Anno XLVI N. 281
Mercoledì 27 novembre 2013
€ 1,20 GLI INSOLUTI DELL’ANIMA SALVATORE MANNUZZU
I
n casa entra da sempre moltissima carta: libri, giornali e altro. Sino a un po’ di tempo fa riuscivo a tenerla a bada. Ne davo via, ne gettavo (vincendo la radicata vocazione a conservare); e periodicamente mettevo ogni cosa al suo posto: stipando le tante librerie, controllando e smistando i documenti bancari e le ricevute. Ma da parecchio ormai trascuro di farlo: quanto arriva si ammucchia sulla scrivania, sulle sedie e perfino sul pavimento. Me ne resta un crescente, oscuro rimorso: reso più acuto a volte dalla ricerca vana di qualcosa che mi serve o dal crollo d’una catasta pericolante. Perché ne parlo? Perché questo disordine, questo Mar dei Sargassi in cui riesco
San Virgilio di Salisburgo, vescovo
OLTRE RENDITE E RASSEGNAZIONI, CON FEDE
L’ESSENZIALE CAMMINO PIERANGELO SEQUERI sciamo, usciamo». Incomincia così il n. « U 49 dell’Esortazione Apostolica di papa Francesco sul tema dell’evangelizzazione, che ha impegnato il recente Sinodo mondiale dei Vescovi. L’immagine non è occasionale, né casuale. Che si tratti di una chiave di lettura – e quindi di azione – del messaggio destinato alle Chiese cristiane, è confermato dalla dicitura che sta all’ingresso del primo capitolo: «Una Chiesa in uscita». Francesco si mette a capo del popolo di Dio e lo guida all’uscita dalla schiavitù. Uscita dall’inerzia di una posizione di rendita, che può apparire rassicurante e persino confortevole, ma che ormai confina con l’assuefazione alla «mondanità spirituale». Uscita dalla mancanza di iniziativa, dalla perdita di creatività, dall’amorevole coltivazione della propria nobile malinconia: la storia della modernità ha deviato dal corso previsto, che doveva passarci sotto casa. Invece. E allora, tanto peggio per la storia, e per gli uomini, le donne e i bambini che ci sono dentro. L’accidia, la rassegnazione, lo scoraggiamento – scrive Francesco – portano alla «psicologia della tomba». Può sembrare un rifugio, un sacrario persino. Ma è un luogo di morti. Non c’è però solo una cristianesimo ripiegato su se stesso perché vive una perenne «Quaresima senza Pasqua» (n. 6). In questi anni, i cristiani ci hanno messo del proprio per mortificare ciò che lo Spirito aveva pur messo in moto. Hanno creato contrapposizioni artificiose nel popolo di Dio, seminato arroganza di élites fra i cristiani diversamente impegnati, acceso vere e proprie «guerre» interne, nelle quali sono state dilapidate energie e sostanze che erano destinate alla missione comune (n. 94). Anche da queste stupide liti bisogna uscire. In fretta, e con un taglio netto. E bisogna pensare di più ai «poveri». Soprattutto al loro riconoscimento da parte di una religione che non se ne serve come strumento per disegni che non li riguardano.
sempre meno a muovermi, mi duole soprattutto per il suo peso simbolico: trovando dentro di me corrispondenza, magari inconscia, negli arretrati e negli insoluti dell’anima. Gli adempimenti omessi, materiali e morali, mi ossessionano suscitandomi il pensiero di quando - tempi non lontani - io non ci sarò più. Come si raccapezzeranno le mie figlie, cosa se ne faranno di tante carte che hanno senso, se mai, solo per me? E quale ricordo conserveranno di me? Talvolta mi capita di leggere nei necrologi parole di lode e rimpianto che suonano sincere. E provo una sorta di invidia: io alla fine non ne avrò meritate. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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il fatto. Nella sua prima Esortazione apostolica il Papa chiama a uno «stato permanente di missione», a una collegialità che valorizzi le Conferenze episcopali e a servire i poveri
La gioia del Vangelo Francesco: la Chiesa sia sempre la casa aperta del Padre IL CASO / RIFORMA SANITARIA ALL’ESAME DELLA CORTE SUPREMA
Aborto e pillola Obamacare sotto processo
LAVORI IN CORSO STEFANIA FALASCA utti fuori. In un vitale dinamismo di "uscita". T Fuori, sulle strade aperte della via pulchritudinis, la via del Vangelo. Perché solo uscendo si può rimanere fedeli a Cristo e alla natura propria della Chiesa. È la sollecitudine di un padre quella che definisce l’Evangelii gaudium, la prima esortazione apostolica di Francesco, che invita «a uno stato permanente di missione» e nasce dal «generoso», «improrogabile» bisogno di «rinnovamento», per «avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno» (n.25). Nell’Evangelii gaudium c’è tutto l’animo di ciò che abbiamo visto e ascoltato di papa Francesco. È un documento-chiave, corposo e singolare, foriero di spunti indicativi, che non si presta a banali riduzioni. Si potrebbe dire una sorta di regula pastoralis, di summa pastorale e al tempo stesso un incipit. Certamente una scommessa, un quaderno operativo aperto, un work in progress che non "chiude", come la missione stessa, il cui scopo principale è l’annuncio del cuore pulsante del Vangelo agli uomini e alle donne nella realtà di oggi. È infatti l’annuncio dell’allegria del Vangelo, concentrato sull’essenziale, negli accenti che gli sono propri – la bellezza, la bontà, la misericordia e quindi l’attrattiva – la priorità assoluta e il fine del cammino della Chiesa per Francesco, alla quale tutte le istanze, le istituzioni, le strutture vengono ricondotte: «L’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa» (15). E in questo senso l’esortazione è destinata a scuotere la compagine ecclesiale nei prossimi anni, invitando a emanciparsi da tutto quanto può far velo all’ampiezza creativa di tale respiro missionario. Affinché a tutti possa «giungere la consolazione e lo stimolo dell’amore salvifico di Dio» (44) e «sia favorita la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia». Un no è quindi chiaramente rivolto «all’autopreservazione, alle strutture prolisse separate dalla gente, a gruppi di eletti che guardano se stessi» (27). (Continua a pagina 32)
prospettive e sfide della comunità ecclesiale
● Sulla scia del Concilio
l’impegno per un maggiore decentramento
Coda Trasformarci: ecco cosa ci è chiesto Gheddo In missione ossia uscire e rischiare
● Il papato pronto a una
conversione per essere più fedele al mandato di Gesù
● «Preferisco una Chiesa
accidentata e ferita che malata per la sua chiusura»
● L’Eucaristia non è premio
per i perfetti ma rimedio e alimento per i deboli
Ramonda Sulle spalle la croce degli ultimi
MOLINARI
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2/3/5
NAPOLITANO A LETTA: LA VERIFICA PER IL GOVERNO È IL SÌ ALLA STABILITÀ
NEL GIORNALE
Reddito minimo, pagano le maxipensioni Forza Italia ha deciso: va all’opposizione
■ Crisi
● Fiducia nella notte
Il Cav. in piazza: non cederò ai miei carnefici
● Fi: non votiamo la
Il Cav non molla: «Se si vota nel 2015, posso tornare io a Palazzo Chigi. Per la quinta volta». E apre la guerra ad Alfano: scomparirà
manovra, si dimetta Letta ("appeso" ora in Senato a 6-7 voti). Il Colle dice no ALLE PAGINE
6/7/8/9
CELLETTI A PAGINA
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ZACCURI
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Torino Film Festival
I GIOVANI REGISTI PARTONO DALLA FAMIGLIA DE LUCA
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Guatemala alla mercè della criminalità Due donne in toga per guarire il Paese DI LUCIA CAPUZZI
uando uno “degli angeli custodi” apre la porta blindata, non immagini di ritrovarti in una stanza dai colori sgargianti e il sottofondo di musica jazz. Fuori si respira il grigiore teso del Juzgado de mayor riesgo, il tribunale di massima sicurezza del Guatemala. Dentro le rose color cipria svettano nel vaso poggiato sul tavolo. Dietro si nasconde una sagoma minuta. Che si precipita incontro al visitatore
Q
con un sorriso largo e accogliente. È giovane e molto bella, Jazmín Barrios: lunghi capelli neri ondulati, lineamenti delicati. Eccola la “giudice di ferro”, come l’ha ribattezzata la stampa internazionale. «Ma va. Sono solo una donna semplice e vicina alla gente». È anche molto altro, però. Coraggiosa, determinata, testarda, da quando è entrata in magistratura, nel 1996 – lo stesso anno degli accordi di pace –, Barrios non si è mai tirata indietro di fronte a un caso “difficile” A PAGINA
Ora sono le mamme a rubare per fame Furti cresciuti del 20% SCAVO A PAGINA
INCHIESTA / CORAGGIO, RIFORME E TECNOLOGIE PER CAMBIARE
CASSANO: LA CHIESA FRA IL SUD E IL GRANDE INQUISITORE
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RETROSCENA
sul maxi-emendamento alla manovra. Per la "prova" sul reddito solo 40 milioni l’anno. Saltata la norma sulle spiagge
Intervista
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FOLENA A PAGINA
BELLASPIGA A PAGINA PRIMOPIANO ALLE PAGINE
L’Obamacare finisce di nuovo nel mirino della Corte suprema: a marzo i giudici analizzeranno due dei cento ricorsi di ditte, gruppi laici e religiose, diocesi comprese, che non intendono piegarsi al cosiddetto «obbligo contraccettivo» contenuto nella legge e denunciano la violazione della libertà religiosa. La misura impone un’assicurazione sanitaria che comprenda contraccezione e aborto.
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FOLENA A PAGINA
(Continua a pagina 32)
I NOSTRI COMPITI E LA PREFERENZA DI DIO
● L’Evangelii gaudium indica
LE INTERVISTE
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■ Istanbul
Basilica di Santa Sofia Gli islamisti premono per «riconvertirla» in una moschea OTTAVIANI A PAGINA
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■ Nordest
Veneto e Friuli V.G. oltre le fabbriche: il futuro nel terziario MOTTA A PAGINA
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