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l’amico degli animali
Giulius N. 5 - Maggio 2014
Le pulci: sempre in agguato
Nel Lazio all’insegna del benessere
La visita veterinaria del coniglio
Sommario
Cirneco dell’Etna
Animali Domestici - è arrivata una tartaruga in casa Parassiti - Le pulci: sempre in agguato Nutrizione - Che cos’è un alimento monoproteico Salute - La visita veterinaria del coniglio - Le piastrine Info Utili - Un consiglio - Al bioparco è nata la nuova area degli oranghi Informazioni scientifiche - Tracheobronchite L’angolo dell’esperto - Lo starnuto: un segnale Razze feline - American Curl Longhair Razze canine - Cirneco dell’Etna Fitoterapia - Melissa
American Curl Longhair
L’angolo della lettura - I gatti di Nizamuddin Viaggiando - Nel Lazio all’insegna del benessere
l’amico degli animali EDITORE Demas Srl - Cir.ne Orientale 4692 00178 - Roma - Tel. 06.41.79.05 info@demas.it - www.demas.it Giulius E- zine - Giornale On line Punti Vendita Circonvallazione Orientale, 4692 – 00178 Roma Tel. +39 06.41.79.05 LUN - SAB 09.00-19.00 Orario continuato Via Aurelia, 1410 – 00166 Roma Tel. +39 06.66.90.120 LUN - VEN 09.00-13.00/14.00-18.00 / SAB 09.00-13.00
Curiosità - Rinoceronti e elefanti ripopoleranno l’Europa - Cani nelle prigioni statunitensi - Come è dura la vita di un cane star Pet Quiz
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Animali Domestici
è ARRIVATA UNA TARTARUGA IN CASA
P
rima di tutto è importante far visitare la tartaruga da un veterinario esperto in medicina degli animali non convenzionali. Teniamo presente che si tratta di un rettile e quindi si devono ricreare in cattività le condizioni climatiche che avrebbe in natura. Per una tartaruga mediterranea l’ideale è poter stare libera in giardino dove può camminare, stare al sole e nutrirsi di erba. Se invece la teniamo dentro casa viene a mancare l’esposizione ai raggi solari i quali svolgono un ruolo fondamentale per il corretto metabolismo del calcio. Ciò comporta nel tempo che lo scheletro della tartaruga divenga più tenero e non più in grado di adempiere alla sua funzione primaria. Possibili problemi possono anche insorgere a carico di organi interni come il rene. Per ovviare alla mancanza di raggi ultravioletti si possono acquistare nei negozi specializzati delle lampade da posizionare a 30-40 cm di distanza dall’animale. Attenzione deve essere posta nei confronti dell’alimentazione, che deve essere ricca di fibre e povera di zuccheri. Ricordiamoci di non dare loro pasta, pizza, formaggio o carne. La tartaruga ama muoversi per cui dovremo preoccuparci di trovare il modo di darle la possibilità di fare dell’esercizio fisico magari portandole su un bel prato.
Parassiti
LE PULCI: SEMPRE IN AGGUATO
I
parassiti esterni sono un problema tutto l’anno e che si acuisce nelle stagioni a clima temperato. Da adulta vive sull’ospite prescelto uomo od animale che sia e si nutre del suo sangue provocando prurito e potendo trasmettere malattie. Produce una gran quantità di uova che cadono nell’ambiente, dalle uova nascono le larve, che, non amando la luce, si nascondono nelle fessure del pavimento, sotto i tappeti, ecc. e, dopo un’altra trasformazione, si mettono in attesa di un altro ospite. Una pulce femmina può deporre sino a sino a 50 uova al giorno, provocando una grave contaminazione dell’ambiente. Possiedono una strabiliante capacità di saltare. Una pulce può effettuare 600 salti l’ora per 72 ore continuative, saltando ad un’altezza di 30 cm massimo. Le pulci sono molto piccole, circa 1-2 mm, e ciò fa sì che
siano poco visibili. Se le avvistiamo ricordiamoci di disinfestare l’ambiente, usiamo pure l’aspirapolvere con il quale però elimineremo solo il 50% delle uova e delle larve. Nell’ambiente le pulci possono sopravvivere fino a 6 mesi. Una singola pulce morde l’ospite circa 10 volte al giorno e ingerisce una quantità di sangue corrispondente a 15 volte il suo peso. Le pulci iniziano a nutrirsi subito dopo essere salite sull’animale; il 25% delle pulci fa il primo pasto entro 5 minuti e il 97% entro un’ora. Per combatterle chiediamo consiglio al nostro veterinario. In commercio troviamo numerosi prodotti per il trattamento delle pulci. Ricordiamoci di trattare sia l’ambiente sia l’animale e di utilizzare principi attivi in grado di agire sulle varie fasi di sviluppo di questo invadente parassita. A.C.
l’amico degli animali
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Nutrizione
Che cos’è un alimento monoproteico e a chi è rivolto
I
n questo numero parliamo di uno tra i costituenti fondamentali della dieta di cani e gatti. Le PROTEINE, dette anche protidi o peptidi, sono molecole molto complesse formate da catene di AMMINOACIDI che si susseguono in maniera diversa formando così le varie strutture che caratterizzano le proteine stesse. Nell’intestino i protidi sono scissi in piccoli gruppi o in singoli amminoacidi che poi sono assorbiti e riutilizzati per sintetizzare altre proteine con diverse funzioni tra le quali costruzione e rinnovamento di cellule, organi e tessuti, formazione di enzimi, trasporto di molecole, trasmissioni di segnali, ecc. Esistono 20 tipi diversi di amminoacidi, tra questi solo alcuni sono definiti ESSENZIALI, cioè assumono un ruolo fondamentale nella formazione di alcune proteine e non possono essere sintetizzati dall’organismo, devono essere perciò assunti con la dieta in proporzioni e quantità adeguate. Le proteine ricche di amminoacidi essenziali hanno un valore nutrizionale maggiore e con esse anche quelle altamente digeribili, cioè quelle che riescono ad essere facilmente assorbite. Una delle fonti principali di questo tipo di protidi è la carne. Esistono infatti alcune proteine che gli enzimi intestinali non riescono a frammentare e che entrano a far parte dei materiali di scarto e sono espulse con le feci ad esempio quelle contenute nelle piume, nei peli e alcune di origine vegetale. Nonostante la loro importanza dal punto di vista nutrizionale, le proteine possono anche essere la causa di alcuni disturbi e patologie sia nei cani sia nei gatti. I nostri amici a quattro zampe possono infatti andare incontro a REAZIONI AVVERSE DA CIBO, si tratta di reazioni anomale che possono interessare o meno il sistema immunitario e che spesso coinvolgono le proteine ingerite. Quando un cane predisposto assume un determinato tipo di proteina verso cui presenta ipersensibilità si ha produzione di anticorpi che stimolano la liberazione di istamina e da qui si ha tutta una serie di eventi quali prurito, lesioni da grattamento, dermatiti, otiti croniche, ma anche vomito e diarrea, ecc. Nascono per questo le diete ad esclusione, ossia alimenti che cercano di fare in modo che l’animale non entri a contatto con la o le proteine imputate. Tra questi troviamo alimenti in cui le proteine sono idrolizzate e gli alimenti monoproteici che contengono un solo tipo di proteina solitamente sconosciuta al sistema immunitario del cane (agnello,cavallo, cervo, ecc.), questi avendo protidi di forme diverse e ridotte non sono riconosciuti dall’organismo come allergeni e quindi non stimolano risposte avverse. Dopo circa tre settimane dall’inizio della dieta ad esclusione inizia generalmente la remissione dei sintomi, inoltre queste diete sono complete e possono essere considerate dei mantenimenti con i quali possiamo alimentare cani e gatti sensibili a vita. Team Nutro Dott.ssa Alessandra Caralla
Salute
Consigli per la visita veterinaria del coniglio 1 Portare con se il libretto attestante le vaccinazioni eseguite ed eventuali terapie od accertamenti diagnostici effettuati in precedenza o da veterinari diversi dal nostro di fiducia. 2 Nel caso siano stati acquistati dei coniglietti recentemente e ci si rechi dal veterinario per un primo controllo sarà opportuno portare le confezioni degli alimenti utilizzati ed un campione di feci. 3
è consigliabile trasportare il coniglio in una gabbia non troppo grande, è possibile impiegare un trasportino per gatti in plastica al fondo del quale sarebbe opportuno porre del materiale antiscivolo e assorbente come ad esempio un asciugamano ripiegato. Non mettere all’interno del trasportino alimenti o vaschette contenenti acqua.
4
Si può evitare di portare il coniglio a digiuno.
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Vale sempre la regola di prestare particolare attenzione a non lasciare l’automobile con l’animale dentro parcheggiata al sole ed è parimenti consigliabile durante il viaggio di porre il trasportino nell’automobile nel lato all’ombra. A.C.
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N
on importa se vuoi dare al tuo cane una ricompensa dopo una bella passeggiata, per distrarlo, per addestrarlo oppure semplicemente per dimostrargli il tuo affetto con uno snack gustoso tra un pasto e l’altro. Fatto sta che i cani perdono velocemente interesse ai classici ossi masticabili dal momento che questi non hanno né sapore né odore. Invece, 8in1 DELIGHTS sono snack unici e brevettati, composti da vera carne di pollo disidratata avvolta in pelle bovina masticabile di alta qualità. L’odore e la vista del pollo stimolano il cane ad arrivare alla carne contenuta all’interno della pelle masticabile, tenendolo occupato a lungo ed evitando i fastidiosi avanzi che si creano, per esempio, con i normali ossi di pelle di bufalo. Aiutano anche i denti 8in1 DELIGHTS sono la combinazione ideale di ricompensa e cura dentale dal momento che l’uso regolare degli ossi DELIGHTS aiuta a rinforzare denti e gengive e a ridurre la formazione del tartaro. Tutti i DELIGHTS contengono meno del 2% di grassi e un’elevata quantità di proteine e sono privi di coloranti artificiali ed esaltatori di sapidità; rappresentano quindi lo snack sano e naturale, ideale da dare al cane tra un pasto e l’altro. Oltre alla classica variante al pollo, i DELIGHTS sono disponibili anche nella versione Strong, con carne di pollo avvolta in pelle pressata, adatti a cani dalla masticazione forte e Beef, con carne di manzo, per offrire una gustosa alternativa al pollo in uno snack con un’unica fonte proteica (pelle di manzo più carne di manzo). La variante Dental, invece, contiene sali minerali e semi di prezzemolo per un’azione mirata contro la formazione della placca e l’insorgere del tartaro.
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Uno studio obiettivo realizzato da un istituto indipendente conferma che i cani non possono resistere al gusto di DELIGHTS 8in1. Il prodotto è stato testato su un campione di 120 cani di tutte le taglie ed età, a cui sono stati somministrati gli ossi DELIGHTS e, al tempo stesso, l’osso di confronto, nella stessa dimensione, lasciando il soggetto con entrambi i prodotti per tre ore. Lo studio dimostra 9 cani su 10 preferiscono i DELIGHTS 8in1 a un normale osso in pelle senza carne e il 69% degli ossi DELIGHTS sono stati masticati interamente all’interno del periodo di osservazione (contro il 17% degli ossi tradizionali).
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Salute
LE PIASTRINE
S
ono elementi del sangue, che entrano in gioco in caso di fenomeni di natura emorragica avendo un ruolo fondamentale nella coagulazione del sangue. Per amor di patria ricordiamo che la loro scoperta si deve ad un nostro connazionale nell’800, Giulio Bizzozzero. Sono presenti nel sangue in quantitativi diversi nelle varie specie animali ed hanno una vita media di 5 – 9 giorni. Intervengono allorché l’endotelio (rivestimento interno dei vasi a contatto con il sangue) dei vasi sanguigni subisce una lesione, generalmente in seguito ad un trauma, per cui le piastrine aderiscono tra loro dando luogo alla formazione di un trombo (piccola massa solida che si forma all’interno di un vaso che si forma per coagulazione del sangue ) e alla produzione di una sostanza che provoca la contrazione del vaso leso, rallentando in questo modo il flusso sanguigno. A questa prima fase fa seguito una seconda, nel corso della quale si innesca un meccanismo a cascata, caratterizzato dall’attivazione dei così detti fattori della coagulazione, che porta alla formazione di un trombo definitivo. A. Ciorba
FASI DEL PROCESSO DI EMOSTASI Fase vascolare g riduzione del lume vascolare Contrazione della muscolatura vasale Vasocostrizione periferica Fase piastrinica g formazione del tappo piastrinico
Adesione Cambiamento di forma Degranulazione Aggregazione
Fase coagulativa g formazione del coagulo di fibrina:
Cascata di reazioni enzimatiche
Fase fibrinolitica g dissoluzione del coagulo:
Attivazione del sistema fibrinolitico
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Info Utili
U
Un consiglio
n suggerimento semplicissimo per gli amici pelosi. Se il tuo pet presenta improvvisamente uno o più sintomi come arrossamenti cutanei associati a prurito improvviso con forfora, seborrea e/o odore cattivo della cute, fastidio o infiammazione a carico delle orecchie, vomito a digiuno accompagnato da desiderio irrefrenabile di mangiare dell’erba, diarrea e flatulenza, congiuntivite e lacrimazione, fastidio alla zona anale con leccamento e strusciamento sul pavimento, leccamento della zampa, è sufficiente controllare cosa abbia mangiato poche ore prima. è molto probabile, oltre che fre-
quente, che la causa sia da imputare al fatto che l’animale abbia mangiato un osso o della carne grassa o dei salumi, o degli snack e biscotti, o un diverso tipo di crocchette a base di carne tradizionale, cioè proveniente da allevamenti intensivi. Ritenendo si tratti di una reazione alimentare: provate a dar loro delle crocchette non realizzate con carni derivanti da allevamento intensivo, ma usatene di monoproteiche al pesce o all’agnello o biologiche. Avrete grandi probabilità di vedere scomparire questi sgradevoli sintomi in una o due settimane. Dr. S. Canello - Sanypet
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Al Bioparco è nata la nuova area degli oranghi
A
l Bioparco di Roma è nata la nuova area degli oranghi. “Il nuovo exhibit dove vivono le nostre tre femmine di orango, Petronilla e le sue due figlie Martina e Zoe, ha un’estensione di circa 500 mq tra parte esterna e ricoveri interni degli animali - spiega il Presidente della Fondazione Bioparco di Roma, Federico Coccìa - e si sviluppa in altezza per 5 metri per permettere a questi animali arboricoli di arrampicarsi sui grandi tronchi presenti; un passaggio aereo collega il nuovo spazio all’area dove attualmente abitano gli oranghi. Grandi vetrate consentono al
pubblico una vista molto ravvicinata di queste grandi scimmie antropomorfe delle foreste asiatiche. All’interno dell’area, gli oranghi, hanno a disposizione tronchi, corde e piattaforme in legno per muoversi, riposarsi e creare il nido, proprio come accade in un ambiente naturale”. Dal punto di vista educativo, l’area è dotata di un impianto didattico costituito da scenografie pittoriche che simulano l’habitat di foresta tropicale, con installazioni ludico-didattiche che evidenziano le caratteristiche salienti della specie, con particolare riferimento all’eco-etologia, alle minacce e ai progetti di conservazione in natura.
I TRE ORANGHI DEL BIOPARCO: PETRONILLA, ZOE E MARTINA Al Bioparco di Roma vivono 3 femmine di orango: Petronilla, 43 anni e le sue 2 figlie: Zoe, 28 anni, e Martina, la più giovane, 24 anni, nomi ereditati dalla vecchia gestione comunale, tutte nate nello Zoo di Roma. PETRONILLA è nata nel 1970. Ha vissuto a lungo con un maschio con cui ha avuto due figlie, Zoe e Martina. Petronilla è molto intelligente e trova sempre soluzioni ingegnose per risolvere problemi legati al recupero del cibo. In estate, ad esempio, riceve delle noci di cocco intere e, per non perdere il liquido che si trova all’interno, sbatte cautamente la noce su una sporgenza fino a praticare un piccolo foro da cui beve il latte. Ama molto coprirsi con sacchi di iuta o altri teli, un comportamento che ricorda quello adottato in natura con le fronde degli alberi per proteggersi dalla pioggia. È un’insaziabile mangiatrice di verdure. Con le figlie è paziente e protettiva, soprattutto con Martina. ZOE è nata nel 1985, si riconosce perché è più magra e agile delle altre; attenta osservatrice, ama farsi grattare e spazzolare dai keepers con una robusta spazzola. Spesso riesce ad arrampicarsi nei posti più alti dell’exhibit, che raggiunge comodamente grazie alla sua agilità. MARTINA ha 24 anni ed è la più giovane del gruppo. Nonostante l’età, ha ancora uno stretto legame di dipendenza dalla madre, accanto alla quale ama dormire. Ha un posto preferito dove dormire: all’interno di un grosso vaso di plastica nero - che trasporta ogni sera nel punto più alto dell’area - nel quale riesce a entrare completamente per poi ricoprirsi di truciolo di legno o paglia. Martina non smetterebbe mai di riempirsi la pancia, ma come tutti gli animali del Bioparco, segue una dieta specifica; quando qualcosa non le piace o ne vuole di più, diventa capricciosa.
Informazioni Scientifiche
Tracheobronchite infettiva del cane
P
er tracheobronchite infettiva del cane o “tosse dei canili” si intende un insieme di eventi patologici, di natura infettiva del tratto respiratorio del cane, altamente contagiosi, caratterizzati dalla comparsa di una tosse secca, parossistica, che permane per più giorni e settimane. Essa ha un’eziologia multifattoriale, nel suo determinismo entrano, infatti, in gioco germi e virus. è trasmessa per via aerosol con la tosse e gli starnuti, riconosce un’incubazione di 3-10 giorni ed è particolarmente diffusa nei canili. La sintomatologia clinica può comparire in forma lieve o grave. Comune è la forma lieve, caratterizzata da tosse secca, ad accessi, particolarmente frequente quando l’animale è eccitato, facilmente provocabile con la trazione del collare, di du-
rata variabile da 7 a 14 giorni. La forma grave è meno comune, colpisce soprattutto i cuccioli, la tosse assume un carattere produttivo e può evolvere verso una broncopolmonite. Può essere presente febbre costante, bassa ed altalenante che influisce negativamente sull’appetito. Altri segni clinici comprendono: scolo nasale, letargia, anoressia, dispnea ed intolleranza all’esercizio. Il trattamento terapeutico nel caso della forma lieve non è necessario, in quanto la stessa è autolimitante e si risolve nell’arco di 7-14 giorni. Nella forma grave si potrà ricorrere all’uso di antibiotici per almeno 10 giorni dalla risoluzione della sintomatologia mucolitici,broncodilatatori. è consigliabile isolare i soggetti colpiti da infezione e ricorrere a disinfezioni ambientali periodiche, soprattutto nei canili.
L’angolo dell’esperto
L’esperto Risponde
Lo starnuto: un segnale
Gentile Professore, Spesso il mio gatto starnuta. Devo preoccuparmi?
(Giovanna M. Novara)
Dobbiamo preoccuparci o meno ? La risposta non è sempre semplice dato che lo starnuto potrebbe essere un segno iniziale di una malattia infettiva. In questo caso non perdiamo tempo e rechiamoci quanto prima dal nostro veterinario. 1. Non sempre dobbiamo pensare al peggio ed uno starnuto non è necessariamente sinonimo di una grave affezione. Può semplicemente essere da ricollegare con l’inalazione da parte del gatto di polveri o con il fatto che è venuto a contatto con sostanze irritanti, le quali possono essere state utilizzate in casa per la pulizia dei pavimenti, per lucidare mobili o per una disinfezione o disinfestazione. In questo caso il problema sarà il più delle volte passeggero e si risolverà con l’allontanamento dall’ambiente della causa scatenante. 2. Diversa può essere la situazione se invece il nostro piccolo amico è andato a spasso per giardini o campi ed inizia a starnutire al suo rientro inizialmente in modo sporadico ma, poi, sempre più decisamente dimostrando anche un notevole fastidio, accompagnato da un grattamento più o meno deciso con le zampe del naso. Di fronte ad un tale evento e ricordandoci che il gatto è un gran girandolone, sarà meglio far compiere un accertamento diagnostico dal veterinario con lo scopo di accertare se tante volte un corpo estraneo, come ad esempio l’arista di una graminacea (forasacco), non abbia preso la via delle cavità nasali. In questo caso quanto più pronto è l’intervento, consistente nell’asportazione dell’intruso, tanto minori saranno le possibili conseguenze cui potrà dar luogo il corpo estraneo. Altre cause che possono determinare la comparsa di starnuti possono essere ricondotte alla presenza di miceti, parassiti , tumori delle cavità nasali ed ognuno di questi fattori richiede certamente una terapia mirata volta a rimuovere il fattore che ha provocato la comparsa degli starnuti. 3. Non esiste una terapia generica contro lo starnuto. Questo è un campanello di allarme di cui dobbiamo servirci per trarne delle indicazioni utili; può essere il segnale di una banale infiammazione del naso, ma anche di un problema più serio che richiede un deciso intervento. Non affrettiamoci quindi a volerlo eliminare, ma osserviamone frequenza, caratteri, evoluzione per riferire eventualmente il tutto al nostro veterinario, affinché possa intervenire in maniera mirata.
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Razze feline
American Curl Longhair
D
i taglia robusta, potente e muscoloso. Da adulto il maschio può arrivare a pesare dai 5 agli 8 Kg; la femmina dai 2,5 ai 5 Kg. La sua pelliccia, semilunga e morbida, è molto aderente al corpo, a causa del limitato sviluppo del sottopelo. La lunghezza del pelo può variare da individuo a individuo, ma deve essere comunque di lunghezza uniforme su tutto il corpo. è un gatto molto docile e dimostra un grande amore verso l’uomo. Si presenta inoltre socievole con i suoi simili dalle orecchie arricciate, quasi come si riconoscessero; invece con gli altri gatti si può dimostrare irascibile e attaccabrighe. Per indole è tranquillo ed equilibrato con tutti, anche con gli estranei. Ama essere al centro dell’attenzione; è molto vivace e spesso per questo è un combina guai e potrebbe commettere qualche dispetto, come qualche piccolo furto. è un gran coccolone, ama essere accarezzato e vezzeggiato, va molto d’accordo con i bambini, con il quale gioca instancabilmente, senza avere alcune reazioni violente. Ha una predilezione per i grandi spazi, ma si adatta anche alla vita in appartamento, purché non gli si neghino delle interessanti passeggiate. è molto intelligente, riesce ad aprire il frigorifero, le porte di casa e degli armadi, corre alla porta quando riconosce i passi del padrone, riporta oggetti che gli vengono lanciati, ed è capace di fare molti altri giochi.
standard di razza Colore Tutti i colori e i disegni sono riconosciuti. Corporatura: intermedia Corpo: allungato e snello. Mantello: sottile, setoso, aderente al corpo a causa del poco sottopelo. Testa: proporzionata al corpo, dai contorni dolci. Occhi: grandi, a forma di noce di colore uniforme . Naso: diritto, di lunghezza media. Stop non troppo accentuato. Orecchie: larghe e aperte alla base, si incurvano all'indietro in un arco regolare. La punta è arrotondata e flessibile. E' gradita la presenza del pelo all'interno del padiglione. Arti: di media lunghezza, proporzionati al corpo. Piedi: di media grandezza, di forma rotonda. Coda: flessibile, larga alla base, affilata, della stessa lunghezza del tronco, deve presentarsi ben folta di pelo.
Razze canine
i
Cirneco dell’Etna
l Cirneco dell’Etna è una razza molto antica. Le sue origini risalgono al 1000 a.C. e si ritiene sia una razza autoctona siciliana. Nei secoli scorsi è stato utilizzato per la caccia al coniglio selvatico. Cane di media-piccola taglia, di forma elegante e slanciata con il pelo raso su tutte le parti del corpo. Ha una muscolatura asciutta e possiede una costruzione leggera ma salda e resistente. Per il suo carattere, conformazione e affettuosità, il Cirneco non può essere considerato solo un cane da caccia, ma anche un discreto cane da guardia ed un piacevole cane da compagnia. Potrebbe essere classificato come razza a triplice attitudine. Da elogiare anche il suo temperamento. è un canino molto reattivo. è l’unico cane in grado di muoversi senza difficoltà sui terreni aspri e accidentati di origine vulcanica. La sua tempra e la sua classe permettono anche la sua addestrabilità senza problemi. Il suo senso più sviluppato è sicuramente l’olfatto che mette in mostra durante la caccia. Particolarità: esistono due razze molto simili: il “Pharaon Hound” e il “Podenco Ibicenco”.
Standard di razza Altezza: - maschi da 46 cm a 50 cm - femmine da 42 cm a 46 cm Peso: - maschi da 10 kg a 12 kg - femmine da 8 kg a 10 kg Tronco: di lunghezza pari all'altezza al garrese. Testa e muso: cranio di forma ovale, assi cranio- facciali leggermente divergenti o paralleli. Il profilo superiore del cranio è lievemente convesso. Tartufo: sulla stessa linea della canna nasale ,di forma rettangolare. Denti: regolarmente allineati e completi nel numero. Collo: profilo superiore arcuato. Lungo come la testa. Arti: posteriori e anteriori devono essere in appiombo. Spalla: con scapole inclinate di 55 gradi rispetto al piano orizzontale. Muscolatura: asciutta e ben proporzionata . Coda: attaccata in basso, di forma uniforme, lunga fino al garretto. Pelo: di pari lunghezza in tutto il corpo; raso e liscio. Colori ammessi: fulvo uniforme, isabella, fulvo e bianco, tollerato il colore bianco uniforme con macchie arancio.
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L
MELISSA
a Melissa officinalis o Melissa è una pianta erbacea spontanea, perenne e rustica, molto ricercata dalle api ed è questo il motivo per cui prende il nome dal greco mélissa. Erba perenne dal caratteristico odore di limone, ampiamente coltivata nel Mediterraneo, nell’Asia occidentale, nella Siberia sudoccidentale e nel Nord Africa. La melissa si può facilmente coltivare in giardino in un qualsiasi tipo di terreno, preferibilmente su un terreno fresco in una zona ombrosa. Della melissa si utilizzano le foglie (raccolte in giugno) e la sommità fiorale (all’inizio della fioritura). Prof. Alessandro Ciorba
USI Medicinali, farmaceutici e cosmetici è usata occasionalmente in alcune preparazioni farmaceutiche come blando tranquillante e carminativo ( favorente cioè l’espulsione dei gas intestinali). La Melissa, grazie alle sue proprietà spasmolitiche favorenti il rilassamento della muscolatura bronchiale è consigliata nel trattamento dell’asma. è presente in formulazioni di sciroppi decongestionanti ed antiallergici. La Melissa è considerata un riequilibrante del sistema nervoso dalle proprietà toniche e rilassanti. L’essenza è impiegata come componente di profumi. Alimentari L’estratto e l’essenza di melissa sono utilizzati in molti tipi di prodotti alimentari, quali bevande alcoliche (amari, vermouth, ecc.) e analcoliche, dolci, gelatine e pudding, prodotti da forno. Prodotti erboristici La melissa tagliata e setacciata, oppure sotto forma di polvere, estratti liquidi o secchi ottenuti per infusione, tinture, ecc. è usata come blando sedativo per aiutare il sonno e come stimolante le funzioni gastriche. Le foglie essiccate trovano utilizzo come tisana.
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L’angolo della lettura
I gatti di Nizamuddin
I
gatti di Nizamuddin sono una delle più antiche colonie di felini di Delhi. Da secoli gironzolano indisturbati tra i tetti e le rovine del quartiere alla ricerca di cibo e di avventure. Da secoli si tramandano la storia delle loro mirabolanti imprese. Miu-Miu, la più anziana del clan, ne conosce alla perfezione i più piccoli dettagli e non manca di trasmetterli ai membri più in vista della colonia. A Katar, innanzi tutto, il bel maschio grigio che con lei condivide l’autorevolezza concessa dall’età. A Hulo, il guerriero con le orecchie tremebonde, il pelo perennemente arruffato e le numerose ferite sulla schiena riportate nelle epiche battaglie contro i ratti. A Beraal, la gatta dal pelo bianco e nero così lungo che si arriccia setoso sulle zampe e si sporca facilmente di terra e foglie secche. A Mancino, l’orfano della colonia, uno scavezzacollo che non fa che mettersi nei guai. Una grave minaccia, tuttavia, impedisce ora ai gatti di Nizamuddin di vagabondare come al solito per le strade e i tetti del quartiere dopo l’afa intensa dell’estate. Beraal, Katar, Hulo, MiuMiu… non vi è membro della colonia che non abbia udito gli strani messaggi che un misterioso gatto ha inviato dalle case dei Piedoni, gli esseri umani.
«I gatti di Nizamuddin è un libro bellissi-
I gatti di Nizamuddin mo per molti aspetti, innanzi tutto per la sua magnifica scrittura».
Editore: Neri Pozza Editore Autrice: Nilanjana Roy
The Hindu
«Una magnifica avventura con una galleria di personaggi indimenticabili». Tehelka
Nilanjana Roy è una giornalista e scrittrice indiana. Collabora da anni con numerose riviste e quotidiani, come Business Standard, The International Herald Tribune e The Kolkata Telegraph. È stata editor capo presso Westland/ Tranquebar e membro della giuria del Crossword Prize e del DSC Prize.
Viaggiando
Nel Lazio all’insegna del benessere
S
i può affermare che i romani fecero del rito del bagno e delle terme uno dei piaceri cui non era possibile fare a meno se è vero che in epoca imperiale si costruirono monumentali terme. Nel Lazio un possibile itinerario del benessere può iniziare da Viterbo per giungere a Fiuggi, passando per i Castelli Romani. In prossimità di Viterbo le Terme dei Papi meta fissa di pontefici e delle loro corti. Si deve a Niccolò V se sono note come Terme dei Papi. Il pontefice infatti amante delle sue acque e dei suoi benefici nel 1450 vi fece costruire uno splendido palazzo, per i suoi soggiorni. Una costruzione dalle mura merlate, le finestre a croce, le sale ricoperte da grandi volte, si chiamò da allora il “Bagno del Papa”. Si considerano tra le terme più attrezzate del Lazio, sono alimentate da sorgenti ipertermali, che presentano una temperatura dell’acqua al momento dell’uscita compresa da 35 a 60 °C circa. Ritenute miracolose dagli etruschi, descritte da Dante Alighieri, frequentate da artisti come Michelangelo, le acque della sorgente Bulicame sono meta di continue visite da parte dei loro estimatori.
Proseguiamo per Tivoli, con le famose terme conosciute come Acque Albule: di tipo sulfureo, dal colore biancastro dovuto all’emulsione gassosa che si forma in superficie, quando, al diminuire della pressione, si sprigionano anidride carbonica e idrogeno solforato prima disciolti nell’acqua. Ci sarà venuto appetito, fermiamoci per una cenetta ai Castelli Romani in una delle tipiche fraschette, le tradizionali osterie, il cui nome è legato all’abitudine di esporre sulle insegne un ramoscello o frasca. Si beveva il vino dei Castelli, servito in particolari contenitori di vetro e si facevano spuntini con i cibi portati da casa. Oggi le fraschette sono dei ristoranti in cui trovare bruschetta, bucatini all’amatriciana, rigatoni alla carbonara con sugo di selvaggina, salumi, mozzarella di bufala, olive, formaggi, salsicce di cinghiale, porchetta e ciambelline al vino. Spostiamoci poi a Fiuggi dove bere la sua acqua apprezzata da nobili e ambasciatori, personaggi come Papa Bonifacio VIII e Michelangelo Buonarroti, che le descrisse come “acqua che rompe la pietra”. Buona visita da Alessandro Ciorba
Info Utili
Rinoceronti ed elefanti ripopoleranno l’Europa?
R
icercatori danesi stanno portando avanti un’innovativa e singolare idea con lo scopo di difendere la biodiversità nel vecchio continente e cioè importare elefanti e bisonti in modo tale da poter ricostruire gli antichissimi paesaggi, caratterizzati da aree ricche di varietà biologiche, come le foreste popolate da elefanti e rinoceronti e le rive del Reno e del Tamigi caratterizzate dalla presenza di ippopotami. Solo l’arrivo dell’uomo dedito alla caccia e all’agricoltura portò a variazioni epocali in territori in cui predominavano i grandi mammiferi.
Lo studio dei fossili, in particolare di coleotteri, ha consentito a questi studiosi di mettere a punto una mappa delle foreste e della fauna che contraddistinguevano tra 130 e 5 mila anni fa il paesaggio dell’Europa, ricco di grandi foreste e popolato da una moltitudine di grandi animali erbivori, come elefanti e ippopotami. Da qui la proposta di dar vita ad un’importazione di erbivori tipici di altri continenti per creare nuovi spazi tipici di ecosistemi con un elevato grado di biodiversità in maniera tale da mantenere una vegetazione polimorfa. A.C.
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Curiosità
Cani nelle prigioni statunitensi
L’
introduzione di cani nelle carceri USA ha avuto un deciso avvio ed è stato adottato da un numero crescente di prigioni. Il tutto è basato sul concetto di mettere insieme cani abbandonati con carcerati dal passato ugualmente difficile. è anche un modo per far uscire animali da canili sovraffollati e introdurli in un ambiente ,dove possono essere accuditi e seguiti da una persona che si prende cura di loro e per la quale diventa un momento di riscatto sociale e di apprendimento di un possibile futuro lavoro dopo la detenzione. Il carcerato per adire a questo programma deve aver dimostrato una buona condotta.
Il cane ha più di una valenza per il detenuto. Questi infatti riceve un salario per l’attività che svolge ed inoltre l’animale diviene uno strumento di pet therapy. In qualche modo lo stesso si può affermare anche per il cane nel senso che se un soggetto è stato ritenuto difficilmente “governabile” gli viene offerta una seconda occasione per essere di nuovo immesso nella vita sociale. è anche da sottolineare come nel carcere di Gig Harbor si sia ritenuto opportuno offrire servizi nei confronti del mondo esterno. è possibile cioè a pagamento far toelettare i propri cani o farli addestrare. Quest’ultima attività ha preso talmente piede che c’è una lista d’attesa di due anni. A.C.
Un aiuto in più nella scelta del veterinario di fiducia: le strutture certificate. Districarsi nelle offerte di servizi è sempre piu’ difficile, piu’ che mai se in gioco non c’è un oggetto ma la salute di un essere vivente, del nostro compagno di vita a 4 zampe. Ecco perché chi ha un pet deve essere messo in grado di avere degli strumenti di giudizio comprensibili ed immediati senza dover necessariamente essere esperto conoscitore del settore e delle questioni tecniche. Oggi proprietari hanno un aiuto in più nella difficile scelta di chi dovrà prendersi cura dei loro amici pelosi! Quale? Cercare quelle strutture che si sono messe in gioco e hanno chiamato un ente terzo “super partes” a dichiarare che il lavoro vene svolto nel rispetto di specifici requisiti, in spazi adeguati e con strumentazioni adeguate! Questo è il meccanismo su cui si basano le certificazioni volontarie, come la ISO 9001, una certificazione “di sistema” che attesta che la struttura ha individuato e gestisce in modo ottimale tutti i processi aziendali, o la certificazione “Buone Pratiche veterinarie” basata sul manuale di Buone Pratiche Veterinarie, redatto da ANMVI (Associazione Nazionale medici veterinari Italiani) con il patrocinio della FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani) e dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Secondo questo schema certificativo i servizi erogati dalla struttura vengono suddivisi in varie aree (area medica, area chirurgica, diagnostica per immagini, pronto soccorso e medicina d’urgenza, ricovero e degenza, laboratorio) e la struttura ottiene la certificazione solo per le aree che sono totalmente conformi, sia strutturalmente che organizzativamente al manuale BPV…..una bella garanziLe strutture certificate mettono a disposizione della clientela una carta dei servizi, che illustra in modo completo e trasparente quali sono i servizi erogati e le specie curate, in funzione delle reali competenze dei veterinari e della tipologia di strumentazione posseduta. noltre la carta dei servizi fornisce informazioni sullo staff della struttura, sulla gestione dei pazienti durante visite e ricovero, modalità di accesso alla struttura e alle prestazioni, richiesta di preventivi e tutto quello che può essere utile sapere della struttura.
Obbiettivo fondamentale delle strutture che selgono di certificarsi è il rapporto trasparente con la clientela, che prevede l’impegno dei veterinari nell’informare i proprietari in modo completo e dettagliato rispetto ad ogni procedura eseguita. Il Cliente ha a disposizione cartella cliniche ,refertazioni ed esami eseguiti, inoltre le strutture predispongono un sistema di archivio delle cure prestate ai piccoli pazienti. Le certificazioni danno garanzia circa l’adeguatezza della struttura rispetto ai servizi erogati…..perchè non basta essere “belli e puliti” per lavorare bene, occorre avere adeguata preparazione, procedure stabilite, organizzazione precisa, compiti assegnati e srumenti e macchinari sempre efficienti. Questo è quello che l’ente di certificazione attesta al rilascio dei certificati! Cercando strutture certificate ISO 9001 e Buone Pratiche Veterinarie i proprietari potranno trovare l’eccellenza nella medicina veterinaria, e dunque il meglio per i loro amati pelosi! Seguendo il motto “la loro salute la nostra missione” un gruppo di veterinari Italiani ha fondato un network di strutture, Gruppocvit, che oggi è presente su scala nazionale con un centinaio di affiliati. Tutte le strutture veterinarie affiliate a Gruppocvit hanno scelto di rispettare i requisiti delle norma ISO 9001 e del manuale Buone Pratiche Veterinarie, preferendo così l’eccellenza delle certificazioni nella Medicina Veterinaria. Il Gruppo è sottoposto a verifiche e controlli de parte dell’ente di certificazione, riconosciuto a livello nazionale e internazionale, che verifica l’adeguatezza dei servizi, delle prestazioni, delle strutture e del personale. Un modo in più per garantire tranquillità e serenità ai proprietari che affidano alle cure di questi professionisti i loro beniamini. Gruppocvit è formato da realtà diverse tra loro, che vanno dall’ambulatorio, alla clinica, all’ospedale veterinario.
Per trovare la struttura più vicina visitate il sito www.gruppocvit.it
Curiosità
COME è DURA LA VITA DI UN CANE STAR
è
uscito recentemente nelle sale cinematografiche italiane, ma oggi possiamo rivederlo comodamente a casa in DVD il film “Belle e Sebastien”, nel quale ha recitato Fripon (in francese Monello), un cane di montagna dei Pirenei. Il cane vive a Rocca Canavese in compagnia di sei cani come Fripon. Pesa ben 65 chili, mangia un chilo di crocchette al giorno, ma dal momento che si tratta di una star gli viene concessa qualche trasgressione a base di carne o pollo. Non disdegna certamente i biscotti. Il film è ambientato in un piccolo villaggio ai piedi delle Alpi, durante la seconda guerra mondiale. Sébastien, un bambino orfano, incontra un cane selvaggio, che chiama Belle. Gli abitanti del villaggio credono che Belle, che loro chiamano “la bestia”, abbia divorato
tutte le loro pecore e cercano di eliminarlo. La vita tranquilla del villaggio è interrotta dall’arrivo dei tedeschi. Gli abitanti del villaggio aiutano degli ebrei a passare il confine, per arrivare in Svizzera, dove poter trovare rifugio. I soldati cercano invano di scoprire chi aiuti i ricercati a sfuggire. Il film è l’ennesimo esempio del successo dei cani sul grande e piccolo schermo. Sono tantissime le storie di star a quattro zampe che dai tempi di Torna a casa Lassie (con una giovanissima Elizabeth Taylor) fino al successo del terrier Huggie di The Artist hanno appassionato il pubblico. Da qualche anno esistono anche premi dedicati al miglior amico dell’uomo in versione grande schermo: a Cannes c’è il Palm Dog, a Hollywood ci sono i Golden Collar Award. A.C.
Pet Quiz La gentamicina è un:
a
La paradontite è un'infiammazione a carico di:
a
b
costato
c
arto
insetto
b
contatto
c
inalazione
c
b alimenti di origine animale
succo d'uva
tabacco
grande
b
c
piccola
media
Il fruttosio è un:
a
carboidrato
b
grasso
c
aminoacido
L'arteria femorale si trova in corrispondenza di: cavità toracica
c
arti
Le risposte corrette: 7)a
8)c
b
6)c
cavità addominale
5)b
a
4)a
8
testa
Il segugio italiano è un cane di taglia:
a 7
orecchio
La Vitamina PP è contenuta soprattutto in:
a 6
c
bocca
La piroplasmosi è trasmessa da:
a 5
b
Il carpale è un osso di:
a 4
occhio
3)c
3
repellente
2)b
2
c
b vermifugo
antibiotico
1)a
1
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