PTRC_elaborati_grafici-norme_tecniche

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ELABORATI GRAFICI E NORME TECNICHE adottatto con il D.G.R. 372 del 17/02/2009



Presidente della Regione del Veneto Giancarlo Galan Assessore alle Politiche per il Territorio Renzo Marangon

con l’alta consulenza culturale di Ulderico Bernardi Ferruccio Bresolin Paolo Feltrin Mario Rigoni Stern Eugenio Turri

Segretario Generale della Programmazione Adriano Rasi Caldogno PROGETTISTI DEL PIANO

CONSULENTI DEL PIANO

Direzione scientifica Roberto Casarin Segretario Regionale all’Ambiente e Territorio Responsabile del progetto di Piano Romeo Toffano Dirigente Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi Coordinatore del Progetto di Piano Antonella Camatta Dirigente del Servizio Pianificazione Territoriale Referenti per apporti tecnico scientifici Urbanistica Vincenzo Fabris Commissario Straordinario per l’attuazione della riforma del Governo del Territorio Rete ecologica e parchi Beniamino Faganello Dirigente Servizio Parchi ed Aree naturali Protette Graziano Martini Barzolai Dirigente Servizio Reti Ecologiche e Biodiversità Valutazione ambientale strategica Marco Zanetti Dirigente Servizio Coordinamento

Università IUAV di Venezia, DU Bruno Dolcetta Università degli Studi di Padova, DAUR Vittorio Pollini, Franco Posocco, Pasqualino Boschetto, Alessandro Bove Università Ca’ Foscari, Centro Interdipartimentale IDEAS Gabriele Zanetto, Gianni Moriani, Alessandro Calzavara Istituto Nazionale di Urbanistica Marisa Fantin, Francesco Sbetti Fondazione CENSIS Giuseppe Roma, Stefano Sampaolo ARPAV Andrea Drago, Sandro Boato, Paola Salmaso Veneto Agricoltura Carlo Terrabujo, Paola Berto WWF Italia Andrea Agapito Ludovici, Alessandra Perego, Luigino Ghedin

Quadro conoscitivo Maria Teresa Coronella Dirigente Direzione Statistica Maurizio De Gennaro Dirigente U. P. S.I.T. e Cartografia UFFICIO DI PIANO Alberto Miotto, Sandro Baldan, Carla Spolaor, Nicoletta Spolaor con Nicola Paccagnella, Marco Pietrobon, Silvia Campesato, Valeria Ercolin Apporti tecnici Lisa De Gasper, Daniele Putti, Laura Franzoso, Nicola Boscolo, Salvatore Ferrante

Consulenza tecnico-scientifica Davide Longhi, Viviana Ferrario


Norme tecniche Cesare Lanna

Consulenza giuridica Marino Breganze, Francesco Curato, Patrizia Marzaro

Apporti giuridici Antonella Ballarin

Consulenza per il coordinamento fra i livelli di pianificazione Bruno Barel

Valutazione ambientale strategica Carlo Bartolini

Consulenza tecnico-scientifica M. Bruna Zolin, Camillo Pluti, Leonardo Marotta, Francesco De Mori

Rete ecologica Maria Elena Dall’Acqua, Gianluca Salogni, Mattia Vendrame con Laura Magnabosco, Umberto Trivelloni

Consulenza scientifica Cesare Lasen, Gabriella Buffa

Alta consulenza culturale Amerigo Restucci Ambiti di paesaggio - Atlante ricognitivo Ufficio di Piano

Relazione illustrativa Ufficio di Piano

Apporti urbanistici Franco Alberti, Ignazio Operti, con Silvia Bresin, Loris Dall’Antonia, Giuliano Dicasillati, Giorgio Doria, Pio Fabbian, Mario Favaretto, Arnaldo Gomirato, Giuseppe Manoli, Fabio Mattiuzzo, Vittorio Milan, Claudio Perin, Francesco Tomaello, Stefano Vianello Quadro conoscitivo Massimo Foccardi, Valeria Vonghia con Aldo Marolla, Mauro Nordio, Federico Mirarchi Relazioni interregionali Tiziana Quaglia

Consulenza scientifica Gabriele Paolinelli, Benedetta Castiglioni, Bernardino Romano Apporti Paola Agostini, Sandro Antinori, Wanda Antoniazzi, Roberto Anzaldi, Josè Roberto Bavaresco, Bruno Bernardi, Stafano Bernardi, Vincenzo Bixio, Ugo Bonato, Maria Cristina Bordin, Antonio Bortoli, Maria Teresa Brotto,Giuseppe Casagrande, Maurizio Dal Cengio, Franco Fabris, Luca Ferrarese, Antonio Foscari, Danilo Gerotto, Mauro Grison, Francesca Lazzari, Dario Lugato, Fabio Mabilia, Paolo Mozzi, Luciano Parenti, Marco Parodi, Elisabetta Pellegrini, Clara Peranetti, Carlo Perini, Dominico Preniolato, Franco Posocco, Roberto Pugliese, Giampaolo Rallo, Silvia Roma, Fiorenza Ronsisvalle, Franco Sensini, Romano Tiozzo Pagio, Tiziano Tempesta, Marta Tognon, Franco Viola, Denis Wellington Apporti tecnici di logistica Umberto Trame, Gian Michele Gambato Apporti tecnici di insediativo e mobilità Roberto Rossetto, Leopoldo Saccon, Francesco Finotto


Progetto Architettura del Novecento nel Veneto Ufficio di Piano

Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori del Veneto: Franco Frison, il Consiglio dell’Ordine, il Comitato Scientifico, Arianna Guadagnin Provincia di Belluno Giuseppe Cappochin, Nicla Bedin, Arianna Maretto Provincia di Padova Marzio Bottazzi, Angelo Lucchiari, Giovanna Bordin Provincia di Rovigo Italo Rebuli, Commissione Ordine Architetti PPC Provincia di Treviso Antonio Gatto, Marino Zancanella Provincia di Venezia Arnaldo Toffali, Paola Ravanello, Francesco Chini, Donatella Martelletto Provincia di Verona Giuseppe Pilla, Annabianca Compostella, Paolo Pizzati, Caterina Zuappa Provincia di Vicenza

Cartografia e comunicazione Ufficio di Piano

PATCHWORK StudiArchitettura con Massimiliano Depieri, Elena Spolaore Chiara Quaglia, Riccardo Rampazzo, Francesco Zampiero, Laura Rossit, Michele Sanavia, Matteo Tres, Salvatore Arena, Ennio Soldera, Luca Vendrame, Elisa Zaccaria

Segreteria di Piano Francesca Franzin con Marilena Zamuner

Audiovisivi Stafano Minuz

organizzazione e trascrizione testi Santina Grande, Annamaria Menegazzi, Veneranda Minelle, Diana Pandiani, Maria Pasqualetto, Ornella Senigaglia, Fanni Tarabotti Istruttoria della valutazione ambientale strategica Paola Noemi Furlanis Dirigente Direzione valutazione progetti e investimenti con Giovanni Battista Pisani COORDINAMENTO SPECIALISTICO DELLE STRUTTURE REGIONALI Segreterie Regionali Affari Generali e Settore Primario Loris Costantini Segreteria Regionale Attività Produttive Istruzione e Formazione Sergio Trevisanato Segreteria Regionale Bilancio e Finanza Mauro Trapani Segreteria Regionale Cultura Angelo Tabaro Segreteria Regionale Infrastrutture e Mobilità Silvano Vernizzi Segreteria Regionale Lavori Pubblici Mariano Carraro Segreteria Regionale Sanità e Sociale Giancarlo Ruscitti


CONTRIBUTI PER LA REDAZIONE DELLE TAVOLE DI PIANO

TAVOLA 1A - Uso del suolo - Terra Direzione Piani e Programmi Settore Primario Pietro Cecchinato Direzione Agro Ambiente e Servizi per l’Agricoltura Riccardo De Gobbi con Luigi De Lucchi, Anna Fumagalli, Sergio Measso Unità Complessa Sistema Informativo Settore Primario Silvia Majer con Carlo Giaggio TAVOLA 1B – Uso del suolo - Acqua Direzione Difesa del Suolo Marco Puiatti con Michele Antonello, Patricia Pedersini, Mauro Bettella, Daniele Piccolo Direzione Geologia e Attività Estrattive Erardo Garro con Doriano Zanette TAVOLA 2 – Biodiversità Direzione Foreste ed Economia Montana Guido Munari con Maurizio Dissegna, Giovanni Carraro, Erica Zangrando Unità di Progetto Caccia e Pesca Mario Richieri con Sonia Calderola TAVOLA 3 – Energia e Ambiente Direzione Tutela Ambiente Fabio Fior con Luigi Masia, Corrado Soccorso, Fabio Strazzabosco, Giuliano Vendrame, Marina Aurighi, Chiara Rossi, Andrea Penzo, Flavio Ferro Unità Complessa Tutela Atmosfera Roberto Morandi

Direzione Prevenzione Giovanna Frison con Ulderico Signorini Unità di Progetto Energia Alberto Conte con Aldo Fornasier Segreteria Lavori Pubblici - Protezione Civile Orietta Rubin, Davide De Min TAVOLA 4 – Mobilità Commissario Straordinario per l’Attuazione dell’Intesa Generale Quadro nel Settore dei Trasporti Giuseppe Fasiol Direzione Infrastrutture Stefano Angelini con Simone Zanini TAVOLA 5 A – Sviluppo Economico Produttivo Direzione Programmazione Paolo Ceccato con Tiziano Ghedina Direzione Sviluppo Economico, Ricerca e Innovazione Italo Candoni con Nadia Giaretta, Filippo Prataviera Direzione Sistema Informatico Bruno Salomoni Direzione Artigianato Vittorio Scrocco Direzione Industria Michele Pelloso Direzione Commercio Giorgia Vidotti con Laura Foscolo Direzione Progetto Venezia Giovanni Artico con Roberto Bertaggia, Paolo Campaci, Giovanni Ulliana, Michele Baldin

TAVOLA 5 B – Sviluppo Economico Turistico Commissario Straordinario per le Attività Turistiche e Promozione Paolo Rosso con Roberto Collodel, Alessandra Segato Direzione Mobilità Bruno Carli con Ivan Fava, Elena Romano TAVOLA 6 – Crescita Sociale e Culturale Direzione Lavori Pubblici Andrea Cisco con Serena Bressan, Maria Mangano, Fabio Mantese, Giorgio Vigo, Antonio Sambo, Sandro Perini Direzione Edilizia a Finalità Collettive Antonio Canini con Mirella Falvo, Silvia Cagnin, Matteo Giri Direzione Edilizia Abitativa Diego Rui con Marco Bellinello Direzione Beni Culturali Fausta Bressani con Giulio Bodon, Anna Guolo Direzione Demanio e Patrimonio e Sedi Gianluigi Carrucciu TAVOLA 07 – Montagna del Veneto Ufficio di Piano TAVOLA 08 – Città, motore del futuro Ufficio di Piano




Indice Guida alla consultazione

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Tavole di indirizzo

17 19 25 31 37 43 49 55 61 67 73 81

Sistema del territorio rurale e della rete ecologica

85 87

PTRC 1992 - ricognizione Uso del suolo: terra Uso del suolo: acqua Biodiversità Energia e ambiente Mobilità Sviluppo economico: produttivo Sviluppo economico: turistico Crescita sociale e culturale Linee di progetto: montagna del veneto e città, motore del futuro Sistema degli obiettivi di progetto

Sistema del territorio rurale e della rete ecologica

Norme tecniche

Disposizioni generali Uso del suolo Biodiversità Energia e ambiente Mobilità Sviluppo economico produttivo Sviluppo economico turistico Crescita sociale e culturale Montagna del Veneto Città, motore del futuro Atlante ricognitivo del paesaggio Norme transitorie e finali

139 143 145 149 151 153 155 158 160 163 165 167 168

Allegato A alle Norme Tecniche del PTRC Provincia di Belluno Provincia di Padova Provincia di Rovigo Provincia di Treviso Provincia di Venezia Provincia di Verona Provincia di Vicenza

170 170 172 175 176 178 181 183



Guida alla consultazione

Il presente volume riporta le Norme Tecniche del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), così come adottato con Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 372 del 17 febbraio 2009, precedute dalle riduzioni delle tavole di piano in scala originale 1:250.000 (Tavole di indirizzo) e 1:50.000 (Sistema del Territorio Rurale e della Rete Ecologica), dalla scomposizione cartografica di alcuni tematismi che compongono ogni tavola, nonché da brevi testi di commento che introducono ai principi e alle norme contenute nelle tavole. Tali testi sono stati tratti in parte dai documenti di piano e in parte dalle Norme Tecniche e, come i materiali cartografici ridotti di scala, non rivestono carattere di ufficialità, dovendo intendersi quali elaborazioni realizzate ad esclusivi fini della presente pubblicazione per una più rapida individuazione della struttura e dei contenuti del piano.

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Tavole di indirizzo


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PTRC 1992 - ricognizione

dettagli della cartografia (km25x25)

La tavola reca la ricognizione dello stato di attuazione del PTRC approvato nel 1992. Sono individuati gli ambiti corredati da disciplina attuativa, costituiti da: i piani di area approvati (Massiccio del Grappa, Delta del Po, Laguna e Area Veneziana, Tonezza - Fiorentini, Quadrante Europa, Auronzo - Misurina, Fontane Bianche, Palude del Brusà, Transfrontaliero Comelico - Ost Tirol, Montello, Monti Berici), adotatti (Valli del Biois e di Gares, Prealpi Vittoriesi e Alta Marca, adottati con salvaguardia scaduta (Altopiano dei sette comuni, dei costi e delle colline pedemontane vicentine, Lagune e Area Litorale del Veneto Orientale, Area del Sandonatese) e in corso di elaborazione (GardaBaldo, Pianure e Valli Grandi Veronesi, Medio Corso del Piave, Corridoio Metropolitano Venezia-Padova); gli ambiti dei Parchi Regionali (Colli Euganei, Lessinia, Dolomiti d’Ampezzo, Fiume Sile, Delta del Po) e del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi; le Aree Protette di interesse locale (Lago di Fimon, Parco dei fiumi Reghena, Lemene e dei laghi di Cinto, Bosco di Gaiarine -Ex Bosco Zacchi, Fontane Bianche di Lancenigo, Palude di Onara, Palude del Busatello, Palude del Brusà) e l’area dei”Palù del Quartier del Piave” assoggettata a Piano Ambientale. Sono inoltre individuati gli ambiti di valore archeologico e di valore naturalistico-ambientale, di cui al PTRC 1992, ancora privi di disciplina attuativa.

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PTRC 1992-ricognizione ambiti con piani corredati da disciplina attuativa piani di area approvati

ambiti di valore archeologico

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 15

1 Altino 2 Le Motte 3 Le Mure 4 Castello del Tartaro 5 San Matteo al Castello 6 Valli Grandi Veronesi 7 Antica strada d'Alemagna, Greola e Cavallera

Massiccio del Grappa Delta del Po Laguna e Area Veneziana(P.A.L.A.V.) Tonezza - Fiorentini Quadrante Europa Auronzo - Misurina Fontane Bianche Palude del Brusà Transfrontaliero Comelico - Ost Tirol Montello Monti Berici

piani di area adottati 12 Valli del Biois e di Gares 13 Prealpi Vittoriesi e Alta Marca piani di area adottati con salvaguardia scaduta 11 Altopiano dei sette comuni, dei costi e delle colline pedemontane vicentine 14 Lagune e Area Litorale del Veneto Orientale (P.A.L.A.L.V.O.) 16 Area del Sandonatese piani di area in elaborazione 17 18 19 20

Garda - Baldo Pianure e Valli Grandi Veronesi Medio Corso del Piave Corridoio Metropolitano Venezia - Padova

parchi 1 Parco Regionale dei Colli Euganei 2 Parco Naturale Regionale della Lessinia 3 Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d'Ampezzo 4 Parco Naturale Regionale del Fiume Sile 5 Parco Regionale del Delta del Po 6 Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi aree protette interesse locale 38 Lago di Fimon 43 Parco dei fiumi Reghena, Lemene e dei laghi di Cinto 53 Bosco di Gaiarine (Ex Bosco Zacchi) 63 Fontane Bianche di Lancenigo 64 Palude di Onara 65 Palude del Busatello 66 Palude del Brusa' 58 Piano Ambientale dell’area “Palù del Quartier del Piave”

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ambiti privi di disciplina attuativa

ambiti di valore naturalistico-ambientale 9 Monte Pelmo 10 Monte Civetta 12 Marmolada Ombretta 13 Monte Baldo 14 Antelao, Marmarole e Sorapis 16 Pasubio, Piccole Dolomiti, Monte Summano 17 Bosco del Cansiglio 19 Monte Luppia-S. Vigilio 20 Medio Corso del Brenta 21 Ambito fluviale del Mincio 26 Laguna di Caorle (Valle Vecchia) 27 Altopiano dei Sette Comuni 29 Dolomiti di Sesto, Auronzo e Comelico (parte non ricadente nel PdA Comelico-Ost Tirol) 30 Monti Cridola-Duranno 31 Val Tovanella e Bosconero 32 Val d'Assa 33 Bosco della Digola, Brentoni, Tudaio (parte non ricadente nel PdA Comelico-Ost Tirol) 34 Monte Dolada 35 Val Gadena, Calà del Sasso e Complessi di Ponte Subiolo 36 Monte Cesen 37 Monte Faverghera 39 Anfiteatro Morenico di Rivoli 40 Monte Moscal 41 Medio corso del Piave 42 Ambito fluviale del Livenza 44 Laguna del Morto 46 Valli di Gares e S. Lucano 48 Serrai di Sottoguda 49 Masiere e Lago di Vedana 50 Torbiera di Lipoi 51 Laghetto del Frassino 52 Rocca di Garda 54 Palude del Feniletto 55 Sguazzo di Rivalunga 57 Palude di Pellegrina 59 Bosco di Cavalier 60 Bosco di Cessalto 61 Bosco di Lison; 62 Bosco di Dueville 67 Laguna di Caorle (ad esclusione di Valle Vecchia), Valle Altanea, Valli e Pineta di Bibione


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25 km


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Uso del suolo: terra

dettagli della cartografia (km25x25)

L’uso del suolo viene tematizzato in due tavole: “Uso del Suolo: Terra” e “Uso del Suolo Acqua”. Nella tavola “Uso del Suolo: Terra”, sulla base dei diversi caratteri dell’urbanizzazione e dell’agricoltura che vi si pratica, vengono individuate quattro categorie di aree: “aree di agricoltura periurbana”, nelle quali l’attività agricola viene svolta a ridosso dei principali centri urbani e che svolgono un ruolo di cuscinetto tra i margini urbani, l’attività agricola produttiva, i frammenti del paesaggio agrario storico, le aree aperte residuali; “aree agropolitane in pianura” quali estese aree caratterizzate da un’attività agricola specializzata nei diversi ordinamenti produttivi, anche zootecnici, in presenza di una forte utilizzazione del territorio da parte delle infrastrutture, della residenza e del sistema produttivo; “aree ad elevata utilizzazione agricola” in presenza di agricoltura consolidata, caratterizzate da contesti figurativi di valore dal punto di vista paesaggistico e dell’identità locale; “aree ad agricoltura mista a naturalità diffusa” quali ambiti in cui l’attività agricola svolge un ruolo indispensabile di manutenzione e presidio del territorio e di mantenimento della complessità e diversità degli ecosistemi rurali e naturali. Si intende così proporre alla pianificazione di livello inferiore uno strumento per un governo del processo di urbanizzazione attento alle esigenze dell’agricoltura e dello spazio agrario, del quale si riconosce il valore multifunzionale, economico, ecologico, sociale e culturale, il cui mantenimento è indispensabile per il futuro del territorio veneto.

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Uso del suolo: terra sistema del territorio rurale area di agricoltura periurbana area agropolitana area ad elevata utilizzazione agricola area di agricoltura mista a naturalitĂ diffusa prato stabile

sistema del suolo agro forestale foresta ad alto valore naturalistico area a pascolo naturale

elementi territoriali di riferimento viabilità tessuto urbanizzato ambito di paesaggio quale insieme delle relazioni ecologiche, storiche, culturali e morfologiche lago corso d’acqua significativo area sotto il livello del mare

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25 km

tavola 01a


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Uso del suolo: acqua

dettagli della cartografia (km25x25)

La tavola reca l’individuazione del Sistema della Tutela delle Acque e le Aree di Tutela e Vincolo. Il PTRC fa sue le misure per la tutela qualitativa e quantitativa del patrimonio idrico regionale prese dal Piano di Tutela delle Acque (PTA) che, congiuntamente agli altri strumenti di pianificazione di settore a scala di bacino o distretto idrografico, individua i corpi idrici significativi e di rilevante interesse ambientale; individua e disciplina le zone omogenee di protezione per la tutela qualitativa delle acque; individua e disciplina, quali aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento, le aree sensibili, le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e da prodotti fitosanitari nonché le aree di salvaguardia e le zone di protezione delle acque destinate al consumo umano; individua e disciplina le aree di primaria tutela quantitativa degli acquiferi; individua i Comuni nei quali sono presenti falde di acque sotterranee da riservare alla produzione di acqua per uso potabile destinata all’alimentazione dei pubblici acquedotti. La tavola “Uso del Suolo Acqua” rappresenta cartograficamente il sistema della tutela delle acque: aree di produzione idrica diffusa di importanza regionale, fascia delle risorgive, laghi e idrografia generale regionale, dorsali principali del modello strutturale degli acquedotti, aree di laminazione, sorgenti e pozzi a servizio del pubblico acquedotto, siti con presenza di acqua geotermica, termale, o minerale idropinica, aree interessante dal bacino termale euganeo e siti con presenza di acqua minerale. Infine si individuano le aree di tutela e vincolo: aree sottoposte a vincolo idrogeologico, aree vulnerabili ai nitrati, comuni con falde vincolate per l’utilizzo idropotabile, aree di primaria tutela quantitativa degli acquiferi e aree a maggiore pericolosità idraulica.

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Uso del suolo: acqua sistema della tutela delle acque area di produzione idrica diffusa di importanza regionale

fascia delle risorgive lago corso d’acqua significativo idrografia dorsale principale del modello strutturale degli acquedotti area di laminazione sorgente a servizio di pubblico acquedotto pozzo a servizio di pubblico acquedotto sito con presenza di acqua geotermica sito con presenza di acqua termale o minerale idropinica sito con presenza di acqua minerale area interessata dal bacino termale euganeo

aree di tutela e vincolo area sottoposta a vincolo idrogeologico area vulnerabile ai nitrati comune con falde vincolate per l’utilizzo idropotabile area di primaria tutela quantitativa degli acquiferi area di maggiore pericolosità idraulica

elemento territoriale di riferimento tessuto urbanizzato

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25 km

tavola 01b


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Biodiversità

dettagli della cartografia (km25x25)

La tavola raccoglie le azioni di piano volte a tutelare e accrescere la diversità biologica del territorio regionale, intendendo la Rete ecologica quale matrice del sistema delle Aree Ecologicamente Rilevanti della Regione Veneto. La Rete ecologica regionale è costituita in primo luogo dalle: Aree Nucleo, che presentano i maggiori valori di biodiversità regionale; esse sono costituite dai siti della Rete Natura 2000 e dalle Aree Naturali Protette; Le aree nucleo sono connesse tra loro tramite i Corridoi Ecologici, ambiti di sufficiente estensione e naturalità, aventi struttura lineare continua, anche diffusa, o discontinua, essenziali per la migrazione, la distribuzione geografica e lo scambio genetico di specie vegetali ed animali, con funzione di protezione ecologica attuata filtrando gli effetti dell’antropizzazione. Completano la Rete ecologica le Cavità Naturali meritevoli di tutela e di particolare valenza ecologica, in quanto connotate dalla presenza di endemismi o fragilità degli equilibri, da scarsa o nulla accessibilità o da isolamento. La Regione promuove programmi e progetti specifici finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per l’attuazione di azioni volte alla tutela, conservazione e accrescimento della biodiversità, nonché azioni volte alla tutela e conservazione delle cavità naturali meritevoli di tutela e delle aree comprendenti i più caratteristici monumenti naturali carsici e delle sorgenti. La Regione incentiva le attività di ricerca e monitoraggio sulle componenti biologiche, sull’impatto della frequentazione antropica e sulla presenza di inquinanti. Si prevde infine il completamento dell’inventario e della cartografia della presenza di comunità animali e vegetali sul territorio regionale.

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Biodiversità sistema della rete ecologica regionale area nucleo parco corridoio ecologico grotta “tegnue”: habitat marino su affioramento roccioso

diversità dello spazio agrario molto bassa bassa medio bassa medio alta alta molto alta

elementi territoriali di riferimento ambito di paesaggio quale insieme delle relazioni ecologiche, storiche, culturali e morfologiche tessuto urbanizzato rete idrografica lago fascia delle risorgive

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25 km

tavola 02


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Energia e ambiente

dettagli della cartografia (km25x25)

La tavola raccoglie gli obiettivi strategici di piano volti a promuovere l’efficienza nell’approvvigionamento e negli usi finali dell’energia ed a incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, prevenire e ridurre i livelli di inquinamento di aria, acqua, suolo e la produzione di rifiuti. Nelle aree definite a rischio, secondo i rilievi e le mappature redatte dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Veneto, il piano prevede che i Comuni debbano imporre l’applicazione, contestualmente al rilascio del titolo legittimante l’intervento edilizio, di adeguati criteri costruttivi tali da minimizzare l’esposizione al radon degli occupanti, prevedere interventi di monitoraggio per gli edifici pubblici esistenti e studiare interventi di adeguamento per quelli che esprimono concreti rischi. In riferimento agli elettrodotti, laddove il contesto elettrico lo permetta, le nuove linee elettriche aeree devono minimizzare i vincoli aggiuntivi nel territorio; a tale fine la superficie che risulta vincolata dai nuovi elettrodotti deve essere compensata da una riduzione di superficie vincolata da altri elettrodotti. La progettazione di nuove discariche e impianti per la raccolta e il trattamento dei rifiuti deve privilegiare standard di tutela ambientale ed igienico sanitaria sempre più elevati e sostenibili. I nuovi impianti di smaltimento e recupero di rifiuti, compresi i rifiuti speciali, sono ubicati nell’ambito delle singole zone territoriali omogenee produttive o per servizi tecnologici. La Regione favorisce la realizzazione dei “Distretti di protezione civile” quali forme ottimali di coordinamento intercomunale delle componenti operative del sistema regionale di protezione civile.

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Energia e ambiente inquinamento da fonti diffuse

sede di protezione civile a valenza provinciale e/o distrettuale

area con possibili livelli eccedenti di radon

sistema dei poli principali per la produzione di energia elettrica centrale termoelettrica a combustibile fossile autorizzata potenza sviluppata > 150 MWe centrale termoelettrica a fonte rinnovabile autorizzata potenza sviluppata > 5 MWe

A

area di emergenza

inquinamento da NOx Îźg/m3 - media luglio 2004-giugno 2005 70 60 50 40 30

centrale idroelettrica autorizzata

20 10 0

sistema impianti per la raccolta e il trattamento dei rifiuti inceneritore

impianto produzione da rifiuti (CDR)

impianto di compostaggio

discarica attiva per rifiuti urbani

discarica attiva per rifiuti non pericolosi

siti a rischio di incidente rilevante area con presenza di industrie a rischio di incidente rilevante sito inquinato di interesse nazionale

inquinamento elettromagnetico area con alta concentrazione di inquinamento elettromagnetico elettrodotto 220 KV e 380 KV

sistema della distribuzione del gas rigassificatore

SRG (snam rete gas) nazionale

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SRG (snam rete gas) regionale

sistema dellaprotezione civile piattaforma logistica attrezzata

E+L

protezione civile regionale: centro emergenze e centro logistico

elementi territoriali di riferimento tessuto urbanizzato corso d’acqua significativo


0

1

25 km

tavola 03


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Mobilità

dettagli della cartografia (km25x25)

Al fine di migliorare la circolazione delle persone e delle merci in tutto il territorio regionale, il PTRC promuove una razionalizzazione dei sistemi insediativi e delle reti di collegamento viario di supportoprimarie e secondarie si deve Il conseguimente di una maggiore efficienza complessiva del sistema viario regionale, passa attraverso alcune linee d’azione principali che prevedono il potenziamento dell’interscambio ferro - gomma fra servizi pubblici,; un’offerta di trasporto basata sull’utilizzo dei mezzi pubblici, un sistema di parcheggi scambiatori, il Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale; la possibilità di accesso alle reti viarie principali. Lo sviluppo degli impianti di risalita e delle aree sciabili, quali componenti del sistema della mobilità regionale, si attua, previa una razionalizzazione del sistema esistente, mediante modelli di crescita economica sostenibile che assicurino competitività anche attraverso i collegamenti vallivi finalizzati a creare una rete integrata di qualità. Le aree afferenti ai caselli autostradali, agli accessi alla rete primaria ed al SFMR sono da ritenersi aree strategiche di rilevante interesse pubblico ai fini della mobilità regionale. Per un efficace coordinamento delle scelte relative alla salvaguardia e allo sviluppo dell’ambito portuale veneziano con le scelte strutturali relative all’intera area del sistema portuale lagunare e, più in generale, del sistema portuale del Nord-Adriatico, l’ambito portuale veneziano assume valenza strategica sia in relazione all’espansione del Porto che in relazione allo sviluppo economico-industriale dell’ambito stesso. La Regione riconosce nei sistemi aeroportuali di Venezia – Treviso e di Verona due poli (cittadelle aeroportuali) primari per lo sviluppo, favorendo l’interconnessione delle cittadelle aeroportuali con la Rete della Mobilità Veneta e prevedendo a tal fine specifici progetti strategici.

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Mobilità corridoio europeo

ambito portuale veneto Venezia - Chioggia - Porto Levante porto offshore Alto Adriatico

sistema stradale

strada regionale

porto peschereccio Caorle Chioggia Pila

strada statale

nuovo porto fluviale

strada provinciale

autostrada e superstrada autostrada e superstrada di progetto casello autostradale

sistema ferroviario

area per lo sviluppo della croceristica

autostrade del mare

rete metromare

rete AV/AC rete navigabile nuovo collegamento ferroviario AV/AC

nuovo collegamento ferroviario

sistema della nautica da diporto macro ambito della nautica da diporto

rete SFMR di prima fase rete SFMR di seconda, terza e quarta fase linea ferroviaria stazione FS e SFMR

sistema di connessione territoriale asse potenziale di connessione

polarità della nautica da diporto Bibione Caorle Jesolo Eraclea Venezia Chioggia Porto Levante aree per la cantieristica Porto Marghera - Chioggia - Porto Viro

connessione alle località balneari potenzialità connettive connessione intervalliva linea sub lagunare aeroporto Tessera - Venezia Lido - Cavallino Treporti - Chioggia “strada romantica” d’Alemagna

densità territoriale <0,10 abitanti/ettaro 0,10 - 0,30 abitanti/ettaro 0,30 - 0,60 abitanti/ettaro > 0,60 abitanti/ettaro

percorso ciclo-pedonale regionale

elementi territoriali di riferimento sistema della logistica hub monocentrico

hub policentrico

terminal intermodale primario terminal intermodale da sviluppare

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sistema della mobilità aria - acqua

cittadella aeroportuale

aeroporto

tessuto urbanizzato


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1

25 km

tavola 04


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Sviluppo economico: produttivo

dettagli della cartografia (km25x25)

Il PTRC individua i sistemi produttivi di rango regionale costituiti da un insieme di elementi di elevata complessità e specializzazione, che rivestono un ruolo strategico per l’economia del Veneto come risorsa per il futuro da utilizzare per dare competitività all’intero sistema. Territori urbani complessi si definiscono gli ambiti metropolitani caratterizzati dalla presenza di un insieme di aree produttive organizzate e dotate di un insieme di servizi rari quali strutture logistiche, centri ricerca, sedi universitarie, reti informatiche e telematiche, strutture consortili per lo smaltimento dei rifiuti, enti gestori organizzati, autorità portuali. Si definiscono “Territori geograficamente strutturati” quelli costituiti da un insieme di funzioni e di segni morfologici che investono territori dalla struttura insediativo-produttiva con specifici caratteri del Veneto. Si definiscono “Territori strutturalmente conformati” le aree e le macroaree produttive connesse al Corridoio Intermodale Europeo V, nel tratto compreso tra Verona e Portogruaro. Si definiscono “Piattaforme produttive complesse regionali” i territori interessati dalla presenza di aree produttive esistenti. Si definiscono “aree produttive con tipologia prevalentemente commerciale” quelle aree costituite da insediamenti produttivi, con un’elevata concentrazione di strutture di vendita, che ospitano pluralità di destinazioni d’uso compatibili. Sono “strade mercato” quelle caratterizzate da un’elevata concentrazione di strutture di vendita, un’elevata intensità di traffico e un’elevata frammentazione insediativa. La Regione valorizza le eccellenze produttive mediante appositi interventi o progetti che ne assicurino lo sviluppo.

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Sviluppo economico produttivo territori, piattaforme e aree produttive

polo di ricerca per le tecnologie a campagna

ambiti di pianificazione coordinata nodi della rete regionale della ricerca territori urbani complessi Venezia - Mestre - Treviso Padova Vicenza Verona Rovigo - (Ferrara) Conegliano - Vittorio Veneto - Oderzo (Pordenone)

polo siderurgico

ambito tecnologico per l’ottica

territori geograficamente strutturati Valli del Chiampo e Valle dell’Agno Val d’Illasi Val Belluna Alta pianura di Treviso: Conegliano - Asolo Alta pianura di Vicenza: Schio - Thiene - Marano - Malo Feltre, Belluno, Longarone

ambito tecnologico per la lavorazione del legno

ambito agroalimentare

territori strutturalmente conformati aree e macro aree produttive afferenti i corridoi intermodali europei

rete delle infrastrutture di comunicazione ambito di sviluppo delle reti digitali

n

piattaforme produttive complesse regionali 1 - ZAI (VR) 2 - Isola della Scala (VR) 3 - ZIP (PD) 4 - Montebelluna (TV) 5 - Conegliano - San Giacomo (TV) 6 - San DonĂ di Piave - Noventa di Piave Fossalta di Piave(VE) 7 - Villa Marzana - ArquĂ Polesine (RO) 8 - Porto Viro (RO) 9 - Longarone (BL) 10 - Roncoduro: Dolo - Pianiga - Mirano (VE) 11 - CIS di Montebello (VI) 12 - Piove di Sacco - Conselve (PD) 13 - Monselice (PD) 14 - Este (PD) 15 - Montagnana - Megliadino San Fidenzio (PD) 16 - Saletto - Limena(PD) 17 - Castelfranco Veneto (TV) 18 - Cittadella (PD) 19 - Camposampiero (PD) 20 - PIC di Costa (RO) 21 - Parco motoristico polifunzionale Trevenzuolo-Vigasio (VR) 22 - Schio 23 - Thiene 24 - Valdagno 25 - Trevenzuolo aree produttive multiuso complesse con tipologia prevalentemente commerciale strada mercato ambito per funzioni e attivitĂ artigianali e di servizio alla cittĂ

eccellenze produttive con ricadute territoriali locali

56

ambito per la meccatronica

nodi pubblici della rete delle nano-tecnologie

parchi scientifici e tecnologici

polo fieristico regionale

incidenza della superficie ad uso industriale sul territorio comunale ” ” ” ” ” •

elementi territoriali di riferimento aree nucleo e corridoi ecologici di pianura viabilitĂ rete FS e SFMR


0

1

25 km

tavola 05a


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Sviluppo economico: turistico

dettagli della cartografia (km25x25)

L’azione regionale nel settore turistico ha come interesse primario la creazione di una offerta turistica integrata in grado di coinvolgere e far convergere le diverse varietà di segmenti turistici nei singoli ambiti territoriali, allo scopo di proporre un’offerta diversificata di prodotti, anche creando un sistema di ricettività diffusa. La Regione, le Province ed i Comuni incentivano il turismo montano attraverso un corretto sviluppo della fruizione della montagna favorendo lo sviluppo e la riqualificazione del sistema ricettivo, degli impianti ricreativi e delle infrastrutture, anche a rete, funzionali al turismo montano. Il PTRC indica gli ambiti di tutela termale e i poli di turismo termale quale aree di interesse preferenziale per lo sviluppo della rete termalistica ed individua i siti termali riconosciuti dalla Regione. Al fine di garantire lo sviluppo della multifunzionalità della rete termale, il piano termale dovrà prevedere politiche di incentivazione dello sviluppo della rete attraverso l’integrazione fra terme e benessere termale, la valorizzazione della cura della persona, della qualità dell’offerta termale e delle strutture ricettive nonché di una adeguata accoglienza. Nell’ottica dello sviluppo dell’offerta turistica la Regione promuove inoltre il turismo marino e lacuale, l’attività diportistica e il turismo naturalistico. La promozione di una rete turistica emergente è invece rivolta prevalentemente al turismo fieristico congressuale, al turismo enogastronomico e al turismo sportivo non di massa. La Regione promuove infine la REV, Rete Escursionistica Veneta, come un insieme di piste ciclabili, canali navigabili e percorsi a cavallo a valenza regionale che, nel collegare i centri e le periferie, sia incentrata alla realizzazione di uno o più sistemi di circuiti tematici.

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Sviluppo economico turistico sistema polarità turistiche principali eccellenza turistica

sistema turistico locale

piazza virtuale di accesso al Veneto

villa veneta città murata sito archeologico principale sito archeologico visitabile

sistema del turismo sulla neve principali ambiti sciistici-funiviari Verena-Larici Sappada Monte Baldo Malette di gallio-Enego-Foza Falcade Cortina Civetta Arabba-Marmolada Altopiano di Razzo luoghi della competitività della neve Alleghe (BL) Asiago (VI) Cortina D’Ampezzo (BL)

sistema del turismo naturalistico e rurale parco

città alpine parco agroalimentare dei sapori Colline di Conegliano Risaie di Isola della Scala Delta del Po Orti di Chioggia Lamon Opitergino Mottense e Portogruaro Oliveti e Castagneti del Garda Altopiano dei Sette Comuni Bassano del Grappa Marostica Asolo Mason Valpolicella Val d’Illasi Colli Euganei e Berici

polarità del turismo di immersione rurale Brussa-Caorle (VE) Pradis-Bibione, San Michele al Tagliamento (VE) Porto Tolle (RO) Ariano nel Polesine (RO) Oppeano (VR) Piove di Sacco (PD) Feltre (BL) polarità del turismo slow Monte Baldo Lessini Costi Vicentini Lamon-Feltre (BL) Livinallongo del Col di Lana (BL) Gosaldo (BL) Comelico Superiore (BL) Zoldo Alto (BL) Cibiana di Cadore (BL) Miane-Follina-Cison di Valmarino-Combai (TV) Alto Gruarese , Gruaro (VE) Eraclea (VE) Litorale di Malamocco a Pellestrina (VE) Montagnana-Poiana-Noventa Vicentina (VI) Este-Monselice-Arquà-Baone (PD) Papozze-Corbola-Ariano nel Polesine (RO) Cerea-Legnago-Casaleone-Sanguinetto (VR) comuni del parco del Sile Destra Livenza Sarmede-Portobuffolè Pedemontana Veneta graticolato romano del miranese (VE) comuni del Parco delle Dolomiti Bellunesi (BL) Dolomiti d’Ampezzo Selva di Cadore (BL) Zoppè di Cadore (BL) Forno di Zoldo (BL) Alpago Riviera del Brenta

sistema del turismo della memoria e delle tradizioni luoghi della memoria museo diffuso del Risorgimento a Custoza museo diffuso dellaGrande Guerra sul Monte Grappa rete delle fortificazioni della terraferma veneziana museo della memoria del Vajont paesi di legno

rete dei laghi alpini visione di alta quota Canazei, Colle S.Lucia (BL) Val Visdende, San Pietro di Cadore (BL) Cogul, Vallada Agordina (BL) Comelico Superiore (BL) Erbezzo (VR) Misurina, Auronzo (BL) Monte Rite, Cibiana di Cadore (BL) Piano del Cansiglio Altopiano di Fanes Val Travenanzes Altopiano di Tonezza Val di Tovo P.sso Falzarego P.sso Giau Monte Baldo

principali mete del turismo religioso Santuario della Madonna di Monte Berico Basilica di Sant’Antonio di Padova Abbazia di Praglia Santuario SS. Vittore e Corona a Feltre Santuario S.Maria Della Corona a Ferrara di Monte Baldo Santuario Madonna del Frassino a Peschiera del Garda Santuario Madonna del Pilastrello a Lendinara Madonna dell’Angelo Abbazia di Follina San Francesco del Deserto a Venezia San Rocco a Venezia Santa Lucia a Venezia San Marco a Venezia Cattedrale di Concordia Sagittaria

via delle malghe strada dei sapori

sistema del turismo fieristico e congressuale polo di turismo congressuale e convention bureau

sistema del turismo termale città termale

ambito di sviluppo termale

polo di turismo termale

sistema del turismo balneare città balneare

diversificazione e specializzazione del turismo costiero

sistema del turismo sportivo natura e sport: Lago di Santa Croce

rete delle attività aeronautiche da diporto (aviosuperfici)

nuovi impianti polisportivi d’eccellenza di rango regionali area montana (Belluno e Ponte nelle Alpi) Veneto Centrale (Colli Euganei e Colli Berici) area Occidentale (Lago di Garda/Caprino Veronese) area lagunare-marina (Cavanella d’Adige)

numero di produzioni DOC, DOP, IGP per comune da 0 a 2 da 2.1 a 4

ambito con presenza di attività tradizionali Murano - Burano (VE) Cologna Veneta (VR) Vicenza Longarone (BL) Arzignano e comuni dei Colli Berici (VI) Valpolicella (VR) Venezia-Pellestrina-Chioggia (VE) Colli Euganei (PD) Verona Bassano del Grappa e comuni della pedemontana vicentina (VI)

ambito per la promozione delle produzioni tipiche

62

luoghi di eccellenza naturalistica foresta del Cansiglio (BL) riserva naturale di Somadida (BL) riserva naturale Val Tovanella (BL) riserve naturali Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (BL) vincheto di Cellarda (BL) foresta di Giazza (VR) riserve del Monte Baldo (VR) riserva naturale Bosco Nordio (VE) riserva naturale Bocche di Po (RO)

da 4.1 a 6 da 6.1 a 8 da 8.1 a 10 da 10.1 a 13

elementi territoriali di riferimento tessuto urbanizzato rete FS e SFMR viabilità


0

1

25 km

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Crescita sociale e culturale

dettagli della cartografia (km25x25)

La Regione riconosce il patrimonio storico e culturale quale elemento conformante il territorio ed il paesaggio e quale componente identitaria delle comunità che vi insistono, ne promuove la conoscenza, la catalogazione, la tutela e la valorizzazione in tutte le sue forme. La Regione tutela e promuove i beni storico-culturali singoli o complessi, nonché la diffusione delle iniziative a carattere culturale anche attraverso specifiche azioni progettuali. Le azioni progettuali sono articolate in tre categorie: attività puntuali, quando riguardano singole emergenze da vincolare e valorizzare, anche attraverso processi di trasformazione fisico/funzionale; atività lineari, quando riguardano percorsi culturali/testimoniali che trovano nella continuità la valenza territorialmente strutturante; attività areali, quando riguardano strutture diffuse che caratterizzano il territorio nel suo complesso. La Regione promuove politiche locali, anche di concerto con gli altri enti locali, con finalità di salvaguardia e valorizzazione dei quattro siti veneti già posti sotto la tutela dell’UNESCO. La Regione favorisce e sostiene le strategie di sviluppo che, a partire dalla risorsa culturale, costruiscono relazioni con il sistema dei servizi e con le filiere produttive che gravitano intorno ad essa. Il PTRC individua prioritariamente i sistemi culturali: dei percorsi archeologici delle vie Claudia Augusta e Annia e Popilia con le città antiche di Altino e Concordia Sagittaria, Adria e Padova; delle Città murate; delle Ville venete; dei Luoghi della Grande Guerra; dei Luoghi dell’archeologia industriale; dei Luoghi della fede. La Regione tutela e valorizza i luoghi, le case, le strade e gli insediamenti che hanno ispirato la vita e le opere di autori e figure culturali eminenti, prevedendo la realizzazione di Parchi culturali dedicati e destinati a far conoscere meglio i caratteri dei luoghi in cui sono nate le opere letterarie. La Regione formula infine un primo elenco degli edifici, dei manufatti e dei sistemi di edifici rappresentativi della produzione architettonica del Novecento.

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Crescita sociale e culturale sistema delle politiche per la valorizzazione del territorio

sistema delle polarità culturali e storicoambientali

coordinamento delle politiche territoriali interregionali

Urban Labor di Rovigo

coordinamento delle politiche territoriali interprovinciali

incubatore veneto di Ca’ Tron per la cultura e il territorio

luoghi abitati da minoranze linguistiche

parco parco naturale regionale del fiume Sile parco naturale regionale della Lessinia parco naturale delle Dolomiti d’Ampezzo parco nazionale Dolomiti Bellunesi parco regionale dei Colli Euganei parco regionale del Delta del Po

sistemi lineari ordinatori del territorio da valorizzare la grande diagonale dell’Ostiglia Treviso, Piazzola sul Brenta, Berici e Legnago corridoio storico insediativo del fiume Piave rete dei canali storici tra arte e architettura rete dei canali: Riviera del Brenta Canale Bisatto Canale Battaglia Canale di Cagnola - Bacchiglione Taglio di Mira-Mirano Fiume Brenta manufatti idraulici: Fabbricato macchine sul naviglio del brenta Conca di navigazione tra naviglio brenta e il fiume Le dighe Le briglie mobili La “stua”(grande diga a cavità) del torrente Padda rete storico-ambientale dei grandi fiumi Brenta Adige Po Tagliamento Livenza percorso archeologico delle vie Claudia Augusta e Annia con le città romane antiche di Altinum e Concordia Sagittaria “strada romantica” d’Alemagna luoghi e architetture di villa del Palladio luoghi e architetture del Novecento Edoardo Gellner Carlo Scarpa Giuseppe Davanzo percorsi dell’architettura del Novecento padovano Giò Ponti Querino de Giorgio Daniele Calabi luoghi dell’archeologia industriale Schio - Valdagno Meschio - Vittorio Veneto

ambito per l’istituzione di nuovi parchi regionali asta del Po Tione - Tartaro Terraglio Brenta bosco di Mestre

aree naturali lagunari Casse di Colmata lagunari giardino basso del Vallon dei Moranzani Marghera - Mestre

Centro della Cultura e delle tradizioni del fiume Adige parco culturale e letterario Petrarca Rigoni Stern Hemingway Buzzati parco delle tradizioni rurali risaie veronesi bonifiche benedettine di Correzzola campagne opitergine Monti Berici Boschi del Cansiglio terrazzi del Brenta terrazzi Gardesani campagne centuriate patavine Terre Beriche Prati Stabili Alta Padovana Valcorba-Pozzonovo Cordonata dell’Alta Pianura Trevigiana Saccisica Valle Millecampi parco marino delle Tegnue di Caorle, di Chioggia e delle Praterie di Posidonia

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gira Piave Eraclea - San Donà di Piave - Jesolo Noventa di Piave riviera del Bacchiglione da Padova a Vicenza

riviera Berica terra, acqua e viti percorso delle corti benedettine Padova - Correzzola - Anguillara - Bagnoli Carceri

Isola di Trimelone Brenzone (VR) Villa Draghi Montegrotto Terme Cartiera di Vivaro: museo della carta Dueville (VI) porta tra mare e terra isola Batteria a Porto Tolle A-museo: dimora di Pojana villa del Palladio a Pojana Maggiore e contesto agrario villa Contarini: libri, musica e teatro Piazzola sul Brenta Rocca di Monselice: centro culturale polifunzionale

sistema della salute struttura ospedaliera integrata: Università-Regione Padova Verona struttura intermedia di eccellenza Mestre - Venezia Treviso Vicenza Rovigo Belluno Schio - Thiene Monselice - Este Arzignano - Montecchio

elementi territoriali di riferimento montagna su base comunale ISTAT collina su base comunale ISTAT pianura su base comunale ISTAT tessuto urbanizzato corsi d’acqua significativi

“percorsi di terra e di acqua” nel Polesine

tracciato del grande greenway Valle Vecchia - Portogruaro - Oderzo Conegliano

borgo icona Campo - Brenzone (VR), Borghetto - Valeggio sul Mincio (VR), Portobuffolè (TV)

terre basse di Valle Vecchia-Brussa

itinerario principale di valore storico-ambientale

linea ferroviaria storica della littorina Venezia - Calalzo

il paese delle fiabe di Sarmede

parco testimoniale dei Casoni del Nicesolo

patrimonio dell’Umanità Venezia e la sua Laguna Vicenza e le Ville del Palladio nel Veneto Orto Botanico di Padova Città di Verona luoghi della Grande Guerra città murata Loreo: museo galleggiante principali musei delle tradizioni rurali ed etnografici Abbazia di Carceri, Stanghella (PD) Serravella (BL) Malo (VI)


0

1

25 km

tavola 06


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Linee di progetto: montagna del veneto e città, motore del futuro

dettagli della cartografia (km25x25)

La Regione coordina le politiche territoriali allo scopo di favorire la competitività del territorio montano, caratterizzato da svantaggi geografici o naturali che aggravano i problemi dello sviluppo, riconoscendo e valorizzando il servizio che la montagna svolge nei confronti dell’intero territorio regionale e i maggiori oneri connessi con l’abitarvi. La Regione riconosce la specificità dei sistemi insediativi montani e promuove la valorizzazione delle attività della montagna all’interno delle reti di scambio e di relazioni di carattere regionale, la ricerca e l’innovazione nel settore della progettazione e della produzione edilizia attraverso l’uso di materiali ecocompatibili, il risparmio energetico, il corretto inserimento paesaggistico e le sistemazioni degli spazi aperti. La Regione valorizza le attività produttive sostenibili e compatibili con le specificità dei luoghi connesse alla rete infrastrutturale. La Regione riconosce alle città e ai sistemi delle città venete un ruolo centrale nella visione di sviluppo del Terzo Veneto, anche in relazione alle potenzialità offerte dai corridoi europei plurimodali, e individua l’organizzazione del sistema insediativo veneto come una Rete di Città, costituita dalla piattaforma metropolitana dell’Ambito Centrale, strutturata sulle città di Vicenza, Padova, Venezia, Treviso; dall’Ambito Occidentale di rango metropolitano con Verona, dall’Ambito Pedemontano; dall’Ambito Esteso tra Adige e Po; dalle Città Alpine; dalle Città Costiere lacuali e marine. La Rete di Città si articola e si struttura in relazione al sistema della mobilità, al fine di spostare una consistente parte della domanda di trasporto dal mezzo privato alla rete pubblica; le stazioni del SFMR e gli accessi alla rete viaria primaria costituiscono elementi nodali per la riorganizzazione dell’intero sistema insediativo. In un’ottica di competizione internazionale, di sostenibilità e di incremento della qualità della vita della popolazione la Regione promuove e sostiene le strategie di rafforzamento della Rete di Città.

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Montagna del veneto sistema delle politiche di coordinamento coordinamento transfrontaliero delle attività di pianificazione territoriale

coordinamento transregionale delle attività di pianificazione territoriale coordinamento interprovinciale delle attività di pianificazione territoriale

sistemi insediativi montani sistemi insediativi di valle

riordino e recupero funzionale degli ambiti di dispersione insediativa di fondovalle

sistema dei contesti naturalistici e storico culturali zona ad elevata presenza di rustici sparsi

il Piave e i suoi territori

“paese di legno”

sito di archeologia mineraria

“visione d’alta quota”

parchi montani

progetto altopiano

sistema delle relazioni rete della città alpina

porta delle città alpine

città alpina

asse di nuovo collegamento ferroviario

sistema dell’economia montana nodo della rete regionale della ricerca

polo per la formazione

polo fieristico

polo produttivo polifunzionale alpino

ambiti maggiormente vocati all’agricoltura di montagna

pascolo monticato

ambito con presenza di produzioni tipiche di qualità

polo ricettivo e per l’ospitalità del turismo montano

turismo termale

natura e sport

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ammodernamento asse ferroviario

aeroporto


0

1

25 km

tavola 07


Città, motore di futuro sistema metropolitano regionale le reti urbane piattaforma metropolitana dell’ambito centrale ambito occidentale di rango metropolitano ambito pedemontano ambito esteso tra adige e po

città alpine

città costiere lacuali e marine

ambito di riequilibrio territoriale

rete dei capoluoghi e città medie centri di sistemi

città polo-cerniera

poli di sistema

poli urbani

sistema del verde territoriale archi verdi metropolitani

urbanizzazione e infrastrutture sistema urbanizzato corridoi europei rete stradale regionale corsi d’acqua

centri extra-regionali e connessioni SFMR

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0

1

25 km

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Sistema degli obiettivi di progetto

Il Sistema degli Obiettivi è stato inteso fin da subito come una tavola di piano a pieno titolo in quanto matrice di tutta la cartografia, e non solo, del nuovo PTRC del Veneto. L’ottica era quella di individuare chiaramente i temi del Piano. Essi sono risultati essere: l’Uso del Suolo, la Biodiversità, l’Energia e l’Ambiente, la Mobilità, lo Sviluppo Economico, la Crescita Sociale e Culturale. La scelta dei temi era direttamente relazionata alla necessità di proteggere e disciplinare il territorio regionale per migliorare la qualità della vita in un’ottica di sviluppo sostenibile. La necessità era inoltre quella di una coerenza con i processi di valutazione, di integrazione e sviluppo dello spazio europeo,nel rispetto della convenzione europea del paesaggio, e per accrescere la competitività territoriale. Stabiliti i temi del piano, sono stati declinati degli Obiettivi Strategici e degli Obiettivi Operativi che hanno guidato l’ufficio di piano nella stesura delle tavole per il Documento Preliminare, adottato con D.G.R. n.2587 del 7 agosto 2007, e tutti i successivi stati di avanzamento fino alla stesura definitiva adottata con D.G.R. n.372 del 17 febbraio 2009. Trasversalmente, tra gli Obiettivi Operativi si sono individuate delle Linee di Progetto specifiche che sono diventate anche esse delle tavole (Montagna del Veneto, Città Motore del Futuro) mentre la linea di progetto del Paesaggio si è configurata nel documento denominato Ambiti di Paesaggio, Atlante Ricognitivo, e nel dettaglio della cartografia del Sistema del Territorio Rurale e della Rete Ecologica.

schema della struttura del piano (elaborazione grafica non facente parte del PTRC adottato con D.G.R. n.372 del 17 febbraio 2009)

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OBIETTIVI STRATEGICI

TEMI

Sistema degli obiettivi di progetto USO DEL SUOLO

BIODIVERSITA’

ENERGIA E AMBIENTE

1

2

3

•Razionalizzare l’utilizzo della risorsa suolo

•Assicurare un equilibrio tra ecosistemi ambientali e attivit à antropiche

•Adattare l ’uso del suolo in funzione dei cambiamenti climatici in corso

•Salvaguardare la continuit à ecosistemica

•Promuovere l'e fficienza nell'appro vvigionamento e negli usi finali dell'energia e incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili

•Gestire il rapporto urbano/rurale valorizzando l ’uso dello spazio rurale in un’ottica di multifunzionalit à

•Favorire la multifunzionalità dell’agricoltura

•Migliorare le prestazioni energe tiche degli edifici

•Perseguire una maggior sostenibilità degli insediamenti

•Prevenire e ridurre i livelli di inquinamen to di aria, acqua, suolo e la produzione di rifiuti

•Preservare la qualit à e la quantit à della risorsa idrica

OBIETTIVI OPERATIVI

2.1 Favorire interventi finalizzati alla 1.1 Favorire la riqualificazione, la rifunzionalizzazione e l'adozione di criteri di conservazione della biodiversità anche attivando opportuni programmi reversibilità nelle aree edificate di monitoraggio 1.2 Preservare gli spazi aperti 2.2 Aumentare la consapevolezza sulla biodiversità della popolazione 1.3 Controllare l'espansione insediativa residente in aree protette delle "seconde case" nelle località turistiche 2.3 Identificare e tutelare la rete ecologica regionale e contrastare la frammentazione 1.4 Favorire interventi finalizzati degli ecosistemi alla riduzione del rischio idrogeologico

3.1 Programmare le nuove reti energetiche razionalizzando l'esistente e utilizzando le migliori tecnologie disponibili (BAT) 3.2 Incentivare l'uso di risorse rinnovabili per la produzione di energia 3.3 Incentivare la riduzione della produzione di rifiuti e ottimizzarne la gestione su tutto il territorio 3.4 Ridurre l'inquinamento da fonti diffuse

1.5 Limitare l'utilizzo del suolo per finalità estrattive

2.4 Tutelare il paesaggio agro-forestale storico culturale

1.6 Tutelare i varchi liberi da edificazione sulle coste marine e lacuali

2.5 Rafforzare il sistema dei parchi e tutelare gli ambienti deltizi

1.7 Limitare l'espansione insediativa nelle aree collinari

2.6 Riqualificare ambientalmente le aree di cava dimesse

3.7 Promuovere il risparmio e l'efficienza energetica nell'edilizia abitativa, negli insediamenti industriali, commerciali e per servizi

1.8 Favorire modalità e processi di non impermeabilizzazione o ripermeabilizzazione dei suoli

2.7 Valorizzare le aree agricole e naturali perturbane

3.8 Contrastare e ridurre l'innalzamento termico delle città

2.8 Favorire l'agricoltura di montagna e la sua innovazione

3.9 Prevedere adeguati standard energetici nelle nuove costruzioni e promuovere la riduzione del fabbisogno termico degli edifici esistenti

1.9 Favorire la densificazione nella città e negli insediamenti urbani mediante procedure specifiche che garantiscano la qualità totale 1.10 Promuovere la limitazione del rimboschimento spontaneo nelle aree montane 1.11 Tutelare e valorizzare le aree con edilizia rurale sparsa esistente nelle zone montane 1.12 Controllare l'espansione insediativa dei fondovalle 1.13 Attuare interventi per il risparmio idrico e per preservare la risorsa acqua 1.14 Prevedere interventi strutturali, e non, per il riequilibrio del bilancio idrico e la salvaguardia del Deflusso Minimo Vitale e Indice di Funzionalità Fluviale

2.9 Favorire azioni di ripristino delle praterie alpine (prati e pascoli), anche incentivando la riattivazione delle malghe storiche e delle piccole casere private, quale presidio del territorio

3.5 Contrastare il fenomeno di desertificazione e salinizzazione del suolo


MOBILITA’

SVILUPPO ECONOMICO

CRESCITA SOCIALE E CULTURALE

4

5

6

•Stabilire sistemi coerenti tra distribuzione delle funzioni e organizzazione della mobilità

•Migliorare la compe titività produttiva favorendo la di ffusione di luoghi del sapere della ricerca e della innovazione

•Razionalizzare e potenziare la rete delle infrastrutture e migliorare la mobilit à nelle diverse tipologie di trasporto

•Promuovere l'o fferta integrata di funzioni turistico-ricreative mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari

•Promuovere l’inclusivit à sociale valorizzando le identit à venete •Favorire azioni di supporto alle politiche sociali •Promuovere l'applicazione della convenzione europea del paesaggio

•Migliorare l'accessibilità alla città e al territorio

•Rendere e fficiente lo sviluppo policentrico preservando l'identità territoriale regionale

•Sviluppare il sistema logistico regionale

•Migliorare l’abitare nelle citt à

•Valorizzare la mobilità slow .

4.2 Mettere a sistema la portualità

5.1 Rendere coerenti e concomitanti le strategie per la riqualificazione dei sistemi produttivi e dei territori

6.1 Incrementare e migliorare i servizi alla persona con attenzione alle categorie svantaggiate

4.3 Mettere a sistema la rete degli interporti e promuovere la logistica

5.2 Promuovere partnership tra ricerca e imprese

6.2 Ottimizzare la rete ospedaliera e socio-sanitaria

4.4 Razionalizzare le reti viarie in funzione del conseguimento di una mobilità efficiente di livello locale

5.3 Razionalizzare le "strade mercato" e i grandi parchi polifunzionali e commerciali di livello regionale

6.3 Incrementare lo sport come strumento di promozione culturale, sociale ed economica

4.5 Promuovere la navigabilità interna

5.4 Predisporre il territorio per le reti a banda larga, accessibilità alle reti telematiche e tecnologiche wireless

6.4 Valorizzare e tutelare il patrimonio monumentale delle ville venete (i manufatti e i loro contesti aperti)

5.5 Valorizzare le proprietà demaniali regionali

6.5 Valorizzare il sistema delle città murate

4.1 Mettere a sistema gli aeroporti

4.6 Completare il sistema delle reti infrastrutturale di valenza nazionale ed interregionale e favorire la realizzazione della TAV 4.7 Progettare la leggibilità delle città e del territorio dalle infrastrutture 4.8 Implementare il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale quale elemento strategico della rete delle città venete 4.9 Migliorare l'accessibilità al sistema delle città e alle aree metropolitane 4.10 Migliorare le connessioni interne alle aree di montagna, tra la pianura e la montagna e nel contesto alpino transregionale e transfrontaliero 4.11 Sviluppare e incrementare la rete della mobilità slow, della diportistica e delle aviosuperfici

Linee di progetto

6.6 Favorire la realizzazione di parchi culturali e testimoniali

5.6 Valorizzare e tutelare le risorse legate alla fruizione turistica e sviluppare le connessioni fra i vari segmenti

6.7 Estendere il concetto di salvaguardia ai manufatti di architettura moderna

5.7 Incrementare la compatibilità ambientale dei sistemi produttivi 5.8 Sviluppare le reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (sistema delle fiere, delle università, centri di eccellenza, network culturali), con attenzione all'integrità paesaggistica 5.9 Favorire nelle città la presenza di servizi alla residenza quali artigianato e commercio al dettaglio 5.10 Incentivare le iniziative economiche di vallata e quelle legate alle produzioni tipiche

montagna

6.8 Incrementare il potenziale competitivo dei sistemi urbani in un contesto europeo allargato 6.9 Favorire la qualità della costruzione dello spazio urbano 6.10 Favorire la qualità dell'abitare nelle periferie urbane, riqualificare il degrado urbano e contrastare il disagio abitativo 6.11 Contrastare lo spopolamento della montagna, dei centri storici e delle aree marginali sostenendo i servizi 6.12 Valorizzare le aree di confine nazionale ed interregionale

città

paesaggio



Sistema del territorio rurale e della rete ecologica


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Sistema del territorio rurale e della rete ecologica

Il nuovo PTRC ha tentato un rovesciamento dell’approccio tradizionale al problema del governo del processo di urbanizzazione, muovendo dallo spazio agrario/rurale e delle sue esigenze produttive, occupandosi dell’interfaccia con lo spazio urbano e urbanizzato e delle relazioni che si creano tra loro. Si è inteso così delineare una strategia di governo del territorio orientata non all’esclusione reciproca tra il sistema urbanizzato e quello agricolo, ma alla ricerca della compatibilità tra i due sistemi, capace di favorire la conservazione dei valori ambientali del territorio e migliorare la qualità delle relazioni e delle interferenze tra lo spazio agrario, lo spazio urbano e la rete ecologica. La tavola al 50.000 nasce con l’intento di rappresentare questa strategia, incrociando i dati di piano, già contenuti nelle tavole di indirizzo, relativi al Sistema della Rete Ecologica (dalla tavola della Biodiversità), al Sistema del Territorio Rurale (dalla tavola dell’Uso del Suolo Terra),alla fascia della risorgive e ai geositi, ad elementi territoriali di carattere storico, come le città murate e i centri storici, le strade romane e le zone archeologiche, le ville venete e quelle del Palladio, i castelli e i manufatti e luoghi della grande guerra i paesaggi agrari storici e quelli terrazzati, i boschi della Serenissima e quelli di pianura, le dune consolidate, boscate e fossili. Fanno da riferimento territoriale i confini comunale e i perimetri degli ambiti di paesaggio. La base cartografica combina alcuni elementi della CTR (non sufficientemente aggiornata per documentare le trasformazioni del territorio degli ultimi anni) con l’ortofoto (volo IT 2007),a cui è stato affidato il compito di “aggiornare” la CTR per semplice sovrapposizione dell’edificato e della viabilità rappresentati in bianco e contemporaneamente di rendere la complessità paesaggistica del territorio rurale, arricchita dalla trama idrografica, anche minore, rappresentata nei torni dell’azzurro. dettagli della cartografia (km5x5)

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SISTEMA DELLA RETE ECOLOGICA

SISTEMA DELLA RETE ECOLOGICA

SISTEMA DEL TERRITORIO RURALE

ortofoto digitale - volo IT2007

aree nucleo

aree ad elevata utilizzazione agricola

edificato da CTR

corridoi ecologici

agricoltura mista a naturalitĂ diffusa

rete stradale da CTR

agricoltura periurbana

fossi, canali e scoline da CTR

aree agropolitane in pianura

aree sotto il livello del mare

prati stabili

1

88

2

3


ELEMENTI TERRITORIALE DI RIFERIMENTO A

ELEMENTI TERRITORIALE DI RIFERIMENTO B

ELEMENTI TERRITORIALE DI RIFERIMENTO C

confine comunale centro storico

perimetro ambiti di paesaggio

paesaggi agrari storici

centro storico minore

ipotesi di tracciato viario

paesaggi terrazzati cittĂ murata

idrografia superficiale

bosco della serenissima repubblica

strada romana

corso d’acqua di interesse regionale

zona archeologica bosco litoraneo fascia delle risogive

villa veneta bosco di pianura

testa di fontanile

villa del palladio castello

geosito

4

5

luoghi e manufatti della grande guerra

dune consolidate, boscate e fossili

6

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Ambiti di paesaggio: 01 Dolomiti d’Ampezzo, del Cadore e del Comelico 02 Dolomiti Agordine 03 Dolomiti Zoldane 04 Dolomiti Bellunesi 05 Valbelluna e Feltrino 06 Alpago e Cansiglio 07 Altopiani di Lamon e Sovramonte 08 Massiccio del Grappa 09 Altopiano dei Sette Comuni 10 Altopiano di Tonezza 11 Piccole Dolomiti 12 Monte Baldo 13 Lessinia 14 Prealpi Vicentine 15 Costi Vicentini 16 Prealpi e Colline Trevigiane 17 Gruppo collinare dei Berici 18 Gruppo collinare degli Euganei 19 Medio Corso del Piave 20 Alta Pianura di Sinistra Piave 21 Alta Pianura tra Brenta e Piave 22 Fascia delle risorgive tra Brenta e Piave 23 Alta Pianura Vicentina 24 Alta Pianura Veronese 25 Riviera Gardesana 26 Pianure del Sandonatese e Portogruarese 27 Pianura Agropolitana Centrale 28 Pianura Centuriata 29 Pianura tra Padova e Vicenza 30 Bonifiche e Lagune del Veneto Orientale 31 Laguna di Venezia 32 Bassa Pianura tra il Brenta e l’Adige 33 Bassa Pianura tra i Colli e l’Adige

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34 Bassa Pianura Veronese 35 Valli Grandi 36 Bonifiche del Polesine Occidentale 37 Bonifiche del Polesine Orientale 38 Corridoio Dunale sulla Romea 39 Delta e Lagune del Po


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01 Dolomiti d’Ampezzo, del Cadore e del Comelico

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02 Dolomiti Agordine 03 Dolomiti Zoldane

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04 Dolomiti Bellunesi 05Valbelluna e Feltrino 06 Alpago e Cansiglio

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07 Altopiani di Lamon e Sovramonte 08 Massiccio del Grappa

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09 Altopiano dei Sette Comuni 10 Altopiano di Tonezza 15 Costi Vicentini

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11 Piccole Dolomiti 23 Alta Pianura Vicentina

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12 Monte Baldo 25 Riviera Gardesana

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13 Lessinia 14 Prealpi Vicentine

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17 Gruppo collinare dei Berici 18 Gruppo collinare degli Euganei 29 Pianura tra Padova e Venezia

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19 Medio Corso del Piave 20 Alta Pianura di Sinistra Piave

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21 Alta Pianura tra Brenta e Piave 22 Fascia delle risorgive tra Brenta e Piave

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34 Bassa Pianura Veronese 35 Valli Grandi

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39 Delta e Laguna del Po

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Norme tecniche


Prologo

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I. Il buon governo del territorio veneto: il quadro conoscitivo territoriale regionale Per governare un territorio, disciplinarne l’uso e le trasformazioni, è necessario anzitutto conoscerlo. La conoscenza è un processo culturale complesso, che implica scelte di valore. Un territorio è memoria di chi vi è vissuto nel passato, di un’identità comunitaria dalle radici profonde, porta i segni della fatica e dell’intelligenza, del lavoro e dell’arte. Il territorio ha il volto di un paesaggio, nella sua immutabilità e nel suo eterno divenire, tra i monti e le acque di sempre e la vitalità delle campagne e delle città. Il territorio è parte dell’ambiente, è disegnato anche dal clima, dai venti, dagli odori (e dai sapori!). Territorio, paesaggio, ambiente: la moderna legislazione, sovrannazionale e italiana, va sempre più nella direzione di una concezione e lettura d’insieme, materiale ed immateriale, dei luoghi nei quali la fortuna ci consente di vivere. Per questo, al centro della riforma urbanistica veneta e del nuovo PTRC sta in primo luogo la scelta fondamentale di creare un quadro conoscitivo territoriale regionale. Molto di più di una banca dati costruita ed offerta alla comunità veneta, riferimento comune sul quale costruire strategie ed azioni concrete: il quadro conoscitivo esprime una capacità di lettura ed interpretazione che discende da scelte di valore. Anni di lavoro, molteplici professionalità, risorse adeguate hanno consentito di raggiungere un risultato apprezzabile che fa del secondo PTRC veneto un punto saldo per il futuro governo del territorio. Naturalmente si tratta di un quadro conoscitivo aperto, che sarà arricchito dal contributo dato dalle Province in sede di formazione dei PTCP, e che sarà tenuto costantemente monitorato dalla Regione.

2. Segue: il quadro conoscitivo dei vincoli giuridici gravanti sul territorio veneto Il PTRC affronta e risolve, per ora solo in parte, la sfida di offrire un quadro conoscitivo unitario, chiaro e completo, dei vincoli gravanti sul territorio veneto. Molti vincoli sono conseguenti alla struttura geofisica del territorio, e sono dunque essenziali per la tutela della sicurezza delle persone, per la prevenzione dei rischi. Vincoli di protezione, dunque. Altri vincoli discendono dai valori ambientali, paesaggistici e culturali che pure connotano il territorio. Alcuni di essi sono istituiti e disciplinati dalla legislazione statale, e meritano di essere rivisitati e meglio disciplinati nell’attualità su intesa fra Stato e Regione: di qui l’ulteriore lavoro da svolgere, per costruire un piano paesaggistico unico, statale e regionale, per tutto il Veneto, e per integrarlo nel PTRC in modo da fare di quest’ultimo una sintesi, un Piano allo stesso tempo territoriale e paesaggistico. Pochi, pochissimi vincoli nuovi, il minimo indispensabile. 3. Semplificazione della pianificazione sovracomunale È necessario operare per un riordino dei troppi Piani sovracomunali esistenti, assicurando piena coerenza fra i diversi strumenti che incidono sul medesimo territorio. Il nuovo PTRC può dunque rappresentare cornice e trama di fondo nella quale inserire organicamente i Piani d’area, i Piani dei parchi, i Piani ambientali, i Piani di settore. La semplificazione non è solo un’esigenza astratta condivisa: va calata nei fatti e negli atti. Il PTRC è concepito nello spirito di testo unico, organico e semplificato al massimo, senza per questo perdere profondità di analisi e forza di tutela là dove sia necessario.


4. Un piano concertato Il PTRC, come tutti gli strumenti di pianificazione, è finalizzato alla promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole, volto a soddisfare le necessità di crescita e benessere dei cittadini, senza pregiudizio per la qualità di vita delle generazioni future, nel rispetto delle risorse naturali. Assicura il coordinamento dello sviluppo regionale con le politiche europee e nazionali, in coerenza col Piano regionale di sviluppo, salvaguardando la comunità e il territorio dai rischi sismico ed idrogeologico, evitando sprechi di risorse territoriali, assicurando la tutela e la valorizzazione del paesaggio in tutte le sue espressioni, anche come testimonianza e memoria delle identità storico-culturali. Il metodo applicato per conseguire questi obiettivi è definito da tre concetti-chiave: concertazione, informazione, semplificazione. Il PTRC nasce in un laboratorio diffuso, mentre va a pieno regime la seconda stagione dell’urbanistica veneta aperta dalla riforma del 2004, a cantieri aperti nelle Province e nei Comuni per i nuovi PTCP e PAT. Non poteva perciò che raccogliere la ricchezza di fermenti suscitata da questa fase istituzionale e culturale e aspirare a diventare punto d’arrivo e sintesi di un processo di concertazione e partecipazione quanto mai aperto e dialettico. Il metodo aperto e trasparente seguito per la sua elaborazione, avviato con la pubblicazione di un documento preliminare, il dialogo continuo con tutti i soggetti collettivi e con il mondo scientifico e professionale, hanno creato condizioni favorevoli a prevenire i conflitti già nella fase di formazione parallela dei diversi strumenti territoriali ed urbanistici, così da ridurre al minimo l’operatività dei principio di gerarchia fra i diversi livelli di pianificazione previsto dalla legge. 5. Il ptrc di seconda generazione Questo PTRC è il secondo nella storia della pianificazione territoriale veneta. Non è una mera revisione di quello del 1992, che va a sostituire integralmente – anche qui, in coerenza con l’obiettivo della semplificazione - perché nasce ed opererà in un contesto molto diverso da quello della fine degli anni Ottanta. È espressione di un’autonomia regionale più incisiva ed estesa, dopo la riforma costituzionale del 2001, più permeata dai valori comuni europei e dalle politiche territoriali ed ambientali soprannazionali. Riguarda un vasto territorio che fa parte integrante di un’Europa dai confini e dai contenuti molto diversi rispetto a vent’anni fa, in una posizione per molti aspetti strategica; un’area che costituisce parte importante di un mercato aperto e competitivo, nel quale i protagonisti sono sempre più condizionati dal contesto territoriale nel quale operano. Il PTRC ha il compito specifico di indicare gli obiettivi e le linee principali di organizzazione e di assetto del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione, riempendoli dei contenuti indicati dalla legge urbanistica. È dunque un piano di idee e scelte, piuttosto che di regole; un piano di strategie e progetti, piuttosto che di prescrizioni; forte della sua capacità di sintesi, di orientamento della pianificazione provinciale e di quella comunale. È un piano-quadro, utile per la sua prospettiva generale, e perciò di grande scala. 6. Il ptrc come piano-rete Il PTRC di seconda generazione deve essere ambizioso. Per sua stessa natura ha orizzonti ampi, a medio e lungo termine. Si misura necessariamente coi trend demografici, con le migrazioni esterne ed interne, con l’evoluzione dell’economia internazionale e dei modelli di sviluppo, con le sfide dell’ap-

provvigionamento energetico e della modernizzazione infrastrutturale. Deve dunque creare le condizioni perché le politiche di sviluppo trovino sostegno nel territorio e perché gli stessi valori del territorio divengano fattori di sviluppo. La sfida sta d’ora in avanti nella qualità piuttosto che nella quantità: un processo nel segno della riaggregazione e riqualificazione delle città, della valorizzazione del territorio aperto come fattore essenziale per la qualità di vita, dell’ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture della mobilità e della portualità, della produzione, della distribuzione e della logistica, del turismo e dei servizi. Il PTRC intende creare condizioni favorevoli all’iniziativa economica ed alla creatività intellettuale, facendo del territorio non un limite ma una ricchezza: una risorsa strategica, pulita e rinnovabile, appartenente anche alle future generazioni del popolo veneto. Non solo coordinamento, riordino e semplificazione, tutele. Anche un piano di idee e proposte, di strategie e di azioni. Un Veneto policentrico, forte delle sue municipalità e delle sue diversità, una vera e propria rete comunitaria con i suoi nodi e le sue relazioni, non può che avere nel moderno concetto di rete, oltre che la sua storia, anche la sua forza e il suo futuro. Una rete istituzionale: il PTRC persegue gli obiettivi non mediante prescrizioni imposte ai cittadini e limitative dei loro diritti, bensì col creare una rete - un’alleanza strategica all’insegna della condivisione e della corresponsabilità - tra tutti gli enti territoriali due differenti direzioni enti territoriali, perché indirizzi e direttive confluiscano in un unico quadro normativo e precettivo di livello comunale: chiaro, sobrio, condiviso, efficace. Una rete di protagonisti: accanto agli operatori privati, rassicurati nelle loro scelte di investimento da strategie ed obiettivi chiari in tempi certi, una forte condivisione ed iniziativa anche da parte dei soggetti pubblici, sia con progetti strategici di valenza regionale che attraverso iniziative a tutti i livelli. Una rete per la mobilità delle persone e delle merci: un progetto coerente e completo di riorganizzazione del sistema della mobilità, sia delle persone - per dare tempi certi agli spostamenti all’interno della rete metropolitana veneta - che delle merci, per garantire efficienza competitiva al sistema delle imprese venete promuovendo prioritariamente l’integrazione tra i nodi aeroportuali, portuali ed interportuali. Il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) è la materializzazione della rete che si sta costruendo tra i capoluoghi e le medie città venete; le nuove stazioni divengono il punto di partenza di un profondo ripensamento urbanistico e di una riorganizzazione completa delle mobilità metropolitana. La rete non esclude la necessità di gerarchizzazione della rete viaria regionale, col rafforzamento dell’asse centrale del Corridoio Cinque (Tangenziali Venete), l’Asse Pedemontano (SPV), l’asse Sud del Veneto, Nuova Romea - Nogara-Mare e la loro completa interconnessione. Una rete produttiva e distributiva: il nuovo disegno contenuto nel PTRC prefigura un diverso assetto delle relazioni territoriali, a partire dal sistema degli accessi, che diventano magneti per la riorganizzazione e lo sviluppo del sistema produttivo e distributivo veneto. Riordino, riqualificazione e riconversione delle zone produttive, per ridurre la dispersione ed i costi della frammentazione senza perdere i vantaggi delle comunità locali di vita e lavoro. Gerarchizzazione dei nodi logistici e distributivi e loro riordino e rafforzamento, per aumentarne l’efficienza e ridurne l’impatto sul territorio circostante.

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Una rete turistica e ricettiva: il PTRC rafforza le eccellenze, perchè rimangano tali anche in un mercato più competitivo ed esigente, e le mette in rete con le risorse presenti capillarmente nell’intero territorio regionale per estendere e rafforzare l’offerta turistica e dare visibilità a tutte le risorse diffuse che qualificano l’intera Regione. Molti i fronti aperti segnalati dal PTRC: il rilancio della montagna e degli sport invernali, con mobilitazione di risorse pubbliche e private per un “piano neve” che dia un futuro sicuro ai residenti e agli operatori economici; il rilancio del turismo marino e lacuale con un piano strategico per la diportistica e la portualità che mantenga la competitività del Veneto nell’Adriatico; la valorizzazione dei territori aperti, dei percorsi e i servizi per la fruizione dei beni ambientali e paesaggistici, dei parchi e dei beni culturali sparsi nel territorio aperto; il rilancio dei servizi alla persona, dal termalismo alla salute. Una rete di città: nel PTRC c’è il passaggio da una visione policentrica del sistema insediativo veneto ad una struttura a rete e a nodi. Per dare forma metropolitana alla maglia insediativa, il PTRC privilegia, quali centralità di sviluppo, le medie città venete e le loro relazioni con i capoluoghi. Domina l’obiettivo di contenere il consumo di suolo, anche attraverso processi di densificazione, se e quando opportuno anche di verticalizzazione, con l’uso premiale mirato degli incrementi volumetrici. Una rete ecologica: la sostenibilità dello sviluppo infrastrutturale, economico e insediativo è strettamente legata alla tutela della natura e dell’ambiente, alla protezione della biodiversità, alla valorizzazione dei beni paesaggistici e culturali. Il PTRC riconosce e tutela le aree aperte sia come risorsa per la produzione agricola che come risorsa in sé, ecosistema essenziale per la vita in genere. Le aree protette, collegate tra loro da appropriati corridoi, passano da struttura puntiforme a vera e propria rete ecologica regionale, alla cui definizione e articolazione contribuiscono incisivamente le Province. Una rete culturale: il PTRC riconosce e valorizza i beni culturali e tradizionali che contrappuntano l’intero territorio regionale, mettendo in luce la ricchezza del patrimonio veneto e le sue enormi potenzialità. È una risorsa, oltre che per il turismo, per la conservazione della stessa identità comunitaria veneta e per la sua condivisione da parte delle future generazioni.

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7. Il ptrc come punto di partenza Il PTRC diviene ora, da punto di arrivo, punto di partenza di una nuova stagione. Come strumento di pianificazione, è essenziale ma anche limitato. Vive se accompagnato e sorretto da fatti, azioni, investimenti, pubblici e privati. Province e Comuni sono chiamati a contribuire a questo disegno strategico con gli ulteriori strumenti a loro disposizione. Tutti gli enti territoriali sono chiamati a cooperare nell’azione, con la varietà di strumenti, urbanistici e non, a loro disposizione. Pochezza di risorse e difficoltà causate dall’attuale fase economica richiedono segnali forti, con strumenti appropriati, finanziari ed eventualmente anche legislativi. Tempi brevi e certi possono rappresentare il migliore incentivo per rianimare gli investimenti privati. Progetti strategici regionali possono dare l’esempio.


Titolo I

Disposizioni generali

ARTICOLO 1 - Finalità 1. La Regione Veneto promuove la pianificazione territoriale per la realizzazione dello sviluppo sostenibile e dell’uso razionale del territorio, in ossequio al principio di sussidiarietà. 2. Tutti gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica concorrono, nel rispetto delle autonomie funzionali, a perseguire il miglioramento delle componenti insediative e paesaggistiche del territorio veneto. 3. Perseguono le finalità di cui al comma 1 i seguenti strumenti di pianificazione: a) il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) ed i Piani di Area che ne costituiscono parte integrante; b) i Piani Ambientali dei parchi; c) i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (PTCP); d) i Piani di Assetto del Territorio Comunale e Intercomunale (PAT e PATI). ARTICOLO 2 - Elaborati del PTRC 1. Il PTRC è composto da: a) Relazione illustrativa con i “Fondamenti del Buon Governo” b) Elaborati grafici: --Tav. PTRC 1992-Ricognizione --Tav. 01a Uso del suolo - Terra --Tav. 01b Uso del suolo - Acqua --Tav. 02 Biodiversità --Tav. 03 Energia e Ambiente --Tav. 04 Mobilità --Tav. 05a Sviluppo economico produttivo --Tav. 05b Sviluppo economico turistico --Tav. 06 Crescita sociale e culturale --Tav. 07 Montagna del Veneto --Tav. 08 Città, motore di futuro

--Tav. 09 Sistema del territorio rurale e della rete ecologica (n. 23 tavole) --Tav. 10 Sistema degli obiettivi di progetto c) Rapporto Ambientale d) Quadro conoscitivo ( su supporto digitale ) e) Ambiti di Paesaggio - Atlante ricognitivo f) Norme Tecniche ARTICOLO 3 - Contenuti prevalenti 1. Nel caso di contrasto di previsioni tra elaborati grafici, prevalgono le previsioni dei grafici a scala maggiore. 2. Nel caso di contraddizione di previsioni tra norme ed elaborati grafici, prevale quanto contenuto nel testo normativo. ARTICOLO 4 - Effetti del PTRC e rapporti con gli altri strumenti di pianificazione 1. Il PTRC è strumento sovraordinato a tutti i piani territoriali ed urbanistici e può essere motivatamente modificato o integrato dai piani di settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi. 2. Gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di livello inferiore devono adeguarsi entro dodici mesi da quando il PTRC acquista efficacia. 3. L’inutile decorso del termine di cui al comma 2 comporta l’applicazione dei poteri sostitutivi di cui all’articolo 30 della Legge Regionale 23 aprile 2004, n. 11. ARTICOLO 5 - Progetti strategici 1. Per l’attuazione del PTRC possono essere definiti appositi progetti strategici finalizzati alla realizzazione di opere, interventi o programmi di intervento di particolare rilevanza che interessino parti significative del territorio regionale. 2. In sede di prima attuazione del PTRC sono individuati come progetti strategici :

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a) attività diportistica b) ambito portuale veneziano c) dolomiti e montagna veneta d) cittadelle aeroportuali e) urban labor di Rovigo f) via Ostiglia g) le ville di Andrea Palladio h) sistema insediativo afferente le stazioni del SFMR e l’accesso alla rete viaria primaria i) hub principali della logistica j) sistemi difensivi regionali di epoca moderna e contemporanea k) città della musica di Verona l) progetto culturale e storico della Grande Guerra. ARTICOLO 6 - Monitoraggio 1. Il livello di raggiungimento degli obiettivi del PTRC è monitorato sulla base di indicatori legati al quadro conoscitivo del PTRC. 2. Il monitoraggio ambientale previsto dalla disciplina in tema di Valutazione Ambientale Strategica rappresenta parte integrante del sistema di monitoraggio del PTRC. La Giunta Regionale individua gli indicatori idonei a controllare gli effetti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PTRC, anche al fine di adottare le opportune misure di mitigazione degli stessi. 3. La Giunta Regionale, avvalendosi dei soggetti istituzionali preposti alla gestione di dati e informazioni di natura ambientale, territoriale e socio-economica, determina modi e tempi con cui attuare il monitoraggio del PTRC.

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Titolo II

Uso del suolo

CAPO I Sistema del territorio rurale ARTICOLO 7 - Aree rurali 1. Il PTRC individua e delimita quattro categorie di aree rurali diversamente disciplinate: a) Aree di agricoltura periurbana nelle quali l’attività agricola viene svolta a ridosso dei principali centri urbani e che svolgono un ruolo di “cuscinetto” tra i margini urbani, l’attività agricola produttiva, i frammenti del paesaggio agrario storico, le aree aperte residuali. b) Aree agropolitane in pianura quali estese aree caratterizzate da un’attività agricola specializzata nei diversi ordinamenti produttivi, anche zootecnici, in presenza di una forte utilizzazione del territorio da parte delle infrastrutture, della residenza e del sistema produttivo. c) Aree ad elevata utilizzazione agricola in presenza di agricoltura consolidata e caratterizzate da contesti figurativi di valore dal punto di vista paesaggistico e dell’identità locale. d) Aree ad agricoltura mista a naturalità diffusa quali ambiti in cui l’attività agricola svolge un ruolo indispensabile di manutenzione e presidio del territorio e di mantenimento della complessità e diversità degli ecosistemi rurali e naturali. 2. Nel sistema del territorio rurale la pianificazione territoriale ed urbanistica persegue le seguenti finalità: a) garantire la sostenibilità dello sviluppo economico attraverso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo possibile di suolo; b) consentire gli interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio; c) ammettere il restauro e la riqualificazione edilizia e funzionale degli edifici esistenti e delle loro pertinenze; d) promuovere le pratiche colturali che garantiscano la con-

servazione dei paesaggi agrari storici e la continuità eco sistemica: al fine della cura e della manutenzione del territorio rurale sono riconosciute, tutelate e favorite le pratiche agricole tradizionali, anche marginali, e le specificità territoriali; e) prevedere interventi sullo stato eco sistemico attuale e potenziale del territorio rurale al fine del suo mantenimento e del ripristino e potenziamento degli elementi ad alto valore naturalistico esistenti; f) realizzare e recuperare i fabbricati abitativi e agricoloproduttivi garantendo il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario, nel rispetto della struttura insediativa esistente; g) tutelare, di norma, la visibilità dell’acqua superficiale nella rete idraulica naturale e di bonifica, nonché negli specchi acquei per conservare la complessità ecologica e paesaggistica dei luoghi; h) localizzare lo sviluppo insediativo nel territorio rurale prioritariamente nelle aree agropolitane e periurbane; i) garantire l’insediamento delle attività agrituristiche. 3. Nel sistema del territorio rurale i Comuni specificano, ai sensi dell’articolo 43 della legge regionale n. 11 del 2004, la delimitazione delle aree del sistema rurale individuate dal PTRC individuando, altresì, i limiti fisici alla nuova edificazione nelle aree di agricoltura periurbana e nelle aree agropolitane. ARTICOLO 8 - Aree di agricoltura periurbana 1. Nell’ambito delle aree periurbane la pianificazione territoriale ed urbanistica viene svolta perseguendo le seguenti finalità: a) riconoscere, tutelare e promuovere la presenza delle aziende agricole multifunzionali orientate ad un utilizzo ambientalmente sostenibile del territorio rurale, con particolare attenzione alla realizzazione da parte delle aziende agricole degli interventi di tutela quali/quantitativa della risorsa idri-

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ca; b) valorizzare il ruolo sociale e ricreativo delle aree di agricoltura periurbana; i Comuni possono individuare aree destinate ad orti urbani, promuovendo la realizzazione delle necessarie dotazioni strutturali; c) prevedere interventi atti a garantire la sicurezza idraulica delle aree urbane e la tutela e la valorizzazione della risorsa idrica superficiale e sotterranea; d) garantire l’esercizio non conflittuale delle attività agricole rispetto alla residenzialità e alle aree produttive industriali e artigianali nelle aree confinanti a quelle di agricoltura periurbana; e) favorire la fruizione a scopo ricreativo, didattico-culturale e sociale delle aree periurbane, individuando una rete di percorsi, garantendone la continuità, prevedendo il recupero di strutture esistenti e l’eventuale realizzazione di nuove strutture da destinare a funzioni di supporto, in prossimità delle quali si possano individuare congrui spazi ad uso collettivo; f) definire le norme per la realizzazione e il recupero dei fabbricati abitativi, rurali e agricolo-produttivi nel rispetto delle tipologie e di materiali che garantiscano il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario, localizzandoli prioritariamente nell’aggregato abitativo esistente o in contiguità con esso. 2. Nell’ambito delle aree periurbane i Comuni stabiliscono le regole per l’esercizio delle attività agricole specializzate (serre, vivai) in osservanza della disciplina sulla biodiversità. ARTICOLO 9 - Aree agropolitane 1. Nelle aree agro-politane in pianura la pianificazione territoriale ed urbanistica viene svolta perseguendo le seguenti finalità: a) garantire lo sviluppo urbanistico attraverso l’esercizio non conflittuale delle attività agricole; b) individuare modelli funzionali alla organizzazione di sistemi di gestione e trattamento dei reflui zootecnici e garantire l’applicazione, nelle attività agro-zootecniche, delle migliori tecniche disponibili per ottenere il miglioramento degli effetti ambientali sul territorio; c) individuare gli ambiti territoriali in grado di sostenere la presenza degli impianti di produzione di energia rinnovabile; d) prevedere, nelle aree sotto il livello del mare, la realizzazione di nuovi ambienti umidi e di spazi acquei e lagunari interni, funzionali al riequilibrio ecologico, alla messa in sicurezza ed alla mitigazione idraulica, nonché alle attività ricreative e turistiche, nel rispetto della struttura insediativa della bonifica integrale, ai sistemi d’acqua esistenti e alle tracce del preesistente sistema idrografico-naturale. 2. Nell’ambito delle aree agropolitane i Comuni stabiliscono le regole per l’esercizio delle attività agricole specializzate (serre, vivai), in osservanza alla disciplina sulla biodiversità e compatibilmente alle esigenze degli insediamenti.

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ARTICOLO 10 - Aree ad elevata utilizzazione agricola 1. Nell’ambito delle aree ad elevata utilizzazione agricola la pianificazione territoriale ed urbanistica viene svolta perseguendo le seguenti finalità: a) il mantenimento e lo sviluppo del settore agricolo anche attraverso la conservazione della continuità e dell’estensione delle aree ad elevata utilizzazione agricola limitando la penetrazione in tali aree di attività in contrasto con gli obiettivi di conservazione delle attività agricole e del paesaggio agrario; b) la valorizzazione delle aree ad elevata utilizzazione agricola attraverso la promozione della multifunzionalità dell’agricoltura e il sostegno al mantenimento della rete infrastrutturale territoriale locale, anche irrigua;

c) la conservazione e il miglioramento della biodiversità anche attraverso la diversificazione degli ordinamenti produttivi e la realizzazione e il mantenimento di siepi e di formazioni arboree, lineari o boscate, salvaguardando anche la continuità eco sistemica; d) garantire l’eventuale espansione della residenza anche attraverso l’esercizio non conflittuale delle attività agricole zootecniche; e) limitare la trasformazione delle zone agricole in zone con altra destinazione al fine di garantire la conservazione e lo sviluppo dell’agricoltura e della zootecnia, nonché il mantenimento delle diverse componenti del paesaggio agrario in esse presenti; f) prevedere se possibile, nelle aree sotto il livello del mare, la realizzazione di nuovi ambienti umidi e di spazi acquei e lagunari interni, funzionali al riequilibrio ecologico, alla messa in sicurezza ed alla mitigazione idraulica, nonché alle attività ricreative e turistiche, nel rispetto della struttura insediativa della bonifica integrale, ai sistemi d’acqua esistenti e alle tracce del preesistente sistema idrografico. ARTICOLO 11 - Aree di agricoltura mista a naturalità diffusa 1. Nell’ambito delle aree di agricoltura mista a naturalità diffusa la pianificazione territoriale ed urbanistica viene svolta perseguendo le seguenti finalità: a) lo sviluppo e l’utilizzazione delle aree di agricoltura mista a naturalità diffusa in ragione degli elementi che li caratterizzano, con particolare riguardo alla funzione di aree di connessione ecologica, orientandone le trasformazioni verso il mantenimento o accrescimento della complessità e diversità degli ecosistemi rurali e naturali; b) la definizione di metodi, criteri e iniziative da intraprendere al fine di valorizzare il ruolo dell’agricoltura nel mantenimento delle diverse specificità territoriali e della conservazione del paesaggio agrario in quanto valore aggiunto delle produzioni agricole tipiche e di qualità; c) favorire la fruizione a scopo ricreativo, didattico-culturale e sociale delle aree di agricoltura mista a naturalità diffusa, individuando una rete di percorsi, garantendone la continuità, prevedendo il recupero di strutture esistenti e l’eventuale realizzazione di nuove strutture da destinare a funzioni di supporto, in prossimità delle quali si possano individuare congrui spazi ad uso collettivo; d) limitare le sistemazioni agrarie che comportino rimodellazioni del terreno dalle quali risulti sensibilmente alterato il carattere identitario dei luoghi; e) garantire, attraverso adeguate scelte localizzative, la compatibilità degli interventi di agricoltura intensiva con quelli relativi all’agricoltura specializzata biologica.

CAPO II Sistema del suolo agroforestale ARTICOLO 12 - Foreste e spazi aperti ad alto valore naturalistico 1. Le foreste ad alto valore naturalistico assolvono a finalità idrogeologiche, ambientali, paesaggistiche e socio economiche. 2. La Regione incentiva il ripristino degli spazi aperti e infraperti afferenti a zone boscate e la conservazione degli ambienti seminaturali quali prati, ex-coltivi, pascoli di media e alta montagna, al fine di garantire la biodiversità e la manutenzione del territorio attraverso una gestione tradizionale a salvaguardia delle caratteristiche storiche del paesaggio agro - forestale. 3. Le attività selvicolturali condotte secondo i principi della gestione forestale sostenibile, con particolare riferimento ai territori classificati montani, costituiscono fattore indispensabile di sviluppo del settore forestale e di miglioramento delle condizio-


ni economiche e sociali delle popolazioni locali. 4. Nelle aree protette e nei Siti della Rete Natura 2000, limitatamente alla necessità di garantire la sicurezza, l’incolumità pubblica, la stabilità dei versanti e la realizzazione di interventi localizzati di consolidamento della sede stradale, è ammessa l’asfaltatura delle strade silvopastorali; sono sempre ammessi altri interventi di consolidamento della sede stradale, attuati con tecniche a basso impatto ambientale o afferenti a metodiche ascrivibili all’ingegneria naturalistica. ARTICOLO 13 - Valorizzazione in zona montana dei pascoli, prati, praterie storiche ed ex coltivi 1. L’utilizzo dei pascoli e delle praterie connesso al mantenimento e al miglioramento dell’attività zootecnica è strumento per garantire le valenze naturalistiche, protettive e colturali. 2. Nei prati, nei pascoli e nelle praterie d’alta quota che costituiscono elemento di grande rilievo per la configurazione del paesaggio agro – forestale, vanno favoriti interventi di recupero colturale e va incoraggiata la relativa gestione attiva a fini zootecnici. 3. Per le finalità di cui al comma 2 possono essere messi in atto interventi di contenimento dell’avanzamento del bosco. 4. Nei pascoli montani la rinnovazione forestale si considera insediata quando raggiunge una altezza superiore a 3 metri. ARTICOLO 14 - Prati stabili 1. La Regione riconosce i sistemi di prati stabili quali risorse per il paesaggio e la biodiversità. 2. Per le finalità di cui al comma 1 i Comuni individuano, nell’ambito dei propri strumenti urbanistici, i sistemi di prati stabili e specificano, ai fini della loro tutela, adeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di superficie prativa dovuta allo sviluppo urbanistico, all’estensione dei seminativi e all’avanzamento delle aree boschive.

CAPO III Sistema estrattivo ARTICOLO 15 - Risorse minerarie – cave e miniere 1. La pianificazione regionale di settore e l’attività di ricerca e coltivazione delle risorse minerarie sono tese alla tutela, alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio minerario, anche nei casi in cui esso è posto nella disponibilità del proprietario del suolo, in coerenza con le esigenze della programmazione economica e di tutela del territorio, dell’ambiente e del paesaggio, anche attraverso la realizzazione di opportune misure di mitigazione. 2. La ricomposizione dei siti estrattivi costituisce opportunità di valorizzazione e riuso del territorio sia a fini pianificatori che a fini agricoli, idraulici, ambientali, paesaggistici, turistico-ricreativi, culturali e di incentivazione della biodiversità. 3. La Regione promuove e incentiva la coltivazione in sotterraneo delle miniere e delle cave valutando i contrapposti interessi pubblici coinvolti anche in relazione ai vincoli posti a tutela delle aree del soprassuolo e dell’ambiente, nonché il riuso e la valorizzazione dei volumi sotterranei derivanti.

CAPO IV Sistema delle acque ARTICOLO 16 - Risorse idriche 1. L’individuazione delle misure per la tutela qualitativa e quantitativa del patrimonio idrico regionale viene effettuata dal Piano di Tutela delle Acque (PTA), congiuntamente agli altri strumenti di pianificazione di settore a scala di bacino o distretto idrografico, il quale pone i seguenti obiettivi di cui il PTRC prende atto: a) individua i corpi idrici significativi e di rilevante interesse

ambientale stabilendo gli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione, nonché i programmi di intervento per il loro conseguimento; b) individua e disciplina le zone omogenee di protezione per la tutela qualitativa delle acque, stabilendo limiti di accettabilità degli scarichi delle acque reflue urbane diversificati in funzione delle caratteristiche idrografiche, idrogeologiche, geomorfologiche e insediative del territorio regionale; c) individua e disciplina, quali aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento, le aree sensibili, le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e da prodotti fitosanitari nonché le aree di salvaguardia e le zone di protezione delle acque destinate al consumo umano; d) individua e disciplina le aree di primaria tutela quantitativa degli acquiferi al fine di salvaguardare la disponibilità idrica delle falde acquifere e di programmare l’ottimale utilizzo della risorsa acqua. Il PTA regolamenta inoltre gli utilizzi delle acque correnti al fine di garantire il rispetto del deflusso minimo vitale in alveo; e) individua i Comuni nei quali sono presenti falde di acque sotterranee da riservare, per le loro caratteristiche quantitative/qualitative, alla produzione di acqua per uso potabile destinata all’alimentazione dei pubblici acquedotti. 2. I Comuni e le Province, nei propri strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, promuovono l’adozione di misure per l’eliminazione degli sprechi idrici, per la riduzione dei consumi idrici, per incrementare il riciclo ed il riutilizzo dell’acqua e incentivano l’utilizzazione di tecnologie per il recupero e il riutilizzo delle acque reflue. 3. Tra le azioni strutturali per la tutela quantitativa della risorsa idrica vanno attuati interventi di recupero dei volumi esistenti sul territorio, da convertire in bacini di accumulo idrico, nonché interventi per l’incremento della capacità di ricarica delle falde anche mediante nuove modalità di sfruttamento delle acque per gli usi agricoli. 4. I Comuni e le Province, nei propri strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, incentivano nelle aree con presenza di poli produttivi la realizzazione di infrastrutture destinate al riutilizzo dell’acqua reflua depurata, in sostituzione dell’acqua ad uso industriale prelevata dal sistema acquedottistico, dai pozzi o dalle acque superficiali. 5. La Regione promuove il recupero ambientale delle risorgive attraverso interventi diretti di ricomposizione ambientale e/o interventi indiretti volti alla ricostituzione delle riserve idriche sotterranee che alimentano la fascia delle risorgive. ARTICOLO 17 - Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto (MOSAV) 1. Il MOSAV definisce le infrastrutture sovraambito a livello regionale, vocate al prelievo ed alla distribuzione di acqua potabile di buona qualità in tutte le aree del Veneto, alla creazione di una rete di sicurezza degli approvvigionamenti, al miglioramento dell’efficienza dello sfruttamento delle risorse idropotabili, al risparmio dell’energia impiegata per il trasporto della risorsa. 2. In ragione degli obiettivi di miglioramento ambientale, di riduzione delle perdite distributive, di riduzione del consumo di energia, di messa in sicurezza delle forniture, di garanzia di controllo e qualità, il MOSAV costituisce elemento di pianificazione sovraambito di natura obbligatoria, e ad esso devono uniformarsi le pianificazioni d’ambito territoriale ottimale del servizio idrico integrato. 3. Nelle aree laddove ci sia la presenza di adeguato servizio di pubblico acquedotto, i Comuni operano per disincentivare i prelievi ad uso idropotabile di natura privata. ARTICOLO 18 - Risorse idro-termo-minerali 1. La Regione promuove, valorizza e tutela le risorse idroter-

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mominerali costituite dalle acque termali, dalle acque minerali e di sorgente e dalle risorse geotermiche. 2. L’attività termale all’interno dell’area interessata dal Bacino Idrominerario Omogeneo dei Colli Euganei (BIOCE) è regolata dal Piano regionale di Utilizzazione della Risorsa Termale (PURT). 3. L’utilizzazione delle risorse geotermiche è subordinata alla verifica di rigenerazione delle medesime e di sostenibilità ambientale nel rispetto di apposite direttive regionali.

CAPO V Sistema delle aree di tutela e vincolo ARTICOLO 19 - Aree sottoposte a vincolo idrogeologico 1. La Regione persegue la difesa idrogeologica del territorio e la conservazione del suolo attraverso specifici programmi finalizzati sia alla prevenzione dei dissesti che al recupero degli stessi, predisponendo la realizzazione di idonei interventi. 2. La Regione promuove il controllo e il monitoraggio delle aree soggette a dissesto idrogeologico, nonché azioni di concertazione e collaborazione con gli enti preposti. 3. Per le finalità di cui al comma 1, le Province e i Comuni individuano, secondo le rispettive competenze, gli ambiti di fragilità ambientale quali le aree di frana, le aree di erosione, le aree soggette a caduta massi, le aree soggette a valanghe, le aree soggette a sprofondamento carsico, le aree esondabili e soggette a ristagno idrico, le aree di erosione costiera. In tali ambiti le Province e i Comuni determinano le prescrizioni relative alle forme di utilizzazione del suolo ammissibili.

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ARTICOLO 20 - Sicurezza idraulica 1. L’individuazione delle aree a condizioni di pericolosità idraulica e geologica e la definizione dei possibili interventi sul patrimonio edilizio e in materia di infrastrutture ed opere pubbliche, vengono effettuate dai Piani stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) o dagli altri strumenti di pianificazione di settore a scala di bacino. 2. Al fine di non incrementare le condizioni di pericolosità idraulica gli strumenti urbanistici comunali e intercomunali devono comprendere una Valutazione di Compatibilità Idraulica (VCI) che verifichi l’idoneità idraulica degli ambiti in cui è proposta la realizzazione di nuovi insediamenti, l’idoneità della rete di prima raccolta delle acque metoriche nonché gli effetti che questi possono creare nei territori posti a valle prescrivendo i limiti per l’impermeabilizzazione dei suoli, per l’invaso e il successivo recapito delle acque di prima pioggia. 3. I nuovi interventi, opere e attività devono: a) mantenere o migliorare le condizioni esistenti di funzionalità idraulica, agevolare o non impedire il deflusso delle piene, non ostacolare il normale deflusso delle acque; b) non aumentare il rischio idraulico in tutta l’area a valle interessata, anche mediante la realizzazione di vasche di prima pioggia e di altri sistemi di laminazione; c) mantenere i volumi invasabili delle aree interessate e favorire la creazione di nuove aree di libera esondazione. 4. Devono essere evitati, nella misura possibile, i tombinamenti dei fossati e corsi d’acqua. 5. Al fine di ridurre le condizioni di pericolosità idraulica: a) è vietato eseguire scavi e altre lavorazioni o impiantare colture che possano compromettere la stabilità delle strutture arginali e delle opere idrauliche in genere; b) è vietato ostruire le fasce di transito al piede degli argini o gli accessi alle opere idrauliche, in conformità alle vigenti disposizioni in materia. ARTICOLO 21 - Sicurezza geologica 1. Al fine di non incrementare le condizioni di rischio da movimenti franosi, gli strumenti urbanistici devono considerare le

condizioni di stabilità dei suoli ed escludere dalle nuove previsioni le aree che non risultino idonee all’insediamento. 2. Ferme restando le previsioni dei PAI , sulle aree interessate da rischio geologico sono consentite, previo apposito progetto, le attività di movimentazione e/o asporto di materiali, comprese le attività di cava, finalizzate alla messa in sicurezza dei siti medesimi. I progetti finalizzati alla messa in sicurezza devono basarsi sulla scelta migliore tra le possibili tipologie di intervento in condizioni economicamente e tecnicamente valide. 3. La Regione, le Province e i Comuni, in ottemperanza a quanto stabilito dal PRS, promuovono la conoscenza geologica del territorio e concorrono allo sviluppo della banca dati geologica regionale e alla realizzazione della cartografia geologica e geotematica attraverso i piani urbanistici, i piani ambientali e le progettazioni. ARTICOLO 22 - Aree a rischio di subsidenza 1. Le Province delimitano le aree nelle quali il fenomeno della subsidenza si manifesta in modo significativo adottando per le medesimi superfici criteri urbanistici, edilizi ed infrastrutturali. In tali aree il prelievo di acque profonde, acque termominerali, acque geotermiche ed idrocarburi, è soggetto ad appositi studi volti a caratterizzare il fenomeno della subsidenza dal punto di vista geologico, a monitorarne l’evoluzione, a studiarne le cause e a proporne su un piano tecnico i possibili rimedi. ARTICOLO 23 - Rischio sismico 1. Le Province e i Comuni contribuiscono alla formazione della banca dati geologica regionale e forniscono alla Regione, sulla base della mappa di rischio sismico di cui all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 3519/2006, elementi idonei allo sviluppo dei criteri di scelta finalizzati alla prevenzione del rischio sismico. 2. I Comuni nei propri strumenti urbanistici comprendono una valutazione di compatibilità sismica redatta secondo le specifiche direttive regionali.


Titolo III

Biodiversità

CAPO I Sistema della rete ecologica

to con le Province e i Comuni, una banca dati territoriale della Rete ecologica.

ARTICOLO 24 - Rete ecologica regionale 1. Al fine di tutelare e accrescere la biodiversità il PTRC individua la Rete ecologica quale matrice del sistema delle aree ecologicamente rilevanti della Regione Veneto. 2. La Rete ecologica regionale è costituita da: a) aree nucleo quali aree che presentano i maggiori valori di biodiversità regionale; esse sono costituite dai siti della Rete Natura 2000 individuati ai sensi delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE e dalle Aree Naturali Protette ai sensi della Legge 394/91; b) corridoi ecologici quali ambiti di sufficiente estensione e naturalità, aventi struttura lineare continua, anche diffusa, o discontinua, essenziali per la migrazione, la distribuzione geografica e lo scambio genetico di specie vegetali ed animali, con funzione di protezione ecologica attuata filtrando gli effetti dell’antropizzazione; c) cavità naturali meritevoli di tutela e di particolare valenza ecologica in quanto connotate dalla presenza di endemismi o fragilità degli equilibri, da scarsa o nulla accessibilità o da isolamento. 3. La Regione promuove programmi e progetti specifici finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per l’attuazione di azioni volte alla tutela, conservazione e accrescimento della biodiversità da attuarsi in collaborazione con le amministrazioni provinciali, comunali e gli altri soggetti interessati, anche mediante il supporto a pratiche agricole e di gestione rurale. 4. Le Province e i Comuni, in sede di adeguamento al PTRC, provvedono a recepire la Rete ecologica. 5. La Regione istituisce e aggiorna periodicamente, di concer-

ARTICOLO 25 - Corridoi ecologici 1. Le Province definiscono le azioni necessarie per il miglioramento della funzionalità ecologica degli habitat e delle specie nei corridoi ecologici, individuano e disciplinano i corridoi ecologici sulla base dei perimetri indicati, ispirandosi al principio dell’equilibrio tra la finalità ambientale e lo sviluppo economico ed evitando, per quanto possibile, la compressione del diritto di iniziativa privata. 2. La Giunta Regionale, in sede di approvazione degli strumenti di pianificazione territoriale provinciale, provvede ad aggiornare la banca dati territoriale relativa alla Rete ecologica. 3. I Comuni individuano le misure volte a minimizzare gli effetti causati dai processi di antropizzazione o trasformazione sui corridoi ecologici, anche prevedendo la realizzazione di strutture predisposte a superare barriere naturali o artificiali al fine di consentire la continuità funzionale dei corridoi. Per la definizione di tali misure i Comuni promuovono attività di studio per l’approfondimento e la conoscenza della Rete ecologica. 4. Sono vietati gli interventi che interrompono o deteriorano le funzioni ecosistemiche garantite dai corridoi ecologici. ARTICOLO 26 - Cavità naturali 1. La Regione prevede azioni volte alla tutela e conservazione delle cavità naturali meritevoli di tutela e delle aree comprendenti i più caratteristici monumenti naturali carsici e delle sorgenti. 2. La Regione incentiva le attività di ricerca e monitoraggio sulle componenti biologiche, sull’impatto della frequentazione e sulla presenza di inquinanti e il completamento dell’inventario e della cartografia della presenza di comunità animali e vegetali.

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3. Le Province e i Comuni individuano, nei rispettivi strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, le cavitĂ naturali e le sorgenti sulla base di approfondimenti tecnico-scientifici relativi alle aree caratterizzate dalla presenza di emergenze geologiche e geomorfologiche.

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Titolo IV

Energia e ambiente

CAPO I Energia ARTICOLO 27 - Riqualificazione energetica dei sistemi urbani 1. I Comuni predispongono programmi e progetti per la riqualificazione energetica del sistema urbano, o parti di esso, sviluppando impianti di produzione e distribuzione dell’energia, comprese le reti di teleriscaldamento e l’illuminazione pubblica, nonché progetti per la messa in efficienza energetica degli edifici pubblici esistenti, con particolare riguardo agli edifici scolastici. ARTICOLO 28 - Localizzazione degli impianti di produzione di energia termoelettrica 1. Le centrali fino a 1 MW termico in cogenerazione e rigenerazione, possibilmente connesse a reti di teleriscaldamento, possono essere collocate anche all’interno dei perimetri dei centri abitati. 2. Gli impianti termoelettrici da 1 MW a 10 MW termici, quando l’energia termica è fornita a grandi utilizzatori o distribuita in ambito urbano attraverso reti di teleriscaldamento, possono essere localizzati all’interno dei perimetri dei centri urbani, purché in aree funzionalmente idonee. 3. Gli impianti termoelettrici oltre i 10 MW termici sono localizzati in aree industriali e per servizi. ARTICOLO 29 - Sviluppo delle fonti rinnovabili 1. La Regione promuove lo sviluppo delle fonti rinnovabili (idroelettrico, fotovoltaico, solare-termico, biomasse legnose, eolico e geotermico) nonché delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli impianti stessi che ai sensi dell’articolo 12, del D.Lgs. n. 387/2003 sono

definiti di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti. 2. Gli impianti di produzione di energia elettrica possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici senza la necessità di effettuare la variazione di destinazione d’uso dei siti di ubicazione dei medesimi impianti. Nelle zone agricole possono altresì essere ubicate piattaforme di produzione e stoccaggio di biomasse legnose a fini energetici. ARTICOLO 30 - Localizzazione degli impianti fotovoltaici al suolo 1. Gli impianti fotovoltaici ubicati al suolo sono preferibilmente installati nelle aree industriali, a grande distribuzione commerciale ed in quelle compromesse dal punto di vista ambientale, ivi comprese quelle costituite dalle discariche controllate di rifiuti e dalle aree delle cave dismesse. 2. La progettazione degli impianti fotovoltaici al suolo deve prevedere un corretto inserimento paesaggistico ed eventuali opere di mitigazione. ARTICOLO 31 - Salvaguardia dall’esposizione a radiazioni ionizzanti 1. Al fine di prevenire e limitare i rischi potenzialmente connessi all’esposizione al gas radon proveniente dal terreno mediante l’attacco a terra degli edifici, i Comuni prevedono norme che assicurino, in tutti gli edifici di nuova costruzione, tecniche costruttive cautelari obbligatorie. Tali norme si estendono anche agli edifici soggetti a ristrutturazione o manutenzione straordinaria qualora tali attività comportino interventi sull’attacco a terra. 2. Nelle aree definite a rischio secondo i rilievi e le mappature redatte dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Veneto i Comuni si conformano alle seguenti direttive:

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a) prevedere, contestualmente al rilascio del titolo legittimante l’intervento edilizio, adeguati criteri costruttivi tali da minimizzare l’esposizione al radon degli occupanti; b) prevedere interventi di monitoraggio per gli edifici pubblici esistenti e studiare interventi di adeguamento per quelli che esprimono concreti rischi. ARTICOLO 32 - Reti elettriche 1. In riferimento agli elettrodotti, laddove il contesto elettrico lo permetta, le nuove linee elettriche aeree devono minimizzare i vincoli aggiuntivi nel territorio; a tale fine la superficie che risulta vincolata dai nuovi elettrodotti deve essere compensata da una riduzione di superficie vincolata da altri elettrodotti.

CAPO II Ambiente ARTICOLO 33 - Ubicazione degli impianti 1. La progettazione di nuovi impianti o discariche deve privilegiare standard di tutela ambientale ed igienico sanitaria sempre più elevati e sostenibili. 2. I nuovi impianti di smaltimento e recupero di rifiuti, compresi i rifiuti speciali, sono ubicati nell’ambito delle singole zone territoriali omogenee produttive o per servizi tecnologici. Tale previsione non si applica a: a) discariche ed impianti di compostaggio che vanno localizzati in zone territoriali omogenee di tipo E o F; b) impianti di recupero dei rifiuti inerti che vanno localizzati preferibilmente all’interno di aree di cava nel rispetto della Legge Regionale n. 3/2000 ed in conformità alle specifiche disposizioni del piano di settore. 3. Fatti salvi ulteriori vincoli previsti da specifiche normative di settore, nazionali e regionali, e la diversa determinazione da parte delle Autorità titolari del potere di vincolo, non è di regola consentita l’installazione di nuovi impianti o discariche, con esclusione degli stoccaggi annessi ad attività produttive o di servizio, nelle aree sottoposte a vincoli di tipo ambientale, paesaggistico, idrogeologico, storico-archeologico.

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ARTICOLO 34 - Compensazione ambientale 1. In sede di pianificazione territoriale ed urbanistica, le previsioni di significative trasformazioni del suolo possono indicare forme di compensazione ambientale in relazione ad interventi che prevedono una riduzione delle superfici ad area verde o alla presenza di aree degradate da riqualificare. 2. Gli interventi di compensazione ambientale possono essere di: a) rinaturalizzazione ex novo (afforestazione, riforestazione, costituzione di praterie, aree umide, corridoi ecologici, fasce riparie, strutture agroforestali lineari, boschetti rurali, colture arboree da frutto etc); b) miglioramento di una configurazione ambientale incompleta e/o degradata (pulizia o depurazione di un corso o di uno specchio d’acqua, completamento o disboscamento di un’area boscata, la realizzazione di fasce ecotonali, l’ispessimento e/o l’infittimento di siepi e filari già esistenti, la realizzazione di passaggi ecologici, il ridisegno di un canale o roggia o scolina agricola, sistemi di gestione agricola a maggior valore ecologico, etc); c) interventi di fruizione ambientale ed ecologica compatibile con il valore di naturalità dei luoghi (ad esempio percorsi pedonali, ciclabili e ippovie attraverso la realizzazione di corridoi verdi, aree di sosta attrezzate per i pedoni, aree di fruizione naturalistica o educazione ambientale, percorsi botanici e faunistici, etc). 3. Le fasce di rispetto stradale sono aree prioritariamente destinate a verde pubblico o privato o a standard per la mitigazione degli impatti da rumore e da PM10.

CAPO III Protezione civile ARTICOLO 35 - Edifici strategici ed aree di emergenza per la protezione civile 1. Comuni e Province individuano, secondo le vigenti disposizioni in materia ed in conformità al Piano Regionale per il coordinamento delle emergenze di Protezione Civile, edifici strategici per la gestione delle emergenze nonché gli edifici destinati alle specifiche attività di protezione civile. 2. Comuni e Province individuano altresì aree di emergenza idonee, per sicurezza e dimensione, a proteggere la popolazione minacciata da calamità o sfollata a seguito di calamità e a far convergere i soccorritori intervenuti. 3. Le aree di emergenza si suddividono in: a) aree di attesa dove garantire prima assistenza b) aree di ricovero dove installare insediamenti abitativi c) aree di ammassamento dove far confluire risorse e mezzi per operazioni di soccorso. 4. Le aree di emergenza possono assumere destinazioni polifunzionali così da assicurare attività alternative di servizio al territorio in condizioni di non emergenza. 5. La Regione favorisce la realizzazione dei “Distretti di protezione civile” quali forme ottimali di coordinamento intercomunale delle componenti operative del sistema regionale di protezione civile.


Titolo V Mobilità

ARTICOLO 36 - Sistemi di trasporto 1. Al fine di migliorare la circolazione delle persone e delle merci in tutto il territorio regionale, il PTRC promuove una maggiore razionalizzazione dei sistemi insediativi e delle reti di collegamento viario di supporto. 2. Nella cura e nello sviluppo della rete viaria primaria e secondaria, si deve conseguire una maggiore efficienza complessiva del sistema viario regionale, attraverso alcune linee d’azione principali che prevedono: a) il potenziamento dell’interscambio ferro - gomma fra servizi pubblici, attraverso una razionalizzazione ed integrazione dei servizi su gomma ed attraverso la concentrazione dei punti di sosta delle autocorse anche in prossimità delle stazioni o fermate ferroviarie; b) un’offerta di trasporto basata sull’utilizzo dei mezzi pubblici attraverso il potenziamento dell’offerta di trasporto su rotaia e la creazione di un efficace sistema di scambio intermodale con i mezzi su gomma, siano essi di servizio pubblico (autolinee urbane ed extraurbane) che privati (autoveicoli, motocicli, biciclette, ecc.); c) sistema di parcheggi scambiatori; d) il Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale quale strumento di decongestione dei traffici che investono l’area veneta caratterizzata da un modello insediativo (produttivo e residenziale) diffuso; e) la possibilità di accesso alle reti viarie principali attraverso svincoli, da attivarsi anche mediante controstrade da ricondurre agli svincoli regolamentati, con esclusione degli accessi privati. ARTICOLO 37 - Impianti a fune ed aree sciabili 1. Lo sviluppo degli impianti di risalita e delle aree sciabili, quali componenti del sistema della mobilità regionale, si attua, previa

una razionalizzazione del sistema esistente, mediante modelli di crescita economica sostenibile che assicurino competitività anche attraverso i collegamenti vallivi finalizzati a creare una rete integrata di qualità. 2. Al fine di sostenere la connessione intervalliva nelle aree montane, la pianificazione di settore favorisce la creazione di collegamenti tra le reti infrastrutturali presenti nelle località finitime, proponendo in tal modo modelli di offerta turistica rispondenti alle esigenze concorrenziali. ARTICOLO 38 - Aree afferenti agli accessi alla rete primaria e alle stazioni SFMR 1. Le aree afferenti ai caselli autostradali, agli accessi alla rete primaria ed al SFMR per un raggio di 2 Km dalla barriera stradale sono da ritenersi aree strategiche di rilevante interesse pubblico ai fini della mobilità regionale. Dette aree sono da pianificare sulla base di appositi progetti strategici regionali. ARTICOLO 39 - Ambito portuale veneziano 1. L’ambito portuale veneziano è un insieme organico di aree demaniali, superfici ad uso prevalentemente industriale, canali ed infrastrutture di servizio. 2. Per un efficace coordinamento delle scelte relative alla salvaguardia e allo sviluppo dell’ambito portuale veneziano con le scelte strutturali relative all’intera area del sistema portuale lagunare e, più in generale, del sistema portuale del nord-Adriatico, l’ambito portuale veneziano assume valenza strategica sia in relazione all’espansione del Porto che in relazione allo sviluppo economico-industriale dell’ambito stesso; per tali motivi ed al fine di pervenire al miglior assetto dell’area in questione l’ambito portuale veneziano è assoggettato a progetto strategico d’intesa con i Comuni interessati e l’Autorità Portuale.

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ARTICOLO 40 - Cittadelle aeroportuali 1. La Regione riconosce nei sistemi aeroportuali di Venezia – Treviso e di Verona due poli (cittadelle aeroportuali) primari per lo sviluppo favorendo l’interconnessione delle cittadelle aeroportuali con la Rete della Mobilità Veneta e sviluppando a tal fine specifici progetti strategici ai sensi dell’art. 26 della L.R. n. 11/2004. 2. I Comuni possono introdurre forme di valorizzazione delle aree sottoposte a vincolo per la presenza di aeroporti da attuarsi attraverso misure di perequazione e compensazione che interessano aree contigue. ARTICOLO 41 - Connessioni della logistica 1. Il PTRC individua le seguenti categorie funzionali di strutture logistiche: a) ambito portuale veneziano b) hub principali costituiti da Verona Quadrante Europa (monocentrico) e dal sistema Padova - Venezia - Treviso (policentrico) da attuarsi mediante apposito progetto strategico ai sensi dell’art. 26 della L.R. n. 11/2004 c) terminal intermodali primari d) terminal intermodali da sviluppare. ARTICOLO 42 - Mobilità lenta 1. La Regione, le Province e i Comuni incentivano la realizzazione di una adeguata estensione di piste ciclabili in ambito urbano per creare percorsi sicuri da destinare a tale forma di mobilità e permettere una visita sostenibile e poco impattante del territorio. 2. I percorsi ciclabili extraurbani devono garantire una vasta rete ciclabile regionale che colleghi centri urbani contermini e attraversi aree di particolare pregio storico, paesaggistico o ambientale. Lo sviluppo della mobilità ciclabile nei centri urbani si deve conseguire anche incentivando lo scambio treno/bicicletta e prevedendo la realizzazione di parcheggi scambiatori ed adeguate aree di sosta. 3. I percorsi ciclabili devono considerarsi elementi di primaria valorizzazione delle aree nucleo, compatibilmente con le loro finalità istitutive, nonché delle aree adiacenti alla litoranea veneta. 4. La Regione favorisce l’ammodernamento della linea ferroviaria Venezia-Calalzo ed il recupero delle altre linee storiche dismesse.

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Titolo VI

Sviluppo economico produttivo

CAPO I Sistema produttivo ARTICOLO 43 - Sistemi produttivi di rango regionale 1. Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento individua i sistemi produttivi di rango regionale costituiti da un insieme di elementi di elevata complessità e specializzazione. I Sistemi Produttivi di rango regionale rivestono un ruolo strategico per l’economia del Veneto e si pongono, nel quadro complessivo di una elevata sostenibilità ambientale, come risorsa per il futuro da utilizzare per dare competitività all’intero sistema. 2. Le Province e i Comuni evidenziano nella loro pianificazione territoriale ed urbanistica i seguenti sistemi produttivi di rango regionale al fine di valorizzare ed accrescere la potenzialità economica degli stessi anche attraverso la razionalizzazione dei processi produttivi, l’integrazione funzionale delle attività e la riqualificazione ambientale. a) Ambiti di pianificazione coordinata Sono ambiti di pianificazione coordinata tra Comuni i territori che interessano più Province al fine di disciplinare singoli tematismi. b) Territori urbani complessi Sono territori urbani complessi gli ambiti metropolitani caratterizzati dalla presenza di un insieme di aree produttive organizzate e dotate di un insieme di servizi rari quali strutture logistiche, centri ricerca, sedi universitarie, reti informatiche e telematiche, strutture consortili per lo smaltimento dei rifiuti, enti gestori organizzati, autorità portuali, assumendo, con i centri urbani di cui fanno parte, il ruolo di elementi polarizzatori dei territori contermini: a) Venezia-Mestre-Treviso; b) Padova; c) Vicenza;

d) Verona; e) Rovigo-(Ferrara); f) Conegliano-Vittorio Veneto-Oderzo-(Pordenone). c) Territori geograficamente strutturati Si definiscono sistemi geograficamente strutturati quelli costituiti da un insieme di funzioni e di segni morfologici che investono territori dalla struttura insediativo-produttiva con specifici caratteri del Veneto: --Valli del Chiampo, Valle dell’Agno, Val d’Illasi e Val Belluna, caratterizzati dalla presenza di insediamenti localizzati nei fondovalle delle aree montane e pedemontane, con sviluppo prevalentemente lineare rispetto all’infrastruttura di accesso alla valle. --Alta pianura di Treviso e Vicenza, caratterizzata da un insieme di aree produttive di piccole dimensioni diffuse in corrispondenza dei nodi e lungo le direttrici che ne costituiscono il sistema viabilistico - paesaggistico. --Aree produttive sorte lungo l’asta del Piave, comprese tra il territorio del Comune di Feltre, di Belluno e di Longarone, caratterizzati da insediamenti produttivi di tipo annucleato e già oggetto di forme di pianificazione coordinata. Le Province in sede di PTCP prevedono nei territori sopraindicati: --la dotazione di servizi e reti tecnologiche; --l’individuazione degli ambiti collinari, pedemontani e dell’Alta pianura da sottoporre a specifici progetti di riqualificazione e riorganizzazione; --il riordino degli insediamenti esistenti; --la riconversione di eventuali elementi detrattori; --specifici progetti di restauro ambientale; --la promozione della progettazione bioedilizia ed ecocompatibile degli insediamenti produttivi;

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--la riorganizzazione del sistema infrastrutturale per la valorizzazione delle eccellenze produttive esistenti. d) Territori strutturalmente conformati Si definiscono territori strutturalmente conformati le aree e le macroaree produttive connesse al Corridoio Intermodale Europeo V, nel tratto compreso tra Verona e Portogruaro, per una profondità non inferiore a km 2,00 dall’insieme delle infrastrutture costituenti il corridoio intermodale. Le Province in sede di PTCP determinano i criteri per il funzionale posizionamento degli ambiti produttivi rispetto al fascio infrastrutturale e studiano efficienti modelli di collegamento e accessibilità alle aree produttive. e) Piattaforme produttive complesse regionali Si definiscono piattaforme produttive complesse regionali i territori interessati dalla presenza di aree produttive esistenti. Tali aree sono ricadenti nei territori di: --Verona ZAI, Isola della Scala, Trevenzuolo, Vigasio Parco motoristico polifunzionale (VR); --Padova ZIP, Camposampiero, Cittadella, Saletto, Limena, Montagnana, Megliadino San Fidenzio, Este, Monselice, Piove di Sacco, Conselve (PD); --Schio, Thiene, Valdagno, Montebello CIS (VI); --Castelfranco Veneto, Conegliano-San Giacomo, Montebelluna (TV); --San Donà di Piave, Noventa di Piave, Fossalta di Piave, Roncoduro, Dolo, Pianiga, Mirano (VE); --Villa Marzana, Arquà Polesine, Porto Viro, Costa PIC (RO); --Longarone (BL). f) Aree produttive con tipologia prevalentemente commerciale Si definiscono aree produttive con tipologia prevalentemente commerciale quelle aree costituite da insediamenti produttivi, con un’elevata concentrazione di strutture di vendita, che ospitano pluralità di destinazioni d’uso compatibili. Tali aree sono prioritariamente individuate nei territori di: a) Affi, Sommacampagna, Bussolengo (VR); b) Torri di Quartesolo (VI); c) Padova Est, Monselice (PD); d) Marcon, San Donà di Piave, Noventa di Piave (VE); e) Castrette di Villorba, Oderzo, Castelfranco Veneto (TV); f) Occhiobello, Rovigo Borsea (RO). g) Strade mercato Sono strade mercato quelle delimitate dal sedime stradale e dagli spazi aperti adiacenti, fino al sedime degli edifici prospicienti, caratterizzati da un’elevata concentrazione di strutture di vendita, un’elevata intensità di traffico e un’elevata frammentazione insediativa.

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ARTICOLO 44 - Eccellenze produttive 1. Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento individua l’insieme delle aree produttive - quali strutture logistiche, centri ricerca, reti informatiche e telematiche, strutture consortili, autorità ed enti gestori organizzati - che costituiscono la filiera delle eccellenze produttive con ricadute territoriali locali. 2. Le eccellenze produttive con ricadute territoriali locali si articolano in: a) Meccanica e meccatronica. b) Nodi pubblici della rete delle nano-tecnologie c) Parchi scientifici e tecnologici d) Ambito agroalimentare e) Nodi della rete regionale della ricerca f) Sistema fieristico regionale g) Ambito tecnologico per l’ottica h) Ambito tecnologico per la lavorazione del legno 3. La Regione valorizza le eccellenze produttive mediante appositi interventi o progetti che ne assicurino lo sviluppo.

ARTICOLO 45 - Criteri per l’individuazione delle aree per insediamenti industriali e artigianali e degli insediamenti turistico ricettivi 1. Al fine di contrastare il fenomeno della dispersione insediativa, devono essere perseguiti processi di aggregazione e concentrazione territoriale e funzionale delle aree produttive. 2. Le Province individuano gli ambiti per la pianificazione degli insediamenti industriali ed artigianali, turistico ricettivi sulla base dei seguenti criteri: a) individuazione dei sistemi produttivi di interesse provinciale da confermare e da potenziare nonché degli interventi necessari per la loro qualificazione; b) determinazione delle aree produttive da completare od ampliare prima della realizzazione di nuove aree; c) nelle aree montane a bassa densità vanno garantite idonee disponibilità di nuclei minori per attività artigianali. 3. I Comuni individuano gli ambiti per la pianificazione degli insediamenti industriali ed artigianali, turistico ricettivi sulla base dei seguenti criteri: a) determinazione delle linee preferenziali di espansione delle aree produttive, sulla base dei servizi e delle infrastrutture necessarie e dell’impatto sugli abitati limitrofi e sui caratteri naturalistici e culturali delle aree circostanti; b) definizione delle modalità di densificazione edificatoria, sia in altezza che in accorpamento, nelle aree produttive esistenti con lo scopo di ridurre il consumo di territorio; c) indicazione delle modalità di riconversione e/o riqualificazione delle aree produttive, con particolare riguardo a quelle non ampliabili, in relazione alla prossimità ai nuclei abitativi esistenti o previsti; d) garanzia della sicurezza idraulica e idrogeologica.

CAPO II Commercio ARTICOLO 46 - Grandi strutture di vendita 1. Le Province, in sede di formazione o adeguamento dello strumento di pianificazione territoriale concernente le grandi strutture di vendita e i parchi commerciali, come definiti dalla vigente legislazione regionale in materia di commercio, tengono conto dei seguenti criteri di indirizzo: a) favorire la razionalizzazione della rete distributiva commerciale esistente attraverso la localizzazione di macro aree, prioritariamente collocate in prossimità delle grandi vie di comunicazione, al fine di evitare una eccessiva frammentazione della rete medesima, nonché di regolare in modo maggiormente efficiente i flussi di traffico indotti dall’insediamento delle strutture; b) individuare ambiti intercomunali nei quali realizzare una copianificazione urbanistica unitaria; c) consentire l’integrazione, nell’ambito delle suddette macro aree, con altre destinazioni compatibili con la prevalente funzione commerciale; d) favorire la riconversione di aree produttive dismesse; e) favorire gli insediamenti commerciali nelle aree nelle quali sussiste una idonea dotazione di infrastrutture e servizi esistenti, al fine di assicurare una maggiore sostenibilità degli insediamenti nel territorio; f) favorire nelle aree territoriali gli insediamenti commerciali di valorizzazione di prodotti e cultura locali; g) favorire le rilocalizzazioni di qualità, con l’obiettivo di aumentare il livello degli insediamenti commerciali. 4. Nel definire i criteri per la localizzazione delle aree commerciali deve essere garantita la sostenibilità socio-economica dei centri storici anche attraverso l’individuazione di risorse da destinare allo sviluppo del tessuto commerciale degli stessi.


ARTICOLO 47 - Commercio nei centri storici ed urbani 1. Ai fini della rivitalizzazione e riqualificazione commerciale dei centri storici e degli altri luoghi del centro urbano, le Province e i Comuni, in sede di formazione o adeguamento dello strumento di pianificazione, devono tener conto dell’integrazione della rete del piccolo e medio dettaglio costituito da attività di commercio specializzato e tradizionale, già presente nei centri storici e nei tessuti urbani, con la grande distribuzione, al fine di produrre un effetto attrattivo a favore della suddetta rete commerciale attraverso: a) l’individuazione di aree o edifici che consentano l’insediamento di grandi strutture di vendita, in forma di centro commerciale, valorizzando e modernizzando una rete commerciale costituita prevalentemente da negozi di vicinato e da medie strutture di piccole dimensioni, che risponda alle varie esigenze della popolazione, ai differenti stili di vita, possibilità e modalità di consumo, indicando limiti dimensionali che garantiscano l’equilibrio complessivo della rete commerciale; b) la previsione di idonei sistemi di viabilità, accesso e sosta da realizzarsi con criteri di efficienza ed eco-compatibili. ARTICOLO 48 - Commercio nei comuni montani 1. Le Province e i Comuni, in sede di formazione o adeguamento del proprio strumento di pianificazione, tengono conto dei seguenti criteri di indirizzo: a) prevedere nella pianificazione riferita ai Comuni montani aree idonee a favorire una presenza commerciale del piccolo dettaglio, soprattutto al fine di assicurare un servizio di prossimità efficiente ed efficace; b) valutare prioritariamente, nell’ipotesi di insediamento di strutture di vendita di grandi dimensioni, la possibilità di realizzare tali strutture attraverso l’adozione di un Piano di Assetto Territoriale Intercomunale tematico; c) individuare e sostenere prioritariamente gli insediamenti polifunzionali nei centri minori per assicurare servizi necessari agli ambiti socio territoriali montani.

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Titolo VII

Sviluppo economico turistico

ARTICOLO 49 - Sistema delle politiche per il turismo 1. L’azione regionale nel settore turistico ha come interesse primario la creazione di una offerta turistica integrata in grado di coinvolgere e far convergere le diverse varietà di segmenti turistici nei singoli ambiti territoriali, allo scopo di proporre un’offerta diversificata di prodotti, anche creando un sistema di ricettività diffusa. 2. Lo sviluppo del turismo diversificato che coinvolge tra gli altri il turismo montano, naturalistico, fluviale, rurale, marino, di studio, religioso, d’affari e culturale, dei prodotti tipici e dell’artigianato locale, è affidato agli enti ed ai soggetti privati anche attraverso l’adozione di strategie di marketing territoriale orientate a promuovere e salvaguardare le risorse.

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ARTICOLO 50 - Turismo delle Eccellenze culturali e religiose 1. Per lo sviluppo delle città d’arte e delle città murate, nonché per i luoghi di particolare interesse culturale, religioso, le ville venete e i monumenti isolati, le Province e i Comuni devono prevedere adeguati interventi di riequilibrio del sistema urbano e territoriale finalizzati a sostenere gli aspetti infrastrutturali e viari, di sviluppo degli accessi, con particolare attenzione alle stazioni ferroviarie e aeroportuali, nonché al recupero e la riutilizzazione di strutture ricettive già esistenti, tenendo conto della differenziazione delle presenze in termini di tempo e spazio. 2. Nella progettazione e realizzazione delle opere infrastrutturali e viarie i Comuni tengono conto delle visuali potenzialmente apprezzabili dagli utenti, prevedendo i diversi modi di percezione con particolare attenzione all’impatto visivo. ARTICOLO 51 - Turismo montano 1. La Regione, le Province ed i Comuni incentivano il turismo montano attraverso un corretto sviluppo della fruizione della

montagna favorendo lo sviluppo e la riqualificazione del sistema ricettivo, degli impianti ricreativi e delle infrastrutture, anche a rete, funzionali al turismo montano. 2. Le finalità di cui al comma 1 sono altresì perseguite attraverso incentivi a favore di soggetti che esercitano attività di interesse turistico, in relazione ad interventi di completamento, trasformazione, ampliamento, ristrutturazione, ammodernamento e rinnovo degli edifici destinati o da destinare all’offerta turistica. 3. I Comuni promuovono lo sviluppo economico del turismo montano, anche in collaborazione con altri organismi pubblici o privati, favorendo attraverso gli strumenti urbanistici: a) la valorizzazione di attività o servizi integrativi che favoriscano il sostentamento delle malghe e dei rifugi alpini, ivi compresi i servizi di permanenza e pernottamento dei turisti; b) lo sviluppo e la razionalizzazione delle infrastrutture dedicate all’offerta turistica per la pratica degli sport invernali ed estivi; c) la qualificazione degli immobili per la realizzazione di centri di benessere, anche mediante l’uso di sottotetti abitativi e locali posti in piani interrati; d) la semplificazione amministrativa finalizzata al recupero ed alla riqualificazione delle strutture in stato di abbandono da destinare ad offerta turistica; e) l’ospitalità temporanea su spazi aperti attrezzati; f) la realizzazione di percorsi a cavallo e di quelli percorribili con sci o racchette da neve; g) la realizzazione di percorsi turistici integrati di valorizzazione dei settori artigianali e dei mestieri tradizionali montani, della cultura tradizionale, dell’ambiente rurale e naturale e di conoscenza della flora e fauna autoctona.


ARTICOLO 52 - Turismo termale 1. Al fine di garantire lo sviluppo della multifunzionalità della rete termale, il piano termale deve prevedere politiche di incentivazione dello sviluppo della rete attraverso l’integrazione fra terme e benessere termale, la valorizzazione della cura della persona, della qualità dell’offerta termale e delle strutture ricettive nonché di una adeguata accoglienza. 2. Il PTRC indica gli ambiti di tutela termale e i poli di turismo termale quali aree di interesse preferenziale per lo sviluppo della rete termalistica ed individua i siti termali riconosciuti dalla Regione. 3. Negli ambiti di tutela termale e nei poli di turismo termale i Comuni, nel rispetto del piano termale, individuano altresì forme di identificazione dei trattamenti termali cui corrispondono idonee strutture ricettive. 4. Negli ambiti di tutela termale e nei poli di turismo termale i Comuni, nel rispetto del piano termale, individuano nuove forme di incentivazione del settore anche attraverso l’apertura al pubblico dei servizi offerti dalle strutture alberghiere (piscine, cure termali, centri estetici, ristoranti, bar, vendita prodotti legati alle pratiche termali). ARTICOLO 53 - Turismo marino e lacuale 1. Nelle zone marine e lacuali i Comuni favoriscono la riqualificazione di quantità e qualità e la ristrutturazione degli edifici esistenti allo scopo di mantenere un equilibrato rapporto tra turista/posti letto e residenti stabili. 2. La realizzazione di nuove strutture ricettive a destinazione turistica deve essere preceduta da una valutazione previsionale delle dinamiche dei flussi e delle esigenze turistiche, rapportate all’economica locale ed alla ricettività esistente. 3. La Regione promuove la riqualificazione della rete fluviale minore attraverso il potenziamento dell’offerta turistica e dei mezzi di trasporto. I Comuni, in sede di redazione degli strumenti urbanistici, individuano le aree da attrezzare a sosta per l’utilizzo della rete fluviale minore.

vedere il rispetto della natura, della scelta dei mezzi di trasporto, delle sistemazioni e dell’utilizzo delle guide specializzate. ARTICOLO 56 - Turismo emergente 1. La promozione di una rete turistica emergente è rivolta prevalentemente al turismo fieristico congressuale, al turismo enogastronomico, al turismo sportivo non di massa e alla Rete Escursionistica Veneta. 2. La realizzazione della rete turistica fieristica e congressuale deve tener conto dei nodi della mobilità in prossimità degli assi autostradali, ferroviari e aeroportuali nonché dei centri urbani che ospitano strutture fieristiche e congressuali. I nuovi insediamenti devono prevedere la realizzazione di aree verdi, di sistemi e di manufatti edilizi che realizzino il risparmio energetico e la bio edilizia. 3. I Comuni pianificano adeguati interventi in relazione al turismo enogastronomico ed a quello sportivo non di massa per la promozione delle attività, determinano i presupposti per l’insediamento di nuova capacità ricettiva salvaguardando gli elementi ambientali attraverso la prioritaria riqualificazione insediativa e il riuso dell’edificato esistente. 4. Gli interventi primari sono altresì rivolti a: a) creare una rete dei centri di interesse turistico regionale; b) prolungare la stagionalità attraverso la creazione di servizi aggiuntivi. 5. la Regione promuove la REV, Rete Escursionistica Veneta, come un insieme di piste ciclabili, canali navigabili e percorsi a cavallo a valenza regionale che, nel collegare i centri e le periferie, sia incentrata alla realizzazione di uno o più sistemi di circuiti tematici. I Comuni e le Province, nei propri strumenti urbanistici, disciplinano la Rete Escursionistica Veneta anche attraverso la predisposizione di PATI tematici di cui all’articolo 16 della Legge Regionale 23 aprile 2004, n. 11. 6. I Comuni nei loro strumenti di pianificazione individuano e disciplinano le avio superfici.

ARTICOLO 54 - Attività diportistica 1. La Regione promuove la realizzazione di un numero adeguato di posti barca secondo criteri di sostenibilità infrastrutturale, ambientale, logistica. 2. La realizzazione degli interventi di cui al comma 1 è attuata mediante apposito progetto strategico che definisce: a) Il dimensionamento del numero dei posti barca per nuovi porti e per il potenziamento di quelli esistenti, la loro localizzazione e tipologia, rispetto alle seguenti macroaree: a1) laguna di Venezia e Chioggia a2) litorale est a3) delta del Po a4) lago di Garda nord a5) lago di Garda sud b) la fissazione di criteri distributivi dei nuovi posti barca basata sulla sostenibilità territoriale e fluviale in relazione alla accessibilità, alla capacità insediativa e alle caratteristiche nautiche delle singole aree; c) la valutazione di modelli di sviluppo che mirino al recupero e alla rifunzionalizzazione del forte di S. Andrea presso la bocca di porto del Lido e il forte di S. Felice a Chioggia. ARTICOLO 55 - Turismo naturalistico 1. Con il turismo naturalistico si intendono tutte le tipologie di turismo per le quali sono attuate forme di osservazione e apprezzamento della natura e delle culture tradizionali, tra le quali le escursioni, le attività di osservazione, le attività sportive, le visite ai parchi e giardini botanici. 2. I Comuni e gli Enti Parco promuovono il turismo naturalistico nel rispetto della conservazione degli ambienti naturali e del benessere delle popolazioni locali. Nel dare attuazione al turismo naturalistico i Comuni tengono altresì conto, al fine di pre-

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Titolo VIII

Crescita sociale e culturale

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ARTICOLO 57 - Beni storico - culturali 1. La Regione riconosce il patrimonio storico e culturale quale elemento conformante il territorio ed il paesaggio e quale componente identitaria delle comunità che vi insistono promuovendone la conoscenza, la catalogazione, la tutela e la valorizzazione in tutte le sue forme. 2. La Regione tutela e promuove i beni storico-culturali singoli o complessi, come individuati dalla normativa vigente, nonché la diffusione delle iniziative a carattere culturale anche attraverso specifiche azioni progettuali di cui all’articolo 26, della Legge Regionale n. 11/2004. 3. Le azioni progettuali d’interesse della Regione possono altresì essere perseguite attraverso gli accordi di cui agli articoli 6 e 7 della Legge Regionale n. 11/2004. 4. Le azioni progettuali di cui al comma 2 sono articolate in a) attività puntuali: riguardano singole emergenze da vincolare e valorizzare, anche attraverso processi di trasformazione fisico/funzionale, al fine della tutela del valore storico/ documentale e culturale che esse rappresentano; tali interventi valutano e valorizzano il contesto fisico e funzionale all’interno del quale sono inserite in accordo con le strategie del PTRC b) attività lineari: riguardano percorsi culturali/testimoniali che trovano nella continuità la valenza territorialmente strutturante; vanno favoriti tutti gli interventi compatibili con il bene che ne consentano la fruibilità, la connettività, l’unitarietà percettiva e vietati quelli che possono portare a una loro frammentazione c) attività areali: riguardano strutture diffuse che caratterizzano il territorio nel suo complesso; vanno favoriti gli interventi compatibili con i beni che ne consentano l’interscambio con il contesto areale vasto e vietati quelli che possono portare a una loro frammentazione.

ARTICOLO 58 - Subaree provinciali e comunali 1. I PTCP ed i PAT, nel rispetto delle finalità e delle direttive del PTRC, distinguono particolari subaree, da disciplinare in maniera specifica, secondo i seguenti criteri: a) il mantenimento della fruizione prospettica e panoramica in quanto parte integrante del contesto e della visione dei monumenti e dei centri storici; b) l’armonizzazione delle esigenze di mobilità e di sosta con quelle relative alla tutela degli spazi pubblici di pregio storico; c) la realizzazione di parcheggi esterni ai centri storici delle città, separati da insediamenti e siti storico-monumentali, favorendo la fruizione pedonale e ciclopedonale dello spazio e potenziando i sistemi di trasporto collettivo; d) la valorizzazione dell’area circostante gli edifici, i monumenti e i siti di interesse storico culturale tramite l’interdizione di interventi di edificazione nell’area contigua che possano modificarne in modo incongruo la storia; e) la tutela e la valorizzazione dei beni culturali religiosi in modo da salvaguardarne il carattere specifico; f) il mantenimento dell’assetto storico-monumentale, eliminando gli eventuali elementi detrattori; g) la realizzazione di interventi di arredo urbano e di pavimentazione, prevedendo un’opportuna scelta di materiali e cromatismi; h) l’interramento o il mascheramento delle infrastrutture e dei servizi a rete (quali cavi elettrici, telefonici, telematici a vista). 2. Le Province, ove riscontrino nelle previsioni dei PAT rischio di compromissione dei valori sopra individuati, intervengono mediante specifiche misure e disposizioni di salvaguardia; promuovono altresì accordi e forme di cooperazione tra i Comuni


per la pianificazione e gestione condivisa di ambiti e sistemi sovracomunali. ARTICOLO 59 - Siti UNESCO 1. La Regione promuove politiche locali, anche di concerto con gli altri enti locali, con finalità di salvaguardia e valorizzazione dei quattro siti veneti già posti sotto la tutela dell’UNESCO, in coerenza con quanto indicato dal D.Lgs. 42/04, e sostiene le azioni volte sia a mantenere l’iscrizione che a proporre l’inserimento di ulteriori beni culturali e naturali rilevanti nella lista del Patrimonio Universale (WHL). 2. Attraverso il Tavolo di coordinamento dei siti UNESCO nel Veneto, la Regione mantiene attivo uno spazio d’incontro per la messa a punto di strategie comuni e l’elaborazione di progetti di valorizzazione trasversali e condivisi volti alla realizzazione di un sistema dei siti veneti sottoposti alla tutela dell’UNESCO. ARTICOLO 60 - Sistemi culturali territoriali 1. La Regione favorisce e sostiene le strategie di sviluppo che, a partire dalla risorsa culturale, costruiscono relazioni con il sistema dei servizi e le filiere produttive che gravitano intorno ad essa. 2. Al fine di massimizzare gli effetti socio-economici indotti dalle azioni di valorizzazione, sono individuati alcuni “luoghi” privilegiati, caratterizzati da identità culturale comune, dove costruire specifiche politiche basate sulle relazioni virtuose che intercorrono tra la componente culturale del territorio (patrimonio archeologico e architettonico, insediamenti storici) servizi alla fruizione e i settori ad essa collegati (turismo, produzione artigianale, l’educazione scolastica, la comunicazione, le manifestazioni culturali). 3. I sistemi culturali prioritariamente individuati dal PTRC sono i seguenti: a) Percorsi archeologici delle vie Claudia Augusta e Annia e Popilia con le città antiche di Altino e Concordia Sagittaria, Adria e Padova La Regione del Veneto, anche con il concorso di altri Enti a vario titolo competenti, promuove processi di valorizzazione delle vestigia dei tracciati delle antiche strade romane, attraverso azioni volte a favorirne la conoscenza e a salvaguardarne i principali contesti territoriali interessati. La realizzazione di “sistemi culturali” strutturati attorno ai tracciati viari va identificata con apposita segnaletica distribuita capillarmente lungo il percorso. Le antiche infrastrutture romane costituiscono il cardine su cui attestare iniziative mirate alla valorizzazione culturale ( sviluppo dell’attività museali lungo il tracciato, promozione delle campagne di scavo, azioni di valorizzazione ambientale e di miglioramento paesaggistico dei contesti interessati, di recupero delle antiche tradizioni, sviluppo di progetti editoriali per la divulgazione della conoscenza dei siti). b) Città murate La Regione promuove la costituzione di un sistema culturale diffuso rappresentato dalla rete delle città murate medioevali e rinascimentali del Veneto e incentiva l’elaborazione congiunta di strategie finalizzate alla individuazione delle potenzialità della risorsa culturale, al recupero delle strutture edilizie caratterizzanti degradate, alla riqualificazione dei contesti significativi per la percezione dei luoghi, alla promozione delle attività connesse alla valorizzazione e fruizione di beni culturali e allo sviluppo delle discipline attinenti al restauro degli stessi. I Comuni, nei propri strumenti di pianificazione, individuano le iniziative idonee a favorire l’inserimento o il consolidamento di funzioni, anche di eccellenza, con riferimento al carattere di città murata e predispongono, sulla base di tali indicazioni, gli studi di fattibilità di cui alla L.R. n. 15/2003, al fine della costruzione di “quadri di coerenza programmatici” condivisi fra Regione ed enti locali. c) Ville venete

La Regione, d’intesa con l’Ente Regionale Ville Venete, appoggia la costituzione di un sistema culturale diffuso rappresentato dalla rete delle dimore storiche del Veneto e favorisce l’elaborazione di strategie finalizzate alla tutela delle stesse, alla salvaguardia dei contesti paesaggistici storicamente connessi, alla promozione della loro conoscenza, al miglioramento della fruizione, allo sviluppo dell’offerta culturale-turistica, alla ricerca e all’incremento delle ricadute sullo sviluppo territoriale del contesto. d) Luoghi della Grande Guerra La Regione, a testimonianza del patrimonio di valori umani e civili espressi nel corso della prima guerra mondiale promuove l’individuazione, il censimento, la catalogazione, il recupero e la valorizzazione dei beni storici, architettonici e culturali correlati a tale evento, nonché dei contesti ambientali di particolare valenza naturalistica. La Regione favorisce altresì la lettura complessiva dei segni del conflitto bellico dando impulso ad iniziative comuni a tutti i siti interessati volte all’ approfondimento dei fatti accaduti, alla conservazione della memoria storica, allo sviluppo culturale-turistico dei luoghi. e) Luoghi dell’archeologia industriale La Regione, anche con la collaborazione di altri enti, promuove la valorizzazione dei siti di archeologia industriale del Veneto attraverso studi, ricerche, censimenti, riguardanti i manufatti architettonici, l’ambiente, il paesaggio e le infrastrutture, le fonti documentarie e archivistiche, i macchinari e le attrezzature, i saperi produttivi, le vicende della produzione industriale e gli aspetti della storia tecnica, sociale ed economica collegati. La Regione sostiene inoltre la catalogazione, la conservazione e lo sviluppo della conoscenza del patrimonio industriale attraverso la salvaguardia di archivi, macchine e altre testimonianze della civiltà industriale e del lavoro, la formazione degli operatori e la promozione culturale-turistica del patrimonio industriale. f) Luoghi della fede La Regione promuove la tutela e la valorizzazione dei santuari, dei sacri monti e dei complessi monastici isolati nonché dei lori percorsi monumentali di accesso e delle vie della fede che li collegano. 3. La Regione riconosce in particolare: a) i sistemi lineari ordinatori del territorio da valorizzare: via Ostiglia; b) il sistema delle polarità culturali e storico ambientali: urban labor di Rovigo; c) il sistema delle politiche per la valorizzazione del territorio; d) i sistemi difensivi regionali di epoca moderna e contemporanea. ARTICOLO 61 - Parchi culturali 1. La Regione tutela e valorizza i luoghi, le case, le strade e gli insediamenti che hanno ispirato la vita e le opere di autori e figure culturali eminenti prevedendo la realizzazione di Parchi culturali dedicati e destinati a far conoscere meglio i caratteri dei luoghi in cui sono nate le opere letterarie. 2. I Parchi culturali non hanno confini territoriali ma raccolgono spazi anche immaginari. In tali contesti sono salvaguardate le esperienze visive ed emozionali dell’autore e promosse attività portatrici di contenuti culturali. Sono sostenute le iniziative volte a effettuare interventi per il ripristino del ricordo del letterato o della sua ispirazione, tenendo conto dell’ambiente, del paesaggio, della storia, delle tradizioni. ARTICOLO 62 - Progetto Architettura del Novecento nel Veneto 1. La Regione formula un primo elenco degli edifici, manufatti e dei sistemi di edifici rappresentativi della produzione architettonica del Novecento ( allegato A).

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2. Periodicamente la Giunta Regionale sottopone ad aggiornamento l’elenco regionale anche su segnalazione di Province, Ordini Professionali, associazioni e privati. 3. I Comuni in sede di redazione dei propri strumenti di pianificazione provvedono ad implementare l’elenco mediante un tavolo di concertazione a regia regionale nonché ad attivare specifiche e differenziate politiche locali di salvaguardia e valorizzazione. 4. Fino all’adeguamento degli strumenti di pianificazione comunale per gli edifici e sistemi di edifici di cui al comma 1, è vietata la demolizione e l’alterazione significativa dei valori architettonici, costruttivi e tipologici.

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Titolo IX

Montagna del Veneto

ARTICOLO 63 - Sistema delle politiche di coordinamento 1. La Regione coordina le politiche territoriali allo scopo di favorire la competitività del territorio montano, caratterizzato da svantaggi geografici o naturali che aggravano i problemi dello sviluppo, riconoscendo e valorizzando il servizio che la montagna svolge nei confronti dell’intero territorio regionale e i maggiori oneri connessi con l’abitarvi. 2. La Regione riconosce la specificità dei sistemi insediativi montani e promuove la valorizzazione delle attività della montagna all’interno delle reti di scambio e di relazioni di carattere regionale, la ricerca e l’innovazione nel settore della progettazione e della produzione edilizia attraverso l’uso di materiali ecocompatibili, il risparmio energetico, il corretto inserimento paesaggistico e le sistemazioni degli spazi aperti. 3. La Regione valorizza le attività produttive sostenibili e compatibili con le specificità dei luoghi connesse alla rete infrastrutturale; a tale scopo favorisce d’intesa con le Province: I. la connessione del sistema produttivo bellunese alla dorsale di collegamento con il corridoio V e il potenziamento del polo fieristico di Longarone; II. le relazioni dell’Altopiano di Asiago con Bassano e Thiene con l’asse della superstrada Pedemontana Veneta e la Valsugana; III. il collegamento delle montagne veronesi con il sistema relazionale di Affi e la città di Verona: IV. la valorizzazione del “sistema produttivo polifunzionale montano”; V. il riconoscimento e la valorizzazione delle produzioni tipiche di qualità, promuovendo iniziative finalizzate alla conoscenze dei prodotti e dei luoghi di produzione e favorendo la realizzazioni di strutture per la loro lavorazione e commercializzazione. VI. la realizzazione di iniziative finalizzate alla valorizzazione

delle risorse locali ai fini energetici con l’obiettivo di garantire una migliore qualità della vita per le popolazioni montane. 4. La Regione, d’intesa con le provincie di Belluno, Treviso, Vicenza e Verona, predispone il progetto strategico “Dolomiti e Montagna Veneta” sulla base delle seguenti indicazioni: a) lo sviluppo dell’attività economica industriale e turistica anche al fine di assicurare la permanenza delle popolazioni, quale garanzia di presidio e tutela del territorio; b) la permanenza dei servizi e delle attività produttive quale elementi indispensabili alla vita della comunità e per assicurarne la competitività; c) la cura e la manutenzione dei paesaggi agrosilvopastorali quale serbatorio di biodiversità e elemento fondamentale dell’identità locale; d) la continuità delle espressioni culturali e materiali delle comunità. 5. I Comuni in sede di pianificazione indicano ambiti territoriali, paesaggi e contesti edilizi meritevoli di salvaguardia, sostegno e valorizzazione, individuano e delimitano le zone di dispersione insediativa, individuano manufatti e contesti da destinare ad attività produttive e di servizio, per l’ospitalità e la formazione ambientale e disciplinano lo sviluppo urbano di fondovalle nel rispetto del caratteri insediativi locali e del valore naturalistico e paesaggistico del territorio. ARTICOLO 64 - Territori Montani 1. Nei territori montani, prealpini e collinari la Regione valorizza la conoscenza del patrimonio geomorfologico e naturalistico e promuove altresì: a) per il Territorio Bellunese, d’intesa con la Provincia di Belluno, iniziative per realizzare la “regione delle Dolomiti” quale sistema territoriale prioritario di relazione tra le città alpine;

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b) per il Territorio Vicentino, d’intesa con la Provincia di Vicenza, iniziative per realizzare la “regione degli Altipiani” quale sistema territoriale prioritario di relazione tra montagna e pianura; c) per il Territorio Veronese, d’intesa con la Provincia di Verona, iniziative per realizzare la “regione del Garda-Baldo e dei Lessini” quale sistema territoriale per la valorizzazione naturalistica dei luoghi; d) per la Fascia prealpina e collinare, d’intesa con le Provincia di Padova, Treviso, Vicenza e Verona iniziative per realizzare la “regione delle Colline” quale sistema territoriale prioritario per il miglioramento della qualità ambientale. 2. Nei territori di cui al comma 1 la Regione promuove: a) i progetti di alta formazione, di innovazione e di trasferimento di conoscenze da svolgersi per e nelle aree montane; b) il superamento del sistema del digital divide legato all’indisponibilità di infrastrutture e servizi a banda larga assicurando lo sviluppo della infrastruttura telematica e l’impiego delle tecnologie digitali, anche mediante investimenti per la realizzazione di reti ad alta velocità capaci di raggiungere tutti gli utenti. 3. All’interno dei sistemi insediativi di valle i Comuni provvedono, anche mediante PATI, ad organizzare la residenza in modo tale da evitare il fenomeno della dispersione di fondovalle. ARTICOLO 65 - Terre di uso civico e proprietà collettive 1. La valorizzazione delle terre di uso civico e delle proprietà collettive si attua anche mediante la tutela ambientale e il presidio del territorio. 2. Nelle terre di uso civico e nelle proprietà collettive l’esercizio delle attività agro-silvo-pastorali e in particolare dei diritti collettivi di pascolo, legnatico e rifabbrico, costituisce espressione dell’identità delle popolazioni locali, valore storico-culturale e paesaggistico, nonché strumento necessario alla manutenzione e tutela del territorio medesimo; in tale ambito va promossa la conoscenza dei valori naturalistici, paesaggistici e storicoculturali. 3. Al fine di favorire la razionalizzazione e l’autosostenibilità energetica delle zone montano-rurali i Comuni garantiscono il diritto collettivo di legnatico quale sistema di approvvigionamento di fonti energetiche rinnovabili.

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Titolo X

Città, motore del futuro

ARTICOLO 66 - Il sistema di città 1. La Regione riconosce alle città e ai sistemi delle città venete un ruolo centrale nella visione di sviluppo del Terzo Veneto, anche in relazione alle potenzialità offerte dai corridoi europei plurimodali, e individua l’organizzazione del sistema insediativo veneto come una Rete di Città costituita da : a) la piattaforma metropolitana dell’Ambito Centrale (Vicenza, Padova, Venezia, Treviso); b) l’Ambito Occidentale di rango metropolitano (Verona); c) l’Ambito Pedemontano; d) l’Ambito Esteso (tra Adige e Po); e) le Città Alpine; f) le Città Costiere (lacuali e marine). 2. La Rete di Città si articola e si struttura in relazione al sistema della mobilità al fine di spostare una consistente parte della domanda di trasporto dal mezzo privato alla rete pubblica; le stazioni del SFMR e gli accessi alla rete viaria primaria costituiscono elementi nodali per la riorganizzazione dell’intero sistema insediativo e possono essere oggetto di specifico progetto strategico ai sensi dell’art. 26 della L.R. 11/04. 3. Ai fini di razionalizzare lo sviluppo insediativo del Veneto in un’ottica di competizione internazionale, di sostenibilità e di incremento della qualità della vita della popolazione, il PTRC: a) promuove le strategie di rafforzamento della Rete di Città e il coordinamento dei programmi e delle azioni dei Comuni afferenti a ciascun ambito; b) favorisce la crescita e il rafforzamento delle relazioni tra le città capoluogo e le medie città venete. 4. I PAT e i PATI, ciascuno per il proprio ambito, orientano le previsioni entro le strategie generali di rafforzamento della Rete di Città e propongono visioni generali e azioni di sistema o puntuali, anche di scala intercomunale. 5. I PTCP riconoscono l’organizzazione del territorio regionale

basato sulla Rete di Città e definiscono gli ambiti dei PATI per il sistema insediativo diffuso nell’ambito del quale devono, tra l’altro, indicare: a) i criteri assunti nell’ambito intercomunale per promuovere le azioni di riqualificazione del paesaggio e di tutela dei beni culturali e ambientali, sia incorporati nella struttura delle strutture urbane che distribuiti sul territorio; b) i criteri di riqualificazione delle strutture urbane e del territorio in ogni loro parte; c) le misure per perseguire il raccordo funzionale fra reti di trasporto, la gerarchia dei nodi e l’organizzazione dell’accessibilità alle strutture urbane e ai territori; d) il dimensionamento, la distribuzione territoriale, la localizzazione e i criteri di riordino e di organizzazione dei servizi sovra comunali; e) la localizzazione e il dimensionamento degli incrementi residenziali e le regole per la loro progettazione, attenta a rigorosi criteri di qualità paesaggistica, architettonica e prestazionale. f) il raccordo funzionale fra reti di trasporto, la gerarchia dei nodi e l’organizzazione dell’accessibilità a città e territori; g) i criteri del riordino del sistema produttivo e commerciale distribuito sul territorio; h) la dimensione, i criteri di distribuzione territoriale, la localizzazione e i criteri di organizzazione dei servizi sovra comunali e delle aree produttive orientando le scelte di localizzazione dei principali incrementi residenziali. ARTICOLO 67 - Azioni sulla città 1. I Comuni predispongono piani, programmi ed azioni volti a: a) riorganizzare complessivamente l’accessibilità alla città ed alle sue parti diversificando i modi di trasporto, privilegiando le reti di trasporto pubblico e prevedendo ampie

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zone pedonali e una estesa rete di percorsi ciclabili; b) tutelare i centri storici da processi di abbandono da parte di residenti e funzioni pubbliche e private provvedendo alla loro tutela, restauro e rivitalizzazione; c) intervenire con progetti complessivi di scala urbana sulle aree dismesse o dismissibili per ricomporre aspetti funzionali della città e promuovere la riorganizzazione delle centralità, elevare la dotazione degli standard di servizi esistenti e introdurne di nuovi, eliminare aree di degrado economico e sociale e riqualifcare i paesaggi urbani abbandonati; d) predisporre piani e progetti di riqualificazione dei quartieri periferici e di ogni parte di città la cui qualità può essere migliorata, integrando in essi politiche relative ai servizi, all’accrescimento delle superfici permeabili e di quelle destinate a verde, agli obiettivi di risparmio energetico e della qualità ambientale; e) attivare estese politiche relative alla residenza, sia pubblica e sociale che privata, per contenere il disagio abitativo nelle sue varie componenti quantitative e qualitative, anche con processi di sostituzione e perseguendo, ove possibile e opportuno, programmi di densificazione per ottimizzare gli investimenti pubblici e privati e contenere il consumo di territorio; f) predisporre strategie di raccordo degli insediamenti urbani con i temi ecologici, paesaggistici ed ambientali per concepire la città come aperta e partecipe della rete ecologica regionale, in grado di contribuire alla complessiva sostenibilità delle strutture della società regionale.

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ARTICOLO 68 - Riordino del sistema insediativo e criteri di progettazione 1. Le Province e i Comuni, nei propri strumenti pianificatori ed urbanistici, predispongono piani e progetti volti al riordino degli insediamenti esistenti e prescrivono i criteri di progettazione di quelli nuovi indicando principi insediativi e criteri di progettazione urbanistica, architettonica e paesaggistica, che riguardano: a) le aree e gli impianti artigianali, industriali e in generale produttivi, entro una visione territoriale ampia che consenta la riduzione del numero delle aree, il controllo dei flussi di trasporto generati, la razionalizzazione delle reti infrastrutturali di servizio, la riduzione sostanziale dell’inquinamento (aria, acqua, suolo) e della domanda energetica, l’integrazione dei servizi alle imprese, la riqualificazione complessiva paesaggistica e ambientale; b) le aree e gli impianti commerciali, con la revisione del rapporto con la viabilità (strade-mercato), la riorganizzazione complessiva delle sedi viarie e degli spazi privati a ridosso delle stesse, l’arricchimento e diversificazione delle funzioni ospitate, la dotazione di aree verdi, la ricostruzione di un paesaggio complessivo orientato alla qualità architettonica, urbanistica e paesaggistica di ciascuna area; c) le aree residenziali, con la riorganizzazione di quelle esistenti e l’adozione di innovativi criteri di progettazione per le nuove, con obiettivi di qualità nell’inserimento territoriale e del paesaggio costruito e principi insediativi che prevedano complessi residenziali organici e di adeguata dimensione, la dotazione di spazi pubblici di complessità e qualità elevate, la scelta di tipologie edilizie in linea con la evoluzione della domanda sociale, la definizione di alti livelli prestazionali relativamente a risparmio energetico, durabilità e tutela ambientale; d) la concentrazione di servizi territoriali pubblici e privati che devono prevalentemente insistere su aree connesse con i nodi organizzati della rete ferroviaria e stradale valutando, nella scelta di localizzazione e aggregazione dei nuovi insediamenti, la gerarchia delle reti, i nodi e il rango dei servizi.

ARTICOLO 69 - Le Città Medie 1. Il PTRC riconosce l’insostituibile funzione delle Città Medie, con popolazione compresa fra i 20.000 e i 50.000 abitanti, come localizzazioni elettive dei principali incrementi residenziali a presidio della organizzazione del territorio veneto. 2. La Regione favorisce la costituzione delle Città Medie in Rete di Città e sostiene i piani, i programmi e i progetti volti a realizzarla. ARTICOLO 70 - Le città costiere 1. Il PTRC riconosce il sistema delle città costiere, lacuali e marine, come risorsa per la difesa e la gestione degli ambiti storici, paesaggistici e ambientali nonché per l’offerta di servizi alle popolazioni insediate e il miglior esercizio delle attività turistica. 2. La Regione promuove e sostiene le strategie di rafforzamento della Rete di Città e il coordinamento dei programmi e azioni previste nei PTCP o promossi dai Comuni afferenti a ciascun ambito, con particolare riguardo a quelli su scala intercomunale. 3. I Comuni nei PAT e PATI devono: a) tutelare e valorizzare l’unicità dei luoghi; b) diversificare le funzioni urbane; c) migliorare e controllare le relazioni fra strutture urbane, l’uso turistico e il fronte delle acque assicurandone l’accessibilità e riservando ampi tratti inedificati lungo le coste quali corridoi protetti per le relazioni ecologiche e ambientali fra le aree interne e i laghi o il mare; d) contenere e controllare gli impatti della pressione turistica sulle risorse; e) promuovere la riqualificazione di ogni parte di città e delle strutture urbane e turistiche esistenti per adeguarle alle esigenze rinnovate della domanda adottando a tal fine idonee misure di premialità (perequazione, credito edilizio, compensazione urbanistica).


Titolo XI

Atlante ricognitivo del paesaggio

ARTICOLO 71 - Ambiti di Paesaggio - Atlante ricognitivo 1. L’Atlante ricognitivo degli Ambiti di Paesaggio, quale prima ricognizione finalizzata alla predisposizione del piano paesaggistico da attuare d’intesa con i Ministeri competenti, definisce il quadro di riferimento per la conoscenza dei caratteri del paesaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo interessano. 2. Ai fini del comma 1 il territorio regionale si articola in trentanove ambiti di paesaggio, identificati e perimetrati in base ai caratteri strutturali, naturali e culturali, del territorio. I perimetri degli ambiti di paesaggio individuati dal PTRC hanno valore indicativo e non costituiscono vincolo per la successiva pianificazione di dettaglio. 3. L’Atlante si articola in: a) relazione illustrativa b) schede degli ambiti di paesaggio c) obiettivi e indirizzi di qualità paesaggistica 4. Le schede degli ambiti di paesaggio descrivono i caratteri, i valori naturalistico–ambientali e storico–culturali del paesaggio e le dinamiche di trasformazione che interessano ciascun ambito. Le descrizioni contenute nelle schede portano alla definizione degli obiettivi di qualità paesaggistica d’ambito. 5. Gli obiettivi di qualità paesaggistica contenuti nell’Atlante, in conformità alla Convenzione Europea del Paesaggio, hanno valore di indirizzo, non prescrittivo, e costituiscono quadro di riferimento per la pianificazione di dettaglio, la pianificazione provinciale, comunale e intercomunale e la pianificazione di settore.

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Titolo XII

Norme transitorie e finali

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ARTICOLO 72 - Norme transitorie 1. In attesa della disciplina dei beni paesaggistici di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004, per gli ambiti di cui all’allegata tavola “PTRC 1992”, recante la ricognizione dello stato di attuazione della Tav. 9 del PTRC 1992, valgono le seguenti disposizioni: a) gli ambiti già attuati sono soggetti alle specifiche normative dettate dai vigenti Piani Ambientali dei parchi e delle aree protette di interesse locale nonché dei Piani d’Area; b) gli ambiti di valore archeologico e naturalistico-ambientale non ancora attuati possono essere disciplinati, fatto salvo il Piano Faunistico Venatorio regionale di cui alla legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1, mediante i Piani di Area dell’art. 48 della legge regionale 23 aprile 2004 n. 11, oppure attraverso PAT o PATI, contenenti: b1.) l’individuazione dei valori di interesse storico-culturale e naturalistico-ambientale; b2.) l’individuazione degli elementi e delle invarianti da salvaguardare e valorizzare; b3.) la determinazione degli interventi conservativi, riqualificativi, di recupero e miglioramento da attuarsi; b4.) la regolamentazione delle attività e degli interventi compatibili, con particolare riguardo a quelli edilizi, alle opere di urbanizzazione, all’impianto di infrastrutture e attrezzature, alla circolazione e navigazione a motore; b5.) la disciplina degli elementi e delle attività non compatibili al fine del ripristino dei valori attribuiti all’ambito. 2. Per gli ambiti relativi ai beni paesaggistici di cui agli articoli 136 e 142 del decreto legislativo n. 42 del 2004 continua ad applicarsi la rispettiva disciplina anche nel rispetto dell’articolo 145 del medesimo decreto. 3. Sono fatte salve le previsioni degli strumenti urbanistici generali, o loro varianti, approvati dopo l’entrata in vigore del

PTRC 1992. ARTICOLO 73 - Efficacia del PTRC 1. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 72, decorsi quindici giorni dalla pubblicazione della delibera di approvazione del presente Piano nel Bollettino Ufficiale della Regione (BUR) cessa di produrre i suoi effetti il PTRC 1992. ALLEGATI: A - Progetto architetture del Novecento nel Veneto.


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Allegato A alle Norme Tecniche del PTRC

Primo elenco provinciale delle Architetture del Novecento nel Veneto

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Provincia di Belluno

1. Municipio, edificio pubblico, 1972-78, Edoardo Gellner, Enzo Galli, Via Roma, 24, Auronzo di Cadore. 2. Scuola elementare “A. Gabelli”, attrezzatura per l’istruzione, 1933-1934, Agostino e Guglielmo Zadra, Piazzale C. Battisti, 4, Belluno. 3. Casa Ceccato, casa unifamiliare, 1957[?]-1959, Bruno Mo-

rassutti e Angelo Mangiarotti, Via Piave, 4, Belluno. 4. Palazzo “Coletti”, edificio residenziale, 1910-1911, Riccardo Alfarè, Piazzale C. Battisti, Belluno. 5. Garage Tonegutti poi “Bellotti”, parcheggio, 1922, Riccardo Alfarè, Via I. Caffi, Belluno. 6. Palazzo delle Poste, edificio pubblico, 1933-1937, Alberto Alpago Novello, Piazza Castello, Belluno. 7. Ponte della Vittoria, ponte, 1925, E. Miozzi, Riccardo Alfarè, Belluno. 8. Cinema “Italia”, edificio per lo spettacolo, 1926, Riccardo Alfarè, Via Garibaldi, Belluno. 9. Palazzo Benetta, edificio residenziale, 1950-1952, Riccardo Alfarè, Via Segato, 25, Belluno. 10. Centro Dilform, edificio polifunzionale, 1969-1970, Enrico Perego, Massimo Tessari, Enzo Galli, Via T. Vecellio, 105, Belluno. 11. Le Stue del Nevegal, edificio residenziale, 1974 - 1975, Enrico Perego, Località Nevegàl, Belluno. 12. Villaggio ENI - VILLAGGIO, complesso residenziale, 1954-63, Edoardo Gellner, Corte, Borca di Cadore. 13. Villaggio Eni, edifici residenziali, 1955-1963, Edoardo Gellner, Corte, Borca di Cadore 14. Villaggio ENI - Chiesa, edificio per il culto, 1954-63, Edoardo Gellner, Carlo Scarpa, Corte, Borca di Cadore. 15. Villaggio ENI - Albergo Boite, albergo, 1954-63, Edoardo Gellner, Corte, Borca di Cadore. 16. Villaggio ENI - Colonia, attrezzatura ricettiva, 1954-63, Edoardo Gellner, Corte, Borca di Cadore. 17. Villaggio ENI - Campeggio, attrezzatura ricettiva, 195463, Edoardo Gellner, Corte, Borca di Cadore. 18. Casa Costantini, casa unifamiliare, 1976-1981, Edoardo Gellner, Località Villanova, Borca di Cadore 19. Azienda di Soggiorno e Turismo, attrezzatura ricettiva,


1976-1980, Edoardo Gellner, Borca di Cadore 20. Trampolino Olimpico Italia, attrezzatura sportiva, 1955, Pietro Pozzati, Località Zuel, Cortina d’Ampezzo. 21. Stazione Funiviaria, stazione, 1958-60, Clemente Busiri Vici, Località Mandres, Cortina d’Ampezzo. 22. Sacrario Militare, monumento funebre, 1935, Giovanni Raimondi, Pocol, Cortina d’Ampezzo. 23. Palazzo TELVE, edificio pubblico, 1953-55, Edoardo Gellner, Largo. Poste, 18, Cortina d’Ampezzo. 24. Palazzo delle Poste, edificio pubblico, 1953-55, Edoardo Gellner, Largo Poste, 18, Cortina d’Ampezzo. 25. Casa Giavi, casa unifamiliare, 1954-55, Edoardo Gellner, Cortina d’Ampezzo. 26. Ca’ del cembro, edificio residenziale, 1950-1953, Edoardo Gellner, Via Menardi Cortina d’Ampezzo, Cortina d’Ampezzo 27. Residence Palace, edificio residenziale, 1954-1956, Edoardo Gellner, Cortina d’Ampezzo 28. La Meridiana, albergo, 1950-1952, Edoardo Gellner, Cortina d’Ampezzo. 29. Motel Agip, albergo, 1954-1956, Edoardo Gellner, Cortina d’Ampezzo. 30. Casa Menardi, villa unifamiliare, 1947-1948, Edoardo Gellner, Cortina d’Ampezzo 31. Studio per lo scultore Augusto Murer, casa unifamiliare, Progetto 1970 Realizzazione 1970-71, Giuseppe Davanzo, Frazione Molino, Falcade. 32. Scuola elementare, edificio per l’istruzione, 1976-79, Igino Cappai, Pietro Mainardis, Località Boscariz, Feltre. 33. Asilo Nido e Scuola Materna, edificio per l’istruzione, 1975-79, Igino Cappai, Pietro Mainardis, Località Pasquer, Feltre. 34. Centrale idroelettrica “Diga di Pontesei”, edificio per l’industria, Progetto1958 Realizzazione1960, Ignazio Gardella, Località Pontesei, Forno di Zoldo. 35. Casa Davanzo, casa unifamiliare, 1961-1966, Edoardo Gellner, Località Pecol, Forno di Zoldo 36. “Fogher”, edificio residenziale, 1963-1976, Edoardo Gellner, Località Pecol, Forno di Zoldo 37. “Bel Pra”, edificio residenziale, 1976-1979, Edoardo Gellner, Località Mareson, Forno di Zoldo 38. Piazza “Busa de Ciare”, piazza, 1986-1988, Edoardo Gellner, Laggio, Vigo di Cadore 39. Scalinate, attrezzature urbane, 1965, Francesco Tentori, Gianni Avon, Via Roma, Longarone. 40. Cimitero, cimitero, 1966-1972, Gianni Avon, Francesco Tentori, Marco Zanuso, Località Muda Maè, Longarone. 41. “Bunker”, edificio residenziale, 1964, Valeriano Pastor, Loc. Bez - Via A. Manzoni, Longarone. 42. Scuole Elementari “Bambini del Vajont”, edificio per l’istruzione, 1976-1979, Costantino Dardi, Piazza Mazzolà, Longarone. 43. Chiesa dell’Immacolata Concezione della Vergine, edificio per il culto, 1966-1978, Giovanni Michelucci, Piazza J. Tasso, Longarone . 44. Quartiere residenziale in area “Parco Malcom”, complesso residenziale, 1969 1970, Edoardo Gellner, Area del Parco Malcom, Longarone. 45. Albergo- Scuola Enalc, edificio scolastico, 1969 1970, Edoardo Gellner, Area del Parco Malcom, Longarone. 46. Chiesa parrocchiale, edificio per il culto, 1969, Enrico Perego, Massimo Tessari, Giorgio Garau, Anna Zille, Piazza 4 Novembre, Lozzo di Cadore. 47. Tomba Lazzari, monumento funebre, 1969, Carlo Scarpa, Cimitero Comunale, Quero. 48. Casa Curto, ville e case unifamiliari, 1976-1978, Carlo Scarpa, Via Piave, Quero. 49. Sacrario Militare Germanico, monumento funebre, 1936 1939, Robert Tischler, Col Maor, Via Giovanni XXIII 1, Quero. 50. Chiesa delle Roe, edificio per il culto, 1969, Enrico Perego,

Massimo Tessari, Località Roe Alta, Sedico. 51. Centrale Idroelettrica, edifico per l’industria, Progetto1942 Realizzazione1943, Giuseppe Berti, Località La Stanga, Sedico. 52. Centrale “Achille Gaggia”, edifico per l’industria, Progetto 1948 Realizzazione 1951, Giuseppe Mignozzi, Soverzene. 53. Ponte sul fiume Piave, ponte, 1949-1950, Carlo Pradella, Lago di Centro Cadore, Vallesella di Domegge (S. Vito). 54. Ponte Canale, ponte, Zorzi, Gardona, Castellavazzo.

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Provincia di Padova

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1. Palazzo Per L’istituto Nazionale Di Assicurazione Ina, Edificio Direzionale, 1930, Miozzo, Piazza Insurrezione, Padova. 2. Casa Pardo In Via Barbarigo, Casa Unifamiliare, 1931, Miozzo, Via Barbarigo, Padova. 3. Edificio In Via Trieste, Edificio Residenziale, 1931, Mansutti, Via Trieste, Padova. 4. Casa Del Fascio Di Monta’, Edificio Pubblico, 1932, De Giorgio Quirino, Via Monta’, Padova. 5. Casa Unifamiliare In Via Giotto, Edificio Residenziale Unifamiliare, 1932, De Giorgio Quirino, Via Giotto, Padova. 6. Casa Della Giovane Italiana In Via Diaz, Edificio per L’istruzione, 1933, Mansutti - Miozzo, Via Diaz, Padova. 7. Edificio Per Due Abitazioni In Via Configliacchi, Edificio Residenziale, 1933 1934, Mansutti - Miozzo, Via Configliacchi, Padova. 8. Casa A Torre In Via Emanuele Filiberto, Edificio Residenziale E Direzionale, 1933 1934, Torres Duilio, Via Emanuele Filiberto, Padova. 9. Palazzo Valle Primo In Via Busonera, Edificio Residenziale E Direzionale, 1934, Mansutti - Miozzo, Via Busonera, Padova. 10. Casa Del Fascio Di Noventa Padova.na, Edificio Pubblico, 1934, De Giorgio Quirino, Noventa Padova.na, Padova. 11. Casa Doriguzzi In Via Nizza, Edificio Residenziale Unifamiliare, 1934, De Giorgio Quirino, Via Nizza, Padova. 12. Casa Del Fascio Abano Terme, Edificio Pubblico, 1934 1935, Calabi Daniele, Abano Terme, Padova. 13. Liviano, Edificio per L’istruzione, 1934 1938, Ponti Gio, Piazza Capitaniato, Padova. 14. Palazzo Valle Secondo In Via Busonera, Edificio Residenziale E Direzionale, 1935, Mansutti - Miozzo, Via Busonera, Padova. 15. Portale Della Fiera, Padiglione, 1935, Tombola Giuseppe, Via Tommaseo, Padova. 16. Ristrutturazione Istituto Di Fisica Dell’università’, Edificio per L’istruzione, 1935, Calabi Daniele, Via F. Marzolo, Padova. 17. Casa Del Fascio Di Piazzola Sul Brenta, Edificio Pubblico, 1936, De Giorgio Quirino, Piazzola Sul Brenta, Padova. 18. Casa Del Fascio Di Vigonza, Edificio Pubblico, 1936, De Giorgio Quirino, Vigonza, Padova.

19. Borgo Rurale Littorio Candiana, Complesso Residenziale E Produttivo, 1936 1937, De Giorgio Quirino, Candiana, Padova. 20. Borgo Rurale Grinzato E Teatro Vigonza, Complesso Polifunzionale E Residenziale, 1936 1937, De Giorgio Quirino, Vigonza, Padova. 21. Gruppo Rionale Fascista Bonservizi (Centro Sportivo Universitario), Edifico Pubblico, 1936 1938, De Giorgio Quirino, Via Giordano Bruno, Padova. 22. Palazzo Cogi, Edificio Pubblico, 1936 1938, Peressutti Gino, Piazza Insurrezione, Padova. 23. Palazzo Inps, Edificio Pubblico, 1936 1938, Peressutti Gino, Piazza Insurrezione, Padova. 24. Cinema Teatro Concordi, Edificio per Lo Spettacolo, 1936 1941, Brunetta - Briani - Balduzzo, Via S. Martino Solferino, Padova. 25. Stazione Di Servizio Di Monselice, Stazione Di Servizio, 1937, De Giorgio Quirino, Monselice, Padova. 26. Casa Mansutti, Edificio Residenziale Unifamiliare, 1938 1945, Mansutti - Miozzo, Via Facciolati 70, Padova. 27. Case Accoppiate In Via Dei Cappuccini, Edifici Residenziali Unifamiliari, 1937, Mansutti - Miozzo, Via Dei Cappuccini, Padova. 28. Casa Del Fascio E Scuola Gerarchi, Edificio Pubblico, 1937 1938, Brunetta Giulio, Cittadella, Padova. 29. Casa Del Fascio Pontelongo, Edificio Pubblico, 1937 1938, De Giorgio Quirino, Pontelongo, Padova. 30. Clinica Neurochirurgica, Struttura Ospedaliera, 1938, Calabi Daniele, Via Giustiniani, Padova. 31. Villa Montesi Sgaravatti, Edificio Residenziale Unifamiliare, 1938, Mansutti - Miozzo, Via Pasquale Paoli, Padova. 32. Gruppo Rionale Fascista Cappellozza (Edificio Scolastico), Complesso Residenziale, 1938, De Giorgio Quirino, Via Cristoforo Moro, Padova. 33. Cortile Nuovo Palazzo Del Bo, Spazio Pubblico, 1940, Fagiuoli, Via VIII Febbraio, Padova. 34. Scala Del Sapere-Rettorato Del Bo, Edificio Per L’istruzione, 1940, Ponti Gio, Via VIII Febbraio, Padova.. 35. Cinema La Quirinetta, Edificio Per Lo Spettacolo, 1945, De Giorgio Quirino, Piazza Insurrezione, Padova. 36. Chiesa Parrocchiale “Santa Croce”, Edificio Per Il Culto, 1946, Brunetta Giulio, Ospedaletto Euganeo, Padova. 37. Cinema Altino E Mignon, Edificio Per Lo Spettacolo, 1946 1952, De Giorgio Quirino, Via Altinate, Padova. 38. Grattacielo In Piazza Insurrezione, Edificio Residenziale E Direzionale, 1948, Munaron Ettore, Piazza Insurrezione, Padova. 39. Autostazione Trionfo “Biri”, Edificio Polifunzionale, 1949 1950, Brunetta Giulio, Piazzale Stanga, Padova. 40. Casa Ceccarelli, Edificio Residenziale Unifamiliare, 1951, Calabi Daniele, Via Stellini, Padova. 41. Quartiere Iacp In Via Amba Aradan, Complesso Residenziale, 1951, Brunetta Giulio, Via Amba Aradan, Padova. 42. Quartiere Iacp, Complesso Residenziale, 1951, Brunetta Giulio, Via Delle Melette, Padova. 43. Casa Calabi In Via Alicorno, Edificio Residenziale Unifamiliare, 1951 1955, Calabi Daniele, Via Alicorno, Padova. 44. Edificio Per Appartamenti In Via Vescovado, Edificio Residenziale, 1952, Calabi Daniele, Via Vescovado, Padova. 45. Case Abbinate 1 In Via Alicorno, Edifici Residenziali Unifamiliari, 1952 1953, Calabi Daniele, Via Alicorno, Padova. 46. Edificio E Torre CI Gi, Edificio Residenziale E Direzionale, 1952 1956, Brunetta Giulio, Piazza Insurrezione, Padova. 47. Clinica Pediatrica, Struttura Ospedaliera, 1952 1956, Calabi Daniele, Via Giustiniani, Padova. 48. Residenze Incis, Complesso Residenziale, 1953, Samona’ Giuseppe E Alberto, Via Goito, Padova. 49. Casa Bifamiliare In Via Marco Polo, Edificio Residenziale Bifamiliare, 1953 1954, Brunetta-Calabi, Via Marco Polo, Pa-


dova. 50. Casa Bifamiliare In Via Rosmini, Edificio Residenziale Bifamiliare, 1953 1954, Brunetta-Calabi, Via Rosmini, Padova. 51. Edificio Per Appartamenti In Via Falloppio, Edificio Residenziale, 1953 1954, Brunetta-Calabi, Via Falloppio, Padova. 52. Casa Bucciante Bifamiliare In Via San Pio X, Edificio Residenziale Bifamiliare, 1953 1954, Brunetta-Calabi, Via San Pio X, Padova. 53. Case Abbinate 2 In Via Alicorno, Edifici Residenziali Unifamiliari, 1953 1955, Calabi Daniele, Via Alicorno 5a, Padova. 54. Stazione Siamic E Sede Telve, Edificio Pubblico Per Trasporti, 1953 1955, Brunetta Giulio, Cittadella, Padova. 55. Chiesa Degli Angeli Custodi E Opere Parrocchiali, Edifico Per Il Culto, 1953 1955, Brunetta Giulio, Guizza, Padova. 56. Torre Medoacense In Largo Europa, Edificio Residenziale E Direzionale, 1953 1956, Brunetta Giulio, Largo Europa, Padova. 57. Casa Perissinotto In Via Cavalletto, Casa Unifamiliare, 1953 1956, Morassutti Bruno E Giovanni, Via Cavalletto 19, Padova. 58. Casa Agostini Falk, Edificio Residenziale, 1954 1959, Calabi Daniele, Via Alicorno, Padova. 59. Casa Meneghetti In Via Tiziano Minio, Casa Unifamiliare, 1955, Brunetta Giulio, Via Tiziano Minio, Padova. 60. Cinema Marconi, Edifico Per Lo Spettacolo, 1955, Brunetta Giulio, Abano Terme, Padova. 61. Condominio E Albergo In Via Ospedale, Edificio Residenziale E Albergo, 1955 1956, Calabi Daniele, Via Ospedale, Padova. 62. Condominio In Via Gaspara Stampa, Edificio Residenziale, 1955 1956, Calabi Daniele, Via Gaspara Stampa, Padova. 63. Casa Della Studentessa “Meneghetti”, Edificio Residenziale Per L’istruzione, 1955 1957, Brunetta Giulio, Via Santa Eufemia, Padova. 64. Chiesa Sacro Cuore, Cappella Di San Giuseppe E Opere, Edificio Per Il Culto, 1955 1965, Brunetta Giulio, Abano Terme, Padova. 65. Casa Per Sei Appartamenti In Via Buonarroti, Edifico Residenziale E Commerciale, 1956, Brunetta Giulio, Via Buonarroti, Padova. 66. Cinema Teatro Pio X, Edifico Per Lo Spettacolo, 1956, Bonato Valentino, Via Bonporti, Padova. 67. Asilo E Istituto Maria Ausiliatrice In Via Orsini, Edificio Per L’istruzione, 1956 1958, Brunetta Giulio, Via Orsini, Padova. 68. Quartiere Ina Casa Forcellini, Complesso Residenziale, 1957 1958, Brunetta, Baroni, De Biasi, Malatesta, Morassutti, Scimemi, Quartiere Forcellini, Padova. 69. Complesso Residenziale Sade, Complesso Residenziale, 1957 1958, Calabi Daniele, Piazzola Sul Brenta, Padova. 70. O.P.S.A. Alloggi Personale Casa Della Provvidenza S. Antonio E Chiesa S. Antonio, Edificio Residenziale, 1957 1966, Brunetta Giulio, Sarmeola, Via Della Provvidenza, Padova. 71. Cappella Cesarin, Monumento Funebre, 1958, Brunetta Giulio, Cimitero Maggiore, Padova. 72. Collegio Universitario Cuamm, Edificio Residenziale Per L’istruzione, 1958 1960, Brunetta Giulio, Via San Francesco, Padova. 73. Collegio Universitario Gregorianum, Edificio Residenziale Per L’istruzione, 1958 1962, Brunetta Giulio, Via Proust, Padova. 74. Hotel Astoria, Albergo, 1960, Brunetta Giulio, Abano Terme, Padova. 75. Laboratorio Per L’acceleratore Di Ioni, Edificio Per L’istruzione, 1961, Brunetta Giulio, Legnaro, Padova. 76. Cassa Di Risparmio Di Padova. Ampliamento, Edifico Pubblico, 1961 1964, Ponti - Fornaroli - Rosselli, Piazza Eremitani, Corso Garibaldi, Padova.

77. Istituto Di Chimica Organica, Edificio Per L’istruzione, 1962, Brunetta Giulio, Via Marzolo 3, Padova. 78. Casa Brunetta In Prato Della Valle, Casa Unifamiliare, 1962, Brunetta Giulio, Prato Della Valle, Padova. 79. Collegio Universitario Morgagni, Edificio Residenziale Per L’istruzione, 1963, Brunetta Giulio, Via San Massimo, Padova. 80. Istituto Di Elettrotecnica Ed Elettronica, Edificio per L’istruzione, 1964, Brunetta Giulio, Via Gradenigo, Padova. 81. Autogrill Motta, Stazione Di Servizio, 1965 1967, Nervi Pier Luigi - Bega Melchiorre, Aa 4 - Limena, Padova. 82. Palazzo Dei Noli In Piazza Garibaldi, Edificio Residenziale E Direzionale, 1965 1968, Bega Melchiorre (Coll Lieuvve Op T’ Land), Piazza Garibaldi, Padova. 83. Foro Boario, Edificio Commerciale, 1965 1968, Davanzo Giuseppe, Corso Australia, Padova. 84. Cinema Palladio, Edificio Per Lo Spettacolo, Commerciale E Residenziale, 1966, De Giorgio Quirino, Fontaniva, Padova. 85. Edificio Per Appartamenti E In Via Falloppio, Edificio Residenziale, 1966 1968, D. Calabi E G. Brunetta, Via Falloppio 39, Padova. 86. Tomba Marzetto, Monumento Funebre, 1967, Brunetta Giulio, Cimitero Maggiore, Padova. 87. Cappella Del Complesso Clinico Ospedaliero, Edificio per Il Culto, 1967, Brunetta Giulio, Via Giustiniani, Padova. 88. Istituto Di Ingegneria E Matematica Applicata, Edificio per L’istruzione, 1968, Brunetta Giulio, Via Paolotti, Padova. 89. Restauro Convento Eremitani, Nuova Pinacoteca E Museo Civico, Museo, 1969 1985, Albini Franco - Helg Franca - Albini Marco - Piva Antonio, Piazza Eremitani, Padova. 90. Villa Selene 2000, Villa Unifamiliare, 1970, De Giorgio Quirino, Santa Giustina In Colle, Padova. 91. Istituto Di Microbiologia, Edificio per L’istruzione, 1970 1972, Brunetta Giulio, Via Gabelli, Padova. 92. Banca D’Italia, Edificio Pubblico, 1970 1974, Samona’ Giuseppe E Alberto, Via Roma E Riviera Tito Livio, Padova. 93. Caffè Speak Easy, Attrezzatura Ricettive, 1971, De Giorgio Quirino, Abano Terme, Padova. 94. Mensa Universitaria In Via S. Francesco, Attrezzatura Ricettive Per L’istruzione, 1971 1972, Brunetta Giulio, Via S. Francesco, Padova. 95. Mensa Universitaria In Lungargine Piovego, Attrezzatura Ricettive Per L’istruzione, 1971 1978, Morassutti Bruno, Via Lungargine Piovego, Padova. 96. Tomba Croatto, Monumento Funebre, 1972, Brunetta Giulio, Cimitero Maggiore, Padova. 97. Cimitero Di San Giorgio Delle Pertiche, Cimitero, 1972, De Giorgio Quirino, San Giorgio Delle Pertiche, Padova. 98. Villa Venere, Villa Unifamiliare, 1972, De Giorgio Quirino, Santa Giustina In Colle, Padova. 99. Villa Palazzetto E Giardino Privato, Villa Unifamiliare E Giardino Privato, 1974 1975, Scarpa Carlo, Monselice, Padova. 100. Case Ad Appartamenti A Chiesanuova, Edifici Residenziali, 1975 1978, Cornoldi Adriano, Chiesanuova, Padova. 101. Scuola Media J. F. Kennedy, Edificio Residenziale Unifamiliare, 1976 1977, De Giorgio Quirino, Piazza MartiriSanta Giustina In Colle, Padova. 102. Case In Cooperativa A Schiera, Edificio Residenziale, 1980, Adriano Cornoldi, Piazzola Sul Brenta 103. Altare Maggiore Di Santa Maria Del Torresino, Altare, 1978, Scarpa Carlo E Terrassan, Via Del Seminario, Padova. 104. Unità Abitative A Schiera, Edificio Residenziale, 1979, Adriano Cornoldi, Quartiere Montà, Padova. 105. Case A Ballatoio, Edificio Residenziale, 1979, Adriano Cornoldi, Via Goito, Padova. 106. Chiesa Di San Giuseppe, Edificio Per Il Culto, 1925

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1937, Bonato Vincenzo, Quartiere San Giuseppe, Padova. 107. Palazzo Guzzon, Edificio Residenziale E Commerciale, 1930, Via Lucatello, Padova. Palazzina Via Lucatello, Edificio Residenziale E 108. Commerciale, 1930, Via Lucatello, Padova. 109. Chiesa Di Sacro Cuore, Edificio Per Il Culto, 1931 1957, Bonato Vincenzo, Quartiere Sacro Cuore, Padova. 110. Edificio Per La Società Edilizia Padova.na, Edificio Residenziale E Commerciale, 1932 1934, Briani Gino, Via Verdi-Via Dante, Padova. Restauro Palazzo Dei Montivecchi, Edificio Direzio111. nale, 1934 1936, Berlese Augusto, Via Verdi, Padova. 112. Ex Concessionaria Lancia, Edificio Residenziale E Commerciale, 1936 1036, Via Nicolò’ Tommaseo, Padova. Chiesa Di San Prosdocimo, Edificio Per Il Culto, 113. 1938 1941, Bonato Vincenzo, Porta Ponte Corvo, Padova. 114. Condominio Risorgimento, Edificio Residenziale E Commerciale, 1940 1941, Berlese, Via Risorgimento, Padova. Teatro Congressi Pietro D’Abano, Edificio Per Lo 115. Spettacolo, 1950, Abano Terme, Padova. 116. Hotel Centrale Di Abano Terme, Albergo, 1950 1960, Abano Terme, Padova. 117. Edificio Ex Inail, Edificio Residenziale E Commerciale, 1951 1956, Viligiardi E Ciarlini, Via Martiri Della Libertà, Padova. Condominio Altinate, Edificio Residenziale E Com118. merciale, 1952, Mansutti, Via Altinate, Padova. 119. Condominio Piazzale Stazione, Edificio Residenziale, 1953, Piazzale Stazione, Padova. 120. Chiesa San Pio X, Edificio Per Il Culto, 1953 1959, Bonato Vincenzo, Via Grassi, Padova. 121. Casa Dall’acqua, Villa Unifamiliare, 1957 1961, Calabi Daniele, Via Michele S. Micheli, Padova. Convitto Dell’i.T.C.G. A. Magarotto, Attrezzature Ri122. cettive Per L’istruzione, 1959 1961, Via Delle Cave, Padova. 123. Cappella Dell’i.T.C.G. A. Magarotto, Edificio Per Il Culto, 1963, Via Delle Cave, Padova. 124. Istituto Dell’i.T.C.G. A. Magarotto, Attrezzature Per L’istruzione, 1963, Via Delle Cave, Padova. 125. Stabilimento Itala Pilsen - Birra Peroni, Edificio Direzionale E Produttivo, 1971 1974, Racheli Luigi E Alberto, Viale Industria, Padova. Condominio Via Umberto I, Edificio residenziale, 126. Anni ‘50, Mansutti E Miozzo, Via Umberto I, Padova. 127. Complesso Residenziale Tommaseo/Farini, Edificio Direzionale e Produttivo, Anni 50, Via Tommaseo Via Farini, Padova. 128. Fabbrica Torrefazione Vescovi, Edificio Direzionale E Produttivo, Anni 50, Via Vicenza, Padova.. Municipio E Ufficio Postale Di Cadoneghe, Edificio 129. Pubblico, 1980 1989, Samona’ Giuseppe Con Alberto, Calimani Luisa, Cadoneghe, Padova. 130. Case Ad Appartamenti In Via Falloppio, Edificio Residenziale,1966 1968, Bruno Morassutti, Via Falloppio, Padova.

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Provincia di Rovigo

1. Edificio del Catasto, Agenzia del territorio, Edificio direzionale, Incrocio via Libertà e Corso del Popolo, Rovigo 2. Edificio ex genio civile, Edificio direzionale, corso del Popolo, 129, Rovigo 3. Edificio residenziale e direzionale, corso del popolo, 190, Rovigo 4. “Condominio Fabbrini”, Edificio Residenziale, corso del Popolo, 186, Rovigo 5. Edificio delle Poste e delle Telecomunicazioni, Edificio direzionale, 1931, corso del Popolo, 192, Rovigo 6. Edificio residenziale e direzionale e commerciale, corso del Popolo dal 252 al 270, Rovigo 7. EX INA, Edificio residenziale e direzionale e commerciale, 1938, corso del Popolo dal 153 al 173, Rovigo 8. Tribuna dell’ex Ippodromo “Gabrielli”, Attrezzatura sportiva, viale Tre Martiri, 46, Rovigo 9. Ex ospedale sanatoriale “Umberto Maddalena”, Struttura ospedaliera, piazza Europa, Rovigo 10. Stazione di servizio, viale Porta Adige, 14/A e 14/B, Rovigo 11. Stazione di servizio, Strada Regionale di Adria, 45, Rovigo 12. Scuola materna “Mamma Margherita”, Edificio per l’Istruzione, via D.Piva, 29, Rovigo 13. Chiesa del Cuore Immacolato di Maria e S. Ilario dottore della chiesa detta “Chiesa della Commenda”, Edificio per il culto, piazza Fratelli Cervi, Rovigo 14. Biglietteria del parcheggio, via Cigno, 87, Badia Polesine 15. Torre piezometrica di Sabbioni, via Sabbioni, 220, località Sabbioni, Lendinara 16. Torre piezometrica comunale, Fratta Polesine 17. Torre piezometrica comunale, riviera IV Novembre, Lendinara 18. Torre piezometrica, via Marina, strada per Oca-Taglio di Po 19. Torre piezometrica di Adria, via Badini, Adria 20. Torre piezometrica dell’acquedotto di Rovigo, via Benvenuto Tisi da Garofalo, 11, Rovigo 21. Zuccherificio di Porto Tolle, Edificio Industriale, Strada Regionale, Porto Tolle 22. Sede del partito socialista, via Ca’ Pepoli, 20, Fratta Po-

lesine 23. Museo Archeologico Nazionale di Adria, Museo, via Badini, 59, Adria 24. Cinema multisala, Edificio per lo spettacolo,via Cigno, 247, Badia Polesine 25. Salone del grano all’interno del Palazzo della Camera di Commercio, Industria Artigianato ed Agricoltura di Rovigo, piazza Garibaldi, 6, Rovigo 26. Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, Edifico per il culto, via Roma, 222, Giacciano con Barucchella 27. Scuola a Badia Polesine, Edificio per l’Istruzione, piazza Guglielmo Marconi, 192 Badia Polesine 28. Chiesa dei SS. Vito e Modesto Martiri, Edifico per il culto, piazza Papa Giovanni XXIII, Lusia 29. Cappella votiva di Santa Maria Ausiliatrice, Edifico per il culto, piazza dei Caduti Triestini, Borgo San Giusto, Porto Viro 30. Scuola elementare di Via Miani, Edificio per l’Istruzione, 1960, via Corridoni, 1, Rovigo 31. Villa ad Albarella di Caccia Dominioni, Edificio residenziale, Isola di Albarella 32. Ex dispensario, viale della pace, Rovigo 33. OMNI della Maternità della Commenda, via D. Piva, Rovigo 34. Casa dello scultore Milani, Edificio residenziale, viale Porta Po, Rovigo 35. Teatro comunale di Adria, Edificio per lo spettacolo, Adria 36. Fontana di Attilio Cesellato, Arredo Urbano, piazza Merlin, Rovigo 37. Fontana di Virgilio Dilani, Arredo Urbano, piazza della Stazione, Rovigo. 38. Palestra di Viale Trieste, Attrezzatura per lo sport, 1939, Rovigo 39. Chiesa della Sacra famiglia, Edificio per il culto, via beato Luigi Guanella, 21, Fratta Polesine

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Provincia di Treviso

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1. Centrale di San Floriano, edificio per l’industria, 1919, Vincenzo Ferniani, Strada Statale Alemagna 71. San Floriano, Vittorio Veneto 2. Villino Flora, 1924, Giovanni Flora, Duilio Torres, Via L. Giacomelli 1, Treviso. 3. Centrale di Nove Nuova, edificio per l’industria, 1924, Vincenzo Ferniani, Via del Borgo Nove, Vittorio Veneto. 4. Centrale di Fadalto Nuova, edificio per l’industria, 1926, Vincenzo Ferniani, Calle di Fadalto 71, Fadalto Basso, Vittorio Veneto. 5. Casa da pigione, attrezzatura ricettiva, 1935, Domenico Perona, Via Fra Giocondo 5, Treviso. 6. Ossario di Nervesa, monumento, 1936, Felice Neri, Via degli Eroi 2, Nervesa della Battaglia. 7. Fornaci Balbinot, edificio per l’industria, 1940, Via delle Fornaci, Fadalto, Vittorio Veneto. 8. Ex banca cattolica del Veneto, edificio pubblico, 1948, Raffaello Bettazzi, Vincenzo Bonato, Via Indipendenza 13, Treviso. 9. Chiesa di S. Martino, edificio per il culto, 1948, Angelo Tramontini, Silvano Zorzi, Corso del Popolo 9, Treviso. 10. Casa Sacconi, casa unifamiliare, 1950, Corrado Fontebasso, Via Montello 5f, Treviso. 11. Scuole elementari Vittorio Veneto, edificio per l’istruzione, 1950, Corrado Fontebasso, Viale Vittorio Veneto 27, Treviso. 12. Casa Citran, casa unifamiliare, 1953, Bruno Lava, Via Libia 1, Treviso. 13. Edificio Ras, edificio per uffici, 1954, Michele Leonarduzzi, Cesare Perusini, Largo Totila 1, Treviso. 14. Provincia di Treviso., edificio pubblico, 1955, Luigi Piccinato, Cia Cesare Battisti 30, Treviso. 15. Villa sui Bastioni, casa unifamiliare, 1955, Angelo Tremontini, Viale dei Mille 11, Treviso. 16. Scuola media L. Stefanini, edificio per l’istruzione, 1956, Angelo Tremontini, Viale III Armata 35, Treviso. 17. Edificio Inps, edificio per uffici, 1958, Ufficio tecnico INPS, Viale Trento e Trieste 6, Treviso. 18. Galleria Altinia, edificio culturale, 1960, Carlo Scarpa, Gemin Luciano, Via Roma 20, Treviso. 19. Chiesa alpina al Monte Tomba, edificio per il culto, 1960, Pietro Celotto, SP 141 Dorsale del Grappa, Cavaso del Tom-

ba. 20. Casa Cavasotto, villa singola, 1960, Mario Bruno, Via Zuccareda 13, Montebelluna. 21. Fabbricato residenziale di otto unità, edificio residenziale, 1963, Mario Bruno, Via dei Paleoveneti, Montebelluna. 22. Casa Schiavetto, villa singola, 1963, Mario Schiavetto, Via Brigata Marche 1, Conegliano. 23. Casa Bandiera, villa singola, 1967, Paolo Bandiera, Treviso. 24. Industrie Sile, edificio per l’industria, 1968, Paolo Bandiera, Umberto Facchini, Via Principale 41, Casier. 25. Pensionato Salce, struttura ricettiva, 1969, Luciano Gemin, Tullio Zagolin, Viale III Armata 4, Treviso. 26. Villa Fanna ai Venturali, villa singola, 1973, Paolo Bandiera, Umberto Facchini, Località Venturali, Villorba. 27. Grafiche Vianello, edificio per l’industria, 1980, Paolo Bandiera, Umberto Facchini, Via Postioma 85, Ponzano. 28. Edificio Ina, edificio per uffici e residenze, 1949 1953, Giuseppe Samonà, Via Roma 10, Largo di Porta Altinia 22-23, Treviso., Treviso. 29. Casa a Casier, casa unifamiliare, 1951 1952, Giuseppe Davanzo, Casier, Treviso. 30. Villaggio coordinato CEP, complesso residenziale, 1956 1960 / 1959 1963, Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl, Vie Sicilia, Sardegna, Campania, Calabria, Puglie, Tre Venezie, Conegliano Veneto, Monigo di Santa Bona. 31. Ampliamento della gipsoteca di Possagno, museo, 1957 1959, Carlo Scarpa, Via Canova 84, Possagno. 32. Casa sul Terraglio I, casa unifamiliare, 1961 1962, Giuseppe Davanzo, San Trovaso, Preganziol. 33. Casa sul Terraglio II, casa unifamiliare, 1961 1962, Giuseppe Davanzo, San Trovaso, Preganziol. 34. Calzaturificio Tecna, edificio per l’industria, 1965 1966, Mario Schiavetto, Nervesa della Battaglia. 35. Scuola Materna, edificio per l’istruzione, 1965 1968, Mario Bruno, Sala d’Istrana. 36. Casa Flaminio Marin, villa singola, 1968 1969, Mario Bruno, Riese Pio X. 37. Guardiola dell’Ospedale Civile di Conegliano, guardiola di accesso, 1968 1969, Mario Bruno, Via dell’Ospedale, Conegliano. 38. Piscine comunali, attrezzatura sportiva, 1968 1970, Luciano Gemin, Giuseppe Davanzo, Giandomenico Cocco, Viale Pindaro 1, Treviso. 39. Scuola Elementare, edificio per l’istruzione, 1968 1971, Mario Bruno, Sala d’Istrana. 40. Tomba Brion, monumento funebre, 1969 1974, Carlo Scarpa, San Vito di Altivole. 41. Complesso industriale ex Brinnel, edificio per l’industria, 1969 1975, Marco Zanuso, Via Fermi 2, Caselle d’Asolo. 42. Casa-Albergo per anziani, struttura ospedaliera, 1969 1984, Giuseppe Davanzo, Via Ospedale, Castelfranco Veneto. 43. Monumento alla Resistenza partigiana, monumento, 1973 1975, Giuseppe Davanzo, Cima Grappa, Crespano del Grappa, Crespano del Grappa. 44. Casa a Valdobbiadene, casa unifamiliare, 1973 1975, Giuseppe Davanzo, Valdobbiadene. 45. Complesso in zona Monticella, complesso residenziale, 1975 1982, Mario Bruno, Via XXIV Maggio, Conegliano. 46. Cassa rurale e artigiana di Casier, edificio pubblico, 1982 1986, Giuseppe Davanzo, Dosson di Casier. 47. Villa Zentellin-Montagna, casa unifamiliare, Via Virgilio 35, Treviso. 48. Villa Salvadoretti, casa unifamiliare, Via Nannetti 69, Vittorio Veneto. 49. Villa razionalista, casa unifamiliare, Via A. Diaz 9, Conegliano. 50. Edificio servizi sociali, edificio pubblico, Via Carducci 28,


Vittorio Veneto. 51. Casa di Riposo di Ceneda, struttura ospedaliera, Piazza Giovanni paolo I, Vittorio Veneto. 52. Stazione ferroviaria centrale, stazione, Piazza Duca D’Aosta, Treviso. 53. Bar Lux, struttura pubblica, Viale della Vittoria 132, Vittorio Veneto. 54. Chiesa di Giavera del Montello, edificio per il culto, Piazza degli Arditi, Giavera del Montello. 55. Parrocchia di San Trovaso, edificio per il culto, Via A. Diaz 1, San Trovaso di Preganziol. 56. Chiesa di San Pio X, edificio per il culto, Via Piave 1, Treviso. 57. Parrocchia di San Liberale, edificio per il culto, Via Mantiero 2, Treviso. 58. Tempio Votivo ai caduti del Piave e alla Fraternità Europea, edificio per il culto, Via Tempio Votivo, SS Pontebbana, 59. Stabilimento Carpenè-Malvolti, edificio per l’industria, Via Antonio Carpenè 1, Conegliano. 60. Stabilimento Colussi, Via Rizzera 150, Vittorio Veneto. 61. Centrale Priula, edificio per l’industria, Viale della Vittoria, SS 13 Pointebbana, Ponte della Priula.

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Provincia di Venezia

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1. Garage Marcon, garage, 1907, G. Torres, Mestre, Venezia. 2. Peschiera di rialto sul Canal Grande, edificio per il commercio, 1907, C. Laurenti, D. Rupolo, Rialto, Venezia. 3. Padiglione del Belgio, padiglione espositivo, 1907, L. Sneyers, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 4. Padiglione della Germania, padiglione espositivo, 1909, D. Dondi, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 5. Padiglione della Francia, padiglione espositivo, 1912, F. Finzi, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 6. Padiglione della Russia, padiglione espositivo, 1914, A. Schoussew, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 7. Nuovo Padiglione Centrale, padiglione espositivo, 1914, G. Cirilli, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 8. Padiglione degli Stati Uniti, padiglione espositivo, 1930, D. e C. Aldrich, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 9. Padiglione dell’Italia, padiglione espositivo, 1932, D. Torres (modifiche), Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 10. Padiglione della Danimarca, padiglione espositivo, 1932, C- Brummer, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 11. Ponte della Libertà, ponte, 1933, Saverio Miozzi, Venezia. 12. Padiglione della Grecia, padiglione espositivo, 1933, A. Papandreu, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 13. Ponte dell’Accademia, ponte, 1934, Saverio Miozzi, Venezia. 14. Aerostazione del Lido, stazione aeroportuale, 1934, Duilio Torres, San Nicoletto, Lido, Venezia. 15. Centrale Termica, edificio per l’industria, 1937, Angiolo Mazzon, Cannaregio, Venezia. 16. Padiglione del Belgio, padiglione espositivo, 1948, V. Vallot (modifiche), Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 17. Ingresso e Biglietteria della Biennale, padiglione espositivo, 1952, Carlo Scarpa, Castello, Giardini della Biennale, Venezia. 18. Urbanizzazione di Sacca Fisola, 1956, G. Samonà, Giudecca, Venezia. 19. Casa Falck, casa unifamiliare, 1958, Daniele Calabi, Via dei Pioppi 75, Jesolo 20. Padiglione della Scandinavia, padiglione espositivo, 1961, S. Fehn, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 21. Cassa di Risparmio di Venezia. edificio pubblico, 1963,

Pierluigi Nervi, A. Scattolin, Campo San Luca, Venezia. 22. Sistemazione del Monumento “La Partigiana”, monumento, 1968, Carlo Scarpa e Sergio Los, Viale dei Giardini Pubblici, Venezia. 23. Hotel Excelsior, attrezzatura ricettiva, 1898 1908, Giovanni Sardi, Lido, Venezia. 24. Villa Monplasir, casa unifamiliare, 1904 1905, G. C. Sullam, Lido, Venezia. 25. Casa Bizantina, casa unifamiliare, 1907 1908, Giuseppe e Duilio Torres, Rio del Gaffaro, Venezia. 26. Palazzo in Bacino, edificio per uffici e abitazioni, 1908 1910, G. C. Sullam, Bacino Orseolo, Venezia. 27. Casa Basso al Ponte delle Guglie, casa unifamiliare, 1909 1911, A. Narduzzi, Venezia. 28. Casa Stern sul Canal Grande, casa unifamiliare, 1909 1912, G. Berti, Canal Grande, Venezia. 29. Edificio ad appartamenti, edificio per abitazioni, 1909 1913, G. Alessandri, V. Fantucci, Corte dell’alboro, Venezia. 30. Casa in Riva Sette Martiri, casa unifamiliare, 1910 1911, P. Canonica, Riva Sette Martiri, Venezia. 31. Complesso Popolare San Rocco, edificio per abitazioni, 1910 1912, F. Marsich, San Rocco, Venezia. 32. Casa de Maria, casa studio unifamiliare, 1910 1913, M. de Maria, Giudecca, Venezia. 33. Casa alle Zattere, edificio per abitazioni, 1911 1912, G. Sardi, Zattere, Venezia. 34. Casa in Campo San Samuele, casa unifamiliare, 1914 1915, A. Sezane, Campo San Samuele, Venezia. 35. Tempio Votivo, 1920 1924, Giuseppe Torres, Riviera Santa Maria Elisabetta, Lido, Venezia. 36. Solarium al Lido, edifici per appartamenti, 1922 1923, D. Torres, Lido, Venezia. 37. Villa Rossi, casa unifamiliare, 1923 1924, Brenno del Giudice, Lido, Venezia. 38. Palazzo della Borsa, edificio per uffici, 1924 1926, Puglisi, Allegra, Calle Larga XXII Marzo, Venezia. 39. Casa Salviati, casa unifamiliare e negozio, 1924 1926, G. Dall’Olivo, Canal Grande, Venezia. 40. Casa del farmacista, casa unifamiliare, 1926 1927, Brenno del Giudice, Lido, Venezia. 41. Padiglione delle Arti Decorative alla Biennale, padiglione espositivo, 1931 1932, Brenno del Giudice, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 42. Casa sul Canale di Cannaregio, casa unifamiliare, 1931 1932, Brenno del Giudice, Cannaregio, Venezia. 43. Autorimessa Comunale, garage Ina, parcheggio, 1931 1934, Eugenio Miozzo, Piazzale Roma, Venezia. 44. Sede dei Vigili del Fuoco a Ca’ Foscari, edificio pubblico, 1932 1934, Brenno del Giudice, Ca’ Foscari, Venezia. 45. Ponte degli Scalzi, 1933 1934, Miozzi, Venezia. 46. Stazione di Venezia. Santa Lucia, stazione, 1933 1936 1952 1955, Angiolo Mazzoni, Paolo Perilli, ufficio tecnico FS, Santa Lucia, Cannaregio, Venezia. 47. Padiglione Austria, padiglione espositivo, 1934 1954, Josep Hoffmann, Robert Kramreiter, Isola di Sant’Elena, Giardini della Biennale, Venezia. 48. Restauro e Riallestimento Cà Foscari, edificio per l’istruzione, 1935 1956, Carlo Scarpa, G. D’Agaro, V.Pastor, Dorsoduro 3246, Venezia. 49. Colonia agli Alberoni, attrezzatura ricettiva, 1936 1937 , Daniele Calabi, Antonio Salce, Strada dei bagni, Alberoni, lido, Venezia. 50. Palazzo del Cinema, edificio per lo spettacolo, 1936 1937 1951 1952, Quagliata, Lido, Venezia. 51. Casinò Municipale del Lido, edificio per lo spettacolo, 1936 1938, Miozzi, Veronese, Lido, Venezia. 52. Nucleo Popolare in Rio San Girolamo, 1940 1942 1954 1956, Bertanza, Rio San Girolamo, Venezia. 53. Casa Bellotto e negozio di tessuti Tessiladriatica, casa


unifamiliare e negozio, 1944 1947, Carlo Scarpa, Cannaregio 4551, 4552A, 4553B, Salizada Del Pistor, Calle dei Preti, Venezia. 54. Allestimento delle Gallerie dell’Accademia, museo, 1945 1959, Carlo Scarpa, Dorsoduro 1050, Campo della Carità, Venezia. 55. Grande Albergo Danieli, struttura ricettiva, 1946 1948, V. Vallot, Riva degli Schiavoni, Venezia. 56. Hotel Bauer, struttura ricettiva, 1946 1949, Marino Meo, Giovanni Sardi, Campo san Moisè, Venezia. 57. Edificio per Abitazioni ed Uffici sul Canal Grande, edificio per abitazioni e uffici, 1949 1954, A. Scattolin, Canal Grande, Venezia. 58. Quartiere INA Casa San Giuliano, complesso per abitazioni, 1949 1956, L. Piccinato, G. Samonà, Mestre, Venezia. 59. Teatro verde, Impianti Sportivi, edificio per lo spettacolo, 1950 1951, A. Scattolin, L. Vietti, Isola di San Giorgio, Venezia. 60. Giardino delle Sculture, monumento, 1950 1952, Carlo Scarpa, Castello, Giardini della Biennale, Venezia. 61. Casa ad appartamenti in via Capuccina, edificio per appartamenti, 1950 1956, E. Venturini, Via Capuccina, Mestre, Venezia. 62. Sede Inail, edificio per uffici, 1950 1957, Giuseppe Samonà, Maria Egle Trincanato, Calle Nuova San Simeone Piccolo, S. Croce, Venezia. 63. Padiglione della Svizzera, padiglione espositivo, 1951 1952, Bruno Giacometti, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 64. Padiglione di Israele, padiglione espositivo, 1951 1952, Zeev Rechter, Castello, Giardini della Biennale, Venezia. 65. Ricostruzione del palazzetto Foscari, edificio per appartamenti, 1951 1954, Marino Meo, Canal Grande, Venezia. 66. Quartiere San Marco Ina Casa, complesso residenziale, 1951 1970, Giuseppe Samonà, Luigi Piccinato. Daniele Calabi e altri, Viale San Marco, Mestre, Venezia. 67. Allestimento delle sezioni storiche del Museo Correr, museo, 1952 1953, Carlo Scarpa, Piazza San Marco, Venezia. 68. Condominio residenziale su Bacino San Marco, edificio per appartamenti, 1952 1954, C. Cristofoli, P. Pavanini, Bacino San Marco, Venezia. 69. Padiglione dell’Olanda, padiglione espositivo, 1953 1955, Gerrit Thomas Rietveld, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 70. Casa Cicogna, edificio residenziale, 1953 1958, Ignazio Gardella, Fondamenta delle Zattere, angolo Calle dello Zucchero, Dorsoduro, Venezia. 71. Padiglione del Venezuela, padiglione espositivo, 1954 1956, Carlo Scarpa, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 72. Biblioteca Ca’ Foscari, ex uffici ENEL, edificio per l’istruzione, 1954 1961, A. Scattolin, L. Vietti, Calle Contarina, Venezia. 73. Padiglione della Finlandia, ora Islanda, padiglione espositivo, 1955 1956, Alvar Aalto, Giardini della Biennale. Castello, Venezia. 74. Padiglione del Giappone, padiglione espositivo, 1955 1956, Takamasa Yoshizaka, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 75. Arredamento dell’Aula Manlio Capitolo, Tribunale, edificio pubblico, 1955 1957, Carlo Scarpa, Tribunale di Venezia. San Polo 119, Rialto, Venezia. 76. Padiglione del Canada, padiglione espositivo, 1956 1958, BBPR, Ludovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 77. Albergo Cipriani, struttura ricettiva, 1956 1958, B. Del giudice, M. Meo, Giudecca, Venezia.

78. Negozio Olivetti, edificio per il commercio, 1957 1958, Carlo Scarpa, Piazza San Marco, Procuratie Vecchie 101, Venezia. 79. Camping di Fusina, attrezzatura ricettiva, 1957 1959, Carlo Scarpa, Via Moranzani, 77, Via Moranzani 13 - 17, Fusina, Venezia. 80. Sede Società Adriatica di Navigazione, edificio per uffici, 1957 1959, A. Scattolin, Calle Larga XXII Marzo, Venezia. 81. Riordino Quadreria del Museo Correr, museo, 1957 1960, Carlo Scarpa, Valeriano Pastor, Egle Trincanato, Piazza San Marco, Venezia. 82. Case ad appartamenti, edificio per appartamenti, 1957 1961, L. Bellemo, Calle Ragusei, Venezia. 83. Istituto tecnico per Geometri, edificio per l’istruzione, 1957 1962, M. Artico, Mestre, Venezia. 84. Edificio per Abitazioni ed Uffici In Via Torino, edificio per abitazioni e uffici, 1958 1959, M. Artico, Via Torino, Mestre, Venezia. 85. Uffici Inps, edificio direzionale, 1958 1961, V. Vallot, Santa Croce, Venezia. 86. Padiglione dei Paesi nordici, Svezia, Norvegia, Finlandia, padiglione espositivo, 1958 1962, Sverre Fehen, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 87. Nucleo Residenziale in via Torre Belfredo, complesso residenziale, 1960 1967, Marino Meo, Mestre, Venezia. 88. Restauro dell’ex Convento Dei Tolentini, edificio per l’istruzione, 1960 1968, Daniele Calabi, Santa Croce 161, Tolentini, Venezia. 89. Casa a Mestre, casa unifamiliare, 1961 1962, Giuseppe Davanzo, Mestre, Venezia. 90. Fondazione Querini Stampalia, edificio pubblico, 1961 1963, Carlo Scarpa, Castello 4778, Santa Maria Formosa, Venezia. 91. Casa Studio Scatturin, casa unifamiliare, 1962 1963, Carlo Scarpa, L. Zianto, San Marco 3906A/3907, Calle degli Avvocati, Venezia. 92. Padiglione del Brasile, padiglione espositivo, 1964 1965, Amerigo Marchesin, Giardini della Biennale, Castello, Venezia. 93. Casa Balboni, casa unifamiliare, 1964 1974, Carlo Scarpa, G. Soccol, S. Los, Dorsoduro 1259, Venezia. 94. ITIS Pacinotti, edificio per l’istruzione, 1965 1968, R. Chirivi, Mestre, Venezia. 95. Fondazione Masieri, edificio pubblico, 1968 1983, Carlo Scarpa, Franca Semi, Dorsoduro 3900, Volta di Canal, Venezia. 96. Scuola Elementare Mauro Chiereghin, edificio per l’istruzione, 1971 1974, Sergio Lenci, Sottomarina, Chioggia 97. Filiale della Banca Cattolica del Veneto, Intesa Spa, edificio amministrativo, per uffici e residenze, 1976 1977, Giuseppe Davanzo, Piazza del Mercato 11 A, Mestre, Venezia. 98. Ingresso della Facoltà di Lettere e Filosofia, edificio per l’istruzione, 1976 1979, Carlo Scarpa, G. Pietropoli, San Sebastiano, Dorsoduro 1686, Venezia. 99. Casa Baruffol, casa unifamiliare, 1976 1980, Leornardo Ricci, Portogruaro 100. Yacht Club al Lido, attrezzatura sportiva, 1979 1981, Igino Cappai, Pietro Mainardis, Hotel Excelsior, Lido, Venezia. 101. Quartiere Iacp a Mazzorbo, complesso residenziale, 1979 1985, Giancarlo De Carlo, Alberto Cecchetto, Connie Occhialini, Daniele Pini, Renato Trotta, Isola di Mazzorbo, Venezia. 102. Quartiere Trevisan IACP alla Giudecca, complesso residenziale, 1980 1986, Gino Valle, G. Macola, M.C. Rendini, G. Camporini, R. Fein, A. Carmelutti, C. Mauro, G. Franceschinis, G. Ceccotti, N. Zizzutto, Giudecca, Area Trevisan, Venezia. 103. Case Economiche Popolari, area Fregnan, complesso residenziale, 1985, 1996 1999, Igino Cappai, Pietro

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Mainardis, Sacca Fisola, Giudecca, Venezia. 104. Chiesa di Sant’Antonio, edificio per il culto, Piazza Sant’Antonio, Marghera, Venezia. Insediamenti residenziali, complesso residenziale, 105. Marghera, Venezia. 106. Centro terapeutico riabilitativo Antenna, struttura ospedaliera, Marghera, Venezia. 107. Torre idrica, torre piezometrica, Piazzale Lazzaro Giovannucci, Marghera, Venezia. Condominio Marghera, edificio per uffici e residen108. ze, Via A. Nicolodi 2, Venezia. 109. Impresa Onoranze funebri San Marco, padiglione, Piazzale B. e G. Parmesan, Marghera, Venezia. Chiesa, Quartiere San Marco, edificio per il culto, 110. Viale San Marco, Mestre, Venezia. 111. Poste, edificio pubblico, Piazzale Donatori di Sangue, Mestre, Venezia. 112. Santa Maria Immacolata di Lourdes, edificio per il culto, Piazzetta 11 Febbraio, Mestre, Venezia. Palazzina 1, edificio residenziale, Via P. Bembo, Me113. stre, Venezia. 114. Chiesa del Sacro Cuore, edificio per il culto, Via P. Bembo, Via A. Aleardi, Mestre, Venezia. Case per i ferrovieri, complesso residenziale, Me115. stre, Venezia. 116. Ginnasio Franchetti, edificio per l’istruzione, Mestre, Venezia. 117. VEGA, edificio produttivo e per l’industria, Mestre, Venezia. 118. Distributore Shell, distributore di benzina, Via Orlanda 40, Mestre, Venezia. 119. Casone di Caccia, Duilio Torres, Valle Zappa, Venezia. Capannone Sali, Carlo Pradella, Marghera, Vene120. zia. 121. Uffici Regione Veneto, edificio direzionale, Santa Croce, Venezia. 122. Uffici Ligabue, Pietro de Marzi, Ponte della Libertà, Venezia. 123. Case dello Studente ESU, L. Bellemo, Calle Contarina, Venezia. 124. Edifici per Uffici, A. Scattolin, Fondamenta Rio Novo, Venezia. Quartiere Santa Marta Mussolini, Venezia. 125. 126. Accademia Navale, Sant’Elena, Venezia. 127. Quartiere Sant’Elena, Venezia. 128. Quartiere San Girolamo, Venezia. 129. Ospedale al Mare, Strada dell’Ospizio Marino, Lido, Venezia. Uffici Stazione dei Treni, Venezia. 130. 131. Palazzina del Conte Costantino Nigra, Giovanni Sardi, imbocco di Rio Marin e affaccio sul Canal Grande, Venezia. 132. Casa Baschiera, Giovanni Sardi, Rio Terà Sant’Agnese, Venezia. 133. Scuola - Municipio, Giovanni Sardi, Ceggia, Venezia. 134. Autorimessa di Sant’Andrea, Miozzi, Venezia. INAIL, Fondamenta Rio Novo, Venezia. 135. 136. Palazzo Scarpa, Giovanni Sardi, Zattere, Venezia. 137. Alcune case nella città giardino alle Quattro Fontane al Lido, Giuseppe e Duilio Torres, Lido, Venezia. 138. Villini Papadopoli alle Quattro Fontane, Fanna e Venuti, Giovanni Sardi, Lido, Venezia. Villa Boato, Giovanni Sardi, Mirano, Venezia. 139. 140. Fabbricato per la produzione di scope di saggina Hermann Krull, Giovanni Sardi, Mestre, Venezia. 141. Casa in Rio San Vio, G. Dall’Olivo, Rio San Vio, Venezia.


Provincia di Verona

1. Dopolavoro ferroviario, edificio ricreativo, 1921, arch. F. Banterle, Via XX settembre, 12, Verona. 2. Villa Erlotti, edifico residenziale, 1931, Ing. Italo Mutinelli, Via N. Sauro, 2, Verona. 3. Casa Lanza, casa unifamiliare, 1933, Ettore Fagiuoli, Via Armando Diaz 4 - 6 - 8 - 10, Verona. 4. Ex Garage di via XX settembre, parcheggio, 1916 1920, Carlo Alessi, Via XX Settembre, 18, Verona. 5. Garage Fiat, parcheggio, 1916 1920, Ettore Fagiuoli, Via Daniele Manin, 7, Verona. 6. Villette Postelegrafoniche, ville isolate, 1922-1924, Via U. Borini- Via Catalafimi 5, Verona. 7. Palazzo d’ingresso alla Fiera Cavalli, padiglione, 1927 1930, Alfonso Modenesi, Via del Pontiere 3, 5, 7, 9, Verona. 8. Edificio Liberty via Col. Galliano, edificio residenziale, 1928, Arch. F. Banterle, Viale col. Galliano, 59, 61, 63, Verona. 9. Ex Stazione Frigorifera, stazione, 1929 1930, Pio Beccherle, Via Santa Teresa, 16, Verona. 10. Casa per appartamenti, edificio residenziale, 1930-1940, ing. Sperandio Casali, Corso Porta Nuova angolo via cesare Battisti, Verona. 11. Casa per appartamenti, edificio direzionale, 1930-1940, ing. Sperandio Casali, Lungadige Cangrande Piazza Arsenale, Verona. 12. Condominio Rossi, edificio residenziale, 1932 1935, Luigi Franceschetti, Via Dai Libri 17 - 17 A, Verona. 13. Condominio per impiegati statali, edificio residenziale, 1932 1936, Felice Romoli, Agostino Gatti, Via Generale Giardino 6, Verona. 14. Ospedale civile di Borgo Trento, struttura ospedaliera, 1932 1942? Pio Beccherle, preesisistenze Giovanni Tempioni, Piazzale Stefani, 1, Verona. 15. Villa Girasole, villa unifamiliare, 1933 1935, Angelo Invernizzi, Carapacchi, Fagiuoli, Saccarotti, Zappa, Marcellise, San Martino buon Albergo. 16. Edificio in L.ge Matteotti, edifico per uffici e residenze, 1933 1936, Italo Mutinelli, Verona. 17. Casa del Mutilato, edificio pubblico, 1934, Francesco Banterle, Via del Mutilato, 8, Verona. 18. Villa Rossi, villa unifamiliare, 1934, Italo Mutinelli, Pino Casarini, Via Barana 6, Verona.

19. Case Popolari di Veronetta C, complesso residenziale, 1935, Ernesto Pedrazza Gorlero, Via Campo Fiore 2 - 2A, Verona. 20. Casa per appartamenti, edificio residenziale, 1935, Mario Sempreben, Via Cefalonia, 4, Verona. 21. Palazzo INA, edificio per uffici, 1938, Rossi De Paoli, Corso Porta Nuova 11, Verona. 22. Condominio P.za Cadorna, edifico per uffici e residenze, 1939, Ettore Fagiuoli, Piazzale Cadorna 4 - 5 - 6, Verona. 23. Villaggio dell’Oca Bianca, complesso residenziale, 1939 1950, ?, Via Enna 10 - 12 - 14 - 16 - 18 - 20, Via Gela 9 - 11 - 13 - 15 - 17 - 19, Via Agrigento 12 - 16 - 18 - 20 - 22 - 24 26 - 28 - 34 - 36 - 27 - 29 - 31 - 33, Viale Sicilia 38 - 44, Via Archimede 75 - 79, Via Catania 11 - 17 - 20 - 24, Verona. 24. Stazione di partenza funicolare, stazione, 1941, Verona. 25. Stazione di Porta Nuova, stazione, 1948, Roberto Narducci, Piazzale XXV aprile, Verona. 26. Edificio direzionale ENEL, edificio direzionale, 1948, Ettore Fagiuoli, Corso Porta Nuova angolo via Cesare Battisti, Verona. 27. Casa per appartamenti, edificio residenziale, 1948, Ettore Fagiuoli, Stradone Porta Palio 2, Verona. 28. Chiesa del Tempio votivo, edificio di culto, 1950, arch. Rossi De Paoli Paolo, Piazzale della stazione di porta nuova, Verona. 29. Genio Civile, edificio residenziale, 1950, Piazzale Cadorna2, Verona. 30. Casa per appartamenti, edificio direzionale, 1950, ing. Avanzini, Piazza Cittadella angolo caserma Ospital vecchio, Verona. 31. Case per appartamenti, edificio residenziale, 1951, Ettore Fagiuoli, Via Diaz - angolo L.ge San Lorenzo, Verona. 32. Mercato Ortofrutticolo: Galleria, padiglione, 1952, ?, Viale del Lavoro, 11, Verona. 33. Scala Mondadori, scala esterna, 1955-1956, arch. Armin Meili ing. Mario Manzarotti, Vai A. Mondadori, 15, Verona. 34. Albergo Accademia, struttura ricettiva, 1956, Ettore Fagiuoli, Via Scala 12, Verona. 35. Assicurazioni Generali, edificio per uffici, 1957 1960, Sabelli, Arneri, Piazza Simoni 4, Via Della Casa 13 - 27, Via Berni 1 - 15, Via Giberti 26 - 38, Verona. 36. Liceo Ginnasio Scipione Maffei, edificio per l’istruzione, 1958, Arch. Ettore Fagiuoli, Via Massalongo, Via Ponte Pietra, Verona. 37. Restauro e allestimento di Castelvecchio, museo, 1958 1973, Carlo Scarpa, Arrigo Rudi, Corso Castelvecchio 2, Verona. 38. Edificio per appartamenti, edificio residenziale, 1960, arch. Rosa Fauzza, Via XX settembre, 15, Verona. 39. Ponte Risorgimento, ponte, 1963 1968, Pier Luigi Nervi, Via Pontida, Via Risorgimento, Verona. 40. Centrale Termoelettrica, centrale termoelettrica, 1964 1966, Ezio Sgrelli, Località Sallonze, Strada Alsazia, Valeggio sul Mincio. 41. Stabilimento farmaceutico Sigurtà, stabilimento produttivo, 1965, Renato Radici, Via Cavour, Valeggio sul Mincio. 42. Istituto Tecnico, edificio per l’istruzione, 1966, Rinaldo Olivieri, San Bonifacio. 43. Casa per appartamenti, edificio residenziale, 1970, arch. Arrigo Rudi, Fumane. 44. Abitazione, edificio residenziale, anni ‘70, arch. Arrigo Rudi, Santa Maria in Stelle 45. Chiesa di San Benedetto, edificio per il culto, 1970, Rinaldo Olivieri, Via Marsala 56/a, Verona. 46. Casa laboratorio, edificio residenziale, 1972 1974, arch. Arrigo Rudi, Sommacampagna. 47. Villa con annessi, edificio residenziale, 1972 1977, arch. Arrigo Rudi, Marano 48. Magazzino della Biblioteca Civica, edificio culturale,

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1973, Pier Luigi Nervi, Via Cappello, 43/a, Verona. 49. Banca Popolare di Verona. edificio pubblico, 1973 1985, Carlo Scarpa, Arrigo Rudi, Valter Rossetto, Piazza Nogara, 2, Verona. 50. Casa Ottolenghi, villa unifamiliare, 1974 1979, Carlo Scarpa, Tommasi, Maschietto, Pietropoli, via Carlo Scarpa, Bardolino. 51. Municipio, edificio pubblico, 1976, Rinaldo Olivieri, Trevenzuolo. 52. Museo Lapidario, museo, 1976-1982, arch. Arrigo Rudi, Piazza Brà, Verona. 53. Scuola Elementare Terranegra, edificio scolastico, 1978 1981, Eugenio Gentili Tedeschi, Via Terranegra, frazione Terranegra, Legnago. 54. Casa per appartamenti, edificio pubblico, 1978-1979, arch. Arrigo Rudi, Piazza Cittadella, Verona. 55. Teatro Comploy, edificio per lo spettacolo, 1982, Rinaldo Olivieri, Via Canterane, Verona. 56. Casa per appartamenti, edificio residenziale, 1983, arch. Arrigo Rudi, Via Vicenti, Verona. 57. Casa per appartamenti, edificio residenziale, 1985-1987, arch. Arrigo Rudi, Ponte Pietra, Verona. 58. Edificio Direzionale, edificio direzionale, Via Antonio Locatelli, Verona. 59. Archivio di Stato, edificio per uffici, Via del Pontiere, Verona. 60. Stazione di Servizio I, stazione di servizio, Via Francesco Torbido, Verona. 61. Stazione di Servizio II, stazione di servizio, Via Francesco Torbido, Verona. 62. Manifattura tabacchi, edificio per uffici, Nervi, Strada regionale della Cisa, Verona. 63. Edificio direzionale, edificio per uffici, Via Venezia, Verona. 64. Caserma dei Carabinieri, edificio pubblico: caserma, Via San Zeno, Cerea.. 65. Monumento ai Caduti, monumento, Piazza San Martino 2, Legnago. 66. Monumento ai Caduti, monumento, Piazza Sommariva, Cerea 67. Casa per appartamenti, edificio residenziale, Corso Porta Nuova angolo via della Valverde, Verona. 68. Casa per appartamenti, edificio direzionale, Vai IV Novembre 3-5, Verona. 69. Ex Ispettorato del lavoro, edificio pubblico, Via IV Novembre 7, Verona. 70. Casa per anziani, asilo nido, arch. Arrigo Rudi, Via Nicola Mazza, Verona. 71. Villa (Tiberghien), edificio residenziale, via Unità d’Italia 21, Verona. 72. Casa per appartamenti, edificio residenziale, arch. Banterle, Lungadige Riva Battello, Verona. 73. BNL, edificio direzionale, 1938, Ettore Fagiuoli, Via Mazzini, Verona. 74. INAIL, complesso residenziale, Corso Cavour, Verona. 75. Questura, edificio pubblico, Rinaldo Olivieri, Verona. 76. Ex Casa del Fascio, edificio pubblico, Lungadige Attiraglio, Parona, Verona. 77. Casa per appartamenti, edificio residenziale, Via IV Novembre - angolo Via Isonzo, Verona. 78. Casa per appartamenti, edificio residenziale, Lungadige Riva Battello - angolo Via Garibaldi, Verona. 79. Edificio residenziale, edificio residenziale, Piazza Cittadella, Verona. 80. Edificio direzionale, edificio direzionale, Via Caserma Ospital Vecchio, Verona. 81. Edificio direzionale, edificio direzionale, Via Venezia, Verona.


Provincia di Vicenza

1. Sacrario del Monte Grappa, monumento funebre, Giovanni Greppi, 1934, Cima Grappa, Crespano del Grappa 2. Monumento a Roberto Sarfatti, monumento funebre, Giuseppe Terragni, 1935, Col d’Eche, Contrada Sasso, Asiago 3. Stazione di Servizio, stazione di servizio, Giuseppe Falavigna, 1951, Viale della Pace, Vicenza. 4. Stabilimento Produttivo Ceccato, edificio per l’industria, Guido Spellanzon, 1952, Viale Milano, Alte di Montecchio Maggiore. 5. Casa Gasparotto, casa unifamiliare, Fancesco Bonfanti, 1952, Via Jacopo da Ponte, Bassano del Grappa. 6. Città Sociale, complesso residenziale polifunzionale, Francesco Bonfanti Studio Zardini Bonfanti, 1929 1946, Via Lungo Agno A. Manzoni, Piazza S. Gaetano, Via G. Carducci, Piazza Cavour e dintorni, Valdagno. 7. Comando federale della G.I.L., ora complesso universitario, edificio per l’istruzione, Francesco Mansutti, Gino Miozzo, 1934 1936, Contrà della Piarda, Vicenza. 8. Osservatorio astronomico di Asiago, edificio per l’istruzione, Daniele Calabi, 1935 1938, Via dell’Osservatorio 8, Asiago. 9. Società idroelettrica Valbrenta, attuale sede ENEL, edificio pubblico, Fancesco Bonfanti, 1935 1939 ampliamento 1956, Viale Venezia, Bassano del Grappa. 10. Chiesa di S. Antonio Abate, edificio per il culto, Giuseppe Vaccaro, 1950 1952, Piazza Dolomiti, Recoaro Terme. 11. Casa della Madre e del Fanciullo, edificio per l’istruzione, Guido Spellanzon, 1954 1956, Contrà della Piarda, Vicenza. 12. Quartiere CPE, complesso residenziale, Gardella Ignazio, Castelli Ferrieri Anna, Marconi Plinio, Pastor Valeriano, 19561967, Via Brigata Toscana, Via Buozzi, Via Brigata Regina, Via Grandi, Via Toniolo, Via Brigata Liguria Villaggio del Sole, Vicenza. 13. Edificio Ina Casa, edificio residenziale, Ortolani Sergio Panciera Tullio, Ferreri Gino, Todesco Renzo, Grazioli Paolo, 1957 1959, Viale del Sole, Vicenza. 14. Edificio Residenziale Commerciale, edificio per uffici e residenze, Ivo Ivanissevich, 1960 1961, Via Bellavitis, Bassano del Grappa. 15. Cinema Teatro Verdi, edificio per lo spettacolo, Quirino De Giorgio, 1961 1963, Via Generale Maglietta 1, Breganze. 16. Cinema Mantegna, edificio per lo spettacolo, Quirino De

Giorgio, 1963 1964 ristrutturazione 1983 1986, Piazza 29 Aprile, Camisano Vicentino. 17. Casa di campagna con Osservatorio, casa unifamiliare, Sergio Cattaneo Antonio, 1964 1965, Stroso dei Rocoli, contrada Montalbieri di Castelvecchio Altissimo, Castelvecchio. 18. Casa studio Fornasieri, casa unifamiliare, Luigi Fornasieri, Beltrame Pomè, 1966 1967, Via X Giugno 191, Vicenza. 19. Chiesa di San Giovanni Battista, edificio per il culto, Giovanni Michelucci, Aldo Pasquinucci, 1966 1981, Via delle Lobbie, Vicenza. 20. Villaggio Giardino: Casa della Comunità, Scuola Pellizzari, edificio pubblico, Giovanni Michelucci, 1968 1981, via delle Lobbie, Arzignano. 21. Palazzetto dello Sport, attrezzatura sportiva, Giuseppe Davanzo, 1969 1972, Viale Ferrarin 56, Vicenza. 22. Casa ad appartamento Borgo, edificio residenziale, Carlo Scarpa. Francesco Guiotto, 1973 1979, Contrà del Quartiere, Vicenza. 23. Azienda ULS6, Struttura Ospedaliera, Via IV Novembre 44-48, Vicenza. 24. Scuola magistrale statale “don G. Fogazzaro”, Edificio per l’istruzione, Contrà dei Burci 19-23, Vicenza. 25. Poste e telecomunicazioni, Edificio direzionale e per uffici, Piazza Giuseppe Garibaldi, Vicenza. 26. Edificio direzionale in viale Roma, Edificio per uffici, Viale Roma 4-10, Vicenza. 27. Sede Municipale, Edificio per uffici, Corso Andrea Palladio 98, Vicenza. 28. Edificio Contrà San Pietro, Edificio direzionale e per residenza, Contrà San Pietro 2-8, Vicenza. 29. Edificio Contrà dei Prati, Edificio residenziale, Contrà Oratorio dei Prati, Vicenza. 30. Studio notarile in Stradella Santi Apostoli, Edificio per uffici, Stradella Santi Apostoli 8, Vicenza. 31. Ostello “Olimpico”, Attrezzatura ricettiva, Incrocio tra viale Antonio Giuriolo e Levà degli Angeli, Vicenza. 32. Scuola primaria “Vittorino da Feltre”, Edificio per l’istruzione, Contrà dei Burci 20, Vicenza. 33. Cinema Corso, Edificio per lo spettacolo, Corso Antonio Fogazzaro 31, Vicenza. 34. Caffè Moresco, Edificio commerciale, Viale Roma 9-11, Vicenza. 35. Bar Caffetteria, Edificio per il commercio, Viale Antonio Giuriolo 13, Vicenza. 36. Chiesa parrocchiale S. Carlo al villaggio del Sole, Edificio per il culto, Via Colombo 45, Vicenza. 37. Stazione FTV, stazione, Via Trozi, Montecchio Maggiore 38. Poggio Miravalle, Via Miravalle, Valdagno. 39. Villa Serena e Parco, villa singola, Piazza Dante, Valdagno. 40. Casa del Fascio, edificio pubblico, Piazza Dante, Valdagno. 41. Stazione FTV, stazione, Viale Trento, Valdagno. 42. Casa “Verde”, Viale Trento, angolo Salita Dante, Valdagno. 43. Albergo Colonia, struttura ricettiva, Francesco Bonfanti, Montalbieri, Castelvecchio. 44. Hotel “La Villa” (ex Colonia), struttura ricettiva, San Quirico, lungo la SP246. 45. Centrale Elettrica, Lanificio Marzotto, centrale elettrica, Lanificio Marzotto, lungo la SP246 46. Stabilimento Marzotto, edificio produttivo, Maglio di Sopra 47. Villa Marzotto, villa singola, ora struttura ospedaliera, Via Gaetano Marzotto, Valdagno. 48. Gruppo di Ville per Dirigenti Marzotto, ville singole, Largo S. Margherita, Vicolo Manerbio, Vicolo Brugherio, Valdagno.

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prologo titolo I disposizioni generali

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titolo II uso del suolo CAPO I Sistema del territorio rurale

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CAPO II Sistema del suolo agroforestale

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CAPO III Sistema estrattivo

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CAPO IV Sistema delle acque

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CAPO V Sistema delle aree di tutela e vincolo

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titolo III biodiversità CAPO I Sistema della rete ecologica

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titolo IV energia e ambiente CAPO I Energia

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CAPO II Ambiente

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CAPO III Protezione civile

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ARTICOLO 1 - Finalità ARTICOLO 2 - Elaborati del PTRC ARTICOLO 3 - Contenuti prevalenti ARTICOLO 4 - Effetti del PTRC e rapporti con gli altri strumenti di pianificazione ARTICOLO 5 - Progetti strategici ARTICOLO 6 - Monitoraggio

ARTICOLO 7 - Aree rurali ARTICOLO 8 - Aree di agricoltura periurbana ARTICOLO 9 - Aree agropolitane ARTICOLO 10 - Aree ad elevata utilizzazione agricola ARTICOLO 11 - Aree di agricoltura mista a naturalità diffusa

ARTICOLO 12 - Foreste e spazi aperti ad alto valore naturalistico ARTICOLO 13 - Valorizzazione in zona montana dei pascoli, prati, praterie storiche ed ex coltivi ARTICOLO 14 - Prati stabili

ARTICOLO 15 - Risorse minerarie – cave e miniere

ARTICOLO 16 - Risorse idriche ARTICOLO 17 - Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto (MOSAV) ARTICOLO 18 - Risorse idro-termo-minerali

ARTICOLO 19 - Aree sottoposte a vincolo idrogeologico ARTICOLO 20 - Sicurezza idraulica ARTICOLO 21 - Sicurezza geologica ARTICOLO 22 - Aree a rischio di subsidenza ARTICOLO 23 - Rischio sismico

ARTICOLO 24 - Rete ecologica regionale ARTICOLO 25 - Corridoi ecologici ARTICOLO 26 - Cavità naturali

ARTICOLO 27 - Riqualificazione energetica dei sistemi urbani ARTICOLO 28 - Localizzazione degli impianti di produzione di energia termoelettrica ARTICOLO 29 - Sviluppo delle fonti rinnovabili ARTICOLO 30 - Localizzazione degli impianti fotovoltaici al suolo ARTICOLO 31 - Salvaguardia dall’esposizione a radiazioni ionizzanti ARTICOLO 32 - Reti elettriche

ARTICOLO 33 - Ubicazione degli impianti ARTICOLO 34 - Compensazione ambientale

ARTICOLO 35 - Edifici strategici ed aree di emergenza per la protezione civile

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titolo V mobilità

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titolo VI sviluppo economico produttivo CAPO I Sistema produttivo

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CAPO II Commercio

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titolo VII sviluppo economico turistico

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titolo VIII crescita sociale e culturale

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titolo IX montagna del veneto

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titolo X città, motore di futuro

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titolo XI atlante ricognitivo del paesaggio

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titolo XII norme transitorie e finali

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Allegato A alle Norme Tecniche del PTRC Primo Elenco provinciale delle Architetture del Novecento nel Veneto

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ARTICOLO 36 - Sistemi di trasporto ARTICOLO 37 - Impianti a fune ed aree sciabili ARTICOLO 38 - Aree afferenti agli accessi alla rete primaria e alle stazioni SFMR ARTICOLO 39 - Ambito portuale veneziano ARTICOLO 40 - Cittadelle aeroportuali ARTICOLO 41 - Connessioni della logistica ARTICOLO 42 - Mobilità lenta

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ARTICOLO 43 - Sistemi produttivi di rango regionale 155 ARTICOLO 44 - Eccellenze produttive 156 ARTICOLO 45 - Criteri per l’individuazione delle aree per insediamenti industriali e artigianali e degli insediamenti turistico ricettivi 156

ARTICOLO 46 - Grandi strutture di vendita ARTICOLO 47 - Commercio nei centri storici ed urbani ARTICOLO 48 - Commercio nei comuni montani

ARTICOLO 49 - Sistema delle politiche per il turismo ARTICOLO 50 - Turismo delle Eccellenze culturali e religiose ARTICOLO 51 - Turismo montano ARTICOLO 52 - Turismo termale ARTICOLO 53 - Turismo marino e lacuale ARTICOLO 54 - Attività diportistica ARTICOLO 55 - Turismo naturalistico ARTICOLO 56 - Turismo emergente

ARTICOLO 57 - Beni storico - culturali ARTICOLO 58 - Subaree provinciali e comunali ARTICOLO 59 - Siti UNESCO ARTICOLO 60 - Sistemi culturali territoriali ARTICOLO 61 - Parchi culturali ARTICOLO 62 - Progetto Architettura del Novecento nel Veneto

ARTICOLO 63 - Sistema delle politiche di coordinamento ARTICOLO 64 - Territori Montani ARTICOLO 65 - Terre di uso civico e proprietà collettive

ARTICOLO 66 - Il sistema di città ARTICOLO 67 - Azioni sulla città ARTICOLO 68 - Riordino del sistema insediativo e criteri di progettazione ARTICOLO 69 - Le Città Medie ARTICOLO 70 - Le città costiere

ARTICOLO 71 - Ambiti di Paesaggio - Atlante ricognitivo

ARTICOLO 72 - Norme transitorie ARTICOLO 73 - Efficacia del PTRC

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La pubblicazione del volume “Elaborati grafici e norme tecniche, PTRC del Veneto” è a cura di Davide Longhi con Viviana Ferrario progetto di comunicazione ed elaborazioni cartografiche: Patchwork studiArchitettura progetto grafico: Elena Spolaore con la collaborazione di Francesco Zampiero stampa: Grafiche Scarpis, Conegliano Copyright 2009@ Regione del Veneto Tutti i diritti sono riservati


REGIONE DEL VENETO Assessorato alle Politiche per il Territorio Segreteria Regionale Ambiente e Territorio Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi www.ptrc.it ilnuovoptrc@regione.veneto.it


Finito di stampare per conto della Regione del Veneto il 15 giugno 2009 nello stabilimento di Grafiche Scarpis - Conegliano


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