DABBAWALLA FEBBRAIO 2020/2°

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Poiché nulla di sé e del mondo sa la generalità degli uomini, se la letteratura non glielo apprende. (L. Sciascia)

consigli di lettura per il mese di

FEBBRAIO duemilaventi


LORENZO MARONE

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Inventario di un cuore in allarme Per un ipocondriaco che vuole smettere di tormentare chi gli sta accanto con le proprie ossessioni, trovare una valvola di sfogo è una questione vitale. Ma come si impara ad affrontare la paura da soli? Forse raccontandosi. È quello che fa Lorenzo Marone, senza timore di mostrarsi vulnerabile, con una voce che all'ansia preferisce lo stupore e il divertimento. Scorrendo l'inventario delle sue fobie ognuno può incontrare un pezzo di sé e partecipare all'affannosa, autoironica ricerca di una via di fuga in discipline e pratiche disparate: dalla medicina alla fisica all'astronomia, dalla psicologia alla religione, dai tarocchi all'astrologia. Alla fine, se esorcizzare del tutto l'angoscia resta un miraggio, possiamo comunque reagire alla fragilità ammettendola. E magari accogliere, con un po' di leggerezza, le imperfezioni che ci rendono unici. Le confessioni comiche, poetiche, paradossali di un «cuore in allarme» che prende in giro sé stesso mettendo in scena quello che, da Molière a Woody Allen, è sempre stato il più irresistibile dei personaggi tragici.

TOMMASO SOLDINI

L’inguaribile Quando Gemma lo lascia all'improvviso, Michele si sente mancare la terra sotto i piedi. Schivando la collega Giorgia, pronta a offrirgli consolazione, si immerge nel suo lavoro al giornale, dove scrive lunghi articoli di cronaca giudiziaria. Il caso scottante di Roby Ratter, noto neonazista che prima truffa un amico e poi cerca di ucciderlo per non farsi smascherare, gli offre un'illuminazione inaspettata. Ma Gemma scompagina ogni tentativo razionale di comprendere, dileguandosi, con il suo inconfondibile cappello rosso, oltre la porta di uno swinger club. Michele la segue ciecamente. Come un fiabesco cavaliere innamorato, sventa tranelli, affronta labirinti, si crede capace di superare ogni prova per riconquistarla.

DANILO SOSCIA

Gli dei notturni. Vite sognate del ventesimo secolo Cosa sognava la giovane Marilyn Monroe, operaia in una fabbrica di fusoliere? E quali erano le visioni che angustiavano Aldo Moro nei giorni della sua prigionia? Quali incubi colsero Janis Joplin durante la sua ultima notte? Personaggi dello spettacolo, politici, musicisti, pittori, scrittori e scrittrici, scienziati, sportivi, anime nere e irregolari, santi e abietti, tutti insieme in un variopinto corteo in cui Tommaso Landolfi corteggia il Caso a Sanremo nelle pieghe ostili della roulette, Eva Braun consulta arcane sibille berlinesi, Sylvia Plath riscrive in trance la storia di Dedalo e Icaro, Giulio Andreotti sogna un'epidemia di peste, Amedeo Modigliani dialoga di notte con i suoi dipinti, Charles Bukowski brinda con la morte in un cimitero semiabbandonato di Hollywood. Fedele lettore del Libro dei sogni di Artemidoro, Soscia scrive quaranta «ipnografie», ovvero biografie rappresentate nella loro completezza ermafrodita, del tutto vere e del tutto fasulle. "Gli dei notturni" riempie, con il racconto onirico, il vuoto lasciato dalla storia ufficiale, e fa del sogno un testo irriducibile, una matrice che attraverso percorsi imperscrutabili si incarna nelle esistenze e le divora.


DABBAWALLA DAMIANO E MARGHERITA TERCON

Mia sorella mi rompe le balle Damiano è un ragazzo grande e grosso che ama passare le giornate facendo cose come fissare il turbinio vorticoso della lavatrice o giocare per ore con i coperchi delle pentole di sua nonna. Ma la sua vera passione è quella per la musica, soprattutto classica. La musica rock non tanto, quella che sua sorella Margherita ascolta nella stanzetta accanto. Anche lei di amici non ne ha poi molti di più rispetto a Damiano. Per trovare il suo posto nel mondo, Margherita ha provato invano a vivere in varie città, studiare teatro e filosofia, lavorare come cameriera o come project manager. Non si era accorta che il suo posto, in realtà, era dove aveva passato gran parte della sua vita: accanto a suo fratello Damiano. Damiano è autistico, ma quella che poteva essere una patologia che avrebbe separato definitivamente le loro strade, invece le ha intrecciate per sempre.

ELENA MOLINI

La Piccola Farmacia Letteraria A volte il treno dei sogni passa prima che tu riesca a raggiungere la stazione. Allora hai due possibilità: guardarlo andare via per sempre, oppure percorrere quel binario a piedi e continuare a rincorrere i tuoi desideri. E così decide di fare Blu Rocchini - sì, proprio Blu, come il colore -, che vive a Firenze insieme ad altre tre ragazze, tutte più o meno trentenni, tutte più o meno alle prese con una vita sentimentale complicata. Blu ha un sogno: lavorare nel mondo dei libri. Ci ha provato con una breve esperienza in una casa editrice specializzata e, ancora, in una grossa catena di librerie. Poi la decisione: aprire una libreria tutta sua. Ma la vita è difficile per una piccola libreria indipendente... Finché Blu ha un'intuizione: trasformare i libri in "farmaci", con tanto di indicazioni terapeutiche e posologia, per curare l'anima delle persone. Nasce così la Piccola Farmacia Letteraria, che si rivela subito un grandissimo successo. Peccato che ora Blu abbia altro per la testa: come fare a ritrovare il meraviglioso ragazzo che sembra uscito dalle pagine del "Grande Gatsby" e con cui ha trascorso una serata indimenticabile, ma al quale non ha chiesto il numero di telefono?

JODI TAYLOR

La confraternita degli storici curiosi Dietro la facciata apparentemente innocua dell'Istituto di ricerche storiche Saint Mary, si nasconde ben altro genere di lavoro accademico. Guai, però, a parlare di «viaggio nel tempo»: gli storici che lo compiono preferiscono dire che «studiano i maggiori accadimenti nell'epoca in cui sono avvenuti». La prima cosa che imparerete sul lavoro che si svolge al Saint Mary è che al minimo passo falso la storia vi si rivolterà contro, a volte in modo assai sgradevole. Con una vena di ironia, la giovane e intraprendente storica Madeleine Maxwell racconta le caotiche avventure del Saint Mary e dei suoi protagonisti: il direttore Bairstow, il capo Leon Farrell, Markham e tanti altri ancora, che viaggiano nel tempo, salvano il Saint Mary (spesso - anzi sempre - per il rotto della cuffia) e affrontano una banda di pericolosi terroristi della Storia, il tutto senza trascurare mai l'ora del tè. Ovunque vadano quelli del Saint Mary, scoppierà il finimondo.


DANIEL KEYES

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Una stanza piena di gente Il 27 ottobre 1977, la polizia di Columbus, Ohio, arresta il ventiduenne Billy Milligan con l'accusa di aver rapito, violentato e rapinato tre studentesse. Billy ha precedenti penali e contro di lui ci sono prove schiaccianti. Durante la perizia psichiatrica, emerge una verità sconcertante: Billy soffre di un disturbo dissociativo dell'identità. Nella sua mente «vivono» 10 personalità distinte, che interagiscono tra loro, prendono di volta in volta il sopravvento e lo spingono a comportarsi in maniera imprevedibile. Nel corso del processo si manifestano per esempio il gelido Arthur, che legge e scrive l'arabo; Danny che dipinge nature morte; Il violento Ragen che parla serbo-croato ed è un esperto di karaté; Christene che sa scrive e disegna, ma soffre di dislessia. Billy rimane un rebus irrisolto fino a quando, durante il ricovero in un istituto specializzato, non affiorano altre 14 identità autonome, tra cui spicca «il maestro», la sintesi della vita e dei ricordi di tutti i 23 alter ego. E proprio grazie alla sua collaborazione è stato possibile scrivere questo libro.

SARA COLLINS

Le confessioni di Frannie Langton 1826. Londra è in fermento. La folla ha preso d'assalto l'Old Bailey, il tribunale in cui si celebrano i processi più importanti del Paese. La folla è lì per vedere Frannie Langton, la cameriera incolpata di aver ucciso senza pietà i suoi padroni, Mr e Mrs Benham. L'accusa la dipinge come una sgualdrina, una ex schiava seducente e manipolatrice che ha approfittato del buon cuore dei suoi signori. Ma non è la verità, o almeno non è proprio tutta la verità. Così finalmente, dal banco degli imputati, Frannie può urlare al mondo la sua storia. Che inizia in una piantagione, quando da bambina impara a leggere, anche se è incatenata. E finisce nella Londra dei lord e delle dame, dove le catene sono altre, ma non per questo meno dure. Sara Collins ci trasporta in una Londra fatta di viali oscuri e di segreti ben custoditi tra le stanze di eleganti palazzi. E ci restituisce l'emozionante battaglia di una donna che vuole riappropriarsi della libertà.

KATHRYN HUGHES

L’ultimo regalo Tara e sua madre sono inseparabili. Almeno finché Violet non incontra Larry, un uomo apparentemente ricco e premuroso, che la convince a concedersi una vacanza in Spagna senza la figlia. Per la prima volta, Tara si separa dalla madre, senza sapere che non la rivedrà più... Sono passati quarant'anni da allora, e Tara si è rassegnata al fatto che Violet sia morta. Ma ecco che un giorno un avvocato di Londra le consegna la chiave di una cassetta di sicurezza a suo nome. Dentro, c'è un medaglione con una foto di Violet. Tara riconosce subito quell'oggetto: è l'ultimo regalo che lei aveva fatto alla madre, proprio il giorno prima della sua partenza. Possibile allora che Violet sia ancora viva? Tara deve trovarla. Perciò parte per la Spagna e a poco a poco ricostruirà la storia di una donna troppo ingenua, di un uomo spregevole e senza scrupoli, di un legame che né il tempo né la distanza hanno potuto spezzare. Sarà proprio quell'amore a illuminare il cammino di Tara e a condurla alla verità.


JEAN LOPEZ

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Infografica della Seconda Guerra Mondiale L'idea di quest'opera parte da una constatazione: la massa di dati disponibili sulla seconda guerra mondiale non è mai stata così enorme, ma è diventato difficile darle un senso. Occorreva quindi inventare, facendo riferimento alle migliori fonti storiche internazionali, una forma testuale che permettesse di trattare ogni informazione rendendola intelligibile al maggior numero di lettori possibile. Questa forma è l'infografica, e il risultato è strabiliante, che si tratti di riesumare le nostre conoscenze, di visualizzare le grandi linee generali del conflitto, di comprendere agevolmente fenomeni complessi o anche solo di ricollegare aspetti fin qui slegati. Diviso in quattro parti - mobilitazione, produzione e risorse; Armi ed eserciti; Battaglie e campagne; Bilanci e fratture - comprendenti una sessantina di temi (l'equazione petrolifera, l'operazione barbarossa, la logistica alleata in europa, l'universo concentrazionario nazista...) il secondo conflitto mondiale viene qui ripensato in un approccio accessibile, originale e al tempo stesso di grande impatto grafico.

CHARLOTTE CHANDLER

Io, Federico Fellini Charlotte Chandler incontrò Fellini per la prima volta nel 1980. Da lì nacque un forte sodalizio che la portò a seguire il Maestro nel suo lavoro e nei suoi viaggi per quattordici anni: a lei Fellini si rivolgeva con lucida e implacabile onestà. Racchiuso in questa biografia è il resoconto di quelle conversazioni, veritiere al punto da richiedere una narrazione in prima persona. Una sorta di autobiografia che prende vita dalla penna di Chandler e dalle parole di Fellini. Dall'infanzia a Rimini e i primi contatti con il cinema fino alla cerimonia in cui ricevette l'Oscar alla carriera, attraverso i personaggi celebri che hanno animato la sua vita e la sua cinepresa. Sullo sfondo Roma, la città d'elezione, che gli si rivelò subito come casa e dove sentì di essere nato davvero. L'affresco di un grande regista che ci si mostra in tutte le sue sfumature e continua a regalarci acute intuizioni, battute folgoranti e intense riflessioni sulla vita. Introduzione di Billy Wilder.

FRANCESCO BORGONOVO

Contro l’onda che sale Il movimento delle sardine è riuscito in poco tempo a creare una partecipazione incredibile. Ha riempito le piazze, ha convinto persone che si erano allontanate da qualsiasi attività politica e sociale a mobilitarsi. Contro l'odio e il razzismo, contro il sovranismo e il populismo, «L'Italia non si Lega», affermano con forza i fondatori. Perché stanno avendo così tanto successo? E soprattutto, sono così nuovi come sembrano? Francesco Borgonovo ne svela le contraddizioni e l'assenza di una vera e propria strategia politica. Il loro protagonismo mediatico nasconde i contenuti, il loro essere contro qualcosa li priva di una proposta reale e coerente, che è quello su cui la politica investe, o dovrebbe investire, i suoi sforzi. "Contro l'onda che sale" è un pamphlet che, nello smontare pezzo a pezzo la retorica delle sardine e la bolla in cui sono immerse, ci racconta i fallimenti dei progressisti e la superficialità di un establishment e di una vulgata mainstream ormai decotti e conformisti. Perché il "razzismo" culturale di cui forse inconsapevolmente si fanno promotori non è altro che la vecchia superiorità morale millantata da decenni dai partiti di sinistra.


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Il padre devoto Spensierate foschie saldano l’ossigeno freddo che circola attorno alla casa. Un focolare deciso urla pieghe di fuoco e fa scottare le pietre del camino. Non c’è rumore, tranne il raro scoppiettio di scintille tra i nodi della legna. Le ombre dei mobili danzano altalenanti, rosse e scure, sui muri spenti. Un uomo e una donna, datati, stantii, riposano nel letto accoccolati come vecchi leoni in una savana deserta. Lui russa, ritmato dal muco nel naso, lei respira dolce, i pili nasali come giunchi allo zefiro. Fuori, il bosco di pini dorme. Sulle tegole la neve si attacca fioca, stanca di cadere: costringe il terreno sotto uno strato rapitore di ogni suono, facendo echeggiare il silenzio notturno; l’unico ritmo sono fiocchi e fiocchi, puntati sui compagni caduti con leggeri ticchettii. Il buio ovatta e si fa oceano gelido. Ecco che, d’un tratto, un ladro dipinge impronte sul giardino intonso della dimora, guardingo e infreddolito. La barba incolta, a macchie bianche di tempo e di neve, incornicia le labbra cianotiche; le mani se le relega nelle tasche, impegnate a intrappolare il coraggio e la temperanza che l’hanno portato fin lì. Pensa che ci siano leccornie e chincaglierie, pregusta la facile vittoria, nemmeno sfila il palo di ferro dal pantalone. Cerca un regalo per i figli, si può vedere la nuvoletta pensierosa ricamare sopra la zazzera un bel quadretto natalizio: la povertà cronica, il vizio recidivo, la patetica viltà l’hanno rinchiuso dentro la professione del rubare. Che poi rubare ha connotazione fin troppo seriosa, impeccabile, per l’uomo che sta avanzando accucciato: si tratta piuttosto di un arrabattare dove capita, impapocchiare uno storpio o a dir tanto strangolare una gallina scovata sulla strada del ritorno – sempre se riesce a prenderla. Non c’è verso per cambiare, è il quarto Natale che tre figlioletti smunti e tristi, con una bella scodella paglierina a stregua di chioma, ricevono zampogne impacchettate come fossero macchinine o panettoni al posto di orsacchiotti, fregati all’osteria del paese – è bene precisare ch’erano dell’anno passato, e che dunque l’oste li avesse abbandonati fuori dalla porta di servizio, nel vicolo dove i cani orinavano e gli uomini rimettevano, per non confonderli con i freschi dell’anno corrente. Non vuole sbagliare, il ladro, questa volta. Ecco che si avvicina convinto,

di servizio, nel vicolo dove i cani orinavano e gli uomini rimettevano, per non confonderli con i freschi dell’anno corrente. Non vuole sbagliare, il ladro, questa volta. Ecco che si avvicina convinto, con alitate d’ansia in bocca. I mezzi guanti escono dalle tasche, si spolvera un po’ le spalle strette e con il movimento s’allargano; dell’aria fredda entra sotto la giacca. Un’occhiata veloce al portico d’ingresso, nessun cane, silenzio totale. Sfila dal calzino destro una graffetta. Adocchia il prato alle sue spalle, prima di macchinare con la serratura. La punta della lingua che sbircia l’inverno, l’occhio miope povero per delle lenti, il naso rosso e screpolato. Il marito, tale Umberto Colandroni, tenente in pensione, uomo irreprensibile, dal coraggio esemplare, aveva auscultato i passi del ladro, troppo pesanti per un professionista: faceva gioco anche il gradino di mezzo del portico, il quale venne lasciato scricchiolante per ponderata scelta, a cui l’orecchio s’affinò nei lustri. Il sonno fine si spezzò come ossa d’uccello. Così egli era già apparecchiato dietro l’uscio, la carabina serrata tra le braccia, la pancia e il mento all’insù per ammutolire il respiro. Il ladro, gli venne da constatare, era proprio un fesso: avesse domandato a chiunque giù in paese, nemmeno avrebbe toccato il terreno dei Colandroni. La disperazione però scavalca il buon senso. Con il sopracciglio concentrato segue gli scricchiolii metallici, davvero troppi, a saperlo sarebbe rimasto un po’ di più a letto; la serratura è vecchia e non è certo lei il dente duro della dimora. Ecco che un sonoro clack, finalmente, dichiara aperto il varco. Umberto è nascosto dietro la porta, il ladro piano la spinge: le onde rosse del camino arrivano anche all’ingresso, flebili; bastano a entrambi per vedersi. “Fermo!” intima il Colandroni impugnando da ottimo veterano l’archibugio.


DABBAWALLA Il ladro però non l’ascolta, estrae dallo stinco sinistro un coltellaccio e sta per balzare alla gola dell’uomo, ma Umberto spara prima che le suole degli stivali si stacchino da terra. Il rimbombo è potente, ancestrale. Il torace colpito è concavo, rotto. Liquido denso e scuro s’espande dal petto, mentre il corpo inginocchiandosi s’affloscia, si fa cadavere. Un odore nauseante, di sangue già sporco, imbevuto in annali d’alcool. “Umberto! Umberto!” chiama Monica dalla camera da letto, “cos’è successo? Hai sentito?” “L’ho preso tesoro, puoi uscire.” La moglie, incorniciata in una camicia da notte slavata e dal motivo floreale, caccia un urlo quando vede il ladro a terra: dalla bocca sta già uscendo un rivolo di bile. Si battibeccano, Umberto per un momento ha pensato di abbattere anche lei, dice che sporca il pavimento e il tappeto e dovranno ricomprare tutto. Niente da fare: si chiama la polizia e si aspetta la perizia. La telefonata non dura che qualche minuto, il maresciallo è un amico. Mentre Monica, conscia dell’imminente visita dell’arma, trotta per casa a pulire e lustrare ogni milligrammo di sporcizia per non fare brutta figura, Umberto sta per riporre la carabina nella sua custodia: un rumore di passi frettolosi, lontani, gli fa tendere gli orecchi. Chiude di scatto la porta ancora socchiusa e si mette alla finestra. Di fuori, filtrate dall’alito vaporoso sul vetro, tre sagome corrono tra il bianco della neve appena caduta e il nero degli alberi. Affannano, avanzano a stento. Il freddo non li spaventa, ma sono stanchi. Uno cade nel giro di pochi metri, un altro rimane più indietro: solo uno, che con la poca vista rimasta a quegli occhi anziani sembra essere il più alto, non sente le intemperie faticose. Alza le ginocchia. Avanza. Avvicinandosi, vede che hanno vestiti troppo leggeri. Sono tre ragazzini. Sotto il portico fanno un baccano inimmaginabile. Hanno trasportato per gli ultimi metri il compagno, il più piccolo. Battono i piedi per

togliere la neve, soffiano sui guanti, poi scuotono il bambino per farlo riprendere, gridano un nome, non demordono. Umberto osserva il cadavere alla sua sinistra, proprio all’ingresso. Quattro colpi secchi e veloci sul battente. Non si perde d’animo, l’abitudine a situazioni critiche non si perde facilmente come la gioventù. I forestieri non devono per alcuna ragione entrare in casa. Una seconda scarica di pugni. Monica sbuca con la fronte da un pilastro, guarda il marito terrorizzata – più perché crede siano i carabinieri e ci sono ancora tutte le stoviglie sul lavello che per altro – mentre lui si alza e si gonfia il petto prima di aprire uno spiraglio. “Chi è?” esclama con voce greve. “Signore la prego! Stiamo morendo di freddo ci faccia entrare!” La voce è candida e impaurita. Non avrà che quindici anni. “Non vi conosco e ho già avuto abbastanza grane per questa notte” intima il Colandroni. “Andatevene a casa.” Sta per chiudere ma il ragazzino infila il piede, fradicio, nello stipite. “Stupido vecchio non vedi che nostro fratello sta morendo!” urla quello rimasto a scrollare il loro compagno caduto. “Sta zitto Michele! Mio fratello è caduto nella neve ed è svenuto, la prego abbiamo bisogno di aiuto!” Negli occhi riesce a leggerne la disperazione. Umberto tira un calcio all’ostacolo e chiude, deciso più che mai. Suda come non fa da dieci anni. L’intuito non serve per capire che questi ragazzi non stavano facendo una gita per raccogliere margherite nel bosco circostante. Il cuore palpita, frinisce. Il respiro si fa sempre più angoscioso. Quei ragazzi non se ne andranno mai, sia vivi che morti. “Monica, vieni alla finestra” sussurra Umberto.


DABBAWALLA Lei si appropinqua, ha ancora uno straccio in mano: nella penombra della notte innevata, vede due ragazzi che con le mani sfregano le gambe di un terzo ragazzo, accasciato a terra privo di sensi. Si tolgono la giacca e gliela buttano addosso. In piedi ci sono solo due scheletri.

con i propri mantelli.

“Umberto dobbiamo farli entrare, congeleranno.”

“Coraggio bambini, entrate. Ci pensiamo noi a cercare vostro padre.”

“Monica spremiti le meningi una volta ogni tanto. Secondo te come diavolo sono finiti questi tre qui nel bel mezzo della notte?” Un attimo di pausa e il volto della moglie passa dal rosa al viola, poi al verde e, quando carpisce l’imminente futuro, un tragico blu. Non c’è altra scelta, pensa il Colandroni, se rimangono fuori moriranno. Esce e gli intima con forza che non possono rimanere qui, che sono su proprietà privata e ha già chiamato i carabinieri. La parte del vecchio scorbutico gli riesce abbastanza bene. I ragazzi non hanno l’ardore per rispondere, solo un gelido silenzio. Vorrebbe piangere, ma non si ricorda più come si fa. Il bambino a terra ha il sudore congelato sulla pelle, pare che una pioggia di cera l’abbia immobilizzato. I piedi scalzi sono rossi, le scarpe al loro fianco imbevute di neve. Umberto cerca una soluzione, un rimedio, ma non gli viene in mente altro che attendere l’arma. Compaiono nella radura qualche minuto dopo, a cavallo, trottando con tranquillità e senza fretta, due militi impellicciati fino ai lobi. “Colandroni, buonasera. Chi sono questi ragazzi?”

“Ci faccia entrare” dice il più alto di grado, “li terremo al caldo e cercheremo il disperso.” O sono due idioti, o il maresciallo ha omesso un particolare, pensa lì nel portico di casa sua.

“Non un passo oltre” esclama Umberto. “E perché mai?” “Non entrerete in casa senza il mio permesso.” Uno dei due tira fuori la pistola. Umberto imbraccia, per la seconda volta in dieci anni, il fucile. “Ha qualcosa da nascondere, signor Colandroni?” “Farò entrare in casa solo il maresciallo.” I carabinieri non demordono, nascondono i ragazzi dietro i loro corpi. Forse uno dei due ha capito tutto. “Dov’è il vero padrone di casa?” “Sono io il vero padrone. Non avvicinatevi oltre.” “Ci faccia entrare la prego!” Succede che Monica ha visto la scena e apre la porta per implorare gli uomini di abbassare le armi, per salvare il marito. Il suono della maniglia fa scattare d’istinto un muscolo giovane, pronto al riflesso. Un padre devoto cade a terra.

“Vi prego signori dovete aiutarci” urla il ragazzo che ancora strofina i muscoli del bambino. “Questi ragazzi si sono persi nella notte e sono congelati. Uno di loro è in ipotermia. Dovete trasportarli immediatamente dal dottore in paese.” I due iniziano a pregare che li aiutino a cercare il padre: si gettano, seminudi, in ginocchio nella neve e implorano che si cerchi il loro padre. I carabinieri smontano da cavallo e li ricoprono con i propri mantelli. “Ci faccia entrare” dice il più alto di grado, “li terremo al caldo e cercheremo il disperso.”

Riccardo.


ALBERTO PELLAI/BARBARA TAMBORINI

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Sono Francesco Francesco ha diciotto anni e un grande fuoco gli arde dentro. Non è capace di stare fermo un attimo e conduce una vita a cento all'ora, tra discoteche e ristoranti di lusso. Grazie alla famiglia non ha problemi di soldi e può avere tutto ciò che vuole. Francesco però non sa che cosa desidera. Forse sono le ragazze. Forse le corse in moto. Forse è semplicemente il divertimento puro. Ma se fosse qualcosa di più? Qualcosa che non riesce a vedere, mentre sfreccia per le strade della città, in sella al suo bolide? Sarà l'incredibile incontro con don G. a cambiare tutto e a spingere il ragazzo a rallentare per osservare ciò che gli sta attorno. Un mondo fatto di piccole e grandi sofferenze, di ingiustizie, solitudine, ma anche pieno di persone dal cuore grande, pronte a rimboccarsi le maniche per aiutare gli altri. Grazie al confronto con gli amici, Chiara e Ruf, Francesco deciderà così di mettersi in viaggio, percorrendo a piedi mezza Italia, per scoprire che cosa vuole e chi è per davvero. Età di lettura: da 12 anni.

MASSIMILIANO TIMPANO

La brigata mondiale Roma, 1943. Libero ha dieci anni e non chiede molto: una vita normale che lo lasci crescere come tutti i ragazzini, tra gli amici, i giochi e nell'ebbrezza del primo amore. Una vita lontana dalle violenze fasciste, dai bombardamenti, dall'occupazione tedesca, dagli attentati che oltre agli oppressori colpiscono vittime innocenti. Una storia forte, straziante, commovente, che si ispira alla vicenda di Ugo Forno, morto difendendo un ponte dai soldati nazisti. Età di lettura: da 10 anni.

P. G. BELL

Caccia al tesoro impossibile Suzy Smith, Postina dei Luoghi Impossibili, si riunisce nell'incredibile città di Trollville con i suoi amici Wilmot, Colosso, Ursel e Frederick per la festa inaugurale del nuovo Postale, il treno che consegna lettere e pacchi nei mondi magici della Confederazione. Ma la cerimonia viene interrotta da un terremoto devastante, il primo nella lunga storia della città. Una forza sinistra è all'opera nel sottosuolo per riportare alla luce un tesoro antico, e l'unico a sapere come fermarla potrebbe essere il destinatario di una lettera mai consegnata. Tra troll scassinatori e stregoni scorbutici, dalle oscure profondità della Valle Arcana alle nuvole incantate della Cirrofucina, l'equipaggio del Postale dovrà seguire una scia di indizi per risalire all'origine della minaccia che incombe su Trollville. Ma il tempo stringe, e stavolta l'impresa sembra davvero impossibile... Età di lettura: da 9 anni.

Y O U T H . . Y O U T H . . Y O U T H . . Y O U T H . . Y O U T H


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DABBAWALLA HELENA HARASTOVA

Avventure intorno al mondo con Lily "Solo perché indosso una gonna di tulle e amo il rosa non significa che io sia una fifona!" Così afferma una bambina speciale di nome Lily, mentre con il suo monopattino parte per una grande spedizione nei luoghi più avventurosi e pericolosi del mondo! Un tuffo tra gli squali? Una passeggiata su un isola deserta? Nessun problema, lei è una piccola grande esploratrice! Vuoi seguirla nelle sue avventure? Allora "tuffati" nel libro! Età di lettura: da 6 anni.

LUIGI DAL CIN

Esopo rap. Versi animali Le più celebri favole antiche sugli animali approdano nel nuovo millennio, attraverso l'interpretazione ironica e ritmata di Luigi Dal Cin. Età di lettura: da 4 anni.

PAPA FRANCESCO

I bambini sono speranza Il messaggio di papa Francesco è universale, si rivolge ai più piccoli, invitandoli ad abbracciare lo spirito della condivisione, della tolleranza, della pace. Il papa parla ai bambini in modo semplice e diretto, li invita a essere generosi, a non aver paura di piangere, a fare del bene nella vita, ma anche a sorridere, a fare sempre squadra, a gioire e sprigionare allegria. Con un inserto riflettente in cui ogni bambino ritroverà la sua immagine. Età di lettura: da 4 anni.


DABBAWALLA STEPH HINTON

Gli elfi e il ciabattino Da dove vano le scarpe che compaiono come per magia ogni notte? Muovi, tira e scorri i meccanismi per dare vita alle sorprese nascoste nelle pagine!

Età di lettura: da 4 anni.

AURORE DAMANT

Scopri chi c’è nella fattoria Benvenuto nella fattoria! Gli animati ti aspettano per insegnarti nuove parole e mostrarti dove vivono: il cane nella cuccia, la gallina nel pollaio, la mucca nella stalla... A ciascuno la propria casa! Età di lettura: da 2 anni.

SIGRID MARTINEZ

Il bagnetto di Pippo l’ippopotamo Libro impermeabile per il bagnetto con il pupazzo di Pippo l’ippopotamo per giocare tra bolle e schizzi! Età di lettura: da 3 mesi.

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Tel. 039.955.768 | redazione@peregolibri.it | Barzanò, via dei Mille 25


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