Studium Educationis – Anno XVI – N. 3 - ottobre 2015

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STUDIUM EDUCATIONIS Anno XVI – numero 3 – ottobre 2015


– Anno XVI – n. 3 – OTTOBRE 2015 Rivista quadrimestrale per le professioni educative

Direttore Responsabile

Comitato Scientifico

Comitato di Redazione

Diega Orlando Cian

Sergio Angori Roberta Caldin Giorgio Chiosso Gino Dalle Fratte Renato Di Nubila Luciano Galliani Anna Genco Sira Serenella Macchietti Anna Marina Mariani Giuseppe Milan Giuliano Minichiello Jean-Pierre Pourtois Roberto Roche Olivar Luisa Santelli Beccegato Milena Santerini Concetta Sirna Carla Xodo Giuseppe Zago Giuseppe Zanniello

Giuseppe Milan (caporedattore) Luca Agostinetto Mirca Benetton Chiara Biasin Carla Callegari Alessandra Cesaro Mino Conte Emma Gasperi Paola Milani Emanuela Toffano Patrizia Zamperlin Orietta Zanato Comitato Editoriale

Diega Orlando Cian Mino Conte Emma Gasperi Giuseppe Milan Emanuela Toffano

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Gli articoli ricevuti dalla Redazione sono sottoposti, in forma anonima, al parere di due membri del Comitato di Referee, le cui decisioni sono inappellabili. In caso di richiesta di integrazioni o correzioni, gli articoli sono rinviati agli autori, che dovranno apportare le modifiche necessarie. Studium Educationis, fondata e diretta da Diega Orlando, professore emerito di Pedagogia generale e sociale presso l’Università di Padova, è uscita come bimestrale, con regolarità, dal 1996 a tutto il 2000. A partire dall’anno successivo ha assunto cadenza quadrimestrale. Quattro anni fa la rivista è passata dalla casa editrice Cedam alla casa editrice Erickson, giungendo infine, a partire dal 2011, alla casa editrice Pensa MultiMedia. Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1520 del 19 luglio 1996 ISSN 1722-8395 (print) / ISSN 2035-844X (on line) Finito di stampare Ottobre 2015 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico, non autorizzata


Comitato di Referee

Giuditta Alessandrini Sergio Angori Roberta Caldin Paolo Calidoni Mirella Chiaranda Giorgio Chiosso Gino Dalle Fratte Renato Di Nubila Agustin Escolano Benito Luciano Galliani Anna Genco Alberto Granese Maria Luisa Iavarone Daniele Loro Sira Serenella Macchietti Susanna Mantovani

Umberto Margiotta Anna Marina Mariani Giuseppe Milan Marco Milella Giuliano Minichiello Ferdinando Montuschi Agostino Portera Jean-Pierre Pourtois Roberto Roche Olivar Luisa Santelli Beccegato Milena Santerini Concetta Sirna Carla Xodo Giuseppe Zago Giuseppe Zanniello

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INDICE

7 19 35 49 61

77 87

Mario Gennari Forme della cultura e dell’educazione nella Grecia classica Maria Tesera Moscato Educazione religiosa e competenze di cittadinanza Andrea Canevaro Sul rapporto tra educazione e mondo più giusto Orietta Orlandini Zanato Il creato come casa comune: cura, responsabilità, condivisione nell’Enciclica Laudato sì di Papa Francesco Anna Maria Favorini La formazione degli insegnanti per una scuola inclusiva

Claudio Roberto Baptista, Melina Chassot Benincasa Meirelles Políticas de inclusão escolar no Brasil e suas diretrizes Roberto Farné Play Literacy

101 Roberta Caldin, Alessandra Cesaro I sistemi detentivi tra educazione e rieducazione 107 Lorena Orazi Sfide e risorse dell’educare nell’istituzione penitenziaria. Il cambiamento del ruolo dell’educatore 119 Luca Decembrotto La relazione di aiuto come possibile strumento d’ascolto e sostegno al cambiamento in carcere

131 Milena Santerini

135 (a cura di) Friso Righini Canepa


Mario Gennari • Università degli Studi di Genova Maria Teresa Moscato • Università degli Studi di Bologna Andrea Canevaro • Università degli Studi di Bologna Orietta Orlandini Zanato • Università degli Studi di Padova Anna Maria Favorini • Università di Roma Tre Claudio Roberto Baptista, Melina Chassot Benincasa Meirelles • Universidade Federal do Rio Grande do Sul Roberto Farné • Università degli Studi di Bologna Roberta Caldin • Università degli Studi di Bologna Alessandra Cesaro • Università degli Studi di Padova Lorena Orazi • Ministero della Giustizia Luca Decembrotto • Università degli Studi di Bologna Milena Santerini • Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano



Forme della cultura e dell’educazione nella Grecia classica

di Mario Gennari

Abstract L’articolo considera il rapporto tra la letteratura latina e il problema pedagogico della formazione dell’uomo. Pone, dunque, al centro l’“uomo romano”, studiandone le forme dell’educazione attraverso un’analisi dei generi letterari con cui quest’ultima viene narrata. Tra i molteplici autori le cui opere sono analizzate all’interno del saggio, spicca la figura di Virgilio. Ad essa si aggiungono Orazio ed Ovidio, dei quali vengono posti in rilievo sia l’indeterminatezza della vita, sia l’equilibrio interiore, sia la metamorfosi universale. Ciò evocando la letteratura romano-latina come una enciclopedia letteraria della formazione umana. Parole chiave: formazione, educazione, letteratura, storia della pedagogia

The article is focused on the relationship between the Latin literature and the pedagogical question of self-formation of the human being.Then, it is centered on the “Roman human being” and it studies the forms of education through a kind of analyses which goes through different literature genres. Among the variety of discussed works and authors in the article,Virgilio takes a significant place. So, there are Orazio and Ovidio, regarding which the article underlines topics like indetermination of the life, inside balance, universal metamorphoses.The article does that recalling the Roma-Latin Literature, thought like a literary encyclopedia of self-formation of the human being. Key words: self-formation, education, literature, history of pedagogy

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Educazione religiosa e competenze di cittadinanza

di Maria Teresa Moscato Abstract Il saggio utilizza come premessa gli esiti di studi precedenti dell’A., sia sull’educazione, sia sulla religiosità, sia sulla cittadinanza, per sviluppare un nuovo raccordo fra i temi dell’educazione religiosa e dell’educazione alla cittadinanza. La tesi argomentata è che la religiosità positiva, generata potenzialmente da una educazione religiosa, costituisca nell’Io personale un insieme di forze psichiche orientate, ed insieme di conoscenze, abilità e atteggiamenti, insomma un substrato psichico che si traduce in un sistema di competenze personali finalizzabili anche allo sviluppo di una capacità di cittadinanza. L’A. sostiene che l’educazione religiosa, anche quando approdi a posizioni personalmente laiche, non perda in nulla la qualità di risorsa e di substrato positivo per il senso e la capacità di agire la cittadinanza democratica in termini responsabili. La tesi sviluppata apre un nuovo dibattito pedagogico, per certi aspetti del tutto inedito (sia in termini di teoria, sia sul piano della prassi educativa) sui temi dell’educazione religiosa e della cittadinanza. Parole chiave: educazione religiosa, educazione alla cittadinanza, religiosità, educazione, processo educativo.

The essay use as a premise the results of previous studies of the A. on education, both on religiosity, both on citizenship, to develop a new link between the themes of religious education and citizenship education.The thesis argued that positive religiosity, potentially generated by a religious education, constitutes in the Ego a set of psychic oriented forces, and a set of knowledge, skills and attitudes, in short: a psychic substrate which results a system of personal competencies aimed also to develop a capacity for citizenship. The A argues that religious education, even when landing position personally secular, does not lose anything in the quality of resource and of the substrate to the positive sense and the ability to act in terms of responsible citizenship. The thesis developed opens a new pedagogical debate, in some ways totally new (both in terms of theory, both in terms of educational practice) on the themes of religious education and citizenship. Key words: religious education, citizenship education, religiosity, education, educative process

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Sul rapporto tra educazione e mondo più giusto

di Andrea Canevaro

Abstract Un mondo è più giusto se chi lo abita può evolvere. Le difficoltà di metter insieme punti fermi e movimento. L’educazione come esercizio da funamboli fra presente e futuro. Il compito dell’educazione è legato alla valorizzazione delle diversità. Le virtù difficili e semplici del bricolage evolutivo che permettono contaminazioni innovative. Partire dalle conoscenze delle diagnosi per avventurarsi nel territorio sconosciuto delle prognosi. Parole chiave: educazione tra presente e futuro, rete, accompagnamento

A world is more fair if the inhabitants can evolve.The effort is to keep together anchorages and movement. Indeed Education walks between present and future, like a man on a wire. The task of the Education is connected to the promotion of diversity and the development of original influences.We must commence from the knowledge of the diagnosis to explore the little known world of the prognosis. Key words: education between present and future, network, accompanying,

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Il creato come casa comune: cura, responsabilità, condivisione nell’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco

di Orietta Zanato Orlandini

Abstract La nuova Enciclica di Papa Francesco pone al centro una domanda fondamentale: “che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?”. La risposta non può essere solo tecnica, perché comprende anche il valore e il senso che attribuiamo al mondo e alla vita. La crisi che attraversiamo, sostiene il Papa, rende “inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore”: richiede pertanto un’ecologia integrale che, attraverso l’educazione, ci aiuti a crescere nella solidarietà, nella responsabilità e nella cura. Parole chiave: laudato si’, ecologia integrale, conversione ecologica, cura della terra, educazione sostenibile The new Encyclical of Pope Francis submits us an essential question: “what kind of world do we want to leave to those who come after us, to children who are now growing up?”.The answer cannot be simply technical, because it comprises the value and meaning we give to the world and life.The crisis we are facing today, as the Pope says, suggests us “how inseparable the bond is between concern for nature, justice for the poor, commitment to society, and interior peace”: so we need an integral ecology which helps people, through education, to grow in solidarity, responsibility and care. Key words: laudato si’, integral ecology, ecological conversion, caring for the earth, sustainable education

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La formazione degli insegnanti per una scuola inclusiva

di Anna Maria Favorini Abstract Quello attuale è un periodo storico in cui il ruolo professionale dell’insegnante si colloca sempre più al centro del dibattito politico e scientifico in ragione della rilevante funzione rivestita a livello sociale e culturale per la crescita e la formazione dei futuri cittadini. Di fatto questo saggio, circoscrivendola agli ultimi cinque anni, intende offrire una panoramica generale sulla formazione degli insegnanti, presentando i corsi e i master e i relativi contenuti attivati nelle università italiane e rivolti ai docenti per il consolidamento e l’aggiornamento delle proprie conoscenze e competenze alle luce delle vigenti normative e dei nuovi bisogni educativi provenienti da una società in continua evoluzione. Particolare attenzione è rivolta alle figure di sostegno, agli insegnanti quotidianamente impegnanti ad interagire con la disabilità e che più di altri devono tenersi aggiornati nel proprio ambito di intervento educativo e didattico. Si delinea, quindi, una realtà della formazione dei docenti volta a creare una scuola che sia sempre più inclusiva e accessibile a tutti.

Parole chiave: formazione docenti, insegnanti di sostegno, inclusione scolastica, normativa The role of teacher – in the historical period we are facing – is increasingly growing in political and scientific debates as this profession, as always, plays an important function from a social and cultural point of view for its connection to the development and the education of future citizens. Purpose of this essay is to provide a broad overview of what the training of teachers has been in the last five years including courses and masters, and their contents, that have taken place in Italian universities and that have been addressed to teachers who aim to update their knowledge and their skills in light of the current laws and based on the new educational needs of a constantly changing society. Special focus is given to the role teachers for special needs who on a daily basis interact with disability, and that more than others require to be constantly updated in educational intervention and educational teaching. It’s therefore clear that teachers’ training has to aim to create a school that is as more inclusive and accessible to all as possible. Key words: teacher training, support teachers, inclusion school, normations

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Políticas de inclusão escolar no Brasil e suas diretrizes Claudio Roberto Baptista Melina Chassot Benincasa Meirelles

Abstract The aim of this paper is the analysis of the schooling processes of people with disabilities in Brazil, considering aspects of the educational policy of the country and the specific context of a city in the southern region.There had been used predominantly in the analysis normative documents and educational indicators. The theoretical foundation has its basis systemic thinking and the cognitive approach of policies linked to the work of Pierre Muller and Yves Surel.This study shows the occurrence of advances in school inclusion, such as: significant increasing in enrollment of students with disabilities in regular education and provision of specialized support services in special education.There is the persistence of major challenges related to qualification of services, to teacher education and to the necessary changes in the scope of curriculum. Keywords: special education, school inclusion, education in Brazil, educational policies

Questo testo si propone di analizzare i processi di scolarizzazione delle persone con disabilità in Brasile, considerando gli aspetti della politica educativa del Paese e del contesto specifico di una città nella regione Sud. Nell’analisi, sono stati utilizzati soprattutto documenti normativi ed indicatori educativi. Il fondamento teorico si basa sul pensiero sistemico e sull’approccio cognitivo delle politiche connesse al lavoro di Pierre Muller e Yves Surel. Lo studio mostra l’occorrenza dei progressi dell’inclusione scolastica, come il significativo aumento delle iscrizioni di studenti con disabilità nell’istruzione regolare e l’offerta di servizi di supporto specializzato in educazione. Restano importanti sfide relative alla qualificazione dei servizi, alla formazione degli insegnanti e alle modifiche necessarie al programma scolastico. Parole chiave: pedagogia speciale, inclusione scolastica, educazione in Brasile, politiche educative

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Play Literacy

di Roberto Farné

Abstract Partendo dal concetto di “Alfabetizzazione” nel suo significato corrente, l’articolo cerca di definire il tema della “alfabetizzazione ludica”. Al centro dell’analisi vi è il gioco come esperienza naturale e fondamentale nella formazione del soggetto in particolare nell’età dello sviluppo. L’esperienza ludica infantile si è profondamente modificata negli ultimi decenni: all’affermazione del gioco come “diritto dell’infanzia” (Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, ONU 1989), si contrappone nella nostra società una “crisi del gioco” nella sue forme di libertà e di autonomia tale da configurare una sorta di “Play deficit disorder”. Dal punto di vista pedagogico si tratta di restituire all’infanzia campi d’esperienza che le sono stati sottratti. Analogamente alla cultura ambientalista della biodiversità, la pedagogia del gioco dovrebbe operare sulla base di un orientamento alla “ludodiversità”. Parole chiave: gioco, educazione, alfabetizzazione, apprendimento, ludodiversità

Starting from the current meaning of “Literacy”, the article tries to define the topic of “Play literacy”.The focus is the play as natural and fundamental experience concerning self education and training, in particular during the years of growth. The child play experience is deeply changed in the past decades: while the Convention of the Right of the Child (ONU 1989) claims the “Right of the child to engage in play and recreational activities”, we assist in our society to a “crisis” of the play in its forms of freedom and autonomy. A new emergency is taking place: we can talk about “Play deficit disorder”. From the pedagogic point of view we should return to the children the experience fields for which they have been dispossessed. As well as the environmental culture upholds the “biodiversity”, the pedagogy of play should operate in order to a concept of “ludodiversity”. Key words: play, education, literacy, learning, ludodiversity

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I sistemi detentivi tra educazione e rieducazione

di Roberta Caldin, Alessandra Cesaro

Abstract

Parole chiave: educazione, carcere, trattamento

dossier

L’introduzione al dossier nasce con l’intento di riflettere sul trattamento rieducativo nei contesti penitenziari. Partendo dall’articolo 27 della Costituzione italiana sofferma l’attenzione sulla difficoltà di declinare tale previsione normativa e sulla complessità del lavoro educativo in carcere.

The introduction to this dossier is written with the aim to think over the re-educational treatment in a penitentiary context. Starting from article 27 of italian Consitution, it focuses on the difficulty of implementing this legislation and complexity of rehabilitation inside a prison.

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EDUCAZIONE E SISTEMI DETENTIVI

Key words:

education, jail, treatment


Sfide e risorse dell’educatore nell’istituzione penitenziaria. Il cambiamento del ruolo dell’educatore

di Lorena Orazi

Abstract

dossier

Il presente lavoro propone una riflessione sul ruolo dell’educatore nel carcere a 40 anni dall’entrata in vigore della legge 26 luglio 1975, n. 354 (cd. Ordinamento penitenziario) attraverso le principali circolari che ne hanno descritto compiti e finalità, con un’attenzione agli strumenti e alle possibilità concrete di realizzare un lavoro educativo con adulti condannati. Il contesto rigido di lavoro, la condizione di “costrizione” delle persone destinatarie della proposta rieducativa, la frammentazione e varietà della formazione degli educatori, le aspettative di ruolo connesse a un mandato istituzionale di grande spessore ideale, sono elementi che condizionano fortemente la possibilità che l’educatore possa rieducare in carcere. Appare dunque necessario che nel processo di rieducazione siano coinvolte le diverse figure che tessono relazioni con il detenuto e che l’educatore sia una risorsa in grado di coordinare gli interventi per il reinserimento sociale. Parole chiave: educatore penitenziario, rieducazione, carcere

Key words: prison educator, rehabilitation, jail

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EDUCAZIONE E SISTEMI DETENTIVI

This report is a contribution to the debate about the wide range of duties and responsibilities of the prison educator in a prison service since the Italian prison reform in 1975. Prison educator is committed in supporting prisoners’ rehabilitation and find the way to carry on educational work with adult inmates, providing them with adequate guidance support. Difficult working life condition in prison, educators with different background and high sense of responsibility within a Constitution framework are key elements which can affect the quality and efficiency of the prison educator’s role.Within such an environment, positive relationships become especially important. Prison educator staff are now improving cooperation with people who know prisoners in the activities (teachers, volunteers, tec.) in order to offer them greater opportunities in their rehabilitation process.


La relazione d’aiuto come possibile strumento d’ascolto e di sostegno al cambiamento in carcere

di Luca Decembrotto

Abstract

Parole chiave: carcere, relazione d’aiuto, ascolto e sostegno, subcultura detentiva, trattamento penitenziario

Key words: prison, counseling, listening and support, penitentiary subculture, penitentiary treatment

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EDUCAZIONE E SISTEMI DETENTIVI

This article attempts to explore educational different tools from those already in use in prisons. The purpose is the encounter between professionals and prisoners, outside the normalizing logic existing in prison, to make sense of imprisonment. Focusing on counseling, not a new tool, the article tries to answer to needs of listening and support currently required at administrative level, often disregarded in practice.

dossier

Questo articolo si propone di esplorare strumenti educativi differenti da quelli già in uso nelle carceri. Lo scopo è quello di poter rendere possibile l’incontro fra professionisti e detenuti, al di fuori della logica normalizzante esistente in ogni istituto detentivo, per poter dare un senso alla pena detentiva. Focalizzandosi sulla relazione d’aiuto, pur non essendo questo un nuovo strumento, l’articolo cerca di dare risposta ai bisogni d’ascolto e di sostegno, attualmente richiesti a livello amministrativo, spesso ancora disattesi nella pratica.


di Milena Santerini L’attribuzione della cittadinanza ai minori figli di immigrati rappresenta oggi una sfida culturale, politica e pedagogica. Il termine, come è noto, riveste più di un significato. Comunemente, nel senso giuridico-politico, indica l’appartenenza a un determinato stato, con i conseguenti diritti e doveri che ne discendono1. In Italia, la cittadinanza tende a sovrapporsi alla nazionalità, e definisce quindi il vincolo che unisce il cittadino allo Stato. Le politiche di concessione della cittadinanza ai membri della società o agli esterni qualificano un Paese e lo caratterizzano in base al suo modello di convivenza. Si è parlato così di jus sanguinis (l’acquisizione della cittadinanza per discendenza), di jus soli (in base al luogo in cui si nasce) o jus domicilii (per residenza stabile). Ancora nel 1992, quando già il fenomeno dell’immigrazione era in espansione, l’Italia, riformando una legge del 1912, si uniformava al primo modello, tradizionale, concedendo generosamente la naturalizzazione ai figli e ai discendenti degli italiani all’estero, anche se non conoscevano la lingua e non avevano mai fatto ritorno in patria. Si calcola così che quasi 70 milioni sarebbero quelli che, se esercitassero questo diritto, diverrebbero italiani (Savino, 2014). In realtà la costruzione di una vera coesione sociale, capace di rispondere ai gravi conflitti che investono le città e le periferie italiane, deve invece partire da una riforma che includa le nuove generazioni, figli di immigrati che hanno investito nel nostro Paese con un progetto esistenziale e lavorativo. Di questi ragazzi si è ormai detto e scritto molto. “Stranieri in patria”, “italiani di fatto ma non di diritto”, “cittadini a metà”2. Sono varie le espressioni per descrivere una situazione che riguarda, in Europa, quasi soltanto il nostro paese, e cioè una cittadinanza interrotta anche per coloro che sono nati sul suolo italiano. Per loro, almeno fino ad ora, si apre un complicato percorso ad ostacoli, dato che potranno chiedere la cittadinanza italiana solo al compimento dei diciotto anni e solo dopo aver dimostrato di aver risieduto senza interruzione nel territorio. Sono ormai evidenti e condivisi anche dalla maggior parte della popolazione i motivi per approvare l’auspicata riforma in Parlamento che

1

2

La cittadinanza indica la condizione della persona a cui lo Stato riconosce la pienezza di diritti-doveri. Attualmente ipso facto un cittadino italiano acquisisce anche quella europea. Oltre alla connotazione politico-giuridica, però, va considerata la valenza di appartenenza socio-culturale e di conseguenza quella pedagogica che investe il progetto di vita di una persona. Cfr. Ambrosini, Molina (2004), Dalla Zuanna, Farina, Strozza (2009), Ricucci (2010).

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Giombattista Amenta Dal disagio alla rinascita del sé La Scuola, Brescia 2014, pp. 168

Q

uando inizia un anno scolastico, il desiderio di partire e lo slancio ad esso legato sono spesso accompagnati da domande che portano con loro preoccupazioni e ansie. Come insegnante, quali nuove strategie didattiche sarò chiamato a escogitare e sperimentare perché tutti gli allevi che mi sono affidati possano sviluppare le proprie competenze? Il clima di classe sarà ancora difficile? Quanti saranno quest’anno gli allievi che disturberanno? Questi e simili interrogativi affliggono non solo gli insegnanti, ma molte delle figure educative che possono rischiare di sminuire difficoltà di alcuni ragazzi che adottano atteggiamenti ipermaturi. “Dal disagio alla rinascita del sé” è un testo in cui G. Amenta presenta riflessioni non solo sui ragazzi “difficili” che manifestano molteplici disagi in forma evidente, ma anche su quei “bravi ragazzi” che tendono ad adottare atteggiamenti diligenti e disciplinati che, però, possono anche sottendere importanti processi volti ad attenuare o a danneggiare parti genuine di sé ritenute improprie. L’azione educativa, secondo l’Autore, non può quindi fondarsi unicamente sul livello esterno-osservabile dei comportamenti problema. G. Amenta, ripercorrendo lo sviluppo delle tappe evolutive dell’uomo, argomenta come l’equilibrio dell’identità sia

dinamico e stia alla base della crescita continua di ciascuno nella definizione del proprio sé e delle sue rappresentazioni. La confusione che può essere sperimentata nell’identità è connessa alla difficoltà di stabilire un equilibrio ottimale tra l’essere sé stessi e l’essere come gli altri richiedono, ovvero tra le aspettative personali e quelle sociali. L’Autore indica come “un certo grado di adattamento, quale finalità educativa da perseguire, risulti fondamentale” (p. 21), ma è importante che l’adattamento non porti l’educando a utilizzare un atteggiamento smisuratamente adattato: “in una pratica, alcuni si illudono che risulti vantaggioso sostituire un sentimento autentico con uno ritenuto socialmente accettabile” (p. 141). Il rischio infatti è che “se interiorizzati e realizzati in maniera esagerata, oltre a risultare avvilenti, tali percorsi si rivelano illusori, paradossali e distruttivi. Costituiscono, di fatto, modi diversi di tumulare se stessi e determinare categorie di bisogni fondamentali” (p. 97). Le figure educative sono chiamate a evitare di realizzare interventi che presuppongano che l’allievo si trasformi abdicando a sé stesso e alla sua autenticità. “La tentazione di pensare e di agire come se si avesse il potere di determinare tutta una serie di esiti che passano attraverso l’allievo e di invadere il suo campo di azione prescindendo dal suo potere,

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