Di luce e ombra - Marco Morandotti

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Di luce e ombra Marco Morandotti



Di luce e ombra Marco Morandotti

produzione photoSHOWall

presso


È il racconto di un viaggio lungo un anno tra scale, portici e cortili dell’Almo Collegio Borromeo in Pavia. Spazi che ti avvolgono in una penombra silenziosa, che al calare della sera si apre in tagli di luce che dipinge improvvisi arazzi sulle pareti. Luce e ombra si rincorrono e i loro confini sono ora netti come lame, ora incerti come nella “illusoria aurora” di Borges. Talvolta l’occhio si perde in un dettaglio che disvela le ferite del tempo. Quelle imperfezioni ci consegnano la memoria delle stagioni, che scavano lente le loro geometrie, che corrodono e scheggiano la superficie levigata delle cose, che vi aprono crepe. Ed è da li, come canta Leonard Cohen, “che entra la luce.”

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It is the story of a year-long journey through the staircases, arcades and courtyards of the Almo Collegio Borromeo in Pavia. Spaces that envelop you in a silent twilight, which at nightfall opens in cuts of light that paints sudden tapestries on the walls. Light and shadow chase each other and their boundaries are now as sharp as blades, now as uncertain as in Borges’s “illusory aurora”. Sometimes the eye is lost in a detail that reveals the wounds of time. Those imperfections give us the memory of the seasons, which slowly dig out their geometries, which corrode and chip the polished surface of things, which open cracks. And , as Leonard Cohen sings, “that’s how the light gets in.”


Opere in mostra

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progetto speciale

Una cornice è quasi sempre concepita come un elemento accessorio il cui compito è quello di supportare l’opera in uno spazio, di conservarla, proteggerla da fattori esterni. Per tutte queste ragioni la parete photoSHOWall non può essere considerata - anche quando ne sembra ricalcare l’esteriorità - una cornice. Si tratta, al contrario, di un sistema espositivo che stabilisce con le opere uno stretto rapporto dialettico grazie al quale si comprende come forma e sostanza si presentino come due aspetti complementari della stessa realtà. Questo progetto, grazie alla sua modularità, può adattarsi alle diverse esigenze espressive delle opere fotografiche ma può anche permettere loro una diversa fisicità. Il concetto base che caratterizza photoSHOWall è la possibilità di accostare i diversi moduli di cui è composto inserendoli in una struttura a capsule. Moduli progettati per accogliere le stampe su lamine di vari materiali montate a diversi gradi di profondità rispetto al filo facciata dell’installazione al fine di ottenere un effetto tridimensionale della composizione nel suo complesso mettendone anche in risalto alcune parti. Il manufatto così costruito può essere appoggiato ad una parete o diventare esso stesso muro autoportante (anche luminoso o contenitore). Come sempre succede ai progetti modulari, molte sono le scale possibili della realizzazione finale adattabili al soggetto e alla definizione delle fotografie utilizzate e al progetto allestitivo. Nella serie di installazioni “iGIGANTI” photoSHOWall, firmate anche da importanti autori non solo italiani, l’immagine ingrandita e scomposta è stata utilizzata per creare, in luoghi insoliti, visioni impreviste.

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Roberto Mutti


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Stampa diretta su alluminio con cornice “zero photoSHOWall� 8

Dimensioni 40 x 47 cm


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Stampa diretta su alluminio con cornice “zero photoSHOWall� 10

Dimensioni 40 x 40 cm


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Stampa diretta su alluminio con cornice “zero photoSHOWall� 12

Dimensioni 40 x 40 cm


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Stampa diretta su alluminio con cornice “zero photoSHOWall� 14

Dimensioni 40 x 30 cm


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Stampa diretta su alluminio con cornice “zero photoSHOWall� 16

Dimensioni 40 x 30 cm


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Stampa diretta su alluminio con cornice “zero photoSHOWall� 18

Dimensioni 40 x 30 cm


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Stampa diretta su alluminio con cornice “zero photoSHOWall� 20

Dimensioni 40 x 30 cm


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Stampa diretta su alluminio con cornice “zero photoSHOWall� 22

Dimensioni 30 x 40 cm


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Stampa diretta su alluminio con cornice “zero photoSHOWall� 24

Dimensioni 30 x 40 cm


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Stampa diretta su alluminio con cornice “zero photoSHOWall� 26

Dimensioni 30 x 40 cm


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A LT R E M O S T R E

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LA MOSTRA DA TAVOLO

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LA MOSTRA IN VIDEO

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LA MOSTRA IN CARTOLINA

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Se la fotografia esce dai luoghi di esposizione (musei, gallerie) e di fruizione (carta stampata) e si diffonde nella città, diventa una forma di arte popolare e, se non vogliamo recuperare questo termine, legato ad esperienze artistiche degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, possiamo dire una forma di visione partecipata. Si crea una sinergia con l’ambiente urbano circostante e l’immagine vive una nuova vitalità, quella della partecipazione alla vita pubblica, agli scorci cittadini. Una nuova visione della fotografia d’autore, la cui fruizione, se la struttura ideata da photoSHOWall trovasse adeguata collocazione in ambienti urbani, potrebbe diventare diffusa. Alla base del progetto di photoSHOWall si può individuare una visione dinamica dell’immagine, non più univoca e uniforme, ma articolata e molteplice. La scomposizione delle singole fotografie è solo l’aspetto più evidente di queste immagini ricreate, dove la variabilità della combinazione consente una quasi infinita articolazione nel formulare nuovi spazi, nuovi campi visivi dove i dettagli possono assumere rilevanza rispetto all’insieme; ma è la stessa unità formale a subire una trasformazione intrinseca e strutturale per dare dinamismo alla fotografia che, per sua natura, è statica, assoluta e definitiva. Una gabbia visiva che moltiplica le possibilità del saper vedere. Per questa esposizione, virtuale, eppure concreta nella sua realizzazione con immagini vere dell’autore accostate a scorci, altrettanto realistici, della città ripresi per l’occasione, si è realizzata una formula di commistione fra più immagini; un’articolazione che propone una nuova cartolina: una doppia lettura delle opere originali dei sette fotografi. Si è voluto realizzare questo progetto speciale per evidenziare le infinite possibilità creative delle strutture di photoSHOWall e per verificare come la fruizione delle immagini può variare in base al contesto in cui vengono collocate e alla cornice con cui vengono presentate. Una riflessione sulla contemporaneità dove il cosa è stato sostituito dal come. Renzo Basora

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