innovazione e sui legami interpersonali di tipo tradizionale. I riscontri più significavi del pragmatico rapporto tra libertà, mobilitazione e rete si è avuto con la nascita dei movimenti di protesta con-
Foto di James Sutherland da Pixabay
Una rivoluzione digitale con alcuni pericoli, ma anche nuov .....................................................................
tro la globalizzazione. Una data importante è quella di Seattle, sempre negli Usa, nel dicembre del 1999. Attraverso la rete sono circolate le informazioni di carattere generico, come i calendari delle iniziative, ma anche raccolte più articolate come i ‘dossier’, la documentazione autoprodotta, le attività svolte e le denunce contro la repressione della polizia. La nascita del personal computer e il successivo avvento di internet, oltre a trasformare i rapporti da logiche di comunicazione verticistiche a logiche ‘orizzontali’, definite a rete, ha dato possibilità al malessere studentesco e giovanile, intrinseco nelle ‘controculture’, di esplodere e imporsi sulla scena politica internazionale. Una rivoluzione digitale tutt’ora in corso, con alcuni pericoli, ma anche nuove e continue scoperte di ‘socialità alternativa’. Gli interrogativi sul futuro dell’intelligenza artificiale e sul rapporto ‘uomo-tecnologia’ possono perciò trovare soluzione nell’analisi sociale che sta vivendo la società americana. Nel 1776, le nuove comunità repubblicane di cittadini indipendenti erano unite da un’ideale che animava la gente. La Storia, però, dimostrava che le repubbliche erano instabili, soggette alle fazioni e ai disordini interni. Diversamente dalle monarchie, in cui il potere esecutivo e i numerosi ceti dipendenti imponevano l’ordine pubblico anche a una popolazione numerosa e varia, le repubbliche dovevano essere cementate dal basso, dal popolo stesso. Le funzioni e i collegamenti in rete dell’attualità sono anche il frutto di senti-
menti cementati dal basso, dal popolo stesso e dalle esigenze di trasformazione della realtà. Il repubblicanesimo era radicale proprio perché esigeva dal popolo un grado straordinario di virtù morale: una deduzione altruistica al bene comune. Jefferson scrisse: “La dipendenza genera servilismo e venalità, soffoca il germe della virtù e appronta strumenti adatti ai disegni dell’ambizione”. I cittadini dovevano essere ‘patrioti’ nell’ottica di essere liberi dal controllo altrui. Il repubblicanesimo, così come fu idealizzato da Jefferson, lasciò il suo segno su tutto il movimento rivoluzionario. Ed è perfino giunto a ispirare molte attuali credenze americane e valori umani e sociali, come la visione dell’avvento della rete e della tecnologia. La risposta al futuro dell’utilizzo e l’indipendenza dagli strumenti tecnologici e digitali risiede nella filosofia e nella visione sociale, antropologica ed esistenziale che lo strumento consegnerà: emancipazione oppure dipendenza? Siamo convinti che una risposta ‘accettabile’ - e non demagogica o totalitaria come quella della Cina popolare o dell’Iran teocratica in rapporto a twitter e alle manifestazioni di piazza - possa venire proprio dalla società americana. La sovranità individuale resta un pilastro, ma la ‘non socialità’ umana può far generare nuove forme di dipendenza volontaria, trasformando l’individuo in uno ‘schiavo’ della tecnologia. E passare dall’emancipazione in rete allo ‘schiavismo digitale’ può essere davvero una questione di pochi decenni. DOMENICO LETIZIA
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