Pastiche n° 51 - gen-feb-mar 2016

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P A STIC HE

V E R S I C O N T R O V E R S I


EDITORIALE EDITORIALE

Ecco il primo numero del nuovo anno. Pastiche apre le danze con un esperimento di Poesia Collettiva, e tutto questo sono sicuro vi appassionerà così come ha appassionato noi. Vecchi e nuovi amici sulle nostre pagine che la redazione al solito ringrazia e stima. Siete parte di noi e per questo vi adoriamo! Buona lettura, Pastiche is Pastiche!

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PASTICHE

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copertina TOPASTRO YURI SOBA

PENSATA E REDATTA DA: PAOLO BATTISTA IMPAGINAZIONE DI: ALESSANDRO VALENTINO COLLABORATORI CHIARA FORNESI PER RICEVERE IN ABBONAMENTO PASTICHE (COSTO 15 EURO) SCRIVETICI A: pasticherivista @gmail.com PER INVIARE IL VOSTRO MATERIALE E PER AVERE INFO SULLE COLLABORAZIONI SCRIVETE A: pasticherivista @gmail.com FACEBOOK:

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IL COSMO È UN CAMPO

UNIFICATO EMM#2:

Poesia Collettiva presenta: Alka-Seltzer, In Arti e Poesia (I.A.P), Chattonero, Antisociale, Pastiche, Nucleo Negazioni con i seguenti autori: Samuele D'Alterio, Nicolò Buccaran, Daniel F. Pisanu, Bruno Santini, Pierre Dolivier, Antonio Ciavolino, Anna Giulia Panini, Aguaplano GP (giovanni Perri), Francesca Rossetti, GianlucaVigerio, Maria Serra, Novagrande Songs, Vittoria Dolcenella, Enza Sim, Giovanni Favazza, Mariangela Mascia, Luca Oggero, Nakai Piana, Paolo Battista, Alessandro de Cesare, Alfredo Bruni, Deborah Žerovnik, Federico Flammia, Nicola Cudemo, Regina Re.

“Fa male” e questa è la storia di questa sera: Sarei dovuto andare a provare nella sala prove in una stanza in campagna e invece no, mi portano... no, come poesia fa schifo, la stravolgo e ne faccio una prosa. Mi ritrovo nella sala prove di un altro musicista e lì ci trovo un bel po’ di musicisti con le contropalle. Ho la mia bottiglia e le mie sigarette e sono intoccabile. Sto scrivendo di merda, lo so ma sono sbronzo. “Va beh” mi dico, “inizio io”. Do le dritte al mio gruppo e vai, un errore dopo l’altro . Questa è una poesia prosa ok? Muovo la mia bacchetta magica ma sembra non funzionare, sembra fatta di gomma e ciondola.

“Ehi ragazzi, che cazzo stiamo facendo?”. Mi sto rompendo il cazzo e fanculo a tutti! “No dai, ora facciamo meglio” mi fa il batterista. Beh, meglio si poteva fare meglio. Una sigaretta e un bel sorso ci stanno sempre bene e tiro e bevo, osservo e mi sembra di guardare la calcolatrice quando faccio quei conti col 7,5x300,7 ½. È quando mi rendo conto che sono proprio andati a male che ritrovo la mia lucidità. Non sanno più improvvisare, hanno perso la follia, hanno perso troppo tempo a fare cover e intanto sono diventati dottori-avvocati-impiegati.

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“Ora fatti un po’ più in là cantante figlio di papà, che ti faccio vedere io che cos’è uno che ha stile” e faccio ascoltare loro cosa vuol dire la follia. Dopo arrivano ancora bottiglie, parole, complimenti mentre io me ne vado scordandomi il giubbotto, la carpetta con i testi e il tipo che mi ha portato in macchina. Ma spieghiamo un po’ il concetto. “Fa male” può avere molte interpretazioni. Una martellata sul dito, fa male. Un cancro alla bocca, vicino al trigemino, fa male. Ma vi sono altri significati. Il male che fa una poesia è più un senso di vuoto riempito all’improvviso, una implosione che crea un riempimento “quasi” doloroso. Solo che non sai dove sia, questo vuoto, e non sai cosa lo abbia riempito all’improvviso, per un attimo, scomparendo subito dopo e lasciando il vuoto sconosciuto a dolorare e a chiedere un altro stupro discreto, violento, irrisolto. "Niente vale il veleno che secernono i tuoi occhi" (cit.) E bevo un goccio di vino, e non dovrei, e ti ascolto respirare il respiro pesante della febbre … e intanto loro ballano, bevono martini, fumano hashish, si calano pillole MDMA, acidi e tachipirina. Fanno abuso del corpo e della mente, si prendono a cinghiate in discoteche, s’incontrano su divani galattici, camminano su strade bagnate, si fanno le punture sulle braccia, mangiano pollo e dormono poco. Ballano su tappeti e tavoli … ossa che si sbriciolano. “Spazi di forma, rimorsi e sentenze. Allegorie, allegorie rosse.” (cit.) La poesia fa male perché scioglie la ricotta cotta sotto il sole d'agosto alla mattina. Dietro gli occhiali metà scuri e metà diottrie sveste le fanciulle. Quattro bracciate sull'ammattonata ed ecco il poeta che di male in peggio reagisce

all'arsenico, come un mortale comune che pecora nel pascolo di sotto. Cotta e ricotta fa ancora male e vorrebbe mutare la sua natura estinta in una semplice prosa spigolosa e matta. Ma nel vuoto mondo che passa pregano sacerdoti all' unisono nel portare il grano dorato ad essere pesante trave nell'occhio. Fa male alla corona di fiore assetato che rese dei vigneti, né canti né pia processione ai tocchi appassiti d’urna e stridula voce torta di quaglia, nel vuoto degli odori della notte e il malsentito della gloria. Sento solo silenzio e vuoto, il virus che mangia la materia, l’assenza della terra. Il vuoto si riempie di mente e mente quando si propone come orrenda visione. Sento la violenza di un improvviso agguato, cuori d’acciaio e carta vetrata, voci senza fiato e il canto muto della mia anima: “ Poesia è un prisma di spaccamenti di culo-opporsi/fottersi le regole abituali ciancicare male le parole- sodomizzare l’anima-ConcentratiConcentraticazzo sul fondo c’è tutta la poesia di cui hai bisogno-battaglia battaglia- non ha prezzo non apprezzo le tue sviolinate intimiste-sssssputi mummificati tamburi sbrindellati come trottole di legno Consumate dal tempo- mipiace il Caos mentre a te piace il Cazzo-SucchiaSucchia sul fondo c’è tutta l’alba di cui hai bisogno-albe sbandate di sogni spezzati di spine nel culo-Passo dopo Passo come un cane pazzo-La caduta è sempre meglio della salita, non credi? Fica dentata voce arrocata morte annunciata vene bucate-Basta Basta Basta con le poesiole da strapazzo-culi da ammirare canzoni blus da scrivere certezze da sfrondare-dammi Tregua stronza ne ho abbastanza-Poesia è averne abbastanza amaro a Oltranza-

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Non è Poesia di grazia è solo ombra sulla faccia, continua a Battagliare cazzo Sbronzo Sbronza Stronzo Stronza-Ecco allora parlare da dentro la Malattia è un fatto ma non me ne frega un cazzo-Questa Non è Poesia, è solo un Grande Sasso Pioggia che Passa-trapasso Domani forse m’inietterò dolcezza Sotto il grande cielo d’inverno-Labbra rosse Dolcezza Nausea Dolcezza Spaccamento di culo Dolcezza”. Disperdo lucidità, la disperdo senza ritegno. Non provo a trattenerla, non con convinzione, almeno. L’apnea di razionalità non prelude nessuna fuga. È un orgasmo simulato di suggestivi pensieri convulsi, un cancro silenzioso parassita di sostanza, di scomode congetture inespresse, di impresentabile ambiguità. La salvezza è solo illusione ma non è stabilità. È solo un eccesso di pensiero disperso. Diamoci appuntamento -my friends- ottundiamoci meticolosamente il cervello per non scoprire che nessuno verrà. Nessuno dei morti, almeno. Ottundiamoci il cervello -my only friend- per non capire ancora che nessuno di quei morti alla fine verrà. Non lasciamo che prenda spiragli, spifferi dannosi, letali di lucidità . Diamoci comunque appuntamento, anche se nessuno di NOI morti verrà. Io avevo le visioni, non S. Agostino e nemmeno il Cristo ma il videoregistratore sbadigliava, mi osservava, mi seguiva ed ostentava certe facce. Il telefono staccato squillava e la mia testa vomitava. Io avevo le visioni , niente di mistico, ma vivevamo tutti nei cartoni. Il cuore era di latta e il cervello un calzascarpe ma niente riferito al futuristico. Pensavo che

di amarmi saresti stato capace, che nella casa di cartone saremmo stati in pace, che il mio cuore di latta ti avrebbe scaldato lo stesso e che il calzascarpe cervello ti avrebbe reso diverso. Io avevo le visioni ed ora niente più videoregistratori. Al posto dei telefoni ci sono i cellulari, bocche aperte che mi danno affanno e, accidenti, meglio quando avevo le visioni e vivevamo nei cartoni! Questa è mia, dedicata a visioni rimpiante e visionari estinti: “Scrotando tra le stelle qualche indizio del mio destin che gli astri han stabilito, solingo mi solletico il prepuzio e lo carezzo piano con il dito. Scrotanta e tale è dunque la paura per il futuro che incerto m’attende che scroto i boschi i prati e la natura, mentre il sacchetto mio tristo mi pende ramingo e solitario tra le cosce come contenitor di bui presagi, spermatozoi impazziti le mie angosce che cercano negli ovuli naufragi. Oh scrotator di gioie evanescenti che fui nel giovanil pagare il dazio! Ora non resta ch’essere pazienti e attendere il momento più prepuzio per dare un calcio ai pianti ed ai rimpianti e prendere a scrotate stelle e Sole. Prepuziatori ti giungano i canti di chi non è sconfitto e ancora vuole, a colpi di prepuzio, abbatter muri di indifferenza all’altrui dolore; che in gioventù ebbi giorni molto duri e scroteriato fui, oh mi’ Signore! Ma oggi sono cresciuto e il mio prepuzio mi scrota il viso e mi sussurra “Va’!” ed io lo ascolto e cercherò il mio spazio in mezzo alla scroterva umanità.” Ditemi: Come non essere attratti dall'ambiguità del reale ? Non volerne parlare? Tertium non datur ed io sfortunatamente non ho il senso dell'umorismo e.... il divertissement quanto è Volterrianamente francese:

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“ Vorrebbi chiacchierare dui paroli ma nun m'abbasta assai quest'idio- ma , così c'è da 'nventare; trovare una frasa rovescia, il verso che s'intriga e che trasmitte: palabra d'italiano, novella comprensibil ed affabile ch'evoca i giorni di quest'altro sole; lettera fortunata in lingua che sanguina y sorridi. Vorrebbi chiacchierare dui paroli: quando che giunsi ai giunchi gioiosi de lu rio, vento e tempesta, mi pensai e piovve l'immagine de l'accrescimento. La grande acqua casta sottratta al cielo, soffia all'orecchio il legno, dove mi dia l'idea di barca in movimento. Esorto: traversa l'acqua grande, imprenditi l'impresa, forte su posto forte, debole su più debole: bella penetrazione recò l'accrescimento e mostra plenitudine senz'artifizi inutili,eccetto quando è utile. Dalla cattedrale nelle rene, quatto spiai l'aratro aprire la mia terra: la bella isvirginata mi s'investì d'aromi, io risentii me stesso e l'universo, me stesso e quel sono: nacqui, crebbi, conobbi e seppi, poco poco ma ebbi saputo: il cosmo è 1 campo unificato. Volle sconcludere movendo così come acclarando il suo concepto de lu crescimento: minorare il superiore, accrescere l'inferiore. Poi la ripetizione: nel mosso e l'accresciuto, il cosmo è 1 campo unificato. (Scusasse, signore e signore, questo estrambo parolare, ma è che da qualche notte sogno e dormo in quella gemma di fiore.) PS. Le note di traduzione, spostate quelle nuvole, le troverete tra chiazze di prato e speriamo che piova: faremo la doccia.” Dietro questa maschera (ipocrita) della poesia spesso ci sono uomini frustrati, castrati sempre pronti ad inventarsi una scusa, per disperdere il loro seme, per ri-perdere ancora e con gioia la loro inutile, insulsa dignità. Che nel gioco di chi tocca il fondo riemergono con un pugno di sabbia e il sorriso vincente del perfetto fallito. Dietro la maschera (ipocrita) della poesia spesso ci son

donnette permalose che millantano fascino, bellezza e talento senza vergogna, senza ironia, che nel gioco di chi tocca il fondo si tappano il naso e prendono fiato, vanno sotto un centimetro e riemergono starnazzando: ---qua, qua,qua--- conservando intatta la loro preziosa, decerebrata dignità. “Delle mie vene non faccio lago, solo mingo, zampillando, il getto a ghirigori. In questo, ammetto, son Narciso.” (cit.) West Side Story * Ho un ricordo di luci a Manhattan*: “It's ok, save the date bambolina”. Auto scure, signore e diamanti. Que sera, sera and it's nothing. Ero giovane, allora ero sciocca e credevo agli amori, ai poeti. “Non lo fare”, mi hai detto in un bacio “ché i poeti son tristi e bugiardi”. Ti correva negli occhi un sorriso, affilato e assordante, da gatto. “I feel pretty”, cantava Maria. E all'uscita, nel tuo buffo cappotto, la mia mano a tenerti la mano, nessun altro che noi e la neve. A Broadway d'inverno l'amore. No, non è poesi@ * poiché scrivo e vivo e piango e rido e mi consolo di giorno e notte affabulato-amato-scombinato-cotto dentro un semino di parole. E mi vedo confuso-mimico ridicolo-contaminato-uovo sul mare-uomo di carta e rame, poiché mi scavo e mi ripesco spesso e mi raggiro e mi nascondo e faccio il girotondo. E tolgo e metto fuochi al mondo, faccio la parte mia/ la parte che mi viene e che mi tiene, e sondo e stampo e gioco e smonto e tronco e faccio il punto per essere, se sono intero e monco. Tutta la vita è un livido giocondo. Giro tondo e cerco un appiglio. Aggrapparsi alla Terra. Un tuo volere? Te, che così esente dal sangue. Te, che così d'altra essenza! E come un Azazel handicappare questo embrione di morbida roccia: nostra saggezza umana.

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Fottere cavità mòlli di materia grigia per procreare giganti di auto compiacenza. Come un Azazel umanizzato insegnare l'arte del pugnale puntato alla tempia elargendo suicidio e follia. Aggrapparsi all'umano. [Non te ne feci capace] Ma bramasti il promiscuo. “Vorrei essere paraplegico come Nižinskij, analfabeta come Dante e secco come il Lambrusco” (cit.) E adesso come un Abele supplichi vendetta dalla tua cavità ‘profonda e scura alla vista’. Perché accorgersi che qui si è figli di un eterno carnevale -maschera irrisoria- è tradire la propria identità divina. Ti sei persa, Poesia. Il divertissement di uno scribacchino svagato: questo sarai e questo ingurgiterai su questa Terra. Digerisciti! La poesia fa cagare. Non scrivete tante poesie. Anzi, non scrivetene proprio. Ma cosa ancora più importante: non pubblicatele! Potreste portare altra gente a compiere il vostro errore. Uno di quelli potrebbe leggere quella merda e dire: “Oh ma se questo scrive poesie, mi ci metto pure io a farlo!” Bravo coglione. Applausi. Alle elementari avevo una maestra che amava le poesie con tutta se stessa. Ce le leggeva con estrema passione: rispettando i tempi, facendo attenzione alle pause, utilizzando in maniera perfetta il tono della voce. I suoi occhi erano curiosi di vedere le nostre reazioni e le espressioni dei nostri visi emozionati. Le mie compagne commentavano estasiate cose tipo “che bella”, “emozionante”, oppure se ne stavano zitte con un sorriso inebetito stampato in faccia per circa sei o sette minuti. Io guardavo la maestra e guardavo loro. Guardavo loro e guardavo la maestra, ero incredulo.

A me quella roba non piaceva affatto anzi mi faceva proprio incazzare. Mi sarebbe piaciuto alzarmi, camminare lentamente verso l' insegnante fissandola in quegli occhi da rincoglionita, arrivarle a mezzo metro di distanza ed infine tirarle un pugno sui denti. Dopo di che afferrarle i capelli dalla nuca, rifilarle una raffica di ginocchiate sul naso, trascinarmela dietro sino al banco della fottuta prima della classe, appoggiarci sopra la sua faccia tumefatta grondante sangue e sussurrare all'orecchio della mia compagna: “Io non l'ho trovata poi così bella”. In realtà, come mio solito, non feci la cosa giusta al momento giusto e vivo tutt'oggi con il rammarico di non aver fatto notare il mio punto di vista quella volta. Loro non sono consapevoli del rischio che corsero ma le rintraccerò non preoccupatevi, oh se le rintraccerò. E quando questo accadrà, capiranno che la poesia può far male, fottutamente male.* “ Mi piace come muori, giovane.” (cit.) Poesia forse sei una pecora (stanca?) che in un branco di vacche non si accontenta dell'erba e bruca radici. Sei la cicogna che sotto il cavolo posa il primo vagito, sei il sorso di-vino quando c'è solo acqua, sei la frase smarrita in un vicolo cieco, sei magnaccia di quella vecchia puttana che non fa più denari. Sei madre … la grande e di luna...demone, sono io, sei tu, siamo noi e siamo niente nel tutto e quel tutto che mente.

(*W.C: La poesia fa male quando la si cerca nelle profondità intime del nostro vero essere)

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Buongiorno, - Cristiano Quagliozzi

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La definizione appropriata LUIGI BALICE

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pulciarsi dalle asfissianti identificazioni poliziesche perpetuate con la stessa smania di attenzioni che invade una donna incinta prima del parto sui materassi comodi ereditati da un’agiatezza comprata a suon di piegamenti. Vecchi e piene di zecche in confronto agli isterismi profanatori di quel tanto amato segreto chiamato discrezione, coloro che preferiscono il silenzio all’alzata di mano filmata in mondo visione, ai pianali brillanti in formica perlata su cui vengono esposti concetti come profumi impacchettati e offerti al momento giusto - aggratis come nelle sagre di paese – gli passano accanto. Chissà perche la discrezione deve essere sempre presa a pesci in faccia dalla strafottenza molestamente armata da chi crede che il qualunquismo ha tutti i pregi tranne quello di spingere gli individui coerenti a manifestare in maneira tanto discreta il disprezzo da farlo sembrare un semplice allontanamento. Gli squadroni addetti alla pulizia etnica della critica affogano le loro piccole gioie nel naso, scaccolandosi come bamboccioni alla ricerca del pensiero giusto. Pagano persino per aumentarei il traffico nel loro bagno. Per loro conta il numero. Sai che noia cagare in silenzio! La merda è la creazione piu´intima mica possono tenersela per sè. Ce n’è di vecchiaia da sfoggaire dinnanzi ai banchetti orgiastrici organizzati da moralisti e storpi. La bruttura dei loro desideri ha abituato entrambi a sbavare non appena intravedano uno spiraglio di luce che li faccia uscire dall’anonimato. La capacità di riproduzione dei qualunquisti è tale da potersi manifestare anche come un ammasso di peli sulla gamba o sul braccio di chiunque non sia di loro conoscenza. Per questo il silenzio diventa l’unica arma da opporre all’incessante strotolamento di dubbi e messe in discussione: lascia tranquillo l’essenziale senza distrarlo. Cercare la definizione appropriata dell’errore senza mostrare la funzione complessa con cui il rigetto sale vorticosamente dalle pareti intestinali a quelle dell’esofago per fuoriuscire in maneira disordinata sotto forma di insulto camuffato da risposte semi-diplomatiche. La definizione appropriata è un sonoro vaffanculo a tutti quelli che si ostinano a dirmi dove, perche e come dovrei comportarmi. La definizione appropriata è un sonoro Va-ffancu-lo!!!

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TU NON GIRI IL CAFFÈ PRIMA DI VERSARLO NELLA TAZZINA? P

rendere sempre dagli altri senza mai chiedere, come una via di mezzo tra un bambino che desidera a tutti i costi il suo giocattolo ed una chiazza d’olio motore sull’asfalto. Ostentare troppa bontà distrae persino il peggior criminale, anche la mancia al ristorante può diventare aggressiva come nastro biadesivo tra due pagine di giornale: censori violenti che non si scovano facilmente. La bontà burocratica montata con i picchetti a casa degli altri, calpesta la condivisionecome

LUIGI BALICE

l’ostia che il prete fa mangiare ai fedeli, come un manuale di bon ton ispirato ai dieci comandamenti della nonna: obbligano i nipoti a mangiare per il loro bene. Insistenza che finisce per macchiare l’intenzione. C’è lo schiavo che se la prende con chi non vuole cercarsi un padrone. C’è chi parla del meteo ogni cinque minuti perché il silenzio non l’hanno mai trasmesso in televisione. E poi c’è il turista della volontà con l’ansia del fare. 10

L’apice della rassegnazione. Finiranno tutti per fare fotografie alle lapidi di chi non storceva il naso nell’ascoltare qualcuno che ne sapeva di più. Puoi essere figlio di sindacalista, fratello di sindacalista, puoi parlare di giustizia sociale e metterti al collo tutte le collane della pace che vuoi. Resterai pur sempre un coglione che non ha capito che i ceppi rigogliosi del fascismo si innestano proprio quando hai da ridire persino su come si mescola il caffè nella moka prima di versarlo nella tazzina.


Teschio1 - Yuri Soba

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G

CROCCANTINI E RUM

uardali Billy, ci passano davanti come fossero schegge! Guarda come schizzano via, tutti ben vestiti e pettinati uguali. Così belli e profumati, lindi e puliti. Mi danno il volta stomaco. Io non riesco a tenere le scarpe pulite per più di due ore di fila. Dammi retta, ora ci ignorano e passano veloci a sfiorarci come se neanche esistessimo. Ma un giorno, ci daranno la caccia Billy, allora ci vedranno, eccome se ci vedranno! Hai sentito alla televisione? Gli scienziati stanno cercando di creare un chip da impiantarci nel cervello! Gli animalisti hanno sollevato l'ira di Dio dopo aver scoperto di tutti gli esperimenti che hanno fatto sugli animali di recente. Un vero e proprio massacro. All'università di Roma hanno scoperto che ad alcuni scimpanzé sono stati infilati nella testa degli affari d'acciaio per ricevere degli impulsi elettronici che li costringevano a compiere azioni contro la loro volontà, e permettevano ai dottori di monitorare ogni spostamento. Ma ti rendi conto? Presto torneremo scimmie Billy! A voglia di non pagare più le bollette, il gas, la luce, l'acqua. Tra poco ci toglieranno anche l'aria. Proprio a due isolati più avanti, hanno chiuso l'acqua alla signora Caterina. Ti ricordi? Quella che si era ammalata di tumore al pancreas. Povera donna, le hanno spedito una bolletta da 20.000 euro. Viveva sola come uno di quei mille gatti che accudiva sempre dalla strada,

seminava piatti di carta in ogni angolo del marciapiede. Michele l'avrebbe uccisa prima lui se solo non fosse stato per quello stramaledetto tumore o per l'agenzia privata che ha chiuso i rubinetti. L'hanno lasciata 3 mesi senz'acqua, si è riempita di piaghe fino a divenire una carcassa putrida e maleodorante. Si trascinava come un verme sul pavimento. Una sera l'odore di carne marcia aveva infestato tutto il condominio. Michele credendo che la vecchia avesse dentro casa una di quelle bestie morte aveva sfondato la porta. Davanti a lui si aprì uno scenario raccapricciante. Il pavimento era ricoperto da strisciate di sangue scuro, scarafaggi e mosche avevano impestato tutta la casa. Seguì una di quelle schifose scie, sembrava la più recente, dalle sfumature chiare del sangue. Arrivò nella camera da letto, e la vide ridotta ad una poltiglia di sangue e mosche, era morta in tutto il suo putridume. Corse subito a vomitare nel bagno, ma il cesso era intasato, nel lavandino si era depositata una melma marrone ricolma di capelli e frammenti di vomito. Nella foga per uscire dall'appartamento era scivolato, si era ricoperto di sangue e di ogni ben di Dio. Siamo figli di una bella società eh? Fammi una promessa Billy. Se dovesse accadermi una cosa del genere preferisco che mi spari un colpo alla testa. Non importa nulla a nessuno di noi. Dobbiamo guardarci le spalle a vicenda. 12


Un tempo eravamo parte integrante della grande catena industriale! Sai a quante costruzioni ho partecipato? Quanti migliaia di cantieri ho visto sorgere e ultimare nel giro di pochi mesi? Non avevamo neppure il tempo di pisciare! Ma adesso non c'è più lavoro per noi. L'edilizia è crollata, gli appartamenti non si vendono e di conseguenza non si costruisce più. Ci stiamo accalcando l'uno sopra l'altro come bestie. Guarda questo Billy! Guarda i suoi capelli, sono così incollati tra loro che non sembrano neanche capelli, sembra che abbia un cellofan sulla testa o uno strettissimo casco nero. E poi osserva che espressione! Mio Dio. Le bambole di mia figlia hanno tratti più umani in confronto. Sembra che da un momento all'altro possa tirarsi via la pelle e mostrarci la sua vera entità metamorfica, pare uscito da un racconto di Lovercraft! L'altra sera Tiziana mi ha raccontato del ragazzo di Mari sua nipote. Uno di questi manichini. Lavora in una grande agenzia governativa, studia marketing e ha tre lauree in Scienze della comunicazione. Il problema è che riesce a dare solo ordini a quella povera ragazza, è freddo e solido come una roccia. Lei si sente schiava dei suoi modi di comandare. Mi ha detto che una sera le ha ordinato di prenderlo a frustate come un maledetto sadico. Gridava a squarcia gola di non smettere fino a quando i lembi di carne si sono fatti violastri e hanno cominciato a spruzzare sangue su tutte le lenzuola e la testata del letto, cristo era un vero macello. Non ho ancora capito come un perso-

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naggio di una certa cultura, con tutti quegli anni di studio alle spalle, può arrivare a bruciarsi il cervello in quel modo! Billy!? Mi stai a sentire? Tu forse non lo sai, ma tutto il mondo giace sotto il potere di una setta che ci allatta fin dalla nascita con il veleno di una vipera, quelli ci fottono il cervello anche mentre dormiamo. Lo sai cosa ho letto su internet? Esiste una setta di “illuminati” che a quanto pare ha il monopolio della moneta, ed è in grado di sottomettere intere nazioni grazie alle banche. Devi ancora quei soldi alla banca Billy? Non metterti mai in debito con loro, dammi retta. Sono capaci di qualsiasi cosa. Un po' come le aziende private che gestiscono l'acqua e i rifiuti, ti possono portare via tutto senza chiedere il permesso a nessuno. Hey Billy, guarda quella! È così magra che sembra una lastra vivente. Occhi da zombie e bocca da vampiro. Miseria, ma cosa ci stanno facendo? Come hanno fatto a ridurci così? Ah, se avessi le risorse necessarie comprerei due biglietti per il Messico solo andata per tutti e due amico mio, solo tu e io. Cosa ne dici? A proposito, porca vacca andiamo su, finiscila di annusare ogni maledetto palo della luce, la tabaccheria chiude alle otto, siamo già in ritardo, voglio riuscire a giocarmi la schedina, è la nostra unica possibilità di evadere da questa merda. Una volta a casa ti preparerò una bella ciotola di croccantini con un goccio di rum, proprio come piace a te!

Fabrizio Raccis


FANTASIA

PERUVIANA Veronica Falco Ma se io e te non avessimo più sabati né mattine in plaid di velluto allora scadresti in un broncio olivastro e la tua faccia da Chan Chan mi renderebbe una Juanica meno banale assorbiremmo il sole lasciando andar via la meravigliosa luce a strisce che ritaglia i nostri visi nella penombra sempre tesi e in preda alla più assoluta impellenza io non so dove andare né so precisamente dove il sigaro di Kahlua porterà le forme a farmi capire sul serio che se io e te non avessimo più sabati sarebbe uguale perché viviamo senza giorni presi per la gola da una fretta che non ci permette di saper mai dove andare

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Topastro 2 - Yuri Soba


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