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Cristina Cirillo

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Davide Algeri

Davide Algeri

Cristina Cirillo:

“Nilde Iotti fu una vera anticonformista” Un’icona di serietà, impegno per gli altri, elegante austerità, ma anche di coraggio nel difendere la sua storia d’amore con Palmiro Togliatti, nonostante gli ostracismi dell’Italia bigotta nell’immediato dopoguerra: ecco perché la figura dell’indimenticata presidente della Camera è divenuta un simbolo di emancipazione femminile

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Cristina Cirillo è la segretaria della Federazione romana del Partito comunista italiano. E’ stata eletta due anni fa, portando con sé un punto di vista diverso: quello delle donne comuniste, fino ad allora presenti ma poco rappresentate. Nilde Iotti rappresenta un’icona per quelle donne che, come la Cirillo, si ispirano a lei per agire e ritornare alla ‘buona politica’.

Cristina Cirillo, quanto è ancora attuale la figura di Nilde Iotti?

“Che cosa vuol dire, nel 2020, essere attuali? Avere dimestichezza con gli smartphone, con internet e i social? Oppure vuol dire capire le esigenze del mondo circostante e, coscienziosamente, operare perché ciascuno, in questo mondo, oggi, con quanto di bello e di brutto ci offre, possa vivere al meglio, ossia esercitando in pieno i propri diritti - e doveri - secondo quanto sancito dagli ordinamenti democratici, conquistati con tanti sacrifici? In questo senso, la figura di Nilde Jotti è attualissima, perché ha compreso e interpretato le necessità del suo tempo, quello del dopoguerra e ne ha fatte parte integrante della sua vita, mettendosi al servizio della cosa pubblica e della causa femminile. Non dimentichiamo che Nilde è figlia della Resistenza e madre della nostra Repubblica”.

Quale insegnamento possono trarre le nostre esponenti politiche donne dalla figura di Nilde Iotti?

“Figure del recente passato italiano, specie femminili, come appunto quella di Nilde Jotti, hanno rappresentato valori che, nella vita pubblica e politica del Paese, con particolare riferimento agli ultimi decenni, sono stati sbiaditi, spesso cancellati: il senso della politica intesa come servizio al Paese, il rispetto delle istituzioni, i temi correlati alla parità di genere, senza la quale non c’è né libertà, né giustizia sociale, oggi seriamente compromessa per la messa in discussione di tante conquiste conseguite, negli anni, dalle lotte delle donne. Nilde Jotti è

stata animata tutta la vita da intenso spirito di dedizione alla politica con la ‘P’ maiuscola, nobilmente intesa come ‘servizio’. E ha vissuto il suo impegno nelle lotte per l’emancipazione femminile con un profondo senso di empatia. Tutte le conquiste raggiunte negli anni - la parità dei coniugi, il riconoscimento dei figli illegittimi, il divorzio, l’interruzione di gravidanza, una legge contro la violenza sulle donne — portano sempre la sua firma. Anche nella vita privata, Nilde ha dato prova di essere ‘oltre’: decisa, tenace. Per essendo rimasta orfana del padre, sindacalista, ha fatto sacrifici per laurearsi. Inoltre, fu un’autentica anticonformista: ha affrontato, nella sua lunga

storia d’amore con Palmiro Togliatti al quale è stata legata tutta la vita in un rapporto extraconiugale, l’ostracismo della società di allora, incluse le difficoltà incontrate all’interno dello stesso Pci. E ha sostenuto questo rapporto con fermezza e orgoglio, confidando nell’onestà dei suoi sentimenti. Una donna che ha vissuto appieno la sua vita, per sé e nel nome di tutte le donne, quelle di ieri e ancor più di oggi, impegnate in politica e non, a cui lascia senz’altro un’eredità ben più preziosa di quelle materiali”.

Secondo lei, cosa penserebbe Nilde Iotti delle donne oggi in politica?

“Nilde Jotti oggi sarebbe, sempre e risolutamente, dalla parte delle donne, in ogni loro battaglia tesa all’autodeterminazione e alla difesa dei loro diritti. Ma Nilde, pur sapendo essere dolce, era molto determinata ed elegantemente austera. Non amava la sciatteria: rimproverava maternamente le compagne che si presentavano presso le sedi istituzionali in zoccoli e gonnellone a fiori — correvano gli anni ’70 - perché per lei l’immagine della persona aveva un ruolo, nel rispetto dovuto alle istituzioni, soprattutto per le donne e la loro causa. Quindi, mi permetto di affermare che, a mio parere, oggi Nilde non approverebbe la posizione di quelle donne che, in politica, con i loro comportamenti e le loro scelte, danno prova di aver dimenticato il senso del loro ruolo di ‘servizio’ nelle istituzioni e i valori del loro genere, per uniformarsi al comune agire dell’uomo politico. Nilde sosterrebbe che la parità dei generi non si ottiene se le donne si limitano a scimmiottare i peggiori comportamenti maschili. D’altra parte, soprattutto nei confronti delle più giovani, credo che Nilde avrebbe un atteggiamento più comprensivo: gli ultimi 30 anni, in Italia, sono stati vissuti pericolosamente all’insegna dell’individualismo. Sono stati una pessima scuola per tutti, ma in particolare per le donne: parziale, ma pur vera, scusante. Nilde le inviterebbe senz’altro a ritornare a ragionare e ad agire in termini di ‘noi’ e non di ‘io’.. E con il suo autorevole sorriso, renderebbe quell’invito impossibile da dimenticare”.

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