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Estratto Di China

Ho partecipato alla scuola di galenica e nella lezione di fitoterapia veniva proposto un elixir alla china. Volevo sapere se, per vendere alcolici in farmacia, è necessaria una autorizzazione particolare?

E in che quantità si possono tenere già pronti?

La formulazione proposta si può approntare come preparato a base di piante e derivati. L’estratto di China utilizzato (e gli altri eventuali estratti o componenti vegetali) devono essere ricompresi nella lista delle piante ammesse negli integratori alimentari che è attualmente disciplinata dal decreto ministeriale 10 agosto 2018 (Lista di riferimento :Decreto direttoriale prot. 33391 del 1 agosto 2022, l’allegato 1). Si ricorda altresì che gli estratti di China sono controindicati in gravidanza in quanto possono provocare contrazioni uterine. Non trattandosi di un liquore ma di un prodotto a base di estratti o componenti vegetali (tra l’altro presente come monografia nella Farmacopea Ufficiale Italiana Ed. VII ma non più riportata nella Edizione XII) può essere allestito in analogia con i preparati officinali per un quantitativo massimo di 3000 gr. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

Soluzione Per Le Chiazze Del Cuoio Capelluto

Mi hanno richiesto una preparazione per il cuoio capelluto contenente beta naftolo

4g; acido salicilico 3g; cloruro d’ammonio 3g; alcool a 75 gradi q.b. A 100ml. Potreste darmi dei suggerimenti pratici per l’allestimento?

Si calcola la quantità teorica di di alcool etilico a 96 gradi e di acqua depurata necessaria per l’allestimento. In una quantità di alcool a 96° inferiore del 5% (rispetto a quella teorica calcolata) si sciolgono Beta Naftolo e Acido Salicilico. Nella quantità di acqua inferiore del 5% (rispetto a quella teorica calcolata).

Si scioglie l’ammonio cloruro. Si uniscono le 2 soluzioni e si porta a volume con alcool etilico a 75°. Confezionare in flacone contagocce con vetro scuro. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

Additivo Alimentare

Volevo delucidazioni su come comportarsi nella richiesta di acquisto da parte di un cliente di un additivo per uso alimentare. Come bisogna calcolare il costo della sostanza? Oltre al costo dell’Iva qual è la percentuale di guadagno che spetta alla farmacia?

Come riportato nella Circolare FOFI n. 6489 Prot.n. 2004/0008706/A.G. è consentita la vendita di un additivo alimentare da parte della farmacia alla clientela della stessa. Di seguito si riporta uno stralcio della stessa Circolare: Ripartizione e confezionamento - Si ricorda che nel caso di vendita di ingredienti/additivi alimentari ripartiti e confezio - nati dalla farmacia su richiesta degli utenti l’etichetta dovrà contenere (art. 3 D.M. 27.2.1996 n. 209): a) il nome dell’additivo e il relativo numero CE come previsto nell’allegato n. 2*; b) la dicitura “ad uso alimentare” ovvero “per limitato uso alimentare”, oppure un riferimento più specifico alla destinazione dell’additivo; c) le condizioni di conservazione e di utilizzazione, qualora necessarie; d) le istruzioni per l’uso, qualora la mancanza possa non consentire un uso corretto dell’additivo; e) il nome o la ragione sociale e la sede del fabbricante o del confezionatore o di un venditore stabilito nell’Unione Europea; f) la quantità netta; g) il termine minimo di conservazione.

La mancata iscrizione di un additivo nell’elenco allegato al D.M. 209/1996 e succ. modifiche costituisce divieto d’impiego dello stesso negli alimenti (per es. acido salicilico nota prot. N. 704/41.66/62/2702 del 6.11.1976). Per quanto riguarda il prezzo al pubblico della sostanza dispensata non si applica la Tariffa Nazionale dei Medicinali che è riservata alle preparazioni galeniche magistrali. L’iva applicabile è del 22% non avendo trovato la voce nelle aliquote IVA agevolate (si confronti anche con il suo commercialista per avere conferma).

Il prezzo è libero.

Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

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