Quaderno - Numero Cinque

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Quaderno del

Collage de ’Pataphysique

Martedì 10 DECERVELLAGGIO 141 E. P.

Drappo (erezione del)

N°5 Clinamen bestia imprevista

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Quaderno del Collage de ’Pataphysique Numero 5, decervellaggio 141 E.P.

Direttrice: Tania Lorandi, Provveditrice Rogatrice Generale Direttore responsabile: Antonio Castronuovo, Reggente di ’Patafisica Comparata & Esalazioni Scientifiche Multiple Redazione: Lavinia Emberti Gialloreti, Protodataria di Redazione Sandra Noto, Dataria di Redazione Stefano Marinucci, Datario delle Phynanze Sara Ricci, Corrispondente Enfiteuta Dr Aldo Sacslei, Uditore Reale C/O Stefano Marinucci, via Gaspara Stampa 60 (pal. 3), 00137 Roma Amministrazione: Sede del Collage de ’Pataphysique C/O Tania Lorandi, via Madonna della Torre 38, 24060 Sovere (BG) mail: info@collagedepataphysique.it Stampa: GF STUDIO, Via Levata 12 - 24068 Seriate (BG)

Il Quaderno nasce come strumento del Collage de ’Pataphysique e si propone di essere luogo di riflessione, approfondimento teorico e indagine attorno agli epifenomeni e alle leggi d’eccezione. Si propone altresì di procurare traduzioni inedite di testi di Alfred Jarry e altri autori patafisici, ma anche di pubblicare testi, disegni e opere grafiche di artisti patafisici contemporanei. La collaborazione si intende gratuita e ad invito. La redazione accetta in visione contributi, riservandosi di pubblicarli o meno. In copertina: Tania Lorandi, Clinamen

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EPITOME Il luogo e il movente del clinamen, T. S. Lorandi Dialogo con/trito di Kirk e Kron, P. Simone Incerto tempore, incertisque locis, L. Arrillaga Descrizione del funzionamento della“(MMC)”, S. Noto “I Passanti” di Nicole & Thieri Foulc, M. Piumino Vita breve di Oktav Votka, R. Asnicar Declination…, O. Grappa Clinamen, E. Gabellini CLINAMEN, (mese del Calendario Patafisico) Traduire il calendario, J. Piscicelli “Clinamen”, M. Baj Le Théâtre Pataphysique, T. S. Lorandi Una traduzione in più ma integrale, U. Montessanto TREDICI IMMAGINI, A. Jarry “RIVE DELLA SENNA”, due piccoli dipinti ad olio di A. Jarry Breve intervista a Monsieur Clinamen, S. Ricci Dimension I di Jim Grimm, un frammento, D. Agazzi Libera declinazione, A. Rocca Quattro cadaveri squisiti al ristorante, T. Lorandi, S. Zampini, A. Alberti, M. De Carolis Quanta ’Patafisica, P. A. Bernabei “Il gioco è questo”, S. Malosso Gioco d’azzardo, S. Malosso L’indigesto digesto, Teqnofobico @ Testamento di un atomo primordiale, A. Antolisei Il clinometro, É. Rutten Osservatorio disossiderale Conferimenti Futurità

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(Atteso, del teorema d’ogni potere, che la manifesta forma sua sia l’attesa, e l’ad arte crearla, anticorollarî sianci i seguenti – punti d’un inevidente manifesto: noi si è senza possa alcuna né possanza, come affatto spossati, e tesi, ma senza tensione, soltanto ad ogni inattendibile disattendere; noi si è dunque approssimativi, senza che mai per altro ci si approssimi ad altro, né ad un passato, prossimo o remoto, né ad un remoto o prossimo futuro; come per sempre anteprimi ad ogni anteprima, e da sempre ulteriori d’ogni ultimativo, noi per ciò non si è né per l’eventuale evenuto evento, né per la che che sia ventura avventura).

Il rev.imo dottor Tristroll e l’irreverendo curato Johannes Cí in L’indigesto digesto «patapunfete!»1 Laurence Sterne2, Lvelodtsg3

’Pa ta pim & ’pa ta pom! – tale il nonfrale sono de la terricola, ebbra nave dalla poppa larga, che, di stretta e distratta prua, s’incoccò in un maremagno di broglj, babeltando in nomine personaggj toponomatopee batracomiche, quasi come d’una raganella, o ranocchia, che attendesse principî di príncipi, o d’un monstruoso rospo nell’attesa di reginreggenti, amendue fuor d’acqua e, verbo non profferendo né altro verbo, muti, ma senza muta, senza mutar di punto o di nulla le loro apparenze, l’amorale della favola affermandone la negazione e del prima e del poi: un bozzo e una bozza qui, un bozzo e una bozza là, dimidiati, e quali piú di voga, e quali meno, a l’insondabile sondare, inabissandosi superne, infere ascendendosi. – Per tutti ’ gerundî! parle forse un’enclisi, quella? e questa? Pajonle delle parenclisi? – chiese al rev.imo Tristroll l’irreverendo curato Johannes Cí. – Potercene fare al piú un’idea, o al meno averla! E cosí fruttificare. – Averne, dice? Per tutti gli avern’e l’averne! le torte torture: il potere, l’idea, il fare, l’avere, e d’ess’e d’essi ’l frutto: nulla di piú malevole. – Epperò ’l bozzo! ecco, il cozzo c’ha – ha bernoccolato. Scombussolata la bussola, dissestato il sestante, rase le carte in fabula, intra ’ broglj, cotali & coquali, ecco una polta poltiglia di trangugiate lettere, ma non ci si dica mica di miche le brice, no, – figurarsi i men di canti nostri panmendicanti ’n su gl’uscj di tartempion – proprio no, – piú tosto d’amare mot’e polvi: una fanga fanghiglia, da gutt’a gutta papillare ed ingollare, una polpa polpetta, da bran’a brani imbolare ed evacuare. – L’è vacu’azione! – Che modi, che termini! – Prima d’ogni incominciamento? – Non vorrà ricominciare? – ’Pa ta – ’patapunfete! Teqnofobico @

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Il balzo en abyme del ’patapunfete è anfibio & anfibologico, e decontestualizzato. Laurence Sterne è autore coamato e richiamavami come un'eco distorta, quel patapunfete, fino a risuonarmi tutto: balzavami sobbalzavami sbalzavami. 3 Non saprei dire ove. 2

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Gioco d’azzardo DEFINIZIONE: Dio è la più corta distanza da zero all’infinito. In che senso? Si dirà. – Noi risponderemo che il suo nome non è Jules, ma Più-e-Meno. E si deve dire: ± Dio è la più corta distanza da 0 a , in un senso o nell’altro. Alfred Jarry

Quando Jules si presentò al bancone, a molti dei presenti diede l’impressione di essere un corpo senza vita, esangue. Le cronache mondane del giorno successivo riportano che qualcuno, dal fondo della sala, con una voce rotta dall’estasi sussurrò «Pare James Dean» e che un suo vicino – i reporter non specificano l’identità di questa persona – rispose «Dopo le fiamme». Jules non sentì nulla di tutto ciò, scorreva in lui la bobina rumorosa di quella giornata piovosa, come un altoparlante interno. Mentre buttava giù un amaro sottomarca, qualcuno trattenne il fiato. Fu allora che Lei, sporgendosi da un piccolo tavolino a due, lo riconobbe. Non furono i suoi lineamenti duri, né il tono della sua voce mentre ordinava al barista; a chiamarla a sé era stata quella piccola rosa nera che spuntava dalla tasca superiore del suo cappotto. Pareva esibire quel fiore annerito come uno stendardo, come una promessa d’invasione imminente sulla realtà. Era un messaggio di resa immediata lanciato verso il reale. Quel fiore sembrava lanciare uno strano presagio su tutta la sala; i giocatori di poker lo avvertirono nell’aria fumosa, e gettarono immediatamente le carte sul banco. Tutto sembrava immobilizzarsi nei petali raggrinziti della rosa e nei passi di Lei che si avvicinava al bancone, prima fluidi, poi di creta. La materia precipitava verso il pavimento a scacchi neri e bianchi, esigeva senza pazienza la rivolta. Jules appoggiò il bicchiere ormai di piombo sul bancone, una parete sembrò cedere. «Rivoglio le mie lacrime» disse Lei. Lui non si voltò nemmeno, non sentiva alcun bisogno di dire nulla, a parlare era anzi quell’oggetto che portava nella tasca. Non si trattava di una rosa – il gusto romantico dei presenti in sala ne sarebbe uscito scontento. Pochi giorni prima era stato un semplice fazzoletto; un fazzoletto col quale Lei si era asciugata gli occhi in una serata che era meglio non ricordare. Gettato nel fuoco per nasconderlo alle pupille e alla loro memoria, esso dalle fiamme era invece rinato, mutando la propria forma, accartocciandosi in una smorfia armonica, tramutato in rosa incenerita. A salvarlo dall’incenerimento era stata la sua componente salina, o forse una qualche forma di resistenza armata che risiede negli occhi quando sono tristi. La materia non voleva mostrare alcun segno di arrendevolezza di fronte al loro addio, la caduta delle lacrime di Lei creava un giardino ricoperto di cenere scura; il loro mondo lentamente si riplasmava. I cronisti del giorno dopo scrissero cautamente: «Di norma gli atomi cadono in linea retta nel vuoto, in base al proprio peso: in certi casi, può verificarsi che essi deviino impercettibilmente la loro traiettoria, appena sufficiente perché si possa appunto parlare di modifica dell’equilibrio». Jules rimase immobile, gettò solo una rapida occhiata verso la rosa per verificare di essere veramente lì in quel preciso momento e che Lei fosse realmente davanti a lui, mentre le combinazioni delle loro vite si creavano e si disfacevano come le onde dei sismografi. «Pare James Dean» si sentì all’improvviso. «Dopo le fiamme» qualcuno credette d’aver udito dal fondo della sala, mentre la materia tornava a respirare e il poker poteva proseguire. Stefano Malosso

Corrispondente Reale

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Collage de ’Pataphysique

! «E tutto ciò che non è creato è la veste bianca della sola Forma» Alfred Jarry


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