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Settembre Ottobre 2015
anno IV n.05
ESTRATTO FOTO
IMAGING
VIDEO
FINE ART
STORIE DI FOTOGRAFI E DI FOTOGRAFIA
Romano
Cagnoni
editoriale
La buona scuola Settembre (Ottobre per i più anziani) è il mese del rientro a scuola. Tutti ne conserviamo memoria, anche perché si è sempre trattato di un vero inizio, con tanto di cose nuove da affrontare. C’era l’austerity, un tempo, l’Ottobre caldo; poi, i muri che crollano (Novembre ‘89) e il mondo che diventa piccolo, fino alla grande crisi del 2008. Le atmosfere, però, rimanevano quelle, sempre; con tutto un corredo di odori ed emozioni che si ripresentavano: cartelle, quaderni, libri (sempre diversi, ma uguali), professori, aule antiche, dimore per apprendere o almeno imparare a farlo. Oggi il tema forte è quello dei migranti: un evento epocale, inafferrabile alle stesse opinioni; ma da Luglio compare un nuovo decreto legislativo, perché la scuola diventa “buona”, una volta per tutte. Finalmente? No, non polemizziamo; lasciamo ai politici quell’ottimismo che è di moda. Piuttosto tra i vari punti del ddl troviamo le competenze digitali. Renzi ha detto: “Ci sono più informazioni in un telefonino
di quante non ne possedesse un Presidente del Consiglio negli anni ‘90”. Vero, senza dimenticare però che molti dei dati conservati negli smart (phone) sono immagini, o fotografie come amiamo dire. Di loro non si parla nella scuola, nemmeno in quella “buona”. Pensare che ormai il linguaggio visivo sta diventando lingua, forse il vero fattore osmotico tra le tante genti che si mescolano rapidamente. La fotografia c’è abituata. Molti la chiamano arte minore, se non peggio; così, dall’altro lato, fa fatica a dotarsi di una disciplina abilitante: quella dell’apprendimento. Forse è meglio, però: rimane la libertà; quel senso di marinare un obbligo con la sola forza delle idee. Consoliamoci con un “autunno caldo”: a Milano Photo Festival raddoppia e c’è pure un nuovo Photo Show, “buono” potremmo dire. Che venga anche Renzi?
Mosè Franchi
UNO DI NOI
Roberto è uno di noi, ancora oggi. A ottant’anni è andato in pensione, come gli è dovuto. Con lui, loro malgrado, hanno dovuto smettere i suoi collaboratori: Vittorio in testa, braccio destro per tanti anni. Forse qui Roberto avrebbe dovuto fare di meglio, tra una ridda di se e di ma: i tempi che cambiano, la modernità, internet, quel globale che acceca e distorce le percezioni di tutti. Certo, sì: forse, magari; ma nessuno è perfetto, e la critica è dietro l’angolo, come la retorica di queste righe. Siamo tutti uomini, questo è il punto; così mescoliamo il bene e il male con facilità, spesso muovendo pretese laddove noi non muoveremmo neanche un dito. Roberto ha sempre regalato consigli a tutti, molti dei quali sono stati seguiti con successo. Ora li dedicherà solo ai nipoti. Ci mancherà, Roberto, come collega e amico; e forse tanti proveranno lo stesso sentimento, soprattutto quando avranno la necessità di essere ascoltati, circa problemi, difetti, aspirazioni, speranze. Ma lui rimarrà nei nostri ricordi come uno di PHOTOP, uno di noi appunto; così non verrà mai meno quella stima che queste righe non riescono a spiegare. Grazie Roberto Massimo
HI-PHOTO
PORTFOLIO
60. IL RITRATTO OGGI
24. GABRIELE VANETTI
Piccola riflessione circa il ritratto fotografico.
PARLO DI ME 62. SETTIMIO BENEDUSI
Venere 1985, la prima di tante.
COVER STORY
ORIZZONTI FOTOGRAFICI 64. DIA SOTTO LE STELLE
Compie ventiquattro anni.
L’ECO DI CHERNOBYL
30. MATTEO CHINELLATO LA VENEZIA CHE TRASPARE
36. LUIGI FAVARETTO UOMINI DI MARE
42. ENNIO FIGINI L’ALTRA MANHATTAN
48. ALBERTO RAFFAELI INDIA SOSPESA
54. MANUEL COLOMBO TRA PAURA E LIBERTÀ
QUESTIONE DI LIBRI
66. LA BIBLIOTECA CHE VORREI
Romano Cagnoni
I testi che non dovrebbero mai mancare nei nostri scaffali.
PHOTOPGURU 68. IMPARIAMO DAI GRANDI
4. FOTOGRAFIA & MERAVIGLIA
Yousuf Karsh, maestro del ritratto.
Un’intervista con Romano Cagnoni è un’opportunità, grande. Parlando con lui si comprende cosa potrebbe essere la fotografia se affrontata con coraggio e forza, quasi a muso duro. La sua terra (Pietrasanta) gli ha offerto la scorza di chi aggredisce la vita a suon di scalpello, tra le fatiche delle cave di marmo: senza scusanti o false ipocrisie, di petto potremmo dire.
UNO DI NOI
L’ ALTRA COVER STORY
72. MARTINA COLOMBARI
Modella e attrice, ama essere ritratta ma anche fotografare.
Atmosfere emozionali 16. FRANCESCO BOSSO
Francesco ha fatto scelte importanti, arrivando alle origini di una fotografia propria, personale. Il suo non è stato un percorso a ritroso, anche se gli strumenti utilizzati potrebbero indurci a pensarlo. Ha allargato gli orizzonti visivi, incrementando lo spazio del contenuto, sfiorando i confini con la pittura o la semplice contemplazione. Ama la sua terra, eppure gira il mondo, e non da semplice turista.
Progetto grafico Visiva S.r.l. - www.visiva-adv.it
www.imagemag.it Direttore responsabile Mosè Franchi Comitato editoriale Mosè Franchi, Roberto Mazzonzelli, Stefano Messina, Massimo Reggia, Lido Andreella
pagina due
Realizzazione grafica Gino Durso Davide Lanzino Ilaria Nigro Stampa Cortona Moduli Cherubini S.r.l. Image Mag è una pubblicazione Consorzio Gruppo Immagine
Redazione Consorzio Gruppo Immagine Viale Andrea Doria, 35 20124 Milano Tel. 02/23167863 e-mail: info@imagemag.it
1. EDITORIALE 14. CAFÉ FOTOGRAFICO
Notizie, anticipazioni e libri da non perdere.
70. EVENTI & MOSTRE
Mostre, eventi, manifestazioni, fiere, workshop e seminari. I principali appuntamenti per i prossimi due mesi.
Prezzo copia 12,00 euro. Arretrati 20,00 euro. Abbonamento a 6 numeri: ritiro in negozio Photop 42,00 euro / spedizione postale 62,00 euro Image Mag è una testata registrata presso il Tribunale di Milano con autorizzazione n. 237 del 1 Giugno 2012
Distributore esclusivo per l’Italia Consorzio Gruppo Immagine Periodicità Bimestrale
È proibita la riproduzione di tutto o parte del contenuto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. L’Editore è a disposizione per regolare i diritti delle immagini i cui titolari non siano stati reperiti.
FOTOGRAFIA & MERAVIGLIA
CAGNONI pagina quattro
© foto di Romano Cagnoni
paginacinque
COVER STORY I GRANDI PROTAGONISTI DEL PALCOSCENICO FOTOGRAFICO
U
n’intervista con Romano Cagnoni è un’opportunità, grande. Parlando con lui si comprende cosa potrebbe essere la fotografia se affrontata con coraggio e forza, quasi a muso duro. La sua terra (Pietrasanta) gli ha offerto la scorza di chi aggredisce la vita a suon di scalpello, tra le fatiche delle cave di marmo: senza scusanti o false ipocrisie, di petto potremmo dire. Con questa energia, Romano parte. Arriva nella “Swinging London”, in compagnia del proprio coraggio: tra piatti da lavare e desiderio di fotografia. Nulla può fermarlo, mosso com’è dalle buone intuizioni, da una cultura coltivata tra i tanti libri, con la curiosità dei vent’anni. Da lì in poi, le cose divengono; e la vita di Romano scorre come un racconto che puoi riprendere più volte, almeno a uno sguardo esterno. Arrivano,
© foto di Romano Cagnoni
pagina sei
nel tempo, i lavori per Paris Mach, l’incontro con Simon Guttman (lo scopritore di Capa), i servizi su Ho Chi Minh (1965), l’Afghanistan e la Cecenia. Siamo andati veloci? Vero, anche troppo; ma è Romano a offrirci questa possibilità, la sua coerenza. Lui ha sempre cercato di fare fotografie interessanti, valide e intellettualmente soddisfacenti; per cui si può afferrare tutto insieme, ogni immagine o lavoro, senza per questo riscontrare discontinuità. È una fotografia “totale”, quella di Cagnoni: sicuramente per l’atteggiamento, prima ancora che per le tematiche affrontate. È lui stesso a dircelo: “Un’immagine deve comunque far scaturire la meraviglia”. L’intervista con Romano avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità. Non sappiamo se l’abbiamo colta a fondo. Di certo siamo riusciti
a comprendere la necessità di un impegno intellettuale, d’atteggiamento; e poi il bisogno di un elemento a tendere: quella meraviglia che deve scaturire in chi guarda, sempre. Il resto? È vita, da tradurre e interpretare: un alternarsi di vicende liete e tristi che si accavallano, sovrapponendosi. Meglio prendere tutto, meravigliando magari; del resto: se non si piange un poco, nemmeno si ride. Romano, quando hai iniziato a fotografare? Da ragazzino. Lavoravo come assistente presso un fotografo locale bisognoso di trasportare le attrezzature negli studi di scultura a Pietrasanta. D’estate facevo il fotografo di spiaggia. Alla fine mi sono trovato a Londra, dopo essere passato per Parigi, come fotografo di scoop per Paris Mach.
FOTO
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STORIE DI FOTOGRAFI E DI FOTOGRAFIA
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L’ALTRA COVER STORY NUOVE TENDENZE ALLA RIBALTA DELLA FOTOGRAFIA
pagina sedici
ATMOSFERE EMOZIONALI Le immagini di Francesco Bosso muovono in noi una sorta d’invidia positiva, quella che va oltre la semplice ammirazione: al di là, quindi, della scelta e del gusto. Ci piacciono? Certamente, tanto; ma non sta qui il punto. Francesco ha fatto scelte importanti, arrivando alle origini di una fotografia propria, personale. Il suo non è stato un percorso a ritroso, anche se gli strumenti utilizzati potrebbero indurci a pensarlo. Lui ha allargato gli orizzonti visivi, incrementando lo spazio del contenuto, sfiorando i confini con la pittura o la semplice contemplazione. Francesco ama la sua terra, gli stimoli che gli ha fornito; eppure gira il mondo, in continuazione, e non da semplice turista. L’emozione, quella vera, il più delle volte non la si trova dietro l’angolo; così occorre pensarla, sognarla, raggiungerla con il viaggio: “faticarla”, potremmo dire. Ecco che gli strumenti non contano più: né il banco ottico, tantomeno quel bianco e nero voluto in maniera totalitaria; entrambi rappresentano “porte strette” attraverso le quali fare esplodere sensazioni viscerali e mentali. Emozioni. Di Francesco ci sono piaciute tante cose: quella pacatezza nei dialoghi che diventava decisione, opinione vera; ma anche il rigore, la precisione, quel rispetto “artigianale” che vuol dire fotografia, almeno nei suoi valori staminali. Dimenticavamo: lui è un paesaggista, eppure anche questo diventa un dettaglio. Nelle sue immagini il “documento” si sgretola a favore di un’interpretazione voluta ad ogni costo, attraverso l’uso d’ingredienti semplici: luci, ombre, tagli, contrasti. Che stampi da solo (in camera oscura, è ovvio) non ci deve meravigliare. Le sensazioni non si possono delegare, soprattutto quando diventano emozione. È una questione d’atmosfere, e l’impegno dell’autore deve essere totale, assoluto. Francesco lo sa.
© foto di Francesco Bosso
paginadiciassette
PORTFOLIO Gabriele Vanetti
L’ECO DI CHERNOBYL
pagina ventiquattro
© foto di Gabriele Vanetti
paginaventicinque
PORTFOLIO Matteo Chinellato
La
Venezia che traspare
© foto di Matteo Chinellato
paginatrentuno
PORTFOLIO Luigi Favaretto
UOMINI di
© foto di Luigi Favaretto
pagina trentasei
paginatrentasette
PORTFOLIO Ennio Figini
L’ALTRA
MANHATTAN pagina quarantadue
© foto di Ennio Figini
paginaquarantatre
PORTFOLIO Alberto Raffaeli
INDIA
SOSPESA Ho esplorato l’acre nebbia del mattino, la frenesia del traffico, il fragore dei mercati, il silenzio dei templi. Ho scrutato gli sguardi di donne dietro i veli, l’innocenza sui visi dei bambini e la pelle rugosa di amabili anziani. Ho ammirato bimbi sospesi su un filo come colombi e aquiloni volare senza vento. Ho visto scimmie rincorrersi per gioco sui tetti di una reggia. Questa raccolta fotografica è il mio ricordo di un’India sospesa tra sogno, misticismo e realtà. Un’India che ti attrae e ti respinge, ma che non ti consente di rimanerle indifferente. Alberto Raffaeli
pagina quarantotto
© foto di Alberto Raffaeli
paginaquarantanove
PORTFOLIO Manuel Colombo
Tra PAURA e
Libertà
pagina cinquantaquattro
© foto di Manuel Colombo
paginacinquantacinque
FOTO
IMAGING
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