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PNRR e over: verso l’anzianità attiva? Annarita D’Agostino

IL PNRR PER GLI “OVER”: VERSO L’INVECCHIAMENTO ATTIVO? di

Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Italia prova a guardare oltre la crisi sanitaria ed economica. Un ambizioso progetto di riforme che individua le priorità su cui investire le consistenti risorse che l’Unione Europea ha messo a disposizione con il programma Next Generation EU (NGEU). Il più grande pacchetto di investimenti mai nanziato in Europa di cui l’Italia, peraltro, è la prima bene ciaria in valore assoluto. Per attivare le risorse a disposizione, ogni Stato membro ha dovuto presentare un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per illustrare all’Europa investimenti e riforme su cui vuole puntare. Italia domani è il titolo e lo slogan del PNRR italiano, che si articola in 6 “Missioni”: digitalizzazione,

innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Lo scorso 22 giugno è arrivato il via libera della Commissione europea, a pieni voti: tutte “A” e solo una “B” per la voce relativa ai costi, in linea con altri piani nazionali. Tanti gli obiettivi di NGEU e, dunque, del PNRR, fra cui anche una maggiore equità generazionale a cui guardano, anche se da prospettive diverse, sia i giovani che gli anziani. Una priorità de nita dallo stesso Piano “trasversale” alle 6 Missioni. Questo perché l’assenza di pari opportunità a prescindere dall’età, alla stregua delle discriminazioni legate alla provenienza, alla religione, alla disabilità o all’orientamento sessuale, non è solo un problema individuale - si legge nel PNRR -, ma un ostacolo alla crescita economica. Quali sono dunque i progetti del PNRR che riguardano più da vicino il mondo degli over? Attualmente in Italia le persone over 65 - segnala il PNRR - sono il 23%. Inoltre, secondo le stime più recenti, il numero di anziani non autosu cienti raddoppierà no a quasi 5 milioni entro il 2030. Il Rapporto Istat Gli anziani e la loro domanda sociale e sanitaria, promosso insieme alla Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria, ha stimato che oltre 2,7 milioni di over 75 in Italia convivono con gravi problemi di salute e di autonomia, circa 1,2 milioni non hanno un aiuto adeguato e per circa 100mila anziani la condizione di so erenza sica ed emotiva è acuita dalla povertà. Per a rontare questa drammatica realtà, il PNRR a ronta in modo integrato il nodo dell’assistenza degli anziani con quello della riorganizzazione dei servizi sanitari, collegando gli investimenti della Missione 5 “Inclusione e coesione” a quelli della Missione 6 “Salute”. Per l’inclusione delle persone anziane e fragili, sono 500 i milioni stanziati nella Missione 5. Comuni, singoli o in associazione, potranno sovvenzionare interventi per una vita autonoma e per la prevenzione della non autosuf cienza e ra orzare i servizi sociali a domicilio per garantire la dimissione anticipata in caso di ricovero e prevenire la degenza in ospedale. Spazio anche a nuove politiche urbanistiche e abitative con la transizione verso il senior housing, un sistema abitativo pensato su misura per l’anziano. Dei 500 milioni complessivi, infatti, oltre 300 milioni saranno destinati a nanziare la riconversione delle RSA e delle case di riposo in gruppi di appartamenti autonomi attrezzati. Progetti ancora più di usi potranno essere realizzati a livello territoriale, dunque investendo anche sulla riquali cazione delle aree interne del Paese, attraverso reti di servizi dedicati alle residenze abitative per anziani. Domotica, telemedicina e monitoraggio a distanza - spiega il Piano - permetteranno di aumentare l’e cacia dell’intervento. Chi coordinerà il progetto? Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che pubblicherà un bando dedicato ai comuni. Se già nel terzo trimestre 2021 è prevista la stesura di un piano operativo con i requisiti dei progetti che potranno essere presentati, per la piena at-

tuazione del progetto si dovrà attendere il 2026. Ad integrare le nuove politiche di sostegno alla non autosu cienza, la riforma dei servizi sanitari di prossimità e l’investimento sull’assistenza domiciliare previsti dalla Missione 6, a cui saranno destinati 7 miliardi di euro. Entro il 2021, con l’approvazione di uno speci co decreto ministeriale, il governo conta di de nire gli standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale e identi care le strutture disponibili per poi, entro la metà del 2022, presentare un disegno di legge di riforma al Parlamento. Per i malati cronici arriveranno, entro la metà del 2026, 1.288 “Case della Comunità”. Con una dote di 2 miliardi di euro, saranno punti unici di accesso alle prestazioni sanitarie nelle quali opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e assistenti sociali. Nella struttura saranno presenti anche un punto prelievi, strumentazione poli-specialistica, servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziane e fragili. Un intervento che il Ministero della Salute dovrà avviare entro il primo trimestre del 2022, coinvolgendo le regioni e tutti gli altri enti interessati. Sempre entro la metà del 2026, il 10% degli over 65 con una o più patologie croniche e o non autosu cienti, in linea con i migliori esempi dell’Europa, dovrà avere a disposizione la propria casa come principale luogo di cura. Come? Attraverso la telemedicina, la domotica, il tele-monitoraggio e l’attivazione di 602 Centrali Operative Territoriali (COT) per coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari. A disposizione per questo obiettivo 4 miliardi di euro. Saranno le regioni a proporre i progetti sulla base delle priorità e delle linee guida de nite dal Ministero della Salute. Per i pazienti che saranno sottoposti a interventi sanitari che prevedono brevi ricoveri e la possibilità di proseguire le cure a casa, a fare da anello di congiunzione fra le strutture ospedaliere e il domicilio sarà l’“Ospedale di Comunità”, una struttura sanitaria territoriale snella, a gestione prevalentemente infermieristica. Un miliardo a disposizione per la realizzazione di 381 Ospedali di Comunità, pienamente operativi a partire dal 2027. Dei 3 milioni e 150mila disabili in Italia, quasi 1 milione e mezzo sono over 75. A completare il quadro del PNRR per il mondo senior sono dunque le misure per la disabilità, fra cui: la rimozione delle barriere architettoniche e sensoriali in musei, biblioteche e archivi, purtroppo tutt’oggi ancora esistenti; gli interventi per la mobilità e i trasporti; un investimento straordinario sulle infrastrutture sociali, a partire da quelle tecnologiche, e sull’aumento dei servizi di assistenza domiciliare per favorire l’autonomia; il più generale miglioramento dei servizi sanitari sul territorio per promuovere un accesso realmente universale alla sanità pubblica. A fare da cappello a questi progetti, la Riforma della non autosu cienza, che dovrà de nire i livelli essenziali di assistenza a livello nazionale, da approvare con legge delega entro la primavera 2023 e poi con il decreto

Il PNRR italiano in 6 “Missioni”: digitalizzazione, innovazione, ; e transizione

legislativo delegato entro il primo trimestre 2024, e la Legge quadro sulla disabilità, per cui sono stanziati 800 milioni di risorse del Fondo per la disabilità e la non autosu cienza. Da attuare entro il 2025, punta a rafforzare i servizi o erti dai territori, sempli care l’accesso ai servizi e le procedure di accertamento della disabilità, promuovere progetti di vita indipendente. Fra i principali sostenitori dell’inserimento dell’attesa Riforma della non autosu cienza nel PNRR, il Network Non Autosu cienza (NNA), nato nel 2009 e formato da studiosi, dirigenti di servizi pubblici e privati e consulenti, che si è fatto portavoce di un’articolata proposta con il sostegno delle principali organizzazioni attive nella tutela degli anziani e delle loro famiglie. Obiettivo raggiunto? Per Cristiano Gori, coordinatore del Network e professore ordinario di Politica sociale presso l’Università di Trento, «il giudizio è duplice. Se noi guardiamo il PNRR di Draghi rispetto al PNRR di Conte, non possiamo che essere molto soddisfatti perché sono stati incrementati gli investimenti nella domiciliarità e, soprattutto, è stata prevista una riforma organica del settore, di cui si discuteva dalla ne degli Anni ’90. Se però guardiamo al punto di arrivo di questo percorso - sottolinea - siamo solo al punto di partenza perché la riforma, che è l’aspetto chiave, è tutta da scrivere». Dunque, anche se “i titoli sono giusti, sono solo i titoli”. L’unica unità di misura per poter esprimere un giudizio de nitivo sulla riforma è avere risposte, innanzitutto sulla frammentazione dell’assistenza: «Attualmente - evidenzia - abbiamo un sistema che spesso o re poche risposte e frammentate fra

tantissimi punti di accesso e tantissime sedi che poi sta all’anziano e alla sua famiglia ricomporre, quindi il primo punto da a rontare è sempli care e rendere sempre più unitari, sia i percorsi di accesso che l’o erta di servizi. Il secondo aspetto - prosegue - è quello di utilizzare modelli di intervento appropriati per la non autosu cienza». Quali? «Un’assistenza domiciliare che sia capace di una presa in carico dell’anziano “multidimensionale”, cioè una presa in carico che consideri le molteplici dimensioni che la non autosu cienza porta con sé». Occorre inoltre tener conto della speci cità delle diverse forme di demenza, ad esempio quella cognitiva, e mettere in campo soluzioni adatte a ciascuna di esse. «Il terzo punto è un incremento dell’o erta di servizi che, seppure in misura diversa, riguarda tutte le aree del Paese, anche quelle in cui il welfare è più evoluto, e sul quale è necessario un approccio integrato: chiaramente la priorità è incrementare l’assistenza domiciliare, ma anche l’o erta residenziale è insu ciente e va aumentata». Il professor Gori chiarisce anche che occorre distinguere il piano dei progetti nanziati dalle Missioni del PNRR, che “sono investimenti una tantum da spalmare fra il 2022 e il 2026”, dalle riforme, che saranno “quello che resterà davvero nel tempo”. Anche se i maggiori investimenti sulla domiciliarità sono da accogliere con soddisfazione, «sono solo ancora un punto di partenza poiché tutto dipende da come i fondi saranno usati - sottolinea, segnalando che - un primo problema che stiamo ponendo è che, mentre avevamo chiesto più fondi sia per la domiciliarità sanitaria che sociale, il PNRR contiene essenzialmente investimenti sulla domiciliarità sanitaria». Si tratta di idee che - ricorda -, come recita uno degli slogan della campagna di sensibilizzazione NNA, “non sono originali” dopo 20 anni di attesa della Riforma della non autosu cienza. Uno slogan provocatorio, per sottolineare ai decisori politici che i progetti e i titoli devono diventare nalmente fatti e soluzioni concrete per i tanti anziani e le tante famiglie che attendono da troppo tempo un cambio di passo del sistema di assistenza. I prossimi mesi saranno quindi decisivi per capire se davvero il PNRR per gli over ci condurrà verso il nuovo orizzonte dell’invecchiamento attivo.

I comuni, singolarmente o in associazione, potranno sov vita autonoma e per la prevenzione della non autosuf servizi sociali a domicilio così prevenire la degenza in ospedale.

ANCORA CON DIARREA, DOLORIADDOMINALI O FLATULENZA?

Qual è la causa? Che cosa può essere veramente d’aiuto?

Gli esperti ne sono a conoscenza da molto: diarrea, dolori addominali e flatulenza possono essere causati dallo stress, da una dieta poco equilibrata o dai farmaci. I ricercatori sono ora riusciti a sviluppare un prodotto innovativo che troviamo esclusivamente in farmacia: Kijimea Colon Irritabile PRO.

Le persone affette lo sanno: i disturbi intestinali ricorrenti come diarrea, dolore addominale o flatulenza sono estremamente fastidiosi. La qualità della vita ne risulta gravemente compromessa. Questi disturbi intestinali possono essere favoriti dallo stress, da un’alimentazione poco equilibrata o dall’assunzione di farmaci. Ma la vera causa è rimasta nascosta per molto tempo. Gli scienziati oggi suppongono che sia una barriera intestinale danneggiata a causare il malessere intestinale. Sulla base di questa conoscenza, i ricercatori hanno sviluppato il dispositivo medico Kijimea Colon Irritabile PRO (disponibile esclusivamente in farmacia).

IL CEPPO BIFIDOBATTERICO VIENE IN AIUTO

I ricercatori hanno scoperto che uno speciale ceppo di bifidobatteri inattivato termicamente (contenuto solo in Kijimea Colon Irritabile PRO) offre un aiuto efficace: il ceppo B. bifidum HI- MIMBb75 aderisce come un cerotto sulle aree danneggiate della parete intestinale. Grazie a questo “effetto cerotto”, la parete intestinale può quindi riprendersi ed è così protetta da nuove irritazioni. In questo modo, i tipici disturbi intestinali come diarrea, dolori addominali o flatulenza possono attenuarsi e si possono evitare nuove irritazioni.

ANCORA MEGLIO IN CASO DI PROBLEMI INTESTINALI

I ricercatori hanno anche scoperto che i disturbi intestinali come diarrea, dolore addominale o flatulenza vengono alleviati grazie agli speciali batteri del ceppo B. bifidum HI- MIMBb75. Ma non è tutto: anche la qualità della vita delle persone affette è migliorata! Chiedi in farmacia Kijimea Colon Irritabile PRO.

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Lo stress, il poco esercizio fisico o una dieta povera di fibre spesso portano a una ridotta attività intestinale. La conseguenza: il trasporto del cibo attraverso l'intestino richiede molto più tempo, la digestione rallenta e ciò porta a evacuazioni irregolari e stitichezza. A ciò spesso si accompagna anche uno sgradevole gonfiore addominale. Con Kijimea Regularis fai ripartire l'intestino e riduci così il gonfiore addominale. Kijimea Regularis contiene fibre di origine vegetale che si gonfiano nell'intestino e ne allungano delicatamente i muscoli. Puoi acquistare Kijimea Regularis senza ricetta in farmacia.

Intervista

PAOLO ROSSI, TRA REALTÀ E FINZIONE di Ersilia Rozza

Dopo anni di cabaret, Paolo Rossi ha debuttato a teatro nel 1978 per la regia di Dario Fo, ha lavorato con il Teatro dell’Elfo e poi con diverse compagnie su sarcastici recital legati all’attualità e a testi classici, ha realizzato spettacoli Tv (a cominciare da Su la testa! del 1992) e recitato in numerosi lm (con Salvatores, anzina, Brizzi). Ha partecipato a vari Festival di Sanremo, scritto canzoni e numerosi spettacoli teatrali. Meglio dal vivo che dal morto è il suo ultimo libro, a metà tra autobiogra a e raccolta di storie.

William Shakespeare è il personaggio di riferimento con cui dialoga per tutto il libro. Perché non ha scelto un comico?

Essenzialmente perché sto lavorando ormai da due anni a una rappresentazione shakespeariana, e già nella mia precedente storia teatrale ho fatto tre Shakespeare, a cominciare da La commedia degli errori, che non andò neppure in scena. Ero ancora un ragazzino. Poi ho fatto La tempesta con Carlo Cecchi e una versione particolare, interattiva, di Giulietta e Romeo. Dividevo la sala tra Montecchi e Capuleti e con il trucco - qualcuno ci cascò anche - secondo cui non erano arrivati gli attori, distribuivamo le parti al pubblico stesso. Rimase in tour per tre anni, uno dei miei spettacoli più fortunati. In realtà, ovviamente, gli attori erano in platea, io facevo il regista, un altro il tecnico delle luci, un altro il suggeritore e il pubblico recitava secondo la nostra direzione. Shakespeare, per noi che pratichiamo il teatro, è come Dio. Ed

«La più grande preoccupazione che ho per ho visto capitare, ovvero sempre accorgertene, rischi di devi sempre continuare a scommettere, essere curioso»

è anche il dio dei ladri, perché, per noi comici e saltimbanchi, o come volete chiamarci, il furto è una miniera incredibile. C’è una di erenza fondamentale, come mi disse Dario Fo: «Rubare è da geni, copiare è da idioti». Una frase che aveva sottratto a Pablo Picasso, il quale probabilmente a sua volta l’aveva presa da qualcun altro. Per un attore che viaggia molto borderline tra il comico e il serio, come faccio io, il furto è una miniera.

Il libro si presenta come un’auto tinuamente il lettore tra verità

Non mi interessava il risultato nale, avevo in mente il percorso e non mi sono preoccupato di dargli una struttura compiuta. Facendo teatro ti accorgi che ogni sera è un’incompiuta, per questo sono arrivato a un metodo che è una continua “messa in prova”. Del resto l’incompiutezza e l’imperfezione sono caratteristiche del teatro popolare, per questo leggere un testo teatrale ti annoia dopo cinque pagine. Leggere La tempesta è piuttosto noioso, mentre sul palco ne ammiri la grandezza: passa da una scena didascalica a una d’azione, a un’altra comica e così via. Nello stesso tempo ti lascia pieno di dubbi, come un po’ tutte le opere di Shakespeare. I classici per un comico del mio tipo sono il primo riferimento, anche perché, se rubo da loro, l’autore non può più protestare.

Lei dice che gli attori, in particolare quelli comici, devono vivere in un mondo ribaltato, a rovescio, per poter raccontare quello diritto, quello degli umani con i quali è meglio non mescolarsi...

Sono considerazioni che uso spesso con gli amici, al bar, in privato, facendo un po’ i guasconi. Ma qualcosa di vero in e etti c’è. È che il bohèmien, l’artista, chi fa questo mestiere, non può essere “sindacalizzato” o lavorare perché deve osservare un certo protocollo: un minimo di anarchia deve tenersela dentro. È molto importante, perché certe conquiste civili che hanno ottenuto da poco

SALTIMBANCO PER SEMPRE

Meglio dal vivo che dal morto (Solferino, 220 pagine) è un lungo monologo che Paolo Rossi propone allo spirito del sommo bardo William Shakespeare con le considerazioni Aspettando Godot con la regia di nate e deviazioni, di immagini ingegnosi, di analisi profonde menziali. Dal periodo del Derby, il celebre cabaret milanese anni ’60 - ’70, al Covid-19, cui ropandemici”, Rossi fa sorride co che vuole proporre sem un’azione, un punto di vista tato, nuovo”.

«Facendo teatro ti accorgi che ogni sera , per questo sono arrivato a un metodo che è una continua messa in prova. Del resto »

quelli che io chiamo provocatoriamente “gli umani”, cioè chi non fa il mio mestiere, noi le avevamo già fatte nostre nel ’400, nel ’500. Chi ha inventato la famiglia allargata? Noi. Da noi potevano lavorare quelli che oggi sono considerati “diversi”. E anche le donne, come Isabella Andreini e Madame Béjart, la moglie di Molière che comandava la compagnia, perché era evidente la loro autorevolezza. I problemi, l’alcolismo e quant’altro si gestivano in compagnia. Poi, nel secondo dopoguerra, quando è arrivato lo Stato, con le sovvenzioni, abbiamo creduto tutti di essere a posto. Io ero contento, mi vedevo come un impiegato statale della DDR e potevo dire a mia madre, che era molto preoccupata della mia scelta lavorativa: « edi c’è lo Stato che pensa a noi». Grandi personaggi, come Dario Fo, Edoardo De Filippo, Carmelo Bene, Franca aleri, dicevano invece: «Attenzione a che l’intervento non sia troppo pesante, perché rischia di venir meno la qualità». Noi rispondevamo: «Dicono così perché “loro sono loro”», ma alla ne avevano ragione. Oggi il problema qual è? Che noi siamo costretti a prendere come riferimento non più il pubblico, la gente, ma i protocolli. engono scelti gli spettacoli e il pubblico è diventato secondario. Nei luoghi di potere ci sono un sacco di persone che, pur dicendo di amarlo, odiano il teatro, che quindi diventa il ghetto degli amatori. Durante il lockdown ho fatto tante repliche nei cortili, con gente che non viene mai a teatro. Loro erano incantati, anche se facevamo poco e magari male per di coltà tecniche, e io ero incantato dal loro stupore, che voglio andare a ricercare. Io sono molto orgoglioso di giocare in serie B, quella del teatro popolare. Anche perché, qualcuno lo deve nalmente dire che, dopo che per quarant’anni la cultura del teatro è stata martoriata in questo Paese, non solo non ci sono campioni degni di giocare in serie A, ma proprio non c’è il campionato di serie A.

Il suo primo spettacolo l’ha fatto in parrocchia...

Sì, però c’è stato subito un problema con la censura. Non l’ho mai detto in nessuna intervista, magari lo scriverò meglio nel prossimo libro. Anche se il parroco e il sagrestano erano contenti, qualche fedele ebbe dei dubbi, perché salivamo sul palco, tutti vestiti da donna, e cantavamo “Noi siam come le lucciole...”. Mi piaceva la canzone, la sentivo cantare da mia nonna e non mi rendevo conto di fare una provocazione. Poi sono nito al Derby... forse una punizione divina, in un locale che non aveva le sovvenzioni statali, ma stava in piedi grazie ad altro...

ARTICOLAZIONI AFFATICATE E RIGIDE

I ricercatori hanno sviluppato un complesso nutritivo unico

Chi ne è colpito lo sa fin troppo bene: con l' età le articolazioni affaticate e intorpidite rendono la vita difficile. I ricercatori hanno scoperto che alcuni nutrienti specifici sono essenziali per la salute delle articolazioni. E la cosa migliore è che queste sostanze nutrienti sono disponibili in una bevanda nutritiva unica nel suo genere, acquistabile in libera vendita in farmacia (Rubaxx Articolazioni).

Quel che è normale negli anni della gioventù diventa un problema con l' età: il movimento. Le articolazioni affaticate affliggono infatti milioni di persone con l' avanzare dell' età. Questo fenomeno tipico dell' età avanzata era già da tempo al centro della ricerca scientifica, ma oggi si è a conoscenza che alcuni micronutrienti specifici sostengono la salute di articolazioni, cartilagini ed ossa. Un gruppo di ricercatori ha sfruttato questa scoperta e ha combinato queste sostanze nutritive in un complesso unico nel suo genere: Rubaxx Articolazioni. per rimanere attive anche col passare degli anni. Tra questi nutrienti ci sono le componenti naturali delle articolazioni, ossia il collagene idrolizzato, la glucosamina, la condroitina solfato e l' acido ialuronico. Queste sostanze sono componenti elementari della cartilagine, dei tessuti connettivi e del liquido articolare. Inoltre, gli scienziati hanno anche identificato 20 vitamine e sali minerali specifici, i quali promuovono le funzioni di cartilagini ed ossa (acido ascorbico, rame e manganese), proteggono le cellule dallo stress ossidativo (riboflavina e α- tocoferolo) e contribuiscono al mantenimento di ossa sane (colecalciferolo e fillochinone). Tutte queste sostanze nutritive sono contenute in Rubaxx Articolazioni (in farmacia). Il nostro consiglio: bevete un bicchiere di Rubaxx Articolazioni al giorno.

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