T1 CV PR T2
R
16 .Primo Piano
LA STAMPA
.GIOVEDÌ 5 DICEMBRE 2013
U
MEDIA&POLITICA LE NUOVE TENDENZE
Su Facebook François Hollande con in braccio la piccola Emilie. La foto è stata postata sul Web da una delle famiglie dell’associazione «Aire de famille» che ha ricevuto la visita segreta del presidente francese l’altra sera Hollande si è presentato con due sole guardie del corpo senza avvertire sicurezza e media in una sede dell’associazione che aiuta le giovani coppie in difficoltà per la crisi economica
Hollande sulle orme del Papa I potenti snobbano il “protocollo”
Obama in libreria
Il Presidente visita in segreto una famiglia povera. Scoperto da una foto sul Web
Alla cassa come un cliente qualsiasi: un modo per aiutare le piccole imprese
ALBERTO MATTIOLI CORRISPONDENTE DA PARIGI
Fuori dai palazzi, fra la gente. Dopo Papa Francesco, Obama, Cameron e altri potenti in cerca di contatti umani, anche François Hollande, ogni tanto, sceglie la libertà. E rompe le regole del protocollo creando non pochi grattacapi alla sicurezza. L’ultima volta è successo lunedì sera. Dopo aver tenuto un anestetico discorso sull’innovazione in una sala parigina, il Président è scomparso dagli scher-
mi radar dei media. In tutta discrezione, accompagnato solo da un paio di guardie del corpo, senza giornalisti né telecamere al seguito, si è materializzato nel diciannovesimo arrondissement per fare visita ad «Aire de famille», un’associazione che aiuta i giovani genitori in difficoltà. Ci è rimasto per tre quarti d’ora. Naturalmente gli hanno subito messo un bébé in braccio e così ha pure dimostrato di saperci fare (del resto, Hollande di figli ne ha quattro e l’ex compagna con cui li ha
fatti, Ségolène Royal, pretendeva giustamente che le desse una mano). Il «Presidente normale» era tutto contento: «Une respiration», ha commentato. Come dire: finalmente respiro un po’. Però i genitori di Emilie, tre settimane, cullata dal Presidente della Repubblica francese nonché Coprincipe di Andorra, non hanno resistito e hanno postato la fotografia, che ha fatto subito il giro dei social network, quindi del mondo. E addio incognito. Ma almeno lunedì all’Eliseo sa-
L’altro segreto Operatoallaprostata 1 France Info ha rivelato che
nel febbraio 2011, prima di candidarsi alle primarie socialiste, Hollande si era fatto operare per una «ipertrofia benigna della prostata». Ma Hollande aveva promesso «una trasparenza totale» anche sulla sua salute. Polemiche roventi.
pevano dov’era e cosa stava facendo Hollande. Del resto, lui aveva promesso la visita alla sua ministra della Famiglia, Dominique Bertinotti (che a sua volta ha di recente rotto un tabù annunciando pubblicamente di avere un cancro e di non voler smettere di governare per questo). «La regola per mantenere il carattere autentico di questi incontri è che si facciano a porte chiuse. Hollande l’ha già fatto e lo rifarà»: è la promessa di uno dei suoi consiglieri, che per i giornalisti
incaricati di «coprire» l’Eliseo è piuttosto una minaccia. Ogni tanto, invece, Hollande sparisce davvero. Il mese scorso, ha dato l’allarme Pierre-René Lemas, segretario generale dell’Eliseo, uno che lo conosce da sempre perché hanno fatto insieme l’Ena, la superscuola dell’élite. Nonostante le ricerche, Hollande non si trovava da nessuna parte. Si è poi scoperto che era andato a fare due passi sugli ChampsElysées, che del resto sono appunto a due passi dal Palazzo.
SCONTO 44,02
89,00 INVECE DI
€ 159,00
L70/80xH185 cm, lastre in cristallo temperato trasparente spessore 4 mm, profili in alluminio cromato
4 mm cromato
SCONTO 37,31
Utile il regalo, entusiasmante il Natale!
68,90 INVECE DI
€ 109,90
Scaldabagno elettrico by Ferroli 80 lt, modello Highterm, potenza 1200 W
Con le nostre offerte, avrai solo l'imbarazzo della scelta.
w w w. s e l f i t a l i a . i t
Offerte valide dal 5 al 29 dicembre 2013
Box doccia quadrato Adige
LA STAMPA GIOVEDÌ 5 DICEMBRE 2013
Primo Piano .17
.
Su Twitter Il premier inglese David Cameron e un suo ammiratore in Cina
Dalle banche ai carrelli MIKE THEILER/EPA
Draghi partecipa alla Colletta alimentare in un ipermercato ANGELO CARCONI/ANSA
Premier al volante verso l’incarico Enrico Letta alla guida della Fiat Ulysse con cui è salito al Quirinale il 24 aprile
Peccato che non l’avesse detto a nessuno e soprattutto non agli agenti del Gspr, l’iperspecializzato Gruppo di sicurezza della Presidenza della Repubblica. Hollande non è solo colpevole, ma recidivo. Mesi fa, la compagna attuale, Valérie Trierweiler, arrivò in macchina all’Eliseo, il Président scese ed entrambi si dileguarono per una serata intima. Finalmente soli. In quell’occasione, i servizi dovettero chiamare Hollande sul cellulare per scoprire in che ristorante fosse
In salotto L’ex premier Mario Monti con Empty lo scorso febbraio
e organizzare un minimo di sicurezza. E in una memorabile domenica mattina, François e Valérie furono paparazzati da «Paris Match» a spasso da bravi borghesi ai giardini del Lussemburgo. All’epoca, con il giornale si arrabbiò lei, in perfetto conflitto d’interessi perché madame Trierweiler è appunto una giornalista di «Match». Questa scappate permettono a Hollande di avere qualche contatto diretto con i cittadini. Ed evitando le contestazioni che, fra «berretti rossi», sindacalisti ar-
rabbiati, attivisti antimatrimonio gay e scontenti di ogni sorta, ormai sono immancabili a ogni sua uscita ufficiale. Del resto, quello del potente che gira in incognito fra il popolo è un classico e anche nell’Ancien régime i Re per grazia di Dio erano assai più accessibili dei Presidenti per grazia delle urne. E poi ogni tanto pure Nicolas Sarkozy si volatilizzava. Andava alla Virgin degli Champs-Elysées (oggi defunta) a fare il pieno di dvd per guardarli con Carlà nei tinelli elisei. E fare colpo sui giornalisti citando Dreyer o Visconti.
«Tv e comizi non bastano più a costruire l’autorevolezza»
5
domande a Mario Rodriguez Analista MARCO BRESOLIN
QUEI LEADER A CACCIA DEL CONTATTO CON LA GENTE MARCO BELPOLITI SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
utto avveniva in piazza, nel corso di una cerimonia, di un’inaugurazione o di un raduno. Da Mussolini a Stalin il bimbo in braccio, o il tocco della folla, erano d’obbligo e segnano il XX secolo, l’età della massa, come ha detto Elias Canetti, per cui la sua forza appare superiore alla somma delle singole parti, gli individui, che alla fin fine contano davvero poco. Il XXI secolo è probabilmente cominciato quando Andy Warhol ha detto o scritto - dove non si sa con certezza - che ciascuno poteva aspirare a quindici minuti di celebrità: l’età degli individui. Tutto è cominciato con la televisione, dove bastava apparire per «essere». I leader politici sono stati veloci a capirlo, e poiché a loro non bastano quei quindici minuti, ma aspirano a tempi ben più lunghi, hanno cominciato a studiare strategie differenti per apparire dopo il tramonto dei capi taumaturghi. Il nuovo maestro nel campo della comunicazione, del far notizia con il minimo sforzo, è certamente Papa Francesco. Si chiama low profile: andare senza scorta al Quirinale; partecipare a un incontro in parrocchia senza annunciarlo; usare automobili qualunque; viaggiare con il finestrino abbassato nel traffico romano,
T
L’autoscatto con il Papa Ha fatto il giro del mondo la foto di Bergoglio con i ragazzi piacentini lo scorso agosto
e tante foto di gruppo con giovani e bambini. Un nuovo modo per fare notizia, senza troppa pompa, anzi proprio per questo. L’ha capito Enrico Letta, che si presenta per l’incarico di presidente del Consiglio arrivando con l’utilitaria di famiglia e i seggiolini dei bambini sul sedile posteriore. Oppure il presidente francese François Hollande, che fa uscite senza preavvisi e si materializza
giorni fa in un’associazione di genitori in difficoltà. Il consenso, nell’epoca dei «quindici-minuti» ce lo si procura così, perché ovunque il Capo vada ci sarà sempre qualcuno che, munito di cellulare, scatta subito una foto, e la posta sulla sua pagina Facebook, o nel profilo Twitter, e così fa il giro del mondo (salvo essere ripresa utilmente dagli addetti stampa, come per Cameron l’altro giorno).
La popolarità è virale nell’universo dei social network. Il tocco magico ora ce l’ha il popolo della Rete, e il leader si fa ungere da Pinterest, o dall’uccellino Tw, invertendo il procedimento tradizionale. Warhol alla rovescia: diventare famosi grazie a coloro che possono esserlo solo per quindici-minuti. Il papà di Emile, tre anni, ha fatto clic, e subito l’immagine del presidente francese è entrata nel-
l’universo mediatico degli smarthphone. Non è tanto un mettersi al posto della gente comune - il solito: Anche io sono come voi -, bensì ricevere l’energia per rilanciarsi l’immagine moltiplicata proprio da loro. Meno lavoro per uffici stampa e apparati di propaganda. Ora il «lavoro» lo facciamo tutti (Facebook produce non «cose», bensì i suoi iscritti). Basta andare, per fare un altro esempio, come ha fatto Obama sabato scorso, in un negozio di libri a Washington, sceglierne alcuni, mettersi in fila e pagare. Subito tutti alzano il cellulare e l’immortalano regalandogli altra popolarità. L’investitura al tempo dei social viene dal basso, basta che il Capo scenda tra la folla per subito risalire attraverso la notizia virale. La fotografia ha assunto un ruolo decisivo. I leader l’hanno probabilmente imparato dal cinema e dalla moda, dove l’aura, l’alone della celebrità, da qualche decennio si alimenta con la prossimità e non più mediante la distanza. Solo Berlusconi, come del resto Putin, uomini del XX secolo, hanno paura delle persone, di farsi «toccare», e perciò giocano con il cagnolino Dudù nel corridoio della loro casa-fortezza. La copertina sul settimanale ce l’hanno lo stesso, e anche la citazione, ma sono soli. La solitudine del leader, icona del passato, non va più di moda. Siamo entrati nell’epoca della Moltitudine.
«Viviamo in un’epoca di disintermediazione, in cui il principio di autorità va ridefinito. Le vecchie liturgie sono messe in discussione e bisogna cercare nuove strade». Mario Rodriguez, docente di Comunicazione e titolare della MR & Associati, sostiene che la comunicazione politica stia attraversando un «passaggio d’epoca». A cosa è dovuto?
«Innanzitutto a una messa in discussione dei sistemi di autorità. Poi alla disintermediazione che sta intervenendo nella nostra società». Nella comunicazione?
«Non solo. Pensate alla vita di tutti giorni, alla possibilità di fare acquisti online. Sono saltati gli intermediari, le gerarchie. Vale per il commercio, così come per il potere, alle prese con una crisi di consenso». La cosiddetta «casta»...
«È un fenomeno accentuato dalla crisi. Tra la gente cresce l’insofferenza. E così i potenti devono ricostruire l’autorevolezza della loro autorità». Come lo stanno facendo?
«Cercando di mostrarsi autentici. Prima il ministro rimarcava la sua autorità in modo muscolare, esibendo tre auto di scorta e la sirena blu. Oggi invece va in Quirinale con l’utilitaria. La costruzione dell’immagine passa attraverso le relazioni interpersonali, un concetto premoderno che ora è stato recuperato. Prima bisognava riempire le piazze, poi invece bastava apparire autorevole in tv. Oggi, nell’era dei social media, si cerca di nuovo il contatto diretto con la folla». È la strada giusta?
«Ancora non lo sappiamo. Chi, come Papa Francesco, si sta incamminando su questa strada per recuperare l’autorità perduta dalle istituzioni, sta partecipando a una sfida».