Editore Demas Srl - anno III numero 3 - VIETATA LA VENDITA
Magazine
Ansia da separazione
Coccole, pazienza e segreti per combatterla
PIA A O C TUIT A GR
Tutti in vacanza
Vademecum per un’estate felice con i nostri amici pet
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Editoriale
Buone vacanze
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inalmente è arrivata l’estate e possiamo concretamente pensare al nostro periodo di meritato riposo dopo un lungo anno di impegni. Esce anche un nuovo numero di PetNet Magazine con tante nuove informazioni sul mondo dei nostri amici animali, che dovrete ricordarvi di mettere in valigia per poterlo leggere con tranquillità. è sempre stimolante e emozionante partecipare con questo breve editoriale alla rivista, perché significa essere ancora una volta in contatto con tutti coloro che hanno deciso di condividere la loro esistenza con un animale, qualunque esso sia. è proprio in questo particolare periodo che il connubio uomo animale deve rafforzarsi. Vorrei infatti lanciare dalla nostra testata un pressante invito a tutti di ricordarsi che il nostro pet è un membro della famiglia a tutti gli effetti e quindi non abbandoniamolo e pensiamo anche a lui. In primo luogo facendogli fare un chek up dal nostro veterinario di fiducia prima delle vacanze, proteggendolo dai parassiti esterni, organizzando la sua partenza con noi, ed, ove non sia possibile, trovandogli un luogo sicuro e confortevole, come una buona pensione per cani. Se invece, malauguratamente, per varie ragioni non possiamo più provvedere a lui, NON ABBANDONIAMOLO soprattutto per strada. Lo condanneremmo ad una fine atroce. Rivolgiamoci allora ad una struttura pubblica e lasciamolo presso di essa nella speranza che una persona con la P maiuscola possa poi prendersi cura di lui. La società Demas, da sempre al fianco di tutti coloro che amano gli animali, con la sua ultima creatura in PetNet magazine, il fumetto Giulius, vorrà realizzare delle ministorie a fini educativi che hanno come filo conduttore il contrasto a qualsiasi genere di maltrattamento od incuria nei confronti degli animali promuovendone la diffusione anche presso i giovani lettori. Buone vacanze e arrivederci a Settembre con PetNet Magazine.
Fabrizio Foglietti, Managing Director Demas
EDITORE Demas Srl Cir.ne Orientale 4692 00178 - Roma - Tel. 06.72.22.260 info@demas.it - www.demas.it ANNO 3 - NUMERO 3 Luglio / Agosto 2011 Tribunale civile di Roma N.363/2009 del 02.11.2009 DIRETTORE RESPONSABILE Carlo Liguori
COMITATO DI REDAZIONE Alessandro Ciorba Fabrizio Foglietti Francesco Foglietti Antonello Castelli Cristina Foglietti
GRAFICA IMPAGINAZIONE STAMPA DSE Srl Via Antonino Pagliaro, 58 00133 Roma Tel. 06-72630409
Demas Srl è titolare esclusiva di tutti i diritti di pubblicazione e diffusione. L’utilizzo anche parziale da parte di terzi è vietata. La Direzione non si assume la responsabilità per eventuali errori presenti negli articoli pubblicati nè delle conseguenze dirette e indirette che possono causare. Alcune delle foto presenti su PetNet Magazine sono state prese da Internet. Chiunque abbia legittimi diritti di copyright sulle immagini, può contattare l’indirizzo petnetmagazine@gmail.com.
Sommario
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Vacanze e salute. Istruzioni per l’uso
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La cura del mantello in Estate
37 Andalo
14 Info Utili Trasfusioni per i nostri pet 15 L’angolo della fitoterapia
Speciale Estate
Timo 18 L’angolo dell’esperto Infertilità nella gatta 20 L’angolo del toelettatore La cura del mantello in Estate 23 Il fumetto Gita al lago
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6 Vademecum per le vacanze 10 Attenzione al colpo di calore 11 Ansia da separazione 12 Vacanze e salute. Istruzioni per l’uso
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Attenzione al colpo di calore
6
Vademecum per le vacanze
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Orbetello
31 Omeopatia
38 La recensione
“...ma la gattina tossisce ancora”
“Successe alla Bassa”
32 Parassiti
40 A tavola con la veterinaria
Le acariasi del gatto
Torta semplice di ricotta
34 Dermatologia
42 Curiosità
Dermatofitosi del cane 47 Pet Oroscopo 36 Viaggiando Orbetello
48 Pet Quiz
Andalo
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Speciale Estate
Vademecum Prof. Alessandro Ciorba
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rende il via il periodo delle meritate vacanze dopo un anno d’intensa attività. Tra i vari problemi, grandi e piccoli, che dobbiamo affrontare per un sereno riposo, non dobbiamo dimenticarci del nostro piccolo amico, cane o gatto che sia. è opportuno tenere presente alcuni punti fondamentali: • controlliamo il libretto sanitario per accertarci che le vaccinazioni siano in regola e teniamo presente l’importanza di una regolare vermifugazione, così come consigliato dal nostro veterinario; • ricordiamoci del trattamento antiparassi-
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tario ad azione repellente nei confronti degli ectoparassiti (zecche, pulci) da ripetere a scadenza programmata, così come indicato da aziende produttrici e veterinari. Se decidiamo di lasciare a casa il nostro cane o gatto, preoccupiamoci: a) di accordarci con una persona di fiducia, perché l’animale sia seguito durante la nostra assenza. Sarà opportuno provvedere a fare una scorta del suo cibo abituale in modo che sia sufficiente per gran parte del periodo della nostra lontananza. Lasciamo in evidenza il numero di telefono del nostro medico veterinario di fiducia. In numerose città è attualmente disponibile un servizio
Speciale Estate
per le vacanze di assistenza domiciliare per piccoli animali, i quali vengono prelevati dalla casa del proprietario per essere condotti dal veterinario, portati regolarmente a spasso od accuditi in caso di assenza dello stesso. I cosiddetti dog sitter. b) Se preferiamo l’ipotesi pensione, prendiamo informazioni su una struttura seria a noi vicina e, in ogni caso, prima di affidargli il nostro cane o gatto compiamo una visita presso la sede prescelta. Se optiamo per portare con noi il nostro amico peloso, dobbiamo assicurarci che sia accettato nel luogo da noi scelto per la vacanza. Parliamo con il nostro medico veterinario della meta delle nostre vacanze per avere utili consigli sui potenziali pericoli sanitari, cui il nostro cane o gatto, può andare incontro, e adottare le opportune misure profilattiche. A tale riguardo parliamo brevemente di due malattie cui prestare particolare attenzione, a motivo della loro particolare diffusione in determinate aree geografiche del nostro Paese. Dall’inizio della primavera e fino all’autunno inoltrato, in molte aree pianeggianti e collinari, soprattutto del centro nord Italia, si aggi-
rano le zanzare, che sono portatrici di un parassita, responsabile di una particolare malattia nel cane e nel gatto: la filariosi. Questo parassita, per svilupparsi, deve permanere per un certo periodo nell’organismo della zanzara, che poi trasmette con la puntura l’infestazione . Per proteggere i nostri piccoli amici da questa pericolosa affezione è necessario mettere in atto un protocollo di profilassi, da cominciare un mese prima dell’inizio della nostra vacanza mediante la somministrazione di un farmaco specifico (una tavoletta masticabile, particolarmente appetita dall’animale e ben assimilabile). Durante le serate di clima estivo o temperato, soprattutto nel centro sud Italia, nelle isole oltre che in Liguria ed Emilia Romagna, il nostro cane può essere attaccato da un pappatacio, un insetto grande come una zanzara di piccole dimensioni, che si nutre di sangue sia animale sia umano. Esso può trasmettere una malattia denominata leishmaniosi, attraverso un meccanismo abbastanza semplice: l’insetto si nutre del sangue di un animale malato, ingerisce le leishmanie circolanti e, quindi, al pasto successivo le trasferisce nel torren-
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Speciale Estate te circolatorio del malcapitato. Importante per combattere la diffusione di questa affezione è ricorrere ad adeguate misure di profilassi, cercando di difendere il cane dall’attacco dell’insetto per cui: non lasciamolo all’aperto nelle ore notturne; troviamogli riparo in un locale coperto (l’azione di un ventilatore disturba fortemente il volo dei pappataci); applichiamo alle finestre delle zanzariere a maglie fitte. Può essere utile l’applicazione di collari repellenti. Se il nostro amico a quattro zampe è sofferente per qualche affezione cronica per la quale necessita di un trattamento terapeutico continuo, premuriamoci di fare una scorta adeguata dei farmaci specifici presso il nostro farmacista, per evitare di trovarci in difficoltà nel reperimento di uno specifico farmaco nel luogo di vacanza. Se intendiamo trascorrere le nostre vacanze in campagna o in montagna, dove più spesso ci si dedica a lunghe passeggiate, dobbiamo pensare di abituare progressivamente il nostro cane a compiere un buon esercizio fisico al fine di “allenarlo” ed evitare il verificarsi di spiacevoli inconvenienti. Esempi: le zampe, o più precisamente i cuscinetti plantari, sono una zona del corpo che più di altre può manifestare segni di superlavoro. Se l’animale è, infatti, abituato ad una vita sedentaria o a camminare su superfici lisce e morbide, facilmente andrà incontro ad abrasioni dei cuscinetti con la comparsa di veri e propri sanguinamenti. Così, ripercussioni negative possono aversi per l’apparato cardiorespiratorio o locomotore, improvvisamente sollecitato a prestazioni inusuali; in questo caso un allenamento fisico graduale sarà di giovamento sia per il nostro cane, sia per noi stessi. Prepariamo adeguatamente la nostra automobile per il viaggio. Per il gatto utilizziamo il trasportino. Per il cane sarà opportuno creare una zona ad hoc nella parte posteriore della nostra vettura, tale da consentirgli un’adeguata areazione e la possibilità di stendersi o alzarsi, se lo desidera. Evitiamo di alimentare il nostro cane o gatto prima della partenza con un pasto abbondante, ma somministriamogli un piccolo spuntino. Evitiamo di metterci in viaggio nelle ore più calde della giornata e portiamo con noi una ciotola con cui, durante le soste, offrirgli piccoli quantitativi di acqua. Se l’animale ha presentato in passato segni di insofferenza a viaggiare in automobile, rechiamoci dal nostro medico veterinario e facciamoci prescrivere un prodotto specifico da somministrargli in un tempo determina-
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to prima della partenza. Portiamo con noi l’alimento normalmente impiegato per la sua nutrizione per cercare di non dover vagabondare al nostro arrivo subito alla ricerca del suo cibo preferito. Se poi dovessimo rimanerne sprovvisti o non riuscissimo a trovarlo, scegliamo un prodotto dalle caratteristiche similari al precedente e ricordiamoci di sostituirglielo gradatamente nell’arco di una settimana, per evitare spiacevoli sorprese. Ricordiamoci sempre di non lasciare parcheggiata la nostra automobile sotto il solleone con il nostro amico peloso al suo interno. Il cane, in particolar modo, è estremamente sensibile alle alte temperature che si creano in un ambiente ristretto surriscaldato. Se non abbiamo altra scelta che parcheggiare al sole, facciamolo per poco tempo e lasciamo i finestrini parzialmente aperti in maniera tale da consentire un certo grado di areazione nell’autoveicolo. In caso di un inizio di colpo di calore sarà opportuno bagnare subito il cane; se di dimensioni ridotte, avvolgerlo in un asciugamano bagnato, porlo all’ombra e in un luogo possibilmente ventilato. Nei casi più gravi sarà necessario portarlo prontamente presso uno studio veterinario. Al mare è consigliabile, dopo un bagno, asciugare il cane e risciacquare con acqua di fonte il mantello. Un’eccessiva esposizione ai raggi solari può avere effetti negativi anche sulla cute del cane, soprattutto se lo si lascia troppo a lungo senza un’adeguata protezione, ed interessare generalmente dorso del naso, orecchie e arti. La cute diventa secca e si arrossa e, nel caso in cui l’esposizione continui, possono formarsi ulcere e croste. Dato che l’epidermide di cani e gatti è più sottile di quella umana le radiazioni solari penetrano in profondità nel derma. Anche il mantello può subire danni a motivo della particolare conformazione anatomica del pelo e dell’azione dei raggi ultravioletti, che ne modificano la composizione chimica. Ciò fa sì che il mant e l l o diventi secco, sfibrato e opaco.
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Speciale Estate
Attenzione al colpo di calore
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inalmente arriva l’estate con le sue splendide giornate, il meritato riposo e … il caldo. Un caldo a volte davvero torrido soprattutto in determinate ore della giornata, nelle quali il consiglio per tutti è di non esporsi al sole, se non con le dovute precauzioni. Se tale regola vale per noi esseri umani, non si vede perché non debba essere seguita anche per i nostri amici a 4 zampe. Ricordiamoci che d’estate il colpo di calore è in agguato, che il cane non può difendersi da solo e che, se lo lasciamo in auto sotto il solleone, non è sufficiente lasciare il finestrino leggermente aperto. Che fare? 1) evitiamo di uscire nelle ore di massimo calore e programmiamo le nostre passeggiate con Fido in ore della giornata più miti; 2) non lasciamo il nostro cane in ambienti angusti, poco ventilati. Tipico è l’esempio dell’automobile, parcheggiata al sole, con un po’ di finestrino fessurato; 3) lasciamo riposare il nostro cane di più durante l’estate, anche se ciò si verifica in pieno giorno e ci appare del tutto inusuale;
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4) lasciamogli a disposizione sempre una ciotola di acqua fresca e pulita e non ci preoccupiamo se in questo periodo il cane manifesta una minore propensione a mangiare. Teniamo presente come determinate razze di cane, come, ad esempio, quelle con muso corto e testa larga (boxer, bulldog, carlino, pechinese, ecc.), presentano maggiori difficoltà di sopportazione della stagione calda. Lo stesso discorso può valere per tutti i soggetti che soffrono di problemi cardiorespiratori e per i cani anziani. D’altronde il cane, a differenza della specie umana, per la dispersione del calore corporeo ha a disposizione aree dell’organismo piuttosto limitate, come, ad esempio, la cavità orale ed i polpastrelli. Il colpo di calore si manifesta nel cane con aumento della frequenza respiratoria, comparsa di vomito, difficoltà alla deambulazione, febbre. Un primo intervento consiste nel bagnare il cane con acqua o nell’avvolgerlo con un telo inumidito. La regola, poi, fondamentale è quella di recarsi rapidamente presso il più vicino ambulatorio veterinario, ove potrà ricevere tutte le cure del caso. A.C.
Speciale Estate
Ansia da separazione L
e vacanze, così come la vita quotidiana che ci costringe a lunghe assenze da casa, portano con sé una serie di piccoli grandi problemi tra cui anche la possibile insorgenza di manifestazioni comportamentali anomale nel nostro cane, la così detta ansia da separazione. L’ansia da separazione è segnalata soprattutto in due categorie di cani: cani giovani inseriti in famiglia in seguito ad adozione e soggetti più anziani, abituati ad un contatto continuo e protratto con l’uomo, che subiscono drastici mutamenti familiari, come l’allontanamento da casa dei figli dei proprietari per motivi di studio, di un componente della famiglia per ragioni di lavoro o più semplicemente in quanto sono lasciati per lunghi periodi della giornata da soli. Il soggetto interessato da questo problema è un cane generalmente di indole buona, molto affettuoso, che stabilisce un legame molto forte e intenso con i padroni e che vive la separazione, anche momentanea, dal padrone come una vera sciagura. è un problema comportamentale abbastanza comune che crea disagio ai proprietari dei cani, i quali, il più delle volte, si accorgono di questa situazione anomala solo tardivamente. Le manifestazioni legate all’ansia compaiono più frequentemente nei primi 20-30 minuti dalla partenza del proprietario o di un membro della famiglia. Esse sono fondamentalmente rappresentate da tendenza a seguire il padrone negli spostamenti all’interno della casa, possibili comportamenti distruttivi nei confronti dell’arredamento, perdita di feci od urine, temporanea mancanza di appetito, elaborato rituale di benvenuto al ritorno del padrone, eccessive vocalizzazioni (ululato ed abbaio), ma anche tremori, aumento della frequenza respiratoria e cardiaca, diarrea e vomito. Possono comparire episodi di autotraumatismo. Naturalmente, tutto quanto sopra descritto è puramente indicativo e non sempre tutto ciò si manifesta o , se ciò accade, può avere una gravità variabile . è da sottolineare il fatto che punire il cane peggiora la situazione, crea i presupposti razionali della paura di essere abbandonato e predispone all’aggressività da paura. Il cane non è in grado di comprendere il motivo di questa eventuale punizione, non la associa al suo comportamento “indesiderato”, con conseguente aumento del suo stato di ansia.
Per contrastare questa situazione anomala si potranno adottare una serie di accorgimenti: • Non rimproverare l’animale; • Compiere degli esercizi di obbedienza, anche semplici, per cinque o dieci minuti tutti i giorni; • Far svolgere al cane un’attività fisica, cercando di portarlo a spasso una mezz’ora al giorno; • Non consentire al cane di elemosinare il cibo durante i pasti della famiglia. Meglio lasciare il cane in un’altra stanza; • Abituare il cane ad essere indipendente. Ad esempio non farlo dormire sul letto, posizionare la cuccia a terra, prima vicina al letto, in seguito sempre più lontana, fino a collocarla in un’altra stanza; • Gratificarlo quando ubbidisce e sta tranquillo; • Non associare le proprie reazioni ai segnali che i proprietari involontariamente inviano allorché escono come prendere chiavi, borse, mettersi le scarpe, indossare giacche e cappotti, ma fare finta di uscire alcune volte al giorno compiendo tutti i comportamenti soliti, ma senza uscire realmente. Il tutto deve avvenire per gradi e badando di passare ad un grado successivo solo quando il cane mostrerà indifferenza. Alla fine il cane dimostrerà un totale disinteresse nei confronti di tutti i preparativi che precedono l’uscita; • Non considerare il cane nei venti minuti che precedono l’uscita e nei venti minuti successivi al ritorno a casa; • Una mezz’ora prima di uscire, dare al cane qualcosa di sfizioso come, ad esempio, un osso o un giocattolo in modo tale che sia impegnato anche dopo l’uscita; • Lasciare radio o televisione accese quando si esce; • Non rientrare in casa se il cane sta abbaiando o gemendo. Nei casi più difficili, la parola d’ordine è sempre la stessa e cioè, rivolgiti al tuo veterinario di fiducia, che è in grado di comprendere la situazione, dare utili consigli e, nei casi più gravi, consigliare anche il ricorso a principi farmacologici contro l’ansia. A.C.
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Speciale Estate
Vacanze e salute Istruzioni per l’uso
L’
estate è la stagione gioiosamente attesa per effettuare viaggi, escursioni e per dedicarsi al divertimento. Purtroppo però è anche una stagione che nasconde numerose insidie per la salute. Nella mia esperienza di medico di famiglia ho visto innumerevoli volte interrompersi o comunque guastarsi vacanze per traumi, incoercibili diarree, ustioni da esposizione al sole o a sostanze urticanti, tossinfezioni alimentari. La prima cosa da fare in previsione di un viaggio in luoghi a rischio di infezioni è quella di informarsi adeguatamente circa la profilassi più idonea da eseguire per malattie come la malaria, il tifo e paratifo, la febbre gialla, l’epatite virale A. L’informazione deve essere tempestiva in quanto vaccinazioni e terapie preventive devono essere eseguite con l’anticipo necessario a rendere attive le proprie difese. Le fonti principali di aggiornamento sono alcuni siti internet e, soprattutto, i servizi di igiene e profilassi delle ASL a cui ci si può rivolgere per la stessa somministrazione dei vaccini. Tra i siti internet più accreditati mi sento di consigliare l’accesso al seguente indirizzo: http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it. Questo sito, continuamente aggiornato, nasce dalla collaborazione fra l’Automobil Club d’Italia e il ministero degli Affari Esteri. Di ciascun paese contiene una scheda con la carta geografica e la descrizione dell’ordinamento giuridico e religioso, la situazione
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climatica, quali sono i visti richiesti e le formalità burocratiche da espletare prima della partenza, la situazione sanitaria e le vaccinazioni consigliate, quali sono le zone a rischio di rapina, furti, sequestri e sommosse belliche, la viabilità e la capacità ricettiva alberghiera, le sedi dell’Ambasciata e del Consolato Italiano. Un kit da viaggio non troppo ingombrante ma utile nel caso in cui si incorra in uno dei più frequenti guai sanitari che si possono dover affrontare durante viaggi ed escursioni potrà comprendere un disinfettante per la cute e materiale per medicazioni (bende, garze, cerotti), mentre un antibatterico ad ampio spettro come il cotrimossazolo consentirà di provvedere alla maggior parte delle infezioni; il paracetamolo ci aiuterà in caso di febbre o dolori. La diarrea è il guaio più frequente soprattutto durante il soggiorno in luoghi “esotici”. La cosiddetta diarrea del viaggiatore colpisce, infatti, fino a due terzi dei turisti che si recano in paesi africani ed asiatici ed è causata da una particolare sensibilità di chi proviene da paesi di alto livello di igiene verso germi come l’Escherichia coli, specie in situazioni di stress da viaggio, cambiamento del fuso orario e del modo di alimentarsi. Nel nostro kit è opportuno che non manchino, quindi, un sintomatico come la loperamide, da assumersi, però, in casi selezionati, tenendo conto che un rallentamento della motilità intestinale può prolungare la persistenza nell’intestino dei microrganismi respon-
di Aldo Mozzone Medico di Famiglia - Scuola Nazionale Formazione Quadri FIMMG
sabili dell’infezione, dei fermenti lattici e delle compresse reidratanti a base di sali minerali. Un cortisonico solubile di pronto utilizzo ed un antistaminico potranno servire in caso di manifestazioni allergiche dopo aver sentito il parere medico. Le persone coscienti di avere un alto rischio di reazioni anafilattiche non dovranno dimenticare una formulazione pronta di adrenalina. Tra i prodotti indispensabili da portare con sé non dovrà mai mancare una crema protettiva antisolare ed un prodotto reidratante doposole. Inoltre, è opportuno munirsi di un prodotto disinfettante per l’acqua di uso alimentare. Una raccomandazione particolare deve essere riservata agli escursionisti non abituali di alta quota, specie se sofferenti di ipertensione arteriosa o cardiopatici. In paesi come il Perù, la Bolivia, il Nepal, mete turistiche ormai abbastanza frequentate, il soggiorno in alta quota è la regola. Ma anche nel nostro stesso paese le Alpi offrono escursioni che prevedono salite ben oltre i tremila metri con conseguenti rischi per la salute, dovuti alla bassa tensione di ossigeno, che possono colpire persone non adeguatamente preparate e che hanno come bersagli principali cervello e polmone con conseguenze anche drammatiche. Per evitare tali conseguenze è necessario seguire regole di acclimatamento alle alte quote con salite progressive secondo tappe consigliate da guide esperte.
Dieci consigli per l’Estate Non dimenticare, prima di partire, di rifornirsi dei farmaci di uso abituale Prima di partite per paesi extraeuropei informarsi circa l’eventuale profilassi opportuna per malattie infettive
Provvedere sempre ad una adeguata idratazione preoccupandosi soprattutto degli anziani e dei bambini. E non dimenticarsi delle esigenze idriche degli animali!
Assicurarsi che le acque in cui ci si tuffa siano dichiarate balneabili dalle autorità competenti
Non dimenticare prodotti repellenti per gli insetti, possibilmente di origine naturale
In caso di viaggi lunghi (aereo, bus, auto, treno) provvedere a frequenti “sgranchimenti” per evitare il rischio di danni vascolari degli arti inferiori
L’esposizione al sole deve essere graduale evitando le ore centrali della giornata: munirsi sempre di creme antisolari e copricapo
Per salite in alta quota (superiori a 2000 – 2500 metri) preoccuparsi di effettuare un adeguato acclimatamento
Tenere a disposizione un pratico kit di pronto soccorso
In zone non sicure utilizzare esclusivamente acqua minerale o trattata con disinfettanti (anche per lavarsi i denti o sciacquare la verdura). La frutta è sempre opportuno sbucciarla
Info Utili
Trasfusioni per i nostri pet A
nche i cani e i gatti potranno diventare donatori di sangue e salvare la vita a molti dei loro simili: nella Sezione di Medicina Interna del Dipartimento di Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria della Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia sono stati attivati l’emoteca ed il centro emotrasfusionale. Si tratta del primo centro pubblico dell’Italia Centrale, adibito alla preparazione e stoccaggio di sangue intero fresco e conservato, nonché di emocomponenti ad uso autologo, attivato ai sensi della “Linea Guida relativa all’esercizio delle attività sanitarie riguardanti la medicina trasfusionale in campo veterinario”, recepita dalla Giunta Regionale Umbra con apposita delibera (n.34 del 21/10/2008). Il Centro emotrasfusionale nasce allo scopo di fornire un servizio rivolto ai pazienti dell’Ospedale Veterinario Didattico della Facoltà, ai cittadini e ai loro amici animali nonché ai colleghi libero professionisti. Il sangue intero e gli emoderivati sono infatti necessari in molteplici condizioni: avvelenamenti, emorragie, interventi chirurgici, disordini della coagulazione, neoplasie, malattie emoprotozoarie ecc., che mettono a rischio la vita degli animali.
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I soggetti donatori devono essere sani, avere un peso superiore ai 25 Kg (per i cani) e 5 Kg (per i gatti) ed un’età compresa tra 1 e 8 anni. Presso la struttura, al donatore vengono effettuati gratuitamente: - visita clinica; - esame emocromocitometrico; - gruppo sanguigno; - proteine plasmatiche, albumina, urea, AIP, ALT; - ricerca microscopica per Babesia spp. su buffy coat - PT, aPTT, fibrinogeno; - esami sierologici nei confronti di Leishmania infantum, Ehrlichia canis, Dirofilaria immitis, Rickettsia rickettsii FIV, FeIV, FIP e Mycoplasma haemofelis (nel gatto). Il proprietario dell’animale donatore riceverà anche una fornitura di mangime offerta da una ditta mangimistica. Il check-up eseguito ha lo scopo di controllare e rendere più sicuro il sangue trasfuso all’animale malato e limitare quindi reazioni avverse. Il donatore, su volontà del proprietario, potrà essere sottoposto a controlli periodici gratuiti.
L’angolo della fitoterapia
Nome Scientifico: Thymus vulgaris L. Habitat: Diffuso in tutto l’emisfero boreale, nelle regioni a clima temperato. Descrizione: Il timo è una pianta arbustiva perenne alta fino a 40-50 cm con un fusto legnoso nella parte inferiore e molto ramificato che forma dei cespugli molto compatti. Le foglie sono per lo più piccole e allungate, con una colorazione variabile dal verde più o meno intenso, al verde chiaro, al grigio, all’argento, ricoperte da una fitta peluria. I fiori sono di colore bianco – rosato. Parte usata: Del timo si utilizzano le sommità fiorite che si raccolgono da aprile e per tutta l’estate e le foglie che vanno raccolte con tutto il fusto fin dove non è lignificato e poi messe a seccare in un posto ombreggiato e ventilato. Preparazioni consigliate: Una forma farmaceutica valida è l’estratto secco titolato in olio essenziale e in fenoli volatili espressi in timolo Composizione chimica: Mediamente questa pianta contiene il 40% di timolo, l’1,1% di carvacrolo e il 5,9% di linalolo. (Ha un aroma così penetrante che gli antichi l’avevano soprannominato “il respiro di Zeus”. Secondo le leggende il timo è una pianta amata dalle fate: se vuoi incontrarne una devi preparare un infuso coi fiori (l’unica regola è: farlo all’aperto). Proprietà terapeutiche: • Azione antinfettiva: l’olio essenziale possiede proprietà antibatterica nei confronti di molti batteri, da mettere in relazione con la presenza dei fenoli e in particolare del timolo e del carvacrolo. Possiede anche attività fungicida, in particolare su miceti dello strato superficiale della pelle e sulla Candida albicans. • Azione antiradicalica: possiede azione protettiva contro i danni da radicali liberi, legata sia all’olio essenziale sia ai flavonoidi. Questa azione protettiva si esplica anche a concentrazione molto basse. Gli acidi grassi poliinsaturi (PUFA), fondamentali per il benessere delle cellule, negli animali anziani subiscono una notevole riduzione a livello tessutale, con conseguenti alterazioni su integrità e funzionalità dei tessuti stessi. La somministrazione di olio essenziale di Timo si è dimostrata capace di ostacolare il calo dei PUFA nel fegato e nella retina dovuto all’età. Effetti collaterali: A dosi elevate può provocare nausea, vomito, rallentamento del battito cardiaco, astenia, respirazione difficoltosa e diminuzione della temperatura corporea. Tali sintomi scompaiono con la sospensione della terapia. In pazienti sensibili può provocare reazioni allergiche cutanee di tipo orticarioide. A. C.
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Comunicazione a cura dell’azienda
LEISHMANIOSI: UN COLLARE PER LA VITA L’avvicinarsi della stagione calda fa ritornare di attualità alcune problematiche sanitarie e in particolare, la leishmaniosi, una malattia che colpisce preferibilmente il cane ma che in alcuni casi può interessare anche l’uomo. Con la bella stagione arriva quindi il momento di “prendere per il collo” il nemico numero uno dei nostri cani, il flebotomo o pappatacio, un piccolo insetto che con la sua puntura può trasmettere al cane e all’uomo un parassita, Leishmania infantum responsabile della comparsa di una grave malattia chiamata leishmaniosi, un tempo considerata malattia tropicale. I flebotomi o pappataci (così chiamati perché “pappano in silenzio”) sono minuscoli insetti notturni che per riprodursi hanno bisogno di sangue che prelevano dal cane o dall’uomo. In pratica un pappatacio che punge un cane affetto da leishmaniosi preleva insieme al sangue il parassita che si moltiplica all’interno del suo intestino infettandosi; con la puntura il pappatacio è successivamente in grado di trasmettere ad altri cani e uomini il parassita infettandoli. Anche il cane infetto a sua volta diventa “fonte di infezione” per altri pappataci. Ma nessun allarmismo !! Non c’è contagio diretto né fra cane e cane né fra uomo e cane in quanto sia il cane che l’uomo contraggono la malattia solo esclusivamente attraverso la puntura del pappatacio. Attualmente nel nostro paese la leishmaniosi, è presente non solo nelle regioni centro meridionali e insulari a clima tipicamente mediterraneo, ma anche nelle regioni pre-appenniniche e addirittura in quelle prealpine a clima continentale delle regioni del nord Italia, tradizionalmente indenni. All’origine dell’attuale situazione epidemiologica sembra ci sia il cosiddetto “turismo con cane al seguito” oltre all’adattamento dei pappataci a nuovi habitat, a seguito dei cambiamenti climatici. Il fenomeno desta preoccupazione non solo per la necessità di proteggere il cane dalla malattia ma anche per garantire una adeguata protezione sul fronte umano. Fortunatamente l’uomo è molto resistente alla malattia e il rischio che si ammali riguarda soprattutto persone affette da gravi malattie che compromettono il sistema immunitario come l’AIDS o gli organo- trapiantati. Oggi in assenza di un vaccino efficace l’unico rimedio contro la leishmaniosi è la protezione del cane contro la puntura del pappatacio. Pertanto nelle aree a rischio leishmaniosi è consigliabile: • evitare di portare a spasso il cane la sera; • far dormire il cane in casa durante le ore notturne e applicare alle finestre apposite zanzariere a maglie strette; • utilizzare prodotti a base di piretroidi di sintesi, come il collare a base di deltametrina, una sostanza che si distribuisce sulla cute del cane attraverso il film lipidico e impedisce la puntura del pericoloso insetto in grado di trasmettere l’infezione. Il collare a base di deltametrina ha un efficacia di 5 mesi ed è un utile presidio sia nei cani sani, al fine di evitare l’infezione, nei cani già infetti “serbatoio del parassita per evitare di amplificare l’infezione, nei cani viaggiatori che se condotti in una zona endemica e qui infettati potrebbero portare la leishmaniosi anche in zone che sono attualmente indenni.
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L’angolo dell’esperto
Infertilità nella gatta
Prof. Alessandro Ciorba Università degli Studi di Perugia
Gentile Professore, possiedo più gatte, un paio sono sterilizzate, mentre sto cercando di avere dei gattini da una bella gatta siamese. Credo, però, che possa avere dei problemi a carico della sfera riproduttiva, in quanto si è accoppiata senza alcun esito positivo per due volte con un gatto di importante genealogia. Aspetto notizie. Maria Antonietta (Modena) Infertilità è un termine generico, che può riferirsi a qualsiasi condizione che impedisca ad una femmina di concepire e riprodursi. Le cause dell’infertilità sono numerose, per cui è opportuno indagare attentamente la storia della gatta per cercare di evidenziare eventuali problemi pregressi. Il medico veterinario, ancor prima di esaminare con accuratezza l’apparato genitale, effettuerà un esame generale dell’animale per valutare l’eventuale presenza di malattie sistemiche, capaci di avere ripercussioni negative sulle capacità riproduttive dell’animale. Meriterà un approfondimento qualsiasi sintomo anomalo. Si eseguiranno esami del sangue per valutarne i normali valori ed accertamenti sierologici, nei confronti di malattie virali come la leucemia felina, la peritonite infettiva e l’immunodeficienza felina. Parallelamente, sarà opportuno valutare l’effettiva capacità riproduttiva del maschio scelto per l’accoppiamento, specialmente quando non si sia accoppiato con successo negli ultimi 6 - 12 mesi. In ogni caso prima di iniziare complesse indagini di laboratorio sulla femmina può essere consigliabile tentare l’accoppiamento con un altro maschio. Per una corretta valutazione dell’infertilità sarà opportuno porre particolare attenzione anche all’alimentazione, all’ambiente in cui l’animale vive, alla frequenza e regolarità dei trattamenti antiparassitari, vaccinali, delle visite cliniche. La gatta dovrà ricevere una nutrizione mirata sotto il profilo qualitativo, disporre
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di un ambiente confortevole ed essere seguita da parte dei proprietari in modo da monitorare la regolarità dei cicli. Attenzione si dovrà prestare all’irregolarità dei calori. Questi possono subire interruzioni in soggetti esposti a condizioni stressanti significative, come ad esempio carenze dietetiche o patologie intercorrenti, a sovraffollamento, ad esposizione a temperature estreme, ad insufficiente stimolazione alla luce solare, a ripetute variazioni di ambiente. Di difficile individuazione sono i calori silenti, anche se per una valutazione obiettiva dell’estro si potrà ricorrere ad una semplice, rapida e poco costosa indagine di laboratorio, non invasiva, né problematica per il gatto. In qualsiasi ambulatorio veterinario è, infatti, possibile eseguire un prelievo di cellule di sfaldamento della vagina, osservarle al microscopio e determinare se la gatta si trovi o meno in una situazione di calore o di fase interestrale. Si potranno anche eseguire determinazioni di laboratorio per stabilire la situazione ormonale del soggetto. è da tenere presente che la gatta coperta una sola volta al giorno od una sola volta in tutto il periodo del calore sarà esposta ad uno stimolo ovulatorio molto inferiore rispetto a quella accoppiata 4 - 8 volte al giorno. Ridotte possibilità ovulatorie ci si debbono attendere da singoli accoppiamenti troppo precoci o tardivi, sia pur avvenuti nell’ambito del periodo estrale. Il proprietario dovrebbe essere messo a conoscenza del fatto che per ottenere un buon li-
vello di fertilità sarà necessario cercare di realizzare almeno 4 accoppiamenti al giorno, per tutto il periodo di recettività. Occorre anche prestare attenzione al momento del coito in quanto l’assenza dell’urlo e della conseguente reazione post accoppiamento, potrà metterci sull’avviso di un possibile mancato completamento dell’atto sessuale stesso. Sarà opportuno segnare la data o le date degli accoppiamenti. A questo proposito si deve rammentare che la gatta è recettiva per l’accoppiamento per 7 giorni consecutivi (4 - 9) giorni e, quando sia stato eseguito un numero di accoppiamenti sufficiente a indurre l’ovulazione, la femmina non gravida, dovrebbe accusare una condizione di riposo sessuale di 30 - 70 giorni. Si può supporre che una gatta, che si accoppi con un maschio di provata fertilità ma manifesti una pseudogravidanza, sia affetta da una possibile patologia uterina o da una disfunzione ovarica. Esami radiografici od ecografici dell’utero potranno mettere in evidenza la presenza di processi infiammatori, di feti ritenuti parzialmente o totalmente mummificati, di gravidanze extrauterine, raccolte di fluidi all’interno delle cavità, residui di strutture scheletriche o placentari. Molte delle forme patologiche che colpiscono la sfera genitale richiedono terapie complesse. Ad esempio, i processi infettivi dell’utero, necessitano di trattamenti antibiotici mirati per lunghi periodi, le disfunzioni ovariche interventi ormonali, la ritenzione di feti il ricorso alla chirurgia.
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L’angolo del toelettatore
La cura del mantello in Estate di Umberto Lehmann
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ome sempre, durante la stagione calda, numerosi sono i problemi che affliggono il mantello dei nostri cani, indipendentemente dalla razza e dalla lunghezza del pelo. I parassiti non hanno predilezione per un particolare tipo di pelo, sia esso raso, corto o lungo. Fortunatamente siamo in grado, grazie ad una vasta gamma di prodotti presenti sul mercato, di prevenire l’infestazione e combatterla, anche quando l’attacco di pulci e zecche è già avvenuto. La prevenzione può essere effettuata applicando la classica fialetta tra le scapole, con frequenza mensile. In alternativa si possono usare spray o collari antiparassitari, che normalmente vanno usati seguendo le modalità riportate sulle confezioni ed i consigli del veterinario. Nel caso non avessimo provveduto alla prevenzione e ci trovassimo a dover contrastare l’infestazione, possiamo fare anche affidamento su specifici shampoo. Questi hanno però la sola funzione di eliminare i parassiti presenti e non funzionano da repellenti. Possiamo usare anche altri prodotti che si applicano con delle spugnature ed in questo caso funzionano sia da debellanti sia da repellenti. Un altro inconveniente dell’estate è la perdita di pelo. Come sarà stato più volte ricordato dal vostro toelettatore di fidu-
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cia, il mantello del cane è soggetto ad un ricambio naturale e continuo che ha il suo culmine nella stagione calda e riguarda tutti i soggetti a pelo corto o raso come il Pastore Tedesco, il Boxer, il Labrador ecc. Dobbiamo spazzolare tutti i giorni con un cardatore i manti corti e con una spazzola di gomma i manti rasi, seguendo il verso del pelo. Barboni, Cocker, Maltesi e Yorkshire non danno luogo a problemi legati alla perdita di pelo, ma dobbiamo evitare che i loro mantelli si annodino. Come? Possiamo optare per una tosatura che comporta di accorciare la lunghezza del pelo, possiamo portarlo regolarmente a fare il bagno, oppure usare pettine e spazzola dieci minuti tutti i giorni. Il toelettatore di fiducia consiglierà ogni cliente su come meglio seguire il proprio cane. Nel caso in cui ci trovassimo in villeggiatura in una località di mare, ricordiamoci di risciacquare sempre con acqua dolce il nostro cane dopo l’eventuale bagno in mare, onde evitare la comparsa di problemi come prurito ed irritazioni cutanee. Un’energica spazzolata servirà ad eliminare la sabbia. Per coloro che hanno scelto montagna o campagna, ricordiamo di controllare quotidianamente che non ci siano spighe o spine infilate nel pelo e soprattutto fra le dita e nelle orecchie. Una spazzolata regolare avrà anche l’effetto di ottenere un cane pulito e bello da vedere.
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AUT. PUB. N° 52/VET/2010
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Omeopatia
“... ma la gattina tossisce ancora”
M.
è una giovane gattina trovatella che già giovanissima ha presentato i classici problemi clinici conseguenti ad un’infezione da Herpesvirus, chiamata comunemente “rinotracheite infettiva del gatto” e, volgarmente, “malattia degli starnuti”. Tale patologia è un’infezione a decorso generalmente benigno negli animali adulti in buono stato clinico, mentre al contrario può risultare più grave, anche per la frequenza di infezioni secondarie che colpiscono in genere i tessuti oculari e la mucosa orale, nei soggetti non immunocompetenti (giovani, anziani o immunodepressi). Generalmente i sintomi sono riferibili ad una affezione che colpisce le prime vie aeree, ma raramente, l’infezione può approfondirsi e cronicizzarsi. In M., purtroppo, a causa di condizioni di salute precarie legate alla malnutrizione, l’ambiente non idoneo in cui ha vissuto il primissimo periodo della sua vita, la giovane età e forse addirittura una depressione immunitaria attribuibile ad un infezione da virus Felv e/o
Fiv, l’infezione si è diffusa a livello bronchiale e si è cronicizzata. La patologia iniziata con degli starnuti, è stata poi seguita da tosse con conati, peggio al mattino, ed addirittura da un’otite con presenza di scolo. Il carattere della gattina evidenzia una ricerca di calore, sia fisico sia sotto forma di carezze e manipolazioni, e nonostante la giovane età M. manifesta un’ostinazione al perseguimento dei suoi obiettivi, veramente straordinaria. Tutto l’insieme dei sintomi caratteriali, di relazione con l’ambiente e localifisici, conducono alla prescrizione di Silicea. Silicea è un rimedio minerale (la sabbia), che risulta particolarmente indicato nei giovani soggetti con deficit immunitario, ostinati e alla continua ricerca di calore. Dopo la somministrazione di Silicea a M., si assiste alla ricomparsa dei sintomi della malattia a ritroso rispetto la loro comparsa (prima compare lo scolo oculare, poi la tosse con conati). Questa è una condizione auspicabile da parte dell’omeopata, perché si sta realizzan-
Dr.ssa Cristina Stocchino Medico Veterinario
do la legge di Hering (cioè ricomparsa dei sintomi in ordine inverso alla loro comparsa, dall’interno all’esterno), come se l’organismo, riacutizzando i sintomi, riuscisse a liberarsene. L’aggravamento omeopatico è differente dal peggioramento (che potrebbe indicarci la necessità di cambiare rimedio o potenza dello stesso), in quanto i sintomi fisici non sono accompagnati da depressione del sensorio, anzi l’animale sembra star bene nonostante la presenza di sintomi più o meno fastidiosi. D’altra parte il proprietario può risultare un po’ perplesso di fronte all’entusiasmo manifestato dall’omeopata al verificarsi della legge di Hering, in quanto, da parte sua l’animale sta manifestando dei sintomi che lui desiderava andassero via! L’informazione corretta del proprietario circa la possibilità del verificarsi di tale situazione può invece evitare che il proprietario si allarmi e quindi telefoni al veterinario, magari ad ore inconsuete. Il miglioramento di M si è ad un certo punto interrotto, ed è stata necessaria una seconda ripetizione del rimedio.
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Parassiti
Le acariasi del gatto
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opo numerosi articoli dedicati ai parassiti del cane, verranno presi in considerazione i più comuni parassiti esterni (ectoparassiti) del gatto, con particolare riferimento agli acari, imparentati con le zecche di cui si è trattato nel numero scorso, ma molto più piccoli di queste ultime e di più difficile diagnosi ed identificazione. Al contrario delle zecche, gli acari di cui si tratterà in questo numero, non sono vettori di alcun agente patogeno; la loro rilevanza sanitaria è legata esclusivamente ai problemi che provocano ai nostri amici felini a livello della cute. In alcuni casi si tratta di parassiti potenzialmente in grado di infestare anche l’uomo e che necessitano pertanto di particolari cautele da parte nostra nel caso in cui il nostro gatto ne risultasse infestato. A seconda dei casi, gli acari ectoparassiti si possono distinguere in “superficiali”, che rimangono sulla superficie della pelle nascosti in mezzo al pelo, nutrendosi di essudati, scaglie di pelle, sangue e siero, e “profondi”, che penetrano cioè nella pelle scavando gallerie al suo interno e nutrendosi del derma stesso e di essudato durante le operazioni di scavo. Si parlerà pertanto di “acariasi superficiali” o “profonde”, le ultime spesso indicate col nome di “rogne” o “scabbie”. Su questi termini c’è però un po’ di confusione, dato che a volte si parla di scabbia anche per alcuni acari superficiali. Sia che si tratti di acari che rimangono in superficie, che di scavatori, stiamo parlando di organismi che misurano solitamente meno di mezzo millimetro di lunghezza e che non sono dunque osservabili ad occhio nudo. Il sospetto di un’infestazione è di solito clinico e legato ai sintomi a livello della cute legati dalla loro presenza. Gli acari non hanno un ciclo biologico complesso come quello che abbiamo descritto fin qui per molti vermi parassiti, con alternanze di ospiti diversi; la loro trasmissione è legata al contatto diretto con un ospite infestato, e le loro possibilità di sopravvivere lontani da un ospite sono praticamente nulle. Hanno un ciclo di sviluppo che prevede stadi diversi, un po’ come già descritto per le zecche; generalmente (ci sono moltissime variazioni sul tema) dall’uovo esce una larva che poi muta a ninfa che poi muta in adulto sessualmente maturo. In realtà, a seconda delle specie, ci possono essere diversi stadi larvali e ninfali, ma non complichiamo troppo il discorso. A titolo di esempio
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Dr. Claudio De Liberato
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana
descriviamo la biologia di Notoedres cati, agente di un’acariasi profonda del gatto: 1) le femmine fecondate vivono nell’epidermide scavando gallerie e nutrendosi di detriti cutanei ed essudato; 2) al fondo di queste gallerie depositano uova da cui fuoriescono le larve; 3) le larve tornano in superficie scavando altre gallerie, in cui mutano a ninfe ed adulti; 4) gli adulti si accoppiano in superficie; 5) le nuove femmine gravide scavano nuove gallerie e ricomincia il ciclo. Ciascuna femmina è in grado di deporre 2/3 uova al giorno per la durata della sua vita adulta che, se è fortunata (e il nostro gatto sfortunato), può arrivare a 30 giorni. E nel frattempo scava, scava, scava…. N. cati è lungo un quarto di millimetro e, a dispetto del nome, si può rinvenire anche su cani e conigli. Le lesioni provocate da questa specie iniziano solitamente sul margine del padiglione auricolare, ma possono poi estendersi a testa, collo e zampe, e consistono in perdita di pelo, formazione di croste grigiastre ed eritema. L’intenso prurito e il conseguente grattamento, possono provocare la formazione di ferite aperte, con possibili infezioni batteriche secondarie. Nei casi più gravi questa scabbia, se non trattata, può risultare fatale. Molto rara nel gatto è invece la scabbia causata da Sarcoptes scabiei, comunemente noto come “acaro della scabbia” e più comune ed importante agente eziologico di acariasi profonde nell’uomo e in moltissime specie di mammiferi, domestici e selvatici. Questo parassita ha un ciclo e degli effetti patogeni del tutto simili a quelli riportati per N. cati, con l’aggravante però di essere in grado di infestare l’uomo. Il suo rinvenimento su un gatto costituisce pertanto un potenziale rischio per le persone che entrino in contatto con l’animale parassitato. In questa specie tuttavia S. scabiei è segnalato molto raramente. A causa del potenziale zoonosico (capacità di passare dall’animale all’uomo), di quest’ultima specie, appare evidente l’importanza di una diagnosi differenziale tra N. cati e S. scabiei, diagnosi possibile solo tramite l’osservazione microscopica da parte di uno specialista di esemplari prelevati dalla cute del gatto infestato. Un’altra acariasi profonda del gatto viene provocata da Demodex cati, agente eziologico della cosiddetta rogna demodettica. Si tratta in realtà di una parassitosi abbastanza rara; rispetto a Notoedres, che scava attivamente delle gallerie nella cute, provocando i danni sopra descritti, Demo-
Parassiti
dex è meno invasivo e l’infestazione si limita, di solito, ai follicoli piliferi e alle ghiandole sebacee, provocando sintomatologie meno gravi, con essudati squamosi e prurito, concentrati in particolare sulla testa. Tra gli acari che rimangono in superficie sulla pelle, ricorderemo Otodectes cynotis e Cheyletiella blakei, che hanno biologie e rilevanze cliniche diverse. O. cynotis provoca (come si intuirà dal nome generico) un’infestazione a carico dell’orecchio, dove si spinge anche in profondità ma senza scavare ne approfondirsi nella cute. Morde la pelle dell’orecchio nutrendosi di sangue, siero, linfa e cerume. Le orecchie infestate presentano di solito una iperproduzione di cerume ed essudato, di cui questi sgraditi ospiti si nutrono; l’animale spesso strofina le orecchie nel tentativo di arrecarsi sollievo dal prurito, scuote la testa e, nei casi più gravi, cammina in circolo. C. blakei rimane, invece, confinata alla superficie della pelle nascosta nel pelo dell’animale, soprattutto sul muso, dove provoca la formazione di croste; questi acari perforano la pelle dell’ospite con degli stiletti allungati, causando alla lunga lo sviluppo di lesioni cutanee di tipo
eczematoso, perdita di pelo e prurito. Le femmine attaccano le uova ai peli, come i nostri pidocchi fanno sui capelli. Ovviamente i gatti a pelo lungo sono più soggetti a questa parassitosi. C. blakei è in grado di attaccare anche l’uomo, in caso di contatto diretto con animali infestati, dando luogo a lesioni cutanee diffuse, anche di notevole entità. L’unico modo per arrivare ad una diagnosi certa della specie responsabile di un’infestazione cutanea, è l’osservazione microscopica dell’acaro stesso; le sintomatologie sono, infatti, spesso simili tra loro e confondibili anche con affezioni da parte di altri tipi di agenti patogeni, funghi per esempio. Una diagnosi differenziale è fondamentale sia per definire le misure di profilassi e terapia, sia per valutare il rischio di trasmissione alle persone che vivono con l’animale infestato; di fatto, comunque, gli acari del gatto difficilmente passano all’uomo (i rari casi di scabbia da S. scabiei e le infestazioni superficiali da C. blakei). Generalmente, per la diagnosi è necessario prelevare le croste provocate dal parassita, raschiando le lesioni, e andare poi a ricercare, nel materiale prelevato, questi ospiti indesiderati.
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Dermatologia
Dermatofitosi del cane Prof. Andrea Spaterna Responsabile Ospedale Veterinario Didattico - Scuola di Scienze Mediche Veterinarie Università degli Studi di Camerino
Di cosa si tratta? Con questo termine si intende una patologia cutanea contagiosa, che coinvolge lo strato superficiale dell’epidermide ed i suoi annessi, anche chiamata volgarmente “tigna”. A causarla sono dei funghi denominati dermatofiti. Delle centinaia di dermatofiti conosciuti in natura, solo una trentina rivestono un significato patologico negli animali: tra questi, nel cane, il più frequentemente in causa nel determinismo di dermatofitosi è Microsporum canis, seguito da Trichophyton mentagrophytes e Microsporum gypseum. I dermatofiti, come tutte le muffe, sono organismi eterotrofi, che si nutrono cioè di materiale organico già elaborato: le specie patogene per gli animali trovano nella cheratina dello strato corneo e dei peli in fase anagena un substrato ideale e pertanto sono definite cheratinofile. è una malattia frequente? Si stima che le dermatofitosi rappresentino circa un 2% di tutte le infezioni cutanee. Particolarmente predisposti risultano i soggetti giovani, al di sotto dei 12 mesi di vita, a motivo di un sistema immunitario ancora non sufficientemente competente, mentre per quanto riguarda le razze una maggior incidenza è da sempre riferita per lo Yorkshire Terrier. Anche i soggetti anziani e/o debilitati, quelli che vivono in ambienti caldo-umidi
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e/o in collettività o che coabitano con gatti (in particolare a pelo lungo), sono maggiormente esposti a tale malattia. Può essere una malattia contagiosa ed eventualmente può trasmettersi anche all’uomo? E’ una malattia altamente contagiosa. M. canis e T. mentagrophytes appartengono ai dermatofiti zoofili, specializzati cioè nell’invadere e colonizzare gli strati cheratinizzati dell’epidermide e gli annessi degli animali, ma possono parassitare anche l’uomo, comportandosi pertanto da agenti zoonotici. M. gypseum e M. persicolor sono dermatofiti geofili, così definiti perché vivono abitualmente nel terreno, comunque in grado di infettare la cute del cane e occasionalmente dell’uomo. Come si trasmette la malattia? Il contagio avviene a partire dagli elementi infettanti, i conidi e le spore; quest’ultime, in particolare, rappresentano le forme riproduttive e hanno la peculiarità di essere estremamente resistenti nel mondo esterno, motivo per cui l’infezione può trasmettersi non solo per contatto diretto (tra animale malato ed animale sano), ma anche tramite materiale contaminato (spazzole, tosatrici ecc.). I gatti a pelo lungo si prestano a raccogliere ed a trattenere le spore sul loro mantello, senza necessariamente manifestare i segni di malat-
Dermatologia
tia, comportandosi in tal modo come portatori sani e giocando un importante ruolo nella diffusione e nel mantenimento delle dermatofitosi nell’ambiente. Il contatto con le spore non implica necessariamente lo sviluppo di lesioni, in quanto numerosi fattori, quali la barriera meccanica rappresentata dalla cute integra, l’azione protettiva del sebo e del sudore, l’azione competitiva della flora batterica, nonchè le difese immunitarie, sono in grado di contrastare efficacemente l’invasione fungina; tuttavia, condizioni patologiche o iatrogene (cioè legate alla somministrazione di farmaci), in grado di ripercuotersi negativamente su detti fattori, possono favorire il superamento di queste barriere difensive e quindi la colonizzazione della cute. Le ife, una volta sviluppatesi dalle spore, colonizzano lo strato superficiale della cute (strato corneo) e quindi invadono i peli: la crescita del fungo avviene prevalentemente sulla superficie del pelo, che finisce per cadere o per spezzarsi. Con quali sintomi si manifesta la malattia? La dermatofitosi può manifestarsi sia in forma localizzata che in forma generalizzata. La forma localizzata è la manifestazione clinica di più frequente riscontro ed è caratterizzata dalla classica lesione alopecia (cioè senza pelo), singola o multipla, ben circoscritta, di dimensioni variabili, di forma generalmente circolare e a margini regolari, in corrispondenza della quale la cute può apparire normale o presentarsi modicamente desquamata e/o eritematosa (arrossata). Una caratteristica distintiva è rappresentata dalla facilità con la quale si riesce a staccare i peli in corrispondenza della sua periferia. Le lesioni possono riscontrarsi in qualsiasi parte del corpo, anche se le zone più frequentemente colpite sono la testa, il dorso e le estremità distali delle zampe anteriori. La forma generalizzata è, invece, caratteriz-
zata da numerose lesioni alopeciche distribuite su aree più o meno vaste della superficie corporea, in corrispondenza delle quali la cute può apparire eritematosa e ricoperta di squame e/o croste. Un’ulteriore forma, estremamente rara, è legata ad una localizzazione dell’infezione (sostenuta in particolare da T. mentagrophytes) a carico delle unghie (onicomicosi), che risultano fragili, sfaldate, finanche deformate e possono addirittura cadere. La condizione può interessare una o più unghie di una sola zampa, senza ulteriori lesioni in altre parti del corpo, oppure può coinvolgere le unghie di più o di tutte le zampe, nel contesto, però, di una forma generalizzata. Come si può sospettare il sussistere di detta malattia? Il sussistere di analoghe lesioni in animali e/o persone che convivono con il soggetto in esame, nonché le caratteristiche cliniche della condizione in atto, sono in genere elementi di per sé sufficienti a sospettare una dermatofitosi; tale sospetto, tuttavia, necessita di una conferma, che può derivare solo da un’attenta valutazione da parte del Medico veterinario, in grado peraltro di procedere con l’effettuazione di tutta una serie di indagini di laboratorio. è una malattia curabile? A fronte di una diagnosi di dermatofitosi, l’istituzione, da parte del Medico veterinario, di un opportuno protocollo terapeutico è risolutiva, portando a guarigione l’animale. La necessità di sottoporre sempre a terapia un soggetto affetto da dermatofitosi, anche in presenza di una semplice forma localizzata, che peraltro, a volte, potrebbe anche guarire spontaneamente, è giustificata dal fatto che si tratta di una malattia altamente contagiosa e per di più a carattere zoonotico, di modo tale che è sempre preferibile procedere prima possibile alla sua eradicazione dall’animale.
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Orbetello
Viaggiando
La città di Orbetello sorge al centro dell’omonima laguna ed è unita al Monte Argentario per mezzo di una strada realizzata su un terrapieno artificiale (la diga), che ha diviso la laguna in due specchi d’acqua (“Laguna di Levante” e “Laguna di Ponente”). Il territorio comunale è estremamente variegato; la zona umida lagunare è delimitata verso il mare da due tomboli (il Tombolo della Feniglia ed il Tombolo della Giannella), caratterizzati da lunghe spiagge sabbiose, pinete e macchia mediterranea. La costa in prossimità dei rilievi di Talamone e di Ansedonia diventa rocciosa e di difficile accesso. L’entroterra è caratterizzato da modesti rilievi, dove la vegetazione cresce spontanea, formando intricate macchie di vegetazione e da zone pianeggianti, intensamente coltivate. Cenni storici Orbetello, sita non lontano da Grosseto, sorse nel luogo dove già in epoca etrusca esisteva un abitato. Nel 280 a.C. passò sotto il dominio di Roma, che diede vita ad altri insediamenti limitrofi, come Ansedonia. In epoca medievale divenne un possesso della famiglia Aldobrandeschi, che lo controllarono fino agli inizi del Trecento, quando il centro passò sotto il controllo di Orvieto e fu forse riedificato intorno al 1110 da Pietro Farnese. A seguito di varie lotte per il possesso della località tra gli Orsini di Pitigliano e gli Orvietani, la cittadina fu conquistata nel Quattrocento dai Senesi, che la controllarono fino alla metà del secolo successivo, quando l’intera zona passò sotto lo Stato dei Presidii, del quale Orbetello divenne la capitale. La cittadina lagunare entrò a far parte del Granducato di Toscana soltanto agli inizi dell’Ottocento, a seguito della Restaurazione post-napoleonica. Dalla laguna di Orbetello, tra il 1927 e il 1933, Italo Balbo partì per le sue quattro crociere aeree con uno squadrone di idrovolanti.
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Da vedere L’abitato è ricco di edifici e monumenti, tra i più importanti ricordiamo la Cattedrale di Santa Maria Assunta che, costruita nel 1600 dagli spagnoli, custodisce significativi oggetti e rappresentazioni sacre, la Chiesa della Madonna delle Grazie, che fu realizzata nel corso del 1200 e che ospita alcuni affreschi risalenti al 1400, la Chiesa di San Francesco e la Chiesa di San Giuseppe. Sulla piazza principale della città troviamo il Palazzo del Podestà e la Polveriera Guzmàn. Di rilevante interesse sono le numerose porte, che anticamente permettevano l’accesso al centro abitato: Porta Senese, Porta Nuova e la Porta del Soccorso. Orbetello è famoso anche per la presenza delle mura definite ciclopiche, che furono edificate con molta probabilità per mano degli etruschi. Altri elementi di interesse nel paese sono due musei: la Mostra Permanente del Frontone di Talamone, all’interno della quale sono esposti i resti di un frontone etrusco costruito nel II secolo a.C. e il Museo Archeologico, che ha sede all’interno dei locali dell’antica polveriera Guzmàn Nella città di Orbetello sono organizzate interessanti manifestazioni che vedono la presenza di numerosi spettatori, come la festa di San Biagio, patrono del paese, la Corsa dei Barchini, durante la quale si sfidano i cinque rioni di Orbetello ed il Festival delle Crociere. Da gustare I piatti tipici legati alla tradizione lagunare sono la Bottarga e l’anguilla affumicata. Ad Orbetello si possono trovare numerose cantine che producono e vendono vini rossi pregiati, quali il Morellino di Scansano e bianchi raffinatissimi, come il noto Vermentino della DOC di Capalbio.
Andalo Andalo è un comune della provincia di Trento. Sorge su un’ampia sella prativa al centro dell’altopiano Brenta - Paganella, dominata ad ovest dal Piz Galin e a est dalla Paganella. Il suo territorio rientra in parte nell’area protetta del Parco Naturale Adamello-Brenta. Il centro, di origine medievale, era un tempo contraddistinto dalla suddivisione in tredici masi. Tale caratteristica è solo parzialmente riconoscibile oggi, dal momento che i masi sono stati quasi interamente inglobati in seguito allo sviluppo urbanistico del paese (ad esclusione del Maso Pegorar, che è ancora oggi distaccato dal resto del paese, in posizione panoramica). A partire dalla metà del XX secolo, il paese ha conosciuto un notevole sviluppo turistico, diventando in breve un luogo di villeggiatura di primaria importanza. Gli impianti di risalita della Paganella e le numerose strutture ricettive, ne fanno una delle località trentine più frequentate durante la stagione invernale. Vicino al paese possiamo trovare il Lago di Andalo, di origine carsica, senza immissari ed emissari visibili, la cui superficie può variare notevolmente a seconda delle precipitazioni. Posto ad un’altitudine di 989 m s.l.m., raggiunge la massi-
ma estensione in primavera, con il disgelo. Raggiunto il livello massimo, l’acqua superflua si riversa nel Lago di Molveno. Da gustare Il Trentino con le sue bellezze naturali, gli ambienti incontaminati, le coltivazioni legate alla tradizione può contare su un’ampia gamma di prodotti e ricette tipiche, che hanno tutta la genuinità ed i sapori semplici della tradizione montana. Il formaggio, da quello fresco a quello di lunga stagionatura, è il prodotto che più rappresenta le tipicità regionali e che è sempre di indubbia qualità e gusto. La salumeria è strettamente legata al territorio e alla storia della sua gente. Le tecniche di lavorazione e le modalità di conservazione sono giunte fino ai giorni nostri e grazie alle tradizioni trentine è ancora possibile assaporare aromi e profumi di un tempo. Per le caratteristiche delle sue acque il Trentino rappresenta uno dei luoghi simbolo della troticultura italiana. La regione trentina, poi, conta un’ampia gamma di vini e distillati.
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da Alessandro
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La recensione
“Successe alla Bassa”
S
apevo che Alberto Schianchi era un bravo veterinario ed ero a conoscenza del fatto che non poteva rinunciare a un’eredità di straordinaria ricchezza (morale) e di altrettanta difficoltà nell’essere ben gestita. Ricordo, come fosse oggi, l’incedere gravoso e dolente di un uomo ormai minato dalla malattia, ma ben deciso, fronte alta e sguardo acuto, ad attraversare una sala congressi dove centinaia di colleghi mantenevano un silenzio assordante, le mani pronte alla piena ovazione. Era papà Schianchi che avanzava ieratico verso il palco dal quale eravamo consci che ci avrebbe parlato forse per l’ultima volta. Se Alberto abbia o meno ben disposto di quell’eredità, sarà noto tra qualche lustro, mentre un giudizio su questo suo “Successe alla Bassa” si può serenamente azzardare. Quando un amico ti dà un libro scritto da lui puoi fare due cose, se sei a tua volta uno scrittore e, per giunta editore, con montagne di manoscritti che attendono impazienti di essere scremati dalla pila sulla scrivania. Puoi dare un’occhiata alle poche righe scritte sulle
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bandelle, leggere velocemente l’introduzione e sperare di ricordarti qualcosa quando l’amico, incrociandoti al bar, ti chiederà “Allora cosa ne dici?”. Altrimenti puoi immergerti nella lettura delle prime pagine e poi deciderne il destino; la libreria o lo scatolone del macero, giù in cantina. Il fatto che stia scrivendo questa recensione vuol dire che la mia esigentissima libreria ha un nuovo ospite. Non posso negare che, per chi ha vissuto i tempi dei veterinari di condotta e delle mogli dei contadini, che ti portavano bacinella d’acqua, sapone e salvietta linda e stirata, alla fine della visita di Rosina, sarebbe stato difficile resistere agli argomenti che Schianchi tratta: così come essere nato e cresciuto dove il sole d’estate ti cuoce e il gelo d’inverno spacca la vite, ha contribuito a immergermi nella narrazione di quei luoghi che la nebbia e il lento incedere del Grande Fiume rendono unici al mondo. Da quelle nebbie, nello scritto di Schianchi, prendono forma figure tratteggiate con leggerezza e nitore da chi le ha intensamente conosciute e amate, anche se talvolta odiose o semplicemente poco simpatiche. La teoria di questi personaggi che Schianchi ha sicuramente frequentato a lungo, almeno nei racconti esilaranti del papà. E allora salgono sul palco, di volta in volta, il veterinario comunale avaro e stizzoso (Scava Scava), il contadino che il troppo lambrusco rende un tantino litigioso (Brèta), il trio memorabile di veterinari dell’USL che, su una scalcinata Panda, attraversa la Bassa per una missione molto pericolosa nella stalla di Ottaviano (Curt ed Pèla). Non mancano figure che ricordano un po’ Fellini e un po’ De André, come la Passerona, invisa alle donne del paese, mentre pare uscita da un racconto di Calvino il personaggio di Giorgèn al Salutista, enigmatico frequentatore assiduo dell’ombra di un pioppo, dalla quale salutava chiunque, indipendentemente dal fatto che lo conoscesse o meno. Nella seconda parte del libro, Schianchi narra di se stesso, offrendoci un carrello di bolliti fatto di aneddoti gustosi vissuti a partire dalle aule di mamma Università fino all’ambulatorio per cani e gatti, luogo di recente invenzione, rispetto alle stalle ai porcili dove Pighèl e Minchièta davano prova del loro “talento”. “Non scriverò di chi si accoppiava con le vitelle o della famiglia in cui si praticava l’incesto, perché della vita bisogna saper cogliere i lati positivi e ricavare dalla bruttezze anche il lato comico, divertente, nel caso anche irriverente” Io dico che Schianchi ci è riuscito, con quell’umorismo sapido e irrispettoso che, come le bollicine viola del lambrusco scuro di terra Verdiana, anima il vero Pramsan (Parmigiano). E detto da un reggiano…. Per gentile concessione del Dr Schianchi. Dr. Oscar Grazioli
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A tavola con la veterinaria
Torta semplice di ricotta
Barbara Becheroni Medico veterinario
Ingredienti per 4 persone • 1 Kg. di ricotta vaccina • 350 Gr. di zucchero • Cannella in polvere • 1 base per torta di pan di Spagna • Granella di pistacchio • Cioccolato fondente uso pasticceria oppure crema di nocciole • Panna montata per decorare
Preparazione
Q
uando si ha fretta, ma non si vuole rinunciare al piacere di preparare una torta di grande effetto, si può approfittare di questa semplice ricetta. Porre la base di pan di Spagna in una tortiera tonda, o stampo, che abbia la circonferenza rimovibile. Non aggiungere liquori o essenze al pan di Spagna, perché potrebbe rovinare la ricetta.
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Versare la ricotta, lo zucchero e la cannella in un robot da cucina e lavorare finché il composto sia morbido e omogeneo. Versare nella tortiera e lisciare la superficie con una spatola. Ricoprire con il cioccolato che avrete fatto fondere a bagnomaria, o con la crema di nocciole, quindi spolverate abbondantemente con la granella di pistacchio, eventualmente unendo an-
che qualche piccolo pezzo di scorza di cannella. Se preferite, naturalmente al posto della granella di pistacchio potrete usare quella di nocciola, oppure un mix di frutta secca. Ponete il tutto in freezer per almeno tre ore, quindi, al momento di portare la torta in tavola, togliete delicatamente la circonferenza laterale e guarnite con panna montata tutto il perimetro.
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Curiosità
Fioriscono in Italia le spiagge per cani
è
questo un problema particolarmente sentito dai proprietari di cani e negli ultimi anni la sensibilità anche degli operatori del settore balneare è decisamente aumentata. Ormai in Italia si contano una settantina di cosiddette Bau beach o spiagge Animal friendly, di cui circa una trentina nella sola Emilia Romagna. La località marina con il maggior numero, 13, è Rimini, seguono Comacchio 6, Cesenatico 4, Ravenna 2, San Mauro Pascoli, Riccione, Cattolica con 1. A questo risultato ha certamente contribuito l’operato della titolare del Ministero del Turismo, Michela Brambilla, la quale è venuta incontro con la sua attività alle numerose richieste di proprietari di cani che desideravano poter passare le proprie vacanze con il loro amico peloso. Essendo questo un fenomeno in aumento il Ministero in questione ha ritenuto opportuno stabilire con un’ordinanza delle regole di comportamento per coloro che accedono ai siti balneari con i loro cani. Sarà quindi necessario accedere alla spiaggia con cani iscritti all’anagrafe canina, far fare il bagno al proprio animale nello specchio di acqua antistante l’area specificamente autorizzata, raccogliere immediatamente le eventuali
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deiezioni dei cani. Questa azione si inquadra in una più ampia opera finalizzata a combattere fattivamente il problema degli abbandoni estivi. Le regioni e le località balneari non sono certamente rimaste insensibili al messaggio giunto dal Ministero e così sono entrate in campo mettendo a disposizione siti privilegiati. Valga l’esempio della Toscana, dove le Bau beach sono una decina: oltre alle quattro di Piombino, due a Cecina, e quindi a Grosseto, Porto Azzurro, San Vincenzo. In questa specie di classifica di siti virtuosi segue la Liguria, con otto spiagge, la Sardegna, il Lazio, le Marche con quattro ciascuna. Con tre spiagge “Animal friendly”, abbiamo, invece, il Veneto, con due la Puglia. Bau beach con punti di ristoro sono anche sorte in località non marine e non proprio prossime al mare come, ad esempio, il Trentino Alto Adige a Ledro, il Piemonte a Dormelletto, la Lombardia a Perledo, il Veneto con Peschiera del Garda. I Comuni che consentono l’accesso degli animali domestici negli uffici pubblici, nei pubblici esercizi e sui mezzi di trasporto e nelle spiagge loro dedicate si possono ritrovare consultando il sito www.turistia4zampe.it del Ministero del Turismo. A.C.
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Riferimenti bibliografici: 1. Caterson B, et al. in: Proceedings, Hill’s European Symposium on Osteoarthritis and Joint Health 2005; 14-18. 2. Frantz N, et al. J. Vet. Int. Med. 2010; 24: 718 Abstract 156. 3. Solo J/d™ secco 4. Fritsch D, et al. J Vet Intern Med 2010; 24:1020-1026. 5. Sparkes A, et al. Dati di archivio 2009. * j/d™ Canine. **28 giorni per j/d™ Feline nei gatti.
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Curiosità
Il cane è intelligente come un bimbo di 14 mesi? L’
interesse verso i nostri amici a quattro zampe è sempre molto elevato da parte dei proprietari e non solo. Tanti sono gli interrogativi che ci poniamo sulle loro abitudini e caratteristiche partendo sempre da una visuale anomala, uomo centrica. Così ci poniamo il problema se è possibile paragonare l’età del cane a quella dell’uomo e fioriscono strane tabelle di riferimento, che non si capisce bene a cosa servano. Ogni specie ha i suoi caratteri specifici, intrinseci, peculiari. Sulla falsariga dei paragoni si pone un altro dubbio amletico: quanto sono intelligenti i nostri cani, sempre in rapporto all’uomo? Siamo tutti convinti che i cani siano animali dotati di intelligenza e che questa non finisce mai di stupirci, considerando quanto elevata sia la loro capacità di apprendimento. A volte a sproposito si interpreta come azione intelligente un gesto istintivo, innato in questa specie. In ogni caso in Inghilterra si è dato particolare risalto ad una notizia proveniente dall’Università di Vienna, dove un gruppo di ricercatori ha studiato l’intelligenza del cane e l’ha paragonata a quella di un bambino di 14 mesi, partendo da un’indagine concernente la capacità di «imitazione selettiva» dei bambini di 14 mesi. Il professore austriaco, a capo del pool di studiosi, ha affermato che, sulla scorta dei test realizzati su 40 soggetti, i cani mostrano la stessa capacità di un bambino di osservare e di ragionare sull’esperienza vissuta. È il caso, ad esempio, di quanto accade se devono usare la bocca o le zampe per portare al loro padrone un bastone e ricevere poi una ricompensa. Ha anche sottolineato come non fosse mai stato dimostra-
to che i cani imitino selettivamente in base alla situazione presente e che ciò avesse lasciato stupiti i ricercatori, che non supponevano che i cani fossero così intellettualmente sviluppati. A.C.
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Curiosità
Un cane protagonista della caccia a Osama Bin Laden L a notizia dell’uccisione del ricercato numero 1 degli Stati Uniti di America ha fatto rapidamente il giro del mondo. L’operazione era stata preparata da lungo tempo ed ha visto entrare in campo una squadra specializzata delle forze armate statunitensi, i Navy Seals, dei quali non è stata rilevata l’identità. Lo stesso dicasi per il cane che ha fatto parte della missione. Ignoti sono nome, razza e storia. Ciò non ha però impedito che un giornale prestigioso come il New York Times gli dedicasse un articolo. Nonostante lo stretto riserbo sembra che possa trattarsi di un cane di razza pastore tedesco o belgian malinois, che possa essere stato impiegato per aprire la strada in sicurezza ai soldati, valutando con il suo fiuto l’eventuale presenza di esplosivi interrati o applicati a porte e maniglie in meccanismi trappola. Il giornale newyorchese ricorda che sono circa 600 i cani che affiancano le truppe statunitensi impegnate in Afghanistan e in Iraq. Il comandante in capo del contingente americano nel teatro afgano sottolinea come le loro capacità durante un combattimento non possono essere sostituite da un uomo o da una macchina. La loro azione si rivela fondamentale per la prevenzione di attentati: il loro fiuto rileva gli esplosivi in maniera più efficace di un detector elettronico di sostanze chimiche e consente di allertare le truppe che stanno eseguendo un’attività di perlustrazione. è anche da tenere presente come determinate razze di cani siano fattivamente impiegate in attività cosiddette di antiterrorismo, quando cioè si presume di dover bloccare una persona, senza neces-
sariamente aprire il fuoco ma grazie all’attacco di un cane, addestrato ad immobilizzare un individuo sospetto, senza spargimento di sangue. Nel medio oriente, poi, i cani non sono considerati dalla maggior parte della popolazione degli animali da compagnia e sono visti più come una possibile minaccia. Ciò generalmente non vale nel caso dei bambini, con cui il cane ha un approccio più “familiare”, consentendo in qualche modo di rendere le truppe più vicine, per quanto possibile, alla popolazione. Il New York Times sottolinea anche il lungo addestramento cui sono sottoposti questi cani ed a questo proposito cita un cane di nome Remco, in forza alla marina, che nel 2009 ottenne una prestigiosa onorificenza militare per avere contribuito in modo determinante alla cattura di un terrorista. La tecnologia non ha dimenticato i soldati a quattro zampe e così molti di essi negli Usa sono stati dotati di sofisticate attrezzature. Ad esempio, i cani impiegati dal reparto dei Navy Seals hanno a disposizione delle speciali tute impermeabili dotate di webcam e altoparlante, che permette agli animali di andare in missione ed essere in costante contatto con i loro conduttori. Questi ultimi, grazie al cane che va in avanscoperta, possono avere la stessa visuale degli animali e con il microfono a distanza impartire i necessari comandi. Tutta questa particolare organizzazione, basata sull’impiego di cani particolarmente addestrati, ha sicuramente contribuito a salvare molte vite umane, sempre nella speranza che ben presto possano essere reimpiegati in operazioni non più di guerra. A.C.
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La foto di fondo è di “RoBeE”, Kisvárda, Hungary
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Curiosità
Allergia ai gatti In arrivo una nuova cura? è questo sicuramente un problema piuttosto comune, che crea problemi di convivenza in famiglia, quando in una persona si manifesta uno stato allergico nei confronti del gatto. In questo caso inizia tutta una trafila di analisi per cercare di stabilire con esattezza la causa del problema, che talora dà origine a crisi di tipo asmatico rilevanti, molto spesso, nei bambini. Generalmente si è soliti ritenere che la causa scatenante sia rappresentata dal pelo del gatto, ma in effetti si tratta di una proteina che è eliminata da determinate ghiandole del felino allorché attua le sue pulizie giornaliere. Secondo un’autorevole rivista scientifica americana di allergologia lo stato allergico può essere ridotto grazie alla somministrazione di un vaccino, realizzato utilizzando parte della proteina che provoca la reazione allergica. Il test è stato condotto presso un’Università statunitense su 88 volontari che hanno registrato una riduzione del 40% degli effetti indesiderati dall’esposizione ai gatti. La dose impiegata nella prova clinica, secondo i ricercatori nordamericani, potrebbe far sì che siano sufficienti 4 somministrazioni per assicurare una buona protezione per circa un anno senza che si verifichino
effetti collaterali. Studi sono in corso per cercare di mettere a punto un vaccino in grado di assicurare una protezione vita natural durante. A.C.
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L’Oroscopo dell’estate Capricorno
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Acquario PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Scorrazzare nei prati e giocare tutto il giorno. L’estate degli amici pets sarà all’insegna del relax assoluto. Please, do not
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Se lo vedrete un po’ insoffente non ci sarà da preoccuparsi. Il cucciolo d’acquario è fatto così. A settembre tornerà in tutto
disturb! …E PER GLI AMICI UMANI Voi padroncini, invece, attenti a non stressarvi troppo. Il lavoro, i problemi quotidiani, le piccole imcomprensioni non vi lasceranno. Almeno sotto l’ombrellone godetevi il meritato riposo.
il suo splendore. …E PER GLI AMICI UMANI Fermatevi gente! Luglio e Agosto sul calendario ci sono anche per voi! Come i vostri pets approfittate di questi mesi per ricaricare le pile. E in pentola bolle qualche grossa novità.
Ariete
Toro PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Cibo a volontà e lunghe dormite. Quei pigroni dell’Ariete nemmeno si accorgeranno di ciò che gli sta intorno. Per loro nemmeno l’afa si farà
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Un anno intero ad obbedire con disciplina. Ora è tempo di dare sfogo a tutte le proprie passioni. Lasciatelo divertire e perdonategli qualche maracella. …E PER GLI AMICI UMANI Sotto il profilo astrale tutto fila liscio. I pianeti non porrano ostacoli e la vostra estate assomiglierà alle precedenti “Per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare”.
Gemelli PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Capricciosi e indisponenti. Non si tratta di un malessere passeggero ma un problema che si risolverà solo con l’intervento di voi
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Dicembre o Agosto non fa differenza. I vostri pet vi chiederanno affetto e ve ne restituiranno il doppio. Se si sentiranno un po’ soli,
non li trascurate. …E PER GLI AMICI UMANI Finalmente un po’ di serenità dopo un periodo così così. Troverete la grinta di un tempo e vi stupirete di quello che sapete fare. Bentornati cari gemelli, dov’eravate stati tutto questo tempo?
sentire. …E PER GLI AMICI UMANI Sarà il momento giusto per mettere a posto alcune situazioni che ancora avete in sospeso. Lo farete con la consueta saggezza e i risultati saranno tangibili.
padroni. …E PER GLI AMICI UMANI Che avete le tasche bucate lo sanno tutti, ma occhio a non esagerare. Va bene la vanità e il prendersi cura di sé ma attenzione a non sconfinare nell’egoismo. Noi ve lo abbiamo detto...
Cancro
Leone
Vergine
stare bene. …E PER GLI AMICI UMANI Sconvolgimenti sentimentali, cambiamenti radicali e quelle decisioni che avete sempre rimandato. Sarà un periodo tutt’altro che tranquillo, se non ne approfittate ora non lo farete più!
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… “Agosto, cuccia mia non ti conosco”. Anche lui avrà voglia di vedere posti diversi e fare nuovi incontri. Non ve lo può dire, ma la montagna sarebbe l’ideale. …E PER GLI AMICI UMANI Tanto saranno meravigliose le vostre ferie quanto sarà traumatico il ritorno alla quotidianità. In fondo lo sapete già, tutti gli anni funziona così. Sarete anche parecchio nostalgici.
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Sarà il periodo più propizio per l’apprendimento del vostro pet. Se gli state insegnando qualcosa non mollate proprio adesso. Mai come ora si impegnerà ad ascoltarvi. …E PER GLI AMICI UMANI Sarete più apprensivi del solito con frequenti attacchi d’ansia. In realtà capirete che non c’è motivo di agitarvi. Anche se ancora non avete prenotato le vacanze e non sapete dove andare.
Bilancia
Scorpione
Sagittario
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Dinamico e attivo. Cosa succede al vostro pet? Semplicemnte sta bene e lo dà a vedere. Giocate con lui e non perdete mai la pazienza. Ce ne vorrà tanta. …E PER GLI AMICI UMANI Che dire, potreste essere il segno dell’estate. Soldi, successo e fama? Niente di tutto ciò, ma i pianeti lasciano presagire che alcuni dei vostri sogni sono in procinto di realizzarsi. Credeteci!
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Piccoli scorpioncini crescono. Eh sì, anche lui si sta facendo grande e vorrà un po’ cambiare le sue vecchie abitudini. Occhio alle sue nuove esigenze. …E PER GLI AMICI UMANI Stavolta dipende tutto da voi. Non ci sono stelle che tengano, la vostra estate potrà essere pessima o indimenticabile a seconda delle scelte che farete. Vi consigliamo solo di riflettere a lungo.
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Socievole e disponibile. Sarà un piacere trascorrere ore e ore col vostro amico e riempirlo di coccole a non finire. Abbondate pure, non vi dirà di no. …E PER GLI AMICI UMANI Tutto il contrario del vostro pet. Perchè fate così i musoni? È estate, si va in ferie, è tempo di giornate all’aperto e in compagnia. Invitate a cena gli amici e mostrategli le vostre abilità ai fornelli.
PER GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE… Il caldo si farà sentire particolarmente per gli amici dell’Ariete. Bagni frequenti, alimenti freschi, posti poco assolati li faranno
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Pet Quiz
Pet Quiz 1
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Lo scheletro del gatto e composto da un numero di ossa pari a circa:
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2
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tiamina
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spalla
c
braccio
colonna vertebrale
b
cuore
pancreas
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la vista
c
,
l udito
apparato digerente
c
il sistema nervoso
,
Il cimurro puo colpire:
b
cane
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oca
c
gatto
,
La nefrite e un infiammazione di:
a
8
c
colina
La vitamina B protegge:
a
7
b
asparagina
La tenia nel cane si localizza allo stadio adulto nel:
a
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,
,
a
5
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Il radio e un osso di:
a
4
c
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Nella nutrizione del gatto e essenziale l apporto di:
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3
b
280
b
cuore
rene
c
fegato
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La leishmaniosi e una malattia:
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virale
b
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parassitaria
Le risposte corrette:
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