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Quando la norma ci sta ‘stretta’

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Matteo Cirillo

Matteo Cirillo

Quando la norma

ci sta ‘stretta’

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Le proteste contro il ‘green pass’ di questi ultimi tempi hanno dimostrato come la “sovranità popolare” ci piaccia tantissimo, mentre le “forme e i limiti della Costituzione” risultino assai scomodi: quel secondo comma dell’articolo 1 C. proprio non riesce a entrarci in testa, secondo una visione ‘statica’ e opportunista della nostra libertà individuale

In democrazia, la protesta è sempre legittima. Ma essa deve rimanere nei giusti limiti, senza trascendere in atti violenti, come accaduto di recente a danno di alcuni giornalisti, virologi, medici e professionisti in generale. Il compito di tali ruoli e professioni non è semplice. Possiamo criticare certi eccessi di pessimismo, come nel caso del professor Galli; oppure, stigmatizzare l’ottimismo del professor Zangrillo, quando all’inizio dell’estate 2020 dichiarò il Covid 19 “clinicamente morto”. Ma bisogna anche tener presente che la contingenza, il dato momentaneo, può trarre in inganno chiunque. Il Sars CoV 2 in generale, come virus, ha dimostrato di essere infido e ingannevole. Anche la sottovalutazione delle questioni giuridiche può condurre facilmente ‘fuori strada’: lo stato di emergenza, per esempio, giustifica molte delle misure prese dalle istituzioni durante quest’ultimo anno e mezzo di sacrifici e costrizioni. Assai più di quanto non si creda o si sia portati a pensare. Infine, bisogna tener presente che erano cento anni esatti che non capitava una pandemia planetaria di tali dimensioni. E che, per fortuna, in quest’epoca storica la scienza ha dimostrato di avere qualche strumento in più rispetto al passato. Arrivare a minacciare l’eversione è eccessivo: significa essere in malafede nei confronti di tutto e di tutti: non sarebbe neanche possibile ipotizzare un ‘piano’ di convergenza tra così tante persone in tutto il mondo. Nemmeno Hollywood riuscirebbe a tratteggiare uno scenario così ‘fantascientifico’. Tuttavia, anche l’atteggiamento nei confronti dei ‘non vaccinati’ dev’essere meno superficiale, se s’intende dimostrare la superficialità di chi non la pensa come noi. La maggior parte dei non vaccinati, infatti, non sono tale per fissazione dogmatica, ma per incoscienza, scarsa consapevolezza, confusione tra le informazioni che si sono susseguite nel tempo. Pertanto, bisogna fare uno sforzo per convincerli. Anche passando per una ‘battaglia culturale’, poiché è vero che la mentalità generale di molti italiani, in questa situazione, si è dimostrata statica, rigida, abituata alle certezze dei dati assoluti. E’ vero: c’è uno ‘zoccolo duro’ che non si convincerà mai del fatto che i vaccini non fanno male. Ma dobbiamo tener distinte e separate le due categorie, al fine di evitare omologazioni erronee e strumentalizzazioni pericolosissime, che tendono a sfruttare la paura delle masse. In democrazia, protestare è legittimo; aggredire chi sta lavorando o fare liste di proscrizione non lo è: punto e basta. Esattamente queste sono quelle “forme” e quei “limiti” della sovranità popolare previsti dalla nostra Costituzione nella seconda parte dell’articolo 1. Quella che qualcuno, per lungo tempo, ha fatto finta di dimenticare. Anche da chi, oggi, sta sostenendo l’esecutivo attualmente in carica.

Valentina Spagnolo

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