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Sistemi digitali per realtà analogiche

L’analfabetismo digitale è messo a dura prova dal nuovo sistema di identificazione Spid. A farne le spese, paradossalmente, sono proprio coloro che in virtù della loro preparazione ‘digital’ devono supportare genitori, zii e anche fidanzati o mariti imbranati di fronte alla tecnologia. Se appartenete a questa categoria, come me, sapete cosa significa gestire sul proprio cellulare app diverse di riconoscimento Spid (una per te e le altre per ciascuno dei membri della tua famiglia che ti chiede: “Questa cosa gestiscila tu, che io proprio non ci riesco”). Un tempo ci chiamavano ‘generazione sandwich’ ed eravamo quelli schiacciati fra la responsabilità di seguire genitori anziani e figli adolescenti. Oggi siamo diventati dei ‘Caf familiari’ che gestiscono prenotazioni ambulatoriali o vaccinali, consultazioni fiscali, eventuali cambi di gestore telefonico e tutto ciò che serve al normale cittadino. In una logica futuribile, la digitalizzazione è un grande risultato. Personalmente, mi evita code agli sportelli e molte pratiche riesco a portarle a termine senza l’aiuto e i costi di un professionista. Ma in un contesto più ampio è un disastro. Non parlo dell’intera società, ma prendo a campione i parenti più stretti: un nucleo composto da 8 persone con un’età compresa tra i 33 e gli 84 anni. Nel gruppo, gli altamente digitalizzati sono 2, i medi 1, i medio-scarsi 1 e i restanti 4 li possiamo definire ‘irrimediabilmente analogici’ (e fra questi ci sono un quarantenne e un cinquantenne). Non credo che la mia famiglia si discosti poi tanto dalla media nazionale. La società, signori miei, è ancora decisamente analogica e i servizi si rivolgono a un cittadino che digitale ancora non è. Purtroppo, potete anche regalargli la Ferrari, ma senza la patente non si muove di un metro e ci vuole ben più di un libretto di istruzioni per guidarla.

Contro l’odio on line

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Nel gergo di internet un hater (in inglese ‘persona che odia’) è un’utenza aggressiva che, approfittando dell’anonimato conferito dall’uso di internet, insulta violentemente dei soggetti, solitamente famosi, o intere fasce di popolazione per motivi sociali, etnici o culturali. Un fenomeno inquietante e in rapida crescita di cui parliamo a pagina 26.

Dopo l’emergenza sanitaria

Il Sistema sanitario riapre il sistema di prenotazioni per le visite specialistiche. Tuttavia sono ancora pochi i medici di base che effettuano visite in studio. Tanto che per molti cittadini ormai la consuetudine è richiedere e ricevere on-line le ricette mediche. Per molti malati cronici, la situazione è diventata difficile perché non tutte le strutture sanitarie gestiscono la presa in carico del paziente con patologia riservandogli prioritariamente l’appuntamento periodico. Oltre un anno di appuntamenti ‘saltati’ che adesso diventano urgenti, a fronte della mancanza di strutture. Ne parliamo a pagina 36.

I problemi della mancanza di socialità

Più stress e ansia, meno concentrazione e un aumento dei problemi psicologici che alcuni studi hanno quantificato al 24%. Sono le ricadute sui nostri ragazzi della didattica a distanza che nelle bambine produce soprattutto ansia, depressione e ritiro dalla scuola e nei maschi rabbia, aggressività e opposizione. Dai che pongono l’accento sull’importanza della scuola come spazio psicologico e non solo per la trasmissione di contenuti. Ne parliamo a pagina 40, confrontandoci con il parere di Andrea Civitillo, psicoterapeuta, cercando di capire meglio quali emozioni accompagnano i nostri figli in questo particolare momento storico.

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