Il progetto interessa la zona ovest di Londra, precisamente l’area compresa tra i confini dei borghi di Brent, Kensington & Chelsea e Westminster, laddove si incontrano e si scontrano i binari della ferrovia, che da Paddington corrono verso la West London, diretti verso Heathrow Airport, il Grand Union Canal, il cui corso stabilisce i limiti fisici dei borghi considerati e l’Highway A40 che procede in elevato verso Hammermith. Proprio con questi tre elementi, precisamente negli spazi abbandonati sotto il viadotto, viene a misurarsi l’idea di progetto, che prevede non solo la riqualificazione urbana e paesaggistica dell’area, ma anche la progettazione di un centro sportivo, che vada ad integrarsi e a completare un sistema di attrezzature già esistenti sotto il viadotto, che parte dalla zona di Portobello a ovest, fino ad arrivare a Paddington.
La sfida sta nel dare continuità a questa zona della città di Londra, interrotta dal passaggio della ferrovia e del canale e in certi tratti abbandonata al di sotto del viadotto, promuovendo una connessione tra le parti che potenzi i percorsi ciclo-pedonali esistenti e li colleghi alle aree verdi della zona e che sfrutti i sistemi di mobilità di superficie e non presenti nell’intorno, in modo da incentivare lo spostamento sostenibile e alternativo al mezzo proprio. L’idea di un parco per lo sport nasce, invece, dalla volontà di arricchire un progetto di aggregazione fisica e sociale, già pensato dalla West Development Trust, programma del Borgo di Westminster che gestisce l’organizzazione di attività fisiche, sportive e ricreative indipendenti ed extrascolastiche della zona e dei borghi limitrofi, al fine di dare opportunità di svago ai giovani, riducendo la criminalità adolescenziale, fenomeno largamente diffuso e poco gestito nelle aree periferiche della città.
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premessa
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Londra Ovest sotto il viadotto, la città.
Lavorare in una città come Londra significa confrontarsi con una dimensione urbana tanto affascinante quanto complessa, poiché caratterizzata da spazi dall’identità mutevole: aree industriali che sorgono vicino a quartieri residenziali, parchi e giardini che si insinuano tra luoghi abbandonati e di margine, ma non solo. La città, nella sua intricata stratificazione avvenuta nel corso dei decenni, ha acquisito un controllo dello spazio su più livelli, sotto e sopra, amplificando quel senso di fitta rete che, se da una parte contribuisce ad unire parti tra loro sconnesse, dall’altra spezza il ritmo costante del tessuto. La diffusione incontrollata delle aree urbanizzate nella metropoli, ha reso ovvia la necessità di collegamenti veloci sopraelevati, strutture in grado di bypassare il tessuto urbano, sovrapponendosi ad esso e modificando la qualità del suolo sottostante. Ed è proprio questo affascinante sistema di unione delle
parti che genera nella città luoghi marginali, a diventare l’oggetto di studio del progetto. La volontà di approcciarsi ad una realtà tanto complessa e problematica, nasce dalla consapevolezza che sono proprio gli spazi come questi, aree dismesse, fabbriche abbandonate, siti industriali in disuso o più semplicemente spazi interstiziali che nascono tra i pieni della città, a nascondere un forte potenziale, in grado di completare il tessuto urbano esistente. La diffusione incontrollata delle aree urbanizzate nella metropoli, ha reso ovvia la necessità di collegamenti veloci sopraelevati, strutture in grado di bypassare il tessuto urbano, sovrapponendosi ad esso e modificando la qualità del suolo sottostante. Ed è proprio questo affascinante sistema di unione delle parti che genera nella città luoghi marginali, a diventare l’oggetto di studio del progetto. La volontà di approcciarsi ad una realtà tanto complessa e problematica, nasce dalla consapevolezza che sono proprio gli spazi come questi, aree dismesse, fabbriche abbandonate, siti industriali in disuso o più semplicemente spazi interstiziali che nascono tra i pieni della città, a nascondere un forte potenziale, in grado di completare il tessuto urbano esistente.
walking through suggestioni dal sopralluogo
Allontanandosi dal centro nevralgico di Londra e arrivando nella zona di Paddington, lungo tutto il Grand Union Canal, si respira un’atmosfera che poco rassomiglia al caos del cuore della city: i grandi centri direzionali sono limitati alla zona di Paddington Basin e all’area di Westbourne, i regolari quartieri residenziali limitrofi monopolizzano il resto del territorio, sebbene numerosi parchi siano riusciti a conquistarsi il loro spazio tra il fitto tessuto urbano, approfittando del waterfront
del canale, che rimarca il confine legittimo e fisico di due borghi ben distinti. Non meno evidente è il tratto ferroviario di Paddington che connette la città al confine ovest. Attraversando i ponti che scavalcano i binari, verso sud, si entra in una realtà differente dai quartieri più signorili che stanno al di sopra del canale sottolineando la consapevolezza che elementi fisici così dominanti riescono spesso a sviluppare forti discontinuità in un tessuto urbano apparentemente unico e compatto. Il traffico veicolare è lasciato principalmente ad Harrow Road e alla sopraelevata Westway A40, mantenendo invece più fluida la circolazione delle arterie secondarie, facilitando quindi lo spostamento ciclopedonale.
Osservando il traffico cittadino però, si è potuto constatare che non è lasciato grande spazio a percorsi alternativi alle strade carrabili e che l’unico tratto pedonale è limitato al lungo canale fino ai gasometri di Kensal Green, senza però la possibilità di evadere dal tracciato lineare. Un intervento sul potenziamento dei percorsi alternativi faciliterebbe il collegamento veloce tra diverse parti della città, “divise” dal canale e dal tratto ferroviario, in special modo tra le diverse strutture scolastiche primarie e secondarie che, si è notato essere fortemente concentrate nella zona in questione. Il motivo è da ricercarsi, probabilmente, non solo nella vicinanza ai limiti dei borghi, ma anche nella vicinanza alle strutture sportive gestite dalla Development Trust.
obiettivo fondamentale del progetto è quello di ricucire tra loro quelle parti sconnesse della città, segnate dal passaggio del canale, dei binari ferroviari e della highway.per questo si vanno a rafforzare passaggi già esistenti con ulteriori connessioni in elevato: all’interno del parco, un ponte ciclo-pedonale mette in comunicazione le strutture sportive con il resto della città a nord, mantenendo continua la passeggiata che arriva da paddington, all’esterno del parco, la passeggiata può proseguire verso portobello, scegliendo di percorrere un ulteriore ponte di collegamento che, attraversando il parco esistente si ricongiunge alla parte sud della città. così operando, si dà la possibilità alla passeggiata pedonale di mantenere un flusso continuo, senza dover affrontare i collegamenti carrabili, già parecchio congestionati dal traffico veicolare cittadino.
Il parco per lo sport favorisce lo spostamento a piedi o in bicicletta proprio per garantire al fruitore la possibilità di sfruttare al massimo ogni spazio all’interno dell’are, rimanendo coerenti con la passeggiata esistente che arriva da Paddington Basin. Si prosegue il percorso lungo il canale per poi entrare nel cuore del parco, appropriarsi degli spazi fra le strutturee ricongiungersi alla città, ritornando quindi al tracciato esistente ed allacciandosi al resto della ciittà, attraverso una riqualificazione delle vie che possa distinguere e sottolineare una passeggiata preferenziale tra le strade di Londra.
MASTERPLAN
l’edificio per l’arrampicata indoor vuole essere il landmark distintivo del parco e proprio per questo viene mantenuto indipendente e isolato rispetto al resto del disegno del progetto. una torre vetrata, fonte di luce, che lascia intravedere le pareti e i rocciatori e che permette una vista panoramica di londra, una volta scalata la vetta e raggiunto l’ultimo piano, da sfruttare come open space per esposizioni ed eventi.
allo stesso modo sono raggruppati l’edificio per il balletto e quello delle arti marziali e lo yoga. il complesso aggetta dal terrapieno e si affaccia sui binari.un vera e propria palestra che allena corpo e mente: il rigore delle discipline orientali e della danza classica si contrappone al caos cittadino che si muove all’esterno.
la palestra è l’edificio che prennuncia l’ingresso al parco per lo sport, dal lato est. la sua posizione seminterrata permette di fonderla armonicamente nell’andamento dei dislivelli del terrapieno, che sale dai binari ferroviari e confondere la struttura nel parco. in questo modo, la copertura verde si integra con il pendio di risalita, concedendo ampio respiro alla vegetazione
necessario per la gestione e l’organizzazione delle attività sportive, gli uffici dell’amministrazione trovano spazio sotto il viadotto, inclusi con il ristorante, in un unico edificio.
la piscina è l’esempio delle infinite possibilità di recupero e integrazione degli spazi vuoti sotto il viadotto. l’highway diventa vera e propria copertura dell’edificio, che mantiene comunque la sua struttura autonoma. dal lungo taglio vetrato che dà sulla piazza, lo sguardo corre sulla vasca interna e quindi oltre, aldilà dell’apertura a tutta altezza che guarda il canale.
squash e fitness costituiscono un unico complesso, servito da un blocco di reception e spogliatoi comune. mentre lo squash mantiene una struttura chiusa e monolitica, interrotta solo da un taglio di luce zenitale in tutta lunghezza, le sale di fitness si aprono sulla ferrovia. il dinamismo fremente della city, all’esterno, è scandito dal ritmo della musica.
ATTACCO A TERRA, SEZIONE LONGITUDINALE NORD, PIANTA PIANO PRIMO
DEVELOPMENT TRUST. DOVE NASCE L’IDEA.
Fondata nel 1970, questa associazione nasce con la volontà di garantire alla comunità londinese un’organizzazione no profit di attività e gestione del territorio. Un’impresa sociale, insomma , che lavora per i cittadini, con i cittadini, in grado di attirare a sé l’attenzione dei giovani, esposti altrimenti alla criminalità di strada, soprattutto nelle aree periferiche. La Development Trust, in primo luogo, ha saputo sfruttare il potenziale di quegli spazi abbandonati al di sotto della Westway, per recuperare nella zona vicina a Portobello, degli atelier da affittare a basso costo a giovani artisti ed artigiani. Un successo, di certo favorito dalla vicinanza al famoso
mercato di Portobello Road, che ha contribuito ad attivare un business di oltre due milioni di sterline, che l’impresa ha reinvestito e continua ad investire nella realizzazione e nell’autofinanziamento di tutte quelle aree sportive, presenti lungo il viadotto, da Portobello a Paddington, che garantiscono occasione di aggregazione tra le diverse realtà scolastiche, altrimenti separate. Lo spirito di comunità che governa l’associazione ha a cuore la vita dei ragazzi e questo ha portato ad una stretta collaborazione con le scuole locali, promuovendo lo sport e il fitness come collante per le attività ricreative pomeridiane. Il programma offre un’ampia scelta di attività sportive scolastiche ed extra-scolastiche, organizzate in tre principali centri, Westway Sport Centre, Portobello Green Fitness Club e Westbourne Green Sport Complex, con un bacino di utenza di circa diecimila persone a
settimana, tra studenti e non. L‘importanza che i cittadini, che usufruiscono del servizio, danno a questa iniziativa, è stato motivo di ispirazione per l’idea di progetto. Da alcune ricerche dirette e secondo il parere dei cittadini stessi, in quanto diretti interessati si è giunti alla conclusione, che l’associazione, ottenendo negli anni, sempre più consensi, necessita ora di un rinnovamento e di un ampliamento sul territorio, in modo da fornire un’adeguata risposta alla richiesta in crescita. Considerando la volontà di dare un ruolo urbano agli spazi coperti dal viadotto e che esistono aree ancora abbandonate, adibite a cantiere o deposito, si è pensato di sviluppare un progetto di riqualificazione di una di queste aree, per la realizzazione di edifici adibiti ad attività sportive da integrare a quelle esistenti, che servono la Development Trust.
FOCUS ON. L’AREA DI PROGETTO
L‘idea prevede un progetto in grado di integrarsi al massimo non solo fisicamente, tra gli spazi interstiziali al di sotto del viadotto e fra l’edificato esistente, ma soprattutto di sapersi inserire nel filo conduttore che guida n della Development Trust, promettendo in futuro un parco per lo sport, fonte di aggregazione sociale per i cittadini, una striscia di territorio che faccia da toppa e che riesca a connettere due parti di città che ancora non dialogano tra loro. La sfida sta nel superare i limiti fisici
imposti dal canale e dal tratto ferroviario, fornendo come soluzione un filo di percorsi ciclo-pedonali, che servano la città e che conducano al futuro parco. A scala più ampia, l’area di interesse include tutto il tratto lineare che dalla stazione di Paddington, grande snodo intermodale, corre lungo il Gran Union Canal, attraversando i nuovi centri direzionali di Paddington Basin, il complesso scoalstico della Westminster Academy e l’adiacente Westbourne Green Sport Complex, i piccoli parchi pubblici che si affacciano dal Waterfront, incrociando il viadotto proprio vicino ai Wesbourne Studios, e scendendo lungo la spina della sopraelevata, fino ai mercatini di Portobello, includendo tutti sistemi scolastici nelle aree limitrofe prevedendo a grandi linee un collegamento ciclo-pedonale fino a Kensal Green, immaginando una futura riqualificazione dell’area dei Gasometri in disuso. Il progetto si concentra sul nodo che unisce il
viadotto superiore al corso del canale, che si aggancia a est agli spazi sportivi di Westbourne Green Sport Complex e a ovest al parco verde che si estende lungo il canale. Il progetto parte dalla necessità che la maglia strutturale della Westway crei un disegno a terra dominante rispetto ad altre linee direttrici. La trasversalità del disegno ha assunto un ruolo assoluto nell’idea di progetto, riferendosi sia alla possibilità di integrarsi al tessuto, rompendo lo schema longitudinale, rimarcato dal corso del canale, dei binari e della Westway, sia all’idea che il lavoro potesse fungere da “cucitura” fra le due parti di città. È nato così un progetto che raggruppa alcune funzioni al di sotto del viadotto e altre che sforano, allungandosi verso i binari, costruendo tra i vuoti, un sistema di piazze di sosta e di incontro. Il disegno vuole lasciare ampio respiro anche al paesaggio, connettendosi con il parco esistente.
pianta piano interrato
IL PROGETTO. LE SCELTE COMPOSITIVE
A livello compositivo il progetto si sviluppa lungo un sistema di terrazzamenti che scendono verso i binari, quasi a voler superare il limite, ma al contempo creando un’occasione di barriera di sicurezza. Al fine di integrare le attività sportive esistenti, si prevede un campo da basket, sale per lo squash, per i corsi collettivi e di fitness, sale per le arti marziali, lo yoga e la danza classica, una piscina per corsi collettivi, un edificio per l’arrampicata e un ampio skate park integrato nel parco. Mentre il campo da basket è pensato seminterrato, integrato nei terrazzamenti e
quindi con copertura verde, gli altri edifici sorgeranno come strutture monolitiche in cls armato, che si apriranno a cannocchiale sui binari con una vetrata a tutt’altezza, quasi a volersi unire all’altra parte della città. Gli edifici che si affacciano sui binari sono in tutto quattro, e si dividono in due sistemi distinti: il primo raggruppa lo squash e il fitness, il secondo le arti marziali e la danza. Entrambi i complessi funzionano sulla base dello stesso principio: un ingresso centrale comune seminterrato, in vetro, che include accoglienza e spogliatoi, dal quale partono due sistemi di risalita per entrambi gli edifici al piano terra, dove si trovano effettivamente le aree sportive. Lo squash consta di un solo piano, mentre l’area fitness si sviluppa su due livelli coincidenti.
Anche nel gruppo arti marziali e danza, gli edifici si sviluppano su due livelli: un primo livello con sala pugilato e sala karate per l’edificio delle arti marziali e un’unica grande sala di balletto per il secondo edificio e un secondo livello per lo yoga con un cavedio a doppia altezza sulla sala karate e una scatola in vetro sopra la grande sala da ballo, adibita anch’essa ad aula esercizi. Il quinto edificio, la piscina, si sviluppa al di sotto dell’highway nel tentativo di fare del viadotto la sua stessa copertura. Anch’essa si aprirà al paesaggio con un’unica grande vetrata che affaccia direttamente sul Canale nel lato nord, lasciando entrare una luce più filtrata, così da evitare il più possibile il riflesso nell’acqua. La parte verso la piazza rimarrà chiusa al massimo, mantenendo
l’aspetto imponente del monolite. Uniche aperture saranno l’ingresso e una fessura che corre lungo la facciata, lasciando intravedere la piscina e, oltre la vetrata il canale, come soluzione di continuità degli spazi e di prospettive. Il climbing., in quanto struttura indipendente, sorgerà isolato al resto degli edifici come un’alta torre in lastre di vetro opalino, permeabile alla luce, fungendo di notte come grande faro sulla città e Landmark di riconoscimento per l’area. Gli altri due edifici che completano il progetto e che sorgono al di sotto del viadotto, sono gli uffici amministrativi e il piccolo ristorante e un edificio per il noleggio, la manutenzione delle biciclette.
IL PROGETTO. SPAZI E PAESAGGIO URBANO
Gli spazi che si snodano tra gli edifici contribuiscono a disegnare un sistema di piazze e percorsi, che partendo da Paddington arrivano fino a Portobello. Si prevedono due “ingressi” al parco per lo sport: uno, ex novo che scenda da Harrow road e un secondo esistente che costeggia il canale e che si aggancia alla parte nord della città, oltre l’acqua. Entrambe confluiscono in una prima grande piazza coperta, sotto la Westway, che guarda al ristorante e che si apre a sud sugli edifici sportivi. Il secondo grande vuoto di piazza è il
terrazzamento che si apre dalla piscina verso i binari. I vuoti giocano su un’idea di dislivelli, dettata dalla volontà di abbassarsi sull’acqua da un lato e di alzarsi sul tratto ferroviario dall’altro. Il climbing, che sorge al limite della piazza pavimentata, definisce l’inizio della parte verde. Il parco esistente è integrato con un ampio spazio, dove si colloca lo skate park, nella parte coperta dal viadotto. Lo skate park nasce con l’intento di integrarsi al paesaggio in maniera fluida, attraverso forme organiche, che richiamano il disegno dei parchi pubblici inglesi. L’area di progetto si collega alla città non solo attraverso il percorso ciclabile, ma anche attraverso un ponte pedonale che dalla piazza sotto il viadotto, oltrepassa il canale. Un secondo punto di connessione tra le parti è in prossimità dei Westbourne studios. Lì il progetto s’integra al nuovo sistema di riqualificazione urbana del tratto del viadotto di Portobello, con un ponte pedonale che parte dal parco dello skate. A livello carrabile il progetto è raggiungibile sia da Harrow road, nella parte pavimentata che arriva alla piazza, sia dalla Great Western
Road, anch’essa sopraelevata, che attraversa il canale e i binari fino a scendere alla parte sud della città. In questo modo si garantiscono gli accessi necessari per la sicurezza e la manutenzione degli edifici stessi. L‘intera rete di connessione ciclo-pedonale si riconoscerà nel paesaggio urbano per la scelta omogenea e continua dei materiali, che riqualificheranno anche tutto il sistema urbano esistente, al di sotto del viadotto a Portobello e laddove i percorsi andranno a connettere le strutture scolastiche, incluse nel masterplan. La scelta dei materiali per la pavimentazione ricade su lastre di pietra, per mantenere la coerenza con l’uso attuale di tale materiale nella città. Il parco dello skate sarà trattato in resina, nei sistemi di discesa e risalita, verrà mantenuto nell’immediato intorno un confine pavimentato, mentre il resto verrà lasciato a verde, integrando la vegetazione esistente con nuove piantumazioni. La vegetazione sarà regolare e controllata lungo tutto il parco, mentre tutta la fascia che separa i binari dai terrapieni, sarà lasciata incolta, in modo tale da rimarcare una barriera impraticabile.
schizzi di progetto
prospetto nord piscina
attacco a terra piscina