Schopenhauer utilizza l’immagine del velo di Maya per spiegare come l’esistenza umana consista nel vivere nell’illusione, riprendendo così la differenza fra la cosa per come appare” e “la cosa in sé”
Quest’ultima è infatti l’esperienza primaria con cui possiamo percepirci sia dall’esterno come rappresentazione sia dall’interno come “vissuto diretto”, come corpo. Non siamo solo conoscenza, altrimenti non potremmo uscire dal mondo fenomenico che ci rispecchia e si presta a noi come rappresentazione esteriore della nostra coscienza.
Attraverso il corpo, quindi, penetriamo nella nostra esperienza e ne percepiamo la reale essenza: è la volontà di vivere, questa forza creativa e impersonale che è in realtà alla base di tutte le cose.