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Studente | Relatore | Corelatori |

Giuseppe Riera prof. Vittorio Fiore

prof. Edoardo Dotto dott. Pasquale Direse

S.D.S. Architettura Siracusa Corso di Laurea in Architettura Ateneo di Catania Tesi di Laurea: R.I.MAPPING, rigenerazione urbana della villa comunale di Augusta con l’uso di installazioni e projection mapping 21 OTTOBRE 2014



ABSTRACT L’isola di Augusta, unita alla terraferma per mezzo di due ponti, presenta un grande polmone verde costituito dalla villa comunale, situata in una posizione tale che gode a levante della vista del golfo Xifonio e a ponente del porto megarese dove si trovano i forti Garcia e Vittoria. Con la sua vegetazione e i suoi sentieri avvolge il Castello Svevo, mentre al suo interno sono presenti vari monumenti e busti artistici. La Villa Comunale ha rappresentato negli anni ’60 un luogo di ritrovo per la popolazione. Infatti era il luogo non solo del cosiddetto passeggio ma anche di organizzazione di manifestazioni culturali e musicali. Con l’andare del tempo si è deteriorata a causa dell’incuria e della mancata manutenzione dell’amministrazione comunale, fino a giungere ai giorni nostri in cui si trova in uno stato di degrado e abbandono totale. Nel corso degli anni si sono succeduti vari progetti di riqualificazione e restauro non andati a buon fine per carenza di fondi economici. Il progetto che si propone ha l’obiettivo di non sconvolgere la disposizione degli elementi esistenti ma piuttosto di integrarsi armoniosamente con la vegetazione e le architetture storiche presenti in loco. Detto progetto presenta un budget limitato per la sua realizzazione, rispetto ad altri. Il progetto consiste nella creazione di installazioni che imitano la natura, disposte lungo il perimetro della villa in moda da creare così un percorso che inviti turisti ed abitanti alla scoperta e riscoperta di questo magico posto dalla grande valenza storica e paesaggistica. Le installazioni oltre ad avere un significato simbolico-storico, avranno diverse funzioni in modo da coinvolgere le persone a viverle e attraversarle, durante le ore notturne saranno piano di proiezione per il video projection mapping.



indice 1

2 2.1 2.2

3 3.1 3.2

4 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 5 5.1 5.2

Augusta e i suoi giardini pubblici Augusta cronologia storica

p. 7

i giardini urbani storia della villa di Augusta il sistema dei percorsi e delle piazze progetto di restauro, arch. Marco Niciforo 2008

p. 15

strategie di recupero per una nuova fruizione come rigenerare la villa? strumenti per rivitalizzare il luogo: installazione site specific e video mapping esempi di installazioni e di video mapping

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idea di progetto: alberi come installazioni lo studio delle forme dell’albero nell’arte la prospettiva solida nella scenografia e nell'architettura finzione teatrale svelata il sistema 'albero' inserimento degli 'alberi' nei luoghi della Villa

p. 53

installazioni temporanee il video projection mapping progetto video

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p. 13

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p. 55 p. 63 p. 67 p. 69 p. 75

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Foto aerea di Augusta


AUGUSTA E I SUOI GIARDINI PUBBLICI

“La villa o piano del castello, come comunemente si è soliti chiamare i giardini pubblici «Orso Mario Corbino» è, senza dubbio, uno dei luoghi più cari della città per quasi tutti i cittadini, specie per coloro che vivono qui fin dalla prima infanzia e che ad essa collegano tantissimi ricordi.”¹ Le prime testimonianze dell’uso della villa da parte degli abitanti si hanno a partire dal fine ‘800, a quei tempi la villa veniva frequentata quasi solamente da persone anziane e dai giovani, poiché i lavoratori stanchi dal lavoro non trovavano il tempo di fare una passeggiata. Gli abitanti di Augusta erano soliti riunirsi alla villa durante le sere festive d’estate. In quel periodo non esistevano mezzi di comunicazione, che si diffusero solo nel ventesimo secolo, e la villa rappresentava tutto per gli abitanti di questa piccola città. Era luogo d’incontro, di passeggiate e di conversazione, sede anche dell’avvenimento mondano e della manifestazione culturale. Infatti le poche altre attrattive come gli spettacoli di teatro, non alla villa, erano rari e li godeva solo chi poteva pagare il biglietto. La maggioranza invece poteva godere dell’unico posto culturale accessibile, poiché era a partecipazione gratuita come il concerto della banda musicale. Sempre in questo periodo, la villa “venne ingrandita di viali, di grandi aiuole, di lunghe siepe di rose e prese l’aspetto di gaio giardino.”² Durante i primi anni del ‘900, lo spazio dei giardini pubblici continua a crescere ed i cittadini denominano con ‘villa grande’ e ‘villa piccola’ rispettivamente le zone alberate a ponente e levante. La villa si espanse poiché oltre alla prevalente funzione sociale, dove i cittadini trascorrono il 7



Foto panoramica dei giardini pubblici

loro tempo libero, questo spazio viene anche concepito come un polmone verde volto alla depurazione dell’aria. Infatti sono molto significative le parole dette a tal proposito dall’oratore in occasione della Festa degli Alberi nel 1912, celebrata proprio alla villa, “..il bosco lavora per noi. Esso rende mite e bello il clima, rende salubri i luoghi malsani; regola i corsi delle acque del cielo e della terra; evita i dannosi scoscendimenti dei terreni..”³ In questo periodo lungo i viali passeggiavano anche “le eleganti francesine venute a stabilirsi qui, i giovani pescatori, per ingraziarsi le vezzose provenzali, si vestivano nei «dì di festa» a somiglianza dei marinai francesi, col berretto tondo.. Costume che, portato fino ai primi di questo secolo, oggi è caduto in disuso.. e anche le belle augustane cominciano ad imitare i costumi francesi: il cappotto d’inverno e lo scialle d’estate..” ⁴ Negli anni ’60 con la rinascita dell’economia del dopoguerra, le vecchie tradizioni non sono molto cambiate, nei periodi estivi la villa è sempre molto frequentata per le passeggiate, per le serate di lirica al palco della musica e dei vari eventi mondani. Negli ultimi decenni c’è stato un disinteresse da parte dell’amministrazione pubblica per cui la villa si è lentamente degradata e la magia che riusciva a creare era svanita lasciando il posto al caos e al disordine. E così è stato fino ai giorni nostri. Infatti passeggiando per la villa si nota l'incuria e l’abbandono in cui versano le aiuole, gli alberi, le panchine ed i lampioni. Il tratto che da Augusta Isola conduce alla terraferma è invaso da sterpaglie e all'incuria che domina va aggiunto un 9



altro elemento da non sottovalutare rappresentato dalla pavimentazione in dissesto. Insistente e continua è l'azione dei vandali che danneggiano tutto, come per esempio l'illuminazione pubblica del tratto che costeggia il castello. I servizi igienici sono spesso chiusi per mancanza di addetti che ne curino la manutenzione.

Note

1 Salerno E., Notiziario Storico di Augusta, La villa, Giugno, 1969, n°4. 2 Salomone S., Augusta Illustrata ovvero Storia di Augusta, 1876, p.276. 3 Sangiorgi M., La Festa degli Alberi, 1912, Biblioteca Comunale di Augusta Archivio Blasco. 4 Motta G., Storia di Augusta (dalle origini ai nostri giorni), Edizioni Mendola, Augusta, 1972. 11



Augusta cronologia storica

728 a.C. 1062 d.C. 1232 1262 1566 1675 1678 1693 1735 1917 1943

800

700

600

500

728 - 481 a.C.

Greci

I greci si insediano nei pressi dell’ isola fondando Megara Iblea I normanni occupano l’isola Fondazione della città di Augusta voluta da Federico II La città viene assediata e conquistata dagli angioini Garcia di Toledo ordina la costruzione di torre Avalos e dei forti Garcia e Vittoria I francesi conquistano Augusta guidati dall‘ ammiraglio Vivonne La città ritorna in mano degli Spagnoli Augusta viene rasa al suolo da un disastroso terremoto La città cade in mano ai Borboni Viene avviata la costruzione di un hangar per dirigibili Augusta subisce un pesante bombardamento e il 12 luglio viene occupata dalle forze alleate

400

0

1200

1232 - 1269 d.C.

Normanni

1300

1400

1269 - 1282 d.C.

Angioini

1500

1600

1700

1282 - 1720 d.C.

Aragonesi

1800

1900

1735 - 1805 d.C.

Borboni

13


Stato di fatto della villa di Augusta


I GIARDINI URBANI

Il giardino pubblico, come spazio di natura formalmente organizzata, nei suoi esordi partecipa a quella serie di eventi che annunciano la trasformazione dalla città storica a città moderna. E' un fenomeno relativamente recente che tra il XVII e XVIII secolo trasforma i modi di vita e l'immagine degli abitanti, anche se nell'epoca antica quello che chiamiamo verde pubblico non era totalmente sconosciuto. Il giardino pubblico nasce in Francia nella prima metà del Settecento e poi si diffonde in tutta Europa nella seconda metà del secolo. E’ un luogo urbano perimetrato segnato da un disegno formale regolare dato dai percorsi, dalle alberature e dalla compenetrazione delle aiuole, destinato esclusivamente al passeggio a piedi. Originato dalla ritualità dei boulevards, cioè dalla cerimonia della passeggiata, ha una conformazione su viali paralleli ma, a differenza dei grandi viali, rimane chiuso da recinzioni ed è segnato da limiti precisi. I giardini romantici, invece sono giardini suggestivi, cioè creati per suggerire emozioni più che mostrare nettamente. Essi nascono intorno al XVIII secolo in Inghilterra e sono dei giardini opposti a quelli francesi. Ricchi di spazi racchiusi ed ombrosi, più che di spazi aperti, luminosi e lineari, sono dedicati a suggerire alla fantasia ed alla sensualità. È una sequenza di luoghi intimi tra alberi, cespugli e fiori che apparentemente sono fatti crescere in modo naturale, ma che si avvalgono anche di altri tipi di arredi, opportunamente distribuiti, come pergole, vasi, statue, scalinate, sedili appartati, creando un complesso ambientale 15



di fatto parecchio modificato e ben poco naturale, allo scopo di creare un'atmosfera pittoresca di scoperta e contemplazione della natura.

Storia della villa di Augusta

I giardini pubblici situati all’ingresso dell’isola di Augusta si sviluppano intorno al Castello Svevo dove trovano maggiore estensione verso sud. Essi non furono realizzati in un unico periodo storico, e l’aspetto attuale è la conseguenza di un processo di continuo ampliamento e modifica sviluppatasi nel corso dei vari secoli, dalla costruzione del castello ai primi anni ’60. Tutto ha inizio nel 1676, quando gli spagnoli realizzano una grande Piazza D’Armi antistante al Castello Federiciano. Nel 1850 il conte d’Artois, comandante della guarnigione francese, giunto ad Augusta ed insediatosi nel castello, si preoccupò non solo di garantire la difesa della città ma anche di abbellirla, pensando di iniziare dalla villa. Egli si accorse che un albero di ficus, situato vicino al castello, cresceva molto rigoglioso; così decise di farne piantare altri disponendoli in fila, tracciando il perimetro che in futuro avrebbe definito la villa da offrire al pubblico per le sue passeggiate romantiche. Il termine Villa, dunque, fu introdotto dai Francesi. Negli anni successivi i giardini furono ampliati nella parte ovest con la creazione di un Belvedere e nel 1965 fu creata una stele per i caduti dell’Aviazione della Marina sormontata da un motore d’aereo ripescato nel porto, di cui oggi ne rimane solo la stele. Il Belvedere fu arricchito con 17



aiuole e sedute. Da qui si gode la vista del grande porto Megarese, con i forti Garcia e Vittoria e si scorge in lontananza l’hangar per dirigibili. Nella parte est fu costruito un sedile in pietra dalla forma semicircolare, chiamato dai cittadini ‘sedile o cocciu’¹, da cui si gode il panorama sul porto Xifonio, con la vista longilinea del Monte Tauro e la linea d’orizzonte del mar Ionio che fa da sfondo. Nel 1891 fu costruito un gazebo con tettoia conica che poggia su pilastrini in ghisa stile liberty, chiamato dalla popolazione ‘Palco della Musica’. La pianta è a base ottagonale e nei giorni di festa la banda musicale eseguiva concerti per tutta la popolazione. Le due zone, di levante e ponente, sono collegate da un lungo piano alberato, costituito da alberi di Ficus Benjamin². Nel 1905 venne eretto nel lato ovest della villa, un busto del Re Umberto I, come manifestazione di affetto della popolazione, in occasione delle sue visite ad Augusta. Nei pressi troviamo un’altro monumento dedicato a Dante Alighieri in occasione dell’ottavo centenario della sua nascita. Dal 1923 la Villa è intitolata allo scienziato augustano Orso Mario Corbino. Nel 1924 fu costruito il monumento al Milite Ignoto, con la statua rivolta verso sud sulla via Principe Umberto. Oltre la statua sono presenti delle scalinate centrali, vasche in marmo bianco con giochi d’acqua e due grandi aiuole. La Villa, inoltre, presenta varie specie di essenze botaniche. Infatti Augusta era famosa per le palme a tal punto da essere chiamata Isola delle Palme³. Se ne possono ammirare parecchie specie; tra le quali le palme da dattero, importate dalla costa africana. I viali, somigliano a delle gallerie verdi formate dalla 19



chioma dei ficus a foglia piccola, molto frequentati nella stagione estiva per l’ombra e la freschezza dell’aria. Continuando a passeggiare troviamo oleandri di vario colore, phytospory e nel lato ad est anche dei grandi agave dalle fioriture particolari. Verso nord, lungo la discesa pedonale che arriva alla Porta Spagnola e che collega così il centro storico alla borgata, possiamo ammirare sulla sinistra un boschetto di conifere e, sulla destra, un boschetto di Eucaliptus. Nonostante gli svariati progetti di riqualificazione e restauro dei monumenti, alcuni di essi anche approvati, l’omissione dei fondi da parte di enti regionali e l’incuria da parte dell’amministrazione i Giardini Pubblici si trovano in completo stato di abbandono e di dregado. Tutto ciò certamente non incoraggia i cittadini a riscoprire e vivere il posto, ma contribuisce a far affievolire la magia che circondava questo luogo.

Il sistema dei percosi e delle piazze

La Villa situata all’inizio del centro storico di Augusta comprende un’area di ben 75.480 m², ed è raggiungibile facilmente a piedi sia dall’isola che dalla borgata. Rappresenta l’unico polmone verde della città antropizzato, con una vasta presenza di specie vegetali tipiche della flora mediterranea. Si trovano in maggiore quantità alberi di ficus benjamin e ficus elastica lungo i sentieri e nella parte a sud, come a delimitare il perimetro della Villa, poi varie specie di palme, sparse tutto intorno, anche alberi di eucalyptus e conifere nel lato ovest. Da una vista fotografica dall’alto dell’area totale 21



Assonometria dei 'vuoti'

della villa si evidenziano subito i pieni ed i vuoti, i primi costituiti da verde, dalle varie strutture e dalle aiuole, i secondi costituiti da aree pedonali, sentieri e aree parcheggio. Si nota la presenza di cinque aree di ‘vuoto’, rappresentate da piazze ed aree di sosta, che quasi per coincidenza sono indicate dalle cinque punte delle mura perimetrali interne del castello. Per convenzione di esse assegneremo ad ognuna una lettera: A _ La piazza ad ovest con il Monumento ai caduti dell’Aviazione presenta una vista panoramica sul porto Megarese. B _ La piazza a sud con il Monumento al Milite Ignoto è disposta in asse con la via Principe ed è visibile anche ad una certa distanza dalla Villa. Anche le panchine sono disposte come a creare un cono prospettico sulla via. C _ La piazza ad est con il palco della musica presenta delle aiuole intorno al palco che delimitano il suo spazio di pertinenza e formano un’ellisse. Poco più avanti nella parte ad est che si affaccia sul golfo Xifonio. D _ All’area di sosta sita a nord-est ci si arriva tramite un sentiero che costeggia il mare da una parte ed il castello dall’altra. Il sentiero, ormai in stato di abbandono, è stato oggetto di attacchi vandalici che hanno distrutto l’illuminazione pubblica e inoltre la mancanza di manutenzione ha fatto sì che la vegetazione ricoprisse parti del percorso. E _ Lo spazio a nord-ovest, attaccato alla Porta Spagnola, rappresenta uno spazio di vario pregio paesaggistico in quanto, oltre le mura esterne del castello, si può ammirare la parte del porto, ad est i due ponti di collegamento, la borgata a nord e il monte ed il mar Ionio ad est. 23



Sezione 1

Le cinque aree creano un percorso lungo tutto il perimetro della Villa, lungo 1,25 km, percorribile in venti minuti a piedi e cinque in bici, lungo il quale si può ammirare la villa a tutto tondo. I punti di accesso ai giardini pubblici sono quasi tutti posti nella parte sud, (sez. 1) ai quali si accede direttamente dalla strada. Lo spazio della villa è delimitato da un gradino alto quanto un marciapiede e da filari di ficus che presentano una delimitazione a pianta circolare usata anche come seduta. L’unico punto di ingresso che si trova a nord, dalla parte della Porta Spagnola, è costituito da un sentiero che non appena entrati si divide in due parti, da un lato il sentiero in salita che funge da collegamento pedonale tra l’isola e la borgata (sez. 2), dall’altro il sentiero che costeggia il mare. Oltre allo stato di degrado ed abbandono in cui versa attualmente la villa, per comprendere come e su cosa intervenire, oltre a capire la vera essenza del luogo, bisogna chiedersi quando e chi visita i giardini pubblici. Attraverso una documentazione fotografica, si sono ricavati preziosi dati che hanno fornito materiale di riflessione sulle dinamiche che spingono la gente a frequentare questo luogo. Tale documentazione è stata eseguita in tre giorni diversi della settimana (martedì, venerdì e domenica), ed a ore diverse della giornata (09:00,13:00,15:00,17:30), nei punti strategici A, B e C. Dalla suddetta documentazione si evince che le aree maggiormente visitate sono la piazza del Milite Ignoto B, l’ area di parcheggio che porta alla caserma della Polizia A, l’ area di playground e la seduta in pietra ad est C, in quanto sono luoghi di passaggio e più vicini agli ingressi principali. 25



Sezione 2

Non c'è curiosità o voglia di vivere gli altri spazi. La villa viene visitata maggiormente durante il fine settimana e le ore diurne, come luogo di passeggio e ludico; tranne per qualche sporadico evento organizzato questo luogo rimane vuoto durante le ore notturne. Ciò è dovuto alla inadeguata e mal funzionante illuminazione e allo stato di degrado che incentiva la frequentazione a persone poco raccomandabili. Durante i mesi più freddi si dimezza il numero delle persone che la frequentano. In quanto viene utilizzata come luogo di passaggio o funzionale per i servizi alla popolazione che qui si trovano (sede commissariato P.S. e uffici comunali), invece durante i mesi estivi si popola in quanto i cittadini godono dell’aria fresca. Più della metà della popolazione che visita questo luogo ha un’età maggiore di quarant’anni. Legati al ricordo del tempo che fu le persone anziane la frequentano come luogo di incontro mentre la presenza dei giovani è assente e l’incentivo a frequentarla.

Note

1 Sedile semicircolare in pietra così sopranominato dai cittadini di Augusta. 2 Il Ficus Benjamina proviene dall'Asia sud-orientale dove può raggiungere i 25-30 m d' altezza ma può essere allevata con successo in appartamento. Le foglie sono piccole, ovate, appuntite all' estremità, di colore verde intenso. 3 "L‘ isola delle palme è un'isola del''Italia sita nel mar Ionio in Sicilia, in provincia di Siracusa." M. Martinucci, Sognando le isole italiane. Guida per radioamatori. Vol. 3 - Tutte le isole della Sicilia, Sandit Libri, 2007, p. 53. 27



Rilievo fotografico

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Progetto di restauro, arch. Marco Niciforo, 2008

Oltre ai numerosi progetti di restauro della villa comunale e dei monumenti all’interno di essa, esiste un progetto esecutivo di ‘Riqualificazione della Villa Comunale e sistemazione Parco Castello Svevo’ a cura dell’architetto Marco Niciforo. Esso è stato approvato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Siracusa nell’anno 2008, ma non è stato mai realizzato nonostante le promesse della Giunta Comunale. E’ rimasto solo un progetto attualmente archiviato nell’ufficio Settore Lavori pubblici di Augusta. Ho analizzato a fondo tale progetto con l’intento di estrapolare le linee guida utilizzate ed approvate per reinterpretarle in una mia soluzione progettuale. L’archittetto Niciforo è intervenuto nella parte dei giardini antistante al castello Svevo, ovvero nelle piazze B e C e nelle parti limitrofe, lasciando invariata il resto della villa comunale. Nella area di fronte alla via C. Colombo, è stata realizzata una rientranza per la fermata dei bus in quanto precedentemente erano costretti a fermarsi in mezzo alla strada ostacolando così il normale flusso del traffico. La piazza B è stata completamente ridisegnata. L’area perimetrale in marmo del Monumento ai caduti è diventa a forma quadrata, forma data dalle aiuole con ingresso sempre frontale all’asse della via Principe Umberto. Antistante al monumento la pavimentazione crea una griglia quadrata della stessa grandezza con sedute ed alberi per l’ombra. La pavimentazione così diventa elemento di spicco in tutta la piazza in quanto crea delle forme geometriche che differenziano le varie aree. Il disegno poligonale delle aiuole precedenti viene sostituito con quello di forma ellissoidale a diversa altezza, formando così delle dune. L’illuminazione pubblica viene disposta secondo il nuovo disegno della piazza. Le modifiche riguardanti la piazza C sono più superficiali. Anche qui è presente un nuovo disegno di illuminazione e di pavimentazione rispetto alla precedente distesa di asfalto. Le aiuole vengono modificate leggermente dando loro una geometria più ortogonale. Infatti quelle della piazza ad ellisse, precedentemente frastagliate, diventano uniche lasciando tre ingressi, in corrispondenza dei sentieri pedonali più percorsi.

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STRATEGIE DI RECUPERO PER UNA NUOVA FRUIZIONE

Lo spazio meridionale dei giardini pubblici (dove è collocato il monumento ai caduti e le aree ad est ed ovest dello stesso) oggi presente alcune incoerenze. Tenendo in considerazione alcuni dati del progetto dell’architetto Niciforo ho elaborato una mia visione di tale spazio con lo scopo di renderlo più armonioso e funzionale. La strada per i veicoli che attraversa internamente la villa e che costeggia il monumento ai caduti, percorribile in un unico senso di marcia, viene divisa in due sezioni con la creazione di due aree destinate a parcheggio e dotate di due ingressi distinti. Le aiuole hanno una funzione importante di delimitazione degli spazi e in alcune zone cambiano la loro precedente sistemazione. Le aiuole site tra il parcheggio ad est e la piazza B vengono snellite nella zona del parcheggio in modo tale da accentuare il gioco prospettico dato dalle panche ed estendendo l’area di parcheggio ad est. Invece la zona retrostante al monumento viene ad assumere un disegno curvo che segue la linea del monumento, diventando esclusivamente strada pedonale. Ho rimosso alcuni alberi posti frontalmente alla via Principe Umberto per avere una vista migliore della piazza e creando così un ingresso principale più ampio e delineato. L’area di parcheggio ad ovest, minore in grandezza rispetto alla precedente, costeggia un lato dell’ ex cine-teatro Kursaal e si affaccia sulla piazza C. Qui le linee delle aiuole diventano più ortogonali e delimitano meglio i sentieri alberati. Nella piazza ad ellisse vengono chiusi gli accessi pedonali creati senza alcun criterio e vengono aperti solo tre ingressi in 33



corrispondenza dei sentieri principali. La pavimentazione attualmente esistente nelle piazze A, B e C e nei sentieri vicini è un’orribile distesa di asfalto. L’ idea sarebbe rimuoverla e creare un calpestio di ghiaia sia per la zona pedonale che per la zona adibita al transito dei veicoli.

Come rigenerare la villa?

Dall'analisi dei dati raccolti si ricava ciò che serve per rigenerare i giardini pubblici. Possiamo proseguire elencando valide forme di intervento e soffermarci sulle più idonee procedendo per esclusione. La prima ipotesi, la più idonea, è quella di RESTAURARE tutti i monumenti presenti nell'area. Dal 2013 il Consiglio Comunale di Augusta è stato sciolto per mafia e l’Ente presenta un deficit di oltre 40 milioni di euro e, pertanto, è stato commissariato. Quindi non possiamo aspettarci iniziative da parte dell'amministrazione comunale, guidata attualmente da tre commissari esterni, che devono gestire oltre all’ordinario anche i problemi collegati allo sbarco degli extracomunitari nel nostro porto. Nell'ottobre dello scorso anno erano previsti due milioni di euro da parte della Regione Siciliana nell'ambito dei fondi europei 'P.O. Attrattori culturali, naturali e turismo', per il restauro del Castello Svevo con l'istituzione del Museo Mediterraneo Moderno all'interno della struttura, ma non si sa di detti fondi se e quando arriveranno. Pertanto scartiamo l'ipotesi di restauro. La scelta di COSTRUIRE altro è da considerare con cautela, in quanto i 35



giardini pubblici presentano parecchie preesistenze dotate di notevole valenza storica e quindi ciò potrebbe costituire un surplus. Nel 2008 è stato approvato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Siracusa il progetto di riqualificazione della villa dal momento che essa costituisce un'area di interesse culturale. La precedente Amministrazione ne aveva annunciato l'imminente attuazione, ma nulla fino ad ora è stato fatto. L'opzione di PROGETTARE NUOVO VERDE la scartiamo a priori, in quanto la villa presenta già una sua coerenza con la vegetazione e i sentieri romantici che la attraversano. Inoltre, secondo la legge n.10/2013 'Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani' degli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale come le ville, viene applicato un vincolo paesaggistico che ne impedisce l'alterazione o l'abbattimento. Riutilizzare, dando una NUOVA FUNZIONE ALLE PREESISTENZE, come ad esempio il riutilizzo dell'ex cine-teatro Kursaal, potrebbe essere una valida opzione per dare nuovi input e servizi alla popolazione. Ma i privati non sono incentivati dato che la villa è poco frequentata e lasciata allo stato di abbandono. Notando la poca affidabilità degli enti pubblici, il disinteresse degli enti privati ed i numerosi progetti di restauro del luogo accantonati, si pensa che forse i metodi convenzionali non sono idonei per la rigenerazione della villa. Bisogna far uso di un metodo diverso, innovativo ed allo stesso tempo più accattivante e con un budget contenuto. 37



Strumenti per rivitalizzare il luogo: installazioni site specific e video mapping

La presenza di numerosi vincoli in quest'area forniscono una sintonia con il pensiero di M. Botta: “I piani megalomani di trasformazione della qualità urbana sono rimasti utopie, mentre nel frattempo i problemi della città si sono acuiti. Credo che, senza rinunciare ad una strategia, è necessario riconoscere che solo nell’intervento puntuale, anche se limitato, si può avere una gestione dello spazio reale.”¹ Così ho pensato di intervenire con due tipi di installazioni² site specific³, come strumento di lettura e riappropriazione del luogo. Il primo tipo di installazioni è permanente: vuole ricordare la storia di Augusta antecedente all'Unità d'Italia, quando le popolazioni che nei secoli assediarono la città, hanno lasciato le tracce del loro passaggio. Si interviene puntualmente sui vuoti del territorio della villa, progettando sculture land art⁴ e guidando i fruitori attraverso un percorso alla riscoperta del luogo. Dette sculture si legano alla storia dei diversi colonizzatori attraverso la vegetazione, assegnando ad ognuno un albero caratteristico della loro nazione, che si trova protagonista all'interno dei giardini, che narra e fa rivivere il passato. In fondo il nostro presente altro non è che la somma degli eventi passati. Il secondo tipo di installazioni è temporaneo e consiste nell'uso del video mapping⁵ come strategia di rigenerazione urbana, dove la realtà interagisce con la sua ricostruzione digitale e ne modifica la percezione visiva. “Si tratta di una forma di intervento che aprendo alla fruizione porzioni dimenticate di città, innesca meccanismi duraturi di affezione, 39



sentimenti di appartenenza e di riconoscimento, da parte di utenti sia occasionali che stanziali, che riporta nuova vita e considerazione, rafforzando il milieu culturale già insito nel luogo.” ⁶ Il rapporto tra performing art⁷ e luogo nasce con il teatro urbano⁸, che costituisce il suo punto di partenza, e trova un riscontro anche nella danza, musica, video. Proiettando direttamente sulle sculture vegetali in luoghi abbandonati i city user⁹ ne colgono il valore aggiunto dal processo di scoperta, emozione e riappropriazione, come le impressioni suscitate passeggiando lungo un giardino romantico. Inoltre la luce riflessa dall’installazione e la fruizione da parte delle persone anche durante le ore notturne, permetteranno di non incentivare atti vandalici o illegali come dimostrato da broken windows theory¹⁰. Il giardino così abbandona l’immagine di paesaggio di fondo e si trasforma in un nuovo polo di attrazione, dove si promuove l’emozione estetica nella natura ma anche gli incontri sociali, le attività culturali e le iniziative economiche e turistiche per lo sviluppo del territorio.

Idea di rigenerazione della villa

Note

1 Botta M., L'antichità del nuovo, in Siola U. (a cura di), Architettura del presente e città del passato, Shakespeare and Company, Brescia, 1984, p.50. 2 Installazioni si intende un genere di arte visiva sviluppatosi nella sua forma attuale a partire dagli anni settanta. L'installazione è un'opera d'arte in genere tridimensionale; comprende media, oggetti e forme espressive di qualsiasi tipo installati in un determinato ambiente. È imparentata a forme di arte come la scultura e la Land Art. 41



3 Site Specific termine anglosassone che sta ad indicare lo speciale rapporto tra le stesse installazioni contemporanee ed il luogo dove sono situate. 4 Land Art forma d'arte contemporanea sorta negli Stati Uniti d'America tra il 1967 e il 1968 caratterizzata dall'intervento diretto dell'artista sul territorio naturale, specie negli spazi incontaminati, vengono utilizzati materiali antropici che naturali. 5 Video Mapping è una moderna tecnica di proiezione che trasforma qualsiasi tipo di superficie in un display dinamico. Queste proiezioni a volte raccontano una storia, altre nn lasciano distinguere la realtà dalla fantasia. 6 Fiore V., Ruzza L., Luce artificiale e paesaggio urbano. Raccontare il territorio con nuove tecnologie, LetteraVentidue, Sr, 2014, p.97. 7 Performing art è una arte perfomativadi avanguardia o arte concettuale che nasce dalle arti visuali. È una forma artistica dove l'azione di un individuo o di un gruppo, in un luogo particolare e in un momento particolare costituiscono l'opera. Può avvenire in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, o per una durata di tempo qualsiasi. 8 Teatro urbano viene definito come evento artistico realizzato negli spazi aperti urbani o comunque pubblici o di libero accesso, che coinvolga l'azione teatrale da parte di almeno un attore umano. Questa definizione include le arti plastiche, le performing arts, la videoart, il circo, il teatro, il light design, la musica. 9 City users individui, non residenti, che si recano in città transitoriamente per consumare servizi pubblici e privati, non motivati da esigenze lavorative, ma unicamente ricreative, culturali e commerciali. 10 Broken Windows Theory la teoria delle finestre rotte è una teoria nell'ambito della criminologia introdotta nel 1982 da scienziati sociali, J.Q. Wilson e G.L. Kelling. Nel 2007 e nel 2008 Kees Keizer e i colleghi della Università di Groningen hanno condotto una serie di esperimenti controllati per determinare se l'effetto del disordine esistente - come la presenza di rifiuti o graffiti - avesse aumentato l'incidenza di criminalità aggiuntive come il furto, il degrado o altri comportamenti antisociali. Hanno scelto diversi luoghi urbani successivamente trasformati in due modi diversi ed in tempi diversi. Nella prima fase ‘di controllo’, il luogo è stato mantenuto ordinato, libero da graffiti, finestre rotte, ecc. Nella seconda fase ‘l'esperimento’, esattamente lo stesso ambiente è stato trasformato in modo da farlo sembrare di proposito in preda all'incuria e carente di alcun tipo di controllo: sono state rotte le finestre degli edifici, le pareti sono state imbrattate con graffiti ed è stata accumulata sporcizia. I ricercatori hanno poi segretamente controllato i vari luoghi urbani osservando se le persone si comportavano in modo diverso quando l'ambiente era stato appositamente reso disordinato. I risultati dello studio hanno sostenuto la teoria. La loro conclusione, pubblicata sulla rivista Scienze, è che “Un esempio di disordine, quale i graffiti o i rifiuti, può indubbiamente incoraggiarne altri, come ad esempio il furto.” 43



Esempi di Installazioni land art Lungomare del Foro Italico Luogo_ Palermo Anno_ 2005 Progettista_ Italo Rota Obiettivo_ Riqualificazione urbana, collegare la città al mare. Strategia_ Trasformazione dell’area degradata in distesa di verde, arricchita da installazioni artigianali di valenza storica e giochi di luce. Descrizione_ La zona attualmente denominata Foro Italico copre un’area di circa 10 ettari. Luogo di passeggio della nobiltà palermitana nel periodo della Belle Epoque, venne danneggiato gravemente dai bombardamenti della 2° g.m. e coperto da macerie provenienti dai palazzi distrutti nel centro storico che allontanarono di ben 200m la città dal mare. La zona attualmente denominata Foro Italico copre un’area di circa 10 ettari trasformarto nel 2005 in un immenso ‘mare verde’, ma questo non è l’unico elemento caratterizzante, bensì 2000 principesse di ceramica, modellate dagli artigiani locali, ad imitazione della statua della nobildonna Eleonora d’Aragona, alte 50cm, disposte in maniera sfalsata danno il ‘benvenuto’ ai fruitori del parco oltre a ricoprire una funzione anti-intrusione. Inoltre tutta l’area è ricca di installazioni e altri elementi decorativi come la doppia fila di birilli multicolori lungo il confine stradale ha la funzione di ‘dissuasori’. Grande attenzione nella realizzazione dell’impianto di illuminazione caratterizzato da lampade con foto-proiettori a luce nera pre creare un’atmosfera particolarmente suggestiva. Le piante di alto fusto sono raggruppate solo in alcuni punti e dislocate in maniera da non occultare mai la vista del mare.

Fiumara d’Arte Luogo_ Castel di Tusa, Messina Anno_ nasce nel 1983 Idea_ Antonio Presti Obiettivo_ Portare l’arte fuori dai musei e valorizzare le aree degradate. Strategia_ Realizzazione di sculture in cemento armato colorato a grande scala immerse in paesaggi suggestivi, creando un museo a cielo aperto. Descrizione_ Fiumara d’arte è identificabile come un parco, ed è uno dei più grandi musei a cielo aperto esistenti. In un ambito di innovazione tipologica, che nel concetto di museo contemporaneo tende ad annullare quel rapporto distaccato fra pubblico ed opera d’arte presente nei musei tradizionali, si va sempre più diffondendo l’idea di portare le sculture all’esterno di ambienti altrimenti chiusi e ristretti di spazi espositivi collocandole in aree pubbliche, urbane e non. Ne deriva così una duplice funzione: da un lato un rapporto più stretto, intimo e casuale con l’opera d’arte e il pubblico, dall’altro la valorizzazione di zone degradate e la conseguente scoperta di paesaggi suggestivi anche fuori dalle comuni rotte turistiche. L’idea di Fiumara d’arte nasce nel 1983 da Antonio Presti che dice: “Non sopporto l’arte chiusa in un museo, non fa vivere nessuna emozione”. Tutte le opere sono in cemento armato colorato, materiale facilmente modellabile.

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Il Giardino delle Sculture Fluide Luogo_ Venaria Reale , Torino Anno_ 2003 e 2007 Artista_ Giuseppe Penone Obiettivo_ Restauro della Reggia e dei suoi Giardini Strategia_ Le sculture si fondono perfettamente nell’ambiente naturale Descrizione_ Nella Venaria Reale, grandiosa dimora sabauda recentemente aperta al pubblico a seguito di un complesso intervento di restauro, Giuseppe Penone ha realizzato Il giardino delle sculture fluide, un vero e proprio percorso di opere “a cielo aperto”. L’area destinata a tale progetto è il Parco Basso, una porzione del vasto giardino situata a fianco della Reggia. Si tratta di una fascia stretta e molto lunga (500×60 metri circa), per la quale l’artista ha scelto di mantenere la suddivisione seicentesca del terreno in una decina di riquadrature, al fine di creare un rimando con l’originario disegno, e, parallelamente, conferire alle sculture e alle installazioni da lui realizzate una propria cadenza e spaziatura. Le quattordici opere ambientali che qui si alternano ritmicamente – dialogando in maniera inedita con l’esterno della reggia – sono realizzate con due tra i materiali più tradizionali dal fare artistico: il bronzo e la pietra. “Il problema del mio lavoro è la scultura, non il giardino. Non mi sono mai preoccupato del giardino ma delle opere che lo fanno vivere e gli danno senso” G.P.

Nelson Mandela Monument Luogo_ Howick, Sud Africa Anno_ 2012 Artista_ Marco Cianfanelli Obiettivo_ Monumento in memoria di Mandela Strategia_ Scultura dal ricco valore culturale e simbolico Descrizione_ L’artista sudafricano Marco Cianfanelli costruisce un monumento dedicato a Nelson Mandela in occasione del cinquantesimo anniversario dalla cattura da parte della polizia dell’apartheid. La statua è stata eretta ad Howick, città situata a 90 chilometri a sud dalla città di Durban. L’opera si estende su 50 colonne di acciaio alte dai 5 ai 9 metri, ancorate al suolo con il calcestruzzo poi coperto. La forma della scultura disegna il profilo di Mandela, le cinquanta colonne rappresentano i cinquanta anni dalla sua cattura, un tributo per memorare il contributo, la resistenza e la solidarietà di Mandela portando un cambiamento politico e democrazia.

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Esempi di Installazioni video temporanee Volume Luogo_ Londra Anno_ 2006 Artisti_ United Visual Artists Obiettivo_ Installazione interattiva Strategia_ 48 colonne che emettono suoni e rispondono al movimento, i visitatori tessono un percorso attraverso la scultura, creando un viaggio unico tra luce e musica. Descrizione_ Gli United Visual Artists (UVA) realizzano un’istallzione nel 2006 su larga scala chiamata Volume, la sua prima collocazione avviene nel giardino del V & A Museum di Londra per poi spostarsi da Hong Kong, Taiwan, San Pietroburgo fino ad arrivare a Melbourne. L’istallazione consiste in un campo di 48 colonne che emettono suono e luce che corrispondono al movimento, grazie ad una rete nascosta di sensori a ultrasuoni. I visitatori sono invitati ad esplorare attraverso la scultura, grazie alla risposta al movimento creando un percorso unico accompagnati da musica e luce. UVA è un gruppo di artisti londinesi che combina una vasta gamma di discipline tra scultura, installazione, performance dal vivo e architettura. Lo studio ha un approccio aperto alla collaborazione, unendo competenze diverse per evolvere continuamente con nuove tecnologie e materiali, che a loro volta suggeriscono nuove direzioni artistiche.

Onirica Luogo_ Siracusa Anno_ 2013 Artisti_ Plan B, Facoltà di Architettura di Siracusa Obiettivo_ Identità urbana. Strategia_ Proiezioni con musica in 3 diversi luoghi della città per il primo Festival della Luce di Siracusa. Descrizione_ Onirica è viaggio sensoriale che propone l’interazione fra suoni e visioni, luce ed architettura, bellezza e paesaggio. Interventi, performance, istallazioni basati sul fenomeno della luce artificiale nel suo rapporto più intimo con il suono e l’architettura. Il festival si concentra su siti che solleticano la fantasia degli artisti e li ispirano nella loro ricerca per l’identità urbana. I luoghi della città si mostrano trasformati in spazi della memoria, del dialogo, della riflessione. Si avvia così un processo di ri-scoperta dell’ambiente urbano, utilizzando il potenziale figurativo del costruito come elemento-base per una riscrittura virtuale. Tutto si discosta dall’ordinario offrendo sorpresa. Ogni opera d’arte provoca pensieri e sentimenti, grazie al potere catartico della luce. PLAN B nasce come piattaforma stabile e permanente sulla quale innestare una serie di attività e proposte mirate ad offrire opportunità di incontro e scambio tra i diversi linguaggi espressivi dell’arte contemporanea.

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Incanto Mutevole Luogo_ Parco della Montagnola, Bologna Anno_ 2013 Artisti_ Apparati Effimeri Obiettivo_ Garden projection en plain air. Strategia_ Proiezione di una favola illustrata contemporanea su alberi secolari del parco. Descrizione_ Nell’ambito bolognese, Apparati Effimeri ha presentato una garden projection sui platani secolari del Parco della Montagnola, nelle serate del 12 e 13 luglio 2013. Da diverso tempo il team creativo sta portando avanti una ricerca sul mondo vegetale, che è cominciata proprio con l’approccio agli erbari di Ulisse Aldrovandi del progetto Linfa Vitale per Bologna Estate 2011 e dopo essere approdato a Roma con la composizione di un giardino all’interno del palazzo dell’ Ex Gil per il Romaeuropa Festival, il progetto di una garden projection viene finalmente realizzato en plain air, all’interno di un Parco Comunale della città di Bologna. Questa volta però, l’ispirazione non giunge direttamente dai grandi manuali di Scienze Naturali ma dalle antiche leggende dei boschi e dal mondo fatato e incantato dei piccoli personaggi che li animano. La garden projection “Incanto mutevole” ha trasformato il Parco della Montagnola in un libro pop-up, immergendo gli spettatori in una favola contemporanea illustrata da Nazli Tahvili e Amin Hassanzadeh, modellata e animata in tre dimensioni da Apparati Effimeri, musicata dal duo Kousagi Project.

Rotterdams Museumnacht Luogo_ Rotterdam Anno_ 2011 Artisti_ Sober Industries e Studio Rewind Obiettivo_ Proiettare su installazioni immagini mappate e far interagire gli spettatori. Strategia_ Realizzazione di un cubo con sensori di movimento e pulsanti con il quale le persone creavano sequenze dinamiche di proiezione, sculture smontabili e leggere. Descrizione_ Per il 'Rotterdamse Museumnacht 2011' Sober Industries e Studio Rewind hanno reso il projection mapping ad un altro livello, costruendo due grandi sculture ed entrambe le sculture sono state proiettate con immagini mappate. La novità di questo progetto è stata la parte interattiva. Gli spettatori sono stati in grado di controllare le immagini proiettate attraverso un cubo con sensori di movimento e pulsanti. Inclinando il cubo il colore delle immagini proiettate cambiava ed i pulsanti sono stati usati per saltare attraverso le immagini e per creare altri effetti come la miscelazione, facendo interagire attivamente il pubblico con le proiezioni e creando sequenze dinamiche e sempre diverse. Le sculture sono realizzate interamente in legno e possono essere smontati in pezzi più piccoli che sono più facili da trasportare. 51



IDEA DI PROGETTO: alberi come installazioni

I cinque diversi popoli, gli Angioini, gli Arabi, i Greci, gli Aragonesi ed i Normanni, che prima dell’Unità d’Italia invasero la città di Augusta verranno rappresentati e ricordati con il filo conduttore della vegetazione, associando ad ognuno di loro la pianta caratteristica. Un’altro motivo di questa scelta è che situate queste sculture dinamiche in un posto dove prevale la vegetazione, esse si integreranno facilmente con il luogo in cui saranno collocate. Attraverso una ricerca botanica si può associare agli Aragonesi, ovvero gli Spagnoli, il Pino Domestico caratteristico della flora tipica della costa orientale e meridionale con il clima simile a quello siculo. Ai Normanni, che erano una fusione di più popolazioni scandinave, si è associato l’albero tipico della betulla betula. Ai Francesi corrsiponde il Ficus Magnolioide correlato al conte d’Artois ed alla nascita della villa. Questo è l’unico albero che non ho associato al popolo ma ad un motivo più rilevante che è quello della nascita. Esso è un albero originario dell’Australia. Ai Greci si associa l’albero di Ulivo ed al popolo degli Arabi la Palma da Dattero. Le diverse specie di alberi scelti si possono trovare all’interno della villa, tranne quello della betulla che comunque essendo di origine nordica non è presente nella nostra Villa comunale ma sono presenti diversi esemplari in Sicilia. 53



Lo studio delle forme dell’albero nell’arte

Disegno di Leonardo estrapolato dal 'Trattato della pittura'

Nella prassi dell’arte molti artisti hanno rappresentato gli alberi nelle loro opere, ma solo alcuni di essi si sono soffermati a guardare la natura e ipotizzare il funzionamento di crescita. Leonardo da Vinci fu il primo che studiò e comprese il principio della crescita dei rami xilogenesi e le regole. Tutt’ora i ricercatori non conosco le regole assolute sul funzionamento del sistema albero, ma la teoria leonardiana, secondo cui ad ogni ordine di crescita delle branche la somma dello spessore dei rami è corrispondente allo spessore del tronco o ramo da cui sono generati, è risultata corretta. Nel trattato di Pittura di Leonardo Da Vinci troviamo 11 regole per la rappresentazione dell’albero: - I rami tendono ad incurvarsi verso l’alto a meno che il loro peso o quello dei frutti non lo impedisce. Il motivo di ciò è che ciascun ramo compete per ottenere una maggiore esposizione alla luce solare. - I rami che crescono nella parte inferiore dell’albero sono maggiori di quelli che crescono nella parte superiore. - I rami più centrali, quindi meno esposti alla luce, tendono a consumarsi di più e ad apparire meno belli. - I rami più belli e vigorosi sono quelli posizionati in cima all’albero per via dell’esposizione alla luce e all’aria. - Quando i rami di un albero si biforcano l’angolo che formano è sempre uguale qualunque ramo si consideri. - L’ affermazione precedente è sempre vera a meno che il ramo non sia vecchio. Più vecchio esso diventa più ottuso diventa l’angolo. 55



Klee, ramificazione di un albero

- Quando un ramo si divide in due rami l’inclinazione dei due rami sarà diversa e quello più sottile sarà più inclinato. - Quando un ramo si divide in due rami la somma delle sezioni di quest’ultimi è uguale alla sezione del ramo genitore. - Le inclinazioni dei rami maestri sono tante quante sono le nuove ramificazioni che da essi partono senza scontrarsi. - Quest’inclinazione più si piega quanto più i rami sono grossi. - Il punto di intersezione della foglia lascia sempre una cicatrice sul ramo cui era attaccata finchè per anzianità dell’albero la scorza si crepa e scoppia. Inoltre le leggi di Leonardo sugli alberi corrispondono alle leggi della geometria dei frattali di B. Mandelbrot. Diversi secoli dopo Leonardo un altro artista iniziò a studiare la natura e gli alberi. La ricerca artistica di Paul Klee e l’orientamento del suo lavoro come docente presso il Bauhaus fu orientata alla definizione di regole formali e compositive, intese come principi formativi organici, analoghe a quelle che valgono nella composizione musicale. L' arte per Klee non è più rappresentazione ma processo e la composizione organica segue le regole della formazione e crescita in natura. Il suo continuo interesse per la natura e i suoi processi di analisi della morfologia e dello sviluppo delle piante, viene testimoniato dai suoi diari, nei quali annotava anche gli appunti per le sue lezioni. La pittura di Klee guarda sempre alla natura ma non nel modo tradizionale, rappresentandola, 57



Mondrian, Albero Grigio 1911

Mondrian, Melo in Fiore 1912

imitandola. Scrive lo stesso Klee nel 1916: “Contemplo il creato da un punto di vista remoto, primigenio”. Anche Piet Mondrian si avvicina al mondo naturale ed alla corretta rappresentazione degli alberi. Intorno ai primi del Novecento inizia a disegnare tele naturalistiche in cui si vedono filari di alberi che progressivamente lasciano il posto a tele che si concentrano sulla figura di un solo albero. Ciò che desta l’interesse dell’artista non è la chioma dell’albero, bensì la sua struttura e la particolare relazione fra tronco e rami. L’espansione dei rami verso i lati viene controbilanciata dal tronco che li riporta verso il centro della composizione. Con i rami si genera molteplicità che il tronco riconduce all’unità. Pur stimolato dalla nuove ricerche cubiste (1911), l’artista continua per un certo tempo a lavorare alla figura dell’albero, l’analisi cubista trasforma la solida e certa figura di un albero in un mare di frammenti. Si ha un processo di graduale astrazione che si realizza attraverso la figura dell’albero, allo stesso tempo Mondrian cerca di semplificare la multiforme varietà di segni riconducendoli progressivamente ad un insieme di linee orizzontali e linee verticali. La moltitudine di rami diventa una complessa struttura formata da segni che stanno in equilibrio instabile fra prevalenze orizzontali e prevalenze verticali. Mondrian inizia ad assumere le caratteristiche geometriche principali che troveremo in tutti i suoi quadri futuri. A dare il suo contributo non poteva mancare Bruno Munari, “uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo.”¹ Munari nel 59



Creare un' albero da una striscia di carta

suo libro Disegnare un albero, spiega come stilizzare e disegnare un albero tramite delle regole semplici e precise che si trovano in natura. “un albero è una lenta esplosione di un seme..nota anche che il tronco si divide in due rami e che questi si dividono ancora in due, e così ancora ed ancora fino a quando tu hai un intero albero sia esso dritto o curvo in alto o in basso o inclinato per via del vento.”² Egli differenzia due tipologie di alberi, quelli che hanno un modello di crescita a ramificazione già dal basso in due, tre o più rami, disegnandoli come una successione di tante ' Y ', e gli alberi che hanno un modello di crescita che si sviluppa in un unico tronco centrale che si allunga dritto verso il cielo ed i rami che gli crescono tutti in torno al tronco. Il tronco comincia grosso a partire dal basso e diventa più sottile andando in alto, fino a confondersi in cima con gli altri rami. Inoltre egli sperimenta che un albero si può costruire partendo da una striscia di carta e un paio di forbici, seguendo semplicemente la regola che “il ramo che segue è sempre più sottile del ramo che lo precede.”³ Questo schema si può chiudere come un ventaglio, ipotizzando di mettere tutti i rami verticali, paralleli e vicini, avremo sicuramente una colonna della stessa dimensione del tronco.

Munari, disegno di un' albero come successione di lettere Y 61



La prospettiva solida nella scenografia e nell' architettura

La prospettiva solida è una particolare forma di restituzione grafica dove gli elementi del disegno (rette, piani e superfici) si sviluppano in uno spazio tridimensionale, piuttosto che su una rappresentazione piana. “La simulazione avviene in modo tanto più convincente quanto più il punto di vista occupato dall'osservatore coincide con quello ipotizzato nel corse della costruzione geometrica” ⁴, ovvero il punto privilegiato. “Ma muoversi in prossimità dello spazio accelerato di una prospettiva solida, eludendo il punto di vista da cui l'illusione visiva appare perfetta, non demolisce del tutto l'effetto voluto.” ⁵ Nel XVI secolo con la nascita della prospettiva si stabilì un forte legame tra scenografia ed architettura, formando un binomio inscindibile nel disegno e nella progettazione dello spazio architettonico che proseguì anche nei secoli successivi. Alcune tra le più influenti realizzazioni nel campo della prospettiva solida sono state realizzate in edifici progettati da grandi maestri dell’architettura anche per risolvere complessi nodi spaziali. Come ad esempio il falso coro della chiesa di S. Maria presso S. Satiro, realizzato dal Bramante nel 1480, il quale riuscendo a simulare uno spazio di 11 metri in uno spessore di 120 centimetri, riesce a creare visivamente uno spazio a croce latina che diversamente era impossibile da realizzare. Oppure il Bernini che nel 1653 creò, nella Galleria di palazzo Spada uno spazio illusorio percorribile dal visitatore. Tale spazio è una galleria con volte a botte e che conduce al giardino esterno del palazzo. La finta prospettiva crea l’illusione che essa sia lunga 35 metri, mentre la 63



sua lunghezza reale è meno di 9 metri. Le applicazioni della prospettiva nel teatro iniziano nel periodo Barocco, periodo in cui vige il valore dell'illusione. Infatti la scenografia teatrale nasce proprio in questo periodo, anche se le basi si hanno nel Rinascimento. Quello che lo spettatore non poteva immaginare doveva essere reso dalla scenografia. Bisognava rappresentare il luogo in cui si svolgeva l’azione e dal momento che lo spessore della scena era solitamente più piccolo di quello dell’ambiente che si voleva rappresentare, si ricorreva all’uso della prospettiva accelerata. Andrea Pozzo, architetto dell’epoca, nel suo trattato ‘Perspectiva pictorum et architectorum’ propone regole prospettiche per la costruzione delle scene. Dai suoi disegni si rileva che, per evitare che i soli occupanti di un palco godessero della vista privilegiata, il centro di vista della scenografia è posto in una zona inaccessibile agli spettatori, così da non richiedere la collocazione dell’osservatore nel punto di vista corretto. Inoltre è da aggiungere che un punto di vista distante tollera meglio la visione dalle parti fuori centro. Il sistema proiettivo definito da Andrea Pozzo, ancora oggi rappresenta la base della moderna prospettiva solida teatrale. Esempio di una prospettiva accelerata

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Finzione teatrale svelata

Nel Novecento si ha un ripensamento sulle regole e il significato di teatro, dovuto dall’esigenza di annullare i ruoli prestabiliti tra spettatori e spettacolo. Di questi cambiamenti ne risente soprattutto il teatro classico all’ italiana, basato sulla visione frontale e sulla netta delimitazione tra pubblico e attori. La flessibilità diventa requisito fondamentale e si consolida da subito “..nella progettazione di spazi per spettacolo che rinnovassero l‘idea di teatro, portando attori e pubblico a condividere un’esperienza spaziale comune, priva di spazi dedicati: uno stretto rapporto in un'aura di ‘finzione dichiarata’.”⁶ Le scenografie, a differenza delle architetture effimere bidimensionali con solo carattere illustrativo della produzione ottocentesca, diventano tridimensionali, flessibili e con capacità di integrazione, favorendo un maggiore coninvolgimento emotivo dello spettatore. L’innovazione investe anche la struttura dei testi facendo diminuire l’uso della parola a favore del rapporto oggetto/spazio. “In tutti i casi la finzione è mostrata, la praticabilità è totale, la ‘quarta parete’ assente. La flessibilità dello spazio comporta così nuovi ruoli per l‘apparato tecnologico che esce dalla torre scenica e invade lo spazio. .. All’interno di questi spazi l‘artista è libero di reinventare ogni volta natura e modalità di fruizione, modificando la disposizione degli spettatori in relazione alla scena, con la possibilità di varie configurazioni.”⁷ Negli anni ‘70 la sperimentazione porta a progettare nuove forme di teatri, riusare edifici dismessi adibiti a vari usi come garage, chiese e luoghi en 67



plein air come piazze, cortili, strade. Lo spazio urbano diventa teatro della vita quotidiana, sfruttando l’ambiguità caratteristica della vita cittadina con carattere mutevole ed imprevedibile. La città diventa uno spazio riscoperto, nel quale agli attori, o performers, tocca usare lo spazio con tutta la sua imprevedibilità. Ai passanti spetta l’interpretazione di quello che sta avvenendo, se si tratta di realtà o finzione. Nel teatro urbano sono incluse le arti plastiche, le performing arts, la videoart, il circo, il teatro, il light design e la musica. “L’uso dello spazio urbano ai fini performativi consente di dare espressione tangibile alla relazione fra significato e significante che, nel caso degli allestimenti site specific, diviene univoco e nei quali, il carattere identitario del luogo, trova possibilità di essere intelligibile e disvelato [..] Lo spazio urbano risulta recuperato nel momento in cui la memoria dei luoghi si riattiva, la collettività se ne riappropria, i flussi si ridistribuiscono.”⁸

Il sistema 'albero'

La più grande difficoltà trovata in questo percorso è stata quella di stilizzare le forme naturali degli alberi per ricrearle con materiali artificiali. Ma anche le cose difficili hanno soluzioni semplici e grazie alle regole di Munari ho trovato la giusta via da seguire. Partendo dal disegno bidimensionale della sagoma tipo dell’albero ho iniziato a dividere il tronco dalla chioma. Dal tronco si comincia a differenziare i diversi alberi 69



Processo di stilizzazione e ipotetica ramificaizone

secondo il loro modello di crescita, a ramificazione per l’ulivo, il ficus ed il pino, ed a tronco unico per la palma e la betulla. Dalla chioma ho ricreato l’ipotetica ramificazione dell’albero non oltrepassando con i rami il perimetro datomi dalla chioma. In seguito si lavora sul contorno bidimensionale dell’ albero dividendolo in differenti sagome che posizionandole una dietro l’altra, a distanza di un metro, danno vita ad una completa dell’albero su due fronti e disegnano giochi prospettici come scenografie girandovi intorno, giungendo alla visione di asticelle come pali nei fronti opposti. L’altezza delle installazioni, data dalla gerarchia delle altezze medie degli alberi in natura, è compresa tra un massimo di 5m ed un minimo di 2,5m. Le sagome sono state ridisegnate laddove le loro sporgenze potevano giungere ad altezza uomo, rappresentando pertanto un pericolo, e nel caso in cui la prospettiva poteva distorcere la sagoma vista ad di altezza uomo piuttosto che il disegno in prospetto. Alcune sagome dei tronchi delle installazioni dal centro verso l’esterno vanno a restringersi per evitare la distorsione prospettica. Per quanto riguarda la chioma essa sarà presente solo negli alberi a ramificazione. Tra gli alberi a crescita a tronco centrale la betulla è l’unico, fra quelli scelti, ad essere caducifoglie mentre la chioma dell’installazione di palma presenta un’apertura delle foglie a ventaglio, piacevole all’occhio in tutte le direzioni visibili. Per creare la chioma degli alberi si crea un vaso a forma di parallelepipedo che si fissa alla sagoma dell’albero come una pensilina. La chioma intera si potrà vedere dai due punti privilegiati 71



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Studio del sole, vista dall'alto installazione ficus

da cui si vede tutta la sagoma dell’albero. Nei vasi la scelta della vegetazione è stata fondamentale. Infatti erano necessarie delle piante che resistessero all’illuminazione naturale del sole, alle alte temperature che si raggiungono nei mesi estivi, che richiedessero poca manutenzione e avessero bisogno di poco terreno per crescere in quanto l’altezza del vaso non poteva essere eccessiva. La scelta si è orientata verso le piante semigrasse, idonee a tutte le esigenze prima elencate e che avessero uno sviluppo che ricalchi la forma della chioma, scegliendo le piante di sedum⁹, lampranthus¹⁰ e delosperma¹¹ e associandole rispettivamente alle installazioni di pino, ulivo e ficus. Le piante oltre ad una funzione estetica con i rami e la chioma creano delle zone di ombra per le sottostanti panchine. Esse sono collocate nelle sagome in modo da garantire almeno una panchina all’ombra durante le ore più calde ed esposte della giornata. Ciò è stato possibile studiando il movimento del sole rispetto alla collocazione delle installazioni attraverso un programma di render facendo riferimento al giorno 10 giugno 2014. Le sculture saranno realizzate con acciaio corten che grazie alla sua composizione chimica, è in grado di autoproteggersi dalla corrosione, fondamentale per la vicinanza delle installazioni al mare, formando un film protettivo superficiale di ossidazione che gli conferisce il tipico colore bruno. Considerando l’altezza delle installazioni e il carico da reggere dei vasi sospesi, le sagome del pino e del ficus avranno uno spessore di 5cm dato che sono le più alte e con sbalzi maggiori, mentre quelle delle betulla, 73



dell’ulivo e della palma saranno spesse 3cm.

Inserimento degli ‘alberi’ nei luoghi della villa

Le cinque installazioni sono collocate nei cinque diversi luoghi della villa già denominati, A, B, C, D ed E, creando così un percorso lungo tutto il perimetro. Lungo questo percorso il fruitore sarà guidato attraverso sentieri, aiuole e panchine alla vista privilegiata delle sculture, ovvero a quella posizione in cui si ha la prospettiva giusta per godere della visione completa della sagoma dell’albero. L’albero di Ficus Magnolioide, rappresentante il valore simbolico della vita, trova riscontro con la nascita della Villa da parte del comandante francese il conte d’Artois come anzi detto. L’installazione verrà quindi collocata nella piazza B, sarà visibile anche dalla strada principale che porta alla villa creando un richiamo senza occludere la vista del Monumento ai Caduti in quanto avrà un’altezza inferiore rispetto ad esso, in modo tale che la scultura situata al centro della piazza sarà subito visibile anche dai vari ingressi pedonali principali e subordinati che portano all’interno di essa. La scultura dell’Olea Europea si troverà nella piazza A, in quanto la pianta dell’ ulivo rappresenta i Greci. La leggenda narra che la dea Atena nell’intento di benedire gli uomini piantò la sua lancia nel suolo, da lì crebbe il primo ramoscello. Da questa piazza si ha la vista panoramica sul porto Megarese e su Megara Hyblaea. La disposizione dell’ installazione 75



Dettaglio costruttivo vaso sospeso

Dettaglio costruttivo attacco al suolo

segue le linee guida ricavate dalla piazza in modo da integrarsi con il monumento dell’ Aviazione esistente già nel luogo e facendoli interagire fra loro. Entrando nella piazza si ha una visione separata dei due oggetti ma all’interno di essa si fondono. La scultura non occlude la vista del monumento ma sembra quasi incorniciarla e le sedute dell’installazione sono rivolte verso l’antica città greca. L’albero di Pinus Pinea rappresenta gli Spagnoli. Sarà collocato nella piazza E dove è presente la Porta Spagnola. Qui vi è un’aiuola sopraelevata dell’altezza di 60cm con attorno un sentiero pedonale e le mura esterne del castello che delimitano l’area presentano dei fori per i cannoni. Dai sentieri che portano alla piazza si ha una visione parziale della scultura, ciò suscita curiosità nel visitatore e lo spinge ad esplorare il luogo ed interagire essa. La scultura, posizionata sopra l’aiuola, è in asse con due aperture delle mura. I punti privilegiati, visibili dal sentiero, saranno in corrispondenza delle suddette aperture che danno la possibilità di sedersi e guardare la scultura da un lato e di godere del panorama dall’altro. L’installazione presenta due altalene che con le loro oscillazioni permettono di lanciare lo sguardo oltre le mura, mentre le panchine sono rivolte verso il castello ed i profili dell’installazione sono visibili anche dalla strada del ponte Spagnolo, suscitando enorme interesse. La pianta di Phoenix Dactylifera disposta nella piazza D, crea nel visitatore un sentimento di scoperta come nei giardini romantici in quanto dapprima essa è nascosta dalla alte mura interne del castello, e poi proseguendo 77



lungo il sentiero appare all’improvviso. La bassa aiuola creata di proposito chiude una parte dell’originale sentiero costringendo il visitatore a seguire un unico percorso che lo porta alla vista del punto privilegiato, dove è posizionata una panchina, ed alla vista del panorama sul golfo Xifonio. Le panchine della scultura sono rivolte verso il golfo Xifonio che è visibile anche da seduti in quanto in questa parte le mura perimetrali esterne del castello sono più basse rispetto agli altri punti. L’albero della Betulla Betula sarà disposto nella piazza C. E’ l’unico albero che avrà due installazioni in quanto tale piazza ha una notevole ampiezza. Le installazioni creano un richiamo dei totem. Esse sono collocate lungo la linea immaginaria degli assi formati dai tre ingressi alla piazza ellissoidale, disposte in modo tale da non occludere la vista del palco e lasciare ampia disponibilità di capienza nel caso di nuovi eventi. Il city user è incuriosito dalla vista di tali sculture, che nell’ingresso principale dopo il parcheggio creano un cono prospettico verso il palco. Tali installazioni sono anche disposte in modo tale che è possibile vedere il palco anche dalle sedute, mentre l’installazione posta vicino all’area giochi permette ai genitori di controllare i bambini che giocano e contemporaneamente fruire dell’ombra.

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Note

1 Enciclopedia Treccani. 2 Munari B., Disegnare un albero, Edizioni Corrani, 2014, p.6 3 Ibidem 4 Dotto E., Tra piano e spazio. Il disegno della "prospettiva solida", in Castagneto F., Fiore V., Reduce, Recycle, Reuse. Arti performative per il recupero dello spazio urbano, Letteraventidue, 2012, p. 156 5 Ibidem 6 Fiore V., “Spazi per lo spettacolo: recupero e valorizzazione tra flessibilità e contaminazione”, in Techne , marzo 2012, p.271 7 Ibidem, p.272 8 Castagneto F., Arti performative in spazi urbani, in Castagneto F., Fiore V., Reduce, Recycle, Reuse. Arti performative per il recupero dello spazio urbano, Letteraventidue, 2012, p. 24 9 Sedum presenta fiori raggruppati in cime o pannocchie e variabili in forme e colori che sbocciano in estate. Tollera terreni poveri e ben drenanti. 10 Lampranthus presenta foglie allungate di forma cilindrica. I fiori sbocciano da maggio a settembre in vari colori. Resistente alla salsedine e i terreni poveri. 11 Delosperma pianta succulenta prostrata di origine africana. Presenta foglie carnose triangolari e fiori a margherita da primavera all’autunno. 81



INSTALLAZIONI TEMPORANEE

Un'opera d'arte si definisce installativa quando essa ha come soggetto principale il fruitore. Tutto deve essere realizzato per sollecitare e modificare la percezione del city user che diventa parte integrante dell'opera. Senza il fruitore non esiste l'opera d'arte installativa. Le installazioni temporanee si distinguono da quelle permanenti da un punto di vista temporale, infatti sono realizzate per durare in un arco di tempo prestabilito, o per modificarsi nel corso di esso. Leggerezza, reversibilità e flessibilità sono caratteristiche fondamentali cui non può prescindere un'installazione temporanea. La leggerezza garantisce velocità e facilità di impianto, di conseguenza i materiali usati sono solitamente ridotti in dimensioni e peso. La reversibilità implica di ritornare allo stato antecedente dell'installazione senza lasciare alcuna traccia, tramite assemblaggio a secco, senza utilizzo di leganti e con un attacco a terra poco invasivo. La flessibilità è la capacità di evolversi con facilità alle esigenze degli utenti e del luogo cui è situata, consente diversi gradi di variabilità. "Le città sono il palcoscenico su cui l'effimero globale e quello portatore di significati e identità locali si toccano. Tra gli spazi praticati del progetto effimero, quello digitale appare tra i più promettenti e flessibili: nella sua essenza virtuale, esso è intrinsecamente e trasversalmente effimere, oltre che utopico e ideale."¹

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Il video projection mapping

“Il video projection mapping costituisce la tecnologia portante per una nuova narrazione del luogo, è una tipologia di installazione di arte visuale che ha spesso la funzione di completare, come opera d'arte, l'effetto urbanistico-architettonico in senso migliorativo, narrativo ed esplorativo.”² Il video mapping, quindi, è un'attualissima tecnica che trasforma qualsiasi facciata in un display dinamico, consistendo nello spettacolo di proiezioni luminose, esso potrà avvenire solo durante le ore notturne. L'uso di quest'arte temporanea va a sovrapporsi ed arricchire le installazioni fisse (ovvero le sculture ad albero) sulle quali il video viene mappato. Con il termine mappatura si intende quel procedimento, che con l'utilizzo di un particolare software e di un proiettore, con cui si rileva la sagoma della superficie di proiezione, anche complessa, il video aderirà perfettamente a tale superficie. Questo intervento virtuale ha la capacità di modificare l'ambiente circostante e la sua percezione, assicurando una forte carica emotiva per lo spettatore, ed abbatte i costi di realizzazione di qualsiasi altro tipo di intervento di recupero. L'unione di installazioni fisse e temporanee andranno a modificare il posto dove sono collocate, rigenerandolo in tempi brevi ma rimanendo indelebile nella memoria dei fruitori. “L'integrazione temporanea di installazioni virtuali può dunque avviare processi di riqualificazione dei luoghi urbani, rientrando in una strategia di rigenerazione, dove spesso il completamento entra in empatia con il luogo rendendo leggibile l'identità, attraverso l'evocazione di un 85



Foto al modellino, tema floreale

passato pregno di storia, o attraverso oggetti ludici che stimolino la fantasia dell'osservatore, portandolo a fruire del luogo in modo diverso, imprimendogli sensazioni di curiosità o di attrazione nel corso di un vissuto temporaneo o reiterato.”³

Progetto video

Come esempio pratico per la realizzazione del video projection mapping considero la piazza D con l’installazione della palma. Il primo passo è quello di collocare il videoproiettore partendo dal rilievo del luogo. Si decide di posizionare obliquamente la scultura in modo da prendere con le proiezioni tutte le sagome su un fronte, in questo modo i city uses potranno visionare le proiezioni tutto intorno all’installazione lasciando al buio solo una piccola parte. Per ottenere questo risultato il proiettore dovrà essere posto alla distanza di 11m e collocato sopra un palo alto 2,5m. Per la scelta del modello del proiettore si deve considerare il rapporto ottico, la luminosità e le dimensioni che non devono essere troppo grandi. Il rapporto ottico del videoproiettore è il rapporto T : W ⁴, ovvero la distanza dallo schermo e la base del medesimo. T corrisponde a 11m mentre W a 6,9m. Il proiettore da scegliere deve avere un valore pari a questo rapporto, che corrisponde a 1,60. Il Benq MH740 è il più adatto in quanto, il rapporto T : W è compreso tra i valori 1,378 ~ 2,067. Ha inoltre, dimensioni ridotte e la luminosità della lampada è di 4000 ansi lumen. Tale luminosità della lampada può essere considerata adeguata anche 87



Foto al modellino, tema geometrico

considerato la scarsa luce circostante. Una volta scelto il punto di vista del proiettore basta scattare una foto dal quel punto e iniziare a creare il video da proiettare. Dal momento che il progetto non è stato ancora realizzato si scatta la stessa foto attraverso un programma di render e lavorerò su di essa. Considerato che la mia proiezione non avverrà tutta sullo stesso piano e sullo stesso oggetto, ma bensì sarà in prospettiva e su più sagome, si tratteranno temi geometrici e floreali monocromatici sulle singole sagome. Si opta per proiezioni monocromatiche poichè il corten con il suo colore scuro assorbe parti di colore sminuendo l’effetto desiderato. Inoltre l’ uso esclusivo di due colori si può notare facilmente anche a distanza e potrà essere visto, suscitando curiosità anche dalle persone che percorrono il ponte alla guida della propria autovettura, cioè da una zona fuori i giardini pubblici. Questi video potranno essere proiettati in loop durante le ore notturne inserendo una penna usb nel proiettore. E' dato la possibilità di cambiare tema e proiezioni periodicamente, inserendo una penna usb con nuovi video. Non è necessaria la presenza di personale o pc in quanto i video vanno in loop e il palo alto ne garantisce la sicurezza, almeno in parte, contando sul buon senso delle persone.

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Note

1 Unali M, Architettura effimere in XXI secolo, Enciclopedia multimediale Treccani. 2 Fiore V., Ruzza L., Luce artificiale e paesaggio urbano. Raccontare il territorio con nuove tecnologie. LetteraVentidue, Sr, 2014, p. 16. 3 Ibidem, p. 95. 4 Rapporto T : W ovvero Throw Distance : Width. 91


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Crediti Prof.ssa Bibiana BorzĂŹ Biblioteca di Augusta Impronta Team Siracusa Copisteria Il Verrocchio

Foto Giuseppe Riera

Ringraziamenti Alla mia famiglia (per avermi supportato) Ai miei amici (per avermi sopportato) Ai miei colleghi (per avermi consigliato) al mio bro di sangue (bizzio), bisk (sofi), all'altro bro (andre), ghiro (lello), hummer (peppe), gambe lunghe (ture), babbuzz (santo), la principessa (ciccio), al professore (basileu), al nano (beppe), zia (luccy), nonna (nella), ..ed a te che mi guardi da lassĂš.



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