Fotografie di Diego Bardone
Allestimento realizzato con parete photoSHOWallÂŽ
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Il mio è un diario quotidiano, un perenne omaggio a coloro che, inconsapevoli attori, ho la ventura/fortuna di incontrare nel mio peregrinare per le strade della mia città. È come se osservassi me stesso in una sorta di specchio virtuale che trova la sua dimensione nel nostro reale quotidiano. Abbiamo tutti gli stessi volti, le stesse gioie, le stesse speranze: io sono loro, loro la trasposizione in immagini della mia allegria vagabonda. Vorrei dimostrare che la semplicità è sinonimo di bellezza, vorrei mostrare, come era solito dire Doisneau, un mondo ‘gentile’, un mondo che amo e che mi renda in qualche modo felice.
Diego Bardone
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DIEGO BARDONE, lo ‘Stripper’
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Diego Bardone spinge – chi voglia metter a fuoco il futuro – a librarsi in una zona nella quale le convenzioni evaporano, leggere, scaraventate a gambe all’aria da quella che chiamiamo, oggi, “street photography”. Il luogo che appartiene a chi la percorre diventa Teatro delle Meraviglie. La strada popolata da “semplici” esseri umani, con i loro tic e tutta la vita racchiusa nella postura, nel passo, nel correre trafelato, nella giacca griffata presa al mercato, nel baciare l’innamorato, nell’incrociare la vita altrui, nell’attesa stabilita accanto a un manifesto casualmente “alter ego” del protagonista… La strada della metropoli di oggi – di questa Milano colma di futuri possibili, prefigurati dall’architettura nuova, dal nuovo design, dalla moda (nuova, per definizione), dalla sharing economy che si traduce in nuove biciclette, nuove auto, nuovo lavoro… – è il teatro fotografico ideale dove i generi fotografici consueti non possono che fermarsi, non avendo alcuna committenza.
nella stessa persona, è un esempio tuonante di come Diego Bardone non rincorra alcun “reportage urbano” (non accade nulla di giornalisticamente rilevante) riuscendo a condensare un trattato sul passaggio dalla Milano del dopoguerra a quella di oggi in una sola immagine. Che sia questa la differenza tra la prosa e la poesia? Tra la pioggia che ci bagna – con umida concretezza – e la nuvola che la produce?
Francesco Tadini FONDATORE CASA MUSEO SPAZIO TADINI www.spaziotadini.com Tratto da Street Life Milano, Edizioni del Foglio Clandestino, 2018
E dove un fotografo dotato di cultura e leggerezza di piuma – anche nel rispettoso garbo verso i soggetti fotografati – riesce a raccogliere lezioni poetiche milanesissime, intrise di ironia e realismo al tempo stesso, quali le parole di Delio Tessa – o le surrealtà di Dino Buzzati! – e tradurre le migliaia di “occasioni” in lampi di racconto. Lampi, appunto: pura luce di un attimo. Il “Giano bifronte” (a pagina 88), immagine nella quale un prete e un borghese sembrano fondersi 7
‘La Milano’ di Diego Bardone
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Diego Bardone guarda l’uomo nel contesto più ambìto del nuovo secolo, la metropoli, e lo racconta. E noi, ci osserviamo nelle sue fotografie come in una storia che ci appartiene e ci scopriamo più divertenti di quanto pensassimo, più straordinari di quanto ci abbiano mai fatto credere. Scopriamo che il mondo in città non è poi così privo di colori anche se lo si presenta in bianco e nero, come sono del resto, le fotografie di Diego Bardone (non sempre serve colore per dare colore). Dopo aver visto una mostra di Bardone puoi scegliere se prima di accenderti una sigaretta sia meglio controllare che non ci sia un manifesto equivoco (rischi il divorzio), che prima di chiedere un’indicazione al vigile tu non sia vestito da corridore (rischi il manicomio), che se corri a prendere un treno non devi sembrare di voler fare concorrenza al Frecciarossa (rischi una crisi d’identità); oppure puoi scegliere di offrirti alla casualità della scenografia metropolitana e permetterti di ridere perché – in fondo – te lo meriti, dopo otto ore in ufficio, messo in vetrina a correre perché il supermercato chiude o dopo otto ore a fare il personal shopper perché nessuno ormai ti assume più. Lo sguardo di Bardone cerca proprio là dove tu meno te lo aspetti e ti ruba un sorriso. Bardone si insinua come un segugio tra il portone all’angolo e la Galleria per carpire la smorfia di un selfie, aspetta paziente il momento esatto in cui si compone la scena che lui prefigura come un indovino e scopri
che Milano è meravigliosa anche per innamorarsi. Definirlo solo fotografo è riduttivo, ‘street photographer’ anche, perché Diego Bardone è un maestro d’ironia e umorismo. Pirandello diceva che chi riesce a cogliere “il sentimento del contrario” è un umorista e Bardone lo è. Le sue immagini sono strumenti terapeutici dell’umore metropolitano. Dopo aver conosciuto Bardone la città è meno grigia, le persone sono più originali, le storie più divertenti, gli appuntamenti mancati meno tristi. Si perde l’assoluta certezza del caso a favore dell’assoluta certezza che ognuno, nel caos metropolitano, può scegliere cosa guardare a favore del buono e del bello. Proprio lì dove sembra consumarsi una vita caotica, anonima e priva di senso, la fotografia di Bardone ci rivela che si sprigiona tutta la completezza del “tragico e del comico” della nostra vita – come avrebbe detto il pittore e scrittore milanese Emilio Tadini – e sta solo a noi scegliere da che parte guardare e stare. Bardone lo sa già.
Melina Scalise PRESIDENTE CASA MUSEO SPAZIO TADINI www.spaziotadini.com Tratto da Street Life Milano, Edizioni del Foglio Clandestino, 2018
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LE IMMAGINI IN MOSTRA
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STREET LIFE MILANO
VIAGGIO FOTOGRAFICO DENTRO LA CITTA di Diego Bardone
«Le immagini di Diego Bardone sono strumenti terapeutici dell’umore metropolitano. Dopo aver conosciuto Bardone la città è meno grigia, le persone sono più originali, le storie più divertenti, gli appuntamenti mancati meno tristi e Milano è meravigliosa anche per innamorarsi». (Melina Scalise)
URBAN CENTER MILANO
Galleria Vittorio Emanuele II (angolo piazza della Scala)
dal 28 gennaio al 15 febbraio 2019 Lunedì - Venerdì: 9,00 - 18,00 orario continuato
Inaugurazione 28 gennaio ore 18,00 Introduce Maurizio Garofalo Ingresso libero fino ad esaurimento posti
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ph. Maria Grazia Scarpetta
Diego Bardone www.diegobardonephotographer.com 41
La mostra in cartolina
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