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LA PAROLA DEL PARROCO
Cari parrocchiani e parrocchiane, il Vangelo della solennità del S. Natale ci parla dei pastori, di questi pastori che tornano glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto. Ebbene, guardando anche il Presepe, che cosa hanno udito e visto quella notte i Pastori? Hanno udito gli Angeli annunciare una grande gioia: che è nato il Salvatore. Cominciamo a guardare a quell’evento che è tradizionalmente rappresentato nel Presepe, avendo nella testa e nel cuore una domanda: che cosa è per me un Salvatore?
Per gli Ebrei, per la loro storia, per tutta la storia della salvezza il Messia è colui che libera Israele, che ricostituisce il trono di Davide, che rimette Israele al centro della storia.
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Per me cos’è un Salvatore? Che cosa dovrebbe fare o essere un Salvatore, un Redentore, un liberatore, un Messia? Minimo uno che realmente porti il vaccino definitivo, che ci liberi dalla pandemia, dalle guerre, soprattutto quelle che vanno ad incidere sulle nostre bollette, tolga la fame, sistemi le ingiustizie, si schieri dalla parte dei poveri, metta a posto ogni cosa. Che cosa si trovano davanti quella notte i pastori? Che Salvatore trovano quella notte i pastori? Un neonato. Nell’elenco delle cose che deve fare un salvatore cosa può fare un neonato? Assolutamente niente. E allora a che cosa serve? Semplicemente a niente, Gesù non è venuto a sistemarci la vita, non è venuto a fare la “collaboratrice domestica” che mette in ordine il caos che c’è nella nostra casa. Non viene a fare questo. Ma come? Non viene a mettere a posto, a sistemare, a mettere in ordine. No! Avete mai visto un bambino appena nato, in grado di fare così? Questo vedono i pastori: un bambino appena nato nella paglia con suo padre e con sua madre, basta. E lo vanno anche a raccontare, loro, i pastori quelli che dormivano all’aperto per custodire le loro greggi di capre e per questo non erano mai ben accetti in città, lo vanno a dire a quelli colti saggi, intelligenti, quelli che tessono diplomazia e atti di vario genere, vanno a dire che degli angeli gli hanno annunciato: “E’ nato il Salvatore”. Ed era un bambino appena nato che sapeva fare una sola cosa: succhiare il latte del seno di sua madre. Nient’altro! Un salva- tore che esce dallo schema che abbiamo in testa. E allora perché nasce Gesù? Un salmo dice: “Sto alla porta e busso, attendendo che tu apra”. Che cosa accade quando un bambino appena nato entra in una casa portato da suo padre e da sua madre? Una cosa semplicissima: “Comanda lui”. E tutti i miei schemi, i miei progetti, le mie pretese vanno a farsi benedire in un secondo. “Ah, va bene avere un bambino purché non si svegli di notte, purché mi lasci dormire, purché non si agiti, non si ammali e non crei problemi, perché io ho le mie cose da fare, io ho la mia vita da costruire, io ho i miei progetti, c’è già il virus e la crisi energetica che rompono le scatole, ci manca solo un bambino che si mette a comandare”. Forse sarà anche per questo che il nostro civilissimo mondo occidentale, come ben sappiamo, si sta suicidando demograficamente di anno in anno generando sempre meno bambini. perché un bambino appena nato fa così, fa saltare ogni piano, ogni progetto. “Ah, ma oggi, bello, domenica, nevi- ca, se non fosse per il virus e i costi energetici andrei a sciare”. Ma hai un bambino piccolo appena nato e nella notte di sabato gli sale la febbre fino a 39. Che fine fa la tua programmazione di sciata o altro? O lo accogli o lo butti fuori dalla finestra. Il Signore chiede di accoglierlo perché accogliendolo e stando con Lui, giorno dopo giorno, cominciamo a capire qualcosa. Il Signore viene e ci ridice che tutti i nostri progetti non sono i suoi progetti, che le nostre strade non sono le sue strade. Anche oggi ci chiede: “Vuoi aprire la porta della tua vita, c’è spazio nella tua vita per me? Il Signore in questo giorno di Natale ci chiede proprio questo, perché un bambino appena nato non fa altro che domandare. Domanda che tu apra la porta di casa. Chiediamo al Signore di aprire la porta della nostra vita a questo Bambino che domanda di essere accolto e di stare con noi. E ci cambia la vita, senza fare nulla! Con la sua Presenza!
don Andrea