Portfolio allegato

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rroba

nso A o l A a i c i r t a P o Portfoli


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sensibilitĂ

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creativitĂ estetica gusto


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INDICE

ARCHITECTURE DESIGN JARDINES DI BILBAO

PREMIO PIRANESI PRIX DI ROME

EDITORIAL DESIGN

BACKSTAGE PGC

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ARCHITECTURE DESIGN


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BRIEFING IL PREMIO PIRANESI PRIX DI ROME È STRETTAMENTE E STRUTTURALMENTE LEGATO AL SEMINARIO INTERNAZIONALE DI DESIGN MUSEUM VILLA ADRIANA, CHE È LA SUA DIMENSIONE DIDATTICA E FORMATIVA. L’OBIETTIVO DEL PREMIO È LEZIONI VOLTE A FORMARE COMPETENZE PROFESSIONALI DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA PER LA PROGETTAZIONE DI MUSEI PER I SITI ARCHEOLOGICI E PER LA RIQUALIFICAZIONE SCENOGRAFICA DEL NOSTRO PATRIMONIO ARCHEOLOGICO. LA METODOLOGIA UTILIZZATA NEL CORSO DEL PREMIO È UN CONCORSO DI PROGETTAZIONE FASE. LA PARTECIPAZIONE È LIMITATA A STUDENTI E GIOVANI ARCHITETTI E ARCHEOLOGI CHE S’ISCRIVONO AL SEMINARIO INTERNAZIONALE SU DESIGN MUSEUM A VILLA ADRIANA .


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UN NUOVO PERCORSO ARTE CONTEMPORANEA SIMBIOSI

MUSEO MATERIALE


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IL PROGETTO DI UN MUSEO DI NUOVA GENERAZIONE NON LEGATO AD UNO SPAZIO E PERCIÒ NON VISTO COME UN CONTENITORE. IL PROGETTO RIGUARDA UN MUSEO COSTRUITO A TORNO AL TEMA DI ADRIANO RIAGUARDANDO LA SUA MEMORIA COME ARCHITETTO E UOMO, RISPETTANDO LA NATURA E LE RIMASTE.


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MUSEO MATERIALE


MUSEO MATERIALE

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LA COMPLESITÀ DELLA PIANTA, LA PLANIMETRIA DI VILLA ADRIANA IN QUESTO COMPLESSO, VIENE INFATIZZATA DALL’ALLESTIMENTO CHE VIENE DISPOSTO LABERINTICAMENTE COME LA SE FOSSE LA STRUTTURA PLANIFICATA PER VILLA ADRIANA. LO SPAZIO È PROGETTATO IN MODO DA VALORIZARE ED EVIDENZIARE I MIGLIORI ASPETTI DI OGNI SCULTURA.


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L’ARCHITETTURA DEI NUOVI SPAZI ESPOSITIVI DEVONO ESSERE UNA FINESTRA ED UN COLLEGAMENTO TRA IL PAESAGGIO E L’ARCHITETTURA, TRA NATURA E UOMO. UNA FORMA D’AVVICINARE DUE MONDI, ATTUALMENTE DISTANTI, IN CUI ARCHITETTURA E DESIGN VOGLIONO CREARE UN LEGAME DIRETTO.

MUSEO MATERIALE


PERFORMANCE SPETTACOLO STORIA

MUSEO IMMATERIALE


IL MUSEO DI NUOVA GENERAZIONE E SENDO DI NATURA POLICENTRICA IN VILLA ADRIANA SE ESTENDE A MODO DI COSTELLAZIONE A ROMA. IL COLLEGAMENTO STORICO NASCE A TORNO ALL’IDEA E AL TEMA DI ADRIANO. IL MUSEO MATERIALE DI VILLA ADRIANA SI TRASFORMA GIUNGENDO A ROMA NEL MUSEO IMMATEIRALE LEGATO PIÙ AL PERSONAGGIO CHE ALL’ARCHITETTO ARDRIANO.

MUSEO IMMATERIALE

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LA LUCE RICREA LA FORMA DELL’ANTICO TEMPIO DI VENERE.

TEMPIO DI VENERE


PIAZZA DI PIETRA

PIAZZA DI PIETRA SE TRASFORMA CON DELLE SEMPLICE PEDANE SCENICHE IN UN TEATRO DI NOTTE, E IN UN LUGO DI SOSTA DURANTI IL GIORNO, TRASFORMANDO IL LUOGO DI PASSAGGIO IN UN POSTO DOVE FERMARSI A CONTEMPLARE IL TEMPIO COSTRUITO PER L’UOMO ADRIANO.




BRIEFING LO SPIRITO DI QUESTO CONCORSO È SENSIBILIZZARE LA POPOLAZIONE DI BILBAO CHE UN’ALTRA REALTÀ PIÙ IN CONTATTO CON LA NATURA È POSSIBILE, ALL’INTERNO D’UNA CITTÀ COSÌ INDUSTRIALIZZATA COME BILBAO, LA PROPOSTA DI QUESTO PROGETTO È CREARE DEGLI SPAZI ALTERNATIVI ALLA REALTÀ CIRCOSTANTE IN CUI LE PERSONE VIVONO ABITUALMENTE . UNA FUGA DALLA QUOTIDIANITÀ IN CUI RIPOSARSI , RILASSARSI, E RITROVARE IL RAPPORTO CON LA NATURA PERSO DA TEMPO A CAUSA DELLA INDUSTRIALIZZAZIONE DELLA CITTÀ.


PERCORSO SENSORIALE SPAZIO DI SOSTA NATURA

PROGETTO JARDINES BILBAO


IL GIARDINO DEI SENSI. PIANTA GENERALE E ISOLA DEL TATTO

IL GIARDINO ORGANIZZATO IN QUESTI SPAZI VERDI ISOLATI DAL CONTESTO CITTADINO. IL PROGETTO NASCE CON UN PERCORSO SENSORIALE CHE GUIDA IL VISITATORE IN TRE DIVERSE STANZE CARATTERIZZANTI I SENSI DI VISTA, TATTO E OLFATTO. IL PERCORSO COSTITUITO DA PIETRE DI FIUME AL PASSAGIO DELLE PERSONE RAPPRESENTA L’UDITO; IN QUESTO MODO IL PROGETTO SI SVILUPPA COME UN PERCORSO SENSORIALE CHE SI VUOLE CONTRAPORRE ALLA FORTE URBANIZAZZIONE DELLA CITTÀ INDUSTRIALE DI BILBAO.


IL GIARDINO DEI SENSI. ISOLA DELLA VISTA


GIARDINI DEI SENSI. ISOLA DEL GUSTO E OLFATTO

IL GIARDINO DEI SENSI È UN ESPERIENZA IN CUI IL VISITATORE PUÒ INTERAGIRE CON CIÒ CHE INCONTRA. AD ESEMPIO NELL’ISOLA DEL GUSTO-OLFATTO LE PERSONE POSSONO RACCOGLIERE DELLE FOGLIE AROMATICHE SOLITAMENTE SI UTILIZZANO IN CUCINA. DI QUESTA FORMA L’OBIETTIVO È AVVICINARE L’UOMO ALLA NATURA VERA, NON DA SOLO INSERIRE LA NATURA NELLA VITA QUOTIDIANA, COME FACCIAMO OGNI GIORNO AGGIUNGENDO SPEZIE NEL CIBO CHE CUCINIAMO E MANGIAMO.


EDITORIAL DESIGN




BRIEFING DENTRO LA PEGGY GUGGENHEIM COLLECTION LAVORANO GLI “INTERNSHIPS”. VI CHIEDERETE CHI SIANO QUESTE PERSONE CHE FANNO FUNZIONARE IL MUSEO DI FORMA INVISIBILE ED INFATTI LORO FANNO FUNZIONARE, ECCOME! CAMBIANO OGNI MESE, COME ME, MA L’ESPERIENZA UMANA CHE VIVONO, CIRCONDATI D’ARTE, È INDIMENTICABILE. È PER QUESTA RAGIONE CHE ESISTE QUESTO MAGAZINE, FATTO DA NOI, A LIVELLO INTERNO, MA CHE SI TRASFORMA IN UN EVENTO ALLA FINE D’OGNI MESE. HO AVUTO LA FORTUNA DI ESSERE LA EDITRICE, E HO PROVATO A RAPPRESENTARE LE SENZAZIONI E I PENSIERI DELLE PERSONE DI TUTTO IL MONDO CHE HANNO LAVORATO CON ME PROVANDO ANCHE A FARE QUALCOSA DI NUOVO, MA CHE OGNI UNO CON CUI HO LAVORATO NON DIMENTECHERÀ MAI...


WORDS OF THE EDITORS

Peggy Guggenheim Collection's

backstage magazine

A really difficult issue of the magazine this month, the month in which the spring has come and the hormones danced in the air, where many of us got the flu and our feet suffered the stress of daily life. Another month ran away and it seems as though we arrived only yesterday - or not? This issue of backstage magazine is dedicated to the people who smile although they are guarding, who talk with foreign people in the ticket office, who say hello to visitors while in audiguides... It is dedicated tall of us who love our work although it can be difficult sometimes...

EDITORIALE

march 2009 price $ 0.00 venice-italy

Setting for A fairy tale

By Patricia Alonso

There are moments in which we feel like we are in a fairy tale. There are other ones in which we feel inside a nightmare... There’s an art work in the museum that personally makes me think why? Because when you’re “living” here, in the intership program, It’s like being in “Big Brother”. But there’s something special in this work: we can reflect ourself inside. It’s “Setting for a Fairy Tale” by Joseph Cornell. Usually the visitors discover this “box” and they say: but is this art? We could ask the same question ourself everyday: but are we actually working? We work, and I can tell you that we work a lot. We feel passion every second that we are working here, with every visitor, in every talk, we’re close to them and we try to let them get closer the spirit of Peggy. After guarding, after a terrible day of working in which we change every second language ( english, italian, spanish, german, french...), floating, breaks, smiling at everybody , showing the way to the bathroom, etc... Stop please!!!!!!!!!! Look inside this art work. Think about yourself and how you could do to make the life of those around you better. The truth is that we have to live with ourself, and nobody is perfect, like the film of Billy Wilder “Some like it hot” Try it!

BACKSTAGE MAGAZINE MARCH 2009

Un numero dificile da fare questo mese, il mese dove è arrivata la primavera e gli ormoni ballano nell’aria, dove le influenze proliferano e i piedi devono resistere ancor di più al logorio giornaliero. Un’altro mese è passato e sembra solo ieri, il giorno in cui siamo arrivati, o no? Questo numero è dedicato a tutti coloro che ancora sorridono mentre fanno la guardiania, che parlano con gli stranieri sconosciuti alla biglietteria, che salutano all’ingresso nella audioguide... Dedicato a quelli che ancora amano il loro lavoro sebbene sia difficile a volte...

Ci sono i momenti nei quali ci sentiamo come in una fiaba. Mentre in altri ci sentiamo in un incubo… C’e un’opera che personalmente mi fa pensare in questo museo, per chè? Perche quando noi “viviamo” dentro qua, in questo chiamato PCG intership, assomiglia un “Grande Fratello”. Ma a parte questo fatto, in questa opera ci riflettiamo. C’e qualcosa che non ci fa stare tranquilli: la nostra stessa immagine… Avete indovinato di sicuro di che opera parlo. Si tratta di “Scena per una fiaba” di Joseph Cornell. Normalmente i visitatori che frequentano questo museo scoprono queste “scatole” dichiarate opere d’arte, e dicono: ma questa è arte?. Si potrebbe fare un paragone con il lavoro che facciamo tutti giorni: ma noi veramente lavoriamo? Lavoriamo, e ho verificato sulla mia pelle che lavoriamo tanto; mettiamo il nostro cuore ogni volta che siamo davanti ai visitatori di questo museo, parliamo con loro, facciamo dei “talks”, avviciniamo la loro prospettiva a quella che “lo spirito” di Peggy avrebbe voluto. Dopo le guardie, una giornata infernale in cui cambiamo lingua (inglese, italiano, spagnolo, portoghese, tedesco, francese…), floatings, breaks (pause), guardaroba, palazzo, sorridere, dare delle indicazione per andare in bagno, bambini meravigliosi (altre non tanto)… per favore, fatte questo esercizio: guardate la vostra immagine nello specchio di questa opera d’arte. Siete voi, non è un inganno. Non giudicare le persone senza conoscerle prima, la realtà è che dobbiamo vivere con noi stessi, e “nessuno è perfetto” come nel film di Billy Wilder “Some like it hot”. Provateci!

Peggy Guggenheim Collection

BACKSTAGE MAGAZINE March 2009 - Marzo 2009

Editors - Editorale Patricia Alonso

Photographers - Fotografi Patricia Alonso Fernanda Galdames Giulia Zennaro Amy Ganser Miriam Johannesson

Collaborators - Collaborazioni Patricia Alonso Elena Rui

VENICE, ITALY VENEZIA, ITALIA

The kid’s day

Il giorno dei bambini Il sorriso d’un bambino non ha prezzo... Ogni domenica arrivano in museo un bel po di “piccolli visitatori”. Sono specialli, perche non servono i “Peggy Talk” oppure una spiegazione tenicha e cronologica di quella opera sopra quale devi parlare.. per parlare con loro hai bisogno d’imparare la lingua dei bambini, mettirti nella sua testa e provare a capire che “cavolo” d’interpretazione potrevono fare delle imagini che noi li insegniamo. La cosa più bella di tutto questo è sapere ascoltare a loro, perche la sua imaginazione non ha limite. Non sono stupidi, ,loro vedono delle cose che noi adulti non riusciamo a vedere, per quello mi sembra saggio darvi un consiglio: imparate dai bambini, loro hanno molto di più da insegnare a noi da quello che noi possiamo immaginare...


The kid’s day

Il giorno dei bambini

Hiden places in Venice Posti nascosti in Venezia

Il Kioschetto, le Zattere Il tramonto alle zattere

Il migliore tramonto assolutamente in questo periodo dell’anno si trova al “Kioschetto” alle Zattere, quando arrivano le 18’30 vai lì a prender l’aperitivo e incontrirai il megliore tramonto di tutta Venezia... con patatine incluse nel prezzo di due Euro che costa uno spritz.

Sundancen zattere

Il sorriso d’un bambino non ha prezzo... Ogni domenica arrivano in museo un bel po di “piccoli visitatori”. Sono speciali, perche non servono a nulla i “Peggy Talk” oppure una spiegazione tenica cronologica dell’opera stessa.. per parlare con loro hai bisogno di conoscere la loro lingua, mettirti nella loro testa e provare a capire che “cavolo” d’interpretazione potrebbero dare delle immagini che noi gli presentiamo. La cosa più bella di tutto questo è saperli ascoltare, perche la loro immaginazione non ha limiti. Non sono stupidi, anzi, vedono certe cose che noi adulti non riusciamo a vedere, per questo mi sembra saggio dar loro ascolto. Imparate dai bambini, loro hanno molto di più da insegnare a noi di quanto noi possiamo immaginare!

The most beautiful sunset in Venice. You can find it in “Il Kioschetto” in the “Zattere”, go there at 18,30 for the aperitif and you can find the best sundowner in the city... With chips included. Two euros is enough for one spriz.

Da Lele,

Better for meeting people were bacari, small bars specializing in cichetti. Typically, these were standing-roomonly places where no one removed their hats or coats while knocking back an ombra, or small house wine, and munching slices of bread topped with, say, baccalà mantecato (whipped salt cod). Also typically, they were ridiculously inexpensive, with cichetti costing around a euro and ombras often less.

BACKSTAGE MAGAZINE MARCH 2009

WORDS OF THE EDITORS Peggy Guggenheim Collection

BACKSTAGE MAGAZINE April 2009 - Aprile 2009

Editors - Editorale Patricia Alonso Arroba

Spring has sprung, and with her the begining of warmer weather and sudden storms. This issue will be my last one as editor: with this in mind, I want to say thank you very much to all of you who have collaborated in the making of this magazine. This magazine is a record of your PGC experience, and your contributions have made it possible. A big welcome to all the new interns, who have charged the museum with a new energy. Once again, thank you for your part in making the PGC such a special place: here’s hoping we meet again, wherever in the world the reunion may be!

Photographers - Fotografi Amy Halliday Eduardo Giménez Cassina Giulia Zennaro Ivana Benovic Julia Niewind Monica Zanier Patricia Alonso Arroba

EDITORIALE

Collaborators - Collaborazioni Amy Halliday Angela Benedetti Monica Zanier Patricia Alonso

VENICE, ITALY VENEZIA, ITALIA

BACKSTAGE MAGAZINE APRIL 2009

La primavera è arrivata finalmente, e con lei un po di caldo e temporali improvvisi. Questo è il mio terzo ed ultimo backstage magazine come editore. Approfittando di questa occasione voglio ringraziare di cuore tutti quelli che hanno collaborato affinchè questa rivista potesse essere realizzata Benvenuti ai nuovi stagisti, che in quest’ ultimo mese hanno rinfrescato l’atmosfera con nuova energia e voglia di collaborare. Ancora una volta, grazie mille raggaz@. Sperando di incontrarci ancora ovunque voi sarete!


Big Trip To Rovereto

Big Trip To Rovereto

Futurismo 100 Illuminations-Illuminazioni

La guerra fredda - Cold War 1945 - 1970 by Patricia Alonso Arroba

Big Trip To Rovereto

by Patricia Alonso Arroba

The “cold war”, the iron curtain, the tensions between the “Atlantic alliance” and the countries within the Soviet bloc today: these may seem like episodes fron long ago, but in reality they were a major part of the 20th century history, from the post-war years to the 1970s. Above all, they inspired and animated manifestations of artistic creation. This major Cold War display represents the first significant exhibition to reconstruct the climate of a crucial period in society, politics and culture worldwide through design, architecture,cinema and the visual arts.

One hundred years after the publication of the futurist manifesto, the innovative force of the highly important art movement launched by Filippo Tommaso Marinetti in 1909 has lost none of its power. The Mart celebrates the centenary with this particular exhibition that clarifies how Italian futurism encountered and influenced German and Russian avant-garde art movements. The themes and content developed by Futurists is illustrated through a comparison with works by Vasilij Kandinskij, Franz Marc, Paul Klee, etc.

La “guerra fredda”, la cortina di ferro, le tensione tra la “alleanza atlantica” e i paesi del blocco sovietico, oggi sembrano episodi lontani, ma in realtà hanno accompagnato la storia del ‘900, dal dopoguerra agli anni Settanta, e sopratutto hanno ispiratore animato le manifestazioni della creazione artistica. La grande mostra Cold War è la prima importante esposizione che ricostruisce il clima di un periodo cruciale per la società, la politica e la cultura mondiale, attraverso lo sguardo delle arti, dal design all’architettura, dal cinema alla pittura.

Vasilij Kandinskij Improvisation n°34

Leaving the PGC

A cento anni dalla publicazione del manifesto del futurismo, rimane intatta la forza d’innovazione dell’importante movimento artistico promosso da Filippo Tommasso Marinetti nel 1909. Il Mart celebra il centenario con questa particolare mostra che chiarisce come il futurismo italiano abbia incontrato e influenzato le avanguardie artistiche tedesche e russe.Temi e contenuti sviluppati dai futuristi sono illustrati attraverso il confronto con le opere di Vasilij Kandinskij, Paul Klee, etc.

Umberto Boccioni Costruzzione spiralica

Lasciando PGC

Impressions of an old intern

Impressioni di una vecchia intern

by Patricia Alonso Arroba

di Patricia Alonso Arroba

I remember my first day three months ago: that endless and overwhelming training day! A lot of new people sit down around me; everyone different, everyone special; each from another country with another culture, education, way of life... Over these three months I have discovered that every person is a unique, interesting, and unusual individual. And now, as I finish my internship programme, I reflect, and I can honestly say that I have met a lot of amazing people.

Ricordo ancora il mio primo giorno, il mio “training day” tre mesi fa... Tanti sconosciuti seduti accanto a me, ognuno diverso, speciale, da tutte le parte del mondo, con diverse culture, educazioni e stili di vita. In questi tre mesi ho scoperto che ogni persona è particolare, interessante, unica. E mi capita adesso mentre sto finendo il mio programma de internship, di riflettere, e posso dire che ho conosciuto un sacco di persone interessantissime. Però, ragazzi, sono cosciente che non tutti hanno l’opportunità di far parte di questa grande famiglia PGC per tre mesi... quando il tempo passa così in fretta che non te ne rendi conto, capisci quanto questo posto sia importante per te. E capisci anche che dove siano, come siano, le persone saranno vicine a te nel futuro. Non si potrà dimenticare nessuno, come: interns, staff permanente, codess, personale del bar e della sicurezza, curatori, visitarori, staff della biglieteria... É come trovarsi in una famiglia dentro questo proggetto aritistico, denominato Peggy Guggenheim Collection

But I also realise that not everyone has the opportunity to be part of the PGC family for the whole three months... Nevertheless, when the time disappears faster than you ever expected, you learn what - and who - is important to you. And you understand that wherever you go in the world, you’ll never forget these people: other interns, permanent staff members, codesses, the cafe staff, the security guys, curators, visitators, ticket office staff... For all their eccentricities, they become your family in this crazy art project, the dear Peggy Guggenheim Collection...

BACKSTAGE MAGAZINE APRIL 2009


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anotherdesign

AVD/ GENERAL GARCIA DELLA HERRANZ N째2 2째A CP/41013 SEVILLE SPAIN

alonsoarrobapatricia@gmail.com


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