DIREZIONE Tullio Bandini - Roberto Catanesi
COMITATO DI CONSULENZA SCIENTIFICA Consiglio Direttivo Comissione Scientifica della SocietĂ Italiana di Criminologia
COMITATO DI DIREZIONE Uberto Gatti Giovanni Battista Traverso Giancarlo Nivoli Luigi Ferrannini Ernesto Ugo Savona Ugo Fornari Francesco Maisto
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REDAZIONE Barbara Gualco Antonia Valerio
ELENCO REFEREES
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ORGANI DIRETTIVI PRESIDENTE
Roberto Catanesi (Bari)
VICE-PRESIDENTI
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PRESIDENTI ONORARI
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SEGRETARIO
Adolfo Ceretti (Milano)
TESORIERE
Isabella Merzagora (Milano)
CONSIGLIERI
Adolfo Francia (Varese) lvan Galliani (Modena) Uberto Gatti (Genova) Oronzo Greco (Lecce) Alessandra Luzzago (Pavia) Marco Marchetti (Campobasso) Pietrantonio Ricci (Catanzaro) Gaetana Russo (Messina) Giovanni Battista Traverso (Siena)
REVISORI DEI CONTI Anna Coluccia (Siena) Carlo Alberto Romano (Brescia) Tiziana Sartori (Parma)
COMMISSIONE SCIENTIFICA
Presidente
GianCarlo Nivoli (Sassari)
Bruno Assumma (Napoli) Cristiano Barbieri (Pavia) Jutta Birkhoff (Varese) Francesco Bruno (Salerno) Ernesto Calvanese (Milano) Stefano Caneppele (Milano) Felice Carabellese (Bari) Laura De Fazio (Modena) Andrea Di Nicola (Trento) Nunzio Di Nunno (Lecce) Ignazio Grattagliano (Bari) Barbara Gualco (Firenze) Liliana Lorettu (Sassari) Pierpaolo Martucci (Trieste) Maurizio Marasco (Roma) Gemma Marotta (Roma) Vincenzo Mastronardi (Roma) Susanna Pietralunga (Modena) Ermenegilda Scardaccione (Chieti) Alfredo Verde (Genova)
Gli “Atti persecutori”: una nuova tipologia di reato per un antico comportamento Giovanna Laura De Fazio
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EDITORIALE
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Nuove prospettive di ricerca in materia di atti persecutori: il fenomeno del cyberstalking Laura De Fazio, Chiara Sgarbi
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Cyberstalking e molestie portate con strumenti elettronici: aspetti informatico-giuridici Giovanni Ziccardi
Lo stalking quale forma di violenza (domestica) contro le donne: due ipotesi di genere? Suzan van der Aa Lo stalking in Portogallo: un’importante sfida da affrontare... Marlene Matos, Helena Grangeia, Célia Ferreira & Vanessa Azevedo
Il disturbo psichico nella dichiarata vittima di stalking tra espressione di trauma psicologico e limite alla testimonianza Cristiano Barbieri, Laura Barbero, Valeria Paliero
La difficoltà di tipizzazione dello stalking nel diritto italiano e comparato Anna Maria Maugeri
Rassegna Italiana di Criminologia anno 41° (VI nuova serie) n. 3 /2012 - www.rassegnaitalianadicriminologia.it © Pensa MultiMedia Editore - ISSN 1121-1717 (print) - ISSN 2240-8053 (on line)
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Gli “Atti persecutori”: una nuova tipologia di reato per un antico comportamento Giovanna Laura De Fazio
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New research perspectives about stalking: the phenomenon of cyberstalking Laura De Fazio, Chiara Sgarbi Cyberstalking and electronic devices: relevant legal-informatics issues Giovanni Ziccardi
Stalking as a form of (domestic) violence against women: two of a kind? Suzan van der Aa
Stalking in Portugal: facing a remarkable challenge... Marlene Matos, Helena Grangeia, Célia Ferreira & Vanessa Azevedo
Psychiatric disorder in the declared stalking victim between a psychological trauma expression and the deposition’s limit Cristiano Barbieri, Laura Barbero, Valeria Paliero The difficulty of typing stalking in the Italian and comparative law Anna Maria Maugeri
Rassegna Italiana di Criminologia anno 41° (VI nuova serie) n. 3 /2012 - www.rassegnaitalianadicriminologia.it © Pensa MultiMedia Editore - ISSN 1121-1717 (print) - ISSN 2240-8053 (on line)
EDITORIALE Gli “Atti persecutori”: una nuova tipologia di reato per un antico comportamento di Laura De Fazio
La nozione di stalking, pur non essendo del tutto nuova, ha acquisito in tempi abbastanza recenti una grande rilevanza sotto il profilo sociale, attirando dapprima l’attenzione dei media e successivamente quella del mondo accademico, politico e del legislatore (De Fazio, Merafina & Sgarbi, 2009). Il termine stalking, originariamente derivante dal gergo venatorio (“fare la posta”), ha preso a essere utilizzato in un’accezione riconducibile all’attuale significato del termine solo dopo la metà del 1970, quando i media americani hanno iniziato a citarlo in alcuni articoli per descrivere le molestie messe in atto da parte di ammiratori invadenti ai danni di personaggi celebri, in genere del mondo dello spettacolo (Modena Group on Stalking, 2005). È proprio a partire da tale epoca che, a seguito di alcune morti violente rese note dalle reti televisive e dalle testate giornalistiche, è stata attribuita al c.d. star-stalking l’etichetta di fenomeno preoccupante, al quale ha fatto seguito l’interesse per un comportamento che, sino ad allora, non aveva ricevuto particolare attenzione. Infatti, dalla fine del 1980 la stampa USA, intuendo le potenzialità del tema in termini di risonanza mediatica, ha iniziato a riportare anche altri casi di omicidio connessi a situazioni di stalking che sono alla base del crescente interesse culturale e sociale relativo alle gravi conseguenze del fenomeno e alle limitate forme di tutela disponibili per le vittime, certamente non circoscritte al settore dello spettacolo (Modena Group on Stalking, 2005). Se in una fase iniziale è innegabile che i media abbiano svolto un ruolo notevole ai fini della conoscenza e dell’importanza attribuita al tema a livello sociale, immediatamente dopo si può osservare la rilevanza dell’intervento dei legislatori in USA che, ritenendo pressante la necessità di criminalizzare lo stalking sono intervenuti con specifiche norme introdotte a breve distanza di tempo dalla prima, in tutti gli stati della confederazione. Il processo di criminalizzazione dello stalking, infatti, ha avuto inizio nel 1990 in California ed entro due anni ha coinvolto tutti gli Stati Uniti d’America. Successivamente, nell’arco di due decenni, ha interessato prima la maggior parte dei paesi di lingua anglosassone (Australia, Canada, Gran Bretagna) e poi molti altri stati europei tra i quali si segnala l’Italia che nel 2009 ha introdotto il reato di Atti persecutori nel Codice Penale esistente (De Fazio, 2009). Contestualmente all’interesse legislativo per il tema, al quale ha fatto seguito una proliferazione di leggi anti-stalking in molti paesi occidentali, è aumentato progressivamente anche l’interesse dei ricercatori per il nuovo reato tanto che, allo stato attuale, le conoscenze disponibili forniscono un quadro del fenomeno e delle principali carat-
teristiche degli autori e delle vittime certamente ampio, sebbene non del tutto esaustivo e dunque necessitante di ulteriori approfondimenti. Lo stalking, è un fenomeno che si è rivelato di difficile definizione sia sotto il profilo scientifico che sotto il profilo giuridico e ciò forse può risultare comprensibile se si pensa che il termine nell’accezione attuale non rinvia ad un’unica azione circoscrivibile puntualmente, ma riunifica una serie di comportamenti ripetuti nel tempo che non sempre e di per sé stessi considerati, costituiscono un reato ma possono addirittura in alcune circostanze risultare piacevoli per il destinatario (corteggiamento, ricerca di amicizia, tentativo di ripristinare una relazione sentimentale terminata) (De Fazio & Sgarbi, 2009a). A ciò si aggiunge il fatto che sovente tale fenomeno risulta estrinsecarsi in connessione ad altri tipi di violenza come quella domestica o sessuale, rendendo conseguentemente difficile in alcuni casi distinguere chiaramente i diversi reati tra di loro (De Fazio, Merzagora, Sheridan & Sgarbi, 2012). Si tratta di un comportamento comunque molto diffuso, al quale è stata riconosciuta una portata mondiale e che nella maggior parte dei casi riguarda vittime di sesso femminile che hanno avuto una pregressa relazione sentimentale con uno stalker di sesso opposto. Gli stalker ex partner, oltre a essere più numerosi, risulterebbero altresì più inclini alla violenza nei confronti delle loro vittime, al contrario degli stalker sconosciuti, colleghi di lavoro, vicini di casa, clienti, semplici conoscenti (Modena Group on Stalking, 2007). Le molestie, che spesso hanno inizio dopo la conclusione di una relazione di tipo sentimentale, presentano una durata media di due anni anche se non sono pochi i casi con durata di 10 anni ed oltre. Rispetto alla media degli altri autori di reato, gli stalker presentano uno status socio-economico più elevato e per quanto concerne le vittime, vanno segnalate le pesanti conseguenze di tipo sociale, psicologico, economico e fisico conseguenti le molestie (De Fazio & Sgarbi, 2012). In Italia, l’ultimo decennio è stato determinante nel collocare lo stalking tra gli argomenti di interesse politico, sociale e scientifico più significativi, tanto che la pubblicazione di studi e ricerche sul tema è culminata in breve tempo nell’emanazione di un’apposita legge (n.38/2009) che ha introdotto il reato di “Atti persecutori” (art. 612bis C.P.). In tal senso, un’influenza significativa è stata svolta anche dalle attività di ricerca condotte dal Modena Group on Stalking (2005, 2007, 2012), un gruppo multidisciplinare europeo di studiosi impegnati da anni in progetti di ricerca sullo stalking. Per quanto concerne la prevalenza del fenomeno, è stato
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confermato come esso si riveli ampiamente diffuso nella popolazione generale anche in Italia, tanto che l’ISTAT nel 2007 ha pubblicato i dati di un’indagine epidemiologica che ha riportato un tasso di vittimizzazione del 18,8%, riferito a vittime di sesso femminile in corso di separazione o divorzio che avevano subito violenza domestica (fisica, psicologica, sessuale). Tra le donne intervistate nell’ambito di tale indagine, quelle che sono risultate essere vittime di violenza fisica o sessuale ad opera di un ex partner e che hanno dichiarato di aver subito comportamenti persecutori, ammontano al 48,8% (ISTAT, 2007). Tale dato, sebbene solo parzialmente rappresentativo della diffusione del fenomeno in Italia, risulta comunque in linea con il trend emerso da altri studi condotti nel contesto europeo che riportano all’incirca un 10% di vittime di stalking nell’ambito della popolazione generale, la maggior parte di sesso femminile (Modena Group on Stalking, 2005). Gli studi sinora effettuati hanno incentrato la loro attenzione anche sulle differenti tipologie di stalker, identificate in base alla motivazione sottostante le condotte moleste, alla presenza di determinati disturbi psichici, al tipo di violenza, al tipo di relazione precedente con la vittima. Recentemente, un’attenzione particolare è stata rivolta allo studio dei potenziali fattori di rischio che possono favorire la valutazione e la gestione del rischio di violenza nei casi di stalking (De Fazio & Sgarbi, 2012). In tale prospettiva, diverse ricerche hanno così evidenziato l’esistenza di correlazioni tra le condotte violente poste in essere dallo stalker e le precedenti minacce, l’abuso di sostanze, una relazione precedente con la vittima, eventuali precedenti penali e l’assenza di disturbi psichici (Rosenfeld, 2004). Tuttavia, in un’ottica di “risk assessment”, è possibile affermare l’esistenza di differenti associazioni in relazione al grado di violenza perpetrata, per cui i fattori di rischio risultano essere differenti a seconda della maggiore o minore gravità delle condotte aggressive del persecutore (De Fazio & Sgarbi, 2009b, 2012). Contestualmente, gli studi incentrati sulle vittime, hanno consentito di mettere in luce le conseguenze negative del fenomeno nei confronti delle stesse, con particolare riferimento all’impatto devastante che le molestie possono avere sul loro benessere psicologico, fisico e sociale. In particolare le ricerche sul fenomeno riportano una percentuale intorno al 20% di vittime di stalking che subiscono una qualche forma di violenza fisica, anche se non va sottovalutata la pressione psicologica derivante dalle persecuzioni che è spesso talmente forte da avere altre gravissime ripercussioni (Sgarbi & De Fazio, 2012). Tali conseguenze possono riguardare sia le vittime primarie che quelle secondarie, rappresentate da soggetti che risultano in qualche modo legati alla vittima principale, ossia colleghi di lavoro, amici, parenti che sono vissuti dallo stalker come ostacoli nell’accesso alla loro “preda”. L’attività di studio e di ricerca sullo stalking appare oggi in piena evoluzione, in una direzione che rinvia anche a prospettive nuove.Tra queste ultime si segnala l’interesse per il c.d. cyberstalking, derivante dall’emergere di un numero sempre più significativo di casi nei quali le molestie vengono messe in atto
Editoriale
impiegando tecnologie informatiche che sono in costante aumento. Tali modalità di comunicazione, hanno aumentato esponenzialmente le possibilità di interazione e comunicazione tra gli utenti, e ciò si è tradotto nella possibilità per le vittime di essere contattate facilmente e velocemente dai loro persecutori attraverso email, pagine web e chat indesiderate. Il contenuto del presente Editoriale, si limita a riportare succintamente soltanto alcuni aspetti generali del fenomeno dello stalking, dei suoi autori e delle vittime e intende proporsi come un’introduzione rispetto ai contenuti del volume che invece qualificano pienamente il tema come un settore di studio e di intervento interdisciplinare che richiama competenze molteplici, oscillanti dall’ambito psichiatrico forense a quello criminologico e giuridico. E proprio da tali ambiti di studio sono scaturiti i contributi contenuti in tale rassegna sugli “Atti persecutori” i quali, pur non esaurendo tutte le necessità conoscitive relative al fenomeno trattato, rappresentano indubbiamente un apporto rilevante alla comprensione del tema che si auspica potrà ulteriormente progredire anche grazie alle prospettive di ricerca recentemente emerse.
Bibliografia
De Fazio, L. (2009).The legal situation on stalking among the European Member States. European Journal on Criminal Policy and Research, 15, 229-242. De Fazio, L., & Sgarbi, C. (2009a). Stalking: la diffusione del fenomeno, gli autori e le vittime. In Forum-Associazione Donne Giuriste (Ed.), Stalking e Violenza alle donne. Le risposte dell’ordinamento, gli ordini di protezione (pp. 36-45). Milano: Franco Angeli. De Fazio, L., & Sgarbi, C. (2009b). La rilevanza sociale dello stalking: valutazione e gestione del rischio. In Forum-Associazione Donne Giuriste (Ed.), Stalking e Violenza alle donne. Le risposte dell’ordinamento, gli ordini di protezione (pp. 54-64). Milano: Franco Angeli. De Fazio, L., & Sgarbi, C. (2012). Stalking e rischio di violenza. Uno strumento per la valutazione e la gestione del rischio. Milano: Franco Angeli. De Fazio, L., Merzagora Betsos, I., Sheridan. L., & Sgarbi, C. (2012). Stalking e violenza: presentazionedi uno strumento di valutazione del rischio. In L. De Fazio & C. Sgarbi (Eds.), Stalking e rischio di violenza. Uno strumento per la valutazione e la gestione del rischio (pp. 41-60). Milano: Franco Angeli. De Fazio, L., Merafina, R., & Sgarbi, C. (2009). Stalking e Mass Media. Rassegna Italiana di Criminologia, 3, 56-72. ISTAT (2007). La violenza ed i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia. Roma. Retrieved June 2012 from http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/200702 21_00/testointegrale.pdf Modena Group on Stalking (2005). Donne vittime di Stalking. Riconoscimento e modelli di intervento in ambito europeo. Milano: Franco Angeli. Modena Group on Stalking (2007). Percorsi di aiuto per vittime di Stalking. Milano: Franco Angeli. Rosenfeld, B. (2004).Violence risk factors in stalking and obsessional harassment. A review and Preliminary Meta-Analysis. Criminal Justice and Behavior, 31, 9-36. Sgarbi, C. & De Fazio, L. (2012). Stalking e violenza: la ricerca e i fattori di rischio. In L. De Fazio & C. Sgarbi (Eds.). Stalking e rischio di violenza. Uno strumento per la valutazione e la gestione del rischio (pp. 13-40). Milano: Franco Angeli.
Rassegna Italiana di Criminologia - 2/2012
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