2 minute read
DIOCESI IN FESTA
La nostra Diocesi ci ha riservato, in questi mesi appena trascorsi, sorprese inaspettate con la nomina a Cardinale del nostro Vescovo Oscar, con la canonizzazione del Beato Giovanni Battista Scalabrini e con la beatificazione di padre Giuseppe Ambrosoli.
Preannunciata la nomina a Cardinale del Vescovo Oscar il 29 maggio mentre si trovava a Rovellasca per il Sacramento della Confermazione, ho subito inviato a don Oscar, con cui mi lega una ventennale amicizia, le congratulazioni per questo dono inatteso. Ho ricevuto un sollecito ringraziamento con l’invito a pregare per lui!
Advertisement
Persona sensibile, sempre animato da valori umani, sociali e solidali, il cardinale Cantoni, sono certa, continuerà a lavorare con passione nell’adempimento dei suoi doveri nel rispetto del prossimo, inteso come altro da sé, in tutte le sue componenti: giovani, adulti, anziani, credenti e non. Questo evento di portata storica per la chiesa di Como ci riempie di gioia e ci sprona a coltivare speranza e umanità in un periodo complesso e tormentato come quello attuale.
Altra figura emblematica della nostra diocesi è il Beato Giovanni Battista Scalabrini, proclamato Santo il 9 ot- de del mondo; non accoglierli vuol dire rimandarli nei lager dove sono sfruttati e venduti come schiavi”.
Scalabrini è stato il pastore dei migranti d’America che raggiungerà in due importanti viaggi la cui meta era rappresentata dal cielo e dalla strada per arrivarci, la carità!
Egli è stato anzitutto un uomo innamorato di Dio, capace di vedere negli ULTIMI lo sguardo di Gesù.
Anche padre Ambrosoli, medico e prete, ha dato lustro alla nostra tobre da Papa Francesco.
Nativo di Fino Mornasco nel 1839 e morto a Piacenza nel 1905, fu parroco e Vescovo, fondatore di due congregazioni religiose: i missionari e le suore di San Carlo Borromeo e ispiratore delle missionarie Scalabriniane, ha vissuto in un’epoca di grandi trasformazioni e ne ha conosciuto i drammi. Alla fine dell’Ottocento erano centinaia di migliaia gli italiani e gli europei che lasciavano il proprio paese e affrontavano le incertezze e le sofferenze dell’emigrazione.
Scalabrini ha usato il suo carisma facendosi migrante tra i migranti per collaborare con la speranza divina di riunire tutti i popoli in una sola famiglia.
Chiamato Padre dei Migranti, non è stato necessario un miracolo ma è bastata la consapevolezza di essere stato il punto di riferimento per i migranti di tutti I tempi!
Nel giorno in cui Scalabrini è stato proclamato Santo, sono echeggiate le parole che papa Francesco ha pronunciato nell’omelia... “l’esclusione dei migranti è scandalosa, criminale...li fa morire davanti a noi, facendo del Mediterraneo il cimitero più gran- diocesi...è stato proclamato Beato a Kalongo, in Uganda dove è sepolto vicino all’ospedale da lui fondato.
Figlio del fondatore della nota azienda del miele, morì nel 1987 dopo aver speso oggi energia per salvare dalla guerra i pazienti del suo ospedale. Nato a Ronago nel 1923, si iscrisse alla facoltà di medicina con il desiderio di partire per le missioni.
Entrò tra i missionari comboniani e nel 1956 si imbarcò per l’Africa dove visse in un piccolo dispensario medico per 30 anni, trasformandolo in un ospedale efficiente e moderno.
Nel 1987 visse il periodo più drammatico della sua esistenza; nell’affrontare la guerra ci vile nel nord Uganda, riuscì a far evacuare e a mettere in salvo personale e pazienti del suo ospedale in 24 ore.
Così la sua salute, già precaria, fu minata irreparabilmente, portandolo alla morte!
La nomina a Beato di padre Ambrosoli fu testimoniata col miracolo della guarigione, scientificamente inspiegabile, nel 2008 di una giovane che stava morendo di parto, i cui parenti avevano posto sotto il cuscino l’im- magine di padre Ambrosoli.
Egli aveva annunciato ai suoi familiari e alla madre la sua vocazione missionaria con queste semplici parole “Dio è Amore, c’è un Prossimo che soffre ed io sono il suo Servitore”. La nostra Diocesi sappia camminare nella fede seguendo l’esempio di questi nostri fratelli!
Piercarla Monti