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L’ELEZIONE di Charles Haddon Spurgeon «Ma noi siamo in obbligo di rendere del continuo grazie di voi a Dio, fratelli amati nel Signore, perché Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione dello Spirito e la fede nella verità. A questo egli vi ha pure chiamati per mezzo del nostro Evangelo, onde giungiate ad ottenere la gloria del Signor nostro Gesù Cristo» (2 Tessalonicesi 2:13,14). Anche se sull'argomento non ci fosse che quest'unico testo nella santa Parola di Dio, penso che noi tutti dovremmo essere tenuti a ricevere e riconoscere la veracità della grande e gloriosa dottrina che Dio, dall'eternità si è scelto una sua famiglia. Sembra però esserci contro questa dottrina un inveterato pregiudizio e, sebbene la maggior parte delle altre dottrine vengano bene o male accolte dai cristiani professanti, alcune con cautela, altre con gioia, tuttavia questa sembra essere la più ignorata e la più avversata. In molti dei nostri pulpiti sarebbe considerato persino un grave peccato ed un tradimento pronunciare un sermone sull'elezione, perché -a dire di alcuni- non sarebbe un discorso 'pratico'. Questo atteggiamento, però, è un errore che non onora la verità. Tutto ciò che Dio rivela ha una finalità precisa. Non c'è nulla nella Scrittura che non possa, sotto l'influenza dello Spirito Santo, essere trasformato in un discorso pratico, perché «ogni Scrittura è ispirata da Dio, e quindi utile...» per qualche scopo di utilità spirituale. E' vero che questo argomento non può certo essere modellato in un discorso sul libro arbitrio -lo sappiamo molto bene- ma può essere tuttavia finalizzato all'annunzio dell'immeritata grazia di Dio, e la 'pratica' che si basa sull'annunzio della grazia è la pratica migliore, quando le vere dottrine dell'immutabile amore di Dio vengono presentate con tutto il loro peso al cuore sia di santi che di peccatori. Alcuni di voi, turbati al solo sentire pronunziare questa parola, diranno: "Va bene, ascoltiamo ora che cosa ha da dire questo predicatore. Metterò da parte i miei pregiudizi". Non chiudete subito le vostre orecchie per dire: "Sono cose complicate". Complicate o no, dovremmo forse tacere la dottrina che Dio ha rivelato? Con quale autorità decidi che una cosa possa essere detta ed un'altra no? Guai a coloro che si fanno beffa della sapienza di Dio o si mettono a sindacare l'opportunità di ciò che Dio rivela. Mettete dunque da parte i vostri pregiudizi: ascoltate con calma, ascoltate spassionatamente: ascoltate ciò che la Scrittura ha da dire; e quando ricevete la verità, se Iddio si sarà compiaciuto di rivelarla e di manifestarla alla vostra anima, non abbiate vergogna di professarla apertamente. Confessare di avere sbagliato ieri è solo riconoscere di essere più saggi oggi, farà onore al vostro giudizio, e mostrerà che state migliorando nella conoscenza della verità. La Bibbia deve avere il primato, ed il predicatore deve esservi sottoposto. Per predicare non dobbiamo stare al di sopra della Bibbia, ma dobbiamo predicare con la Bibbia sulla testa! Dopo tutto quello che abbiamo predicato, siamo sempre più
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consapevoli che il monte della verità è più alto di quanto i nostri occhi possano scorgere; la vetta è coperta da nubi, e non la possiamo distinguere; ciononostante cercheremo di predicarla il meglio possibile. Dato però che siamo mortali e quindi passibili di errore, esercitate il vostro discernimento. «Provate gli spiriti per vedere se sono da Dio» e se, dopo matura riflessione, fatta in ginocchio, sarai ancora incline a respingere l'idea dell'elezione -cosa questa che ritengo assolutamente impossibile- allora abbandonala, non ascoltare quando la predicano, ma credi e professa tutto ciò che vedi essere Parola di Dio. Ora non potrei dire altro che questo. Considereremo così prima di tutto la veracità di questa dottrina: «Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza». Poi cercherò di provare come questa elezione sia assoluta: «Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza» non «per la santificazione», ma: «mediante la santificazione dello Spirito e la fede nella verità». In terzo luogo questa elezione è eterna perché il testo dice: «Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza». In quarto luogo essa è personale: «Egli ha eletto voi». Considereremo poi gli effetti di questa dottrina- vediamo che cosa produce; e, alla fine, se Dio lo vorrà, cercheremo di considerare le sue tendenze, e vedere se è vero che si tratti -come dicono alcuni- di una dottrina così terribile che produrrebbe solo licenziosità. Una dottrina vera In primo luogo dobbiamo cercare di provare come si tratti di una dottrina vera. Lasciate che inizi con un argumentum ad hominem:. Potremmo innanzitutto dire come la dottrina dell'elezione è parte integrante della dottrina cristiana riformata, anche se questa è stata "riveduta e corretta" dalle più recenti tendenze liberali. La Confessione Elvetica Posteriore, al capitolo 10 afferma: Iddio, da ogni eternità ha predestinato o eletto liberamente e per la sua pura grazia, senza alcuna considerazione degli uomini [ohne jedes Ansehen der Menschen], i Santi che Egli vuole salvare in Gesù Cristo, secondo quanto afferma l'Apostolo: siccome in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo. E ancora: Il quale ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non secondo le nostre opere ma secondo il proprio proponimento e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù avanti i secoli, ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Gesù Cristo. Quindi, sebbene non sulla base di alcun merito che ci appartenga, Dio ci ha eletto, non direttamente, ma in Cristo e per amore di Cristo, affinché quelli che sono stati innestati in Cristo per fede siano anche eletti, e che gli altri che sono fuori da Cristo, siano riprovati, come dice l'Apostolo: Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi. Non riconoscete voi medesimi che Cristo è in voi? A meno che proprio non siate riprovati. Finalmente i santi vengono eletti in Cristo ad un certo fine, come dice l'Apostolo: Siccome in lui ci ha eletti fin dalla fondazione del mondo affinché fossimo santi ed irreprensibili difronte a lui nell'amore, avendoci predestinati ad essere adottati per mezzo di Gesù Cristo, come suoi figlioli, secondo il beneplacito della sua volontà, a lode e gloria della sua grazia, la quale egli ci ha largita nell'amato suo.
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Un'altra autorità umana che vorrei addurre per confermare la dottrina dell'elezione è il vecchio credo valdese. Se leggete il credo degli antichi valdesi, emanato da loro nei tempi più caldi della persecuzione, vedrete che anch'essi sostenevano con coraggio e senza vergogna questa dottrina come parte integrante della Parola di Dio. Ecco cosa dice: Noi crediamo... che Iddio cava da quella corruttione e condannatione le persone ch'egli ha elette dinanzi la fondazione del mondo, non perché egli prevedesse in loro alcuna buona dispositione alla fede o alla santità, ma per la sua misericordia in Jesu Christo, suo figliolo, lasciandovi gli altri secondo la raggione sovrana et irreprehensibile della sua libertà e giustizia. Non sto predicando quindi alcuna novità; non si tratta di una dottrina nuova. A me piace proclamare queste forti vecchie dottrine. Esse hanno ricevuto il nomignolo di 'calviniste', ma esse sono in modo certo ed autentico verità rivelata di Dio come è in Gesù Cristo. Con questa verità io faccio un pellegrinaggio nel passato, e nel camminare, vedo padre della fede dopo padre, martire dopo martire, che si leva a stringermi la mano. Se io fossi un Pelagiano, o un credente nella dottrina del libero arbitrio, dovrei camminare da solo per secoli. Ecco qui e là un eretico, dal carattere più o meno nobile, che potrebbe allora sorgere e chiamarmi fratello. Ma prendendo queste cose come canone della mia fede, io vedo la terra degli antichi popolata con fratelli miei; vedo moltitudini che confessano la stessa fede che confesso io, e riconosco pure che questa è la religione della Chiesa di Dio. Vi voglio anche dare un estratto da una vecchia Confessione battista. In questa comunità siamo battisti -la maggior parte di noi, in ogni caso- e vogliamo vedere che cosa scrissero i nostri padri. Circa 200 anni fa i battisti si erano uniti assieme, ed avevano pubblicato gli articoli della loro fede per mettere fine a certe accuse che venivano loro fatte che mettevano in questione la loro ortodossia. Così vado a questo vecchio libro e vi leggo il seguente 3° Articolo: Per decreto di Dio, per la manifestazione della Sua gloria, alcuni uomini ed angeli sono stati predestinati, o preordinati, alla vita eterna per mezzo di Gesù Cristo, a lode della Sua grazia gloriosa; altri sono stati lasciati ad agire nei loro peccati alla loro giusta condanna, a lode della Sua gloriosa giustizia. Questi angeli e questi uomini, così predestinati o preordinati, vengono così designati in modo particolare ed immutabile, e il loro numero è così certo e definito, che non può essere né aumentato né diminuito. Quelli dell'umanità che sono stati predestinati alla vita, Dio, prima della fondazione del mondo, secondo il suo eterno ed immutabile proposito, ed il segreto consiglio del suo beneplacito, ha scelto in Cristo all'eterna gloria, sulla base soltanto della sua libera grazia ed amore, senz'alcun altra cosa nella creatura stessa che potesse essere considerato condizione o causa a che Lui così si muovesse. Ho citato queste tre autorità umane, ma non mi interessa scegliere quale di queste formulazioni sia la più corretta. Non mi interessa che cosa esse dicono pro o contro questa dottrina, le ho usate solo come una sorta di conferma alla vostra fede per mostrarvi che, anche se posso per questo venire chiamato un eretico o un ipercalvinista, dopo tutto possiedo ampie evidenze che mi appoggiano dall'antichità. Anche se un pugno solo di noi stesse incrollabilmente fermo nell'affermazione della sovranità di Dio, se noi fossimo assediati da nemici, e fra questi persone che pur
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dovrebbero essere nostri amici, non importa, se noi possiamo solo contare sul passato, su questo nobile esercito di martiri, su questa gloriosa schiera di testimoni, questi soli amici ci basterebbero: la testimonianza della verità sta dalla nostra parte. Se questi sono dalla nostra parte, non possiamo dire di essere soli, ma possiamo esclamare: "Dio ha lasciato in Israele un resto di settemila uomini, tutti quelli il cui ginocchio non s'è piegato dinanzi a Baal". La cosa più importante è però che Dio sta dalla nostra parte! La grande verità è sempre la Bibbia, e la Bibbia sola. Voi che mi ascoltate, voi non credete in altri libri che la Bibbia, non è vero? Se io lo potessi provare da tutti i libri della Cristianità; se potessi ricuperare l'antica biblioteca di Alessandria d'Egitto, e provarlo da essa, non per questo vi credereste, certamente però crederete a quanto sta scritto nella Parola di Dio. Ho scelto per voi solo alcuni testi. Se scorgessi in voi il minimo segno di incredulità al riguardo di una dottrina come questa, sarei tentato di moltiplicarvi prove su prove affinché non ne dubitaste. Permettetemi però solo di scorrere una lista di brani biblici dove il popolo di Dio è chiamato eletto. Naturalmente se un popolo è detto eletto, ci deve certo essere un'elezione. Se Gesù Cristo e gli apostoli avevano l'abitudine di chiamare i credenti col titolo di 'eletti', dobbiamo certamente credere che in realtà lo fossero, altrimenti il termine non avrebbe significato alcuno. Gesù Cristo disse: "E se il Signore non avesse abbreviato quei giorni, nessuno scamperebbe; ma a cagione dei suoi propri eletti, egli ha abbreviato quei giorni... perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno segni e prodigi per sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti... ed egli allora manderà gli angeli e raccoglierà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremo della terra all'estremo del cielo". "E Dio, non farà egli giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui, e sarà egli tardo per loro?" ...e tanti altri brani che potrebbero essere scelti laddove viene usata o la parola "eletto", o "scelto", o "preordinato", o "destinato"; o ancora la frase "il mio gregge", o altre di simile intonazione, che mostri come il popolo di Cristo venga in qualche modo distinto dal resto dell'umanità. Avete però delle concordanze, e non vi tedierò ulteriormente con testi. Tutto attraverso le epistole, i santi vengono costantemente chiamati "eletti". In Colossesi troviamo Paolo che dice: "Vestitevi dunque, come eletti di Dio, santi ed amati, di tenera compassione"; quando scrive a Tito egli chiama sé stesso: "Paolo, servitore di Dio e apostolo di Gesù Cristo per la fede degli eletti di Dio". Pietro dice: "Eletti secondo la prescienza di Dio Padre". Poi se vi rivolgete a Giovanni, trovate come egli ami molto questa parola: "L'anziano alla signora eletta... i figlioli della tua sorella eletta ti salutano". E noi sappiamo dove sta scritto: "La chiesa che è in Babilonia, eletta come voi...". Tutti questi apostoli non si vergognavano di questa parola, non avevano paura di parlarne. Oggi invece la parola è stata rivestita con diversità di significato, e molti hanno mutilato e sfigurato questa dottrina, tanto da farla sempre più considerare una "dottrina diabolica". Ho l'impressione però che pure molti che si considerano credenti siano piuttosto da contarsi fra i ranghi degli antinomisti. Nonostante questo, però, perché dovrei vergognarmene solo perché molti la combattono? Noi amiamo la verità di Dio anche quando subisce persecuzioni, non
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soltanto quando è rispettata da tutti. Di solito amiamo molto il martire che sappiamo essere perseguitato, e solidarizziamo con lui, così, quando la verità di Dio è parimente perseguitata, non la chiameremo menzogna. Molti amano vedere questa dottrina al rogo, ma noi la amiamo anche se è messa sul rogo, perché possiamo discernere quali avrebbero dovuto essere le sue debite proporzioni se non fosse stata perseguitata e torturata dalla crudeltà e dalle invenzioni degli uomini. Se leggete molte delle epistole degli antichi padri troverete come sempre essi scrivano al popolo di Dio chiamandolo "l'eletto". Indubbiamente il termine "eletto" faceva parte del vocabolario che i primi cristiani usavano costantemente. Essi spesso usavano questo termine per riferirsi l'uno all'altro, il che mostra che si credeva normalmente che tutto il popolo di Dio dovesse essere considerato apertamente "eletto". Ora però consideriamo i versetti in grado di provare questa dottrina in positivo. Aprite le vostre Bibbia ed andate a Giovanni 15:16, dove troverete come Gesù Cristo abbia sovranamente scelto il suo popolo: "Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia permanente, affinché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome Egli ve lo dia". Poi nel versetto 19: "Se foste del mondo, il mondo amerebbe qual ch'è suo; ma perché non siete del mondo, ma io v'ho scelti di mezzo al mondo, perciò vi odia il mondo". Poi nel capitolo 17, versi 8 e 9: "...poiché le parole che tu mi hai date, le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute, e hanno veramente conosciuto ch'io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro, non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dato, perché sono tuoi". Ora andate ad Atti 13:48: "E i Gentili, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la Parola di Dio; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna credettero". Possono cercare di spaccare il capello in due o in tre parti fin che vogliono, ma esso dice chiaramente: "tutti quelli che erano ordinati a vita eterna credettero", come pure lo fa nell'originale, e non ci importa di tutti i commenti più diversi che sono stati fatti a questo versetto. Certamente è superfluo rammentarsi di Romani 8, perché credo che siate ormai familiarizzati con quel capitolo, e che ora lo comprendiate bene. Nel versetto 29 e seguenti, esso dice: "Poiché quelli che egli ha preconosciuti li ha pure predestinati ad essere conformi all'immagine del suo Figliolo, ond'egli sia il primogenito fra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati, e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati, e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati" Che diremo dunque a queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliolo, ma l'ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Iddio è quel che li giustifica". Sarebbe pure superfluo ripetere tutto il capitolo 9 di Romani. Fintanto che questo capitolo rimane nella Bibbia, nessuno sarà in grado di provare l'arminianesimo; fintanto che rimane scritto là, nemmeno il più violento contorcimento del brano sarà mai in grado di sterminare la dottrina dell'elezione dalle Scritture. Leggiamo versi come questo: "...poiché prima che fossero nati o che avessero fatto alcunché di bene o di male, affinché rimanesse fermo il proponimento dell'elezione di Dio, che dipende non dalle opere ma dalla volontà di Colui che chiama, le fu detto: Il maggiore servirà
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al minore". Poi leggete il versetto 22: "E che v'è mai da replicare se Dio, volendo mostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con molta longanimità dei vasi d'ira preparati per la perdizione, e se per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso dei vasi di misericordia che aveva già innanzi preparati per la gloria...". Poi andate a Romani 11:7: "Che dunque? Quel che Israele cerca, non l'ha ottenuto, mentre il residuo eletto l'ha ottenuto, e gli altri sono stati indurati". Nel 5° versetto dello stesso capitolo: "E così anche nel tempo presente v'è un residuo eletto secondo l'elezione della grazia". Senza dubbio voi tutti ricordate il brano di 1 Corinzi 1:26-29: "Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra voi molti savi secondo la carne, non molti sapienti, non molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i savi; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; e Dio ha scelto le cose ignobili del mondo, e le cose sprezzate, anzi, le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, affinché nessuna carne si glori nel cospetto di Dio". Ancora, ricordate il brano di 1 Tessalonicesi 5:9: "Poiché Iddio non ci ha destinati ad ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo". E poi voi avete il testo della predica di quest'oggi, il quale già sarebbe abbastanza. Se poi ne vorreste di più, ne trovereste a piacimento, se ancora non avete rimosso il vostro sospetto che la dottrina non sia vera. Non dovrebbe questa impressionante serie di versetti già mettere a silenzio coloro che persistono a ridere di questa dottrina? Che diremo di quelli che così spesso l'hanno disprezzata, negato la sua divinità, che hanno inveito alla sua giustizia, osato sfidare Dio chiamandolo un'onnipotente tiranno, quando odono del fatto che lui ha ordinato così molti a vita eterna? Potresti tu, o oppositore, gettarla fuori dalla Bibbia? Potresti tu prendere il coltello di Jehudi e tagliarla via dalla Parola di Dio? Saresti tu come quella donna ai piedi di Salomone che avrebbe preferito tagliare il bambino in due per poi prenderne una metà. Non è forse questa dottrina nella Scrittura? Non è forse nostro dovere piegarci difronte ad essa, ed umilmente accettare quello che non comprendi? Riceverla come verità anche se non ne comprendi appieno il significato? Non cercherò di provare la giustizia di Dio nell'eleggere alcuni e nel lasciarne da parte altri: non è compito mio giustificare il mio Signore. Si difende da solo. Dice infatti: «O uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa formata dirà essa a colui che la formò: Perché mi facesti così? Il vasaio non ha egli potestà sull'argilla, da trarre dalla stessa massa un vaso per uso nobile, e un altro per uso ignobile?»". «Guai a colui che dice a suo padre: Perché generi? e a sua madre: Perché partorisci?". Io sono il Signore, il tuo Dio. Io creo la luce e creo le tenebre, io, il Signore, faccio tutte queste cose. Chi sei tu che replichi a Dio? Tremate, e baciate lo scettro della sua sovranità, inchinatevi e sottomettetevi a lui; non impugnate la sua giustizia, non denunciare i suoi atti difronte al tribunale, o uomo! Ci sono però alcuni che dicono: "E' difficile per Dio scegliere alcuni e lasciarne altri". Ora vi farò una domanda. C'è quei qualcuno quest'oggi che desidera essere santo, che desidera essere rigenerato, che desidera abbandonare il peccato e camminare in santità di vita? "Si, c'è", dice uno, "Io si". Allora Iddio ti ha eletto. Un altro però dice: "No, non desidero essere santo, non voglio abbandonare la mia concupiscenza e i miei vizi". Perché allora dovresti lamentarti se Dio non ti ha eletto?
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Perché se tu fossi eletto, questo non ti aggraderebbe affatto, secondo quello che tu stesso hai affermato. Se Dio, questa mattina, ti scegliesse per essere santo, tu diresti che questo non ti interessa. Non riconosci che preferisci l'ubriachezza alla sobrietà, la disonestà all'onestà. tu ami i piaceri di questo mondo molto di più della religione; perché allora dovresti lamentarti se Dio non ti ha scelto per la religione? Se ami la religione, allora Dio ti ha scelto. Se la desideri, allora Dio ti ha destinato ad essa. Se non la desideri, che diritto hai tu di dire che Dio ti avrebbe dovuto dare quello che a te nulla importa? Supponi che ora ho in mano qualcosa che non ti interessa affatto, e che io lo dia a questa o quella persona, sarebbe stupido che tu ti lamentassi del fatto che non l'abbia dato a te. Sarebbe veramente stupido lamentarsi del fatto che qualcun altro abbia ricevuto qualcosa che a te nulla importa. Secondo quello che tu stesso hai affermato, molti di voi non desiderano la religione, non desiderano un nuovo cuore ed uno spirito giusto, non desiderano il perdono dei loro peccati, non desiderano la santificazione, non desiderano essere eletti per queste cose: e allora, perché lamentarsene? Tu consideri queste cose roba senza valore, e allora perché protesti che Dio abbia dato queste cose a coloro che egli ha scelto? Se credi che queste cose siano buone e quindi desiderabili, eccole, sono là per te. Dio dà generosamente a tutti coloro che desiderano da lui questi buoni doni; anzi, egli fa in modo che le desiderino, altrimenti mai le vorrebbero. Se tu ami queste cose, Dio ti ha eletto in vista di ottenerle; ma se non le ami, perché dovresti accusare Dio che non te le dia, quando è la tua stessa disperata volontà che ti impedisce di amarleil tuo semplice ego che fa si che tu le odi? Supponete che un uomo dica: "Che peccato che io non abbia un posto in quella chiesa per udire ciò che quell'uomo ha da dire". E supponete che dica: "Io odio quel predicatore; non posso sopportare le sue idee; ma è una vergogna che io non abbia un posto per sedere là". Vi aspettereste che un uomo direbbe questo? No, direste subito: "A quel tizio nulla importa di udire quel predicatore. Perché mai si lamenta che altri abbiano ciò che essi valorizzano e lui disprezza?" A te non piace la santità, a te nulla importa di essere a posto con Dio: se Dio mi ha eletto a queste cose, forse ti ha danneggiato se non l'ha fatto anche con te? "Ah, ma", dicono alcuni, "io pensavo che significasse che Dio ha eletto alcuni per il paradiso ed altri per l'inferno". Questo però è cosa molto diversa dalla dottrina evangelica. Egli ha eletto delle persone in vista della santità e della giustizia, e questo conduce in paradiso. Non devi dire che egli abbia semplicemente eletto alcuni al paradiso ed altri solo all'inferno. Egli ti ha eletto in vista della santità, se ami la santità. Se qualcuno di voi ama trovare salvezza in Gesù Cristo, Gesù Cristo vi ha eletti ad essere salvati. Se qualcuno di voi desidera essere salvato, allora sei stato eletto per avere salvezza, se lo desideri sinceramente e di tutto cuore. Ma, se non lo desideri, perché mai dovresti essere così stupido da lamentarti se Dio ha dato ad altri quello che a te non piace? Un'elezione assoluta Ho così cercato di dire qualcosa al riguardo della verità della dottrina dell'elezione. Ora lasciate che brevemente dica che l'elezione è assoluta, cioè che essa non dipende da ciò che noi siamo.
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Il testo dice: «perché Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza»; ma i nostri oppositori dicono che Dio sceglie persone che siano buone, che le sceglie sulla base di opere occasionali che essi possano fare. Ora, ci chiediamo, in risposta a questo, quali sono le opere in base alle quali Dio eleggerebbe le persone? Sono forse quelle che vengono comunemente chiamate "opere della legge" -opere di obbedienza a Dio compiute dalle sue creature? Se è così vi possiamo rispondere: se non è possibile essere giustificati dalle opere della legge, ci sembra chiaro che non è possibile essere eletti sulla base delle opere della legge; se non si può essere giustificati sulla base delle buone opere, non è possibile nemmeno essere salvati su questa base. Allora il decreto dell'elezione non potrebbe essere stato fatto sulla base delle buone opere. "Ma," dicono altri, "Dio li ha scelti in previsione della loro fede". Ora, è Dio che dona la fede, quindi essi non potrebbero essere giustificati sulla base di una fede che Egli stesso prevede. Mettiamo che vi siano venti mendicanti sulla strada e che io decida di dare ad uno di loro uno scellino, che io lo abbia scelto affinché potesse avere uno scellino. L'ho forse scelto perché ho previsto che lui avrebbe avuto quello scellino? Un ragionamento simile non avrebbe alcun senso. Allo stesso modo, dire che Dio elegge delle persone perché prevede che abbiano fede, il che è potenziale salvezza, sarebbe troppo assurdo ascoltarlo per un solo momento. La fede è dono di Dio. Ogni virtù proviene da Lui. Quindi essa non può essere funzionale alla Sua scelta, perché è Suo dono. L'elezione è un dato assoluto e prescinde dalle virtù che i santi ottengono solo in un secondo tempo. Chi più di Paolo è stato così santo e devoto? Chi più di Pietro è stato così coraggioso? Chi altrettanto amorevole di Giovanni? Essi però non pretendono nulla da Colui che così li ha fatti. Non ho mai veduto un santo di qualsiasi denominazione fosse, che avesse pensato di essere stato salvato da Dio in quanto egli avesse previsto che essi avrebbero avuto queste virtù e questi meriti. Ora, fratelli miei, i migliori gioielli che un santo mai indossi, se essi sono di sua propria fattura, non saranno mai purissimi, ma saranno sempre mescolati con elementi spuri. Le migliori grazie che mai possediamo hanno sempre qualcosa che le rende sospette. Sentiamo questo anche quando fossimo il più raffinati possibile, i più santificati; e noi sempre dobbiamo dire: "Io sono il primo fra i peccatori; Gesù è morto per me". La nostra unica speranza, la nostra unica supplica, dipende sempre dalla grazia come è stata manifestata nella persona di Gesù Cristo. E sono sicuro che dobbiamo respingere in modo assoluto ogni pensiero che le grazie che possediamo, che sono doni del nostro Signore, che Lui stesso ha prodotto in noi, possano mai essere state causa motivante del Suo amore. Noi dobbiamo cantare: "Che mai era in noi che potesse stima meritare, o dar delizia al Creatore? Se tu ci hai amato, noi sempre canteremo,
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è perché questo ti sembrava bene agli occhi tuoi". "Io avrò mercé di chi avrò mercé"; egli salva perché vuole salvare, e se mi chiedi perché Dio mi salva, io posso solo rispondere: perché Lui lo desidera. C'era forse in me qualcosa che mi poteva raccomandare agli occhi di Dio? No. Rinuncio ad ogni pretesa: non c'è nulla che possa vantare io ai suoi occhi. Quando Dio mi ha salvato, io ero un essere abietto, perduto e rovinato. Giacevo davanti a lui come un bambino nel suo sangue. Davvero io non avevo potere alcuno per aiutare me stesso. Quanto mi sentivo miserabile! Magari tu hai avuto qualcosa che ti raccomandava presso Dio, io no. Io sarò contento di essere salvato per grazia, pura grazia. Non posso vantare merito alcuno. Se tu puoi farlo, io no. Io debbo cantare: "Sola grazia, dal principio alla fine, ha conquistato il mio affetto e conservato finalmente la mia anima. Un'elezione eterna Poi, in terzo luogo, questa elezione è eterna. «perché Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza». Può qualcuno dirmi quand'era il principio? Andiamo indietro nel tempo, quando furono creati i mondi e conformati i sistemi; ancora non avremmo raggiunto il principio. Fintanto che andiamo al tempo in cui tutto l'universo dormiva nella mente di Dio, come ancora non formato, fintanto che noi non entriamo nell'eternità, dove Dio, il Creatore, viveva da solo, ed ogni cosa dormiva in Lui, tutta la creazione che riposava nel potente e gigantesco pensiero divino, noi ancora non avremmo indovinato quando fosse il principio. Possiamo andare indietro, indietro, indietro, era dopo era. Possiamo andare indietro per eternità ed eternità (se questa parola ha un senso), ed ancora mai raggiungere il principio. Le nostre ali si stancherebbero, la nostra immaginazione giungerebbe alla fine. Potessimo spogliare il fulmine della sua maestà, potere, e rapidità, anch'esso si stancherebbe se potesse raggiungere il principio. Dio però fin dal principio ha scelto il suo popolo; quando l'etere non ancora solcato non era ancora stato mosso dal vento prodotto dalle ali di un singolo angelo, quando lo spazio non conosceva spiaggia, quando regnava il silenzio dell'universo, e nemmeno una voce o un sussurro aveva turbato la solennità di quel silenzio; quando non c'era essere alcuno, nessun movimento, nessun tempo, nulla se non Dio soltanto, da solo nella sua eternità, quando ancora era privo delle canzoni degli angeli, senza il servizio resogli da un solo cherubino; prima che qualsiasi creatura fosse nata, o quando le ruote del carro di Jahweh erano state conformate; quando "al principio c'era solo la Parola", quando al principio il popolo di Dio era uno con la Parola, "Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza". La nostra elezione, quindi, è eterna. Non mi fermerò a provarlo; scorro solo questi pensieri in favore dei giovani che iniziano il cammino della fede, affinché possano intendere che cosa sia un'elezione assoluta ed eterna.
Un'elezione personale
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L'elezione è poi personale. Gli oppositori del concetto di elezione, qui, hanno cercato di negarla dicendoci che si tratta di un'elezione di nazioni, e non di persone. Qui però l'apostolo dice: «perché Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza», ha eletto cioè voi. E' miserevole dire che Dio non ha eletto persone, ma nazioni; perché la stessa obiezione che può essere sollevata contro la scelta di individui, potrebbe essere fatta contro la scelta di una nazione. Se non fosse giusto scegliere una determinata persona, sarebbe ancora più ingiusto scegliere una nazione, dato che le nazioni sono agglomerati di persone, e scegliere una nazione pare un crimine ancora più grave -se l'elezione fosse un crimine- che scegliere una persona. Certo, sceglierne 100.000 sarebbe considerato peggio che sceglierne uno; distinguere una sola nazione dal resto dell'umanità sembra essere una maggiore stravaganza negli atti della sovranità divina che l'elezione di un unico povero mortale, lasciandone fuori un altro. Che sono le nazioni se non esseri umani? Che sono interi popoli se non combinazioni di unità? Una nazione è fatta di quell'individuo, di quello, di quello ancora... E se mi dici che Dio scelse gli Ebrei, io dico che Egli scelse quell'ebreo, e poi quell'Ebreo ancora, e quell'altro Ebreo. E se voi dite che ha scelto l'Inghilterra, allora io dico che ha scelto quell'inglese, e quell'inglese ancora, e poi quell'altro inglese... Così, dopo tutto, è la stessa cosa. L'elezione, quindi, è personale. Deve essere così. Ciascuno che legga questo testo, ed altri simili, vedrà che Dio parla sempre del popolo di Dio, una persona dopo l'altra, e parla di loro come singoli soggetti di elezione. Figli siamo per la Sua elezione, Coloro che per Gesù Cristo credono; Per eterna destinazione l'elezione sovrana è qui ricevuta. Sappiamo che si tratta di un'elezione personale. L'elezione produce dei buoni risultati L'altro pensiero è che l'elezione produce dei buoni risultati. «perché Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione dello Spirito e la fede nella verità». Quante persone equivocano del tutto la dottrina dell'elezione! E quanto l'anima mia brucia e bolle rammentando i terribili mali che sono derivati dall'aver rovinato ed contrastato quella gloriosa porzione della gloriosa verità divina! Quanti sono quelli che si sono detti: "Io sono un eletto", e si sono seduti nell'ozio, e di peggio. Hanno detto "Io sono l'eletto di Dio!", ed hanno tranquillamente compiuto malvagità con tutt'e due le mani. Hanno corso velocemente ad ogni cosa impura, perché hanno detto: "Io sono l'eletto figliolo di Dio, non importa che faccio, quindi posso vivere come mi pare, e fare ciò che mi pare!". Cari miei! Lasciate che solennemente vi ammonisca a non portare questa verità troppo avanti. Potremmo passare oltre a quanto essa intende dire, potremmo rendere ciò che era inteso per dolce nostro conforto un terribile veleno per la nostra distruzione. Io vi voglio dire che vi sono state migliaia di persone che sono state
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rovinate dall'aver equivocato l'elezione; che hanno detto: "Dio mi ha scelto per il paradiso e alla vita eterna"; essi però hanno dimenticato che è scritto che Dio li ha scelti per la «santificazione dello Spirito e la fede nella verità». Ecco che cos'è l'elezione divina -elezione in vista della santificazione e della fede. Dio sceglie il suo popolo affinché sia santo e credente. Quanti di voi qui oggi sono credenti? Quanti di quelli, in qualsiasi comunità possono mettersi la mano sul cuore e dire: "Io confido in Dio che mi ha santificato"? C'è forse qualcuno di voi che dica: "Io sono un eletto"- ma com'è che la settimana scorsa ha bestemmiato? Uno di voi dice: "Io confido d'essere eletto", ma vorrei che ti rammentassi come qualche giorno fa di fatto hai commesso qualcosa di impuro. Un altro fra voi dice: "Io sono un eletto", ma vorrei rammentarti che hai dimenticato spesso di avvicinarti al trono della misericordia per pregare. Miei cari, io non crederò mai che siate eletti fintanto che non dimostriate di essere santi. Non dite mai "sono un eletto" se pensate di non avere alcuna intenzione di abbandonare il peccato. Non è vero, è impossibile. Gli eletti di Dio sono santi. Non sono puri, non sono perfetti, non sono senza macchia ma, presa la loro vita nel suo complesso essi sono persone sante. Essi sono segnati, essi i distinguono dalle altre persone: nessuno ha diritto di concludere d'essere fra gli eletti se non persegue la santità. Potrebbe essere un eletto, e ciononostante essere nelle tenebre, ma non ha diritto di crederlo se nessuno può vederlo, se nessuno ne vede evidenza alcuna. Se cammini nel timore di Dio, cercando di compiacerGli e di obbedire ai suoi comandamenti, non dubitare che il tuo nome non sia scritto nel libro della vita dell'Agnello dalla fondazione stessa del mondo. Inoltre, a meno che questo non sia troppo alto per te, notate l'altro segno dell'elezione, la fede, "fede nella verità". Chiunque crede alla verità di Dio, chiunque crede in Gesù Cristo, è un eletto. Io incontro spesso delle povere anime che tanto si preoccupano del pensiero: "Oh, e se io non fossi fra gli eletti?". "Mi dica, io so di riporre la mia fiducia in Cristo. So di credere nel suo nome e confido nel potere del suo sangue; e se io non fossi veramente eletto?". Povera cara creatura! Non conosci abbastanza dell'Evangelo, se no non parleresti così, perché chiunque crede è un eletto! Coloro che sono fra gli eletti, sono stati eletti in vista della santificazione e della fede; e se hai fede tu sei uno degli eletti di Dio; tu potresti esserne certo, anzi, lo devi essere, perché è una certezza assoluta. Se tu, come peccatore, guardi a Gesù questa mattina, e dici: "Nulla nelle mie mani io porto, semplicemente alla croce io mi aggrappo", tu sei fra gli eletti. Non ho paura che l'elezione spaventi poveri santi o peccatori. Vi sono molti teologi che dicono a coloro che si rivolgono a loro: "L'elezione non ha nulla a che fare con te". Questo è male, perché non bisogna far fare silenzio in quel modo a quell'anima. Tu vuoi farla tacere perché non si preoccupi troppo, ma essa continuerà a pensarci, non ne può fare a meno. Digli piuttosto: Se tu credi nel Signore Gesù Cristo sei fra gli eletti. Se tu ti affidi completamente a Cristo, sei fra gli eletti- sei stato amato da Dio dalla fondazione stessa del mondo, perché tu non lo potresti fare se Dio non te ne
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avesse dato il potere, e non ti avesse scelto in vista di questo. Ora tu sei al sicuro e in salvo se solo ti abbandoni completamente a Gesù Cristo, e se desideri essere salvato ed amato da Lui. Non pensare però che qualcuno possa essere salvato senza fede e senza santità. Non immaginate, voi che mi ascoltate, che un qualche decreto, pronunciato in qualche oscura regione del passato, potrà salvare la vostra vita, se non credete in Cristo. Non mettetevi a sedere e a fantasticare che possiate essere salvati senza fede e senza santità. Sarebbe un'abominevole e maledetta eresia, un'eresia che ne ha rovinati migliaia. Non mettere l'elezione come se fosse un cuscino sul quale dormire, o potresti esserne rovinato. Dio non voglia che io vi prepari dei confortevoli cuscini sui quali fare sonni beati. Peccatore! Non c'è nulla nella Bibbia che minimizzi il tuo peccato. Se però sei condannato, o uomo, se sei perduto, o donna! tu non troverai in questa Bibbia una goccia soltanto per rinfrescare la tua bocca, alcuna dottrina che minimizzi la tua colpevolezza; la tua dannazione sarà interamente colpa tua, e il tuo peccato la meriterà interamente. In quanto che tu non credi, tu sarai condannato. «...ma voi non credete perché non siete delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco». Non immaginate che l'elezione giustifichi il peccato -nemmeno sognatelo-, non vi cullate nel dolce compiacimento della vostra irresponsabilità. Voi siete responsabili. Entrambe le cose sono vere. Dobbiamo avere l'elezione, ma pure dobbiamo piegare i vostri cuori, dobbiamo inviare a voi la verità di Dio; dobbiamo parlarvi, e ricordarvi di questo, che se pure è vero che è scritto: «In me sta il vostro aiuto», è anche scritto: «O Israele, voi avete distrutto voi stessi». Implicazioni dell'elezione Per terminare dobbiamo ora vedere quali siano le legittime implicazioni dell'elezione. In primo luogo vi dirò che cosa la dottrina dell'elezione faccia fare ai santi sotto la benedizione di Dio; e, in secondo luogo, che cosa essa può fare ai peccatori, se Dio concede loro questa benedizione. In primo luogo, per i santi, l'elezione è la dottrina che toglie all'uomo più di ogni altra, ogni sua vanagloria- essa gli toglie ogni fiducia nella carne, ogni fiducia su qualsiasi altra cosa che non sia Gesù Cristo. Quanto spesso ci rivestiamo della nostra propria giustizia e ci orniamo con le false perle e gemme delle nostre proprie opere e conquiste. Cominciamo a dire: "Ora sarò salvato, perché posso vantare questo e quest'altro". Invece di questo, è la nuda fede che salva; quella fede ed essa sola che ci unisce all'Agnello, a prescindere da qualsiasi opera, sebbene essa le produca. Quanto spesso ci appoggiamo a qualche opera, invece di appoggiarci all'amato Salvatore, quante volte confidiamo in qualche forza che avremmo, anziché quella che proviene dall'alto. Ora, se ci togliessero questa forza, non potremmo fare altro che considerare l'elezione. Fermati, anima mia, e considera questo. Dio ti amava prima ancora che tu nascevi. Ti amava quando eri nei tuo peccati e nei tuoi falli, ed ha mandato il Suo Figliolo per te, ti ha redento col Suo prezioso sangue prima ancora che tu potessi solo pronunciare il Suo nome. Puoi esserne allora orgoglioso? Io non conosco nulla, dico, nulla, che sia più umiliante per l'amor proprio che la dottrina dell'elezione. Spesso sono caduto bocconi difronte ad essa, quando cercavo di comprenderla. Ho allargato le mie ali e, come un'aquila, ho volato verso il sole.
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Fermo è stato il mio occhio e costante il mio progresso, ma solo per un po'; quando però mi sono avvicinato ad esso, e quell'unico pensiero mi ha assorbito -Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza-, io sono stato abbagliato dal suo splendore, ho barcollato difronte a questo potente pensiero, e da questa sconvolgente elevazione, la mia anima è caduta giù, prostrata e rotta, dicendo: "Signore, io sono un nulla, io sono meno che nulla. Perché me? Perché me?". Amici, se voi volete essere umiliati, studiate l'elezione, perché vi renderà umili sotto l'influenza dello Spirito di Dio. Colui che si vanta della sua elezione non è un eletto; e colui che è umiliato al solo pensarci, può credere di esserlo. Egli ha ogni ragione di crederlo d'essere, perché è uno degli effetti più beati dell'elezione il fatto che ci aiuta ad umiliarci difronte a Dio. Inoltre, nel cristiano l'elezione dovrebbe altresì renderlo impavido e molto audace. Nessuno può essere più audace di chi crede di essere eletto da Dio. Che gli importerà più della paura che può fare l'uomo se egli è stato scelto dal suo Fattore? Che gli importerà più del tenue cip-cip del passero quando egli è un'aquila di razza reale? Gli importerà forse che un mendicante gli punti addosso il dito, quando il sangue regale del cielo scorre nelle sue vene? Avrà forse paura quand'anche tutto il mondo fosse contro di lui? Se tutto il mondo fosse in armi contro di lui, egli resterà in perfetta pace, perché sarà nel luogo segreto del tabernacolo dell'Altissimo, nel grande padiglione dell'Onnipotente. "Io sono di Dio", dirà, "io mi distinguo da tutti gli altri. Essi sono di razza inferiore. Non sono io forse nobile? Non sono forse io uno degli aristocratici del cielo? Non è forse il mio nome scritto in cielo nel libro di Dio?". Gli importa del mondo? No. Come un leone non si cura dell'abbaiare di un cane, egli se ne ride di tutti i suoi nemici; e quando essi si avvicinano troppo a lui, egli solo si muove e li riduce tutti a pezzetti. Che paura possono fargli. Egli cammina intorno a loro come un Colosso; mentre degli omuncoli camminano al di sotto di lui e non lo comprendono. Il suo ciglio è fatto d'acciaio, il suo cuore è forte come un masso- che gli importa di tutto il vociare che sente intorno a sé? No, se pure fischi gli venissero dall'intero mondo, egli non farebbe che sorridere, perché direbbe: "Colui che ha fatto di Dio il suo rifugio, troverà la dimora più sicura che esista". Io sono uno dei suoi eletti. Io sono stato scelto da Dio e sono prezioso, e quand'anche il mondo mi respingesse, io non avrei paura. Ah! Voi altri che solo per un tempo dite di essere cristiani, alcuni di voi possono piegarsi come le canne al vento. Vi sono pochi cristiani come querce oggi, essi possono resistere alla bufera, e vi dirò io il perché, perché non credono di essere eletti. Colui che sa di essere eletto sarà troppo fiero per abbassarsi a peccare; egli non si umilierà certo a commettere gli atti della gente comune. Il credente nella verità dirà: "Io, compromettere i miei principi? Io, cambiare le mie dottrine? Io, mettere da parte le mie concezioni? Io, nascondere ciò che credo essere verità? Giammai! dato che so di essere fra gli eletti, dirò in faccia a tutti nient'altro che la verità di Dio, qualunque cosa possano dire gli uomini". Nulla può rendere l'uomo più audace se non quando sa
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di essere fra gli eletti di Dio. Egli non tremerà, non sarà scosso, se sa che Dio lo ha scelto. Inoltre, l'elezione mi renderà santo. Nulla sotto l'influenza misericordiosa dello Spirito Santo può rendere un cristiano maggiormente santo che il pensiero di essere stato scelto. "Peccherò io forse", dirà, "dopo che Dio mi ha scelto? Trasgredirò io forse la Sua legge dopo tutto l'amore che mi ha mostrato? Forse che io vagherò lontano da Lui dopo tutto quell'amore e quella misericordia che mi ha manifestato? O no, Dio mio, dato che tu mi hai scelto, io ti amerò sopra ogni cosa, vivrò per te-dato che tu, eterno Dio mio, Padre mio, sei venuto fino a me. Io darò me stesso a te, per essere tuo per sempre, per l'elezione, e per la redenzione, mi abbandonerò completamente a te, e solennemente mi consacrerò al tuo servizio". Ora, alla fine, una parola agli empi. Che cosa vi dice l'elezione? Prima di tutto, o voi, empi, vi scuserò per un momento. Vi sono molti fra di voi ai quali non piace l'idea dell'elezione, e non posso biasimarvi per questo, perché ho udito certi che predicavano l'elezione, che si sono seduti ed hanno detto: "Io non ho una sola parola da dire ai peccatori". Ora, io affermo che è vostro dovere respingere una tale predicazione, lo faccio pur io, e non vi biasimo per questo. Io però vi dico: coraggio! Abbiate speranza! Rallegrati, peccatore, che vi sia l'elezione! Altro che essere qualcosa di scoraggiante, è cosa di grande speranza e di grande gioia che vi sia l'elezione. E se io vi dicessi che forse nessuno potrà essere salvato, che nessuno fosse destinato alla vita eterna, non tremereste voi, non serrereste le mani per dire: "Come posso allora essere salvato, se nessuno è stato eletto?". Al contrario, io vi dico che ad essere eletta è stata una moltitudine, oltre ogni possibilità di contarla -un esercito di eletti che nessun mortale può contare. Quindi, coraggio, tu, povero peccatore! Getta via la tua tristezza -non potresti tu essere eletto come molti altri? Perché moltissimi sono stati eletti. C'è gioia e conforto per te! Quindi, non solo fatti coraggio, ma vai dal Maestro e prova ciò che può fare per te. Ricorda, se non fossi eletto, non perderesti nulla se lo facessi. Che cosa dissero i quattro lebbrosi? «Perché vogliamo noi restare qui finché moriamo? Se diciamo: Entriamo in città -in città c'è la fame, e noi vi morremo; se restiamo qui morremo lo stesso. Ora dunque, venite, andiamoci a buttare nel campo dei Siri; se ci lasciano vivere, vivremo; se ci danno la morte, morremo». O peccatore, vieni al trono della grazia che elegge. Potresti morire lì dove sei. Va a Dio e, quand'anche supponessi che Egli ti respingesse, quand'anche supponessi che la sua mano levata dovesse dirti stop! -cosa questa impossibile- non perderesti comunque nulla; non saresti certo per questo più dannato di quanto tu già non fossi. Inoltre, supponiamo che tu fossi dannato, avresti almeno la soddisfazione di essere in grado all'inferno di sollevare i tuoi occhi e dire: "Dio, ti ho chiesto misericordia, e non me l'hai accordata; l'ho cercata, ma tu me l'hai rifiutata". Questo però tu non lo dovrai mai dire. O peccatore! Se tu vai a Lui, e glielo chiedi, tu l'otterrai; perché egli non ha mai respinto un peccatore che lo avesse fatto. Forse che questo non è una speranza per te? Se pure è vero che un numero fisso di persone a
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questo è stato destinato, se tu cerchi Dio per chiedergli misericordia, tu sei in quel numero! Va, e chiedi; e se tu dovessi essere il primo ad entrare nell'inferno, di' ai diavoli che sei perito così- di' ai diavoli che tu sei un respinto, dopo essere venuto presso Cristo come un peccatore penitente. Io ti assicuro che questo sarebbe solo una vergogna per l'Eterno -con riverenza al Suo nome- e che egli non permetterebbe mai una simile cosa! Egli è geloso del Suo onore, e non permetterebbe mai ad un peccatore di dire tali cose! Ma, povera anima! Non solo non pensare che tu possa perdere alcunché andando presso di Lui: c'ancora un'altra cosa- Quest'oggi sei giunto ad amare il pensiero dell'elezione? Sei tu pronto ad ammetterne la giustizia? Dici forse: "Io sento di essere perduto, lo merito, e se mio fratello è salvato, io non posso lamentarmene. Se Dio mi distrugge io lo merito; ma se egli salva una persona che siede accanto a me, egli ha diritto di fare con i suoi quel che vuole, e io non perdo nulla". Puoi dire onestamente queste parole dal profondo del tuo cuore? Se è così, allora la dottrina dell'elezione ha avuto il giusto effetto sul tuo spirito, e non sei lontano dal regno dei cieli. Sei stato portato là dove dovresti essere, dove lo Spirito vuole che tu sia. Se è così, va in pace. Dio ha perdonato i tuoi peccati. Non sentiresti tutto ciò se non fossi stato perdonato; non lo sentiresti se lo Spirito già non stesse operando in te. Rallegrati così di questo. La tua speranza riposi sulla croce di Cristo. Non pensare all'elezione, pensa a Gesù Cristo. Trova in lui la tua pace- all'inizio, nel mezzo, e senza fine. [P. 8479, tradotto da: "Election, di Charles H. Spurgeon, Great Commission Publications, Pennsylvania, USA].