BAUHAUS CAMPUS WEIMAR ESTENSIONE DELL’AREA NORD DEL CAMPUS DEL BAUHAUS DI WEIMAR
Giovanni Saputo Donato Santoli
Università Degli Studi Di Napoli “Federico II” Magistrale in Progettazione Architettonica
BAUHAUS UNIVERSITAT WEIMAR
ESTENSIONE DELL’AREA NORD DEL CAMPUS DEL BAUHAUS DI WEIMAR
Tesi di Laurea presentata alla seduta del giorno 19 Dicembre 2017 presso l’Università Degli Studi Di Napoli “Federico II”
Autori Giovanni Saputo Donato Santoli Relatore Giovanni Multari Correlatore Karl-Heinz Schmitz
Università Degli Studi Di Napoli “Federico II” Magistrale in Progettazione Architettonica
ai nostri cari
INTRODUZIONE
L’Architettura è “permanenza” di un’idea che si innesta nei complessi processi di modificazione dell’ambiente urbano: non innova ad ogni costo ma prolunga
qualcosa che già c’è, preservando così, una trasfromazione ormai avvenuta e riconoscibile della città. Questa idea di “resistenza” è una presa di posizione
inequivocabile nei confronti della storia che consente all’Architettura di supportare la vita nel suo divenire e di instaurare con il tempo un rapporto privilegiato.
Il processo di conoscenza innescato dal progetto di
Architrettura è una costruzione collettiva e cumulativa che determina i limiti e le invarianti del cambianto entro quali descrivere le strategie di modificazione di
un constesto stratificato e storicizzato. Tale contesto, l’area del Campus del Bauhaus di Weimar, si confi-
gura quale luogo esemplare in cui sperimentare una
innovata azione progettuale che agisca sulla dimensione del nuovo in continuità con la preesistenza.
1 Esperienze dell’architettura. Corvino + Multari. Ediz. italiana e inglese: LIST Editore, 2017
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INDICE
Breve Storia di Weimar - 11 -
Lo Sviluppo Del Campus - 21 -
Design Task - 33 -
Inquadramento Territoriale - 35 -
Concept - 40 -
Progetto - 43 -
Bibliografia - 58 -
J. F. R. Steiner, Templar House, Weimar, 1786 – 1787
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BREVE STORIA DI WEIMAR
La città di Weimar si trova nel centro geografico della Germania e insieme a Erfurt e Jena a ovest e a est; costituiscono l’area metropolitana dello stato fede-
rale della Turingia. Con una popolazione di 65.000 abitanti, Weimar ha il minor numero di abitanti di queste tre città, ma è ancora in primo piano a causa del-
la sua vasta eredità culturale e del suo importante ruolo nella storia tedesca.
La città fu un punto focale per l’illuminismo tedesco e sede dei protago-
nisti del classicismo di Weimar; gli scrittori Johann Wolfgang von Goethe e Friedrich Schiller. Famosi compositori come Franz Liszt vissero e lavorarono qui nel XIX secolo, ricevendo riconoscimenti in tutto il mondo. All’inizio del XX secolo la fusione di artisti e architetti d’avanguardia come
Henry van de Velde, Wassily Kandinsky, Paul Klee, Lyonel Feininger e Walter Gropius ha portato alla fondazione del Bauhaus; la più importante scuola di design tedesca e un significativo movimento del periodo tra le due guerre. La storia politica di Weimar nel XX secolo era incoerente: da un lato era la prima
costituzione democratica della Germania che fu fondata dopo la prima guerra mondiale, con la conseguente omonima Repubblica di Weimar (1918-1933). D’altra
parte la città divenne il primo posto in Germania dove il NSDAP conquistò il potere politico e da allora fu fortemente mitizzato nella propaganda nazionalsocialista.
Tutte queste diverse epoche storiche possono ancora essere riconosciute nel patrimonio architettonico della città. Oggi molti luoghi nel centro della città sono stati designati come siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Lo sviluppo della città si ha a ridosso del fiume Ilm, il quale ha manife-
stato la sua importanza da sempre sia da un punto di vista economico per gli scambi commerciali sia da un punto di vista architettonico/urbano in quanto ha definito la forma radiale della propria espansione.
E’ possibile oggi definire i layers che hanno disegnato questa espansione, un primo impianto medievale scandito da una composizione urba-
na dinamica e disordinata, la quale era impegnata a garantire una funzione di difesa e di tracciabilità del confine politico e amministrativo.
Una seconda sovrapposizione che cresce oltre le vecchie mura medievali e si
espande fino al XIX secolo, dove è possibile leggere la volontà di esprimere principi di ordine, disposizione e distribuzione. In fine la terza grande espansione a nord-ovest della città dettata dalla risposta alle esigenze demografiche che han-
no visto la costruzione dei complessi di social housing alla fine degli anni 90.
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Ilm Park 13
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1569
Mappa di Weimar 1569 15
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1855
Mappa di Weimar 1855 17
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Social Housing a Weimar Ovest 2011 19
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LO SVILUPPO DEL CAMPUS
Il Bauhaus fu fondato a Weimar nel 1919 da Walter Gropius e ottenne una fama mondiale per i suoi principi progettuali, per la conoscenza artistica e architettonica e per la per l’affemazione socio-utopistica. Tuttavia, la Scuola Statale Bauhaus
di Weimar segna soltanto un periodo di sei anni nella storia della scuola, che risale dal 1860 ad oggi. La storia della scuola di Weimar è segnata da numerose
intrerruzioni, storia, politica e cambi economici. Ma comunque nonostante i suoi frammenti storici, la sua durata rappresenta una continuità del Bauhaus di oggi. L’Universtià
Bauhaus
di
Weimar
ha
quattro
facoltà:
Architettu-
ra e Urbanistica, Ingegneria Civile, Arte e Design e Media e per questo ha un vantaggio distintivo di avere una gamma di quasi 40 corsi che
sono unici in Germania. L’intera univesità oggi ha più di 4000 iscritti. A causa della convinzione di Humboldt che ci dovrebbe essere unità tra la ricerca universitaria e l’insegnamento, il Bauhaus ha inaugurato quat-
tro punti focali di ricerca e quattro aree di progettazione e arte, in aggiunta alle sue facoltà tradizionali. I punti focalis di ricerca sono: ricerca tecnolo-
gica culturale e scientifica, ingegneria digitale, ricerca urbana, spaziale e delle infrastrutture e materiali e costruzioni. Nei corsi di art-design vi è una particolare attenzione è data ai film, alle immagini in movimento, all’arte nel dominio pubblico, al design del prodotto e all’educazione architettonica.
Il Campus Del Bauhaus si è sviluppato costantemente sin dalla sua na-
scita nel 1860, con la diffusione di diversi edifici sparsi in tutta la città di Weimar. Il Campus della Facoltà di Architettura e Urbanistica si tro-
va intorno l’edificio principale, progettato da henry Van De Velde nel 1911.2 August Rodin, Eva, 1881
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Aber wir sind! Wir wollen! Und wir scha en!: von der Großherzoglichen Kunstschule zur Bau haus-Universität Weimar; 1860 - 2010 / (Hrsg.) Frank Simon-Ritz; Klaus-Jürgen Winkler; Gerd Zimmermann; Weimar : Verl. der Bauhaus-Univ., 2010
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Weimar 1860
Weimar 1990
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Weimar 1915
Weimar 1996
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1902 - 1915 Il campus sotto l’influenza di Henry Van De Velde Nell’Ottobre del 1960 il Gran Duca Carlo Alessandro fondò una scuola di arte privata riconquistare l’avanzamento dell’educazione artistica e musicale dopo
che l’età intellettuale d’oro a Weimar era giunta alla fine. La Scuola Di Weimar divenne una delle scuole d’arte pioniere della Germania del XIX secolo. Sin da quando la scuola fu fondata ci fu il tentativo di connettere le arti con il
commercio e l’industria. Henry Van De Velde, designer e riformatore belga di fama internazionale, fu nominato nel 1902 per collaborare a questa fusione. Egli
organizzò un seminario di arte, che ebbe molto successo nel 1908 alla Scuola Di Arti e Artigianato del Graducato, che lui diresse fino alla sua chiusura nel 1915.
Nel 1902 Van De Velde fu commissionato per progettare un nuovo edificio per la scuola di arte in sostituzione all’edificio temporaneo della Scuola Di Arte Ducale. Nel 1905 e 1906 la Scuola Di Arte e Artigianato si sviluppò in accordo con i piani
di Van De Velde, che oggi ospita la Facoltà Di Arte e Design. Successivamente a Van De Velde fu anche commissionato il progetto per il nuovo edificio del College
Delle Belle Arti. L’edificio con la sua iconica scalinata fu completato nel 1911. Oggi è l’edificio principale dell’Università Bauhaus di Weimar e ospita la Facoltà Di Architettura e Urbanistica così come il Dipartimento Di Belle Arti. Questi edifici oggi
creano un iconico complesso architettonico sul margine orientale del Ilm Park.3
3 https://www.uni-weimar.de/en/university/pro le/portrait/history/
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H.v.d. Velde, Porta di ingresso dell’archivio Nietzsche, 1903
1919 - 1924 L’avanguardia europea a Weimar: La scuola statale Bauhaus Dal de
1919
vennero
la
usati
raccolta per
la
di
scuola
edifici
statale
di
Van
Bauhaus
De
di
Vel-
Weimar.
Walter Gropius fondò il Bauhaus a Weimar il primo Aprile 1919. Fino alla di Marzo 1925 quando la scuola venne chiusa, il Bauhaus divenne un importante
luogo di incontro per l’avanguardia europea. La politica di assunzione di Gropius era rinomata per la sua internazionalizzazione, cosmopolita e di diversità artistica. Tra i più abili artisti nominati da Gropius come insegnanti del Bauhaus
di Weimar vi erano Gerhard Marcks, Wassily Kandinsky e Lászlo Moholy-Nagy.
Nel suo manifesto e nel suo programma per la statale Bauhaus di Weimar, Walter Gropius invocò l’inizio di una nuova concezione di edifici con elementi considerati visionari per quel tempo. L’Arte avrebbe dovuto ancora una
volta un ruolo sociale e non ci sarebbe dovuta essere più divisione tra l’arte e le discipline dell’artigianato. Invece di una teoria accademica, il Bauhaus
fece affidamento su concetto educativo differente, basato su metodi crea-
tivi e focalizzato allo sviluppo individuale dei talenti artistici degli studenti. Oskar Schlemmer, Bauhaus Logo, 1922
Nel 1923 il Bauhaus di Weimar fu la testimonianza di un cambio di orientamento decisivo, intrapreso da Walter Gropius. Questi avanzamenti divennero necessari attraverso il confronto con il Costruttivismo e l’esigenza di
un mondo orientato verso la tecnologia. A dirigere questi sviluppi c’era Theo Van Doesburg, un artista e propagandista olandese del gruppo De Stijl. Nel 1923 il Bauhaus organizzò un’esibizione industriale. Fu la prima mostra più
rilevante organizzata dal Bauhaus riguardo il Bauhaus che servì a mostrare que-
sto nuova direttiva pubblicamente. Per questo scopo fu progettata “Haus am Horn” e realizzata stesso da uno studente del Bauhaus, Georg Muche. Que-
sto edificio sperimentale fu il frutto del contributo di diversi workshop universitari e fu infatti il primo ed unico edificio costruito dal Bauhaus come università.
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4 Bauhaus : 1919 - 1933: Bauhaus-Archiv. Magdalena Droste. Köln : Taschen, 1991
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1945 – 1990 The Hochschule für Architektur und Bauwesen (HAB) Nell’Ottobre del 1960 il Gran Duca Carlo Alessandro fondò una scuola di arte privata riconquistare l’avanzamento dell’educazione artistica e musicale dopo
che l’età intellettuale d’oro a Weimar era giunta alla fine. La Scuola Di Weimar divenne una delle scuole d’arte pioniere della Germania del XIX secolo. Sin da quando la scuola fu fondata ci fu il tentativo di connettere le arti con il
commercio e l’industria. Henry Van De Velde, designer e riformatore belga di fama internazionale, fu nominato nel 1902 per collaborare a questa fusione. Egli
organizzò un seminario di arte, che ebbe molto successo nel 1908 alla Scuola Di Arti e Artigianato del Graducato, che lui diresse fino alla sua chiusura nel 1915.
Nel 1902 Van De Velde fu commissionato per progettare un nuovo edificio per la scuola di arte in sostituzione all’edificio temporaneo della Scuola Di Arte Ducale. Nel 1905 e 1906 la Scuola Di Arte e Artigianato si sviluppò in accordo con i piani
di Van De Velde, che oggi ospita la Facoltà Di Arte e Design. Successivamente a Van De Velde fu anche commissionato il progetto per il nuovo edificio del College
Delle Belle Arti. L’edificio con la sua iconica scalinata fu completato nel 1911. Oggi è l’edificio principale dell’Università Bauhaus di Weimar e ospita la Facoltà Di Architettura e Urbanistica così come il Dipartimento Di Belle Arti. Questi edifici oggi
creano un iconico complesso architettonico sul margine orientale del Ilm Park.5 Mensa Am Park, Weimar, 1979 - 1982
5 https://www.uni-weimar.de/en/university/pro le/portrait/history/
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1990 - Oggi La ricostruzione del Campus dopo l’inversione di marcia politica Con il tumulto politico dopo la riunificazione tra l’Est e Ovest della Germania, il
processo di ristrutturazione della scuola iniziò con lo scopo di renderla un’univer-
sità più cosmopolita. La facoltà di Arte e Design fu inaugurata nell’inverno del semestre invernale 1993/94, con una vasta gamma di corsi offerti: dalle belle arti al
design, comunicazione visiva, architettura e pianificazione urbana, ingegneria civile e informatica - la scuola divenne l’università di “Costruzione e Progettazione”.
Due anni dopo fu fondata la Facoltà di Media. Divenne indispensabile cambiare il nome dell’università per accordarsi al nuovo profilo moderno, che adesso guarda al
futuro, e quindi divenne “Bauhaus Universität Weimar” nel 1996. Gli edifici come le due biblioteche lungo Steubenstraße, il Limona (1994) e la Biblioteca Universitaria
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(2005) furono concepite e costruite per far sfociare il Bauhaus un passo verso il futuro.
AV1 Architekten, Estensione del Campus, 2011
Ci fu un significativo aumento del numero di studenti nel 1990, che indusse
alla pianificazione di un’espansione del campus. Il giovane e sconosciuto studio AV1 vinse il concorso aperto di progettazione tra più di 200 contributi nel
1996. La loro proposta vincente includeva 13 edifici individuali, liberamente ri-
partiti nel giardino a sud dell’edificio di Van De Velde. Nel 2011 due dei tredici edifici furono completati. Questi nuovi spazi servono da laboratori per la
lavorazione del legno, sala computer e grandi spazi studio per studenti. Questo sviluppo ha spostato l’epicentro del campus di architettura nella piazza
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compresa tra le spalle dell’edificio principale e i nuovi così chiamati “Cubi”. Lo sviluppo del campus dopo il 2001 non ha seguito interamente le linee guida del ma-
sterplan del progetto vincitore, solo due edifici su tredici concepiti vennero realizzati e i nuovi edifici fatti successivamente sono una scarsa interpretazione del lavoro diAV1. Nel 1996 i due edifici di Van De Verde sono stati nominati patrimonio mondiale dell’UNESCO e sono stati restaurati tra il 2008 e il 2010. Oggi restano ancora gli edifici
principali della Facoltà di Architettura e Urbanistica e della Facoltà di Arte e Design.8
6 Aber wir sind! Wir wollen! Und wir scha en!: von der Großherzoglichen Kunstschule zur Bau haus-Universität Weimar; 1860 - 2010 / (Hrsg.) Frank Simon-Ritz; Klaus-Jürgen Winkler; Gerd Zimmermann; Weimar : Verl. der Bauhaus-Univ., 2010 7 http://www.av1architekten.de/ 8 Aber wir sind! Wir wollen! Und wir scha en!: von der Großherzoglichen Kunstschule zur Bau haus-Universität Weimar; 1860 - 2010 / (Hrsg.) Frank Simon-Ritz; Klaus-Jürgen Winkler; Gerd Zimmermann; Weimar : Verl. der Bauhaus-Univ., 2010
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Henry va de Velde L’influenza sulla città e il campus Herny van de Velde (Anversa 1863 - Zurigo 1957) studiò prima pittura all’Accademia Reale di Belle Arti di Anversa prima di deviare verso l’Architettura all’età di 32
anni, quando progettò la sua casa. Il suo sviluppo dalle Belle Arti alle Arti Applicate e successivamente dalla Progettazione degli Interni all’Architettura non era insolito per quel tempo dove non esisteva un’educazione regolare per gli architetti. All’inizio del secolo, va de Velde iniziò a rivoluzionare i “dogmi dell’architettura”
con i suoi progetti e pubblicazioni, che lui produceva con grande entusiasmo. In
Germania, specialmente durante il suo periodo a Weimar, egli divenne l’acclamato architetto internazionale che conosciamo oggi. Ad ogni modo durante il suo periodo in Olanda dopo la Prima Guerra Mondiale, il primo pioniere dell’architettura
moderna quasi svanì nell’oblio. Al suo ritorno in Belgio, egli progettò edifici che, se-
condo lui, aprirono in conformità con il prevalente International Style. I lavori suc-
cessivi di van de Velde sono un contributo significativo all’architettura moderna. 9 Henry Van De Velde, 1908
9 Der Architekt Henry van de Velde 1863 - 1957: Norbert Korrek. - Weimar : Verl. der Bau- haus-Univ., 2013
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Intorno il 1900, Henry van de Velde era tra i pionieri del modernismo più influenti
in Germania. A fianco di Richard Riemerschmid, Hans Poelzig e Peter Behrens, era uno dei riformatori che voleva anche resuscitare l’architettura e dare ad essa un nuovo significato. Sostenitore della rinuncia all’inganno della decorazione,
van de Velde sviluppò uno stile proveniente dalla bellezza dall’ingegneria archi-
tettonica, che stava diventando di tendenza. Fu proprio in questo periodo che l’influente mecenate e collezionista d’arte Harry Graf Kessler organizzarono un
incontro con il Duca e convinsero Henry van de Velde ad andare a Weimar. Subito dopo, van de Velde divenne il principale consulente d’arte di corte e venne
commissionato di cercare un nuova scuola di arti applicate sperimentale con lo scopo di unificare tutte le discipline dell’arte, inclusa l’architettura.
Henry Van De Velde, Palais Durckheim, 1912
Senza dubbio il periodo di Weimar fino all’esplosione della Prima Guerra Mon-
diale fu il periodo più di successo della vita di van de Velde. Lavorando nel suo atelier di Weimar e alla Scuola Decorativa delle Arti, van de Velde sviluppò piena competenza e riconoscimento in architettura.
Sebbene la sua produzione architettonica consisteva principalmente in commissioni private di committenti facoltosi, c’era anche un numero di commissioni pubbliche che divennero una vetta della sua prima carriera. Egli influenzò molto la
percezione del ruolo di Weimar come catalizzatore di cultura e arte, così come il concetto di Arti Applicate in Europa. A Weimar, Henry van de Velde
produsse più di 60 progetti di architettura. Il suo impatto sulla città non può essere sottovalutato.
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Henry va de Velde Edifici a Weimar Nietzsche Archive
Pochi anni dopo la sua fondazione nel 1894 a Norimberga, l’Archivio Nietzsche trovò il suo sito permanente a Weimar.
Era il primo corpo amministrativo dedicato proprio all’archiviazione e alla documentazione della vita e delle opere del filosofo Friedrich Nietzsche.
Elisabeth Förster-Nietzsche, la sorella del filisofo, comprò la Villa, così chiamata “Vista D’Argento”, nel 1902 e commissionò van de Velde per la sua ristrutturazio-
ne. Egli progettò gli interni del piano terra e aggiunse un nuovo ingresso all’edificio. Il 15 Ottobre 1903 ne fu celebrato il. completamento.
La villa sopravvisse alla Seconda Guerra Mondiale e fu fatta una manutenzione
da parte della Repubblica Democratica Tedesca. Tra il 1978 e il 1983 l’edificio
fu ristrutturato. Nel 1991 la casa, con i suoi interni Art Nouveau, venne aperta al pubblico.
Henry Van De Velde, Archivio Nietzsche, 1902-1903
Haus Hohe Poppeln
La “Casa degli Alti Pioppi” è un edificio residenziale progettato e realizzato da Henry van de Velde tra il 1906 e il 1907 per la sua famiglia. La Casa si trova al sud di Weimar. L’area limitrofa era piena di alberi comuni diede il nome alla residenza.
All’ingresso dell’edificio, egli progettò una rotonda specificamente per l’accesso
delle carrozze. Una piattaforma ad L nella parte terminale a nord della casa, gui-
dano verso l’entrata. Il portico è alleggerito da una finestra tripartita, che può essere alzata per ricevere lettere e bollette. Seguendo il porticato, un piccolo
corridoio guida verso il salone dove le scale portano alle stanze private poste al piano superiore. Attraversando una grande apertura difronte le scale, si va verso
una sala per le riunioni di famiglia, una stanza per la musica e un boudoir. Era
lo spazio dove c’era la scrivania di Maria van de Velde. Oltre queste funzioni, il salone era usato come posto for letture private, conferenze o serate musicale. Una porta scorrevole apre verso lo studio privato di van de Velde, che è anche
accessibile da un corridoio con una piccola porta. Nel retro della casa, con una pianta simile a quella di una barca, la grande sala da pranzo è circondata da un balcone a U. La cucina si trova nel piano inferiore.
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Henry Van De Velde, Haus Hohe Pappeln, 1907
Edificio ad angolo della Scuola di Arti Decorative
L’edificio-officina ad L per la Scuola di Arti Decorative fu il primo edificio pubblico
di van de Velde realizzato a Weimar. Esso includeva una scuola di scultura e una fonderia, così come gli spazi dei propri atelier. La straordinaria caratteristica
è il frontone della facciata che ricorda la forma del ferro di cavallo. Altri elementi
notevoli sono le scale e il vestibolo, includendo il rifacimento di un dipinto di Oskar Schlemmer.
Oggi l’edificio ospita la Facoltà di Arte e Design del Bauhaus.
Henry Van De Velde, Kunstgewerbeschule, 1909
Scuola D’Arte del Gran Ducato
Tra il 1904 e il 1911, van de Velde costruì una struttura in mattoni di due piani
con un effettivo spazio mansardato, al posto di un vecchio edificio del 1860. L’ala
laterale ospita una grande sala con un lucernaio. La rappresentative facciata a nord è divisa da pilastri massicci. Offre atelier con grandi vetrate e lucernai che
seguono l’andamento della copertura, una caratteristica mai realizzata in Ger-
mania. Una delle immagini più viste dell’edificio è la scalinata “a colpo di frusta” nel vestibolo con la Eva di Rodin posta al piano terra. Oggi l’edificio ospita la Facoltà di Architettura e l’Ufficio di Presidenza dell’Università del Bauhaus.
Henry Van De Velde, Scuola D’Arte del Gran Ducato, 1913
Palazzo Dürckheim
Nel 1912 Friedrich Earl commissionò van de Velde di costruire una residenza
rappresentativa finanziata dall’eredità della moglie defunta di Earl, un rinomata amante dell’arte.
La costruzione dell’edificio di tre piani fu completata nella primavera del 1913.
Venne usato come un salone aperto fino al 1928, dove si incontravano le perso-
ne di spicco e gli artisti. Nel 1928 fu acquistata dalla Regione Turingia e usata
per scopi amministrativi. Nel 1935 venne aggiunta una parte annessa al fronte meridionale e nel 1938 un’altra sul lato occidentale, causando delle modifice al progetto di van de Velde. Oggi è usata per il programma di ricerca IKKM della Facoltà di Media.
Henry Van De Velde, Palazzo Dürckheim, 1912-1913
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DESIGN TASK
Negli ultimi due decenni trascorsi il Campus dell’Università Bau-
haus di Weimar si è espansa inizialmente verso sud, seguendo
pressappoco il concept del progetto di un concorso vinto dagli architetti tedeschi AV1 nel 1996. L’incarico del progetto si occuperà invece con la situazione a nord degli edifici principali di Van De Velde. Questi due edifici sono, ad oggi, il contributo principale all’i-
dentià dell’intera università. Gli edifici adiacenti come la caffetteria degli studenti M18, gli uffici del Campus e i laboratori non sono
all’altezza degli edifici originali del masterplan di Van De Velde percui questo punto resta ancora una caratteristica insoddisfacente per
il Campus. L’area di progetto si estende da Amalienstrasse verso
ovest. Anche qui, l’identità e la posizione del campus universita-
rio resta di gran lunga al di sotto del suo potenziale architettonico. Ivi giace la sfida per un nuovo progetto: stabilire un adegua-
to vicinato per gli edifici di Van De Velde, nonchè un respon-
so architettonico tra Amalienstrasse e Poseckscher Garten. Sarà necessario riprogettare diverse istituzioni, tra cui gli uffici del
Campus. l’edificio amministrativo e i laboratori che appartengono al Dipartimento di Design del Prodotto, i quali sono già collocati
nell’area all’interno di edifici temporanei da sostituire. Uno dei principali interessi è quello di progettare gli spazi espotivi temporanei e permanenti per l’Università, nonchè l’ “Archiv Der Modern”, un
archivio che conserva tutto quello che appartiene alla storia ar-
chitettonica dell’Università. Al momento questo archivio è posizio-
nato a Belvederer Allee, patisce di un’acuta mancanza di spazio. A
parte
concepitre
un’eccezionale
soluzione
architettonica
per le funzioni menzionate nel programma, il progetto dovreb-
be essere un adeguato responso al significante valore storico
dell’area e dovrebbe migliorare lo spazio urbano del Campus.
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INQUADRAMENTO
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Ridisegno dell’area di progetto 36
Ortofoto con inquadramento dell’area in esame 37
Masterplan 1:500 38
Tipologico 1:500 39
ITER PROGETTUALE L’analisi dell’area oggetto di ricerca e il ridisegno della stessa, si sono
La superficie del lotto, che conta circa 12345 mq, è delimitata dal
caratteristiche morfologiche e formali degli edifici e del contesto in cui si
d’intervento con i due adiacenti polmoni verdi (Ilm Park e Pose-
rivelati - come sempre - strumenti fondamentali per indagare a pieno le
attestano. Altezze, volumetrie, rapporti tra pieni e vuoti e relazioni con gli
assi viari, hanno fornito informazioni determinanti allo sviluppo del tema. In particolare, considerando l’isolato in cui è posizionato il lotto interessato, privo del tipico impianto regolare di gusto ippodameo, s’intuisce
subito l’appartenenza ad un brano di città a margine nel nucleo medievale. (1) La conformazione trapezoidale dello stesso, si articola lungo
due arterie principali: Amalienstraße e Marienstraße che daWielandplatz. si aprono in direzione sud verso la città. (2) La fascia di edifici, principalmente di tipo residenziale tra i tre e quattro piani (3), separa la parte più urbanizzata dalla zona meno densificata, in cui si trovano numerose
aree verdi, attrezzature e parcheggi di pertinenza agli alloggi stessi. (4) In quest’area, confinante con quella appena descritta, trovano sede dal 1905, i due iconici edifici del Bauhaus progettati da H. Van De Velde,
in sostituzione al vecchio edificio della Scuola D’Arte del Gran Ducato.
L’impianto sviluppato del belga prevedeva l’inserimento, in maniera tra-
sversale, di due manufatti disposti intorno ad una piazza di forma rettangolare. (5). In seguito, nel 2005, sono stati aggiunti i locali temporanei a supporto della facoltà di Disegno Industriale. Pochi anni dopo, nel 2009, gli esiti del concorso indetto per l’espansione della zona sud del Cam-
pus, vinto dallo studio AV1, prevedeva la realizzazione di alcuni padiglioni all’interno di un’area verde (6). Il nuovo assetto del Campus, modi-
ficato dall’inserimento dei neonati padiglioni, oltre a ridisegnare l’aspetto
dell’area, ha spostato il fulcro delle interazioni tra gli studenti, dalla Piazza Principale a quella venutasi a formare alle spalle degli edifici stessi. (8)
Archiviata la fase conoscitiva, la nostra ricerca si è concentrata principalmente sull’area a nord, in cui si è prevista la sostituzione degli edifici provvisori destinati al dipartimento di Disegno Industriale -, la realizzazione del museo per gli studenti, nonché la sede dell’Archivio del Moderno
che costudisce ogni progetto concepito sin dalla nascita del Bauhaus (9).
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colore rosso. (10). Per prima cosa si è scelto di connettere l’area
scher Garten), aprendo il Campus alla città grazie al nuovo ingresso
su Amalienstraße. (11). Coerentemente con quanto già presente, specie per quanto già accaduto a sud, si è scelto di posizionare alcuni padiglioni strettamente connessi alle aree verdi limitrofe. Il carattere dei padiglioni, analogamente a quanto fatto da Van de Velde, è umile e rispettoso delle preesistenze, non s’impone in altezza sovrastando il complesso ma si denuncia grazie al deciso
attacco a terra. Il primo corpo segue l’orientamento della cortina di edifici sul fronte strada (12). Il secondo, invece, prende la giacitura parallela ad esso, ed è della stessa dimensione dell’edificio del maestro VdV (13). Il terzo fabbricato chiude l’area, stabilendo
perfetta corrispondenza tra l’ingresso originario - previsto da VdV - e l’asse lungo cui si distribuiscono i padiglioni. (14). Infine l’ulti-
mo edificio, che funge da quinta, cinge l’intero lotto includendo la piazza principale. (15). L’organigramma funzionale prevede, nel-
la zona prospiciente Amalienstraße, i locali amministrativi, in opposizione rispetto alla zona originaria - prevista dal masterplan di
VdV - sono posizionati gli ateliers, le sale espositive e l’ingresso del museo. (16). La scelta di prevedere il museo in questa parte del campus, tenta di ristabilire la centralità dello stesso rispetto alla
piazza principale che, come si è detto, rappresentava l’epicentro
delle attività dell’intero complesso. Differentemente da quanto si è solito fare, si è optato per la caratterizzazione del prospetto poste-
riore dell’edificio ad L - sede dei laboratori - trattato come fronte principale (17). In definitiva, la continua compressione e decom-
pressione dello spazio, generata dall’alternanza tra pieni e vuoti - padiglioni e aree verdi – restituisce nuovi sistemi d’interazione soprattutto tra gli spazi aperti (piazze), gli accessi (ingressi) e
le vie di comunicazione carrabili-pedonali (Amalienstraße). (18)
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Assonometria Isometrica 42
IL PROGETTO
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Pianta Piano Terra 44
Vista Dell’Ingresso Del Museo dalla Piazza Principale 45
Dettaglio costruttivo del museo 46
Vista Interna delle sale espositive 47
Pianta +1 48
Vista della nuova corte 49
Dettaglio costruttivo degli atelier 50
atelier aperti
atelier chiusi
Vista interna degli atelier 51
Pianta +2 52
Sezione e Prospetto del Museo 53
Pianta -1 54
Vista del Patio 55
Sezione degli Atelier e Prospetto su Amalienstrasse 56
Vista degli Uffici da Amalienstrasse 57
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