L’EDITORIA DEL COLLAGE DE ’PATAPHYSIQUE

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la Biblioteca di via Senato mensile, anno vii

Milano

n. 1 – gennaio 2015

LIBRI

L’editoria del Collage de ’Pataphysique di antonio castronuovo

EDITORIA

Grandi editori: l’altro Mondadori di massimo gatta

ANTIQUARIA

A tavola, per un pranzo con il mostro di piero meldini

SPECIALE MANUZIO Catalogo delle edizioni aldine della BvS. Parte II di giancarlo petrella

IL RISTORO

Le ‘illuminazioni’ di Arnolfo di gianluca montinaro


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Libri

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L’EDITORIA DEL COLLAGE DE ’PATAPHYSIQUE Un viaggio fra “mutande, diplomi, stuzzicadenti e calendari”

L

ANTONIO CASTRONUOVO

a ’Patafisica è ormai sparsa nel mondo e molti sono gli istituti che ne coltivano il verbo. La casa madre, per così dire, è il Collège de ’Pataphysique sorto a Parigi nel 1948 per iniziativa di un piccolo gruppo di persone, tra cui Maurice Saillet, segretario della famosa libreria di Adrienne Monnier, la “Maison des Amis des Livres” che si apriva in rue dell’Odéon. In Italia le cose cominciarono a muoversi nel 1963 con la fondazione dell’Institutum Pataphysicum Mediolanense, sorto grazie ai rapporti che Enrico Baj intratteneva all’epoca con Raymond Queneau. La celebrazione ufficiale fu il 3 marzo 1964 con l’allestimento di una mostra presso la Galleria Schwarz di Milano e un banchetto in una trattoria

Nella pagina accanto: il volumetto Collage de ’Pataphysique (1991) nella sua tipica forma a mutanda. Sopra: il volume di Roberto Asnicar, Della ’Patafisica: diverticoli sulla Scienza delle Scienze (2013), il solo manuale completo in lingua italiana sulla storia e teoria della Scienza delle Scienze

del quartiere di Brera, durante il quale fu nominato il primo Rettore Magnifico nella persona di Farfa (già noto artista futurista, nominato “aeropittore” nel 1930 da Marinetti). Per cogliere il valore dell’istituzione è sufficiente ricordare alcuni dei nomi che vi furono accolti: Lucio Fontana, Virgilio Dagnino, Enrico Baj, Arturo Schwarz e Vanni Scheiwiller.

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Un quarto di secolo dopo le vicende di questa storica istituzione, il mondo patafisico italiano prese nuova vita grazie a una nuova realtà che, battezzata Collage de ’Pataphysique, raccoglie oggi un buon numero di adepti. La denominazione ottiene un duplice risultato: è molto simile a quella dell’istituto parigino e nel contempo esprime un concetto ben diverso: non Collegio ma Collage, cioè unione armonica di individui che coltivano discipline differenti (scrittori, poeti, pittori, scultori) e che confluiscono in una medesima geografia di interessi, un po’ come il ginepraio di firme che si addensano sull’Oeil cacodylate di Francis Picabia, il celebre dipinto del 1921 che raccoglie decine di segnature


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Due numeri del «Quaderno del Collage de ’Pataphysique», unica rivista italiana dedicata al mondo della ’Patafisica

di personaggi che in quel momento gravitavano attorno all’ambiente del pittore dadaista.

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Sorto nel settembre 1989 grazie all’iniziativa di un gruppo di artisti che faceva capo a Tania Sofia Lorandi, leader storico del gruppo, il Collage ha visto le proprie attività moltiplicarsi rapidamente nel campo della multimedialità e della contaminazione delle arti (pittura, letteratura, musica). Fu nominato un Rettore Immaginifico nella persona di The Big Bosse de Nage (recentemente scomparso), e mentre affluivano aderenti si allargava il raggio di azione. La Lorandi dichiarò in un’intervista che lo scopo principale del suo isti-

tuto era quello di difendere «la libertà d’espressione e l’espansione di questa libertà», il che non sembra programma di valore secondario. Mutande e diplomi Il Collage ha inteso fin dai primi passi “storicizzare” la propria attività mediante un’attività editoriale che segni le tappe del suo cammino e dia voce ai propri adepti, presto definiti Membri e Membrane, per mirare all’uguaglianza nella differenza. E la prima tappa editoriale dell’istituto fu il sottile libro Collage de ’Pataphysique (il frontespizio ha però la diversa indicazione Muta n° 0 del Collage de ’Pataphysique). Stampato dalla Tipografia “La Cittadina” di Boario Terme, il prodotto conta 36


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La scatola Apritoio, contenente tutti i manifesti teorici delle diverse co-commissioni del Potenziale Potenziato

facciate non numerate e uscì su pregiata carta Modigliani Neve in tiratura di 500 esemplari, senza indicazione di prezzo. La data di stampa è l’1 Assoluto 118, giorno del calendario patafisico che per i petafisici corrisponde all’8 settembre 1991, data in cui si festeggia la nascita di Alfred Jarry, figura tutelare della ’Patafisica. All’interno, il libro svela un bel testo di Enrico Baj che, dopo aver salutato il nascente organismo, affronta l’antitesi CollègeCollage; seguono scritti e interventi “visivi” dei primi aderenti al gruppo, elencati nell’ultima pagina con tanto di indirizzo di casa e telefono (in quel felice anno non aveva ancora preso piede la cosiddetta “privacy”, dopo la cui istituzione è presto finita l’epoca della dimensione privata).

Quel che però interessa, e che rende preziosa questa prima pubblicazione del Collage, è il suo speciale formato a mutanda. Forma peraltro non casuale: la sua uscita corrispose a una cerimonia di “mutandazione” tenuta in un macello abbandonato di Lovere (sul Lago d’Iseo): durante la manifestazione gli officianti lanciarono infatti dal palco alcune mutande verso il pubblico, e tale atto corrispose a una sorta di “benvenuto”. Non meraviglia la scelta del formato, essendo quello della stravaganza formale un carattere tipico di una serie di prodotti del mondo patafisico, tra cui rammento almeno la forma pentagonale di Lorsque l’esprit di Raymond Queneau e quella esagonale di Une supposition di René Clair (editi entrambi a Pa-


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Sopra da sinistra: la plaquette 1stuzzicadentiXJarry nella seconda edizione del 2010; un esempio di libro patafisico con formato eccentrico: Che cos’è la patafisica? di Enrico Baj (1994). Nella pagina accanto: la versione italiana da tavolo del Calendario patafisico (2012)

rigi dal Collège de ’Pataphysique, nel 1955 e 1958), il taglio sbilenco di Che cos’è la patafisica? di Enrico Baj (edito da L’Affranchi di Mendrisio nel 1994) o anche la foggia mutevole, a manifesto più volte ripiegabile, della rivista patafisica napoletana “Patapart”, diretta da Mario Persico. Dopo aver realizzato nel 1994 a Milano la manifestazione Chandelle Verte (in associazione con l’Institutum Pataphysicum Mediolanense), il Collage cominciò a formalizzare le adesioni mediante alcune grandi cerimonie di “diplomazione”, la prima delle quali fu organizzata nel maggio 2002 al centro Re Desiderio di Brescia. Qualche

mese dopo uscì il fascicolo Diplomazione, pubblicato con la nuova etichetta Edizioni Collage de ’Pataphysique sovrastata da una giduglia, la spirale che appare sul ventre di Ubu (il noto personaggio della commedia Ubu re di Jarry), e che costituisce uno dei grandi simboli del mondo patafisico. L’album è di grande rilievo per la storia del Collage perché - oltre a pubblicare una ventina di diplomi creativamente manipolati da vari artisti contiene le basi teoriche dei suoi primi statuti. In ogni caso, dal 2002 al 2010 il Collage ha conferito ventuno diplomazioni ed è anche considerevolmente aumentato il numero degli aderenti.


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Stuzzicadenti e calendari Negli anni successivi alla prima diplomazione il Collage ha organizzato altri eventi; soprattutto, nel 2003, il triplice omaggio a Raymond Queneau, Enrico Baj e André Blavier con la mostra Raymond Queneau 1903-2003 a Villa Ghellini di Villaverla presso Vicenza con annesso catalogo. Ma fu il centenario della morte di Jarry, nel 2007, a costituire una rilevante chiave di volta. Da tempo il Collège francese aveva annunciato, ma mai pubblicato, un dossier sullo stuzzicadenti. È necessario sottolineare che questo curioso oggetto costituisce un elemento simbolico di tutto rispetto nel mondo patafisico: semiparalizzato da una grave meningite tubercolare e trasportato in un ospedale di Parigi a fine ottobre 1907, poco prima di spirare Jarry chiese appunto uno stuzzicadenti, estremo desiderio in linea con un’esistenza dav-

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vero stravagante. Fu proprio per sopperire alla lacuna dei francesi, che il Collage organizzò la manifestazione 1stuzzicadentiXJarry, mostra itinerante che espose interventi di quaranta artisti sullo stuzzicadenti e nel 2008 pubblicò una plaquette dallo stesso titolo (tra gli autori dei testi ricordo almeno Afro Somenzari, Brunella Eruli, Fernando Arrabal, Lucio Arrillaga, Paolo Albani, Paul Gayot, Riewert Erich e Thieri Foulc). La plaquette andò presto esaurita e ha avuto una seconda edizione nel 2010, anno in cui la mostra è stata riproposta alla Galleria Derbylius di Milano. In pratica, il libro è la sede in cui Membri e Membrane del Collage danno una definizione patafisica dello stuzzicadenti come anche una definizione dello stuzzicadenti patafisico, svelando minuziosamente la distinzione che corre tra i due ambiti.


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A destra, sopra e sotto: esempi di libri patafisici con formati eccentrici: Une supposition di René Clair (1958) e Lorsque l’esprit di Raymond Queneau (1955). Sopra a sinistra: il fascicolo Diplomazione (2002)

In quanto realtà originale, la ’Patafisica ha adottato nel 1949 un proprio calendario, un vero sconvolgimento che stabilì una diversa cadenza del tempo. Dovendosi però attenere alla regolarità del sistema solare, il calendario è una trasfigurazione di quello gregoriano, di cui preserva la struttura: il tempo viene fatto iniziare non più dalla nascita di Cristo, ma dal giorno natale di Jarry, l’8 settembre, che è il capodanno patafisico; inoltre, ogni giornata è consacrata a un personaggio patafisicamente connotato, in una

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fantasmagorica reinvenzione di santi inesistenti e ricorrenze improbabili. Sul piano strutturale: l’anno patafisico è diviso in 13 mesi uguali tra loro e formati da 28 giorni, con l’aggiunta di un giorno suppletivo per farne 365; ogni mese ha poi un ventinovesimo giorno immaginario chiamato hunyadi (da Janos Hunyadi, nome di un’acqua purgativa ungherese).

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Essendo stato creato in Francia, si faceva da tempo sentire la necessità di avere una traduzione per l’Italia, straordinario lavoro di filologia inventiva compiuto nel 2012 da Jérémie Piscicelli. È nato così il Calendario patafisico che, in un classico formato da tavolo interamente a colori, abbina


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ai singoli mesi patafisici degli aforismi e opere grafiche di scrittori e artisti esperti della materia. L’autore di questo articolo ha l’onore del testo che fa da contrappunto al mese di Pedale (quello che per l’Era Volgare va da fine febbraio al 22 marzo). Quaderni e apritoi Allo scoccare circa dei vent’anni della propria esistenza, il Collage ha sentito la necessità di un contenitore di ricerche e studi patafisici per l’Italia. È nato così nel 2011 (il 139 per l’Era Patafisica) il «Quaderno del Collage de ’Pataphysique», la prima e totalmente patafisica rivista italiana, sede di riflessioni e cavilli, di approfondimenti teorici sugli epifenomeni e le leggi d’eccezione, col programma ulteriore di procurare traduzioni inedite di testi di Jarry e pubblicare scritti e opere grafiche di artisti patafisici contemporanei. Gli otto numeri finora pubblicati hanno tutti un tema-guida (ad esempio il n. 0 si intrattiene su La nascita dell’Anuomo Uovo; il n.2 sul Tempo ed Ethernità come anima del Calendario Perpetuo, il n. 5 tratta del Clinamen, uno dei principì fondamentali della ’Patafisica) e hanno visto l’intervento, di volta in volta, di diversi rappresentanti del mondo patafisico. Già ragguardevole la quantità di materiali presentati (tra cui gli Statuti del Collage) e di traduzioni attuate (Gli alcolizzati, Architrave e L’antliade di Jarry, racconti di Alphonse Allais e i Calcoli vari riguardanti Dieu di Boris Vian). Per meglio strutturare le proprie attività, il Collage ha di recente adottato delle Commissioni, tra cui spicca quella del Potenziale Potenziato, le cui Co-commissioni – in richiamo dello strumento con cui un tempo si districavano i filamenti del cotone – sono dette “Apritoi”. In pratica, tali Apritoi raccolgono aderenti del Collage esperti di specifici ambiti della creazione artistica; alcuni ad esempio si raccolgono nell’APPIPO (Apritoio di Pitturologia Potenziale), al-

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tri nell’APSCRIPO (Apritoio di Scritturologia Potenziale) e altri ancora nell’APSCUPO (Apritoio di Sculturologia Potenziale), per citarne alcuni. L’uso degli acronimi deriva dalla tradizione già istituita con le commissioni dell’OULIPO francese (Ouvroir de Littérature Potentielle) e del corrispettivo italiano OPLEPO (Opificio di Letteratura potenziale). Fondati gli Apritoi, era necessaria la stesura di manifesti formali che ne guidassero lavoro e strategie. Ha così visto la luce in tiratura limitata, in occasione dell’inizio del nuovo anno patafisico l’1 Assoluto 142 (8 settembre 2014, data che peraltro ha visto lo scoccare del 25ennale del Collage), la collezione di manifesti Apritoio. Si presenta come una pregevole scatola di cartone che contiene due grandi manifesti ripiegati e un elegante fascicolo: tutte queste carte, con testi francesi a fronte, illustrano il senso pratico-teorico di ogni singolo Apritoio.

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L’attività editoriale del Collage de ’Pataphysique non si è limitata ai prodotti qui descritti: col suo marchio editoriale ha visto la luce una gamma di altri prodotti minori, segnati dall’eccentricità che caratterizza questo mondo espressivo, per comprendere il quale sono anche stati aperti due siti internet, dedicati l’uno all’istituto (http://collagedepataphysique.it) e uno al mondo sontuoso e variegato della patafisica (http://www.patafisica.it), quest’ultimo certamente il più bel sito italiano dedicato al tema. Infine, si può oggi comprendere in Italia il complesso mondo della ’Patafisica grazie al volume storico-teorico di Roberto Asnicar, Della ’Patafisica: diverticoli sulla Scienza delle Scienze (Editrice La Mandragora, 2013), anch’esso nato sotto l’egida del Collage e irrinunciabile appuntamento di lettura per chiunque intenda accedere ai segreti della ’Patafisica, la Scienza delle Scienze.


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