3 minute read
PM incontra Christian Bonetti
Un volto conosciuto in città
MANAGER DI SHINTO PERUGIA
Advertisement
Christian Bonetti è un giovane di 33 anni con una grande passione per il food & beverage; la prima esperienza nel settore la fa in Inghilterra in un ristorante. Lavora anche in Spagna e Portogallo. La sua carriera come manager ha inizio in Franciacorta, a Brescia, nel suo paese d’origine, presso il ristorante Classico dove resta tre anni e mezzo. Qualche tempo dopo, alla ricerca di nuovi stimoli, Christian si rimette in gioco, torna in Spagna, conosce diverse persone da Roma, dove in seguito si trasferisce per andare a lavorare al ristorante Legami di Claudio Marchisio. A proporre a Christian il nuovo progetto di Shinto Perugia, è Alfredo Versetto, oggi chef di Shinto, conosciuto in Spagna. Shinto è un locale con una visione contemporanea, fusion giapponese con prodotti del territorio e una parte dedicata alla celebre pasticceria partenopea di Scaturchio. Christian, è il manager di Shinto Perugia sin dalla sua aperura, il 17 ottobre 2020. Christian, qual è il tuo ruolo a Shinto? Il mio ruolo è quello di manager di Shinto Perugia, questo significa che gestisco il locale, il personale e
l’organizzazione del lavoro e tutte le problematiche che possono eventualmente sorgere, affiancato da Livia Germini, la titolare e da un valido team di collaboratori con cui ci aiutiamo reciprocamente. Le responsabilità non mancano, ma a me piacciono, e con il tempo e l’esperienza si impara ad affrontarle al meglio. È un lavoro sicuramente impegnativo ma che mi appassiona sempre più. Nella tua carriera hai girato molto... pensi di fermarti a Shinto? Non mi dispiacerebbe. È un progetto che mi ha invogliato a venire qua e che ancora oggi mi rappresenta pienamente. Non credo di trovare altrove una situazione che mi aggrada e soddisfa come questa. Penso che Shinto sia un’azienda molto lungimirante. L’idea della proprietà, che poi va di pari passo con la mia, perché anch’io sono una persona molto intraprendente e ambiziosa, è quella di ampliarsi e creare nuovi punti Shinto in altre città e questo progetto che guarda lontano mi entusiasma e mi stimola tantissimo. Trovo, che avere avuto il coraggio di aprire in un momento così delicato, gli faccia onore. Con la pandemia è stata abbastanza dura ma ciononostante abbiamo deciso di rimanere aperti con il servizio d’asporto, cosa non semplice per un nuovo locale ma che ho trovato comunque più che giusto e a suo modo stimolante. Che cos’è per te Shinto? Per me è una scommessa, con me stesso e con la città sulla quale abbiamo cercato consapevolmente la sfida di portare un format e un prodotto che mancavano. Secondo me l’Umbria, ha un potenziale ancora parzialmente inespresso. Spero che anche locali come Shinto possano essere un pretesto per affiancare al grande patrimonio culturale e gastronomico della città, una proposta con un “taglio” più metroplitano. Concludendo… La mia esperienza sul campo dura da tredici anni ma non mi sentirò mai arrivato, infatti ho sempre pensato che ci sia sempre da imparare, questa è un po’ la mia filosofia. Nell’arco della propria vita lavorativa s’incontrano tante persone differenti e noi dobbiamo essere bravi ad apprendere da ognuna di esse, creandoci un bagaglio di esperienze che poi diventano parte del nostro percorso di crescita personale e professionale. Io guardo, assimilo, prendo tutto quello che gli altri mi danno e poi do una mia visione. Se un domani dovessi avere un mio locale sicuramente avrebbe un mix di tutte le esperienze che ho fatto. A oggi, visto le ultime vicende, è un po’ difficile fare dei progetti, ma comunque non bisogna mai smettere di guardare avanti e porsi degli obiettivi, magari creando nuovi business e sviluppando nuove idee perché, di fatto, il mondo non si ferma.