Viaggio nel Parco del Ticino
n. 2 - dicembre 2011
Parco Ticino
Sviluppo sostenibile: tutela della biodiversità e dell’ambiente, qualità della vita
Un viaggio per il Parco del Ticino “Forse uno dei nostri compiti più urgenti consiste nell’imparare di nuovo a viaggiare, eventualmente nelle nostre immediate vicinanze, per imparare di nuovo a vedere”. (M. Augé) Anche noi abbiamo la stessa visione di Augè ed è per questo che, tra le tante forme oggi in uso per conoscere un territorio, abbiamo pensato di dedicare questo numero del nostro giornale ad un viaggio, o meglio, ai numerosissimi viaggi per il Parco del Ticino. Il viaggiar lento è il miglior modo per far scoprire un territorio ricco e vasto come il nostro e costituisce un modo per creare una nuova solidarietà sociale nel rapporto città-campagna. La lentezza, nella nostra concezione, non rappresenta un limite ma è una risorsa che si traduce nella capacità di vivere a una diversa velocità. Assume un ruolo fondamentale per scoprire il “senso del viaggio”: rappresenta infatti un’occasione di conoscenza, di vivere nuove esperienze, di fare nuovi incontri. Ambiente, paesaggio, natura e cultura diventano sempre più componenti fondamentali dell’esperienza di vacanza. Il turismo lento indica che esiste un’altra modalità di sperimentare il territorio che ci circonda, così che la lentezza, la pausa, il sintonizzarsi con i ritmi della natura, il far niente quando le circostanze lo consentono o lo richiedono, non rappresentano “tempo perso”, ma il modo per ritrovarsi con se stessi e con gli altri in un contesto piacevole. Oggi più che mai cresce l’importanza delle radici territoriali, importante strumento di conoscenza della storia e dell’esperienza, unica e irripetibile, di un popolo e di un territorio. A maggior ragione, per promuovere una località e consentire alla 2
stessa di mantenere la sua unicità, diventa indispensabile arginare i “i non luoghi” e gli effetti deleteri di “certa” globalizzazione. Questo obiettivo ha caratterizzato costantemente la nostra azione in questi anni: abbiamo diversificato le proposte dei singoli territori che comprendono il Parco partendo dalla lettura geografica del paesaggio. Ogni singola proposta consente di poter conoscere il Parco in tutte le sue sfaccettare: la natura e la biodiversità come elementi primari del nostro ruolo, l’agricoltura e i suoi prodotti frutto della fatica e dell’ingegno dell’uomo, l’acqua come elemento dalle diverse risorse. I centri abitati che sanno valorizzare la vocazione al viver bene in contesti di elevata qualità paesaggistica e naturale, che sanno dare valore all’antico patrimonio artistico e monumentale parte integrante della storia delle comunità, che sono sempre più attenti all’ambiente e alla biodiversità come fattori di ricchezza e che sanno esaltare in ogni modo il gusto della diversità e della socialità. Infine la qualità che riflette tutte le peculiarità del territorio del Parco del Ticino e che lo distingue da tanti altri “luoghi anonimi” che spesso si trovano nei cataloghi di viaggio e che non hanno caratteristiche distintive neanche passando da una nazione all’altra, da un continente all’altro. Ancorata fortemente al territorio e alle sue tradizioni, la nostra qualità propone un modo di vivere ancora a misura d’uomo, vuole favorire l’osservazione della natura e dei suoi ritmi millenari, vuole coinvolgere il visitatore nel nostro tessuto sociale: quello fatto da gente che conserva gelosamente la propria cultura ed è orgogliosa di farla conoscere al mondo. Milena Bertani Presidente Parco del Ticino
Educazione ambientale, turismo e sostenibilità. Pensando a Expo 2015 L’attività di educazione ambientale del Parco, insieme alle politiche per il Turismo e per la promozione dello sviluppo sostenibile, hanno orientato in questi anni la loro azione anche in vista dell’Expo 2015. Questo straordinario evento avrà come tema il diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutto il pianeta e sarà occasione per valorizzare la tradizione e la specificità del nostro territorio alla luce dei riflettori che saranno puntati su Milano e sulla Lombardia. L’educazione ambientale ha da tempo cambiato prospettiva sia nel mondo della scuola sia delle agenzie culturali ed educative. Oggi fare educazione ambientale significa aiutare a prendere coscienza della realtà ambientale in cui si vive, saperla scomporre e trovare gli elementi base di cui è costituita, mettere a frutto le informazioni per capirne gli equilibri, quali sono le sue potenzialità e quali sono i futuri scenari “sostenibili” di un territorio unico. Si tratta di riscoprire l’insieme di relazioni che annodano inseparabilmente l’uomo e la natura. La ‘nuova educazione ambientale’ non ha dei contenuti e dei saperi già definiti da proporre e da trasmettere (o da inculcare nella testa di destinatari passivi). Al contrario essa si pone con l’atteggiamento della ricerca di risposte che finora la cultura e la società, pur con i loro progressi, non hanno saputo dare. E’ questa la sfida che ci insegna la crisi attuale ed anche questo il senso dell’incontro mondiale del 2015 che avverrà intorno a temi cruciali dello sviluppo sostenibile e del rapporto con il territorio quali il cibo, la sue produzione e la sua cultura. Alcuni temi di lavoro e di confronto tra il Parco e gli attori che agiscono sul territorio si possono estrapolare direttamente dall’agenda dell’expo:
- la sicurezza e la naturalità del cibo; - la ricerca e la promozione della cultura di filiera in campo alimentare, per migliorare le caratteristiche nutritive dei prodotti, la loro conservazione e distribuzione; - l’educare a nuovi stili di vita in particolare per i bambini, gli adolescenti, i diversamente abili e gli anziani; - la valorizzazione della conoscenza delle “tradizioni alimentari” come elementi culturali e etnici. - la bio-diversità l’originalità dell’ambiente in quanto eco-sistema dall’agricoltura sostenibile alle aree protette. Anche se il tema dell’Expo è tipicamente ambientalista e culturale nessuno sottovaluta il fatto che questo appuntamento è una straordinaria occasione per far conoscere il territorio del Ticino e valorizzarne le potenzialità turistiche. In questi anni il Parco ha supportato gli operatori del settore e ha prodotto studi e materiale di grande interesse. Né sono mancate azioni concrete di eccellenza come la rassegna sul gusto del 2010, che ha coinvolto operatori qualificati e particolarmente sensibili. Altrettanto importanti sono state le iniziative di rilancio dei Centri Parco della Fagiana e della exDogana di Tornavento, quest’ultima si avvale della ricchezza di proposte e di iniziative della nuova gestione convenzionata che ha favorito anche un rilancio del negozio dei produttori agricoli. I lavori sono in corso, molto resta da fare, ma la strada è quella giusta per dare a questo stupendo territorio quanto merita per la sua valorizzazione. Roberto Caielli Consigliere Parco del Ticino 3
Natura, arte, storia e agricoltura: viaggio nel Parco del Ticino Il Parco del Ticino si estende per oltre 90 mila ettari dal Lago Maggiore fino alla confluenza del Po, costituendo un patrimonio di inestimabile valore: il fiume e le aree umide contermini, 20 mila ettari di foreste planiziali, oltre 50 mila ettari di territorio rurale, con la fitta presenza di rogge, canalizzazioni irrigue, fontanili, zone umide, gestito da oltre 1000 aziende agricole. L’originalità di questo ricco ambito di biodiversità è la compresenza di una cospicua antropizzazione. Il Parco del Ticino è infatti situato nel cuore di un territorio densamente urbanizzato e solcato da innumerevoli vie di comunicazioni: nei 47 Comuni consorziati delle Province di Varese, Milano e Pavia, vivono e operano oltre 473.910 abitanti che richiedono insediamenti e infrastrutture. Dal 2002 la Valle del Ticino è stata inserita nella Rete Internazionale delle Riserve della Biosfera MAB (Men and Biosphere) e nominato “sito MAB-Unesco” Un patrimonio di natura, di arte e di storia, che
ancora lascia trasparire la bellezza di un paesaggio che sembra scorrere su ritmi e tempi passati, che nulla hanno a che fare con la frenesia della nostre metropoli. Nel lento volo di un airone bianco, nell’imprevedibile virata di un falco pellegrino, nel rincorrersi frenetico di un gruppo di caprioli, si può cogliere l’essenza di questo Parco che, come un Parco di frontiera, è chiamato a difendere e ad offrire al visitatore il tesoro che custodisce. Nel suo correre nervoso verso valle, il Ticino è ancora libero di divagare, di creare nuovi ambienti e di alimentare gli ecosistemi dove proliferano specie animali e vegetali estinte nel resto della Pianura Padana. A piedi, in bicicletta o in canoa, tanti sono i modi per scoprire la Valle del Ticino e i suoi tesori. Settecento chilometri di sentieri, le Vie Verdi, collegano infatti da nord a sud il Parco e attraversano il territorio permettendo al visitatore di viaggiare dalle colline moreniche della zona dei laghi, alle foreste planiziali del Pavese.
Garzetta
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Le vie verdi del Parco del Ticino Da anni il Parco del Ticino lavora con impegno per la creazione di una rete di percorsi pedonali e ciclabili da mettere a disposizione dei suoi fruitori. Il progetto Vie Verdi ha creato una rete, ampliando ed organizzando tutti i tracciati, dal Lago Maggiore, sino alla confluenza con il Fiume Po. Percorrendo queste “strade verdi” si possono ammirare tutte le bellezze naturalistiche della Valle e si possono compiere dei veri e propri viaggi che permettono di conoscere anche gli ambienti storici e le peculiarità gastronomiche di questa zona così ricca di attrattive. Le piste ciclabili” costituiscono la dorsale principale nord-sud del Parco e da essa si diramano una nutrita serie di percorsi che possono fungere
da raccordo con le aree urbane. Il progetto ha realizzato un importante strumento di comunicazione e promozione, creando un sito WebGIS interattivo, completamente dedicato alla sentieristica del Parco (www.parcoticino.it), con possibilità per l’utente di ‘costruire’ percorsi individualizzati sulla base di criteri diversificati (stagione, lunghezza, interesse naturalistico-storico-archeologico, difficoltà, dislivello), di visualizzare gli itinerarî consigliati per particolari tipologie di pubblico (trekking, mountain bike e bicicletta da strada) e di raccogliere altre informazioni utili relative all’area interessata (monumenti, musei, agriturismi, punti vendita dei prodotti del Parco, ospedali, stazioni ferroviarie, …).
IL PARCO IN CIFRE COMPLESSIVAMENTE 122 Km ca di piste ciclabili 700 Km ca di sentieri
VIE VERDI NORD (Sesto Calende-Abbiategrasso) 25 sentieri 337 Km sentieri ciclopedonali 134 bacheche informative 900 cartelli indicatori, segnavia e picchetti
WEBGIS
www.vieverditicino.it
Il web gis delle vieverditicino nasce dalla esigenza di divulgare ed utilizzare a scopo turistico la rete di percorsi pedonali e ciclabili del Parco. Si è scelto di utilizzare questo tipo di tecnologia affinché l’utente possa avere accesso alle informazioni e, soprattutto, possa programmare le escursioni in base alle proprie esigenze. Il webgis vieverditicino.it vuole essere pertanto uno strumento di conoscenza e promozione del
VIE VERDI SUD (Abbiategrasso - Pavia) 22 sentieri 2 dorsali principali: • dorsale destra (Cassolnovo - Po): ca 52 km (realizzato) • dorsale sinistra (Abbiategrasso - Po): ca 52 km (realizzato)
territorio oltre che un servizio al cittadino. Il sito di tipo geografico è in grado di fornire informazioni sulla viabilità pedonale, ciclabile ed in generale turistico - ricreativa su centinaia di chilometri di sentieri presenti nel parco. In particolare rappresenta la rete turistico-escursionistica e ciclabile delle Vie Verdi del Parco Ticino attraverso un sito cartografico con capacità di ricerca e rappresentazione delle caratteristiche dei percorsi, dei punti di interesse e dei servizi afferenti alla rete di fruizione del Parco. 5
Villa Gaia
Da Capo Nord all’Etna passando dal Parco del Ticino: il sentiero E1 La “Valle” del Ticino non è solo contraddistinta dagli ambienti naturali, grande spazio viene lasciato alle opere che nel corso dei secoli l’uomo ha impresso indelebilmente sul territorio. Sin dall’antichità il Ticino fu un area di assidua frequentazione antropica dovuta all’importante via di comunicazione che rappresentava. Dopo le prime civiltà pre-romane (età del ferro), Golasecca e Castelletto Ticino, la cui scomparsa è ancora oggi un mistero, si irradiano le presenze celtiche, a cui seguirà la più stabile ed organizzata dominazione romana. Grande testimonianze di questo passato sono raccontate nei reperti custoditi nei musei di Sesto Calende, Arsago Seprio ( dove si possono ammirare i corredi funebri dei guerrieri longobardi) e Gambolò. Nell’alto e basso medioevo, i grandi complessi monastici e le pievi, oltre che ad esercitare una forte azione di aggregazione territoriale, introdussero, attraverso le grandi bonifiche agrarie, le forme di coltivazione che segnano il paesaggio agrario della pianura irrigua (Naviglio Grande, Naviglio di Bereguardo). L’Abbazia di Morimondo e il suo intorno, portano ad una commistione tra lavoro e spiritualità
Bosco, Robecco sul Naviglio (MI)
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Brughiera, Lonate Pozzolo (VA)
che il visitatore anche ora può respirare. La dominazione Viscontea, con le sue fortificazioni, ha lasciato in Pavia e Vigevano grandi opere di incommensurabile valore architettonico. Il paesaggio archeologico, storico ed agrario. Non inerti contenitori di memoria, ma elementi di un identità etnico-culturale da proteggere e da valorizzare. Tutti i sentieri del Parco toccano realtà storiche o architettoniche di particolare bellezza. Ma lasciamo la macchina (nelle vicinanze dei sentieri sono stati realizzati parcheggi) e iniziamo un viaggio che ci porterà a conoscere tante meraviglie nascoste. Come il Naviglio Grande, un canale artificiale costruito in epoca medioevale e punteggiato da bellissime Ville di delizia costruite tra il Settecento e l’Ottocento; o la bellezza naturalistica delle foreste della “Riserva Fagiana”: un polmone verde che ogni domenica si riempie di visitatori che arrivano dalla vicina Milano in cerca di verde e di riposo, per un pic-nic, per passeggiate lungo i percorsi tematici, le visite ai musei o al centro Lipu, dove si possono osservare i processi di riabilitazione degli uccelli feriti. L’escursionismo è il modo più intimo per ammi-
Ticino a Besate (MI)
rare e cogliere l’essenza del Parco del Ticino. Camminando infatti si possono intravedere particolari che spesso sfuggono a chi lo visita con altri mezzi. Le bellezze di una fioritura primaverile sotto le querce ed i carpini, il verde della vallata che circonda l’Abbazia di Morimondo, le acque azzurre e fresche dei fontanili del milanese… Tra i sentieri che corrono nel Parco il più importante è quello denominato E1 che collega come un ponte l’Europa del Nord al Mediterraneo, partendo da Capo Nord per terminare a
Capo Passero in Sicilia. Il tratto di itinerario che attraversa il Parco Ticino è lungo quasi 130 km, la Valle del Ticino viene così accomunata ai Fiordi Norvegesi, ai Boschi di Odino della Foresta Nera, al Reno, al Lago di Costanza, ai Monti Sibillini fino al Parco dell’Etna. Buon viaggio! Francesco Magna (Responsabile Promozione e Sviluppo Socio-Economico Sostenibile Parco Ticino)
Paesaggio agricolo a Vigevano (PV)
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Centro Parco “La Fagiana”
I Centri Parco Radicare la presenza del Parco del Ticino sul territorio con strutture al servizio dei visitatori che siano esempi di sviluppo sostenibile. Questa la premessa che ha portato alla sistemazione dei Centri Parco e all’avvio del progetto del futuro Centro Parco “Monte Diviso (Gallarate). Le proposte si inseriscono nel progetto avviato dal Parco del Ticino per un turismo sostenibile. In particolare attraverso i Centri Parco si vuole conseguire l’obiettivo di stabilire un dialogo diretto tra il Parco e i suoi visitatori e trasformare i fruitori in visitatori consapevoli. Lo stato di attuazione di questo programma, avviato da diversi anni vede il raggiungimento di alcuni positivi risultati in alcuni centri, mentre
Liberazione dei rapaci alla riserva la Fagiana
per altri si stanno ancora mettendo a punto le migliori strategie gestionali. La filosofia di fondo che ispira le scelte del Parco è quella di unire efficienza e semplicità gestionale, coinvolgendo ove possibile risorse umane e competenze presenti sul territorio o rappresentate da una storia consolidata di partecipazione. 8
CENTRO PARCO “LA FAGIANA” Località fraz. Pontevecchio Magenta (MI)
Il primo nucleo di territorio della Riserva Naturale “La Fagiana” venne acquistato dal Parco Ticino nel 1984. Oggi il Parco è proprietario e gestisce quasi 600 ettari di aree forestali, di prati, lanche e zone umide, che nell’insieme costituiscono la più importante area naturale di proprietà pubblica della Valle del Ticino. Il Centro Parco è costituito da un edificio principale dotato di una cucina attrezzata, di un piccolo museo ad uso didattico e di due sale utilizzate per esposizioni fotografiche ed ufficio. Gli altri spazi sono utilizzati dai Servizi Tecnici e del Settore Vigilanza. Un altro edificio del Centro Visitatori, ex casa di caccia della Riserva, è adibito a sala convegni. La sala, che può ospitare fino a 90 persone, è dotata di tutti gli impianti tecnici necessari a convegni e riunioni (video, schermo, impianti registrazione). Un terzo edificio ricavato dal restauro dell’immobile che serviva da deposito attrezzi della vecchia riserva di caccia. L’immobile è dotato di due locali e di due ampi porticati, uno adibito a ricovero automezzi antincendio e tavoli con panche. Un locale del suddetto edificio è utilizzato come sede dei volontari della Protezione Civile del Parco distaccamento di Magenta, mentre l’altro locale è utilizzato come incubatoio ittico. La struttura è dedicata alla schiusa delle uova e allevamento degli avannotti, con particolare riguardo ai salmonidi e ciprinidi. Nell’area del Centro Visitatori è localizzato anche un quarto edificio attualmente destinato a “laboratorio-officina”, necessario per le attività di gestione e manutenzione generale svolti dal Servizio Operativo del Parco. Per informazioni: tel. 02 97210.222 o 02 97210.260/259
Alla Cascina Paradiso trova sede il Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU “La Fagiana”, istituito nel 1998 da LIPU e Parco Lombardo della Valle del Ticino. E’ un centro nazionale dotato di un ambulatorio veterinario attrezzato nel quale vengono curati i selvatici in difficoltà rinvenuti nel territorio del Parco. Altre strutture didattiche e scientifiche Il Piccolo Museo del Bracconaggio si trova a nord del Centro Visitatori e ricostruisce l’ambiente domestico tipico di chi viveva e lavorava nei boschi. Al suo interno si trovano anche strumenti che utilizzavano nel passato i bracconieri che cac-
Fagiana”, presentato nell’ambito del PIA della Provincia di Milano con il Comune di Abbiategrasso. Il progetto ha come obiettivo riqualificare l’area accoglienza dei visitatori attraverso interventi di ristrutturazione edilizia ed architettonica, al fine di migliorare l’accessibilità e la funzionalità dei locali (rendendoli anche adatti alla visita per diversamente abili) e contestualmente riarmonizzare il percorso di visita del Centro Parco con il potenziamento dell’area dedicata all’Acqua e alla Fauna. Gli spazi vengono quindi ripensati per essere più funzionali e consentire la mitigazione della presenza dei tanti visitatori attraverso la realizzazio-
Ramo Delizia - riserva la Fagiana -Pontevecchio di Magenta (MI)
ciavo e pescavano di frodo nella riserva. Il museo è visitabile solo su prenotazione e durante le manifestazioni organizzate dal Parco. L’Arboreto Didattico Di fronte all’ingresso principale della Riserva Fagiana, dietro al parcheggio delle auto, è stato realizzato un arboreo che ha valore di percorso didattico in quanto rappresenta molte delle specie arboree ed arbustive presenti nei boschi del Parco. Prospettive future di valorizzazione Il centro Parco La Fagiana sarà oggetto di un importante intervento di riqualificazione come previsto dal progetto “L’acqua, la foresta e la fauna. Scrigno di biodiversità: Centro Parco RNO La
ne di un percorso diversificato e ben definito che incanali le visite per ridurne l’impatto. Sarà poi realizzato una sorta di “laboratorio multisensoriale” interamente dedicato all’”Acqua scrigno di biodiversità”. Sarà inoltre realizzato un bookshop e una piccola biblioteca per favorire lo studio e la conoscenza, attraverso l’educazione ambientale, per riscoprire la vastità del patrimonio naturale e culturale, nella convinzione che quando si conosce, è più facile rispettare. Il Centro Parco sarà un laboratorio didattico a cielo aperto, un percorso espositivo che accompagnerà il visitatore in un viaggio: dall’acqua, intesa come risorsa naturale, fonte di vita e generatrice di biodiversità, all’acqua come tessitrice di ambienti riccamente diversificati sia dal punto di vista faunistico sia vegetativo. 9
CENTRO PARCO “EX DOGANA AUSTRUNGARICA” Località della struttura fraz. Tornavento Lonate Pozzolo (VA)
La “Vecchia Dogana Austroungarica” è una struttura storica di grande valore (era la dogana di confine tra l’impero Austro Ungherese con il Regno di Sardegna), acquistata dal Parco nel 1997. E’ posta in una posizione panoramica sulla Valle del Ticino, all’incrocio di una serie di percorsi storico-naturalistici di grande significato (antica via del Gaggio, strada alzaia del Villoresi, strada alzaia del Canale Vittorio Emanuele III, strada dell’antico porto di Lonate, alzaia della Ipposidra), molti dei quali già attrezzati dal Parco del Ticino e dal Comune di Lonate Pozzolo (si ricordi in proposito il percorso E1, il percorso vita, la pista ciclabile dell’Alto Ticino). La struttura, è composta da tre stabili, l’edificio principale, ospita un percorso museale, articolato in tre sale: una dedicata alla geologia e alla geomorfologia del Ticino e alle risorse di origine minerale (oro, quarzi sabbie e ghiaie), una sala
Via Gaggio - Lonate Pozzolo (VA)
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è dedicata all’intimo legame d’interdipendenza che lega l’uomo alle acque del Ticino sin dalla preistoria (Civiltà di Golasecca, Civiltà palafitticola della Lagozza), infine la sala più grande ospita mostre itineranti. Un secondo edificio rustico, che si affaccia sul cortile interno è stato affidato al Consorzio agricoltori Prodotti a Marchio Parco Ticino. Il negozio con i prodotti a marchio Parco Ticino è aperto al pubblico il sabato. L’area esterna è dotata di tavoli. Altre strutture didattiche e scientifiche Stazione di Inanellamento Dogana Nei pressi del Centro Parco a pochi metri dal fiume e a poca distanza dal sistema dei canali artificiali,facilmente raggiunge dal Ponte di Oleggio e dalla superstrada della Malpensa, è stato da poco riattivata una stazione di inanellamento. Attualmente gestita dalla soc. Natura Viva, il centro costituisce un presidio importante per la raccolta di dati scientifici, oltre ad essere un luogo didattico. Visitando il Centro si può infatti scoprire il mondo degli uccelli migratori.
CENTRO PARCO “ORIANO” Località della struttura fraz. Oriano Sesto Calende (VA)
Posizionato ai margini del lago e delle prime colline moreniche offre tante possibilità di visita. Dal Centro partono tanti itinerari tutti diversi tra loro: tra i boschi di conifere e latifoglie fino al fiume o al lago. Inoltre si possono intraprendere percorsi che si spingono anche oltre i confini di Regione, Stato, collegandosi al varesotto, al novarese e alla nuova provincia del Cusio-Ossola. Il Centro Parco è gestito dalla società Il Colibrì. Al piano terra dell’edificio si trova il Museo Naturalistico dotato all’ingresso di uno spazio de-
dattici sulla cicogna nera oltre che una serie di uccelli impagliati donati da alcuni utenti o provenienti dalle collezioni del Parco. Il Centro Parco è caratterizzato dal Centro di rilascio della Cicogna Nera. Altre strutture didattiche e scientifiche Stazione di Inanellamento Roccolo Pierino La stazione, situata in un’area forestale di grande pregio naturalistico, è stata ricavata da un roccolo un tempo usato per cacciare i piccoli uccelli stanziali e di passeri. Scala di risalita dei pesci a Porto Torre Somma Lombardo
Centro Parco “Oriano”
stinato all’accoglienza dei visitatori. Il Museo ospita numerose collezioni naturalistiche, donate al Parco, di minerali, funghi, avifauna, anfibi e rettili, coralli, fossili ed insetti ed un erbario nel quale sono conservati reperti ottocenteschi di erbe medicinali. Alle pareti sono presenti alcuni pannelli didattici sulla geologia e geomorfologia del territorio del Parco, la riproduzione di un profilo pedologico proveniente dalla collezione naturalistica del museo di Sesto Calende. Si possono inoltre osservare alcuni pannelli di-
La struttura, realizzata presso la centrale di Porto della Torre, nel comune di Somma Lombardo, grazie all’intervento di Regione Lombardia, Regione Piemonte, Parco del Ticino e Enelpower, è più lungo canale di attraversamento per pesci che si possa ammirare in Italia. Questo attraversamento permette alla fauna ittica di superare gli sbarramenti provocati dalle dighe artificiali, ma può costituire anche un utile strumento per le scuole. Attraverso degli oblò si possono vedere i pesci che utilizzano la struttura realizzata. Per informazioni: il Colibrì tel 0331 924422. 11
CENTRO PARCO DELLA SFORZESCA
Località della struttura Loc. Sforzesca Vigevano (Pv) Il Centro si trova immerso nella zona agricola di Vigevano, all’interno dell’abitato della Frazione Sforzesca. Per la sua collocazione il Centro rappresenta l’anello ideale per coniugare agricoltura e natura e per poter creare i dovuti collegamenti storici che hanno contribuito alla costruzione del paesaggio presente. Il Centro Parco è anche sede della squadra di Vigevano dei Volontari Antincendio e Protezione Civile del Parco del Ticino. La frazione è raggiungibile in bicicletta da Vigevano, con pista ciclabile ed è vicino all’azienda agricola Montana che produce prodotti a marchio Parco Ticino, all’azienda agrituristica Baracca e alla Locanda da Carla. (Entrambe le strutture sono punto informazione del Parco ed offrono possibilità di pernottamento e ristorazione). Percorso “Lucio Mastronardi” Il Parco del Ticino ha aderito al progetto di carattere culturale dedicato allo scrittore nato a Vigevano Lucio Mastronardi, realizzando presso il Centro Parco la Sforzesca un punto di informazioni del “percorso culturale Lucio Mastronardi”, un noleggio biciclette, attività con le scuole legate al tema del paesaggio e la realizzazione di
eventi a carattere eno-gastronomico e culturale. Per info tel. 02 97210.222 o 02 97210.260/259.
CENTRO PARCO “GERACI”
Località della struttura Motta Visconti (MI) Il Centro Parco “Geraci” è inserito in un contesto di grande pregio naturalistico ed è situato nell’immediata vicinanza del fiume Ticino. Il podere di proprietà del Parco si estende su un’area di circa 100 ettari destinati a bosco e a coltivazione di pioppo. Il Centro Parco Geraci è gestito dall’Associazione sportiva Onda Blu canoa & rafting e comprende due edifici posti in prossimità del fiume. Adiacente alla struttura principale vi è un porticato esterno dotato di una piccola area pic-nic attrezzata con tavoli e panche a disposizione di scolaresche e visitatori. Nella struttura si trova il centro di accoglienza per i visitatori, che fornisce anche informazioni sulle proposte turistiche e didattiche organizzate, e un punto vendita libri e gadgets del Parco. Inoltre è dotata di una sala proiezioni, e un ampio locale ad uso spogliatoio per le attività sportive. Per informazioni: Onda Blu Canoa & rafting tel. 347 8298027.
Discesa sul Ticino in softrafting
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Montediviso (VA)
CENTRO PARCO MONTEDIVISO Località della struttura Gallarate (VA)
La Cascina Montediviso deve la sua strategica posizione al collegamento con la rete dei percorsi ciclopedonali che si sviluppano a nord del Parco (rete ciclopedonale del Lago di Comabbio e Lago di Varese) e ad ovest con i percorsi ciclopedonali verso il fiume Ticino (passando per Malpensa). L’area del Monte Diviso è collocata su un rilievo quasi integralmente ricoperto da boschi ed offre l’accesso al Parco dei Fontanili, una Riserva Naturale di elevato valore naturalistico gestita dal Parco del Ticino in convenzione con l’associazione il WWF. Gli interventi di recupero promossi dal Parco del Ticino in quest’area hanno riattivato il sistema dei fontanili, promosso rimboschimenti per 25 ettari, ripristinato il reticolo dei sentieri, di cui alcuni molto curati ed agibili ai disabili e sistemato piste ciclabili arricchendo il tutto con strumenti didattici e informativi adatti alle scolaresche. L’area è caratterizzata da una zona umida alimentata da acque di risorgiva. Il Comune di Gallarate ha affidato al Parco in comodato d’uso gratuito la Cascina di Montediviso, con una convenzione che ha la durata di 99 anni. Il Parco del Ticino si impegna a realizzare lavori di recupero edilizio e si assume tutti i costi di gestione ordinaria e straordinaria.
Breve storia ed investimenti Il progetto “Centro Parco Cascina Montediviso – L’acqua nel viaggio delle civiltà” prevede la ristrutturazione dell’omonima Cascina e la riqualificazione dell’intera area circostante. L’obiettivo principale del progetto è quello di realizzare un Centro Parco multifunzionale e tecnologicamente avanzato (energeticamente sostenibile), dedicato al tema dell’acqua quale risorsa indispensabile per la vita, ma anche dell’evoluzione del suo uso da parte delle popolazioni che nel corso dei secoli hanno abitato la zona di Gallarate (cultura della Lagozza, Celti, Romani ecc.). Il progetto prevede la creazione al piano terra di locali dedicati al Parco: il Punto Parco Info per l’accoglienza dei visitatori, una Sala negozio/promozione prodotti Parco, una Sala Laboratoriodidattica. Proseguendo nel porticato sarà realizzata la Sala Ristoro con una cucina a disposizione dei visitatori e dell’ostello. Al piano superiore invece saranno collocate un’ampia Sala Conferenze Multimediale che sarà utilizzata anche come sala esposizione mostre e percorso didattico dedicato al tema dell’Acqua. Il progetto sarà completato con la realizzazione di un Ostello, che ben si concilia con l’attenzione aki giovani e all’idea di un luogo per viaggiatori “lenti” provenienti anche da lontano, che giungono qui a piedi o in bicicletta. Il Centro non è al momento visitabile, i lavori dovrebbero concludersi entro il 2013. 13
Turismo e Educazione Ambientale In canoa, in bicicletta, a piedi…sono tanti i modi di vivere il Parco del Ticino. E tante le opportunità promosse da Agenzie Ambientali convenzionate con l’Ente che promuovono il turismo sostenibile.
LE AGENZIE AMBIENTALI
Le attività educative, ludiche e didattiche e le visite guidate naturalistiche sono promosse dalle Agenzie Ambientali, ossia Associazioni, Società e Cooperative qualificate che operano sul territorio convenzionate con il Parco del Ticino. Pubblichiamo l’elenco delle Agenzie Ambientali che possono essere contattate direttamente sia per conoscere le attviità, sia per effettuare prenotazioni. ABIA PROGETTI CULTURALI Tel. 347.5268926 - www.abiaprogetticulturali.it ASSOCIAZIONE CULTURALE ARTEMISTA Tel. 0382.729919 - Cell. 349.7252803 www.associazioneartemista.it
DEDALO promozione culturale Tel. 0382.539638 - www.dedalo.pv.it MAHA DEVA Tel. 0382.482809 - www.mahadeva.it ONDA BLU CANOA & RAFTING Tel. 347.8298027 - Cell. 333.2648723 www.scuoladicanoa.it OVERLAND s.r.l. Tel. 0381.83698 - www.overlanditalia.it COOPERATIVA SOCIALE ONLUS RADICI NEL FIUME Tel. 0331.250184 - www.radicinelfiume.it STUDIO ASSOCIATO NATURALISTICO EMYS Tel. e Fax: 0381.346451 - Cell. 338.9737677 www.studioemys.it
AZIENDA AGRICOLA CASCINA BULLONA Tel. 02.97292091 - www.agriturismobullona.it
NATURARTE Tel. e Fax 02.9770518 - Cell. 320.0767156 www.naturarte.org
AZIENDA AGRICOLA CAREMMA Tel. 02.9050020 - Fax 02.90504181 - www.caremma.com
L’ARMADILLO Cell. 328.8822397 - www.larmadillo.it
GARDS Cell. 348.1089414 - www.gards.it
VERDEACQUA Tel. 0288465754 - www.verdeacqua.eu
IL COLIBRI’ sas Tel. 0331.924422 - www.ilcolibri.org
I MAESTRI ITINERANTI Cell. 348.0823671 - www.imaestriitineranti.org
I Punti Parco
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I Punti Parco nascono dall’idea di creare una rete di servizi e di promozione della fruizione turistica del territorio e di divulgazione di materiale informativo del Parco per garantire un servizio al pubblico di qualità. Il progetto “PUNTIamo sul Parco”, avviato nel 2008 ha selezionato ad oggi 57 Punti Parco preposti ad erogare diverse tipologie di servizi:
• Punti LIBRO per implementare la possibilità di acquistare pubblicazioni del Parco • Punti BICI oltre ad offrire un servizio di noleggio biciclette sono un punto di riferimento per l’assistenza ai ciclisti • Punti SPORT offrono diverse opportunità di svago ai visitatori in sintonia con latri servizi turistici del Parco
• Punti Info, sono forniti di materiale informativo del Parco da distribuire in omaggio
L’elenco dei Punto Parco è consultabile sul sito www.parcoticino.it
I sentieri del Parco IL percorso della palude L’itinerario naturalistico interessa un comprensorio agricolo-forestale di circa 400 ettari situato tra il Comune di Somma Lombardo ed il Comune di Arsago Seprio, in provincia di Varese; il percorso è su fondo sterrato ed in prevalenza pianeggiante. Partendo dal Santuario della Madonna della Ghianda, Mezzana (fraz. di Somma Lombardo), si attraversano ampi prati umidi che indicano la presenza di piccole risorgive. Il sentiero che si sviluppa sull’altipiano morenico, si inoltra nel bosco di Castagno, Quercia, Carpino e Robinia, alcuni di grandi dimensioni tanto che l’itinerario è anche conosciuto come la “passeggiata fra i giganti”. Raggiunto il primo stagno, la palude Pollini (etimo: acqua scura), appare subito evidente il contrasto tra il bosco tipicamente collinare è l’ambiente che si è formato intorno alla palude, che è ricca di canneti e tife ed offre un ottimo rifugio per garzette, aironi cinerini, gallinelle, germani, anfibi ed insetti anche appartenenti a specie piuttosto rare. Il percorso continua in un vasto bosco di latifoglie con un lungo tratto di leggere salite e discese, che porta infine agli stagni della Lagozzetta e della Lagozza, che furono anticamente abitati da popolazioni palafitticole, per terminare in un’area agricola nei pressi della chiesetta di Centenate (frazione di Besnate). L’importanza naturalistica dell’area delle Paludi di Arsago è stata riconosciuta dalla Comunità Europea che l’ha inserita tra i Siti di Importanza Comunitaria (SIC IT2010011). PASSEGGIANDO Arsago Seprio Basilica di San Vittore chiesa romanica eretta tra IX e XII sec. Battistero di San Giovanni costruito in seguito alla Basilica a pianta ottagonale e ben conservato. Civico Museo Archeologico conserva reperti di epoche diverse, dalla Cultura della Lagozza (III millennio a.C.) al periodo medievale (tombe Longobarde sono state rinvenute nelle immediate vicinanze del Museo) Per informazioni e prenotazioni visite guidate di gruppo: Tel. 0331 299927 (Comune) www.simarch.org/mw/
Somma Lombardo Castello Visconteo (1448) ha una struttura imponente con torri massicce e fossato. All’interno sono visitabili una parte delle sale, con affreschi, oggetti di uso quotidiano ed un’area dedicata a reperti della Cultura di Golasecca (I millennio a.C). Chiesa di San Vito costruzione in stile romanico del XIII secolo, subì un primo rifacimento nel 1586 ed un ampliamento nel 1617. Nella cappella della Madonna del Carmine si trova un altare dorato del XVII. Oratorio Ss Cosma e Damiano oratorio campestre dei santi Cosma e Damiano (XII sec) uno dei più interessanti esempi di architettura romanica minore in Lombardia. Poco distante dall’itinertario in località Sesona di Vergiate, è situato il Punto Parco sport “la Garzonera”. A Somma Lombardo loc. Molino di Mezzo lungo il fiume, potete noleggiare una bicicletta al Punto parco BICI e INFO presso la Cooperativa Sociale Radici nel Fiume. Si segnalano Besnate La Società Agricola Rinascita via Lagozza 4 21010 Besnate VA produce latte, formaggi, derivati del latte basso impatto. Golasecca Tenuta Tovaglieri dove il Lago Maggiore si assottiglia e ridiventa Ticino si trovano le colline di Golasecca sui cui versanti sin dall’antichità si sviluppò l’agricoltura delle viti; Monte Tabor è la collina sulla quale si estendono i terreni della Tenuta Tovaglieri dove si coltivano le uve del Nebbiolo, Barbera, Merlot, Brachetto, Pinot nero, Chardonnay, utilizzate per produrre: Ticinum il bianco da uve di Chardonnay; Serpillo il rosato ottenuto da una selezione di uve rosse; Merletto di colore rubino: un vino fresco, morbido ottenuto da uve Merlot e Brachetto; Monte Tabor è il rosso, da uve Nebbiolo e Barbera. Per approfondimenti consultare il sito www.parcoticino.it area “Piani di gestione dei SIC” 15
IL SENTIERO DELLE CINQUE CHIESE Per chi percorre il sentiero, la natura, l’arte e la storia, non sono le uniche opportunità, ne esistono altre…interessanti e gustose! Morimondo, il paese è piccolo, ma i ristoranti sono tanti. Nella valle diverse le possibilità agrituristiche. L’Agriturismo Cascina Selva (verso Ozzero, tel. 02.9407039) mentre più a sud si può trovare la Cascina Lasso ( tel. 02.945215). Per chi preferisce il biologico, c’è la Cascina Caremma (…verso Besate, tel. 02.9050020) che, oltre al pasto, può offrire ospitalità e relax…al centro benessere. Diversi i ristoranti anche a Besate…anche qui per tutti i gusti! Per gli escursionisti ricordiamo anche che, nelle vicinanze del Sentiero delle 5 chiese, si snodano due importanti itinerari: il Sentiero europeo E1 ed il Sentiero del Giubileo.Verso sud, a pochi chilometri da Besate, c’è il Centro Parco dei Geraci (Motta Visconti).
presenze arboree (ontani e salici). Continuiamo dritti sulla strada sterrata che poi piega a destra e poi, leggermente a sinistra. Continuiamo per 100 mt…si arriva ad un bivio: la freccia indica di prendere a sx! Siamo in aperta campagna, davanti a noi una cascina che non dobbiamo attraversare! (Cascina Cipriana)! Infatti, prendiamo la stradina che corre dritta lungo i due canaletti. Sbuchiamo così sulla strada sterrata; qui giunti si prende a sx, seguendo il percorso che piega a dx. Sulla nostra sx un bel boschetto di ontani (albero degli zoccoli). Dopo 200 mt. si arriva ad un bivio: proseguendo dritto si arriva, dopo una leggera salita, alla chiesa di Coronate. Sul piccolo piazzale della chiesa è posizionata la seconda bacheca…
Per visitare le chiese: - per l’Abbazia si deve telefonare alla fondazione Abbatia Sancte Mariae (tel. 02.94963657) - per la chiesa di S. Giorgio di Besate si può visitare durante la normale apertura al culto religioso - la chiesa di Coronate non è agibile, quella di Basiano e Fallavecchia sono visitabili durante le rare funzioni religiose Da Morimondo e Coronate… Immaginiamo di ripercorrere il sentiero partendo dal piazzale dell’Abbazia di Morimondo… La piazza, particolare e molto suggestiva, è chiusa da case…per entrarvi bisogna passare sotto ad un porticato; attraversato questo c’è un acciottolato che conduce alla chiesa; sulla nostra sinistra un prato verde in leggera pendenza. Se vogliamo iniziare il percorso non dobbiamo arrivare alla chiesa, ma dobbiamo prendere la strada asfaltata in discesa (a dx dopo il porticato di entrata alla piazza). Dopo un centinaio di metri siamo alla base del terrazzo, ora la strada è sterrata. Una prima bacheca (a dx) è in grado di darci informazioni generali sul percorso e particolari sul tratto che stiamo percorrendo. Di fronte a noi si apre la campagna, rigogliosa e punteggiata di 16
Da Coronate al Fosson Morto… Ritorniamo sui nostri passi, sino al bivio già passato in precedenza. Arrivati prendiamo la stradina a sx. - sulla nostra dx si staglia la sagoma del complesso architettonico legato all’Abbazia – e dopo 200mt. si arriva ad un piccolo ponticello con le sponde fatto da tubi di ferro: lo attraversiamo! Si va avanti sulla strada che ora è dritta per un paio di chilometri ( gli agricoltori del posto la chiamano “l’Autostrada del Sole“). Se si percorre in silenzio è facile vedere il picchio verde che tenta di nascondersi dietro i fusti delle piante di pioppo ibrido in filare. La strada corre a fianco di un bel fontanile ricco di ranuncoli ed
altre piante acquatiche. A metà della strada, a dx, si apre un bellissimo bosco di ontani, nelle zone più asciutte piante di quercia ed arbusti di biancospino e sambuco. Sempre dritti sino al canale Fosson Morto. Quando si arriva al canale, si piega a dx e si attraverso un ponticello (simile al precedente), poi seguendo l’indicazione della freccia subito a sx. Si attraversa il canale e si prosegue ( a sx) sulla strada asfaltata; un doppio filare di pioppi ci accompagna nel nostro cammino (attenzione la strada è aperta al traffico motorizzato verso le cascine e gli agriturismo della zona). Quando la strada asfaltata piega a sx per risalire verso la statale… vuol dire che la dobbiamo abbandonare. Noi prendiamo a dx sulla strada sterrata che corre
alla base del terrazzo. Di fronte a noi la terza bacheca…qui il Parco ha anche intenzione di creare una piccola area di sosta a metà percorso. Fallavecchia… Percorriamo la strada, sulla nostra sx la scarpata, sulla dx le campagne. Il paesaggio agrario è vario e particolare! Degne di nota le marcite presenti, si tratta di un antica pratica di coltivazione in grado di dare foraggio anche in inverno. In questa stagione fredda, il suo verde rompe la monotonia dei colori grigi ed è sicura fonte di cibo per gli uccelli stanziali. Belli anche i canali che portano l’acqua pulita delle risorgive. Una
letamaia sulla dx ci segnala la presenza di allevamenti bovini, la strada si inerpica leggermente sino a sbucare sulla strada S.S. 526. Attenzione nel percorrere questo tratto! Per una cinquantina di metri, prima di entrare nell’abitato di Fallavecchia, il sentiero corre sulla strada provinciale! Il Parco sta studiando una variante che permetta di rimanere nella Valle, ma ora…attenzione a percorrerla. Si lascia la strada asfaltata e si entra sull’acciottolato di Fallavecchia. Si passa sotto il porticato e si va sempre dritti. In fondo, sulla sx, la chiesa, sulla destra la strada di uscita e la quarta bacheca. Da Fallavecchia a Besate… Stiamo guardando la bacheca…sulla dx c’è la strada di uscita dalla frazione, che poi è anche un tratto del nostro sentiero. Usciamo e prendiamo a dx sulla strada sterrata ed arriviamo alla fine della discesa. Si segue il percorso della stradina (che piega leggermente a sx). Dopo 150 mt. , all’altezza di alcune querce monumentali, si abbandona la stradina e si gira a sx sul sentiero inerbito. Un giovane pioppeto ( a dx) e un fontanile a sx segnano il nostro percorso. La strada segue il percorso del fontanile, piega a dx, poi subito a sx (attraversando un cavo). Una volta attraversato si prende a sx. Di fronte a noi un boschetto di salici, pioppi ed ontani, che lasciamo alla nostra sx. Andiamo avanti sino ad incrociare un ponticello in mattoni, lo attraversiamo andando a sx, poi risaliamo per qualche metro, quindi, andiamo a dx ( davanti ad una canaletta perpendicolare al terrazzo). In primavera ed in estate i campi sono coltivati a risaia ed è facile vedere tante specie di ardeidi! Avanti dritto seguendo la capezzagna, incrociamo sulla sx. una recinzione e al bivio teniamo la sx. Dopo 150 mt. incrociamo la strada asfaltata che porta a Besate. La imbocchiamo andando a sx. ed arriviamo, dopo una salita, al centro abitato. Arrivati al bivio facciamo attenzione perché c’è un senso unico, proseguiamo sino allo stop e percorriamo a sx. la strada che sale verso il centro. Dopo 50 mt. una stradina pedonale si inerpica a dx. la prendiamo ed arriviamo sul piazzale della chiesa di san Michele (Besate). Una quinta bacheca segnala l’arrivo. 17
Gli anelli della Riserva “La Fagiana” Descrizione del sentiero Gli anelli della Riserva “La Fagiana” sono preziosi sentieri che attraversano la più grande riserva forestale di proprietà del Parco e che permettono al visitatore di apprezzare tutte le bellezze naturali presenti e tutte le aree e strutture attrezzate per il tempo libero e per la didattica ambientale Gli anelli si possono percorrere da nord, lasciando la statale 11 e scendendo verso il Fiume o verso la Cascina Madonnina; dal centro, attraversando Pontevecchio di Magenta, poi lo storico ponte sul Naviglio Grande e da lì inoltrandosi nella vallata che porta al cancello principale della riserva; da sud, attraversando la vallata di Casterno di Robecco s/n sino al limitare delle foreste di quercia e carpino nero. La Riserva della Fagiana Si estende su una superficie di quasi 500 ettari ed è interamente coperta da foreste e radure. Per secoli è stata utilizzata dai proprietari come riserva di caccia e solo con l’acquisto da parte del Parco, avvenuto nel 1984, è cambiata la sua finalità d’uso. Da allora la riserva è stata aperta alla fruizione sociale e si sono avviate attività di recupero forestale-faunistico. Le foreste hanno esteso i loro confini ed i caprioli sono tornati a correre liberi
Riserva la Fagiana - Pontevecchio di Magenta (MI)
tra biancospini e cornioli. Il paesaggio è gradevole alla vista ed il colore verde domina su ogni altra tonalità, solo in autunno e poi in inverno i colori passano dal rosso cangiante delle foglie, al bianco intenso dei rami coperti dalla galaverna. Il Fiume Ticino chiude il confine ovest della riserva, dove le terre di Piemonte e Lombardia si mescolano grazie alla sua azione nervosa e senza briglie. La forza dell’acqua costruisce un mosaico di ambienti unici che si costruiscono e si distruggono naturalmente ad ogni piena, i ghiaioni e le sabbie affioranti si spostano secondo questa logica, punteggiando le aree verdi a pioppi e salici selvatici. Allontanandoci dal fiume cambia il paesaggio e alla ghiaia si sostituiscono i terreni più fertili e profondi abbandonati dallo scorrere delle acque. Iniziano le foreste planiziali dove predomina la quercia ed il carpino, ma dove trovano posto anBosco alla Riserva la Fagiana
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che ontani, frassini, pioppi bianchi e pioppi tremuli. Ma l’elemento acqua non scompare e lo si ritrova nelle melmose lanche e nell’azzurro del Delizia, un ramo del fiume che scorre interno alla riserva, punteggiato da ranuncoli e ninfee. Centinaia di ambienti diversi per colori e vita vi aspettano, ambienti ricchi di biodiversità, dove gli animali selvatici predominano accompagnandovi nella visita. Aironi e rapaci, pesci e mammiferi che da anni sono tornati a popolare indisturbati questi luoghi protetti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Passeggiando “La Fagiana”da quasi trent’anni non è solo riservata allo studio e alle bellezze naturali. Una parte importante di interventi e attività hanno interessato la fruizione sociale in tutti i suoi aspetti. Nella zona delle ville si è aperto un centro parco in grado di accogliere i visitatori nei fine settimana. Un piccolo book-shop permette di dotarsi di tutte le informazioni necessarie sulla riserva e sul Parco in generale, mentre il diorama e le vetrine tematiche danno notizie sulla fauna e sulla flora. Le scuole possono essere accolte nella piccola sala didattica e nell’aula magna, dove si possono organizzare mostre e convegni. A fianco del Centro sorge l’incubatoio ittico dedicato alle reintroduzioni ittiche e poco distante è localizzato il Museo del Bracconaggio, un miniambiente organizzato su due piani che ricostruisce la vita delle persone che un tempo vivevano nella riserva di caccia. Nella zona di Cascina Paradiso è localizzato il Centro Recupero Fauna Selvatica (C.R.F.S.) gestito dalla LIPU; presso il centro si possono anche visitare le voliere didattiche da poco restaurate e si può salire sul piccolo osservatorio dotato di bacheche e pannelli dedicati agli aspetti ornitologici. Fuori dalla Riserva, nei pressi dell’entrata e del parcheggio, il Parco ha realizzato anche un arboreo didattico che ricostruisce, raggruppandole, tutte le cenosi presenti nelle foreste del Ticino. Ma gli spunti per la visita non finiscono qua e interessano anche aspetti golosi e gustosi. L’agriturismo “Bullona” è un’azienda a “Marchio Parco Ticino
Produzione Controllata” che utilizza prodotti genuini prodotti nel rispetto dell’ambiente. La Cooperativa S. Rocco (sempre nella zona della vallata) propone anch’essa un’ampia gamma di prodotti a marchio. Posto nell’immediata vicinanze dell’entrata principale, la struttura collabora con il Parco anche per gli aspetti dedicati alle scuole e più in generali sui temi legati all’educazione alla sostenibilità. Risalendo verso Pontevecchio si incontra “La Bellaria”, ristorante e punto Parco Info. Risalendo ai margini della “Vallata” si incontra il Naviglio Grande e qui sono tanti gli spunti per la visita, anche quelli che riguardano aspetti storici ed architettonici: Robecco s/n e Cassinetta di Lugagnano racchiudo il meglio delle Ville di delizia sorte lungo il corso d’acqua alla fine del 1700 e l’inizio del 1800. Tra queste ricordiamo Villa Visconti Maineri, Villa Gromo di Ternengo, Villa Gaia e l’incompiuto ed appena restaurato Palazzo Archinto. Anche Magenta, con le sue tematizzazioni legate alla storica battaglia del 1959, offre interessanti spunti di visita legati al periodo che segnò l’Unità d’Italia. A Magenta, in direzione Corbetta, l’Azienda Agricola Porta propone formaggi e altri derivati del latte, oltre a carne e salumi. Incubatoio ittico
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Il sentiero Vigevano - Pavia (tratto Vigevano – Ponte di Barche) Descrizione del sentiero Questo tratto di sentiero fa parte di una lunga dorsale che collega verso sud il Parco e rappresenta di gran lunga il “più selvaggio” dei sentieri facenti parte del gruppo delle “Vie Verdi”. Lungo più di 15 chilometri attraversa il “cuore forestale” del Parco del Ticino e si immerge in una natura lussureggiante dove l’uomo lascia il posto agli alberi e all’azzurro del fiume che si costeggia in molti punti. Il sentiero si può fare anche a tappe separate scendendo trasversalmente verso di esso, ma se si vuol fare per intero, due sono i punti d’entrata. A nord passando per la Sforzesca ed entrando dal cancello che segna l’inizio dei Boschi dei Ronchi a Vigevano e a sud, entrando dalla piccola villa denominata “Casa delle Vipere”. Le area agricole, punteggiate da risaie e pioppeti, sono il biglietto d’entrata di questo bellissimo e affascinate percorso sterrato da compiere a piedi o in mountain-bike. Il paesaggio pavese Come già accennato, il paesaggio che caratterizza il percorso è quello tipico della zona del Pavese. Un’area dove l’agricoltura si sviluppa in ampi spazi ben organizzati coltivati quasi interamente a riso e mais. Ma tra i campi ancora si riconoscono le divisioni costituite da alberature di pioppi e querce e da arbusti di biancospino ed evonimo. Alle coltivazioni si alternano anche piccoli boschetti ed aree umide interessanti per la biodiversità e per la vita di uccelli e piccoli mammiferi. Le grandi cascine a corte chiusa, ancora punteggiano la vita di questi poderi e ricordano le tracce di un passato fatto di fatica e di una vita che si svolgeva tutta all’interno di spazi delimitate dalle aie. Era il mondo dei fattori e delle mondine disposte su lunghe file e con i piedi perennemente a mollo nell’acqua. Un mondo passato di cui ancora si possono trovare testimonianze nei racconti dei vecchi contadini del posto. Dalle area agricole, portandosi verso il Fiume Ticino, il paesaggio cambia radicalmente, lasciando il posto alle grandi foreste che costituiscono le tenute denominate “Gaezia” , “Occhio” e “Castagnolo”. Di queste la più famosa e la tenuta “Occhio” appartenuta 20
Ponte delle Barche a Bereguardo (PV)
in passato a Carlo Ponti e a Sofia Loren e dove il regista aveva realizzato gli esterni di molti film. Queste aziende sino al 1976 furono adibite a riserve di caccia e questa fu la fortuna delle foreste che rimasero e non furono trasformate. Da quella data le cose cambiarono e queste aree furono il terreno di battaglia su cui si confrontarono il novello Parco del Ticino ed i grandi proprietari. Molti i disboscamenti che seguirono il divieto di caccia: disboscamenti che ancora oggi si riconoscono percorrendo il sentiero. Ma oggi le cose sono decisamente cambiate e Parco e proprietari hanno stipulato una serie di accordi che mirano al mantenimento delle foreste e alla ricostituzione di quelle abbattute, attraverso interventi di rimboschimento mirati. I popolamenti forestali sono vari, ma predomina l’alto fusto di querce e carpini nelle zone più asciutte e il ceduo di salice pioppi ed ontani nelle zone più ricche d’acqua. Queste foreste, per la loro estensione, sono le foreste più importanti nell’intera Pianura Padana, ormai interamente urbanizzata o coltivata, e rappresentano, come già accennato, il “Cuore Forestale del Parco”. Passeggiando Da nord a sud il sentiero attraversa i comuni di Vigevano, Gambolò, Borgo S.Siro e Zerbolò. Vigevano contende a Pavia il raggio di influenza sulla provincia e caratterizza più del capoluogo queste zone. Molte le industrie sviluppate, tra tutte quelle della calzatura famosa in tutto il mondo per la qualità dei prodotti. Ma il centro della città è famoso per due elementi artistici che segnano il nostro Rinascimento: la Piazza Ducale e il Castello Sforzesco. La piazza con il Duomo non sfigura
al confronto con le altre piazze italiane di Siena e Venezia e si presenta al visitatore nella sua immagine quasi originale. Il porticato di cui è circondata, ancora oggi costituisce il punto di incontro dei cittadini vigevanesi. La ripida scalinata posta sul lato sinistro, porta alla Torre e al cortile del Castello, oggi visitabile e sede di mostre permanenti (Il museo della calzatura)i e di un calendario di eventi davvero ricco ed interessante (da ricordare il successo delle ultime mostre su Leonardo da Vinci). Leonardo visse a Vigevano alla corte di Ludovico il Moro ed ebbe modo di descrivere il territorio e di lasciare la traccia delle sue opere di ingegneria. Traccia che si ritrova anche nelle mar-
vita di questo scrittore che qui visse e che seppe raccontare, nei suoi scritti, i contrasti che caratterizzarono il “miracolo industriale italiano” degli anni 1950-1960. Scendendo verso Gambolò, patria del famoso “fagiolo borlotto”, si incontrano altre realtà interessanti da vivere e da percorrere. “Il Sentiero delle Farfalle” in frazione Belcreda ripropone un piccolo sentiero pedonale ricco di piante, arbusti ed erbe in grado di attirare questi preziosi e delicati “petali” svolazzanti… Borgo S.Siro e Zerbolò sono due piccoli paesi che poggiano ancora la loro economia sull’agricoltura e sui prodotti derivanti dalla trasformazione dei prodotti della terra, come il riso ed il mais. DiverAnello Siccomario (PV)
cite della Sforzesca (di cui descrisse le pendenze praticate dalle acque di risorgiva usate) e a Mora Bassa. La Sforzesca segna la partenza nord del sentiero e in queste piccola frazione molti sono gli spunti per la visita. La presenza del centro parco omonimo, ora in fase di ristrutturazione, può essere un utile punto di appoggio per informazioni e notizie, mentre l’Azienda Agricola Montana“Oca & Riso” con i suoi prodotti, può essere gradita ai golosi… dal centro si dirama anche il “Percorso Mastronardi”, un sentiero appena realizzato da Parco e Comune di Vigevano, che ripercorre la
se le aziende che collaborano con il Parco come l’Azienda Malpaga e la Tenuta S. Massimo (nel comune confinante di Gropello Cairoli) e l’Azienda Motta a Borgo S. Siro, dove possibile acquistare del buon riso carnaroli. Per i naturalisti si segnala Zerbolò, diventato il paese della “Cicogna Bianca” grazie ad una colonia di questi animali che vi staziona anche in inverno, costruendo grandi nidi anche su tetti e pali. Merita una visita anche la zona del “Ponte di Barche”, all’ingresso sud del sentiero, dove ancora funziona un ponte in chiatte che collega Zerbolò a Bereguardo. 21
Il sentiero dell’Ipposidra (tratto Nosate - Tornavento) Descrizione del sentiero “…dal 1858 al 1865 era in funzione una particolare ferrovia a cavallo adibita al trasporto dei barconi che, risalito il Navigio Grande, passavano nel Ticino con direzione Lago Maggiore. Questo mezzo di comunicazione, chiamato anche “Ipposidra”, era stato ideato da Carlo Cattaneo”. Questo sentiero ideato dal Parco ripercorre questo tracciato, tracciato che corre in mezzo ai canali costruiti dall’uomo che, nel corso dei secoli, ha saputo modificare sapientemente il paesaggio modificando. Canali che sono serviti e servono
la pista ciclabile e attraversando il ponte sul Canale industriale, si arriva sull’alzaia sterrata del Naviglio Vecchio e si costeggia il Turbigaccio, zona di grande pregio naturalistico riconosciuta anche a livello europeo come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Dopo circa tre chilometri si arriva nell’area della cascina Castellana e riattraversando il ponte si torna sulla pista ciclabile nei pressi della Centrale Idroelettrica di Tornavento di Lonate Pozzolo e da qui sull’alzaia del canale Industriale. Dal Turbigaccio a Tornavento Con questo tratto di sentiero si tocca la parte alta della provincia di Milano e la parte bassa della provincia di Varese, zone prima dedite all’agricol-
Turbigaccio (MI)
per rendere fertili i terreni, ma che in passato furono anche vie di comunicazioni importanti per il trasporto di merci e persone. Questa è la storia del Naviglio Grande, del Canale Villoresi, del Canale Industriale e di molti altri corsi e scaricatori ora in disuso. A sud, il sentiero si può iniziare partendo dalla zona di S.Maria in Binda a Nosate. Non s’imbocca 22
tura ed ora interessate dalle trasformazioni portate dalla presenza dell’Aeroporto di Malpensa. Nonostante questo, l’area rimane caratterizzata da un paesaggio particolare dove si diramano in maniera parallela i canali artificiali che hanno dato acqua alla pianura e creato vie di comunicazioni per il trasporto di merci e persone. Percorrendo l’alzaia sterrata che costeggia il Turbigac-
Belvedere di Tornavento - Lonate Pozzolo (VA)
cio ci si accorge di come sia ancora prezioso ed interessante questo piccolo lembo di terra che si trova isolato tra fiume e Naviglio Vecchio. La vegetazione è tipica delle zone igrofile e cresce lussureggiante anche all’interno dei vecchi scaricatori delle acque ora lasciati all’evoluzione naturale; maestosi pioppi e salici bianchi dominano gli arbusti di rosa canina e le praterie di vinca. I pochi centimetri d’acqua presenti sul canale richiamano una miriade di uccelli, tra cui è facile riconosce aironi grigi, garzette, gallinelle d’acqua e germani reali. Alla parte naturale si affianca la parte dove l’uomo ha inciso con le sue trasformazioni. La Centrale Idroelettrica di Tornavento ha una struttura architettonica particolare e gli scivoli costruiti per sfruttare la forza dei salti d’acqua, si inserisce armoniosamente nel contesto dell’ambiente circostante. Passeggiando Lungo il sentiero non esistono strutture ricettive particolari, ma intorno ad esso molti sono gli spunti per una visita interessante. A Nosate, un punto bici convenzionato con il Parco può fornirvi i mezzi di locomozione necessari e tutte le informazioni utili per la visita. A nord a poche centinaia di metri in
direzione nord, rispetto alla Centrale Idroelettrica di Tornavento, risalendo per la Strada del Porto e lasciando la pista ciclabile del Canale Industriale, si arriva al Centro Parco “Ex Dogana Austrungarica”. Presso il Centro si possono visitare una serie interessante di mostre e nelle giornate di sabato e domenica si possono anche acquistare i prodotti a “Marchio Parco Ticino Produzione Controllata” venduti presso il negozio gestito da “Consorzio Produttori Parco Ticino”. La piccola frazione di Tornavento di Lonate Pozzolo offre anche un belvedere straordinario che consente di ammirare tutta la valle del fiume e il massiccio del Monte Rosa. Molti i punti di ristoro presenti e chi vuole può percorre anche la storica Via del Gaggio punteggiata di piccoli punti sosta e di bacheche che riportano notizie storiche. Tra le strutture convenzionate con il Parco presenti nelle vicinanze si segnala anche l’azienda agricola “Cirenaica” di Robecchetto con Induno, una delle prime aziende a Marchio Parco Ticino in grado di ospitare i visitatori e offrire loro degustazioni dei prodotti tipici della zona ed in particolare gustosi salumi ed altri derivati. Sempre a Robecchetto sono presenti altre aziende a Marchio: Cascina Galizia/Gallarata e Azienda Piloni. 23
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Direttore Responsabile Milena Bertani, presidente Parco Ticino In redazione Patrizia Ansalone
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Questo numero è stato chiuso il 28 dicembre 2011 Foto di copertina: more