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Riccardo Paracchini
DEL SILENZIO E DELLE API
GENERALE AMNESIA
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Poi ti chiamo così chiacchieriamo un po’. Va bene ti aspetterò
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Non posso, rimedio con l’autocoscienza
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Sono io. Penso che la felicitĂ o la contentezza siano sentimenti brevi, oppure sono io che sono labile
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Insomma, che vita difficile, molto difficile
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Secondo te sono felice? (preparazione del vestito)
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Ho appena avuto un momento di microfelicitĂ . Ăˆ passato. Ho pensato che posso ancora avere una scelta, lo capisci? (Ti ho dipinta in un cielo di stelle)
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Sto bevendo il mio latte caldo. Momento molto importante
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Ho molto freddo. Ci beviamo una tisana calda?
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Sembra ci sia sempre qualcosa. Forse sono le prove per diventare una samurai. Veramente? Dici veramente?
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Insomma anch’io non sono quella roccia che tutti sembrano vedere. Quando sono cosÏ non riesco ad essere molto discorsiva
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Le tue carezze mi fanno tanto bene, mi fanno stare bene
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Mi fai vibrare tutte le foglie ma non posso dirti perchĂŠ
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Mamma mia non si può proprio uscire di casa. (I tuoi sogni che mi avvolgono)
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Ho dovuto mettere a posto le cose, non dirlo a nessuno. SÏ, però devi nutrirti meglio, altrimenti dopo sei stanca
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Ci siamo seduti, e abbiamo riposato. Era un sogno. Non so se ti rivedrò ancora. No, dai, non farmi paura
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Ma perchÊ con te è tutto piÚ semplice? Tutto sembra possibile
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Ti vengo a prendere, posso?
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Te l’ho detto, non farlo piÚ ti prego, è stato molto brutto
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Ho tutti gli ormoni in giro per il corpo. Questi ormoni non mi fanno smettere di piangere e non riesco a parlare
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Ah, lo sai che bevo molto adesso? Ho seguito il tuo consiglio
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Bello il sogno, vorrei anch’io sognare cosÏ e non fare sempre incubi brutti
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Sono come un fiore tropicale. Un fiore carnivo
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È che con te lo posso fare perché mi vuoi bene, piango solo con chi mi vuole bene, è sempre stato così
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Avevo paura di metterti in difficoltĂ e non volevo, ero agitatissima. Credi che qualcuno se ne sia accorto?
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È vero, tu mi metti tranquillità e tutto riesce meglio, che situazione. Quasi quasi mi faccio qualcosa di caldo anch’io
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Poi mi sono fermata e mi sono detta, sei una malata di mente, una masochista di merda, smettila. Ma giuro che fino all’ultimo mi dicevo: dai che ce la faccio
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Veramente mi ha impressionato che capivi meglio tu come stavo io, in effetti il fatto che è da tanto tempo che non sto bene non mi fa capire quando sto male. Sono proprio uno schifo verso me stessa
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Non mi chiami pi첫?
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Mi spiazzi. Per me rappresentano la felicitĂ
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Sono solo triste perchĂŠ pensavo che le cose si potessero conciliare ma sbagliavo
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Riccardo Paracchini
DEL SILENZIO E DELLE API
GENERALE AMNESIA
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FINE
Ognuno di noi ha una storia del proprio vissuto, un racconto interiore, la cui continuità, il cui senso è la nostra vita. Si potrebbe dire che ognuno di noi costruisce e vive un “racconto”, e che questo racconto è noi stessi, la nostra identità.
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Oliver Sacks
PR 20 06 a 20 07