IL TEMA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI ACQUISTA SEMPRE PIÙ CARATTERE DI ATTUALITÀ E URGENZA, E ANCHE IL PIEMONTE E LE ALPI OCCIDENTALI NON SFUGGONO A FENOMENI ORMAI BEN NOTI RILEVATI SU SCALA GLOBALE. ANZI, PROPRIO LA REGIONE ALPINA COSTITUISCE UN TERRITORIO ESTREMAMENTE DELICATO E SENSIBILE AI CAMBIAMENTI AMBIENTALI, IN CUI SI POSSONO COGLIERE I CAMPANELLI D’ALLARME DI FENOMENI LE CUI RIPERCUSSIONI RIGUARDANO L’INTERO CONTINENTE.

L’EDITORIALE

Cambiamenti climatici sulle Alpi Occidentali di Daniele Cat Berro

S

ulle Alpi i segnali di cambiamento climatico sono molteplici e talora più evidenti che in altre regioni del pianeta. Mentre a livello globale le temperature sono cresciute di 0,74°C in un secolo, sulla regione alpina i climatologi dell’istituto austriaco di meteorologia e geodinamica (ZAMG) stimano che il riscaldamento medio annuo abbia già raggiunto 1,2°C. La comunità scientifica ritiene altamente probabile che almeno una buona parte di questo riscaldamento sia causato dall’emissione di gas a effetto serra da parte dell’uomo negli ultimi due secoli. L’andamento delle precipitazioni non mostra invece tendenze significative sull’Italia nordoccidentale, salvo una lieve diminuzione rispetto al 19° secolo. Nevica meno specialmente a bassa quota, sotto i 1000 metri, dove l’addolcimento delle temperature invernali ha reso le precipitazioni in prevalenza piovose: a Torino e Cuneo la quantità di neve caduta nel periodo 1990-2008 è diminuita rispettivamente del 39 e 29 per cento rispetto al precedente intervallo 1961-1989. Una riduzione della durata dell’innevamento si osserva invece a tutte le quote, a causa della più precoce fusione primaverile che si manifesta anche con un anticipo di circa due settimane del periodo di “morbida” torrentizia (periodo di vivaci deflussi in tarda primavera).

Il riscaldamento osservato è la causa prevalente del generale e intenso regresso dei ghiacciai: dal 1850 a oggi la superficie glaciale delle Alpi si è dimezzata, e negli ultimi vent’anni il tasso di riduzione di spessore del ghiaccio attorno a 3000m di quota è stato dell’ordine di un metro all’anno. Ma in stagioni particolarmente calde e negative per la sopravvivenza dei ghiacciai si sono persi anche 3m di spessore, come nel 2003, anno in cui si stima si sia fuso il 5-10 per cento del volume di ghiaccio ancora esistente sulle Alpi. Inoltre ci sono evidenze che l’attuale copertura glaciale – non solo sulle Alpi ma anche in altre catene montuose del mondo come le Ande – sia la più ridotta da circa 5000 anni: è quanto suggerisce il ritrovamento della mummia Ötzi sulle montagne dell’Alto Adige, emersa in ottimo stato di conservazione nel 1991 dopo circa 5300 anni di permanenza nel ghiaccio, oppure il recente rinvenimento di tessuti vegetali ben conservati, datati 5000 anni fa, presso la fronte in ritiro del ghiacciaio Quelccaya in Perù.

I modelli di simulazione climatica delineano per il futuro scenari di ulteriore riscaldamento, deglaciazione, distribuzione irregolare delle precipitazioni, con conseguenti guasti ambientali, alterazione degli ecosistemi terrestri, estinzioni di specie viventi e diffusione


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possa superare il mezzo metro di incremento entro il 2100: gli effetti non riguarderebbero direttamente il Nord-Ovest italiano, tuttavia le crisi geo-politiche innescate dalle migrazioni umane dalle regioni più povere e penalizzate dai cambiamenti climatici potrebbero avere echi notevoli a scala globale.

Vi sono ormai sufficienti evidenze scientifiche che testimoniano l’urgenza di agire

verso nord di parassiti vettori di malattie tipiche dei climi caldi. Le previsioni indicano un riscaldamento compreso tra 1.8 e 4°C a livello globale entro il 2100, a seconda degli scenari di sviluppo sociale, economico e tecnologico considerati, ma con distribuzione disomogenea tra le diverse regioni del mondo. Il Mediterraneo è considerato uno dei “punti caldi” per i futuri cambiamenti climatici: in estate sono infatti attesi aumenti di temperatura media anche di 5-6°C entro la fine del 21° secolo, associati a un drastico calo della piovosità che potrebbe mettere in crisi le produzioni agricole e gli ecosistemi forestali. Si temono anche importanti conseguenze sulla salute della popolazione in occasione di ondate di calura di magnitudo simile a quelle del 2003, di cui si prevede un forte aumento di frequenza nei prossimi decenni. Quanto ai ghiacciai, i ricercatori dell’Università di Zurigo stimano che un aumento della temperatura estiva di 3°C entro fine secolo sia in grado di far scomparire l’80 per cento dell’area glaciale che era ancora presente sulle Alpi nel periodo 1971-90, risparmiando solo le calotte sopra ai 3500m di quota. La previsione dell’incremento dei livelli marini è ancora molto incerta, ma si teme che si

sia con una mitigazione del riscaldamento globale, attraverso massicci tagli alle emissioni di gas serra, sia con opportune strategie di adattamento a fenomeni ormai innescati. L’obiettivo dell’Unione Europea di contenere entro 2°C il riscaldamento dall’era preindustriale potrebbe essere ormai irraggiungibile pur considerando gli attuali migliori propositi di riduzione delle emissioni, ma in ogni caso solo un imponente e coordinato sforzo internazionale potrà evitare un’epocale degradazione degli ambienti da cui l’uomo dipende. Gli imperativi sono dunque “consumare meno” e “consumare meglio”: incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica degli edifici, dei trasporti, dei processi industriali (in sostanza, abbattere gli sprechi) per ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili, la cui disponibilità andrà peraltro riducendosi in futuro. Se si riuscirà in questo intento, non solo la mitigazione dei cambiamenti climatici avrà avuto successo, ma le ripercussioni positive si faranno sentire anche in altri ambiti come la qualità dell’aria e dell’ambiente in generale, la stabilità dell’economia e l’assetto geo-politico internazionale.

Daniele Cat Berro è ricercatore presso la Società Meteorologica Italiana; si occupa di clima e ghiacciai delle Alpi, con particolare attenzione per il settore occidentale, dove conduce regolari campagne di misura. Scrive per il quotidiano torinese “La Stampa” e si dedica anche alla divulgazione scientifica presso le scuole e il pubblico generico.


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SE SI CONOSCE LA REALE E PREOCCUPANTE PORTATA DEI MUTAMENTI CLIMATICI, APPAIONO EVIDENTI LE RIPERCUSSIONI SU OGNI ASPETTO DELLA NOSTRA VITA. DIVENTA QUINDI FONDAMENTALE UN NOSTRO DIRETTO COINVOLGIMENTO DI RESPONSABILITÀ NELLA QUESTIONE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI: DA SPETTATORI INDIFFERENTI DOBBIAMO NECESSARIAMENTE DIVENTARE PROTAGONISTI DELL’INVERSIONE DI TENDENZA.

SPUNTI DI RIFLESSIONE

Tempeste in vista... le conseguenze sul pianeta

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orse non tutti sanno che l’effetto serra è in realtà un fenomeno naturale: infatti assicura il riscaldamento della terra grazie ad alcuni gas normalmente presenti nell’atmosfera: senza l’effetto serra la temperatura terrestre potrebbe essere mediamente inferiore anche di 30° centigradi rispetto all’attuale. Con la rivoluzione industriale e l’uso massiccio di combustibili fossili la presenza di questi gas capaci di trattenere calore è però eccessivamente aumentata causando un anomalo riscaldamento. Molti studi scientifici dimostrano che il riscaldamento del pianeta provoca un aumento nella frequenza e nella durata di eventi estremi come alluvioni e

siccità e inducono un irreversibile processo di fusione di nevai perenni e ghiacciai. Quest’ultimo fenomeno provoca l’innalzamento del livello dei mari: il tasso attuale di aumento dei livelli marini è di 3mm all’anno; anche senza considerare il massiccio contributo che potrebbe derivare dal ritiro delle calotte polari, entro il 2100 gli oceani potrebbero crescere di 18-59cm. Questo fenomeno naturalmente causerà grandi rischi per le zone costiere e per le piccole isole, destinate alla parziale o totale scomparsa. Ma i mutamenti climatici provocheranno anche altre conseguenze altrettanto preoccupanti. Vediamone alcune.

Allagamenti, erosioni, contaminazioni L’innalzamento dei mari sarà causa di eventi estremi come alte maree, tsunami, esondazioni. Le inondazioni potrebbero interessare anche alcuni dei più produttivi delta fertili del mondo come il Mekong in Vietnam, lo Yangtze in Cina e il delta del Po. Ma causeranno anche l’intrusione di acqua salata nelle riserve di acqua potabile, contaminandole. Questo fenomeno è già in atto nelle riserve di acqua di Israele, Thailandia e Caraibi.

temperatura favorirà poi la proliferazione e la diffusione di agenti patogeni e batteri pericolosi. Il clima afoso sarà causa inevitabile di aumento di inquinamento atmosferico con conseguente incremento di sindromi asmatiche, allergiche, polmonari e cardiache.

Riserve alimentari e viaggi esotici

Salute

Si prevede un crollo delle riserve alimentari prodotte nelle aree costiere: allevamenti ittici, acquacolture e agricoltura saranno i settori più a

Si prevede che il crollo delle risorse alimentari e idriche influirà sulle condizioni delle popolazioni soprattutto delle zone più povere. Un aumento della

rischio insieme al settore turistico e alberghiero.

Ecosistemi e biodiversità Cambiamenti di clima avranno forti impatti su ecosistemi e biodiversità. Deserti, montagne, fiumi, foreste saranno intaccati con danni alle preziose risorse ecologiche.


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Quali sono le azioni sostenibili di contrasto?

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gni giorno compiamo una moltitudine di azioni quasi automatiche: spesso, per ignoranza, pigrizia o indifferenza non teniamo conto del “prima” e del “dopo” dei nostri gesti che hanno una storia e un’influenza su ciò che ci circonda. Diamo per scontato che tutto si possa fare, così non ci curiamo delle conseguenze delle nostre abitudini. Siamo individui poco responsabili poiché il benessere ci fa sentire così liberi di soddisfare ogni nostra necessità che facciamo a meno di chiederci quale sia l’impatto delle nostre azioni su ciò che ci circonda. Tuttavia libertà e responsabilità verso gli individui e l’ambiente attorno a noi sono strettamente correlate e tutti siamo pertanto chiamati a comportamenti maggiormente sostenibili.

Un mondo di plastica Tutti gli imballaggi di plastica sono estremamente comodi: sono igienici, monouso, leggeri, infrangibili...ma consumano un’elevata quantità di petrolio, contribuendo in maniera significativa alle emissioni di gas serra. Per produrre 30 bottiglie di plastica sono necessari quasi 3kg di petrolio, 18lt di acqua e vengono immessi nell’atmosfera: 40g di idrocarburi, 25g di ossidi di zolfo, 18g di monossido di carbonio e 3g di CO2. Considerando che in media ogni italiano consuma circa 135 bottigie di plastica all’anno, appare evidente che il nostro semplice gesto di acquistare e consumare acqua in bottiglia è assolutamente pericoloso per l’ambiente e il clima. E allora...pronti via. Impariamo non solo a riciclare, ma anche e prima

di tutto ad evitare bottiglie e imballaggi in PET.

Carne alla brace Per produrre 1kg di carne si consuma 1kg di petrolio e si emettono nell’atmosfera 15kg di CO2. Visto il grande impatto sull’ambiente della zootecnia (responsabile del 18% delle emissioni totali di gas serra), sarebbe meglio consumare meno carne. Per chi vuole imparare a calcolare l’impronta ecologica della propria dieta è disponibile lo strumento di calcolo sul sito: www.eatlowcarbon.it

Energia efficiente Consumi energetici ed emissioni di gas serra sono strettamente correlati. Oggigiorno la maggior parte dell’energia deriva da combustibili fossili da cui è ormai necessario sganciarsi. Energie

alternative, efficienza e risparmio energetico sono una delle sfide più urgenti per l’ambiente e il clima.

Facciamoci trasportare Oltre il 25% delle emissioni di CO2 prodotte nell’Unione Europea derivano dai trasporti. Questo settore è

particolarmente critico per l’Italia che possiede il 19% del parco veicoli dell’Europa e le cui emissioni imputabili ai trasporti sono in continua crescita. Diventa pertanto urgente investire nella mobilità alternativa e “convertirsi” a modi più sostenibili di muoversi e trasportare.

Le dieci piccole regole 1 in casa mantenere sempre una temperatura non superiore ai 19°-20°C. 2 fare in modo che la casa sia ben isolata e la caldaia sia efficiente. 3 utilizzare lampadine a basso consumo e non tenere la luce accesa inutilmente. 4 non lasciare apparecchi elettronici in stand-by 5 non sprecare acqua, lasciandola scorrere anche se non necessario. 6 quando possibile usare mezzi di trasporto alternativo: la bicicletta, le gambe, i trasporti pubblici o il car-pooling. 7 acquistare cibi e prodotti locali e di stagione, preferendo quelli con poco imballaggio. 8 fare con scrupolo la raccolta differenziata. 9 riciclare tutto ciò che è riciclabile e ritornare a barattare oggetti inutilizzati. 10 imparare sempre a... pensare prima di fare!


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VERTICI MONDIALI

Summit e grandi progetti

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a temperatura del globo aumenterà di un valore compreso tra 1,8 e 4°C entro il prossimo secolo. Per invertire la rotta sarebbe necessario un taglio di almeno il 60% delle emissioni di gas serra. Questa la premessa da cui partirono i Grandi quando, nel 1979, si riunirono per la prima conferenza mondiale sul clima; in quella sede si affermò per la prima volta in maniera ufficiale l’urgenza e la necessità di intraprendere azioni di risposta al problema dei mutamenti climatici. Da allora frequenti e numerosi sono stati gli incontri intergovernativi sul tema del clima, dell’effetto serra e dello sviluppo sostenibile fino al 1997, quando tutto il lavoro venne raccolto nella Conferenza di Kyoto a cui parteciparono oltre 10.000 delegati. In quella sede fu stilato il famoso Protocollo di attuazione della Convenzione sul clima. Il Protocollo indicava una precisa strategia per la riduzione dei sei gas responsabili dell’effetto serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto, perfluorocarburo, idrofluorocarburo, esafluoruro di zolfo). L’obiettivo fissato inizialmente era del 5,2% di riduzione media nel periodo 2008-2012. Per alcuni paesi più industrializzati la riduzione prevista era anche maggiore (8% per l’Europa. 7% per gli USA, 6% per il Giappone) mentre per altri paesi meno sviluppati erano stati fissati livelli minori. Alcuni governi ritennero da subito che i limiti fissati dal Protocollo di Kyoto fossero troppo ambiziosi. Infatti, ad aprile 2001, avevano ratificato il protocollo solo 33 paesi (contro i 55 necessari) e tutti erano paesi in via di sviluppo, dalla Bolivia alla Romania, dall’Uzbekistan alla Mongolia. Mancavano all’appello le grandi potenze inquinatrici: USA, Russia, Giappone, Cina e i paesi europei. Per questo a fine 2001 venne indetta a Marrakech una nuova Conferenza sul Clima: in quella sede furono cambiate alcune regole importanti nell’ambito delle strategie da adottare per diminuire i livelli di gas serra nell’atmosfera: innanzi tutto si stabilirono forti incentivi per la riforestazione e nuove norme per i cosiddetti “sink”, cioè i pozzi di assorbimento di gas serra, che sono i polmoni verdi del pianeta. Venne di

fatto introdotto un principio molto semplice: un paese può inquinare 10 se possiede alberi in qualsiasi parte del mondo in grado di assorbire 10; il che significa che un paese può non investire in adeguate politiche energetiche nazionali purché possieda o acquisti sink che compensino le emissioni prodotte. Si è generato così un meccanismo ben poco virtuoso chiamato Emission Trading (mercato delle emissioni): chi produce più CO2 di quanto consentito può sia acquistare il diritto di inquinare da chi è sotto il limite massimo sia ampliare il proprio “parco sink”, comprando ettari di polmone verde in proporzione tale da compensare le emissioni in eccesso. Inoltre il compromesso di Marrakech prevede che le sanzioni siano applicabili solo a partire dal 2012. Dal 2001 passarono ancora 4 anni prima che il target delle 55 nazioni firmatarie necessarie per l’entrata in vigore del protocollo fosse raggiunto ed esso quindi diventasse una realtà. Gli USA, però, non hanno ancora ratificato il portocollo.

2009: anno mondiale del clima È iniziato lo scorso gennaio di quest’anno e si concluderà con il prossimo capodanno l’Anno del Clima, che ha già visto in agenda una trentina di vertici mondiali, appuntamenti istituzionali e che si concluderà con la Conferenza internazionale sul clima di Copenhagen, in previsione dal 7 al 18 dicembre prossimi. Qui i grandi del pianeta saranno chiamati a trovare un accordo globale per far fronte ai cambiamenti climatici. Sarà il più grande vertice sul cambiamento climatico di sempre che si pone l’obiettivo ambizioso di siglare un accordo che superi il Protocollo di Kyoto. Info: www.en.cop15.dk


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SPUNTI DI EDUCAZIONE AMBIENTALE

I progetti IN.F.E.A. in provincia di Cuneo L’educazione ambientale è un impegno e un’opportunità che ci deve riguardare da vicino. IN.F.E.A. è un progetto promosso da: Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, i Laboratori territoriali di educazione ambientale di Chiusa Pesio e di Alba e Bra (sedi di Alba e Bra), che raccoglie idee, proposte, progetti concreti per mettere in campo azioni concrete. Eco-zone è lo strumento per farle parlare.

SOS Clima

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ENTE DI RIFERIMENTO:

Laboratorio Territoriale di Educazione Ambientale di Alba e Bra

Le attività dell’uomo hanno sovente un impatto negativo sull’ambiente e, quindi, sono necessarie per il futuro scelte responsabili e rispettose degli equilibri dell’atmosfera, degli oceani e degli ecosistemi. Il progetto intende quindi sensibilizzare gli alunni nei confronti dei problemi ambientali e sviluppare una mentalità attenta e rispettosa verso l’ambiente e, di conseguenza, comportamenti responsabili nella quotidianità. verrà favorita l’acquisizione

delle conoscenze relative ai fattori da cui dipende il clima, alle cause e alle conseguenze di tali cambiamenti, alle strategie che a livello mondiale vengono attuate per limitare i danni. Finalità del progetto sono il far prendere consapevolezza dell’importanza delle scelte individuali. ALTRI SOGGETTI COINVOLTI:

Istituto comprensivo di Cavallermaggiore Museo di scienze naturali Craveri di Bra Museo regionale di scienze naturali di Torino Parco regionale La Mandria di Venaria Reale. LUOGO DI REALIZZAZIONE: Area del comune di Cavallermaggiore • FINALITÀ: approfondire lo studio del clima per far acquisire maggiore consapevolezza sui problemi ad esso legati• DESTINATARI: scuole, professionisti, famiglie• TEMPI DI REALIZZAZIONE: in corso

Un bosco in città

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interattiva; lo studio dei cambiamenti climatici e dell’economia locale sostenibile. Sono previste più fasi di attuazione del progetto. Nella prima fase di realizzazione si prevede l’allestimento degli spazi interni ed esterni nei pressi della funicolare di Mondovì. La seconda fase prevede l’inaugurazione dello spazio e di tutte le attività già sviluppate e di quelle previste. La terza fase comprende corsi per i cittadini e inizative di turismo scolastico. ALTRI SOGGETTI COINVOLTI:

Cooperativa Sociale La Salamandra Comune di Mondovì LUOGO DI REALIZZAZIONE: Area del comune di Mondovì• FINALITÀ: sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente attraverso attività pratiche• DESTINATARI: scuole, famiglie, professionisti • TEMPI DI REALIZZAZIONE: in corso ,

ENTE DI RIFERIMENTO:

Laboratorio Territoriale di Educazione Ambientale di Chiusa Pesio

I temi trattati nel progetto riguarderanno: la conoscenza e la tutela del patrimonio ambientale attraverso esperienze ludico – didattiche nel bosco, corsi di formazione per insegnanti e operatori ambientali; l’uso sostenibile delle risorse naturali e l’allestimento di una mostra

Aut. Trib. Cuneo n. 528 del 28/10/1999 Direttore responsabile Nicoletta Blua Pubblicità 335.6480281 commerciale@piueventi.it Direzione, redazione Bbox s.r.l. e amministrazione Corso Solaro 6 12100 Cuneo t. 0171.696240 f. 0171.863111 info@bbox.cn Stampa Tipolitografia Europa, Cuneo Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana © Bbox s.r.l. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta senza l’autorizzazione dell’Editore.


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PER SAPERNE DI PIÙ

L’ecologia a piccoli passi — F. Michel, M. Boutavant. Ed. Motta Junior. Libro didattico per bambini delle scuole elementari. A come ambiente — AA.VV. Ed. Editoriale Scienza 2008. Manuale diviso in 5 sezioni (aria, energia, alimentazione, rifiuti e acqua) con consigli pratici e quiz. Dai 7 anni in su. L’avvenire della terra: lo sviluppo durevole raccontato ai bambini — Y.A.

Bertrand, P.J. Dubois, V. Guidoux. Ed. L’ippocampo. Ambiente, clima, inquinamento: un libro per saperne di più. Dai 7 anni in su.

Ecologia: come salvare la terra

A qualcuno piace caldo — S. Caserini. Ed. Ambiente. Una discussione scientifica sulle conseguenze dei cambiamenti climatici. Un piano per salvare il pianeta — N. Stern. Ed. Feltrinelli. Ampia indagine sulle conseguenze economiche e sull’impatto sociale dei cambiamenti climatici. Una questione scottante — D. Walker, D. King. Ed. Codice. Il libro affronta le strategie per fermare i cambiamenti climatici e le loro conseguenze.

film e documentari The age of stupid — regia F. Armstrong, 2009. Film manifesto sui cambiamenti climatici.

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frontiera. Un libro pop-up sull’ambiente per piccolissimi lettori.

Il cambiamento climatico — A. Lanzi. Ed. Il Mulino. Un libro completo sul clima e i suoi mutamenti.

— I. Masson. Ed. San Paolo. Un tascabile illustrato con foto, quiz, approfondimenti, idee pratiche e consigli operativi, per ragazzi delle scuole medie.

The Planet — regia M. Stenberg, 2008. Film ironico e interessante, vincitore del festival Cinemambiente 2007.

Ai figli del pianeta — A cura di Centro nuovo modello di sviluppo. Ed. EMI. Un libro sull’attuale stato del pianeta e sulle strategie per un cambiamento, per ragazzi delle scuole medie.

— regia D. Attenborough, 2006. Due filmati in un unico dvd su un tema di scottante attualità.

Pianeta terra: i cambiamenti climatici

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Anche tu puoi salvare il nostro pianeta — E. Brownjhon. Ed. La nuova

libri per adulti

eco

libri per bambini e ragazzi

prossimo numero a dicembre politiche integrate

L’ARGOMENTO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI È TALMENTE VASTO ED IMPORTANTE CHE NON PUÒ ESSERE ESAURITO IN POCHE PAGINE: QUESTO MESE PROPONIAMO PERTANTO UNA SERIE DI CONSIGLI DI LETTURA PER I PIÙ E I MENO GIOVANI E ALCUNI DOCUMENTARI E FILM DI APPROFONDIMENTO


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