Numero Zero

Page 1

NUMERO febbraio 2013 // numero 1 // magazine free press

GENERAZIONE NOA NOA Cronistoria della disco dance a Latina Dal boom degli anni 70 alle nuove tendenze

GIOVANI

PENDOLARI

CARNEVALE

Lavoro e stage con l’Unione Europea

L’odissea sui binari della Roma-Latina

Come nascono i carri allegorici


Operiamo nel mercato di abbigliamento uomo, donna da oltre 40 anni Struttura logistica facilmente raggiungibile

I punti vendita sono tutti spaziosi negozi recentemente ristrutturati, dotati di ampio parcheggio e facilmente raggiungibili, situati in importanti poli commerciali. Ogni negozio è organizzato in settori: uomo, donna, jeans, sportwear e taglie grandi; ogni settore è strutturato in corner espositivi, dedicati ad una marca specifica. In ogni settore è presente almeno un addetto alle vendite. I negozi dispongono anche di un servizio sartoria per i capi venduti, che sicuramente costituisce una importante comodità per la clientela. L’ampiezza e la disposizione della merce facilitano la clientela nell’ acquisto self service, anche se non viene mai a mancare la necessaria richiesta di assistenza.

Target di riferimento e prodotti venduti

In base alle esigenze del mercato , la ditta “Brogi ” offre un vasto assortimento di abbigliamento uomo donna e bambino . Tuttavia, manifestando la sua capacità di adattarsi alle nuove tendenze, nel rispetto del principio della flessibilità, necessario per non perdere e per incrementare la propria nicchia di mercato, nell’ultimo periodo, l’offerta di vendita si è maggiormente incentrata sul prodotto “jeans”, sportwear e, moda giovane uomo/donna. Da numerosi anni, ormai, l’azienda intrattiene importanti e proficui rapporti commerciali, con rinomate aziende, a dimostrazione che la serietà ed il rispetto degli impegni presi, caratterizzano il nostro operato. Dalla sua costituzione, l’azienda intrattiene importanti e proficui rapporti commerciali, con rinomate aziende, a dimostrazione che la serietà ed il rispetto degli impegni presi, caratterizzano il nostro operato.

Da noi troverete:

REPARTO JEANS UOMO-DONNA REPARTO CONFEZIONE UOMO/DONNA REPARTO CERIMONIA REPARTO SPORTWEAR REPARTO TAGLIE FORTI

Ci trovi anche a: SORA: presso il centro commerciale “La Selva” in Via Chiesa nuova 1; L’AQUILA: Via Saragat snc

Via Vado la Lena, 15 Tel. 0775 290697 Fax 0775 830622 info@brogiabbigliamento.it www.brogiabbigliamento.it






“Aspetterei in eterno per averti un giorno

Ricevimenti

Direzione Villa: Gianluca e Roberta Boldreghini Mob. 338 1518048 - 338 8001692 - info@villameravigliosa.it

Seguici su

Via Migliara 45 - Km 4, n° 164 B.go Grappa, (LT) Italia Tel. 0773 255640 - 0773 209093 - www.villameravigliosa.it

di Gianluca e Roberta Boldreghini

“ prenota

il tuo pranzo per l’asporto

Via Pontina Km 80, Latina Tel. 0773 255640 www.egidioristocaffe.it



L’editoriale di ALBERTO REGGIANI

Una città in sospeso Zero è il numero in equilibrio perfetto tra il relativo e l’assoluto, tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere. Siamo tutti degli zero, è inutile negarlo. Abbiamo certezze e dubbi, verità in tasca e sogni nel cassetto, guardiamo la realtà e ne immaginiamo un’altra. E’ vero che lo zero vale niente, ma inserito tra altri numeri, fa una notevole differenza. Può anche significare una base di partenza oppure uno spazio da riempire. Oppure, richiamando antichi miti, un tendenza al cambiamento, un vento innovatore. Questo giornale si chiama Numero Zero e si offre gratuitamente alla città di Latina, l’ultima città italiana partita da zero ed ancora in bilico tra il filare e il non tessere. La città del crogiuolo di genti e comunità, dell’identità indefinita, la Babilonia del ventesimo secolo sulla quale ognuno, col proprio idioma, spara a zero. Ma è davvero ridotta così male questa città? Cosa ha che non va? E’ malata e moribonda o semplicemente costipata e convalescente? C’è davvero gente che se ne occupa o è abbandonata in corsia? Con Numero Zero vorremmo provare a rispondere a queste domande, a baciare questa “bella addormentata sul piano” e vedere che effetto fa. Come? Riportandola al centro dell’attenzione dei suoi stessi abitanti, affrontandone gli aspetti comuni e reconditi del suo vivere quotidiano, provando ad ossigenarla con notizie, inchieste, argomenti che sfuggono ad una analisi superficiale. Cominciando a far emergere il sommerso, il tesoro nascosto dietro attività piccole e grandi di latinensi spesso anonimi o di collettività altrettanto misconosciute che hanno bisogno di visibilità per valere in maniera aggiuntiva. Non abbiamo l’ambizione di modificare la realtà, ma di raccontarla, anche in chiave satirica, per aprirci al confronto, alla riflessione e al miglioramento di Latina.

Lo sguardo di Numero Zero sarà critico, ma al contempo costruttivo. Sarà indagatore, ma non invadente. Sarà sarcastico, ma non offensivo. Sarà aperto ad altri sguardi, ma con rispetto. Sarà anche frivolo, ma non inutile. Numero Zero si offre ai cittadini, ai personaggi pubblici, a coloro che vivono Latina come uno strumento di stimolo e di incontro, di svago ma anche di impegno, tra memoria e nuove esperienze, per ripartire…da zero.

Magazine mensile di attualità, costume e società DIRETTORE RESPONSABILE Alberto Reggiani HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Marco Tomeo, Alessandro Zaffarano, Luca Morazzano, Pasquale De Rosa, Riccardo Angelo Colabattista, Gianluca Amodio, Giacomo Reggiani, Stefania Pusterla, Samantha Calzati CON IL CONTRIBUTO DI: Massimo Sconforto e Atena IMPAGINAZIONE E GRAFICA Giuseppe Cesaro FOTOGRAFIE Claudia Mastracco EDIZIONE E PUBBLICITÀ Pubblieditoriale srl Via Sardegna 69 00197 - ROMA INFO E PUBBLICITÀ Tel. 328.1380545 – 328.8226893 numerozeromagazine@gmail.com STAMPA Gescom SPA Strada Teverina Km 7 Località Acquarossa - Viterbo Chiuso in redazione il 29 Gennaio 2013 Registrazione al Tribunale di Latina richiesta

02.2013 | NUMERO ZERO | 09


lista ZERO

Politica e Comunicazione di Francesco MIscIoscIa

Il rumore delle parole, il silenzio dei fatti C’è un’assenza ingombrante in questo avvio di campagna elettorale: tanti offendono, pochi parlano di programmi, nessuno cerca di dare un po’ di speranza ai cittadini provati da una crisi economica epocale e immersi in un clima di sconforto generalizzato. D’accordo: sarebbe troppo pretendere di vedere all’opera un “Obama made in Italy”, un leader che abbia il coraggio di dire al paese: Yes, we can. E, magari, anche di indicare come possiamo superare questo momento, offrendo una visione che riesca a parlare al cuore, e non solo alla pancia o alla testa, degli elettori. Invece assistiamo, non senza un po’ di sbigottimento, a un dibattito incentrato quasi esclusivamente sulla delegittimazione degli avversari, in un revival pericoloso delle precedenti elezioni politiche. Pericoloso perché, forse qualcuno lo avrà notato, i partiti e le istituzioni non godono di una grande considerazione tra i cittadini. Per carità, può essere una strategia di comunicazione: alzare il livello dello scontro, sperando che questo possa incentivare i cittadini a recarsi alle urne. Funzionerà? Basterà dire agli elettori di centrodestra che Monti e Bersani rappresentano un pericolo mortale per superare l’apatia nella quale sembrano essere sprofondati? E specularmente: funzionerà l’antiberlusconismo di ritorno che il partito democratico sta giocoforza utilizzando, nonostante le diverse intenzioni del suo segretario? E ancora: riuscirà il premier uscente Mario Monti a comunicare la sua agenda e la sua (presunta) diversità, con un linguaggio che al momento sembra più da ragioniere che da leader politico? Ma soprattutto: perché nessuna delle forze in campo opta

per un messaggio di speranza per un paese in sofferenza? Perché nessuno propone una narrazione che sia anche emotivamente forte e coinvolgente, che offra una visione credibile e auspicabile, che sappia coniugare politics e policies? Forse avrà ragione chi ripropone strategie consolidate, nonostante le mutate condizioni storiche. Forse, però la mia impressione è che, al momento, a prevalere sia il grigio o, meglio, il grigiore. Il rischio è che questa campagna elettorale assomigli sempre più alla notte hegeliana, in cui tutte le vacche sono nere. Manca una stella che infonda una luce di speranza e che permetta di delineare uno scenario in cui credere. Troppo concentrati sui mezzi (la televisione di Berlusconi, i manifesti di Bersani, i social media di Monti), i protagonisti sembrano essersi dimenticati del messaggio. Sapranno (e soprattutto vorranno) rimediare a questa lacuna, proponendo finalmente una visione convincente e coinvolgente? Certo, è più difficile costruire una campagna elettorale con messaggi propositivi che siano anche emotivamente stimolanti. È vero che la politica ha scoperto Internet. È vero che in questa campagna elettorale ha cominciato a ragionare in un’ottica “multicanale”. Ma a guardare i temi discussi, e il tono delle conversazioni, quello che prevale è un “clima da tifoseria calcistica”. I contenuti, i programmi, rimangono ai margini. E la colpa non è dei fruitori. È di chi manda gli input. È vero che ci sono molti messaggi aggressivi, che i toni negativi sono predominanti ma in Rete è fondamentale l’ascolto: un’attività che in questo momento è del tutto assente. Se i partiti vogliono dare un senso alla

loro “avventura nel cyberspazio”, se vogliono trarre profitto dall’ottica multicanale con cui cominciano a comunicare, dovranno tenerne conto: ascoltare, interagire, connettere. Loro per il momento sono solo connessi Dei contenuti non ne parla nessun candidato, nessun partito ha messo in rete i propri intenti una volta eletti. E’ vero anche, che non tutti verranno eletti, quindi perché perdere tempo nel preparare un programma che mai vedrà la luce? L’importante è esserci in parlamento. Nessuno affronta il tema della trasparenza, nessuno pubblica sul proprio sito ufficiale quanto spenderà per la propria campagna elettorale, oltre a quanto si spende sarebbe utile sapere come e con chi si spende. Il vero gesto di trasparenza è stato dato da Matteo Renzi che ha pubblicato le fatture di acquisto dei costi della sua campagna elettorale alle primarie. Questa è trasparenza. Ma Bersani scrive solo che spenderà 6 milioni di Euro. Gli elettori vorrebbero sapere come e con chi, e magari la pubblicazione delle fatture. Questo sarebbe un bel gesto di trasparenza appreso dal suo rottamatore interno. Ma il vero problema in questa “cattivissima” campagna elettorale è legata a come recuperare i cittadini delusi, amareggiati e senza lavoro che non credono più alle lusinghe dei politici mestieranti. Come faranno a catturare il loro voto il 24 e il 25 febbraio che forse preferiranno abbassare l’asticella della partecipazione al voto? Come diceva San Filippo Neri “Preferisco il Paradiso” Marketicando francescomiscioscia.it

02.2013 | NUMERO ZERO | 10


IN QUESTO NUMERO

1

#

febbraioduemilatredici

13

DOVE NASCONO I CARRI allegorici Dietro le quinte dell’Associazione “Carnevale di Latina”

e i giovani, 23 L’Europa quei bandi da scoprire

30 43 La storia nascosta di Borgo Faiti

57

Debiti e usura Famiglie a rischio

47 NOA NOA

e le sue sorelle Quarant�anni di discodance a Latina

67

La magia dei piccoli LATINA–ROMA teatri latinensi LA DIFFICILE VITA DEL PENDOLARE 02.2013 | NUMERO ZERO | 11


BORGO SAN MICHELE (Latina) S.S. dei Monti Lepini Km 46,700 Tel. e Fax 0773.258730 - vivaicapuani@libero.it


Come si preparano i carri mascherati che tutti gli anni sfilano per le vie e le piazze della cittĂ

Gli Eroidel

carnevale

L’associazione di volontari dell’architetto Di Marco lavora per mesi per allestire lo spettacolo allegorico, sfidando il clima, le spese e le polemiche di PASQUALE DE ROSA


Li vediamo ogni anno sfilare per le vie della città nei due giorni del Carnevale in città lasciandoci a bocca aperta. Ne ammiriamo la maestosità, l’originalità e l’ironia. Ci fanno sorridere, emozionare e trascinare nello spettacolo più coinvolgente e colorato dell’anno. Ma li vediamo già compiuti, finiti, pronti all’esposizione e al bombardamento di coriandoli e stelle filanti e forse la domanda ci sfugge: ma i carri mascherati da dove arrivano? Chi li crea? Come e dove vengono allestiti e preparati? Siamo andati direttamente nella pancia della balena, gli enormi capannoni della Latina Ambiente, dove nasce il progetto Carnevale di Latina, portato avanti dall’omonima associazione, e lì abbiamo visto all’opera gli artisti della cartapesta, progettisti e realizzatori delle portentose opere a quattro (e più) ruote, le stesse che rivedute e corrette fanno bella mostra per le arterie principali della città fino al martedì grasso. Tutte le sere gruppi di volontari si riuniscono qui per dedicarsi al loro carro da esibire durante le sfilate. Il freddo pungente non è un freno per queste persone: una stufa vecchia maniera dà solo

l’illusione di un torpore inesistente, un effetto placebo sufficiente a creare un clima di calore umano che riscalda comunque, nonostante il vasto ambiente, e amplifica quel senso di familiarità che accomuna questi eroi dell’assemblaggio. Certo, il lavoro di preparazione dei carri non si compie esclusivamente nei mesi freddi antecedenti al Carnevale, ma inizia molto prima. Per l’edizione di quest’anno le danze si sono aperte addirittura a maggio scorso, giusto il tempo di digerire le frappe dell’edizione passata. Lavorano tutti sotto l’egida dell’Associazione Carnevale di Latina, costituitasi nel 1977 grazie alla passione dell’architetto Tino Di Marco e di un gruppo di amici e di compagni d’università dell’epoca: quelle stesse persone sono ancora oggi lì in prima fila a far in modo che la manifestazione prenda corpo nel modo migliore. Da quel fatidico anno comincia l’avventura del Carnevale a Latina che perdura fino ad oggi, pronti anche quest’anno per le sfilate del 10 e 12 febbraio. Ormai è una tradizione consolidata per la nostra giovane città e il rischio, poi rientrato per il buon senso di tutte le parti, che la sfilata potesse saltare

per questa stagione ha fatto sobbalzare i bambini di tante scuole che aspettano con ansia questo momento. Le sfilate latinensi sono rivolte in particolare ai più piccoli e per questo i temi ed i tratti distintivi sono sempre i cartoni animati, le favole, lo sport, la mitologia e la natura. I capannoni di Latina Ambiente in pieno inverno sono spettrali ma basta varcare la soglia per rassicurarsi: l’accoglienza dei volontari dell’associazione è molto cordiale. Ti rubano subito l’occhio i vari pezzi di ogni carro che occupano in toto la struttura: all’ingresso si lavora intensamente su Toy Story, procede a ritmo serrato l’assemblaggio dei pezzi per uno dei cartoni animati che hanno spopolato tra i bambini negli ultimi anni. Il rumore della saldatrice e il martello che sbatte sul tavolo di lavoro per la modellazione del ferro sono predominanti insieme agli schiamazzi allegri di chi passa le sue serate invernali a rendere possibili i due giorni di festa. Qualche metro più in là si sta ultimando il carro ecologico Salviamo la Natura preparato dall’Associazione Blu Notte: alcune signore,

02.2013 | NUMERO ZERO | 14


i numeri del carnevale di Latina

1977

Anno della prima sfilata.

10-12

I giorni di Febbraio in cui si svolgeranno le sfilate

30.000

Le persone che invadono le piazze della città nei giorni delle sfilate

17 Il giorno dell’estrazione della Smart messa in palio per la Lotteria

5.000

Euro spesi dall’Associazione Carnevale di Latina per l’acquisto dei coriandoli

32 Le edizioni svolte fino ad oggi

2 Euro il costo del biglietto della Lotteria

3

Le volte in cui il Carnevale non è stato fatto a Latina in questi anni

9.600

Euro la fattura per le spese di pulizia della città emessa lo scorso anno

40.000

Euro circa il costo per allestire i carri e le sfilate

3.000 Euro messi a disposizione dal Comune (fonte Associazione Carnevale di Latina)

02.2013 | NUMERO ZERO | 15


PRIMI IN CONVENIENZA

abbiamo i prezzi pi첫 bassi di

APRILIA Elaborazione di Coop su dati Nielsen riferiti alla GDO

SS PONTINA, km 44 - Centro comm.le APRILIA2


tra una chiacchiera e l’altra sulla vita di tutti i giorni, sono impegnate nella spugnatura e nella verniciatura finale. Il nostro giro procede piacevolmente, con gli sguardi curiosi di chi ci domanda della nostra presenza qui, e rimaniamo colpiti da un carro che ha fatto la storia di tante generazioni: Batman, proposto dall’Allegra Brigata dei “Faiti Vostri”, è un cult che ci strega e ci riporta in mente tanti ricordi di qualche anno addietro. Nel proseguire

la nostra passeggiata ci imbattiamo in una testa gigante ancora incolore, ma dalla forma la riconosciamo a prima vista: Aladdin, altro cartone animato della Walt Disney che negli anni ‘90 ha catturato l’attenzione di adulti e bambini. I lavori procedono frenetici per questo carro che appare in ritardo nella lavorazione rispetto agli altri, ma ci rassicurano che sarà tutto pronto per il fatidico giorno. Ci spostiamo nell’altro capannone e davanti a noi si erge il

Cigno, il simbolo del Carnevale di Latina. Al suo fianco il carro Latina ama lo sport che ha sfilato lo scorso anno e rivisitato tornerà in pista anche in questa stagione a simboleggiare la crescita e l’importanza che si stanno ritagliando a livello nazionale le nostre società sportive. Il nostro giro è finito ma altri carri vengono realizzati anche nei paesi vicini, pronti ad unirsi nei giorni delle sfilate per la gioia ed il divertimento dei bambini, i principali protagonisti di questa festa. Le difficoltà economiche e la crisi hanno ridimensionato in parte il progetto negli ultimi anni, ma l’impegno e la passione restano il motore pulsante di un’aggregazione spontanea che riunisce nelle piazze della nostra città migliaia di persone festanti. “Non vogliamo alimentare le polemiche – chiosa il presidente dell’associazione Di Marco – ma rispetto al passato dal Comune riceviamo una cifra notevolmente più bassa, assolutamente insufficiente per coprire i costi di tutta l’organizzazione, che sfiorano i 40mila euro. Siamo una associazione di volontari che si finanzia quasi esclusivamente con la lotteria e con gli sponsor che mettono a disposizione i premi. Vorremmo far presente che grazie alle nostre sfilate facciamo convogliare migliaia di persone nel centro città e muoviamo un indotto non indifferente per i commercianti che sicuramente hanno il loro ritorno”. Eppure il carrozzone va avanti da sé.

02.2013 | NUMERO ZERO | 17


LE CURIOSITÀ

- Soltanto nel 91’ la sfilata dei carri non venne organizzata a causa dell’ingresso del nostro Paese nellaGuerra nel Golfo. - I coriandoli messi a disposizione dall’Associazione Carnevale di Latina sono filtrati e non inquinano l’ambiente. IL CIGNO E’ il simbolo del Carnevale pontino. E’ il carro che guida il torpedone festante nella giornata delle sfilate e la scelta di essere il simbolo della città è stata casuale e naturale allo stesso tempo. Quando è stato istituito il Carnevale, sul finire degli anni settanta, in città un esperto mastro è venuto appositamente da Viareggio per insegnare la costruzione del carro ai giovani volontari dediti al tempo nella preparazione. Per ogni sfilata viene scelta una damigella che avrà l’onore di essere la madrina della manifestazione. Negli anni il Cigno è stato completamente rinnovato e migliorato dal punto di vista estetico: è tutto ricoperto di vetroresina e questo gli permette di sfilare senza problemi anche nelle giornate di pioggia. LOTTERIA 2013 È la forma di sostentamento principale del Carnevale. Dalla vendita dei biglietti, al costo di 2 euro ciascuno, si ricava l’introito principale per la realizzazione della manifestazione. In palio come primo premio ci sarà una SMART, modello Pulse, che sarà estratta domenica 17 Febbraio alle ore 12 presso Mix Auto Service, strada Chiesuola 1 – Borgo Piave. Oltre alla macchina, il premio più ambito, ci sono altri dieci premi in palio che vengono gentilmente offerti da sponsor. L’altra piccola fonte di aiuto per l’associazione è il giornalino del Carnevale che ogni anno viene pubblicato nel periodo delle sfilate e racchiude le immagini più belle e significative dell’edizione precedente. Le aziende acquistano gli spazi pubblicitari e forniscono in questo modo il loro sostegno.

i carri del 2013 Gruppo Blu Notte SALVIAMO LA NATURA

L’Allegra Brigata dei “Faiti Vostri” BATMAN e TOBILAND Associazione “Libero di Volare” Monticchio ALADDIN Associazione Tufette LA CARICA DEI 101 per la pulizia delle strade che ha di fatto messo in seria discussione la continuazione della manifestazione. La questione è stata risolta dalle parti interessate, Comune e associazione, e per questa stagione il Carnevale continuerà ad essere il momento di aggregazione per qualche giorno di centro storico, periferia e borghi. Il desiderio neanche tanto nascosto del presidente Tino Di Marco è quello di trasformare questa manifestazione in un vero e proprio evento culturale, magari con una durata superiore, sul modello delle tante manifestazione estive che servono ad intrattenere cittadini e turisti. Il luogo ideale per lo svolgimento della festa sarebbe già stato individuato dall’associazione, ora si tratta di trovare l’accordo con il Comune per realizzare concretamente l’idea. La risposta l’avremo il prossimo anno… IL SIGNIFICATO STORICO DEL CARNEVALE Il Carnevale è il periodo di festa tra l’Epifania ed il digiuno quaresimale nei paesi a tradizione cattolica.

Gli amici degli anni 60’ meno uno HARRY POTTER Amici del Carnevale di Borgo Podgora TOY STORY Associazione culturale “Insieme per Borgo Sabotino” CARRO ISPIRATO ALLA BONIFICA Per molto tempo si è creduto che l’origine del termine Carnevale derivasse da “carne levare”, ovvero prepararsi al digiuno quaresimale. Ed il fatto che per quaranta giorni si dovesse digiunare per fede e per prepararsi alla Pasqua, doveva risultare non poco pesante per un popolo che il digiuno lo faceva “forzatamente” per tutto l’anno. Dunque trascorrere un certo periodo della quaresima spensieratamente, per forza di cose doveva rappresentare quella valvola di sfogo per evitare che la gente, già in condizioni di estrema povertà, potesse trovare sfogo in rivolte. Il Carnevale è una festa allegra e divertente. Ci si può vestire come si vuole, ma un po’ di tempo fa, le maschere tipiche erano quelle come Arlecchino, Colombina, Pulcinella. Il Carnevale si svolge il giovedì ed il martedì “grasso”. In Italia ci alcune sfilate di fama internazionale, come per esempio quelle di Venezia e Viareggio. Queste città hanno saputo trasformare il Carnevale in un evento turistico capace ogni anno di attirare migliaia di persone da ogni parte d’Italia.

NON LASCIA, MA RADDOPPIA Quest’anno si è rischiato seriamente di vedere annullato il tradizionale appuntamento con il Carnevale, poi tutto è rientrato per il buon senso e la ragione di tutti. Dopo la scorsa edizione l’Associazione per il Carnevale di Latina si è vista recapitare una fattura di 9.600 euro

02.2013 | NUMERO ZERO | 18



SOTTOZERO

La nota stonata del mese sui servizi pubblici collettivi di MASSIMO SCONFORTO

Dove passa la cicogna Boom di nascite, ma i neonati curati altrove 2018. Una volta tanto, ci concediamo il lusso di scegliere e analizzare un dato positivo: è quello delle nascite registrate in un solo anno all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina ed emerge dal rapporto nascite del 2011 elaborato dall’Agenzia di sanità pubblica del Lazio. Il trend rispetto all’anno precedente è leggermente inferiore (saldo -38) ma conferma una tendenza di massima: l’ospedale del capoluogo pontino si conferma ai primissimi posti in ambito regionale in questa speciale classifica. Insomma, qui si nasce e per fortuna si cresce anche bene. Non vi ci abituate, il buonismo finisce qui. In fondo poi questa rubrica si chiama Sottozero e pertanto non possiamo non analizzare anche quei dati negativi che emergono dallo stesso rapporto dell’Agenzia di sanità pubblica. Perché, tanto per dirne una, sapete quanti bambini dei 32 nati, nei primi sei mesi del 2012, in condizioni critiche nei diversi ospedali della

provincia pontina, sono poi stati trasferiti a Roma o a Frosinone per essere curati in strutture più attrezzate? La risposta è: tutti, purtroppo tutti. In una provincia con quasi seicentomila abitanti, nel 2013, non c’è un solo ospedale che abbia un reparto di terapia intensiva neonatale. Non ce l’ha neanche il Goretti, con i suoi duemila e passa parti ogni anno. Qui i bambini o nascono in salute oppure devono andarsene con i loro bei fagottini. I loro genitori costretti a tour della speranza negli ospedali romani. Oppure in quello di Frosinone. Perché i cugini ciociari, nel loro ospedale, un reparto di terapia intensiva neonatale ce l’hanno eccome. Poi lo sappiamo tutti, non c’è esperienza più traumatizzante per un neogenitore di quella di dover fare i conti con una patologia grave del proprio figliolo. La buona sanità deve cominciare da quando si nasce. Punto.

02.2013 | NUMERO ZERO | 20


PARTO DA ZERO

Le coraggiose storie di imprenditori e personaggi di ATENA

Frutta e verdura a domicilio Negozio on-line di alcune aziende pontine La spesa è una necessità di tutti, dalle famiglie più numerose ai single. Ma quanto pesano le buste cariche di prodotti. E quante volte si è costretti a fare acquisti frettolosamente perché i tempi sono stretti. Per chi lavora è spesso così. Le innovazioni tecnologiche oggi ci offrono alcune comodità che al contempo rappresentano un’opportunità imprenditoriale. Il portale internet www.lacampagnadicasatua.it ne è un esempio. Un’iniziativa collaudata in città dell’Emilia Romagna, come Bologna, Modena, Parma e Reggio Emilia, e importata anche a Latina sulla spinta di alcuni imprenditori agricoli. Le difficoltà di confrontarsi con un mercato molto competitivo e massificato hanno fatto maturare l’esigenza di distinguersi. In che modo? Offrendo un servizio unico e improntato sulla qualità: frutta e verdura direttamente a casa propria con una semplice prenotazione su Internet. “Le proposte variano secondo la stagione – spiega Ermanno Placidi che ha curato il coordinamento dei produttori e organizzato a livello locale il funzionamento della struttura – i prodotti sono quelli di aziende locali che lavorano seguendo metodi naturali. Anche i prezzi sono oscillanti, ma non registrano

divergenze eccessive con quelli applicati dalla grande distribuzione. Il vantaggio vero è la freschezza perché i prodotti sono consegnati nell’arco della giornata, a poche ore dalla raccolta, con una garanzia di massima genuinità e qualità. Ho provato anche io con dei pomodori che conservati in frigorifero sono rimasti integri per cinque

settimane”. E proprio il pomodoro è un alimento principe dell’industria conserviera. Così accanto alla frutta e alla verdura di giornata, sul sito www. lacampagnadicasatua.it si possono trovare anche sughi e confetture di marmellata. Non mancano anche i formaggi e i latticini, come una premiata ricotta. Le aziende produttrici, ubicate in località vicine a Latina, come Borgo Montello, Borgo Carso e Borgo Sabotino, hanno un loro spazio sul portale e le condizioni di consegna sono ben spiegate. Resta solo la scelta dell’offerta rivolta anche ai gruppi di acquisto, come un cassetta di frutta e verdura a 20 euro. I prodotti a chilometri zero possono essere consegnati anche a Roma, nel quartiere Eur.

02.2013 | NUMERO ZERO | 21



L’Europa chiama

i giovani

tutte le opportunità che l’Ue riserva agli under 35 Programmi per acquisire competenze all’estero che aprono le porte al mondo del lavoro Possibilità anche per aziende, enti locali o associazioni destinatari di finanziamenti per promuovere l’impiego giovanile

di marco tomeo

Una esperienza formativa all’estero, lo scambio di buone pratiche tra giovani imprenditori, un contratto di lavoro. Ogni anno l’Unione Europea offre attraverso programmi mirati, tantissime opportunità ai giovani per accrescere la loro esperienza nell’ambito della cittadinanza europea, ma soprattutto per acquisire competenze in ambito professionale e quindi accedere con maggiore facilità ad un mondo del lavoro sempre più competitivo e selettivo.


Programmi come il ‘Life Long Learning’ (apprendimento permanente), con i sottoprogrammi ‘Leonardo’ ed ‘Erasmus’ e il programma ‘Youth in Action’, che promuove tra le sue misure lo ‘SVE’, il servizio di volontariato europeo, sono solo alcuni di quelli che pongono al centro dei propri obiettivi il mondo dei giovani. Questo tipo di iniziative offrono un ampio ventaglio di opportunità per i giovani dai 18 ai 35 che vogliano trascorrere una esperienza formativa in uno dei 27 paesi membri. Strumenti importanti, che l’Unione Europea, considerato il preoccupante incremento della disoccupazione giovanile nel vecchio continente, potenzierà ulteriormente nel prossimo settennio di programmazione 2014 – 2020, attraverso il programma ‘Erasmus per tutti’. A Latina esiste da anni lo sportello Eurodesk (c/o ufficio anagrafe del palazzo comunale), ovvero un point informativo attraverso il quale recepire tutte le informazioni inerenti le opportunità rivolte ai giovani promosse dall’Unione Europea. Nonostante questo importante riferimento il capoluogo non brilla particolarmente in iniziative proposte né tantomeno rispetto

alla partecipazione dei giovani a progetti già presentati. Per comprendere meglio questi concetti è bene chiarire come è possibile accedere ai programmi europei rivolti ai giovani. Sostanzialmente esistono due canali: presentare un progetto presso la Commissione Europea o presso le agenzie nazionali referenti per ogni singolo programma e indicate sempre dall’Unione Europea, o partecipando ad un progetto già finanziato. Andiamo per ordine. Presentare un progetto significa rispondere ad un bando e promuovere attraverso un ente locale, un’associazione o qualsiasi altra organizzazione sia di tipo pubblico che privato, una iniziativa che se contingente alle discriminati del bando può ottenere un finanziamento. Un esempio potrebbe essere un progetto che prevede l’istituzione di borse di lavoro per ragazzi collocati in aziende o in altre organizzazione di un paese straniero. E’ il caso dei progetti del programma Leonardo, in particolare per quelli relativi alle misure che favoriscono la mobilità giovanile attraverso esperienze di lavoro all’estero. Un ente presenta il progetto, l’Unione Europea lo finanzia

e l’ente assegnatario provvede a pubblicare un bando per selezionare i ragazzi che fruiranno delle borse di lavoro. L’apertura di queste selezioni è di fatto il secondo canale per accedere a questo tipo di opportunità ed è esclusivamente rivolto ai giovani che possono proporre la loro candidatura rispondendo ai bandi di selezione degli enti, delle organizzazione o delle associazioni che hanno visto il loro progetto finanziato dall’Unione Europea. Discorso analogo vale per il servizio di volontariato europeo, attraverso il quale i giovani possono svolgere un anno di volontariato all’estero, a spese dell’Unione Europea. Tutte le informazioni per capirne di più sui programmi europei rivolti ai giovani o su come presentare un progetto possono essere trovate nella miriade di siti internet istituzionali o non, facilmente rintracciabili attraverso qualsiasi motore di ricerca. Noi, però, ve ne segnaliamo due interessanti: www.programmallp. it/, completamente in lingua italiana ed esaustivo su tutti i particolari del programma Life Long Learning, e quindi ben indicato anche per chi volesse capirne di più su come presentare un progetto ed

02.2013 | NUMERO ZERO | 24


ottenere un finanziamento, e www. scambieuropei.info, una vera e propria banca dati di tutte le offerte riguardanti progetti già approvati e che quindi mettono a disposizione borse di lavoro, tirocini e veri e propri contratti di lavoro, per i giovani dai 18 ai 35 anni. Merita una menzione particolare, infine, il programma “Erasmus per giovani imprenditori”. Il termine giovane, in questo caso è una accezione generosa, considerato che non esistono particolari vincoli di età, ma nella statistica di questo programma resta comunque uno strumento molto usato dai giovani che intendono avviarsi al mondo dell’autoimprenditorialità. Il programma è molto interessante e finanzia lo scambio di reciproche competenze tra imprenditori o aspiranti tali. In pratica un imprenditore trascorre un periodo presso un’azienda ospitante (anche in questo caso a spese dell’Unione Europea) per acquisire competenze nell’ambito del suo business-core, ma anche per apportare all’azienda ospitante il suo know-how. Tutte le informazioni sul programma Erasmus per giovani imprenditori

sono a disposizione sul sito dedicatowww.erasmus-entrepreneurs. eu/, disponibile anche in lingua italiana. Giovani latinensi… non resta che provare!

02.2013 | NUMERO ZERO | 25


MC PARRUCCHIERI UOMO/DONNA LATINA

Via dei Volsini - Tel. 0773.241294

RICEVE SU APPUNTAMENTO

Nel nostro salone troverai prodotti MADE IN ITALY SCREEN per la bellezza dei tuoi capelli e trattamenti curativi della linea NUBèA


Le opportunità oltreoceano: una pontina all’ambasciata americana

Dalla Maga Circe alla Grande Mela Il sogno a stelle e strisce di Domitilla Gacci di rIccarDo aNGeLo coLaBattISta

Nome? Domitilla cognome? Gacci anni? Ne compirò 28 il prossimo giugno titolo di studio? Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali Dove vivevi? Ho vissuto a Sabaudia fino all’inizio dell’Università, poi c’è stata Roma e infine il traghettare prima, e lo stabilirsi poi, negli Stati Uniti Dove vivi? Washington DC, USA cosa stai facendo nella capitale del paese a Stelle e Strisce? Lavoro presso l’Ambasciata d’Italia ad un progetto di promozione della cultura italiana denominato 2013 Year of Italian Culture. E’ un’iniziativa che intende portare negli USA il meglio del nostro Paese, mettendone in luce gli aspetti più innovativi, oltre che celebrandone il patrimonio culturale in senso lato. cosa ti ha spinto ad andare a trovare “fortuna” all’estero? Un sogno. Sin da bambina sognavo di fare qualcosa di importante, anche se le mie aspirazioni, lo devo riconoscere, variavano molto. L’ambizione di divenire ambasciatore mi ha abbandonata, ma il sogno di fare qualcosa che davvero mi piacesse in un posto (o più posti) a me graditi ha continuato ad alimentare le mie ricerche di lavoro. Lasciare la tua città per lavoro è stata una scelta legata alla necessità o alla volontà di un’esperienza diversa? Direi ad entrambe le cose. Ho sempre coltivato un forte desiderio di scoprire cosa vi fosse al di là del naso della Maga Circe e, per farlo, non potevo che andare via.

cosa porti con te che sia legato alla tua terra, la pianura pontina? La rabbia. La frustrazione di non riuscire a vedere le cose cambiare in meglio. Il fastidio che provo ogni volta che mi rendo conto di una quasi totale assenza di progettualità e di visione a lungo termine. Ma anche la tenacia e la determinazione ad impegnarmi in ogni cosa che faccio per realizzare i miei sogni. Perché sempre più giovani lasciano le nostre città per cercare lavoro in altri Paesi? Per una pluralità di fattori. Nella migliore delle ipotesi perchè sono più curiosi, più informati e più istruiti che in passato e si rendono conto non solo che trascorrere un periodo di tempo all’estero non può che arricchirli, ma anche che nell’era della tanto reclamizzata globalizzazione la ricerca del lavoro non può limitarsi alla propria città di origine né, in certi casi, al proprio Paese. Quel è la caratteristica da invidiare al Paese che ti ha accolto e quale la caratteristica italica che non si ritrova all’estero? Il senso di coesione nazionale che gli americani sanno non solo dimostrare, ma soprattutto coltivare. Quel che manca totalmente direi è invece una certa flessibilità, che credo appartenga piuttosto alla nostra cultura. Non intendo flessibilità come capacità di derogare alle regole, s’intende, quanto piuttosto come capacità di guardare a qualcosa da una diversa prospettiva. Il tuo futuro lo vedi lontano dal tricolore? Nel breve periodo, inevitabilmente sì. Sia per motivi lavorativi che per motivi affettivi. oggi, è più coraggiosa la persona che lascia l’Italia per un’esperienza di vita all’estero e chi decide di fare impresa in Italia? La decisione di vivere all’estero non viene mai presa a cuor leggero. Partire vuol dire mettersi alla

prova, costruirsi una nuova vita in un angolo di mondo in cui non si conosce nessuno, lottare per farsi apprezzare per quello che si è davvero e non per quello che gli altri sanno o si aspettano da noi, sottoporsi alle regole e alla mentalità di un Paese che non si conosce. Viste le condizioni attuali in cui si trova il nostro Paese, tuttavia, direi che sia una scelta ancor più coraggiosa la seconda, soprattutto se a fare impresa è un giovane. Un luogo che porti sempre nel cuore del tuo territorio? Il mare d’inverno, con quelle sue dune deserte e inusualmente fredde e il profumo di salsedine che il vento porta con sé. cosa possiamo importare, a Latina, della realtà in ci vivi ora? La capacità di reinventarsi. Una delle cose che mi ha sempre affascinato di Washington è la possibilità di incontrare persone che hanno avuto le esperienze più disparate e che continuano a mettersi alla prova. Persone che dopo anni di lavoro decidono di tornare a studiare o altre che decidono di lasciare la loro professione per qualcosa di meno stabile ma più stimolante. Questo credo manchi dalle nostre parti: una certa dinamicità mentale, prima ancora che fisica. Un invito ai giovani della tua città… Siate curiosi e non accontentatevi mai. Uscire dalla propria città per scoprire cosa vi è al di fuori, notare le differenze con altre realtà e farne tesoro, importare quanto di buono si trova altrove, non può che aprire la mente e contribuire alla propria formazione e a quella della comunità in cui si vive. E poi si sa, guardare le cose da una certa distanza spesso aiuta ad esaminarle, comprenderle e in certi casi, apprezzarle meglio...

02.2013 | NUMERO ZERO | 27


DISTRIBUISCE E GARANTISCE SICUREZZA OVUNQUE

La BDF è un'azienda che opera con successo da diversi anni in Italia,nel settore della distribuzione di prodotti per la sicurezza e l’automazione

ASSISTENZA TECNICA QUALIFICATA IMPECCABILE SUPPORTO LOGISTICO TVCC ANTINCENDIO ANTINTRUSIONE CONTROLLO ACCESSI CABLAGGIO STRUTTURATO Via Torre Nuova, 1 - LATINA - 0773.610476 - info@bdfweb.it


La corsa alla Regione di Enrico Forte

“Il cittadino deve tornare al centro dell’azione politica” “Cambiamo la Regione!”. All’insegna di questo slogan Enrico Forte ha dato il via alla sua campagna elettorale forte di un programma che punta sulla trasparenza, la credibilità, i diritti, il rilancio economico ed occupazionale. Il segretario provinciale del Partito Democratico, in campo per sostenere la corsa di Nicola Zingaretti alla presidenza della Regione Lazio ha scelto di mettere al centro della sua battaglia politica i cittadini e la loro qualità della vita: lavoro, ambiente, salute, istruzione sono diritti fondamentali che sempre più spesso le istituzioni non garantiscono. “Viviamo in una provincia – sottolinea il candidato del Pd – che ormai da troppo tempo è precipitata agli ultimi posti nelle classifiche sulla qualità della vita, in un territorio dove i servizi pubblici sono inadeguati così come le risposte alle legittime esigenze dei cittadini. La sfida che ci attende - prosegue Forte - è soprattutto quella di disegnare un progetto di sviluppo per questo territorio, progetto che finora è mancato. In una fase di pesante recessione appare fondamentale mettere in campo strumenti nuovi ed efficaci per rilanciare l’economia: ciò di cui ha bisogno la nostra provincia è una nuova idea che punti a mettere a sistema e valorizzare le bellezze paesaggistiche, i beni storici e archeologici in un quadro di sviluppo economico compatibile e rispettoso dell’ambiente e al tempo stesso fonte di occupazione e ricchezza. Investire sul turismo di qualità, sulla cultura in tutte le sue forme, sulla solidarietà e l’integrazione nel senso più ampio del termine: è questo l’imperativo al quale una nuova classe dirigente che sia chiamata a gestire la Regione Lazio non può sottrarsi”. Un capitolo fondamentale del suo programma Forte lo ha dedicato al welfare. Sanità e servizi sociali devono tornare a funzionare evitando gli sprechi e tornando ad essere un diritto garantito per tutti, in particolare per le fasce più deboli della popolazione perché, sottolinea il candidato del Pd, “nessuno deve essere abbandonato e privato dei propri diritti”. La lotta agli sprechi e la costruzione di un sistema di servizi pubblici funzionante, dai trasporti al sistema idrico passando per la gestione dei rifiuti rappresentano una sfida enorme per i futuri amministratori e la provincia di Latina ha bisogno di un’inversione di rotta rispetto al passato. L’impegno di Enrico Forte non dimentica la battaglia per la legalità in un territorio che ormai da tempo vede una parte della propria economia nella mani delle organizzazioni criminali “anche per colpa dell’indifferenza della classe politica e del-

I punti cardine: rilancio dell’economia attraverso la valorizzazione delle risorse del territorio. Contrasto della criminalità. Piena autonomia da Roma. la scarsa trasparenza negli appalti”. Forte ci tiene inoltre a sottolineare che “la provincia di Latina ha bisogno di recuperare il divario con Roma e soprattutto la sua piena autonomia. Questa campagna elettorale – spiega - ci regala l’occasione per recuperare appieno il valore dell’impegno in politica e l’etica dei comportamenti di chi è chiamato al ruolo di amministratore per inaugurare una nuova fase dopo un periodo decisamente buoi e ancora pieno di ombre”.


Sommersi Latina è tra i capoluoghi di provincia con un tasso di indebitamento pro capite tra i più alti d’Italia

dalle rate

La crisi ha reso ancora più difficile la situazione, ma in pochi rinunciano al benessere. La nuova piaga del gioco d’azzardo online e lo spettro dell’usura dietro l’angolo di MARCO TOMEO



Aria nuova alla Regione Lazio

Chi è Gerardo Stefanelli? Gerardo Stefanelli è un ragazzo di 38 anni, padre di tre figli, impegnato quotidianamente in una politica fatta di cose concrete e di attenzione al territorio che giro frequentemente da 12 anni. Perche ha deciso di candidarsi al Consiglio regionale del lazio? Ho deciso di candidarmi perche penso che la gente oggi chieda una politica diversa, fatta di passione e competenza, di impegno concreto e di approfondimento delle problematiche che riguardano le proprie comunità. In un periodo di grande sfiducia dei cittadini verso la politica, come pensa di convincere la gente a sostenerla? Il periodo che viviamo è forse il più difficile dal dopoguerra ad oggi; in questi tre anni la crisi economica ha portato il 40 per cento delle famiglie sulla soglia della povertà, in una condizione in cui anche una sola spesa imprevista può far scivolare verso condizioni difficilissime. Allo spread economico si è aggiunto uno spread sociale: un senso di sfiducia collettivo pervade la nostra società, ed accanto ad esso si fa strada un senso di abbandono delle nuove generazioni. Oggi il 37% dei giovani non studia e non ha un lavoro, e forse ormai neanche lo cerca. Questa è la cosa piu brutta: la mancanza di fiducia nel futuro. E cosa pensa di dire a queste persone? A queste persone dico che dobbiamo uscire da questa situazione con l’ottimismo della speranza, con la capacità di mettere da parte i nostri singoli interessi ed aspettative e di scoprire invece una parola: il FAREASSIEME. Il costruire percorsi condivisi , il saper lavorare per le cose decisive a prescindere da chi le propone. Noi, e parlo in particolare della mia generazione, abbiamo una difficoltà in piu’: abbiamo conosciuto il mondo costruito dai nostri nonni, era un mondo profondamente diverso che ci ha dato fino a ieri delle certezze: oggi tocca a noi provare a dare certezze ai nostri figli. Se venisse eletto cosa pensa di portare nel Consiglio regionale del Lazio? Beh in questi anni ho fatto un’esperienza importante nelle varie amministrazioni in cui ho lavorato sia professionalmente, sia politicamente. In particolare sui temi legati all’ambiente ho ormai una conoscenza approfondita sia dei problemi sia delle possibili soluzioni. E soprattutto ho maturato un metodo di lavoro che affonta le questioni non ragionando a compartimenti stagni, ma cercando soluzioni che creino sinergie con altre tematiche. Si spieghi meglio? Presto detto. Occuparsi del ci-

pagina elettorale a pagamento

Gerardo Stefanelli, un candidato giovane ma di esperienza

clo delle acque significa occuparsi non solo di ambiente, ma di agricoltura(se pensiamo alle acque per l’irrigazione), di turismo (se pensiamo alle acque di balneazione) e quindi di economia. Penso di avere la capacità, se venissi eletto, di poter affrontare immediatamente in consiglio regionale i problemi del nostro territorio. Insomma dare continuità ai tanti progetti messi in campo in questi anni da Assessore all’Ambiente: penso allo sviluppo delle energie rinnovabili, al Progetto Samobis per la tutela dell’acque dei nostri mari, alla raccolta differenziata e alle connessioni tra rifiuti ed energie.


“E’ come se un branco di lupi affamati ti inseguisse senza mai darti tregua, e tu scappi e imbocchi una dietro l’altra tutte le vie di fuga possibili, fino a quando ti trovi davanti ad un muro e devi lasciarti sbranare… ecco questa è la sensazione che provavo quando ero ricoperto di debiti”. Testimonianze come questa, una delle tante che descrivono lo stato d’animo di chi non trova più vie d’uscita dai debiti, nell’Italia della crisi sono arrivate ormai al punto di sprecarsi. La statistica e le indagini degli ultimi tre anni lasciano spazio a cifre eloquenti: nel nostro paese, l’indebitamento medio delle famiglie italiane ha toccato quota 16.000 euro. A sommergerci di rate e interessi, sono il mutuo della casa, i debiti contratti per l’acquisto di beni mobili, il credito al consumo, ma anche quelli per togliersi qualche sfizio che normalmente non sarebbe alla portata di un individuo o di una famiglia con un reddito medio basso, come la vacanza fuoristagione nel paese esotico o addirittura il gommone. Fino a qualche anno fa, quando la crisi era solo un tecnicismo per i palati fini di broker ed economisti, e non una reale difficoltà percepita nella quotidianità dalla gente comune, la situazione dei bilanci familiari era ancora sotto controllo. La crisi, quella reale, quella della perdita di posti di lavoro, e quindi della riduzione, drastica, dei budget familiari, ha decisamente fatto precipitare la situazione. Latina, rispecchia in pieno il trend nazionale, e tra singoli individui e famiglie, i latinensi vedono il proprio indebitamento assestarsi proprio sui numeri relativi alla media nazionale con 15.908 euro di debito pro-capite. “Se prima una famiglia poteva contare su due redditi – spiega l’avvocato Gennaro Pagano della Fondazione Wanda Vecchi, che opera nell’ambito della lotta e del contrasto al sovra indebitamento e all’usura -, oggi con la crisi occupazionale, molte famiglie si ritrovano a dover tirare avanti con un solo stipendio”. Ecco, il punto è proprio questo, gli stipendi da due sono passati ad uno, ma le rate delle finanziarie, del mutuo, e di altri debiti contratti quando il budget familiare lo permetteva, restano e pendono come spade di Damocle sulle teste della gente. Basta un imprevisto, una spesa non preventivata, anche di poche centinaia di euro, come ad esempio la sostituzione di un elettrodomestico casalingo che si guasta o una gomma della auto che si buca, che i conti

di casa vanno in tilt, ed allora bisogna ricorrere a nuove dilazioni, ad altre rate che con loro portano altri interessi che erodono euro su euro i risparmi delle famiglie. “La crisi ha indubbiamente peggiorato la situazione – continua Pagano -. Basti pensare che il numero delle persone che si rivolgono alla nostra struttura negli ultimi tre anni si è triplicato. Sono famiglie, dove il capofamiglia si ritrova senza lavoro, imprenditori che non hanno più accesso al credito bancario, singoli individui che da un momento all’altro si sono ritrovati il pignoramento della casa di proprietà da finan-

ziarie. Tutti disperati, tutti con una storia diversa”. Eppure la crisi non è l’unico motivo per il quale i latinensi hanno raggiunto le vette inesplorate dell’indebitamento. Semmai la crisi, come detto, ha peggiorato la situazione, ma le cause possono essere altre, e la prima è sicuramente quella del non corretto uso del denaro. In tempi di crisi, con i consumi ridotti ai minimi storici, tutto ciò potrebbe suonare come una bestemmia, eppure tanti, troppi, si indebitano perché comprano e spendono più di quanto guadagnano. Come? Attraverso il credito al consumo rivolgendosi 02.2013 | NUMERO ZERO | 33


ad una delle tante finanziarie. Per qualcuno, infatti, di rinunciare alla vacanza o all’abbigliamento griffato non se ne parla proprio. Il risultato è però quello di aggiungere debiti ad altri debiti. Ed allora che si fa? Si fanno altri debiti per pagare… debiti. E’ da questo momento che parte una spirale pericolosa, che in più di una occasione ha portato anche a risvolti terribili. “In questa fase – continua Pagano - non si parla più di indebitamento, ma di sovra indebitamento, anticamera di una delle piaghe più terribili che imperversano sul nostro territorio: l’usura. E se essere pieni di debiti e non saperne come uscire fuori significa aver toccato il fondo, finire nell’incubo dell’usura significa cominciare a scavare. Negli ultimi anni, la crisi del ceto medio sembra accompagnarsi sempre più al feno-

la fondazione Wanda Vecchi Strozzinaggio, come uscire dal tunnel La Fondazione Wanda Vecchi Onlus si occupa sin dal 2000 della prevenzione al sovra indebitamento e della lotta all’usura sul territorio della Regione Lazio. Tale attività, svolta con concretezza, rapidità e tempestività di intervento ha permesso a centinaia di famiglie in difficoltà di risolvere i problemi in cui versavano consentendo loro di riacquistare una definitiva stabilità economica. In questo decennio la

Fondazione ha sviluppato un positivo rapporto con le istituzioni del territorio partecipando a numerose iniziative quali il numero verde, istituito dalla Provincia e gestito 24 ore su 24 dalla Fondazione, la collaborazione presso la Prefettura con il “Minipool” e il “Nucleo di Valutazione” antiracket ed antiusura, il progetto di rete portato avanti con la Regione Lazio, la sensibilizzazione dei giovani con incontri con le scuole superiori della Provincia, la collaborazione con lo sportello della Confraternita della Misericordia di Latina. Per info e contatti: www.fondazionewandavecchi.it

02.2013 | NUMERO ZERO | 34


meno dell’usura. Stupisce rilevare che lo strozzinaggio non coincide più solo con finanziamenti per attività commerciali e imprenditoriali, o con prestiti di sussistenza, ma si rivolge anche a famiglie insospettabili che, pur trovandosi in difficoltà, non vogliono rinunciare al benessere in cui hanno vissuto fino a qualche tempo prima.”. Famiglie che vendono la propria casa per scrollarsi di dosso i debiti, imprenditori che cedono la loro azienda a chi gli aveva dato in prestito del denaro quando la banca aveva chiuso i rubinetti, ragazzi e ragazze che sono costrette dal loro ‘creditore’ a prostituirsi per ripianare i debiti. L’usura si può descrivere in ognuna di queste condizioni umane. Un inferno senza fine, dal quale fortunatamente si può uscire fuori attraverso la denuncia alle forze dell’ordine e all’aiuto economico di organizzazione come la Fondazione Wanda Vecchi, attraverso il fondo nazionale e regionale antiusura. “Fondazioni come la nostra – conclude Pagano -, si sostituiscono al debitore nei confronti del creditori. In dieci anni di vita abbiamo salvato centinaia di persone dal giogo delle finanziarie e delle banche, ma soprattutto siamo diventati i nemici giurati degli usurai, arrivando a costituirci parte civile nei processi di usura. Tutto quello che possiamo dire a chi non ce la fa più a sostenere la propria situazione debitoria, o a chi, nella peggiore delle ipotesi è già caduto delle maglie terribili dell’usura, è di rivolgersi a noi senza alcun timore”. Crisi, cattivo uso

del denaro attraverso l’uso indiscriminato del credito al consumo. A queste cause negli ultimi anni se ne è aggiunta un’altra: i debiti da gioco. Esistono dall’alba dei tempi, ma tecnologia e innovazione hanno fatto dilagare gli appartenenti a questa categoria di indebitati. Poker online e slot machine hanno infoltito la schiera di chi si rovina pur di giocare. E Latina, purtroppo non si discosta di molto dai terribili numeri di altri capoluoghi di Provincia della penisola. Il gioco, per gli sfortunati che la contraggono, è una malattia vera e propria, che necessita di terapie accurate e mirate. Ma questo è un capitolo a parte, che Numero Zero affronterà nel numero di marzo.

Indebitamento per famiglia Rank: 26 Città: Latina Media %: 15.908,00

Incremento indebitamento

2002-2011

Rank: 37 Città: Latina Media %: +130,4

Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Banca d’Italia e Istat

02.2013 | NUMERO ZERO | 35


Dott. Gianluca Martini Specialista ortopedico

La Chirurgia Protesica oggi L’Italia è un paese in continuo invecchiamento la popolazione over 65 attualmente rappresenta il 20,3% della popolazione generale e quella degli over 85 il 2,8%(2° posto mondiale dopo il Giappone). E’ stimato che nel 2051 questi valori subiranno un notevole incremento raggiungendo rispettivamente il 33,2% e il 6,8%. A fronte di questi dati l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si è pronunciata dicendo che “invecchiare è un privilegio, ma anche una sfida, che ha un impatto su tutti gli aspetti della società del XXI secolo…”. L’allungamento della vita media è direttamente correlata all’aumento delle malattie ad essa associate come le patologie cronico-degenerative. In quest’ambito la fanno da padrone l’artrosi e l’osteoporosi che sono patologie per aspetti simili e diversi, altamente invalidanti, che tendono a peggiorare la qualità di vita dei soggetti affetti. Parlando in particolare dell’artrosi: è una malattia degenerativa articolare a carattere evolutivo che colpisce l’80% dei soggetti over 60 ed è considerata la prima causa di disabilità nel paziente anziano ne consegue che inevitabilmente aumenterà anche il numero di interventi chirurgici di protesizzazione articolare a cui tali pazienti saranno costretti a sottoporsi per migliorare la propria qualità di vita. Quali sono dottor Martini le articolazioni che vanno maggiormente incontro all’artrosi e quindi da sottoporre ad interventi protesici? Indubbiamente quelle sottoposte a carico, parliamo di anca e ginocchio, è meno frequente la chirurgia protesica della spalla ed ancor più rara quella della caviglia Come si pone il chirurgo ortopedico di fronte alla richiesta funzionale del paziente affetto da artrosi invalidante? E’ sempre più frequente visitare pazienti che si lamentano di dolori articolari, anche abbastanza giovani, affetti

da gradi importanti di artrosi, in cui è necessario impiantare una protesi. La protesi serve a risolvere anzitutto il dolore invalidante il movimento e il carico, può migliorare la qualità di vita del soggetto artrosico, permette quindi ai pazienti di tornare alle proprie abitudini quotidiane e di relazione, ma per quanto riguardano le aspettative di attività sportiva ci sono comunque delle limitazioni importanti. Come rispondono i pazienti artrosici alla necessità di un intervento? Naturalmente cercano sempre trattamenti alternativi alla chirurgia, purtroppo non ce ne sono, le infiltrazioni di acido ialuronico spesso rappresentano palliativi temporanei, non a lungo termine, in alcuni casi possono essere utilizzate, soprattutto in situazioni di danno articolare lieve o in soggetti che non possono essere operati. Il nostro compito è rassicurarli su ciò a cui andranno incontro preparandoli ad ogni evenienza, considerando che le complicanze di cui tutti hanno timore esistono ma hanno una frequenza comunque molto bassa. I successi rappresentano quasi il 90% che è un valore altissimo e molto confortante. Che si intende per mininvasività nella chirurgia protesica nel 2013? Una chirurgia il più possibile risparmiosa dei tessuti sia ossei che molli, questo serve per migliorare e velocizzare il recupero post-operatorio ma anche e soprattutto, vista la necessità di intervenire su soggetti comunque giovani, dare la possibilità di una chirurgia di revisione a distanza di anni come se fosse un primo impianto. I materiali protesici vanno incontro ad usura? quanti anni i pazienti possono portare le protesi? Le protesi di ginocchio ed anca durano in media 15-18 anni, dopodichè si dovrà intervenire di nuovo eseguendo quella che viene definita chirurgia di revisione.

Protesi totale ginocchio Protesi moncompartimentale ginocchio

Protesi totale anca

Protesi di rivestimento testa femorale

Considerando l’aumento dell’età media nei prossimi anni saremmo costretti a compiere numerosi interventi di questo tipo che sono comunque molto più invasivi del primo impianto protesico. Per cercare di evitarlo o procrastinarlo il più possibile le varie aziende cercano di mettere in commercio nuovi materiali il più resistenti possibili all’usura e i chirurghi di eseguire interventi il più possibile risparmiosi dell’osso. Tutti i pazienti possono essere sottoposti ad interventi di protesi? Generalmente si, sono le condizioni cliniche generali che possono sconsigliare la chirurgia o in alcuni casi gravi a non renderla possibile, parliamo di cardiopatie, insufficienze respiratorie, patologie cardiovascolari, etc Ci possono essere complicanze in questo tipo di chirurgia ? Le complicanze sono quelle legate a tutti gli interventi di chirurgia maggiore ortopedica, infezioni, rigidità post-operatorie, trombosi venosa profonda, embolia polmonare, deiscenza della ferita. Alcune di queste possono anche essere molto gravi, invalidanti o addirittura fatale, ma fortunatamente rappresentano una percentuale esigua. In quanto tempo si ha un recupero funzionale completo? Dipende ovviamente da soggetto a soggetto, comunque generalmente siamo sull’ordine dei 40-45 giorni dall’atto chirurgico. Infatti, dopo il tempo di ospedalizzazione che in genere è di 5-7 giorni, inizia il programma di riabilitazione che dura dai 30 ai 60 giorni. Inizialmente si cammina con due bastoni canadesi, poi con uno solo e nel giro di 30-40 giorni si deambula autonomamente.

LATINA Largo Cirri, 10 - Tel. 0773/600733 DOGANELLA DI NINFA Via Corana, 2 - Tel. 06/97625694 VALMONTONE Via Kennedy, snc - Tel. 06/9596699


sEi UNO ZERO La Bufala del mese

di massimo sconforto

il Bidone e il cantante Ci sa fare, il destino (ammesso che si voglia chiamarlo così), quando decide di farsi beffa di una città. Tanto più se poi è una città come la nostra, che per anni, decenni addirittura, ha dovuto pagare caramente per quel suo particolare peccato d’origine. Un po’ come se i cittadini, nel corso del tempo, avessero dovuto espiare le colpe del suo fondatore. Nessuno mai a cercare di evitarci qualche guaio. Per dire, pure molti anni dopo, ai tempi della costruzione della centrale nucleare di Borgo Sabotino, il luogo comune ricorrente, per giustificare anche una servitù così odiosa, era più o meno questo: che vuoi che importi, di Latina, ai potenti. Il quadro era quello, semplicemente. Mancava una classe dirigente forte, capace di difendere il territorio e la sua gente, di fomentare le piazze, se necessario, per rispedire al mittente le offese subite. E’ durata parecchio quella stagione di penombra. Noi sempre a dirci che non contavamo nulla. E del resto eravamo sempre dalla parte di chi perdeva quando altri sceglievano i percorsi dell’autostrada o dell’alta velocità, sceglievano una sede per la corte d’appello o per un altro aeroporto. Abbiamo passato tutti i nostri 80 anni di vita aspettando una svolta che non arrivava mai. Un governatore, sognavi, un senatore, quello che vuoi, una qualunque cosa, pur di cambiare regi-

stro. Alla fine ci stavamo accontentando di un cantante, sia pure così talentuoso come Tiziano Ferro. Ma poi all’improvviso è arrivato Clini, il ministro dell’ambiente del governo dei professori. “E’ nato a Latina”, ci dicevamo l’un l’altro, convinti che stavolta fossimo davvero, finalmente, dalla parte dei vincitori. E allora vale la pena farlo tornare, si sono poi detti anche i nostri amministratori, è il caso di regalargli le chiavi della città, concedergli l’onore più alto, la cittadinanza onoraria. Con una cerimonia anche suggestiva, come effettivamente è stata, tutto il consiglio comunale schierato e il teatro pieno di gente. Lui, il nostro ministro per l’ambiente, che sul palco ricordava le passeggiate al mare, il lago di Fogliano, le potenzialità incredibili di questo territorio. Mattinata memorabile, primo dicembre 2012. Ventottogiorni contati e il mondo ci è franato addosso un’altra volta, perché il nostro concittadino onorario – pure ancora attaccato alla nostra terra - a farci un favore non ci ha pensato proprio. E così ha firmato il decreto sui rifiuti che condannerà, ancora una volta, Latina e la sua gente a subire le inefficienze romane. Una montagna di immondizia verrà riversata nei nostri impianti. Di quella giornata memorabile, oggi, ci resta solo un bidone. E per fortuna Tiziano Ferro.

02.2013 | NUMERO ZERO | 37


La salute della pelle I consigli del dermatologo In inverno, la nostra cute è sottoposta a processi di disidratazione provocati dal freddo e dal vento, che accelerano l’invecchiamento cutaneo. In modo particolare, in inverno la pelle necessita di trattamenti specifici capaci di proteggerla dalle basse temperature e dagli agenti atmosferici; e allo stesso tempo ha bisogno di essere idratata e nutrita. La dottoressa Ilaria Proietti, specialista in Dermatologia e Venereologia, Dottorato di ricerca in Dermatologia Oncologica e docente presso diversi Master di Medicina Estetica, studia e propone i rimedi. ‘ Il primo consiglio è di eseguire un corretto check-up della cute e impostare insieme allo specialista un programma di cura e prevenzione di molte patologie cutanee’ spiega la dottoressa Proietti. ‘ L’inquinamento atmosferico delle città, la vita stressante, la stanchezza e la cattiva qualità del sonno, infatti, possono mettere a dura prova le sue naturali difese o esacerbare patologie come la psoriasi, la dermatite atopica, la rosacea o l’acne. In inverno l’epidermide soffre a causa del clima rigido e degli sbalzi di temperatura:in particolar modo in montagna e sulle piste da sci, la pelle ha bisogno di attenzioni particolari per essere sempre bella e sana. Soprattutto in alta montagna la cute viene aggredita e corre il rischio di seccarsi e screpolarsi per il freddo, ma anche di scottarsi e rovinarsi a causa dei raggi intensi del sole. Il rischio di scottature sulla neve è molto elevato, infatti i raggi UVB sono molto intensi e aumentano a seconda dell’altitudine. Inoltre l’alta concentrazione di raggi UVA e il riverbero del sole sul ghiaccio e sulla neve rappresentano una combinazione davvero pericolosa per la cute. È importante non sottovalutare i danni che il sole invernale causa alla pelle: occorre evitare di sfruttare il sole sulle piste da sci per abbronzarsi più in fretta, perché l’epidermide potrebbe subire danni non indifferenti come la comparsa di macchie scure, rughe profonde o, ancora peggio, tumori cutanei. L’inverno è anche la stagione ideale per correggere danni evidenti attraverso trattamenti medico/estetici ad hoc con minore rischio di esiti. Le macchie brune o le cicatrici post acneiche possono essere rimosse con un’esfolia-

Le insidie dell’inverno sulla cute e l’inquinamento si combattono con trattamenti specifici zione a base di peeling chimici (acido glicolico o TCA) o attraverso strumenti di ultima generazione quali il laser frazionato o la IPL. Il laser KTP è in grado di cancellare gli antiestetici capillari del viso e delle gambe. E in presenza di rughe? Attraverso iniezioni intradermiche di vitamine e aminoacidi (biostimolazione) o con filler di acido ialuronico, è possibile favorire la ricostruzione e la riorganizzazione strutturale del derma. Il botulino può distendere i segni d’espressione della fronte e del contorno occhi mentre per migliorare il tono cutaneo si utilizzano radiofrequenza, infrarossi e ossigeno iperbarico.

Studio Medico Dott.ssa Ilaria Proietti LATINA Via E. di Savoia, 5 Info 373.7340749


LABORATORIO DIAGNOSTICA RIABILITAZIONE

ANNO 2013 ESAMI TAC

€100,00

A SEGMENTO

RADIOLOGIA TAC RMN MOC CARDIOLOGIA FKT ECOGRAFIA LABORATORIO ANALISI POLIAMBULATORIO MEDICINA ESTETICA

Laboratorio Diagnostica Medica s.r.l. - Largo Cirri, 10 - Zona Q5 - Latina Tel. 0773.624858 / 0773.624958 - Fax 0773.624785


L’eroe mascherato al servizio dei cittadini di SERGENTE GARCIA

In difesa di tutti gli oppressi Zerro…Zerro…Zerroooo. Chi non ricorda la canzone che apriva e chiudeva l’appuntamento con l’eroe in maschera sbarcato sul piccolo schermo negli anni ’70… Se Zorro, nella fantasia collettiva e nel ricordo dei libri, dei fumetti e dei film a lui dedicati, è sempre stato un’ icona di chi lotta per la giustizia e aiuta gli oppressi, Zerro, non è soltanto lo scimmiottamento di un personaggio reso possibile dalla sostituzione di una vocale con un’altra, ma è il suo clone meno famoso, anzi provincialotto, un po’ grassoccio e con lo zero sul petto, ma non meno eroico e dalla parte dei cittadini come il suo più illustre collega. Ecco, questa rubrica è dedicata proprio a coloro che si sentono oppressi dai problemi quotidiani che sono costretti a fronteggiare vivendo la nostra città. Servizi che non funzionano, degrado ed abbandono, uffici pubblici che non svolgono il loro lavoro come dovrebbero, risposte che arrivano con tempi siderali da parte del burocrate di turno. Zerro non sarà soltanto la valvola di sfogo di chi percepisce queste problematiche, e nemmeno solo uno spazio di poche righe dove segnalare i mal di pancia vari, ma sarà l’eroe a cui chiedere aiuto, colui che con la sua spada affilata metterà con le spalle al muro chi proprio non ne vuol sapere di rendere conto al cittadino ed alla sua dignità, appunto… di cittadino. Zerro, l’eroe in maschera, proverà a smascherare i responsabili di tutto ciò che non funziona, ma anche a spiegare come stanno realmente le cose e a creare un filo diretto tra il cittadino e chi lavora, o dovrebbe farlo, per il suo bene. Zerro è pronto, non salirà in groppa al suo cavallo nero Tornado, ma

arriverà con ogni mezzo sul luogo del misfatto per cercare giustizia... Riuscirà il bene a trionfare sul male? Non lo sappiamo, ma provarci è un dovere… un dovere da eroe! Per contattare il vostro super eroe basta inviare una mail, con le vostre foto, o con la documentazione che riguarda torti e ingiustizie subite a: numerozeromagazine@gmail.com

02.2013 | NUMERO ZERO | 40


RISCHIO ZERO

Rubrica sulla sicurezza negli ambienti lavorativi di ATENA

Stretta sulla sicurezza Obbligo di formazione per chi utilizza le attrezzature da lavoro Regolamenti più rigidi e rigorosi in materia di sicurezza sul lavoro. D’ora in poi, infatti, per adoperare le attrezzature da lavoro occorreranno accurate competenze. Il 12 marzo di quest’anno entrerà in vigore l’Accordo Stato – Regioni sull’abilitazione degli operatori che utilizzano attrezzature da lavoro per le quali è prevista una specifica formazione. L’accordo risale al 22 febbraio del 2012, è stato pubblicato sul Supplemento Ordinario numero 47 alla Gazzetta Ufficiale n. 60 del 12 marzo 2012 ed entra in vigore 12 mesi dopo la pubblicazione, quindi dal prossimo mese. I lavoratori non formati secondo i criteri dell’Accordo non potranno utilizzare le attrezzature. Sono tre i requisiti che i corsi di formazione devono rispettare affinché rientrino nell’accordo: corsi di formazione della durata complessiva non inferiore a quella prevista dall’accordo, composti di modulo teorico, modulo pratico e verifica finale dell’apprendimento; corsi, composti di modulo teorico, modulo pratico e verifica finale dell’apprendimento, di durata complessiva inferiore a quella prevista dall’accordo, a condizione che gli stessi siano integrati tramite il modulo di aggiornamento entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore dell’accordo; corsi di qualsiasi durata non completati da verifica finale di apprendimento, a condizione che entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore dell’accordo siano integrati tramite il modulo di aggiornamento e la verifica finale dell’apprendimento. Di conseguenza è necessario svolgere i corsi entro la data di entrata in vigore, in modo da usufruire del regime transitorio stabilito dal legislatore. Nel punto 9.3 dell’accordo è specificato che i corsi effettuati prima del 12 marzo 2013 devono essere documentati tramite il registro del corso recante: l’elenco dei parteci-

panti e le relative firme, i nominativi e le firme dei docenti, i contenuti, gli orari e gli esiti della valutazione teorica e dell’esercitazione pratica. Inoltre, i lavoratori che alla data di entrata in vigore dell’accordo sono incaricati dell’uso delle attrezzature individuate devono effettuare i corsi entro 24 mesi dalla stessa data. L’abilitazione che ne consegue deve essere rinnovata entro 5 anni dalla data di rilascio dell’attestato. Le attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori sono: • Piattaforme di lavoro mobili elevabili • Gru a torre • Gru mobile • Gru per autocarro • Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo • Trattori agricoli o forestali • Macchine movimento terra • Pompa per calcestruzzo L’abilitazione, dunque, si ottiene dopo aver frequentato il corso di formazione strutturato in moduli teorici/pratici e con verifiche intermedie e finali e la legge prevede che gli attestati di abilitazione abbiano i seguenti elementi minimi comuni: • denominazione del soggetto formatore • dati anagrafici del partecipante • specifica della tipologia di corso seguito con indicazione del presente accordo e relativo monte ore frequentato • periodo di svolgimento del corso • firma del soggetto formatore che a tal fine può incaricare anche il docente Nel prossimo numero ZERO RISCHI si occuperà dell’obbligo di redigere il Documento di Valutazione dei Rischi e della Segnalazione Certificata di Inizio Attività per chi ha depositi di combustibili ed impianti di distribuzione carburanti per autotrazione

02.2013 | NUMERO ZERO | 41



Borgo

FAITI

orgofaiti.it Sito internet: www.b del Rosario ine rg Patrona: Maria Ve ni Nome abitanti: Faiti ca 3000 cir i: nt ita ab ro Nume

La storia sbirciata dal Foro Appio Da San Paolo ai pionieri della bonifica, l’antica stazione di posta diventata villaggio di RICCARDO ANGELO COLABATTISTA

02.2013 | NUMERO ZERO | 43


Quando si parla di Latina e dei suoi borghi erroneamente si fa iniziare il proprio racconto dagli anni della bonifica, dalla “fondazione” o dalle paludi pontine. Un inizio posticipato rispetto alla realtà, rispetto alla storia ricca del nostro territorio. Un esempio è proprio Borgo Faiti, centro abitato esistente già in epoca romana e riconosciuto con il nome di Forum Appii. Sono molte le scritture e gli eventi storici che raccontano di Forum Appii, un luogo di sosta sul tracciato della via Appia, a quarantatrè miglia esatte da Roma, la città eterna. Questa località era riconosciuta da tutti, viaggiatori, mercanti e scrittori, come tappa obbligatoria nel percorso che li portava da Roma verso sud, nella vicina Terracina. La via Appia, le paludi ed il canale navigabile per 19 miglia rappresentavano il paesaggio e le opportunità di spostamento di questo territorio ancora selvaggio. Borgo Faiti, o meglio ancora, il Forum Appii, era un punto di riferimento, un punto di approdo, di viaggiatori e mercanti. Oggi il borgo mantiene il suo fascino di realtà abitativa che si scorge al di là del canale Linea e dell’Appia. Le citazioni Lunga storia quella del Forum Appii. Una storia raccontata da molti: pionieri, bonificatori e famiglie venete. Ma prima di tutti loro ci furono poeti e santi che conobbero da vicino questo pezzettino di terra selvaggio ma già molto accogliente. Tra i primi a descriverne il paesaggio ci fu il poeta latino Orazio che, nella Satira Quinta citò il borgo. Anche Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia” parla di vino Setino provenienti dalle pendici delle montagne sopra Forum Ap-

pii. Ed infine, nel 61 d.C. è la volta di San Paolo che, nel suo viaggio verso Roma, incontrò proprio a borgo Faiti alcuni cristiani provenienti da Roma. Tutto viene riportato negli Atti degli Apostoli (28.14-15): “… e di là i fratelli, avendone avuto notizia, ci vennero incontro fino al Foro d’Appio e alle Tre Taverne; Paolo, veduti che li ebbe, ringraziò Dio e riprese coraggio”. Borgo Faiti, la rinascita Da luogo di passaggio in epoca romana a villaggio, bonificato e abitabile. Siamo arrivati al ‘900 e precisamente negli anni ‘30. Ormai le famiglie coloniche, da qualche anno, si sono stabilizzate nella pianura pontina, ex palude, ed anche borgo Faiti diventa un luogo dove nascono poderi dell’ONC (Opera nazionale combattenti) e si in-

sediano le famiglie. Nel 1934 il numero di famiglie insediatesi nel territorio di borgo Faiti, quello che va dalla Migliara 41 alla Migliara 45, erano circa centocinquanta. Un quadrato delimitato dalle migliare, dall’Appia e dal Fiume Sisto. Il borgo oggi Da luogo di passaggio e di riposo, nell’epoca romana, a luogo di bonifica e sviluppo agricolo negli anni ’30. Oggi il borgo, nonostante lo sviluppo urbano con molte nuove costruzioni, è riuscito a mantenere una certa identità, almeno per quanto riguarda il “centro” storico. La Chiesa e la Piazza come punti di riferimento. La vecchia Scuola Rurale trasformata prima in scuola media ed oggi in centro anziani. Poderi ristrutturati e poderi fatiscenti sono ancora lì a ricordare il passato, ciò che era stato creato ormai quasi 100 anni fa. L’epoca romana, invece, affiora nei terreni agricoli adiacenti l’Appia. Non è difficile, infatti, scorgere pezzi di anfore, utensili o, addirittura, mosaici risalenti a centinaia di anni fa. Questi sono pezzi della nostra storia. Ma perché si chiama Borgo Faiti? Borgo Faiti prende il suo nome dal Dosso Faiti (in sloveno Fajtji Hrib) o Dosso dei Faggi. Come gli altri borghi rurali, “Faiti” prende il nome da un luogo dove si combatté la Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra. Il “Dosso” si trova nel comune di Merna-Castagnevizza e dalla sua sommità verso nord si può vedere la valle del fiume Vipacco e tutta la piana di Gorizia. La sua vetta venne 02.2013 | NUMERO ZERO | 44


contesa più volte durante la Prima guerra mondiale dalle truppe italiane, venendo poi espugnata durante la Nona battaglia dell’Isonzo precisamente il 3 novembre 1916 dalla Brigata Toscana. Le opere incompiute Il campo di calcetto di Borgo Faiti può essere un simbolo di cattiva amministrazione. Finanziamenti accantonati in Regione Lazio indispensabili per completare un’opera attesa da tutti i giovani del borgo. La realizzazione era giunta a buon punto, ma poi si è fermata da circa due anni. Eppure sono state già installate le reti di recinzione, costruiti gli spogliatoi e montati i sanitari. Mancano le porte e il manto erboso. In due anni solo rimbalzi di responsabilità per un ritardo ingiustificabile. Il passato ed il futuro della navigazione Ancora oggi Forum Appii rappresenta un punto di approdo e di ristoro per il turismo fluviale. Forse è questa la nota più lieta che può offrire il lembo di terra sul confine tra il comune di Sezze e quello di Latina. Grazie all’associazione “Fiume Cavata” e al suo presidente, Saverio D’Ottavi, si stanno riscoprendo le attività turistiche sul fiume, con barche a remi. Si parte da Sermoneta per giungere proprio a borgo Faiti. Un’esperienza tra natura e storia, nel massimo rispetto del territorio circostante e che è servita da spunto allo scrittore premio Strega Antonio Pennacchi per il suo progetto Pianura Blu, che prevede la navigabilità dei fiumi e dei canali di bonifica di tutto l’agro pontino. 02.2013 | NUMERO ZERO | 45


Regalati una piacevole emozione Trattoria Enoteca

Assunta

di Giorgio, Anna e Sergio Beltrani Sommeliers Professionisti

Prossimi incontri in Enoteca Vino e Piatto

5 Serate di Nozioni in tecnica di abbinamento e degustazione del cibo e del vino

Corso Formativo Barman e Caffetteria in 5 incontri

Le norme di preparazione dei cocktail, aperitivi e il loro corretto abbinamento con il cibo

Un percorso enogastronomico di oltre quarant’anni Cucina tradizionale di alta qualità Carne Italiana certificata Dolci di nostra preparazione Pane e Pasta di antica ricetta di Famiglia Menù di pesce per l’estate Cene-Degustazione a tema in collaborazione con chef di altre regioni Italiane per la diffusione dei prodotti del territorio Vini Locali e Nazionali, Spumanti e Champagne, Selezione di Rum, Armagnac, Whisky, Cognac, Raffinata Gastronomia, Vasta Scelta di Salumi e Formaggi Italiani, Cioccolato Italiano dei “Mastri Cioccolatai” artigianali.

La prima enoteca di Latina LATINA Via Pontina 148 Km. 74,500 Tel. 0773 241940 - degustandolatina@gmail.com


Sabato sera

la febbre è passata La parabola della discomania nella città di Latina, quarant’anni dopo l’apertura del Noa Noa Dallo sballo degli anni 70/80 alla crisi di fine anni 90, evoluzione e crepuscolo delle discoteche del capoluogo di ALBERTO REGGIANI e ALESSANDRO ZAFFARANO

In principio erano le balere, gigantesche sale da ballo in cui si andava col liscio e si partecipava a coppie. L’avamposto latinense era il Canneto di Borgo Sabotino della famiglia Marrocco, uno dei primi on dancing d’Italia ancora oggi resistente al logorio dei tempi. Spuntarono poi i night club, altra dimensione della musica, eseguita dal vivo e spesso in locali semi-imboscati. In città c’era il 22-28 sotto la Galleria Pennacchi, frequentato prevalentemente da persone adulte. E nulla più tra le sponde comunali. Il periodo è quello degli anni Sessanta, Latina è una città che prova ad uscire dal guscio della provincialità e ad inseguire, nell’ambito dello svago e del divertimento, le mode provenienti dai grandi centri, in particolar modo da Roma, a sua volta ricettiva delle tendenze statunitensi. Con gli anni 70 la musica cambia e quindi anche il modo di dominarla. Le esecuzioni dal vivo e con esse i gruppi che le interpretano, orchestre e chansonnier, vengono affiancate e in larghi tratti sostituite da quelle tecnoprodotte, i dischi in vinile da 33 e 45 giri, e dai loro manovratori, i disc jockey che via via diventano i veri intrattenitori delle sale danzanti. Dall’approccio confidenziale con gli avventori, a cui spesso dopo mezzanotte il proprietario del locale offre penne all’arrabbiata ed altri diversivi gastronomici, si passa ad un rapporto più distaccato e professionale.

Tonino Pizzuti (al centro) si esibisce con amici al Noa Noa. La febbre del sabato sera è appena iniziata…

La svolta del Noa Nel settembre 1972 la prima svolta epocale nel territorio latinense. Sul lungomare apre il Noa Noa da un’idea di Tonino Pizzuti, Tonino Cappetta e Giorgio Silvestri. E’ la prima discoteca, comunemente detta, ad un tiro di schioppo dal capoluogo e diventa rapidamente la mèta preferita e per certi versi obbligata dei giovani dancers dell’epoca, costretti fino a quel periodo ad emigrare a San Felice Circeo (dove esisteva la Bussola), a Sabaudia (all’interno dell’albergo Le Dune c’era il Flash)

ma anche a Sermoneta (Charlie Brown) e a Terracina (Papillon). Il Noa Noa impone subito i propri ritmi: all’inizio si balla solamente la domenica pomeriggio dalle 15.30 alle 20 e questo perché il sabato sera la materia prima manca: in giro per Latina si vede pochissima gente e delle ragazze nemmeno l’ombra. Il primo biglietto di entrata costa 700 lire, ben presto viene portato a 1500 adeguandolo al costo di un ingresso al cinema. Qualche anno e il prezzo lievita a 3000 e 4000 lire fino a quando il Noa decide di battere moneta propria: chi vuole varcare la soglia della discoteca deve esibire la banconota d’ingresso che riproduce il dollaro

02.2013 | NUMERO ZERO | 47


americano con su scritto NOA NOA, al cambio 5000 lire. Anglosassone è anche la musica che si balla, un misto di sound americano e inglese che Pizzuti e soci si assicurano recandosi periodicamente a Roma, dove c’è un tipo, tale Consorti, fornitissimo di tutte le ultime novità provenienti dagli States. Al Noa si balla quindi musica che i negozi di dischi venderanno quasi un anno dopo, stesso tempo che servirà per ascoltarli in radio, e questo fa aumentare le quotazioni del locale che diventa col tempo anche teatro di spettacoli di cabaret con i personaggi di grido di quel periodo. Si esibiscono tra gli altri Pippo Franco, col cachet stellare di 3 milioni (quanto costava all’epoca un appartamento), Lino Banfi e una sequela di artisti prevalentemente comici, anche quelli alle prime esperienze come Martufello e Gigi Sabani. Col passare degli anni il Noa raddoppia i propri appuntamenti, comincia ad aprire i battenti anche il sabato sera, agganciandosi al fenomeno mondiale scatenato dal film “Saturday night fever”. Diventano tutti John Travolta e la discoteca il luogo dove scatenare i propri impulsi ballerini. A quei tempi gli orari della disco serale erano però diversi: si arrivava alle nove e si rimaneva in pista al massimo fino alle due, orario in cui oggi si riempiono le sale. Risale a quei tempi anche la moda, intramontata, di rifocillarsi con i cornetti caldi della Pasticceria Cepollaro dopo le “fatiche” danzanti.

Fuoco e fiamme

so d’assalto da centinaia di giovani ad ogni apertura, rendendo necessario un progressivo allargamento della struttura che gradualmente “mangia” pezzi dei locali circostanti. Si arriva ad un complesso di 500 mq, si toccano le mille persone a sera, che sgomitano per ballare.

Felix e Coliseum: la non belligeranza Gli anni Ottanta sono in assoluto quelli del boom delle discoteche. A Latina città, in via Don Torello, apre i battenti il Felix e in un certo senso segna un’epoca. E’ una discoteca che sviluppa diverse proposte per gli affezionati del ballo. Propone il serale di sabato per i più adulti (dalle 22 in poi), il pomeridiano di domenica per i più giovani (alle 16 alle 20) e si inventa – primo tra i locali italiani – il matinée per i ragazzini alle prime armi (dalle 9 alle 13). Ognuno si riconosce nella propria categoria e il pienone è sempre assicurato. Nel frattempo il Noa Noa comincia a stare stretto a Coronella che nel 1984, proprio per non disperdere la grande richiesta del suo locale, fonda il Coliseum, sull’ex via Mediana, un complesso che, nomen omen, si impone per la sua maestosità. A dispetto del nome di battesi-

mo, Amleto, il proprietario non ha dubbi shakspeariani: c’è un tempo per l’essere e uno per il non essere. Quando è il momento di “essere” meglio fare le cose in grande: Il Coliseum, che arriva a contenere 1600 persone, viene proiettato alla ribalta nazionale partecipando due volte alla trasmissione “Chi tiriamo in ballo” ed ospitando il festival nazionale di jazz. Quando arriva il momento di “non essere” è inutile rincorrere il tempo perduto ma è preferibile seppellirlo: memorabile nel 2001 la “cerimonia di chiusura” del suo locale, che negli anni aveva cambiato denominazione prima in Bogart e poi in Jambè, con una colata di cemento davanti la porta d’ingresso a murare viva la sua creatura e con essa tutti i ricordi allegati. Per quasi tre lustri, Felix e Coliseum/Bogart rappresentano le alternative per i giovani latinensi ma anche per intere comitive provenienti dal resto della provincia, dalla Ciociaria e da Roma. Il Felix ha un ambiente raffinato ed elegante ed è preferito dal ceto un po’ più borghese, il Coliseum punta invece molto sulla stravaganza ed ospita spesso personaggi vestiti e truccati in modo strano, attirando gente di ogni estrazione. L’antagonismo tra le due discoteche non sfocia mai in conflitto anzi i due gestori firmano un patto (non scritto) di non belligeranza, dividendosi i giorni e orari della settimana per promuovere i propri eventi al fine di non disturbarsi a vicenda e non creare

Musica e belle ragazze, il cocktail vincente del Felix

Il Settantasette è un anno caldo, sotto tutti gli aspetti. Mentre infiamma la febbre del sabato sera, il Noa Noa va letteralmente a fuoco. Un incendio, di natura mai completamente chiarita, distrugge una buona parte della struttura e la rende inutilizzabile per alcuni mesi. Tonino Pizzuti passa la mano e il testimone lo raccoglie Amleto Coronella, oggi affermato avvocato di un avviatissimo studio legale, all’epoca giovane maestro di musica fresco di conservatorio ma con una importante esperienza nel mondo dello spettacolo romano. Coronella vince le diffidenze di una città che s’interroga sulla matrice di quell’incendio, soprattutto su quella parte che la riconduce agli ambienti della malavita, e nel luglio del ’77 ripresenta, tirata a lucido, la discoteca del Lido. E’ un successo immediato, la mania del ballo diventa ossessione e il Noa Noa è pre02.2013 | NUMERO ZERO | 48


dispersione. Tutto fila liscio tranne in qualche circostanza dai risvolti comici: nel 1990 nello stesso giorno in cui il Coliseum organizza il Carnevalao, al Felix si festeggia il Mac P 100 del Liceo Classico. Il risultato è che il sold out del Coliseum costringe molte persone in maschera che non hanno trovato posto a rifugiarsi al Felix dove la festa ha tutto un altro tema. Diplomandi e mascherati ballano insieme increduli.

Un pienone all’Italian Graffiti, discoteca di punta nei primi anni Novanta

Gli anni 90, apice e declino A detta di tutti gli esperti del settore, negli anni novanta si produce e si balla la migliore musica da discoteca. Soprattutto ad inizio decennio il miglioramento della qualità discografica produce effetti benefici per l’attività discotecara e anche a Latina aprono altri locali per la musica dance. Su tutti l’Italian Graffiti, sempre in via Don Torello e proprio di fronte al Felix, che continua a mi-

il gruppo revival Quelli del Noa Noa Circa un anno fà nasce il gruppo su facebook “quelli del Noa Noa” il cui fondatore è Alessandro Zaffarano protagonista di quei favolosi anni della musica dance, lavorando come Dj presso la discoteca del Lido. Una voglia la sua, di ritrovare e rimettere insieme tutte quelle persone, allora ventenni, riportandole a ballare come negli anni 70-80. Un’idea vincente che ha fatto subito proseliti, oggi il gruppo vanta 300 persone iscritte che partecipano entusiaste alle serate organizzate. La tipologia

di questo gruppo è quella itinerante, Alessandro insieme ad Emilio Andreoli, altro storico frequentatore del Noa Noa, organizzano serate in location sempre diverse, che siano esse discoteche o anche pub. Una delle ultime serate è stata organizzata proprio ad un pub “ Easy Going” di Latina, che prende il nome da una nota discoteca romana alla fine degli anni ’70. Il gruppo è supportato da due Dj, Francesco Dimar e Cristian Maio, che pur non avendo vissuto quel periodo perché molto giovani, conoscono alla perfezione quella musica, proponendola oggi con lo stesso successo di allora.

Aprile 2012: i fondatori del gruppo Quelli del Noa: da sinistra Emilio Andreoli, i deejay Cristian Maio e Francesco Dimar con l’ideatore Alessandro Zaffarano

gliorarsi, ristrutturandosi continuamente, e a organizzare ospitate con personaggi all’apice del successo. L’Italian Graffiti è gestita da Rino Polverino, un globetrotter delle sale da ballo, partito da Formia al Seven Up e approdato infine al Seven Sky di via Amaseno a Latina, chiuso per disturbo della quiete pubblica dopo le reiterate proteste degli abitanti della zona. Nel mezzo Polverino gestisce anche il “Miky Mouse” e il “Carion” sempre a Formia, d’estate si trasferisce a Rimini dove fa il barman all’Afragolaccia, un locale gay poi denominato Club del 99, dove conosce personaggi del calibro di Claudio Cecchetto (è il 1981, anno del tormentone “Gioca Jouer”), Fiorello e Miky della Divina. Successivamente viene folgorato dal liscio, ma ritorna sulla via di Damasco proprio con l’Italian Graffiti, dove propone una dancing leggera con molto revival. Per circa sei anni, il carrozzone dell’Italian Graffiti è sempre carico di gente e di ospiti del calibro di Mietta, Leali, Castagna, Zarrillo e altri ancora. Il locale che più di tutti cavalca l’onda del trasformismo discotecaro rimane comunque il Coliseum, che nel 1993 cambia nome e diventa Bogart. L’instancabile Coronella rifà completamente il look alla struttura, soprattutto a livello di arredamento dove precorre le mode affidandosi ai designers che avevano appena restaurato il Pascià di Rimini. La stella del Bogart brilla per diverse stagioni nonostante qualche incidente di percorso (il 28 novembre 1994 il 02.2013 | NUMERO ZERO | 49


LAT I N A Viale Cesare Augusto// Tel. 0773.479339


Corriere della Sera si occupa di una gigantesca rissa scoppiata per futili motivi all’interno del locale, davanti a più di mille persone, con due fazioni opposte che si fronteggiano e lasciano sul campo un ferito e diversi contusi) ma, come lo stesso Coronella ricorda, è proprio nel momento del massimo fulgore che qualcosa nell’ambiente della discomusic comincia ad offuscarsi. “I primi sintomi di una crisi di identità musicale e sociale del mondo delle discoteche si sono avuti nei primi anni 90 - afferma l’avvocato Coronella raggiunto nel suo studio – ma solo noi del settore ce ne siamo accorti perché in realtà in quel periodo si è prodotta la migliore musica dance. Verificando che da un anno all’altro lo stesso evento portava 700 persone invece di 1000 ci siamo già accorti che qualcosa stava scricchiolando. Era solo una sensazione ma in poco tempo ha avuto conferma». In quegli anni a Latina vive alcune stagioni di gloria il Bird di via Milazzo, che riporta in auge la musica dal vivo.

Latina da bere Dopo la metà degli anni 90 inizia in maniera repentina e improvvisa la parabola discendente delle discoteche. Tanti fattori concentrici ne decretano ben presto l’entrata in coma, che viene certificata con l’ingresso nel nuovo millennio. «All’inizio degli anni 2000 c’è stata una evoluzione della discoteca e dell’orario in cui viverla – sostiene Virginio Moro, storico proprietario del Felix e oggi coordinatore Regionale del Lazio delle discoteche del SILBE, (società italiana locali da ballo) - la gente ha iniziato a cambiare le abitudini lasciandosi contagiare dalla nuova moda di cenare con gli

Rino Polverino in compagnia di una sfavillante Alba Parietti

Una bella foto di una serata al 24 Mila Baci

aperitivi. Tutto questo ha fatto si che nascessero molti locali con intrattenimento di cena e musica che ha drasticamente spostato l’orario di andare a ballare: oggi non si viene in discoteca prima delle due». Già, e sono in molti a non reggere questo ritmo. Anche Latina si lascia contagiare dalle nuove tendenze nazionali, spuntano come funghi pub e wine bar che richiamano l’attenzione della nuova generazione di giovani, attratti dalla novità, e dei meno giovani, quelli che dopo aver impazzato per anni tra le piste trovano giusto ristoro in un ambiente più rilassante e pacato. Via Neghelli diventa per acclamazione la via dei pub, Gufi, Jacarè ed altri locali da sorso fanno

il pieno tutti i fine settimana. La mania del ballo non si esaurisce del tutto ma i gestori delle discoteche si adeguano alle nuove regole. Rino Polverino già nel 1996 aveva aperto il 24 Mila Baci, un mega contenitore di tutti i generi del ballo, dal liscio alla dance, per reclutare i supporters di ogni passo, mentre in via Piave nel 2002 spunta il Makkeroni, una disco restaurant che prova a prendere tutti per la gola. Prima la cena poi la musica, un programma che fa proseliti e funziona per un decennio, poi – e siamo ai giorni d’oggi - anche il Makkeroni, diventato Rocking, abbassa la serranda. A distanza di quarant’anni dalla frontiera del Noa, la parabola delle discoteche di Latina sembra quasi sul punto di compiersi, John Travolta non balla più e il termometro il sabato sera sale solo per gli anticipi di campionato. Del resto dal ‘72 ad oggi non c’è una cosa rimasta uguale, nei mezzi, nelle usanze, negli approcci e nel modo generale di interpretare la vita. L’assioma finale spetta ancora ad Amleto Coronella: «Diciamoci la verità – chiosa l’avvocato – per quale motivo si andava in discoteca? Certo per ballare, ma soprattutto per rimorchiare. Era quello uno dei pochi posti dove ci si poteva conoscere e frequentare. Oggi i modi sono molto diversi e più immediati, la conquista può arrivare anche da un messaggio col telefonino. Non serve più andare in discoteca». E se una cosa non serve, se ne può fare a meno. 02.2013 | NUMERO ZERO | 51



Cronologia di un fenomeno

1972

Tonino Pizzuti apre la discoteca Noa Noa, sul lungomare di Latina

1996

Apre il 24 Mila Baci in via dei Cappuccini

1977

Un incendio distrugge il Noa Noa, nel luglio dello stesso anno la rileva Amleto Coronella

1998

Dopo il 26 anni chiude il Noa Noa

1980

Tonino Pizzuti, Sergio Mantovani e Felice Palumbo inaugurano il Felix che verrà più tardi rilevato da Virginio Moro

2001

Chiude lo Jambè, la discoteca nata in sostituzione del Bogart

1984

Amleto Coronella apre il Coliseum sulla ex via Mediana

2002

Il via Piave apre il Disco Restaurant Makkeroni

1993

Il Coliseum viene ristrutturato e prende il nome di Bogart

2012

Chiude il Rockin, già Makkeroni

Tonino Pizzuti in consolle al Noa Noa agli albori della discomania

Virgilio Moro in compagnia di Brigitte Nielsen al Felix

Michele Zarrillo, in una serata all’Italian Graffiti Daniele Foscaro Vellani, il pioniere dei deejay latinensi, scomparso prematuramente nel 1988

02.2013 | NUMERO ZERO | 53


ZERO IN CONDOTTA Rubrica su scuola e università di ATENA

Via la carta dalla scuola Da quest’anno le iscrizioni sono on line Anche la scuola si “dematerializza” e approda sulla rete virtuale. Da quest’anno le iscrizioni devono essere effettuate on line. L’innovazione, avvenuta in maniera non indolore visti i problemi registrati sul server del ministero della pubblica istruzione nei primi giorni, è uno dei molteplici provvedimenti governativi introdotti per alleggerire le spese amministrative. Le iscrizioni on line sono possibili fino al 28 febbraio. Riguardano le prime classi della scuola primaria e della secondaria di primo e secondo grado. Sono escluse le scuole dell’infanzia, i corsi per l’istruzione degli adulti, mentre per le scuole paritarie aderire alla procedura on line sarà facoltativo. Come funziona. Sul sito internet del ministero della pubblica istruzione (www.istruzione.it) ci tutte le indicazioni. E alla voce “Iscrizioni on line - Aggiornamento delle FAQ per famiglie” è spiegata la procedura. Innanzitutto le persone che non hanno possibilità di accesso a Internet o non hanno un computer pos-

sono rivolgersi alla scuola di destinazione o di frequenza e chiedere un aiuto. Per chi invece dispone di un pc e intende fare in proprio può trovare il codice della scuola a cui indirizzare la domanda d’iscrizione all’applicazione “Scuola in chiaro” dal sito del Miur o direttamente all’indirizzo http://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola/. Per potersi registrare in “Iscrizioni on line” bisogna accedere al servizio www.iscrizioni.istruzione.it e cliccare sul banner posto a destra. Entrando in quest’area è possibile accedere al modulo per la registrazione, che, una volta compilato ed inoltrato, rilascia il codice personale per accedere al servizio delle iscrizioni on line (il codice verrà

comunicato sulla casella di posta elettronica indicata nel modulo di registrazione stesso). Il servizio sarà disponibile 24 ore su 24, compresi il sabato e la domenica.

02.2013 | NUMERO ZERO | 54


Addio vecchia lavagna Rivoluzione multimediale all’istituto “Alessandro Volta” In una scuola dove l’informatica è di casa l’iscrizione on line non può rappresentare un problema, se non per l’affluenza delle famiglie che hanno bisogno di un supporto. All’istituto comprensivo “Alessandro Volta” di Latina, che come altri istituti della città ha aperto le porte a genitori e studenti per illustrare offerta formativa, attività e laboratori, le insegnanti operano su lavagne multimediali interattive. Per le generazioni precedenti appare come una rivoluzione. La lavagna tecnologica che sostituisce quella tradizionale di ardesia segna sicuramente il passaggio di un’epoca. Nell’istituto di via Botticelli ci sono anche tre aule di informatica ben attrezzate “che hanno ospitato le prove del recente concorso per l’insegnamento” evidenzia la professoressa Patrizia Pomilia impegnata a gestire l’accoglienza. “Il wi-fi copre l’intero edificio quindi è possibile connettersi a internet in qualsiasi punto della scuola”. L’esteso edificio contempla anche un laboratorio di scienze, una cucina, un laboratorio fotografico e due grandi palestre dalle quali si accede direttamente al vicino campo Coni. L’istituto Alessandro Volta si occupa anche della formazione degli adulti con corsi serali ed è anche dotato di un ampio auditorium, un vero e proprio teatro dove si svolgono saggi, spettacoli, incontri rivolti al pubblico di Latina. Orgoglioso il dirigente scolastico Pasquale Iezza racconta del talento letterario di un alunno di terza media contattato da una casa editrice interessata ad un suo lavoro. (www.volta.latina.it)

Alcuni insegnanti e a destra il dirigente scolastico del “Volta”

Racchette, violini e motorini Al “Giovanni Cena” tennis tavolo e una vera orchestra Tra le numerose attività che l’istituto comprensivo “Giovanni Cena” di Latina offre agli iscritti, colpiscono in particolare i corsi di tennis tavolo e i laboratori musicali. Un segno distintivo di questa operosa e creativa scuola che ha la sede centrale in via Lepanto con tre scuole dell’infanzia e altrettante primarie dislocate in altri punti della città. Il professor Gaspare Morgante segue gli allievi sportivi e li accompagna anche in tornei di rilievo rappresentando l’associazione sportiva che prende il nome dell’istituto. Un vivaio vero e proprio che ha sfornato anche dei nomi del tennis tavolo. Pianoforte, clarinetto, tromba, violoncello, violino, flauto traverso, percussioni, chitarra sono gli strumenti che compongono invece l’orchestra del “Giovanni

Cena” e sui quali i musicisti in erba si formano. Emozionanti i concerti tenuti dai giovanissimi studenti. L’arte permea molte delle attività scolastiche, lo dimostrano i concorsi vinti dagli allievi dell’istituto comprensivo, come quello per writer indetto dal comune o quello per la maschera di carnevale più significativa, ha vinto un bel quadro di “Pontinello”. Prolifero il laboratorio artistico e di artigianato, ma anche quello letterario e sono molti i progetti che gli studenti offrono al mondo esterno. Una scuola multietnica che accoglie romeni, albanesi, polacchi, cinesi, indiani perfettamente integrati con i coetanei italiani. E per chi ama l’osservazione delle stelle c’è anche il laboratorio di astronomia. “La nostra scuola - aggiunge la dirigente scolastica Emilia Carotenuto nel corso dell’open day – punta anche ad educare i futuri motociclisti ad una guida responsabile e nel rispetto del codice della strada”. Ed ecco che spunta un simulatore per conseguire il patentino per ciclomotore. Niente paura, al Cena non si trascurano ne l’informatica ne le lingue, basilari per avere conoscenze adeguate alle esigenze professionali della società attuale. E’ anche un ente di formazione per lavoratori. (www.scuolacenalt.eu)

Un gruppo di docenti con al centro la dirigente del “Cena”

02.2013 | NUMERO ZERO | 55



La magia dei Piccoli Teatri

Quando

le dimensioni non

contano

Vivono di passione e capacità di coinvolgere di LUCA MORAZZANO

Dall’aperto al chiuso,

dalle platee con migliaia di poltrone a piccoli salotti da una trentina di sedie, il teatro è sempre il teatro, con tutto il suo fascino, la sua storia, i suoi significati. Ma proprio il suo significato, più intrinseco, più catartico, più vero, lontano dalle luci della ribalta, dai grandi palcoscenici calpestati dai nomi altisonanti del jet set, quelli che solo mettendoli in cartellone assicurano una sfilza di repliche da migliaia di spettatori in sala, si esprime quando le dimensioni del tutto sono ridotte; quando l’attore è lì a pochi passi dallo spettatore, è lì che forse, ancor di più, la magia del teatro si sprigiona in tutta la sua forza. Uno spettacolo vivente, che coinvolge a tal punto che, se fatto bene, porta lo spettatore ad astrarsi dalla propria realtà di tutti i giorni perché si ritrova immerso nell’azione cui sta assistendo e partecipando anche emotivamente. I colori, i suoni, gli odori del palcosce-

02.2013 | NUMERO ZERO | 57



nico, gli arrivano senza filtri, così come le emozioni e le trame portate in scena dagli attori. Il teatro del resto, nasce proprio per coinvolgere e tramite questo coinvolgimento per insegnare. Nell’antica Grecia, patria del teatro, gli spettacoli si svolgevano all’aperto e a parteciparvi in qualità di pubblico era l’intera popolazione della polis. All’inizio il dialogo tra un attore e il coro, poi la presenza di vari attori in maschera, mettevano in scena storie che avevano per protagonisti personaggi tratti dai miti e dalle leggende. Ma queste storie avevano sempre un fine morale, di richiamare l’attenzione e la riflessione su una questione particolare. Proprio questa funzione catartica è quella espressa al giorno d’oggi, forse più nei piccoli teatri di periferia che non sui grandi palcoscenici ‘contaminati’ pure quelli dal business e dalle esigenze commerciali. Sono le storie messe in scena da attori per passione, non professionisti, che durante la loro vita di tutti i giorni svolgono mille altri mestieri, salvo poi ritrovarsi insieme, sotto l’insegna di una compagnia, per coltivare la passione per il teatro, leggere e penetrare opere immortali di grandi firme, ma anche scritti di autori semi sconosciuti ma comunque profondi e permeanti. E poi le prove, serate passate ad ottimizzare i tempi, a studiare gli accorgimenti tecnici, a ripassare le battute in attesa di andare in scena per il culmine della loro passione: dare vita, anche solo per una sera, ai personaggi di cui vestono i panni e assumono le sembianze in tutto e per tutto. Ce ne sono anche a Latina di teatri tinti di queste atmosfere e di questa magia. Se a fare notizia infatti, sono gli spettacoli in scena sui palcoscenici più blasonati del capoluogo, con nomi di attori famosi, spesso a metà tra il teatro e la tv, pronti ad esibirsi davanti agli oltre settecento posti stracolmi del teatro comunale D’Annunzio, o ai quasi cinquecento del Teatro Moderno, ai trecento e passa del Cafaro, ci sono altri piccoli palcoscenici sparsi qua e là per Latina che danno spazio e possibilità a tante compagnie amatoriali o semi professionistiche di portare in scena i loro sforzi.

02.2013 | NUMERO ZERO | 59


centoventisei botteghe in sette regioni.

La nostra impresa cresce ogni giorno insieme a te

Per aprire un tuo negozio Detersfuso contattaci allo 0818037226 mail: info@mafo.it - www.detersfuso.it


L’esempio dell’Operaprima Nemmeno cento posti di capienza, un palco adattabile a seconda delle esigenze, scenografie presenti solo all’evenienza e una connotazione simile ad una scatola nera in cui tutto può accadere; è l’identikit del teatro Operaprima. Il teatro Operaprima, situato in via dei Cappuccini, non ha nemmeno dieci anni di vita ed è nato grazie all’impegno dell’omonima compagnia che nel 2005 adottò questo capannone situato nella zona sud del capoluogo pontino, prima utilizzato come deposito di materiale, per renderlo uno spazio teatrale. Si tratta nello specifico, di un capannone di circa centocinquanta metri quadrati che si è trasformato, grazie al lavoro dell’intera compagnia, in una sala teatrale che ospita rassegne, concerti, laboratori teatrali e seminari. Il palco è costituito da una pedana di legno di circa quaranta metri quadrati, ampliabile all’occorrenza, mentre la gradinata per il pubblico ospita circa settanta persone ma a sua volta è retraibile per consentire l’ampliamento dello spazio scenico e un cambio di prospettiva visiva. Un unico camerino per tutti gli attori senza stelle e prime donne, ma tutti pari accumunati appunto da un’unica passione teatrale. Le luci sono posizionate su tubi innocenti e coprono tutta la superficie scenica assolvendo alla funzione di americane a quattro metri e mezzo di altezza. La sala regia si trova in posizione alta e decentrata rispetto alla frontalità del palcoscenico, su un soppalco sul lato destro della sala, ma che consente comunque un’ottima visione dell’azione scenica.

Ponchielli sipario sulla scuola Vive una realtà assai particolare il Teatro Ponchielli che rientra tra le strutture che compongono l’Istituto Comprensivo Alessandro Volta. La gestione quindi è affidata alla direzione della scuola che al suo interno svolge laboratori e seminari, ma allo stesso tempo la mette a disposizione degli interessati anche per iniziative provenienti dall’e-

sterno. Lo scorso anno, infatti, proprio il palco del Teatro Ponchelli ha ospitato l’intero cartellone degli spettacoli inseriti nella stagione FITA (Federazione italiana teatro amatori). Per usufruire del teatro si può presentare regolare richiesta presso la segreteria della scuola Alessandro Volta e mettersi poi d’accordo sulle modalità. E’ previsto il pagamento di una cifra per le spese di gestione ed utilizzo dei locali e delle strutture presenti. Oltre alla platea di circa 180 posti, la struttura, dotata di ampi e comodi camerini è composta anche da un palco attrezzato

con tanto di impianto luci e suono coordinato attraverso un mixer collocato in cabina di regia. L’ingresso è autonomo rispetto a quello della scuola e il parcheggio molto ampio. 02.2013 | NUMERO ZERO | 61


Mediazioni Zero per Cento

Basta con questa monotonia, oggi c’è la compravendita diretta senza agenzia! La mediazione è 0%

sia per chi VENDE, sia per chi COMPRA, sia per chi CERCA CASA

a it d n e v a r p m o c la i c’è

SEMPRE... PER SEMPRE

CASA A C R E C i h c r e p a i s RA Seguici su

www.lapoimmobiliare.com latina@lapoimmobiliare.com

Seguici su

NUOVA APERTURA

… e r p r SeViam … peLATINA Pio VI, 60 - Cell. 389.9960592 // CI TROVI ANCHE A ROMA E A VELLETRI VELLETRI Via Fontana delle Rose, 31 (RM) - Tel. 06.9638933 - Fax 06.9632557 om- Tel. 06.9638933 - Cell. 331.1276443 e.c45/A iliarRose ROMA moViabdelle a@lapoim

in a@


FITA la Federazione del teatro amatoriale Sono tantissime le compagnie teatrali composte da attori non professionisti. Si tratta di persone che nel quotidiano svolgono i mestieri più svariati, ma che con cadenza regolare si ritrovano e si incontrano accomunati dalla passione per il teatro. Spinti da una passione giovanile, oppure sorta già in età adulta, hanno seguito corsi di recitazione, oppure hanno cercato di arrangiarsi all’arte drammatica in maniera autonoma, ma comunque non fanno dell’essere attori una professione bensì un diletto che non per questo gli impedisce di creare compagnie capaci di mettere in scena degli spettacoli teatrali anche assai interessanti ed articolati. Il movimento di cui stiamo parlando è assai vasto tanto che in Italia esiste addirittura una federazione che tenta di racchiudere e coordinare le varie realtà di teatro amatoriale. E’ la FITA (Federazione Italiana Teatro Amatori), che anche quest’anno presenta a Latina la sua stagione nata sotto la direzione artistica di Gabriele Sanges. A dire il vero, quest’anno, dopo anni sui piccoli palcoscenici, gli spettacoli FITA tornano al Teatro Cafaro, ma ciò non cambia lo status degli attori delle compagnie che con i loro spettacoli compongono il calendario, rigorosamente non professionisti. In più, come per tutte le altre edizioni passate, gli incassi, tolte le spese di allestimento, andranno in beneficenza a favore delle associazioni di volontariato di Latina.

i teatri di Latina Teatro Comunale Gabriele D’Annunzio Via Umberto I, 04100 - Latina tel 0773.652626 / 0773.652627 753 posti Teatro Moderno Don Bosco Via Sisto V, 04100 - Latina tel 0773471928 419 spettatori Teatro Armando Cafaro Piccolo

Viale XXI Aprile, 04100 - Latina (LT) tel 0773652642 n° 334 posti

Operaprima Teatro Via dei Capuccini, 04100 - Latina tel 0773268727 70 posti Teatro Ponchielli Via Ponchielli, 04100 - Latina Tel 0773693372 circa 200 posti

Nei dintorni: il Mat di Sezze Esiste a Sezze un teatro piccolissimo, ricavato in pieno centro storico, all’interno di un palazzo, dalla passione dei componenti della compagnia Matutateatro, ovvero Titta Ceccano e Julia Borretti, teatranti provenienti da esperienze diverse che si trovano attorno ad un progetto di teatro creativo che vede sempre l’attore al centro della creazione. Il MAT è un piccolo teatro laborato-

rio nel centro storico di Sezze dove Matutateatro propone ogni anno una stagione teatrale ospitando compagnie provenienti da tutto il territorio nazionale, confermandosi così una realtà viva e profondamente impegnata nel luogo dove ha scelto di affondare le proprie radici. Il tutto in una dimensione davvero intima, meno di cinquanta posti, che però assicurano allo spettatore un coinvolgimento davvero totale.

02.2013 | NUMERO ZERO | 63


Farmacia Dott. Farina

LATINA Via Andrea Doria, 11 (dietro FacoltĂ di Ingegneria) Tel. 0773.480856

eventi Febbraio Martedi 5 Promo Galenic (-15%); Analisi gratuita del capello e Promo Renè Furterer (-20%) Venerdi 8 Make Up gratuito Isadora (-15%) Venerdi 15 Promo Lierac (-20%) Martedi 19 Trattamento gratuito La Roche Posay (-20%) Venerdi 22 Promo Roger&Gallet (-20%)

Marzo Venerdi 1 Promo e Trattamento viso gratuito NUXE (-20%)

servizi

Preparazioni galeniche // omeopatia // dermocosmesi veterinaria // autoanalisi // vasto reparto celiachia

farmacia farina


ZERO POSITIVO

Rubrica medico-scientifica A cura della Farmacia Farina

Alimentazione e gravidanza Un cocktail di proteine, fosforo e calcio L’alimentazione costituisce per tutti gli individui una necessità vitale con condizionamenti anche psicologici e culturali. Essa è fortemente legata a tradizioni, storia e cultura territoriale con cui dobbiamo confrontarci acquisendo corrette abitudini alimentari, frutto di una condivisione tra vecchie e nuove conoscenze scientifiche. I bisogni dell’organismo variano in relazione a diversi fattori quali l’età, il sesso, l’attività lavorativa e/o fisica, i periodi fisiologici che attraversiamo e soprattutto nella donna, la gravidanza, l’allattamento, la menopausa. Durante la gravidanza il benessere del bambino dipende dalla salute fisica e mentale della madre per tutto il periodo gestazionale. Pertanto partendo dalla premessa che ogni donna ha un bisogno alimentare diverso da un’altra, non può esistere una dieta che vada bene per tutte, ma occorre tenere conto dello stato di salute e del peso iniziale. Generalmente la dieta ottimale è di tipo mediterraneo con la giusta quantità di carboidrati ma arricchita di proteine, vitamine e sali minerali. In generale le proteine (contenute nel latte, uova, carne rossa e bianca, pesce) dovrebbero subire un incremento di circa grammi 10/ die al fine di assicurare il giusto accrescimento tissutale materno e fetale come pure le vitamine, il calcio e sali minerali. Per i lipidi e i carboidrati non occorre alcuna variazione, piuttosto bisogna tenere sotto controllo la quantità, preferendo il consumo di lipidi di origine vegetale da utilizzare crudi (ricchi di acidi grassi monoinsaturi ed essenziali) e dei carboidrati complessi anche integrali limitando il consumo di dolci e zuccheri semplici. Vista l’aumentata richiesta del fer-

ro durante tutto il periodo gestazionale è indispensabile un monitoraggio ematico continuo ed un supplemento di circa il 30 - 60 mg al giorno nell’ultimo trimestre talvolta difficili da garantire con la sola alimentazione abituale, infatti è necessario seguire i consigli del proprio medico di fiducia. Riassumendo per una donna sana si consiglia: proteine +15%, fosforo +50%, calcio +50%. È inoltre indispensabile associare ad ogni pasto una buona quantità di verdure ed ortaggi cotti (soprattutto se la donna dovesse risultare negativa al test della toxoplasmosi) legumi, frutta fresca, acqua (necessaria ad eliminare anche le scorie del feto) ed olio crudo. Il motto è cucinare semplice escludendo fritture, soffritti e salse piccanti, carne poco cotta, i frutti di mare crudi, le uova crude e alimenti crudi in genere (creme, ricotta, maionese), sostanze nervine (caffè, tè, coca cola). Ovviamente vietato l’uso di alcolici (vino, birra), superalcolici e sigarette. Per i suggerimenti anti-nausea si consigliano cibi secchi croccanti tipo fette biscottate e pane tostato ed evitare quelli ricchi di acqua o liquidi. Questi accorgimenti aiutano a superare la crisi mattutina e a poter assumere cibi tradizionali nel resto della giornata.

02.2013 | NUMERO ZERO | 65


PERDER PESO MANGIANDO. Scopri come!

di

400 centri in italia

CONSULENZA GRATUITA

RITROVARE LA LINEA NON È MAI STATO COSÌ

Semplice, Naturale, Conveniente. LATINA

Via Oberdan 34 Via Priverno 14 0773 283561 0773 280831

CISTERNA DI LATINA

Via 4 giornate di Napoli 8 06 60668137

www.naturhouse.it

SEZZE SCALO

Corso della Repubblica 76 0773 1751006


Ogni giorno alla stazione di Latina Scalo oltre diecimila persone aspettano un treno per Roma. Che talvolta neanche arriva

PENDOLARE CHE NON SEI ALTRO

Una folle corsa ad ostacoli, tra l’ossessione cronica del ritardo e lo spettro di un altro 13 marzo


di GIACOMO REGGIANI

Si alzano la mattina prestissimo, si sobbarcano un viaggio che li porta nel posto di lavoro o di studio già stressati ancor prima di cominciare la giornata. Occhi piegati dal sonno e mani in qualche tasca, eccoli i “pendolari” della tratta Latina - Roma, quell’esercito di oltre 10 mila persone che ogni giorno invade la stazione di Latina Scalo e che tra le 7 e le 9 salta su un convoglio diretto a Roma Termini per poi fare ritorno in serata nel capoluogo Pontino. Un torpedone di soldatini che percorrono in auto o in autobus i 14 km che separano il centro città dalla stazione e imprecano per un semaforo rosso o un veicolo lento sulla strada e per tutto ciò che rischia di far saltare la tabella di marcia. Alcune volte riescono a fare colazione con il treno già in arrivo, bevendo un cappuccino in un unico sorso e divorando il cornet-

to in due bocconi. Costretti a raggiungere l’agognata meta in condizioni inverosimili, stipati come sardine, in piedi, in carrozze sporche e puzzolenti, rumorosissime, con le porte rotte. Dormono anche in piedi, come i cavalli, appoggiati ad una maniglia di una porta con su scritto “vietato appoggiarsi”, ma sono talmente schiacciati l’uno sull’altro che non c’è possibilità che cadano. Se poi qualcuno ha la sfortuna di dover andare in bagno meglio lasciar perdere e trattenere le proprie impellenze corporee:

i servizi igienici funzionanti sono pochissimi, e quelli che ci sono… beh… occorre trattenere il fiato e restare in apnea per tutto il tempo. E poi guai a toccare qualcosa, neanche per errore, anche Mastro Lindo si arrenderebbe ad un simile lerciume. Eccoli dunque i pendolari, litri di amuchina e disinfettanti vari per purificarsi le mani, rese appiccicose dal sudiciume altrui, abituati a cronici ritardi che cercano di recuperare correndo per raggiungere il successivo mezzo di trasporto, in alcuni casi addirittu-

DORMONO ANCHE IN PIEDI, COME I CAVALLI, APPOGGIATI AD UNA MANIGLIA DI UNA PORTA CON SU SCRITTO “VIETATO APPOGGIARSI” 02.2013 | NUMERO ZERO | 68


ra costretti ad attraversare i binari perché il treno si è fermato prima. Eccoli i pendolari, quelli che pagano regolarmente il biglietto o l’abbonamento e poi ascoltano lo speaker annunciare “Trenitalia si scusa per il ritardo”, e chissenefrega di impegni lavorativi saltati, appuntamenti, esami e quant’altro. Eccoli i pendolari, strappati al sonno per arrivare puntuali all’appuntamento con il treno che invece giunge con i

soliti 20 minuti di ritardo se ti dice bene, manco fosse una bella ragazza. Rieccoli i pendolari, il giorno dopo sono ancora lì anche perché non potrebbero essere da nessuna altra parte, neanche dopo il funesto 13 marzo 2012. E’ quella la data che nessun viaggiatore scorderà mai, quando dalla stazione Termini la circolazione per Latina fu interrotta dalle 17.30 alla 23 con annunci di ritardo balbettanti ogni

20 minuti, con la gente ammassata dentro i treni strapieni e fermi al binario con l’illusione che il convoglio sarebbe partito nel giro di pochi minuti. L’amara verità arrivò anch’essa in ritardo: una carrozza guasta era ferma a Roma Casilina e gli occupanti di quel convoglio, esasperati, erano scesi sui binari. Tragicomica l’adduzione delle motivazioni da parte del personale FS: un rosario di cause-effetto, spesso

02.2013 | NUMERO ZERO | 69


le categorie dei pendolari All’interno di questo vasto e scoraggiante panorama, non tutti i pendolari reagiscono alle avversità alla stessa maniera, ma si possono raggruppare in almeno quattro tipi: Il brontolone: è colui che al primo segnale negativo, alcune volte ancor prima che esso si verifichi, sbotta e con tono sul depresso andante dice “sempre la solita storia”, “ma come si fa” “Chissà tra quanto arriveremo”, trasmettendo l’ansia anche a chi si ripete come un mantra “devo stare calmo, devo stare calmo, devo aspettare prima di innervosirmi”… Solitamente i brontoloni frequentano loro simili e il viaggio trascorre tra un lamento ed un’invettiva fino a destinazione. Il rivoluzionario: Pendolare dotato di forte carisma che cerca di trascinare gli altri colleghi a cambiare lo stato delle cose. Vive ogni contrattempo come una profonda ingiustizia e invita a non pagare il biglietto come forma di protesta. E’ il primo in situazioni critiche ad andare dal controllore e ad urlargli tutta la sua rabbia Il rassegnato: Pendolare solitamente di lungo corso, dotato di un triste abbonamento annuale, che non si scompone mai. Del tutto indifferente agli annunci dei ritardi, che per lui sono normale routine, viaggia seduto o in piedi, su qualsiasi tipo di treno, in ogni circostanza. L’allegrone: Pendolare che vive il viaggio tra Latina e Roma come fosse la partenza per le vacanze estive, che riesce a trovare divertenti tutti i disagi che Trenitalia gli procura, e reagisce con grasse risate agli annunci. In genere giovane ed in compagnia . Spesso inviso alla categoria brontoloni e rivoluzionari, lega molto con i rassegnati. Tendenzialmente destinato al cambio di categoria nel giro di breve periodo.

02.2013 | NUMERO ZERO | 70


contraddittorie, che spaziavano dal guasto alla linea, al malore di un viaggiatore, alla necessità di fare una manovra all’altezza della stazione di Torricola, in una parola il caos totale e l’impossibilità di fare ogni previsione circa l’orario del ritorno a casa, da dove madri, mogli e figli erano in constante contatto telefonico con i loro familiari “sequestrati”. Eccoli i pendolari, quelli che a volte sembrano provare ammirazione per la sconfinata fantasia dei dipendenti Trenitalia, in grado di elaborare le più variegate e stravaganti motivazioni per ritardi, frenate improvvise, abbandoni del treno in mezzo alla campagna, suicidi e chi più ne ha più ne metta. Ma quanto costa essere pendolare ed usufruire di questo “eccellente”

servizio? Dipende, ci sono varie soluzioni. Per un Birg (Biglietto Integrato Regionale Giornaliero), valido solo per i regionali andata e ritorno ed i mezzi pubblici di Roma, il costo è di 12 euro. L’analogo abbonamento mensile è stato aumentato di recente da 79 euro agli attuali 91 euro. L’abbonamento annuale invece viene a costare 590,80 euro da pagare subito in unica soluzione e in contanti. Se si vuole usufruire anche dei treni Intercity occorre munirsi anche della Carta Lazio, al costo di 150 euro annui oltre il normale abbonamento, senza però avere diritto ad un posto a sedere. Spesso poi nelle carrozze Intercity anche i posti disponibili sono off limits, in quanto gli scompartimenti da sei posti vengono occupati da soli due viag-

giatori che, levate scarpe e calzini, si adagiano completamente fino a mettere i loro piedi sul cuscino rimasto libero e senza che i controllori intervengano per porre rimedio. A quel punto, meglio scegliere il male minore, cioè il viaggio in piedi, piuttosto che rimanere asfissiati. Salutate i pendolari e non ditegli mai che nella vita i treni passano una volta sola. Eccoli i pendolari, tribune politiche inprovvisate che finiscono con “tanto sono tutti uguali”, conoscenze interessanti che nascono e muoiono in quaranta minuti, altre che si trasformano,sfoghi su colleghi e professori segretati in una carrozza e che non usciranno mai fuori dai binari, e non importa in quale stazione sei, il controllare parla sempre napoletano.

02.2013 | NUMERO ZERO | 71


ZERO TITULI Rubrica di Sport

di PASQUALE DE ROSA

Step and go, la magia del fit walking Il Fitness Club offre una vasta gamma di opportunità ai suoi clienti “E’ come una grande famiglia, ci si allena in compagnia e si cura il proprio corpo facendo attenzione principalmente alla salute”. Sono le parole di Sabi, proprietario della palestra Fitness Club che si trova in via Stura 2, la traversa di Via Piave di fronte a Sport 85. Il Fitness Club offre una vasta gamma di opportunità alla sua clientela che può trovare diverse soluzioni di allenamento adatte a tutti. I servizi sono molteplici e a cominciare dai giorni di apertura: la palestra è aperta tutto l’anno, anche nei giorni festivi con tanto di corsi programmati insieme all’istruttore Sabi. Poi ci sono gli orari che vanno incontro all’esigenze di chiunque: l’apertura è fissata per le sette e la chiusura avviene a mezzanotte. Una comodità eccezionale per chi vuole iniziare la giornata con della salutare attività fisica nelle prime ore del mattino e per chi, al contrario, finisce tardi al lavoro e vuole scaricare in palestra le tensione e lo stress del lavoro. La sala attrezzi è rinnovata con macchinari nuovi e gli istruttori qualificati, con esperienza decennale, sono completamente a disposizione della clientela per soddisfare tutte le loro richieste ed esigenze. Poi ci sono i corsi della sala ginnastica che si susseguono in tutte le ore della giornata: spinning, red, zumba fitness e soprattutto il Fit Walking, il programma caratteristico ed unico del Fitness Club. Il Fit Walking è una disciplina aerobica aperta a tutti senza alcun limite d’età, non ci sono controindicazioni ed è semplice da eseguire nei suoi semplici movimenti. Il

programma viene svolto a ritmo di musica, sopra un tapis roulant meccanico permettendo la stimolazione della circolazione periferica e di ottenere un allenamento completo cardiovascolare e dimagrante dai molteplici benefici fisici e mentali. Il giorno dopo vi sveglierete con una piacevole sensazione di benessere e leggerezza. A completare la giornata ci sono i corsi di Salsa Cubana che sono aperti a tutti e per prendervi parte non è necessaria la coppia. La grande novità del Fitness Club è il programma tedesco Slimbelly: attraverso un macchinario specifico si bruciano grassi in modo mirato. I risultati sono certificati e garantiti, ne vale veramente la pena.

SALA ATTREZZI Potenziamento Fisico Body Building Pesistica Circuito Cardio Programmi dimagranti Fitwalking Spinning Arti Marziali Red Zumba

02.2013 | NUMERO ZERO | 72


Addio pancia! Fino a 8 cm in 4 settimane con il metodo brevettato di Airpressure Bodyforming Sano naturale e veloce! Il massaggio a pressione alternata di Slim Belly favorisce la circolazione sanguigna in particolar modo interessando il tessuto cutaneo e lo strato lipidico. Insieme all’allenamento cardio, in combinazione con una alimentazione equilibrata si ottengono successi visibili.

Cerchiamo 100 partecipanti per la ricerca! Migliaia di persone in tutta l’Europa si sono convinti del metodo Airpressure Bodyforming. Per accertarsi che il metodo funzioni cerchiamo 100 persone che vogliano dimagrire velocemente e in punti localizzati. Durata del programma: 4 settimane ciascuna con 3 sedute da 50-60 minuti con Slim Belly. Quota d’iscrizione: 19,90€ a settimana

Chiusura iscrizione: 20 MARZO 2013

CHIAMACI SUBITO! 0773.668850 335.6524501

Riduzione di grasso 8 volte più efficace

odo Slim Belly in punto vita con il met ing di Airpressure Bodyporm

5 Mesi + Iscrizione a solo €185,00

Offerta valida fino al 28 Febbraio 2013 TAGLIANDO PER UNA SOLA SEDUTA

GRATUITA NON CUMULABILE

Con Uso Totale di tutte le Discipline Full Time

Aperta tutti i giorni ore 6:00 - 23:30

LATINA Via Piave, 45A (di fronte Sport 85)


ZenZERO

Rubrica di cucina di STEFANIA PUSTERLA

Zero scuse! Tirate fuori il meglio di voi Seducete con gusto e romanticismo A San Valentino cucinare per il partner è un grande atto di amore

Cucinare per la persona del cuore è un grande atto d’amore e, proprio nel giorno della festa degli innamorati, è importante rendere tutto speciale organizzando una cena romantica a lume di candela ricca di alimenti afrodisiaci che accendano la passione. Abbandonate, dunque, l’idea di andare in banali ed affollati ristoranti, affidatevi a queste ricette, create l’atmosfera con semplici ed eleganti oggetti e il risultato sarà assicurato.

COCKTAIL ROSSINI Non si può cominciare una cenetta romantica senza un brindisi con un buon bicchiere di bollicine arricchito da dolci fragole rosse, il colore dell’amore. Il cocktail è composto da 1/3 di fragole frullate con qualche goccia di succo di limone e qualche goccia di sciroppo di zucchero, e 2/3 di champagne ghiacciato. Versate tutti gli ingredienti in due alte flutes e mescolate delicatamente. Decorate con una fragola intera sul bicchiere.

FINGER FOOD PER ACCOMPAGNARE L’APERITIVO BIGNE’ ALLA POLPA DI GRANCHIO CON CREMA DI AVOCADO Per stuzzicare qualcosa ed entrare nel mood della serata, altrimenti lo champagne farà girare la testa al posto vostro! Ingredienti: 150 g di farina 3 uova 200 g di polpa di granchio al naturale 3 lime 2 avocado 2-3 rametti di coriandolo 75 g di burro sale Sgocciolate la polpa di granchio dal liquido di conservazione e sminuzzatela molto finemente. In una casseruola mettete il burro con 2 dl di acqua, salate moderatamente e portate ad ebollizione. Togliete dal fuoco e versate la farina tutta in una volta mescolando continuamente per evitare grumi. Rimettete sul fuoco molto basso e, mescolando sempre, unite un uovo alla volta e alla fine la polpa di granchio. Quando il composto sarà tiepido trasferitelo in una sac a’ poche. Foderate di carta da forno una placca e fate tanti piccoli mucchietti di impasto ben distanziati fra loro. Cuoceteli in forno caldo a 190 gradi per 15 minuti e poi lasciateli intiepidire. Preparate il ripieno: sbucciate l’avocado e tagliate la polpa a tocchetti. Frullatela con il succo dei lime,

il coriandolo e un pizzico di sale. Tagliate le calottine dei bignè e farciteli. Disponeteli su un bel piatto da portata, mettendone pochi rispetto alla grandezza del piatto e decorate con qualche foglia di coriandolo e qualche fettina di lime. Gustate questo sfizioso aperitivo comodamente adagiati vicini su un morbido divano ascoltando in sottofondo una musica lenta che parla d’amore e che vi accompagnerà per tutta la serata. Accendete candele, tante candele sia in salotto che a tavola.

PLAYLIST DELLA SERATA Careless Whisper - Wham Mandy - Barry Manilow I will always love you – Whitney Houston I want know what love is - Foreigner Starry Starry Night – Don Mc Lean Kiss me – Sixpence Non The Richer Take my breath away – Roxette (Everything I do) Do it for you – Bryan Adams Love me tender – Elvis Presley Your song – Elton John

02.2013 | NUMERO ZERO | 74


E’ il momento di accomodarvi a tavola. Ovviamente dovrà essere apparecchiata ad hoc: i due posti dovranno essere uno di fianco all’altro, le posate, i piatti e i bicchieri belli ed eleganti così come la tovaglia. I colori dovranno essere indubbiamente il bianco e il rosso, le rose rosse simbolo dell’amore non dovranno mancare nel centro tavola e, naturalmente, almeno una dovrà essere donata a lei.

ANTIPASTO MACEDONIA DI AVOCADO AGLI SCAMPI E VALERIANELLA Un antipasto leggero e molto raffinato, lo scopo non è essere sazi ma godere del buon cibo e della buona compagnia. Non dimenticate di stappare un ottima bottiglia di vino bianco. Ingredienti: 1 avocado 350 g di code di scampi 70 g di valerianella 1/2 limone 20 g di pinoli olio evo, sale, pepe Lessate in acqua bollente le code di scampi per circa 6 minuti. Scolateli, lasciateli raffreddare e sgusciateli. Tostate i pinoli in un padellino antiaderente e pulite la valerianella. In due piattini ponete l’insalata, sopra i pinoli e le code di gamberi. Tagliate la polpa di avocado a fettine lunghe e sottili e spruzzatele con il succo di limone, poi ponetele nell’insalata. In una ciotolina emulsionate olio, sale, pepe e succo di limone. Condite l’insalata con la vinaigrette ottenuta.

PRIMO PIATTO CUORI AGLI SCAMPI Una pasta speciale a forma di cuore per dichiarare il vostro amore senza parole. Ingredienti: 150 g di pasta fresca all’uovo 200 g di scampi 50 g di bietoline 1/2 spicchio d’aglio 2 cucchiai d’olio evo 1/2 scalogno, 1 uovo 20 g di burro 1 ciuffo di prezzemolo qualche foglia di basilico sale pepe

Per il ripieno: sgusciate gli scampi, eliminate il filo nero interno, lavateli e tritateli. Lavate e asciugate le bietoline e tritatele finemente. Tritate lo scalogno e fatelo appassire in un pentolino con l’aglio e l’olio. Aggiungete gli scampi e dopo due minute le bietoline. Rosolate per altri due minuti. Trasferite il composto in una terrina e, quando si sarà freddato, aggiungete l’uovo, il sale e il pepe. Mescolate bene. Stendete la pasta sottile, mettete un cucchiaio di ripieno nella parte alta e richiudetela su se stessa. Con un tagliapasta a forma di cuore ricavate i ravioli avendo cura di sigillarli bene, facendo uscire tutta l’aria per evitare che si aprano in cottura. Fateli cuocere in abbondante acqua salata. In un tegamino sciogliete il burro con il basilico e il prezzemolo, un pizzico di sale e di pepe. Scolate i ravioli al dente e condite con il burro.

SECONDO PIATTO BRANZINO ALL’ARANCIA Ingredienti: 2 tranci di branzino 20 g di cipolla 1 arancia 2 cucchiai di olio evo un rametto di timo 20 g di farina 1 ciuffo di prezzemolo 20 g di burro 1 dl di vino bianco sale e pepe Lavate l’arancia, prelevatene la scorza e spremetela. Bollite la scorza per 5 minuti, scolatela ed immergetela in acqua fredda. Asciugatela e tagliatela a fettine sottilissime. Lavate e tritate il prezzemolo. Fate appassire la cipolla finemente tritata in un tegame con il burro, unite un cucchiaio di farina, mescolate e bagnate con il vino bianco e il succo di arancia. Fate sobbollire per 10 minuti,

poi salate e passate tutto al mixer. Filtrate la salsa ottenuta, unite le scorze e il prezzemolo e tenete in caldo. Infarinate i tranci di pesce e dorateli nell’olio, salate e pepate. Disponete nei piatti un fondo di salsa, adagiatevi sopra i tranci di pesce e decorate con il rametto di timo.

DULCIS IN FUNDO LA TORTA DELL’AMORE Non c’è niente che stimoli i sensi e accarezzi il palato e il cuore come il cioccolato e in questo dolce è il protagonista assoluto. E la decorazione? Romanticissima, nessuno potrà resistervi! Ingredienti: 200 g di burro 400 g di cioccolato fondente al 70% 300 g di zucchero di canna 4 uova 150 g di yogurt intero 1/2 cucchiaino di aroma al rhum 150 g di farina auto lievitante 1/2 di cucchiaino di lievito 25 g di cacao amaro 100 g di zucchero a velo 300 g di mascarpone 150 g di pasta di zucchero bianca Fate fondere il cioccolato a pezzetti a bagnomaria. Ammorbidite 200 g di burro in una ciotola con le fruste. Aggiungete lo zucchero e poi le uova. Versate lo yogurt e l’aroma al rhum, poi amalgamate con una spatola. Unite la farina, il lievito e il cacao setacciati e per ultimo il cioccolato fuso. Versate l’impasto in tre piccole tortiere di diametro diverso. Cuocete in forno caldo a175 gradi per 45 minuti. Preparate la glassa. Fondete a bagnomaria il burro e il cioccolato rimasto. Amalgamate al cioccolato lo zuc chero a velo e il mascarpone poi fate raffreddare a temperatura ambiente. Sistemate la torta più grande su un’alzata e trasferite la glassa in una sac a’ poche. Montate la torta usando la glassa come colla tra uno strato e l’altro di torta. Decorate i bordi con uno o due giri di glassa. Stendete la pasta di zucchero e ricavate dei cuori che incollerete lungo i bordi sempre con la glassa. Terminate la superficie del dolce con un sottile strato di glassa e adagiatevi due cuori leggermente sovrapposti. La cena è finita, è il momento del cadeaux, a meno che non sia piccolo e brillante, allora fatelo trovare sotto il tovagliolo, il metodo è antico ma stupisce sempre!

02.2013 | NUMERO ZERO | 75





ZERO CARBONELLA Rubrica poco seria

dell’UOMO QUALUNQUE

I politici mascherati in soccorso del Carnevale Secondo i dati dell’ultimo censimento Latina conta 120.656 abitanti. Li abbiamo facilmente intervistati uno ad uno per sapere cosa ne pensano delle condizioni del capoluogo pontino e tutti i 120.656 si sono lamentati. Mentre stavamo scrivendo ci hanno chiamato dalla sala parto del S. Maria Goretti dove ci hanno comunicato che anche l’ultimo bambino appena nato stava piangendo a dirotto. Si lamentano anche i rumeni per la presenza in inverno di troppi italiani sul lungomare. Gonfio Setepescu, il presidente dell’Associazioni Rumeni di via Ventotene 5 scala A interno 7, che conta 345 membri, ha richiamato l’attenzione dell’Ambasciata a Bucarest la quale ha fatto sapere che invierà al più presto 50 tonnellate di birra con cui risolvere il problema. In città, dopo gli spettacoli di Natale, più di qualcuno si domanda dove sia finito il maestoso albero eretto in piazza del Popolo. Sembra sia conservato a pezzi negli appartamenti sfitti della Torre Pontina.

Il periodo dei saldi non ha prodotto gli effetti sperati, a causa della crisi. Ormai i negozianti sono costretti ad applicare gli sconti praticamente tutto l’anno. L’altro giorno un commerciante del centro ha venduto l’ultimo paio di pantaloni rimasto, il suo. Ma non tutto è negativo e dalla classe dirigente della città arrivano notizie di riscatto. I politici per carnevale hanno deciso di sfilare con i carri mascherati per far vedere la loro vicinanza all’Associazione dopo le polemiche della scorsa stagione. Maietta si vestirà da corsaro nero, Moscardelli da cappuccetto rosso e Di Giorgi da sindaco. Buone notizie anche dalla squadra di calcio. E’ pronto il nuovo fiammante pullman che porterà i nerazzurri in giro per le trasferte di tutta Italia, tranne che per quella di Frosinone del 3 marzo dove si temono agguati. La squadra si lancerà con il paracadute la notte precedente e atterrerà nella macchia di Tecchiena facendo perdere le proprie tracce fino all’ora della partita.

02.2013 | NUMERO ZERO | 79



ZERO CULT

Film e Libri del mese di STEFANIA PUSTERLA I FILM IN USCITA A FEBBRAIO DA GIOVEDI’ 7 WARM BODIES HORROR // DURATA 97 MIN. DI JONATHAN LEVINE CON TERESA PALMER, NICHOLAS HOULT, JOHN MALKOVICH Tratto dal libro di Isaac Marion, racconta la storia di uno zombie introverso e tormentato che instaura un’amicizia con la fidanzata di una sua vittima, che darà vita ad una serie di eventi che cambieranno lui e i suoi compagni zombie. I produttori di Twilight passano dai vampiri ad un’altra creatura del più classico genere horror. ZAMBESIA ANIMAZIONE // DURATA 90 MIN. DI WAYNE THORNLEY Nella selvaggia Africa, nel tronco di un enorme baobab, si trova Zambesia la città dove vivono in pace e armonia numerose specie di uccelli tropicali. Il giovane Falcon Kai, fiero e coraggioso, lascia il suo nido sicuro e si arruola tra i valorosi Hurricane che pattugliano i cieli per mantenere ordine e sicurezza a Zambesia. Il padre, contrario alla sua scelta, lo segue ma viene catturato dal terribile lucertolone Budzo. Kai dovrà salvare il padre e la sua città. STUDIO ILLEGALE COMMEDIA DURATA 100 MIN. DI UMBERTO CARTENI CON FABIO VOLO, ENNIO FANTASTICHINI, ZOE FELIX Andrea Campi è un giovane avvocato che lavora in un prestigioso studio legale internazionale specializzato in importanti operazioni societarie per conto di grandi colossi industriali. Per fare carriera Andrea ha rinunciato ad avere una vita sociale. Lavora fino a notte fonda, mangia cibi take away in ufficio e parla con il muro. Andrea si troverà coinvolto in un nuovo progetto particolarmente delicato. Le responsabilità e le ore di lavoro aumenteranno, causando una serie di eventi che sconvolgeranno la sua vita. DA GIOVEDI’ 21 ANNA KARENINA DRAMMATICO // DURATA 130 MINUTI DI JOE WRIGHT CON KEIRA KNIGHTLEY, JUDE LAW, AARON JOHNSON Splendida e ricca versione del capolavoro letterario di Lev Tolsoj. La romantica e inquieta Anna sposa Aleksiei Karenin importante ministro del tribunale di S. Pietroburgo, ma si innamora perdutamente del giovane e aitante conte Vronskij. Anna abbandona il tetto coniugale e il figlio per vivere pienamente la sua storia d’amore. Il senso di colpa, la vergogna e la totale emarginazione dall’alta società la spingeranno al suicidio.

DA GIOVEDI’ 28 UPSIDE DOWN DRAMMATICO // DURATA 120 MIN. DI JUAN DIEGO SOLANAS CON KIRSTEN DUNST, JIM STURGESS, JAYNE HEIT MEYER Adam è un ragazzo apparentemente normale che vive aggrappato al ricordo di Eve, una ragazza con la quale ha avuto un flirt adolescenziale, che vive in un universo parallelo ma capovolto proprio sopra la sua testa ma impossibile da raggiungere. Quando Adam rivede in televisione Eve cresciuta, decide di rivederla e far rinascere il loro amore attraversando mille peripezie. SPECIALE SAN VALENTINO I CLASSICI PER LA SERA DEGLI INNAMORATI IL DVD I PONTI DI MADISON COUNTY DRAMMATICO DI CLINT EASTWOOD CON CLINT EASTWOOD, MERYLY STREEP Nel caldo torrido dell’estate, Robert Kincaid, fotografo di mezza età del National Geographic, giunge a una vecchia fattoria in mezzo ai campi per chiedere indicazioni sui ponti di Madison County, che egli dovrà fotografare. Conosce così Francesca Johnson, donna di casa e madre di due figli, una quarantenne italiana un pò dimessa e rassegnata. Complice l’assenza del marito e dei figli, partiti per una fiera del bestiame, i due fanno amicizia e in breve il loro incontro si trasforma in un’autentica e profonda passione. Ma la loro intensa storia d’amore con il ritorno della famiglia giunge a un bivio: seguire le ragioni del cuore o restare ancorati alle proprie responsabilità e agli affetti ormai consolidati? IL LIBRO IL DOTTOR ZIVAGO DI BORIS PASTERNAK // FELTRINELLI Storia d’amore tra le più belle e tormentate di tutti i tempi tra il medico e poeta Jurij Zivago e l’infermiera Lara. Juri torna a Mosca dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale per mettere al sicuro la moglie e i figli dalla rivoluzione russa. Nel paesino di campagna dove si rifugia incontra Lara, crocerossina impiegata nel suo stesso reparto. Passando attraverso gli orrori della guerra, la cattura da parte dei partigiani russi, la poesia ,la balalaika e il freddo siberiano l’amore tra Juri e Lara cerca di vivere e ritagliarsi un angolo di felicità .Gli eventi incalzano e i due amanti alla fine sono costretti a separarsi senza potersi rivedere mai più.

02.2013 | NUMERO ZERO | 81


COSTO ZERO

Tagliandi per omaggi commerciali a cura di SAMANTHA CALZATI

02.2013 | NUMERO ZERO | 82


dal 1966

Il tuo ottico di ďŹ ducia

vieni a scoprire i numerosi altri brand nel nostro showroom LATINA Corso Matteotti, 7/9/11 Tel. 0773 696611 www.otticamorettostore.com www.facebook.com/OtticaMoretto



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.