Oltre l'abito Il velo

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NOEMI SERIE IL VELO

FOTOGRAFIE DI PAOLA RIZZI


Forse, dico forse, anche la piu' reticente al matrimonio, almeno una volta nella vita ha immaginato il suo abito da sposa. Corto , lungo, sensuale, romantico abiti per ogni personalità vengono desiderati, acquistati e usati al massimo per 15 ore quando stiamo parlando di matrimoni lunghi. Nel tempo, osservando le tante spose, che ho avuto modo di avere come clienti ho sempre pensato che dentro a quell'abito sono tutte meravigliose e non si tratta solo di bellezza ma di personalità che attraverso l'abito piu' importante della loro vita prende forza. Ho deciso cosi' di creare un progetto tutto al femminile "oltre l'abito" per far rinascere in una situazione che mi invento ogni questi splendidi vestiti. L'abito viene cosi' decontestaulizzato da situazioni formali e istituzionali ed emerge la persona con la sua forza espressiva. Oltre l'abito è di piu' di un mio progetto fotografico è un momento per voi. La storia di Noemi, protagonista di questo servizio che dividero' in puntate, è molto bella. Noemi è una giovane adolescente con la passione per le scarpe con il tacco, da li' a desiderare anche l'abito da sposa della mamma passa poco, ed è cosi' che è entrata nel mio progetto indossando l'abito che fu della mamma Luana. Penso sia stata un'emozione per entrambe, per me lo è sempre rivedere i vostri abiti, in fin dei conti come fotografa ho il privilegio di vedervelo indossato per prima, seguo i momenti in cui l'abito vi viene allacciato, le costre espressioni cambiano, sono i momenti in cui le emozioni escono e senza rischiare di sembrare presuntuosa posso dire cheproprio nei momenti della preparazione nascono gli scatti piu' belli.










Schopenhauer utilizza l’immagine del velo di Maya per spiegare come l’esistenza umana consista nel vivere nell’illusione, riprendendo così la differenza fra la cosa per come appare” e “la cosa in sé” Quest’ultima è infatti l’esperienza primaria con cui possiamo percepirci sia dall’esterno come rappresentazione sia dall’interno come “vissuto diretto”, come corpo. Non siamo solo conoscenza, altrimenti non potremmo uscire dal mondo fenomenico che ci rispecchia e si presta a noi come rappresentazione esteriore della nostra coscienza. Attraverso il corpo, quindi, penetriamo nella nostra esperienza e ne percepiamo la reale essenza: è la volontà di vivere, questa forza creativa e impersonale che è in realtà alla base di tutte le cose.


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