Image Mag anno II numero 06 - Estratto

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e 10,00

Novembre Dicembre 2013 anno II n.06

foto

imaging

video

fine arT

Storie di fotografi e di fotografia

“il fotografo non scrive con la luce, la legge�

Scianna Uno tra i piĂš grandi interpreti della fotografia di reportage e ritratto, casualmente prestato alla moda, ha camminato al fianco di protagonisti della cultura contemporanea come Leonardo Sciascia e Henri Cartier Bresson


Dove trovare Image Mag La fotografia

e il Natale La fotografia e gli straordinari strumenti tecnici che servono per crearla sono “oggetti” che incarnano un tale valore emozionale da risultare quasi unici nel panorama delle arti e dei mestieri, per non parlare poi della gamma di prodotti tecnologici. Siamo ormai molto vicini al Natale. Entriamo così in quel divertente e sempre piacevole periodo in cui cerchiamo le strenne più belle da scegliere per amici e persone care e immaginiamo cosa troveremo sotto l’albero. Una

macchina fotografica è un regalo infinito perché rende felici sia quando la si riceve sia ogni volta che la si userà.

Oggi come ieri, una macchina fotografica è un dono molto speciale perché dà modo a chiunque di creare immagini e, tramite esse, scoprire il mondo, condividere idee e sensazioni, esprimere gioia o dolore, avvicinare persone e culture.

Una reflex digitale tanto quanto una compatta è il mezzo perfetto per liberare una enorme energia espressiva che traspare dalle moltissime

immagini, scattate da professionisti e amatori, che ogni giorno abbiamo il privilegio di visionare e che ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, ci confermano che sono certamente cambiate le modalità di fruizione e le tecnologie di ripresa, ma ciò che non è cambiato e non cambierà è la passione per l’atto creativo che porta alla realizzazione delle immagini che rappresentano, oggi come ieri, la memoria delle nostre emozioni.

Mauro Fabbri

(

“In fondo la fotografia è un modo più sbrigativo per fare una scultura”. Robert Mapplethorpe

)

ALLA ROTONDA Via San Vigilio 7 - TRENTO (TN) www.allarotonda.com

FOTO ESSE Via dei Mille, 14 - GROSSETO (GR) www.fotoesse.it

ALLA ROTONDA Via S. Bernardino 2 - ARCO (TN) www.allarotonda.com

FOTO ESSE Piazza Volturno 7 - GROSSETO (GR) www. fotoesse.it

ANDREELLA PHOTO FOTO PANDINI Piazza XXV Aprile, 11/B - BUSTO ARSI- Via Garibaldi 121 - FERRARA (FE) ZIO (VA) - www.andreella.it www.fotopandini.it ATTUALFOTO Via dell’Istria, 8 - TRIESTE (TS) www.attualfoto.it

FOTOCENTER Corso italia 250 C - SORRENTO (NA) www.photop.it

BONGI Via Por S.Maria, 82-84 - FIRENZE (FI) www.otticabongi.com

FPROJECT FIORITO FOTO Via Postiglione 10 - BARI (BA) www.fproject.it

CENTRO FOTO CINE Piazza Argentina, 4 - MILANO (MI) www.centrofotocine.it

GRANDE MARVIN Via Lagrange 45 - TORINO (TO) www.europhoto.it

ELMA Via E. De Nicola 25 CALTANISSETTA (CL)

HIFI FOTO CINE AUCHAN Via Bergamo, 19 - MERATE (LC) www.hififotocine.it

EUROPHOTO Corso Siracusa 196 C - TORINO (TO) www.europhoto.it

HIFI FOTO CINE BENNET Via Casati, 28 - CASATENOVO (LC) www.hififotocine.it

EUROPHOTO Piazza Carlo Felice 29 - TORINO (TO) www.europhoto.it

IMAGE ACADEMY Corso Garibaldi 16 - BRESCIA (BS) www.imageacademy.it

F.O.D. Via Padova, 175 - MILANO (MI) www.photop.it

LIBRERIA FOGOLA Piazza C. Felice 15 - TORINO (TO) www.fogola.it

FOTO ATTUALITA’ CESNI Piazza Setti, 3 - TREVIGLIO (BG) www.fotoattualitacesni.com

LIBRERIA GULLIVER Corso G. Mazzini 31 - ANCONA (AN) www.inmondadori.it

FOTO ATTUALITA’ CESNI Via Umberto I, 39 - PANDINO (CR) www.fotoattualitacesni.com

LIBRERIA LA FENICE Via Solferino 10 - BRESCIA (BS) www.librerialafenice.it

FOTO CURATOLO Via Malta 49 - CALTANISSETTA (CL) www.fotocuratolo.it

LIBRERIA MONDADORI Via Ramelli 101 - MODENA (MO) www.inmondadori.it

FOTOFORNITURE SABATINI Via Germanico 168A Roma (RM) www.sabatini.ws

OTTICA PAOLETTI Via Clavature, 9 D - BOLOGNA (BO) www.paolettionline.it

FOTO DE ANGELIS Via Maggini, 84 - ANCONA (AN) www.fotodeangelis.it

OTTICA PAOLETTI Piazza Maggiore, 3 F - BOLOGNA (BO) www.paolettionline.it

FOTO DE ANGELIS Corso Mazzini, 42 - ANCONA (AN) www.fotodeangelis.it

PAPIER Via degli Orefici 14 ANCONA (AN)

FOTO DE ANGELIS AUCHAN Via Scataglini,6 - ANCONA (AN) www.fotodeangelis.it

PHOTO’ 19 Via Solferino, 23 - BRESCIA (BS) www.photo19.it

FOTO DE ANGELIS LE VILLE Via Puglie, 8 D - FALCONARA M. (AN) - www.fotodeangelis.it

PHOTO DISCOUNT Piazza De Angeli, 3 - MILANO (MI) www.photo-discount.it

FOTO DOTTI Viale G. Storchi 281 - MODENA (MO) www.fotodotti.it

PHOTO MARKET VIDEO Via Giustizia, 49 - MESTRE (VE) www.photomarket.it


SOMMARIO

hi-eND

pORtfOlIO 22. mostra collettiva Berlino Tra foTografia e sToria

28. francesco signorino shapes and shades

34. giorgio bastianelli

coverstory

casTelluccio

Nikon Df 58. passione retrò

Sensibilità fino a 208.400 ISO equivalenti, tempo di avvio di 0,14 secondi, riprese in sequenza fino a 5,5 fps e processore di elaborazione delle immagini expeed 3.

40. massimo zanti deduzioni

46. patrizia todisco milanoquadraTa

52. stefano bertolucci Bologna

Nikkor 60. luminoso noct Inciso, contrastato, ideale per le situazioni di luce più critiche. Un gioiello dedicato al ritratto.

Scianna

4. reportage e ritratto

Uno tra i più grandi interpreti della fotografia di reportage e ritratto, casualmente prestato alla moda, ha camminato al fianco di protagonisti della cultura come Leonardo Sciascia e Henri Cartier Bresson. Un maestro capace di creare emozioni all’alogenuro d’argento.

Pentax 61. concentrato di sorprese Sensore da 24 Megapixel, Af Safox 11 e tecnologia innovativa.

Canon 62. un “normale” super Il 50 mm ad alta luminosità con motore ultrasonico e bokeh morbido che piace ai giornalisti.

Canon 63. compatta top level Prestazioni ad alto livello racchiuse in una macchina con zoom grandangolare.

lifestyle

L’importanza del padre 16. suggestioni giovanili ispiratrici Un talento per la foto glamour che proviene da suggestioni giovanili filtrate dal gusto per l’eleganza e il ritratto garbato. Alberto Buzzanca lavora assiduamente e in profondità perché ovunque c’è coerenza, c’è anche stile e personalità. e va contro corrente per dire no a ciò che non gli piace.

Panasonic 64. eleganza vintage Compatta, versatile e potente grazie al sistema ottico capace di ridurre il rumore.

Sony

1. editoriale

65. piccole full frame

14. café fotografico

A ognuno la sua: Sony Alpha 7 Con Cmos da 24,3 Megapixel o Alpha 7R con 36,4 Megapixel.

Samsung 66. smart fotografia Per soddisfare le necessità di chi vuole realizzare immagini di alta qualità da condividere.

Manfrotto 67. libera la creatività Il treppiedi versatile, leggero e compatibile con tutte le fotocamere.

paginadue

Notizie, anticipazioni e libri da non perdere.

68. photop guru

Come presentare un Portfolio

70. eventi & mostre

Mostre, eventi, manifestazioni, fiere, workshop e seminari. I principali appuntamenti per i prossimi due mesi.

72. il moralizzatore mascherato La perdita della memoria


cover story

I grandi protagonisti del palcoscenico fotografico

Scianna

uno tra i più grandi interpreti della fotografia di reportage e ritratto, casualmente prestato alla moda, ha camminato al fianco di protagonisti della cultura come leonardo sciascia e henri cartier bresson. un maestro capace di creare emozioni all’alogenuro d’argento

I

© foto di Ferdinando Scianna

paginaquattro

ncontrare Ferdinando Scianna nel suo studio è un’emozione. Colpisce da subito la sua naturalezza, la lucidità e il non esserci mai, in ciò che dice, un luogo comune, un “già sentito”. La sua logica è cristallina, ma scivolosa per i più. Per nulla scontata, trova l’approdo in una verità consolidata e vissuta suffragata da una dialettica schietta, colta perché ricca di punti di non ritorno. “Il fotografo non scrive con la luce” - ci dice Scianna - “la legge”. Così iniziamo ad addentrarci in un ambito esistenziale complesso e decisamente meraviglioso, dove fortuna e talento vanno di pari passo, senza finte ipocrisie. È lui a dirlo. La nostra attenzione si sposta. Di questo ragazzo di Bagheria ci piacerebbe conoscere di più e non soltanto di fotografia. Avendolo letto con assiduità, vorremmo sapere dei suoi incontri, magari di quelle lunghe passeggiate che deve aver compiuto con i grandi, meritandone (eccome!) la compagnia. Ferdinando ci spiega come la sua vita rappresenti un piatto ben confezionato.Lui ha utilizzato bene gli ingredienti. Ovviamente si riferisce agli incontri che gli si sono parati davanti ma a noi tutto questo appare troppo semplice. Ci deve essere stato dell’altro, almeno un istinto riconoscibile da pochi. Una forza interiore chiamata coraggio, desiderio, passione, persino carnalità. Forse la sua terra, la Sicilia, gli è andata incontro, regalandogli il sole, la luce, la cultura e lo sguardo per leggerla; ma anche un sapere antico, che gli sta addosso anche quando la lascia, e vive lontano. Ecco, sì! Ferdinando è partito da giovane. Ce lo racconta, però, senza rimpianto e nemmeno retorica. Lo strappo c’è stato, ricucito ma mai dimenticato dalle cose della vita. La sua fotografia? Ne abbiamo parlato poco: molto meglio guardarla. Si è preferito spiegare la nostra curiosità per un’esistenza che vorremmo farci raccontare più volte. Ecco dov’è il segreto delle sue immagini, svelato da pochi che ne hanno saputo leggere, prima di altri, lucidità e spirito narrativo.


cover story

I grandi protagonisti del palcoscenico fotografico

Scianna

uno tra i più grandi interpreti della fotografia di reportage e ritratto, casualmente prestato alla moda, ha camminato al fianco di protagonisti della cultura come leonardo sciascia e henri cartier bresson. un maestro capace di creare emozioni all’alogenuro d’argento

I

© foto di Ferdinando Scianna

paginaquattro

ncontrare Ferdinando Scianna nel suo studio è un’emozione. Colpisce da subito la sua naturalezza, la lucidità e il non esserci mai, in ciò che dice, un luogo comune, un “già sentito”. La sua logica è cristallina, ma scivolosa per i più. Per nulla scontata, trova l’approdo in una verità consolidata e vissuta suffragata da una dialettica schietta, colta perché ricca di punti di non ritorno. “Il fotografo non scrive con la luce” - ci dice Scianna - “la legge”. Così iniziamo ad addentrarci in un ambito esistenziale complesso e decisamente meraviglioso, dove fortuna e talento vanno di pari passo, senza finte ipocrisie. È lui a dirlo. La nostra attenzione si sposta. Di questo ragazzo di Bagheria ci piacerebbe conoscere di più e non soltanto di fotografia. Avendolo letto con assiduità, vorremmo sapere dei suoi incontri, magari di quelle lunghe passeggiate che deve aver compiuto con i grandi, meritandone (eccome!) la compagnia. Ferdinando ci spiega come la sua vita rappresenti un piatto ben confezionato.Lui ha utilizzato bene gli ingredienti. Ovviamente si riferisce agli incontri che gli si sono parati davanti ma a noi tutto questo appare troppo semplice. Ci deve essere stato dell’altro, almeno un istinto riconoscibile da pochi. Una forza interiore chiamata coraggio, desiderio, passione, persino carnalità. Forse la sua terra, la Sicilia, gli è andata incontro, regalandogli il sole, la luce, la cultura e lo sguardo per leggerla; ma anche un sapere antico, che gli sta addosso anche quando la lascia, e vive lontano. Ecco, sì! Ferdinando è partito da giovane. Ce lo racconta, però, senza rimpianto e nemmeno retorica. Lo strappo c’è stato, ricucito ma mai dimenticato dalle cose della vita. La sua fotografia? Ne abbiamo parlato poco: molto meglio guardarla. Si è preferito spiegare la nostra curiosità per un’esistenza che vorremmo farci raccontare più volte. Ecco dov’è il segreto delle sue immagini, svelato da pochi che ne hanno saputo leggere, prima di altri, lucidità e spirito narrativo.


cover story I grandi protagonisti del palcoscenico fotografico

Ferdinando, da dove iniziamo? Dalla tua vita? Una gran bella vita, fortunata. Perché dici così? Credo sia la verità. Del resto, già la fotografia mi ha restituito più di quanto io non le abbia offerto. Ha reso la mia esistenza affascinante, piena di appuntamenti importanti. Senza di essa non sarei entrato in certi mondi, così come non avrei goduto di una notorietà ben oltre i miei meriti.

Ferdinando scianna Nato a Bagheria nel 1943, inizia a fotografare negli Anni ‘60. Nel 1963 Leonardo Sciascia visita quasi per caso la prima mostra fotografica di Scianna, che ha per tema le feste popolari. Quando s’incontrano di persona, nasce immediatamente un’amicizia che sarà fondamentale per la carriera del fotografo. Sciascia partecipa infatti con prefazione e testi alla stesura del suo primo libro, “Feste religiose in Sicilia”, che gli fa vincere il premio Nadar nel 1966. Si trasferisce a Milano nel 1967 e inizia a collaborare come fotoreporter e inviato speciale con l’Europeo, diventandone il corrispondente da Parigi. Nel 1977 pubblica in Francia “Les Siciliens”, con testi di Domenique Fernandez e Leonardo Sciascia, e in Italia “La villa dei mostri” sempre con introduzione di Sciascia. A Parigi scrive per Le Monde Diplomatique e La Quinzaine littéraire e conosce Henri Cartier-Bresson, le cui opere lo avevano influenzato fin dalla gioventù. Il grande fotografo lo introdurrà nel 1982 come primo italiano nella prestigiosa agenzia Magnum. Nel 1984 collabora con Bresson e André Pieyre de Mandiargues a “Henri Cartier-Bresson: portraits”. Stringe amicizia e collabora con vari scrittori di successo, tra i quali Manuel Vázquez Montalbán. Negli Anni ‘80 lavora per la moda e la pubblicità diventando uno dei fotografi più richiesti e fornendo un contributo essenziale al successo delle campagne di Dolce e Gabbana. Dalla fine degli Anni ‘90, l’attività di Scianna si concentra sulla realizzazione di libri. Nel 2006 viene presentato il calendario 2007 del Parco dei Nebrodi con dodici scatti dell’attrice Maria Grazia Cucinotta. Nel 2009, in occasione del nuovo film “Baarìa” dell’amico Giuseppe Tornatore, pubblica il libro fotografico “Baaria Bagheria”.

La tua è una visione un po’ centrifuga dell’esistenza. Non sei così avulso da meriti... La vita è una concentrazione di casualità, che, attraverso dei meccanismi, ci rende migliori. Certo, ho contribuito con qualcosa di mio ma, alle volte, l’uomo è in grado di aggiungere cose cattive e non è così scontato che tutto vada per il meglio. La tua parte buona qual è stata? Sono stato in grado di mettere insieme gli ingredienti di un buon piatto. Un po’ poco. Dove metti la tua cultura? Il tuo rispetto per le cose? Una volta mi dissero che avevo un istinto straordinario nel riconoscere le persone di qualità. Io mi sono attaccato a quelle e ho “succhiato” quanto più potevo. Tutto però è dipeso dagli incontri. Un po’ come con le donne: solo di alcune t’innamori. Sta di fatto che puoi costruire la storia della tua vita con chi ti si para davanti. Di certo hai mostrato talento... Il talento è una parola grossa. È difficile dire: “La vita è bella”. Certo è che ne puoi fare tante cose. Il talento sta alla vita come la lunghezza del naso: è una misura ma la devi mettere in pratica. Nella vita poi contano tante cose: la genetica, il contesto e ciò che fai. Il tutto in egual misura. Vogliamo dire che hai manifestato la tua passione? La passione è dovuta, all’inizio, poi diventa come il talento o il coraggio - quello di Don Abbondio - la puoi possedere o meno. Molti dicono: “Sono innamorato della fotografia”. Io rispondo: “Ma di cosa?”. Ci sono tanti amori disgraziati. La passione va alimentata col lavoro. Veniamo alla tua vita: qual è stato il primo incontro importante? Direi Cesare Brandi. Ero iscritto all’Università di Palermo e sono andato a seguire una sua lezione di Storia dell’Arte. Cesare parlava del Masaccio e io non avevo mai sentito nulla di simile: dalla dimensione stilistica, fino al contesto storico. Rimasi abbagliato. Così, mentre gli altri studenti uscivano dall’aula, io ho cercato di avvicinarlo. “Lei è una miniera”, gli dissi. E poi: “Io da qui non me ne vado”. Lui poteva riempire uno dei miei tanti buchi.

Di sicuro ci sono stati altri incontri, alcuni sono celebri. Certo, Leonardo Sciascia ha voluto dire tanto. Aveva visto le mie fotografie delle feste popolari e di queste mi ha detto cose che io non capivo. In realtà traspariva un istinto narrativo che andava oltre la mia stessa consapevolezza. Eravamo negli Anni ’60, cosa poteva sapere un ragazzo ventenne di Bagheria? Poi c’è stato Henri Cartier Bresson? Gli eventi si concatenavano: una certa cosa ne produceva un’altra. Pure l’Europeo è venuto per caso, anche se avevo vinto il premio Nadar con le Feste Religiose in Sicilia. La prefazione del lavoro fu proprio di Leonardo Sciascia. Perché non percepivi la consapevolezza di te stesso?

Chiedo spesso ai giovani fotografi: “Qual è la relazione con quello che fate?”. E poi: “Cosa vedono gli altri di ciò che state portando avanti?”. La risposta alle due domande può rassicurarti. Comunque anche la cultura diventa determinante. Ricordo che alcuni ragazzi avevano fatto delle foto per l’apertura del manicomio di Agrigento. Ne avevano tratto delle immagini interessanti. Io mi trovavo in Sicilia e ho potuto vedere la loro mostra. “Avete fatto una bella cosa”. Mi chiesero di scrivere una prefazione a un libro. Chiesi: “Ma voi sapete dove si colloca il vostro lavoro?” Conoscete che cosa hanno fatti altri importanti fotografi sul tema? Pensate che in questo lavoro ci sia abbastanza per farne un libro? Non lo sapevano. Io credo di essere un critico fotografico prima ancora che un fotografo. Di sicuro conosco i lavori altrui, anche perché la cosa più difficile invece sta nell’interpretare i propri lavori con lo sguardo degli altri. © foto di Ferdinando Scianna

pagina sei

paginasette


FOTO

IMAGING

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FINE ART

STORIE DI FOTOGRAFI E DI FOTOGRAFIA

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lifestyle

rumors, tendenze e personaggi al centro del mirino

L’IMPORTANZA DEL PADRE alberto buzzanca. un grande talento per il glamour nato da suggestioni giovanili filtrate da un gusto garbato Il titolo rischia sempre di ingannare. La figura paterna ha avuto la sua importanza, senza però influenzare direttamente Alberto Buzzanca. Possiamo dire che sono stati i ricordi del padre ad aver ispirato il nostro fotografo, peraltro piuttosto tardi nel tempo. Non ci troviamo di fronte a Monaldo e Giacomo (Leopardi), tantomeno a Leopold e Wolfgang (Mozart). Di questi mancano i conflitti, forse le stesse contraddizioni. Padre e Figlio, Buzzanca in questo caso, sono due figure simili: che si sono passate il testimone per il bello e l’eleganza. Ringraziamo entrambi, perché forse un giorno scopriremo che ciò che uno ha lasciato è stato subito preso dall’altro, se pure in una disciplina diversa. Delle immagini di Alberto c’è poco da dire: sono molto belle. Si ha quasi la sensazione che lui abbia lavorato assiduamente, in profondità: perché ovunque c’è coerenza, stile, riconoscibilità. Lo abbiamo scovato quasi nel nulla: come spesso accade quando cerchiamo qualcosa su Internet. All’improvviso si percepisce di essere di fronte all’immagine giusta, perché sensuale quasi al tatto. Al telefono la simpatia ci invita a continuare, a domandare: per capire il ruolo di una vita. Al bello ci si arriva con la fatica della rincorsa; con le immagini che pubblicheremo (e la storia raccontata) ne abbiamo avuto la conferma.

pagina sedici

Alberto, come hai iniziato a fotografare? Per caso: quasi non sapevo cosa fosse la fotografia. La mia prima giovinezza non ha avuto nulla di fuori dal comune: la scuola, il servizio militare (allora si faceva), i primi impieghi. Un giorno muore mio padre: inaspettatamente, all’improvviso. Lui era un artista, così mi sono trovato a dover sgomberare il suo studio. Frugando, tra le varie cose, ho trovato delle Zeiss Super Ikonta, formato 6x6, e mi è venuta la voglia di provarle. Dai cassetti sono saltati fuori anche dei rullini, scaduti ovviamente; così mi sono dedicato al paesaggio, sulle rive del Brenta. Le prime soddisfazioni? Assolutamente no, non veniva nulla. E poi cosa è successo? La prima fase è stata quella di acculturamento. Mio padre aveva tanti libri di fotografia e ho iniziato a leggere National Geographic. Parallelamente mi sono iscritto a un circolo fotografico padovano dove ho iniziato a far vedere i miei paesaggi. Successivamente sono venuti i primi concorsi, con le relative soddisfazioni. Da subito, però, è emersa

© foto di Alberto Buzzanca

paginaquindici


lifestyle

rumors, tendenze e personaggi al centro del mirino

L’IMPORTANZA DEL PADRE alberto buzzanca. un grande talento per il glamour nato da suggestioni giovanili filtrate da un gusto garbato Il titolo rischia sempre di ingannare. La figura paterna ha avuto la sua importanza, senza però influenzare direttamente Alberto Buzzanca. Possiamo dire che sono stati i ricordi del padre ad aver ispirato il nostro fotografo, peraltro piuttosto tardi nel tempo. Non ci troviamo di fronte a Monaldo e Giacomo (Leopardi), tantomeno a Leopold e Wolfgang (Mozart). Di questi mancano i conflitti, forse le stesse contraddizioni. Padre e Figlio, Buzzanca in questo caso, sono due figure simili: che si sono passate il testimone per il bello e l’eleganza. Ringraziamo entrambi, perché forse un giorno scopriremo che ciò che uno ha lasciato è stato subito preso dall’altro, se pure in una disciplina diversa. Delle immagini di Alberto c’è poco da dire: sono molto belle. Si ha quasi la sensazione che lui abbia lavorato assiduamente, in profondità: perché ovunque c’è coerenza, stile, riconoscibilità. Lo abbiamo scovato quasi nel nulla: come spesso accade quando cerchiamo qualcosa su Internet. All’improvviso si percepisce di essere di fronte all’immagine giusta, perché sensuale quasi al tatto. Al telefono la simpatia ci invita a continuare, a domandare: per capire il ruolo di una vita. Al bello ci si arriva con la fatica della rincorsa; con le immagini che pubblicheremo (e la storia raccontata) ne abbiamo avuto la conferma.

pagina sedici

Alberto, come hai iniziato a fotografare? Per caso: quasi non sapevo cosa fosse la fotografia. La mia prima giovinezza non ha avuto nulla di fuori dal comune: la scuola, il servizio militare (allora si faceva), i primi impieghi. Un giorno muore mio padre: inaspettatamente, all’improvviso. Lui era un artista, così mi sono trovato a dover sgomberare il suo studio. Frugando, tra le varie cose, ho trovato delle Zeiss Super Ikonta, formato 6x6, e mi è venuta la voglia di provarle. Dai cassetti sono saltati fuori anche dei rullini, scaduti ovviamente; così mi sono dedicato al paesaggio, sulle rive del Brenta. Le prime soddisfazioni? Assolutamente no, non veniva nulla. E poi cosa è successo? La prima fase è stata quella di acculturamento. Mio padre aveva tanti libri di fotografia e ho iniziato a leggere National Geographic. Parallelamente mi sono iscritto a un circolo fotografico padovano dove ho iniziato a far vedere i miei paesaggi. Successivamente sono venuti i primi concorsi, con le relative soddisfazioni. Da subito, però, è emersa

© foto di Alberto Buzzanca

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portfolio mostra collettiva

Berlino Tra fotografia e storia di Dario J Laganà www.norte.it

© foto di Daniele Ferretti

© foto di Gaetano Cessati

P

er quanto Berlino sia ad oggi la meta giovanile preferita in Europa dove tutto è lecito e dove tutto è possibile, è anche vero che raccontarla con un punto di vista diverso diventa spesso difficile. Il tutto nasce dall’idea di Stefano Corso e Foto De Angelis di dedicare un workshop alla città di Berlino e di cercare di spingersi oltre l’idea di visita alla città e di esercizi tecnici sulla fotografia di strada. Stefano Corso è un fotografo di strada con una personale interpretazione della realtà in chiave fondamentalmente ironica e surreale. La sua produzione è fortemente caratterizzata da solitarie presenze umane all’interno di strutture architettoniche incombenti in cui uomo ed ambiente sono elementi che coesistono, interagiscono e reciprocamente si confrontano in maniera simbolica. La realtà che ci circonda diventa spesso un semplice spunto per coglierne frammenti di visioni alternative. La fotografia di strada a Berlino può ancora di piu’ diventare un’immersione nell’ambiente in cui ci trova, anche quando si decide di isolare i soggetti e estrapolarli dal loro ambiente. Il workshop è stato diviso in due parti che poi sono andate man mano sovrapponendosi: una parte interamente dedicata ad esercizi di street photography, una parte di analisi della città e di ricerca degli elementi che potessero contraddistinguere il concetto di Cambiamento. In Italia è difficile ragionare con gli occhi del cambiamento, basti pensare a Roma Città Eterna e già questo preclude da ogni prospettiva di movimento. Berlino, con la sua storia, è invece soggetta a cambiamenti infiniti e mai definitivi, cambiamenti che si sono susseguiti nel corso di tutto il ‘900 con passaggi forti da città sfrontata, frivola e eccessiva durante la Repubblica di Weimar, a città blindata dal Regime Nazista fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale che l’ha pesantemente distrutta; per poi ripartire con la Guerra Fredda e la lunga attesa fino alla Caduta del Muro, ennesima ripartenza. Berlino oggi è capitale d’Europa, centro nevralgico di cambiamenti, ma deve la sua eccezionalità proprio al senso del cambiamento e della sua storia travagliata. Sotto questa prospettiva Stefano Corso ha guidato 8 fotografi durante un workshop di tre giorni per le vie della città, evitando i luoghi comuni e gli spazi prettamente turistici per cercare di dare ai partecipanti la possibilità di un’immersività quasi totale nella storia della città. Essendo un obbiettivo non certamente semplice, il workshop è subito entrato nel merito della Street Photography con una lezione sui concetti base, sugli approcci e tutti i possibili risvolti pratici. Non è mancata l’opportunità per i protagonisti di confrontarsi e di conoscersi, di presentarsi e di spendere la prima serata piovosa insieme in una Berlino notturna e classica, dai modernissimi palazzi specchiati di Potsdamer Platz alla Porta di Brandenburgo, dai Monumenti per l’Olocausto e per l’Olocausto Gay, fino al Reichstag e al Palazzo delle Lacrime - unica concessione turistica per “creare gruppo” e per cercare un equilibrio tra camminare e fotografare. Il giorno successivo è stato dedicato per prima cosa ad un approfondimento proprio sulla storia del cambiamento della città con una serie di fotografie d’epoca accompagnati da aneddoti e dati storici a cura del fotografo Dario-Jacopo Laganà, che si occupa di documentazione della città, vive a Berlino e gestisce il blog Elephant in Berlin (http://www.elephantinberlin.com) La giornata è poi continuata in giro per la città, passando da quartieri non centralissimi che potesse-

pagina ventidue

© foto di Lorenzo Gobbi

paginaventitre


portfolio mostra collettiva

Berlino Tra fotografia e storia di Dario J Laganà www.norte.it

© foto di Daniele Ferretti

© foto di Gaetano Cessati

P

er quanto Berlino sia ad oggi la meta giovanile preferita in Europa dove tutto è lecito e dove tutto è possibile, è anche vero che raccontarla con un punto di vista diverso diventa spesso difficile. Il tutto nasce dall’idea di Stefano Corso e Foto De Angelis di dedicare un workshop alla città di Berlino e di cercare di spingersi oltre l’idea di visita alla città e di esercizi tecnici sulla fotografia di strada. Stefano Corso è un fotografo di strada con una personale interpretazione della realtà in chiave fondamentalmente ironica e surreale. La sua produzione è fortemente caratterizzata da solitarie presenze umane all’interno di strutture architettoniche incombenti in cui uomo ed ambiente sono elementi che coesistono, interagiscono e reciprocamente si confrontano in maniera simbolica. La realtà che ci circonda diventa spesso un semplice spunto per coglierne frammenti di visioni alternative. La fotografia di strada a Berlino può ancora di piu’ diventare un’immersione nell’ambiente in cui ci trova, anche quando si decide di isolare i soggetti e estrapolarli dal loro ambiente. Il workshop è stato diviso in due parti che poi sono andate man mano sovrapponendosi: una parte interamente dedicata ad esercizi di street photography, una parte di analisi della città e di ricerca degli elementi che potessero contraddistinguere il concetto di Cambiamento. In Italia è difficile ragionare con gli occhi del cambiamento, basti pensare a Roma Città Eterna e già questo preclude da ogni prospettiva di movimento. Berlino, con la sua storia, è invece soggetta a cambiamenti infiniti e mai definitivi, cambiamenti che si sono susseguiti nel corso di tutto il ‘900 con passaggi forti da città sfrontata, frivola e eccessiva durante la Repubblica di Weimar, a città blindata dal Regime Nazista fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale che l’ha pesantemente distrutta; per poi ripartire con la Guerra Fredda e la lunga attesa fino alla Caduta del Muro, ennesima ripartenza. Berlino oggi è capitale d’Europa, centro nevralgico di cambiamenti, ma deve la sua eccezionalità proprio al senso del cambiamento e della sua storia travagliata. Sotto questa prospettiva Stefano Corso ha guidato 8 fotografi durante un workshop di tre giorni per le vie della città, evitando i luoghi comuni e gli spazi prettamente turistici per cercare di dare ai partecipanti la possibilità di un’immersività quasi totale nella storia della città. Essendo un obbiettivo non certamente semplice, il workshop è subito entrato nel merito della Street Photography con una lezione sui concetti base, sugli approcci e tutti i possibili risvolti pratici. Non è mancata l’opportunità per i protagonisti di confrontarsi e di conoscersi, di presentarsi e di spendere la prima serata piovosa insieme in una Berlino notturna e classica, dai modernissimi palazzi specchiati di Potsdamer Platz alla Porta di Brandenburgo, dai Monumenti per l’Olocausto e per l’Olocausto Gay, fino al Reichstag e al Palazzo delle Lacrime - unica concessione turistica per “creare gruppo” e per cercare un equilibrio tra camminare e fotografare. Il giorno successivo è stato dedicato per prima cosa ad un approfondimento proprio sulla storia del cambiamento della città con una serie di fotografie d’epoca accompagnati da aneddoti e dati storici a cura del fotografo Dario-Jacopo Laganà, che si occupa di documentazione della città, vive a Berlino e gestisce il blog Elephant in Berlin (http://www.elephantinberlin.com) La giornata è poi continuata in giro per la città, passando da quartieri non centralissimi che potesse-

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© foto di Lorenzo Gobbi

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portfolio Francesco Signorino

SHAPES AND SHADES © foto di Francesco Signorino

F

orme e ombre. Ogni fotografia è studiata nel minimo dettaglio, dalla luce alla posizione della modella, dall’ambientazione alla

composizione all’interno del fotogramma. Il bianco e nero sempre molto contrastato, dai neri profondi ma contemporaneamente equilibrato e ricco di dettagli è la lingua utilizzata con talento per comunicare al mondo l’armonia del corpo femminile.

Negozio Photop di riferimento: Foto Curatolo - Caltanissetta

Boxeur des rues pagina ventisei

La crescita fotografica di Francesco Signorino coincide con il suo interesse per l’arte, avendo avuto sin da piccolo la passione per il disegno artistico che trasferisce, inizialmente, nei suoi scatti di paesaggio e natura. Ha sempre dedicato molte energie alla formazione partecipando a corsi di fotografia e di tecnica dell’illuminazione. Amante del genere glamour e della ricerca di nudo artistico ha maturato rapidamente uno stile di forte impatto in cui cerca di esaltare con semplicità ed eleganza il fascino del corpo femminile. Signorino scatta attualmente con una Nikon D700 corredata da obiettivi Nikkor 24-70mm f/2,8; 70200mm f/2,8 e 85mm f/1,8.

paginaventinove


portfolio Francesco Signorino

SHAPES AND SHADES © foto di Francesco Signorino

F

orme e ombre. Ogni fotografia è studiata nel minimo dettaglio, dalla luce alla posizione della modella, dall’ambientazione alla

composizione all’interno del fotogramma. Il bianco e nero sempre molto contrastato, dai neri profondi ma contemporaneamente equilibrato e ricco di dettagli è la lingua utilizzata con talento per comunicare al mondo l’armonia del corpo femminile.

Negozio Photop di riferimento: Foto Curatolo - Caltanissetta

Boxeur des rues pagina ventisei

La crescita fotografica di Francesco Signorino coincide con il suo interesse per l’arte, avendo avuto sin da piccolo la passione per il disegno artistico che trasferisce, inizialmente, nei suoi scatti di paesaggio e natura. Ha sempre dedicato molte energie alla formazione partecipando a corsi di fotografia e di tecnica dell’illuminazione. Amante del genere glamour e della ricerca di nudo artistico ha maturato rapidamente uno stile di forte impatto in cui cerca di esaltare con semplicità ed eleganza il fascino del corpo femminile. Signorino scatta attualmente con una Nikon D700 corredata da obiettivi Nikkor 24-70mm f/2,8; 70200mm f/2,8 e 85mm f/1,8.

paginaventinove


portfolio Giorgio Bastianelli

CASTELLUCCIO Giorgio Bastianelli, classe 1947, è da molti anni profondamente innamorato della fotografia e si dedica con passione al reportage e alle riprese di paesaggio con un progressivo avvicinamento alla foto naturalistica. Nikonista convinto, al momento utilizza un corpo D300 e uno D3100, con un ampio corredo di ottiche.

Castelluccio di Norcia, un piccolo paese a cavallo fra le Marche e l’Umbria, è meta quasi obbligata per coloro che amano e praticano la fotografia come hobby ma anche a livello professionale. Ciò è dovuto a innumerevoli varietà di colori che offre l’altipiano che si estende verdeggiante a millequattrocento metri sul livello del mare e che si sviluppa ai suoi piedi. Un paesaggio dalla bellezza severa e sobria che offre straordinari spunti creativi in tutte le stagioni.

Negozio Photop di riferimento: Foto De Angelis - Ancona

© foto di Giorgio Bastianelli

pagina trentaquattro

© foto di Giorgio Bastianelli

paginatrentacinque


portfolio Giorgio Bastianelli

CASTELLUCCIO Giorgio Bastianelli, classe 1947, è da molti anni profondamente innamorato della fotografia e si dedica con passione al reportage e alle riprese di paesaggio con un progressivo avvicinamento alla foto naturalistica. Nikonista convinto, al momento utilizza un corpo D300 e uno D3100, con un ampio corredo di ottiche.

Castelluccio di Norcia, un piccolo paese a cavallo fra le Marche e l’Umbria, è meta quasi obbligata per coloro che amano e praticano la fotografia come hobby ma anche a livello professionale. Ciò è dovuto a innumerevoli varietà di colori che offre l’altipiano che si estende verdeggiante a millequattrocento metri sul livello del mare e che si sviluppa ai suoi piedi. Un paesaggio dalla bellezza severa e sobria che offre straordinari spunti creativi in tutte le stagioni.

Negozio Photop di riferimento: Foto De Angelis - Ancona

© foto di Giorgio Bastianelli

pagina trentaquattro

© foto di Giorgio Bastianelli

paginatrentacinque


portfolio Massimo Zanti “La fotografia mi aiuta a comprendere me stesso”, così ci dice Massimo Zanti di fronte al suo lavoro. “La mia è una ricerca tra estetica e formalismo”, continua, “Dove l’immagine finale mi restituisce gli strumenti per comprendere, quelli utili alla conoscenza”. Intuiamo come “Deduzioni” nasca dal suo approccio alla fotografia: quello di un osservatore lucido, raffinato, colto. Forse è per questo che si trova bene sia nel reportage elegante, che nel minimalismo concettuale. E’ comunque il “grande formato” a esaltare il suo sguardo: tra simmetrie e prospettive, cromatismi e incontri di luci. La realtà diventa sospesa per quello che non c’è; da dedurre, appunto. Simone Paglialonga, “canonista” convinto, per realizzare queste immagini si è spostato dall’oceano alle vette alpine catturando le evoluzioni dei virtuosi della tavola, da surf o da snowboard: “Se penso alla descrizione del concetto di foto sportiva, dare un trick degno di nota, si passa alla posizione della luce e, probabilmente, dopo giorni se non mesi, alla scelta di condizioni climatiche ideali”. Negozio Photop di riferimento: Andreella Photo - Busto Arsizio

“I miei lavori seguono la mia passione. Gli sport sono l’azione ma anche il sottile racconto di un mondo unico e parallelo. Nelle mie fotografie congelo gli attimi più espliciti della disciplina ma anche un contesto a cui appartengono. Gli scatti inclusi in questo portfolio seguono un mio percorso che è proseguito di pari passo alla scoperta di sport minori e meno conosciuti ma che sanno esprimere più di altri una cultura e una realtà a cui non siamo abituati a interagire nel nostro quotidiano. Al di là dello scatto finale, è impagabile la sensazione di complicità e collaborazione che si crea tra me e i soggetti: realtà ben distinte, ritmi e fatiche diverse unite per uno scopo comune. Un click che appaga entrambi parallelamente”.

© foto di Massimo Zanti

DEDUZIONI

“Una vita dedicata alla passione per la fotografia”, questo potremmo dire di Massimo Zanti: classe 1960 (nasce a Formigine) e agente di commercio. Da sempre si dedica a due filoni principali: da un lato, il reportage; da un altro, la fotografia d’avanguardia, quella legata ai grandi tedeschi del Fotoforum. Nel 2008 vive due momenti importanti: una mostra con stampe cromogeniche e l’incontro con Gianni Berengo Gardin, col quale esporrà in una collettiva. Da questa verrà anche tratto un libro, pubblicato nel 2011. Nell’autunno 2010 lo troviamo in un’altra collettiva, dedicata al Cimitero di San Cataldo; poi in altre esposizioni, questa volta da solo: “In mezzo scorre il fiume” (Sassuolo, autunno 2011); Il Bosco (Sassuolo, 2012); Propaggini (Sassuolo, primavera 2013).

© foto di Massimo Zanti

pagina quaranta

Negozio Photop di riferimento: Foto Dotti - Modena

paginaquarantuno


portfolio Massimo Zanti “La fotografia mi aiuta a comprendere me stesso”, così ci dice Massimo Zanti di fronte al suo lavoro. “La mia è una ricerca tra estetica e formalismo”, continua, “Dove l’immagine finale mi restituisce gli strumenti per comprendere, quelli utili alla conoscenza”. Intuiamo come “Deduzioni” nasca dal suo approccio alla fotografia: quello di un osservatore lucido, raffinato, colto. Forse è per questo che si trova bene sia nel reportage elegante, che nel minimalismo concettuale. E’ comunque il “grande formato” a esaltare il suo sguardo: tra simmetrie e prospettive, cromatismi e incontri di luci. La realtà diventa sospesa per quello che non c’è; da dedurre, appunto. Simone Paglialonga, “canonista” convinto, per realizzare queste immagini si è spostato dall’oceano alle vette alpine catturando le evoluzioni dei virtuosi della tavola, da surf o da snowboard: “Se penso alla descrizione del concetto di foto sportiva, dare un trick degno di nota, si passa alla posizione della luce e, probabilmente, dopo giorni se non mesi, alla scelta di condizioni climatiche ideali”. Negozio Photop di riferimento: Andreella Photo - Busto Arsizio

“I miei lavori seguono la mia passione. Gli sport sono l’azione ma anche il sottile racconto di un mondo unico e parallelo. Nelle mie fotografie congelo gli attimi più espliciti della disciplina ma anche un contesto a cui appartengono. Gli scatti inclusi in questo portfolio seguono un mio percorso che è proseguito di pari passo alla scoperta di sport minori e meno conosciuti ma che sanno esprimere più di altri una cultura e una realtà a cui non siamo abituati a interagire nel nostro quotidiano. Al di là dello scatto finale, è impagabile la sensazione di complicità e collaborazione che si crea tra me e i soggetti: realtà ben distinte, ritmi e fatiche diverse unite per uno scopo comune. Un click che appaga entrambi parallelamente”.

© foto di Massimo Zanti

DEDUZIONI

“Una vita dedicata alla passione per la fotografia”, questo potremmo dire di Massimo Zanti: classe 1960 (nasce a Formigine) e agente di commercio. Da sempre si dedica a due filoni principali: da un lato, il reportage; da un altro, la fotografia d’avanguardia, quella legata ai grandi tedeschi del Fotoforum. Nel 2008 vive due momenti importanti: una mostra con stampe cromogeniche e l’incontro con Gianni Berengo Gardin, col quale esporrà in una collettiva. Da questa verrà anche tratto un libro, pubblicato nel 2011. Nell’autunno 2010 lo troviamo in un’altra collettiva, dedicata al Cimitero di San Cataldo; poi in altre esposizioni, questa volta da solo: “In mezzo scorre il fiume” (Sassuolo, autunno 2011); Il Bosco (Sassuolo, 2012); Propaggini (Sassuolo, primavera 2013).

© foto di Massimo Zanti

pagina quaranta

Negozio Photop di riferimento: Foto Dotti - Modena

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portfolio Patrizia Todisco

milano quadrata © foto di Patrizia Todisco

L

a fotografia come mezzo per dare voce alla creatività con immagini per raccontare vita, storia e, forse, i sogni di chi Patrizia Todisco ha incontrato sul suo percorso. La fotografa, interagendo con i soggetti quando possibile, fa in modo che ogni foto sia legata a un’emozione, a un ricordo che rimane tangibile, condiviso e disponibile per tutti. Negozio Photop di riferimento : Photodiscount - Milano Patrizia Todisco comincia a fotografare negli Anni ‘80 ma solo nel primo decennio 2000 inizia una meticolosa esplorazione del mondo attraverso l’obiettivo. Con la sua Nikon incomincia a muoversi nel reportage di viaggio sperimentando anche la street photography nella sua città natale, Milano. Si appassiona ai temi sociali. Amante di tutti i generi fotografici predilige i ritratti. La sua filosofia è che la foto non sia rubare l’attimo, ma conservare un ricordo.

© foto di Patrizia Todisco

pagina quarantasei

paginaquarantasette


portfolio Patrizia Todisco

milano quadrata © foto di Patrizia Todisco

L

a fotografia come mezzo per dare voce alla creatività con immagini per raccontare vita, storia e, forse, i sogni di chi Patrizia Todisco ha incontrato sul suo percorso. La fotografa, interagendo con i soggetti quando possibile, fa in modo che ogni foto sia legata a un’emozione, a un ricordo che rimane tangibile, condiviso e disponibile per tutti. Negozio Photop di riferimento : Photodiscount - Milano Patrizia Todisco comincia a fotografare negli Anni ‘80 ma solo nel primo decennio 2000 inizia una meticolosa esplorazione del mondo attraverso l’obiettivo. Con la sua Nikon incomincia a muoversi nel reportage di viaggio sperimentando anche la street photography nella sua città natale, Milano. Si appassiona ai temi sociali. Amante di tutti i generi fotografici predilige i ritratti. La sua filosofia è che la foto non sia rubare l’attimo, ma conservare un ricordo.

© foto di Patrizia Todisco

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paginaquarantasette


Bologna © foto di Stefano Bertolucci

portfolio

Stefano Bertolucci Negozio Photop di riferimento: Photomarket Video - Mestre

pagina cinquantadue

Nel 1978, Stefano Bertolucci, “canonista” convinto, inizia un’intensa attività come fotoreporter freelance e collabora con l’Agenzia Olimpia e varie testate nazionali: da L’Unità a Famiglia Cristiana, da Espresso a Panorama. Fino al 2009 si è occupato di fotografia pubblicitaria, moda, still life e reportage naturalistico/scientifico.

Una ricerca sul paesaggio urbano di Bologna realizzata in diversi periodi dell’anno in quelle contrastanti condizioni atmosferiche così tipiche della città emiliana. Il progetto a metà strada fra la documentazione e l’elaborazione metafisica realizzato grazie a un sapiente uso di vari software di post-produzione per fondere e dare risalto ad architetture, strutture, superfici, persone e arredi urbani.

paginacinquantatre


Bologna © foto di Stefano Bertolucci

portfolio

Stefano Bertolucci Negozio Photop di riferimento: Photomarket Video - Mestre

pagina cinquantadue

Nel 1978, Stefano Bertolucci, “canonista” convinto, inizia un’intensa attività come fotoreporter freelance e collabora con l’Agenzia Olimpia e varie testate nazionali: da L’Unità a Famiglia Cristiana, da Espresso a Panorama. Fino al 2009 si è occupato di fotografia pubblicitaria, moda, still life e reportage naturalistico/scientifico.

Una ricerca sul paesaggio urbano di Bologna realizzata in diversi periodi dell’anno in quelle contrastanti condizioni atmosferiche così tipiche della città emiliana. Il progetto a metà strada fra la documentazione e l’elaborazione metafisica realizzato grazie a un sapiente uso di vari software di post-produzione per fondere e dare risalto ad architetture, strutture, superfici, persone e arredi urbani.

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IMAGING

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