La classificazione dei rischi Relazione alla normativa
Ed. 14.01
Testo T t unico i in i materia t i di salute l t e sicurezza nei luoghi di lavoro
RISCHIO
EVENTO
Prevenzione
ESPOSIZIONE
DANNO
Protezione
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Ed. 14.01
VALUTAZIONE DEI RISCHI VALUTAZIONE DEI RISCHI
R=PxD R = P x D • RISCHIO: PROBABILITA’ che sia raggiunto il limite potenziale di DANNO nelle condizioni di impiego o di esposizione
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VALUTAZIONE DEI RISCHI VALUTAZIONE DEI RISCHI
Ed. 14.01
La scala delle PROBABILITA’ (P) viene così formulata: Valore
Livello
1
Improbabile
2
Poco Probabile
3
Probabile obab e
4
Altamente Alt t Probabile
Criterio •non non sono noti episodi già verificatisi • il danno si può verificare solo per una concatenazione di eventi improbabili e tra loro indipendenti • il verificarsi di un episodio con conseguente danno susciterebbe incredulità •sono noti episodi molto rari già verificatisi • il danno può verificarsi solo in circostanze particolari • il verificarsi di un episodio con conseguente danno susciterebbe grande sorpresa •è noto qualche episodio in cui il pericolo ha causato danno • il pericolo può trasformarsi in danno anche se non in modo automatico • il verificarsi di un episodio con conseguente danno non susciterebbe incredulità in azienda •sono noti episodi in cui il pericolo ha causato danno •il pericolo può trasformarsi in danno con una correlazione o diretta •il verificarsi di un episodio con conseguente danno non s sciterebbe sorpresa in a susciterebbe azienda ienda
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VALUTAZIONE DEI RISCHI VALUTAZIONE DEI RISCHI
Ed. 14.01
La scala dell’entità del DANNO (D) viene così formulata: Valore
1 2
3 4
Livello
Li Lieve Medio
Grave Gravissimo
Criterio •infortunio con invalidità temporanea massima di tre giorni •nessuna possibilità ibilità di malattia l tti professionale f i l e comunque esposizione ad un rischio per la salute con effetti rapidamente reversibili •infortunio con invalidità temporanea p superiore p a tre g giorni ma inferiore a 40 giorni •possibilità di malattia professionale remota e comunque mai verificatasi all’interno dello stabilimento; sposizione ad un rischio p per la salute con effetti reversibili •infortunio con invalidità temporanea superiore a 40 giorni • possibilità di malattia professionale già verificatasi all’interno dello stabilimento; esposizione ad un rischio per la salute l t con effetti ff tti irreversibili i ibili o parzialmente i l t invalidanti i lid ti •infortunio con invalidità permanente o morte del lavoratore • presenza di più di una malattia professionale già verificatasi all’interno all interno dello stabilimento; esposizione ad un rischio per la salute con effetti letali o totalmente invalidanti
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VALUTAZIONE DEI RISCHI VALUTAZIONE DEI RISCHI
Ed. 14.01
Definiti il danno e la probabilità, il rischio viene automaticamente graduato mediante la formula R = P x D ed è raffigurabile in una rappresentazione grafica che viene sotto riportata avente in ascisse la gravità del danno ed in ordinate la probabilità del suo verificarsi:
1 2 3 4
2 4 6 8
3 4 6 8 9 12 12 16 6/54
Ed. 14.01
VALUTAZIONE DEI RISCHI VALUTAZIONE DEI RISCHI In relazione alla raffigurazione grafica proposta, consegue che il rischio può essere così definito:
Entità numerica del rischio
Valori del Rischio Definizione del rischio
1
BASSO
1,2
2
MEDIO
3,4
3
ALTO
6,8,9
4
MOLTO ALTO
12,16
PxD
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Ed. 14.01
DEFINIZIONE DI MISURE PREVENTIVE E LORO DEFINIZIONE DI MISURE PREVENTIVE E LORO PROGRAMMAZIONE In conseguenza dei risultati della valutazione dei rischi l’azienda individua le misure di tutela preventive fra i seguenti settori:
• • • • • • • • • • •
ttecnico: relativamente ai locali di lavoro i l ti t i l li di l tecnico: relativamente alle varie tipologie di impianti tecnico: relativamente alle macchine ed attrezzature di lavoro ergonomico dispositivi di protezione individuale procedure manutentive procedure manutentive procedure di emergenza norme igienico – comportamentali informazione formazione addestramento strutture di controllo e vigilanza interna
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DEFINIZIONE DI MISURE PREVENTIVE E LORO PROGRAMMAZIONE
Ed. 14.01
Il documento programmatico verrà discusso in occasione delle riunioni periodiche di sicurezza previste dal D.lgs 81/2008 con i Rappresentanti dei Lavoratori dell dell’azienda azienda, peraltro soggetti attivi nella stesura del documento di valutazione dei rischi. Tutti gli interventi preventivi e protettivi indicati nel documento terranno conto dei contenuti di cui all’articolo 15 del D.lgs 81/2008 (priorità degli interventi e criteri generali di tutela dei l lavoratori). ) Il citato programma attuativo degli interventi preventivi e protettivi sarà integrato con il più ampio contesto della programmazione aziendale dell’attività produttiva (investimenti, g , modifiche del layout, y , ristrutturazioni,, innovazioni tecnologiche, modifiche dell’organizzazione, ecc.).
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I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO
Ed. 14.01
Indice del T.U. 81/08 TITOLO I PRINCIPI COMUNI TITOLO II LUOGHI DI LAVORO TITOLO O O III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DPI TITOLO IV CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI TITOLO V SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO TITOLO VI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI TITOLO VII ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI (VDT) 10/54
I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO
Ed. 14.01
Indice del T.U. 81/08 TITOLO VIII AGENTI FISICI - Rumore - Vibrazioni - Campi elettromagnetici - Radiazioni ottiche artificiali TITOLO IX SOSTANZE PERICOLOSE TITOLO X ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI TITOLO XI PROTEZIONE DA ATMOSFERE ESPLOSIVE TITOLO XII DISPOSIZIONI IN MATERIA PENALE E DI PROCEDURA PENALE TITOLO XIII NORME TRANSITORIE E FINALI 11/54
Ed. 14.01
Capo III - Gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro Sezione II - VALUTAZIONE DEI RISCHI Art. 28. Oggetto della valutazione dei rischi 1 La valutazione [dei rischi], 1. ] anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonchĂŠ nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato lavoro correlato, secondo i contenuti dell dell'accordo accordo europeo dell dell'8 8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nonchĂŠ quelli connessi alle differenze di genere, all'etĂ , alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro lavoro. 12/54
Differenze di genere
Ed. 14.01
Vi sono le prescrizioni normative per la tutela delle lavoratrici in gravidanza e puerperio, per alcune indicazioni relativamente ai pesi movimentabili e nelle indicazione delle etichettature dei preparati pericolosi, pericolosi sono invece scarse le indicazioni ulteriori ed occorre riferirsi a dati di letteratura medica. Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, dato che vii sono differenze diff di genere g i un’ampia in ’ i serie i di problematiche bl ti h più iù vaste t legate alle circostanze di lavoro, quali le molestie sessuali, la discriminazione, la partecipazione al processo decisionale sul luogo di lavoro, e che vi sono conflitti tra lavoro e vita privata, è necessario affrontare la prevenzione dei rischi in modo olistico. pericoli meno evidenti e p problemi di salute Un altro obiettivo è di individuare p che si manifestano più frequentemente nelle donne. Tale ultimo aspetto trova una verifica da parte del medico competente, il quale, attraverso la conoscenza dei posti di lavoro - che gli deriva dalle informazioni fornitegli dal datore di lavoro, dalla collaborazione prestata alla valutazione dei rischi e dai periodici sopralluoghi - e la sorveglianza sanitaria verifica l’assenza di controindicazioni allo svolgimento dell dell’attività attività lavorativa specifica ed il mantenimento nel tempo dello stato di salute.
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Ed. 14.01
Differenze di età
Mentre la normativa tutela il lavoro minorile – non rappresentato nelle realtà aziendali – nulla dice riguardo ai cosiddetti “lavoratori anziani”. Nell’assenza p riferimenti normativi,, è usuale rivolgersi g ai dati della letteratura,, di specifici dai quali è possibile desumere alcuni elementi di base: •le differenze all’interno della popolazione “anziana” sono maggiori rispetto a quelle tra “giovani” giovani e “anziani”; anziani ; •l’età cronologica non è un indicatore dell’età fisiologica né mentale; •se da un lato gli anziani mostrano un graduale declino in alcune capacità (per esempio nella forza muscolare), muscolare) dall’altro sviluppano strategie compensatorie rinforzabili con l’esercizio. Al fine della valutazione dei rischi occorre prestare quindi particolare attenzione ai seguenti aspetti: •disturbi/patologie muscolo-scheletrici; •movimentazione manuale dei carichi; •disturbi/patologie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori; •lavoro notturno; lavoro a turni; •lavoro •stress correlato al lavoro; •riduzione di capacità visiva; •riduzione di capacità uditiva; 14/54
Differenze di età e genere: misure di prevenzione
Ed. 14.01
É prassi consolidata che nell’assegnazione dei lavoratori alle mansioni si prendano in considerazione genere ed età; per quanto riguarda il genere, ad p esempio: •considerando i pericoli più frequenti nei lavori a prevalenza maschile e in quelli a prevalenza femminile; •verificando che gli strumenti ed i dispositivi usati per la valutazione tengano conto dei problemi specifici per le donne e per gli uomini; •non trascurando le problematiche legate al genere quando si esaminano le implicazioni di eventuali cambiamenti sul luogo di lavoro; •considerando tutti i settori interessati dalla salute riproduttiva, non soltanto la gravidanza; •scegliendo l’equipaggiamento di protezione in base alle esigenze individuali, adatto anche alle donne ed agli uomini «non medi»; •assicurandosi che tanto le donne quanto ggli uomini ricevano informazioni e formazione sulla SSL relative ai compiti che svolgono, alle loro condizioni di lavoro ed alle ripercussioni sulla salute. Tutti gli aspetti citati al punto precedente sono abitualmente monitorati in corso di sorveglianza sanitaria preventiva e periodica da parte del medico competente.
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Ed. 14.01
Differenze di p provenienza La principale criticità è rappresentata dalle eventuali barriere linguistiche, seguita dalle differenze culturali e di usi e abitudini. Per tale motivo il caposaldo della prevenzione è rappresentato dall dall’aspetto aspetto informativo e formativo, regolamentato dagli art. 36 e 37 del D.Lgs. 81/08. LLa capacità ità di comprendere d l lingua la li g it li italiana d parte da t di lavoratori l t i provenienti da altri paesi è un elemento indispensabile al fine di una corretta attuazione dei disposti aziendali volti alla prevenzione degli infortuni sul lavoro ed alla tutela della salute dei lavoratori. p comprendere p la lingua g italiana da p parte di lavoratori p provenienti La capacità da altri paesi viene già effettuata in sede di colloquio dal selezionatore e dal RSPP in occasione dei successivi momenti informativi e formativi mirati ed anche dal medico competente in occasione della visita medica preventiva. preventiva Il medico competente collabora alle citate attività in particolare con informazioni nel campo specifico della salute e tiene conto dell dell’etnia etnia e della provenienza in corso di sorveglianza sanitaria.
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Differenze di tipologia contrattuale
Ed. 14.01
Dalle D ll valutazioni l t i i dei d i rischi, i hi solitamente lit t emerge g che h i potenziali t i li pericoli i li a cui possono essere soggetti i lavoratori, indipendentemente dalla specifica tipologia contrattuale (part-time, contratti a termine, contratto di inserimento, apprendistato, tirocinio formativo, somministrazione di lavoro ex lavoro interinale]), distaccati, trasfertisti) sono i medesimi di quelli dei p indeterminato e p pertanto si applicano pp le lavoratori con contratto a tempo medesime misure di prevenzione e protezione già previste per questi ultimi così come i DPI. Tuttavia è proprio “l’insicurezza”, la provvisorietà e l’aleatorietà e il cambiamento continuo del posto di lavoro che condiziona l’approccio alla sicurezza e quindi il comportamento del lavoratore, lavoratore che tenderà da un lato ad essere passivo nei confronti della propria sicurezza e dall’altra meno attento a imparare davvero e metabolizzare gli aspetti specifici del luogo in cui opera. La partita della prevenzione si gioca quindi subito (come con i neo-assunti e i giovani di scarsa esperienza lavorativa) promuovendo particolarmente nella loro formazione e nel fare comprendere l’impegno aziendale sulla sicurezza.. 17/54
Ed. 14.01
I rischi ricollegabili alle differenze di età, genere, alla provenienza da altri Paesi e alla tipologia contrattuale Fra le vittime di infortuni, talune categorie di lavoratori sono maggiormente esposte (dati INAIL):
Giovani
Neo assunti
Lavoratori temporanei p
stranieri
In relazione alle loro specificità e a quelle di altre categorie di lavoratori, e la / prevede “la valutazione di tutti p loro tutela,, l’art. 28 comma 1 del DL 81/2008 i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari…..nonché quelli connessi alle differenze di genere, genere all all’età età, alla provenienza da altri Paesi. Paesi ” anche basandosi su quanto affermato dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro nonché sui dati esistenti in letteratura.
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Ed. 14.01
I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO I rischi lavorativi presenti negli ambienti di lavoro, in conseguenza dello svolgimento delle attività lavorative in un determinato luogo di lavoro, possono essere suddivisi in macro-categorie:
RISCHI CONNESSI ALL’ORGANIZZAZIONE ALL ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO RISCHIO FISICO RISCHIO INFORTUNI RISCHIO CHIMICO/BIOLOGICO RISCHIO INCENDIO
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I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO
Ed. 14.01
RISCHI CONNESSI ALL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
F tt i psicologici Fattori i l i i Fattori ergonomici Condizioni di lavoro difficili
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Ed. 14.01
Fattori psicologici - esempi ANSIA RESPONSABILITA’ RITMI ECCESSIVI MONOTONIA RIPETITIVITA’ TURNI DI LAVORO
MANSIONI SUPERIORI
LAVORO A COTTIMO
CATENA DI MONTAGGIO LAVORO NOTTURNO DOPPI TURNI
Rischio da stress lavoro-correlato lavoro correlato 21/54
Ed. 14.01
Fattori ergonomici - esempi POSTAZIONI DI LAVORO NON PROGETTATE CORRETTAMENTE
AFFATICAMENTO FISICO
MOVIMENTAZIONE MANUALE DI CARICHI TROPPO PESANTI ILLUMINAMENTO INSUFFICIENTE
AFFATICAMENTO MENTALE
MICROCLIMA NON ADEGUATO POSTAZIONI DI LAVORO NON PROGETTATE CORRETTAMENTE
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Ed. 14.01
I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO RISCHIO FISICO
Rumore Vibrazioni Campi elettromagnetici Radiazioni Illuminazione Microclima 23/54
Ed. 14.01
CARPENTERIA
RUMORE
SALA PROVE MOTORI
TEMPERATURA
MICROCLIMA
UMIDITA’ VENTILAZIONE LUCE INSUFFICIENTE
ILLUMINAZIONE
RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZ.
ABBAGLIAMENTO
RAGGI X
LASER
CAMPI ELETTROMAGNETICI SORGENTI RADIOATTIVE
UTENSILI ARIA COMPRESSA
VIBRAZIONI
BATTITURA PAVIMENTAZIONI 24/54
I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO
Ed. 14.01
RISCHIO INFORTUNI
Rischio Meccanico Rischio elettrico Rischio cadute dall’alto
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Ed. 14.01
Rischio Meccanico - esempi IMPIGLIAMENTO SCHIACCIAMENTO INTRAPPOLAMENTO TRASCINAMENTO PROIEZIONE ATTRITO - ABRASIONE ATTORCIGLIAMENTO URTO PERFORAZIONE CONTATTO - TAGLIO 26/54
Ed. 14.01
Rischio Elettrico - esempi CONTATTO DIRETTO
CONTATTO INDIRETTO
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I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO
Ed. 14.01
RISCHIO CHIMICO/BIOLOGICO
Rischio chimico Rischio dovuto a sostanze inquinanti che interagiscono con l’organismo umano e che possono provocare patologie acute croniche e irreversibili. - Gas - Vapori - Aerosol (Polveri, fibre, nebbie, fumi)
Rischio biologico Rischio dovuto alla esposizione ad agenti biologici (microrganismo, coltura cellulare, endoparassita umano) che potrebbero provocare infezioni, allergie o intossicazioni intossicazioni. 28/54
Ed. 14.01
Rischio chimico - esempi GAS VAPORI
Saldatura:
Ossidi di Carbonio Ossidi di Azoto Verniciatura: Solventi Galvanica: Bagni acidi e basici
POLVERI
AEROSOL
FIBRE
Macinazione M i i - Argilla A ill Plastica - Legno Minerali (Amianto) - Organiche Artificiali
NEBBIE
Verniciatura e c atu a a sp spruzzo u o Lavoraz. con impiego di oli
FUMI
Saldatura S Stampaggio i a caldo ld plastica l i 29/54
Ed. 14.01
Rischio biologico - esempi LAVORAZIONI CON OLI
BATTERI
PRODOTTI ANIMALI ATTIVITA’ SANITARIE LAVORAZIONI ALIMENTARI
FUNGHI MUFFE
VIRUS
PARASSITI
PRODOTTI ANIMALI LAVORAZIONI AGRICOLE ATTIVITA’ SANITARIE ATTIVITA PRODOTTI ANIMALI LAVORAZIONI CON ANIMALI 30/54
Ed. 14.01
Ip pricipali p fattori di rischio e le relative misure tecniche,, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione. • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
Luoghi di lavoro; Fabbricati; Microclima; Viabilità; Mezzi di trasporto; p ; Macchine; Apparecchi di sollevamento; Apparecchi a pressione; Utensili; Impianti di distribuzione (no impianti elettrici); Elettricità; Ergonomia del posto di lavoro; Attrezzature munite di videoterminali; A Agenti ti chimici; hi i i Agenti cancerogeni e mutageni; Materiali contenenti amianto; Agenti biologici; Rumore; Vibrazioni; Campi elettromagnetici;
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
Radiazioni ottiche artificiali; Radiazioni ionizzanti; Atmosfere esplosive; Incendio e altre emergenze; Incidenti rilevanti;; Cantieri temporanei e mobili; Contratti d’appalto, d’opera o di somministrazione Lavori in quota Stress lavoro correlato; Fumo passivo; Lavoro notturno; Consumo di bevande alcoliche e problemi alcol correlati; Assunzione di sostanze (alcool-tossicodipendenze); Diff Differenza di genere, età tà e provenienza i d altri da lt i paesi; i Lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento; Lavoratori diversamente abili; Lavoratori minori; Visitatori; Altri agenti fisici; Specifica tipologia contrattuali;
Identificati i fattori di rischio lavorativo applicabili nelle condizioni normali e in quelle di emergenza, si valutano i loro livelli e si adottano misure di prevenzione degli infortuni e di protezione dei lavoratori di tipo tecnico, organizzativo e procedurale idonee a evitarlo o limitarli. 31/54
Ed. 14.01
Ip pricipali p fattori di rischio e le relative misure tecniche,, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione: alcuni esempi
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Ip pricipali p fattori di rischio e le relative misure tecniche,, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione: alcuni esempi
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Ip pricipali p fattori di rischio e le relative misure tecniche,, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione: alcuni esempi
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Ip pricipali p fattori di rischio e le relative misure tecniche,, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione: alcuni esempi
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Ip pricipali p fattori di rischio e le relative misure tecniche,, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione: alcuni esempi
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Ip pricipali p fattori di rischio e le relative misure tecniche,, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione: alcuni esempi
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I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO RISCHI CONNESSI ALL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
F tt i psicologici Fattori i l i i
Rischio da stress lavoro-correlato
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Ed. 14.01
RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO LAVORO CORRELATO Capo III - Gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro Sezione II - VALUTAZIONE DEI RISCHI Art. 28. Oggetto della valutazione dei rischi 1… 1-bis. La valutazione dello stress lavoro-correlato di cui al comma 1 è effettuata nel rispetto delle indicazioni di cui all’articolo all articolo 6 6, comma 8, 8 lettera m-quater), e il relativo obbligo decorre dalla elaborazione delle predette indicazioni e comunque, anche in difetto di tale elaborazione, a fare data dal 1° agosto 2010.
differito al 31 dicembre 2010
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Ed. 14.01
RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO
Lo stress sul lavoro può colpire:
chiunque, a qualsiasi livello qualsiasi settore aziende di ogni dimensione sulla salute e la sicurezza delle singole persone
Lo stress influisce:
sulla “salute” delle imprese sulla salute delle economie nazionali
Lo stress può mettere in pericolo la sicurezza sul luogo di lavoro e contribuire all’insorgere di altri problemi di salute legati all’attività lavorativa quali i disturbi muscolo-scheletrici. Lo stress incide in misura massiccia sul risultato economico di un un’organizzazione organizzazione.
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Lo stress lavoro correlato
Ed. 14.01
Lo stress lavoro ‐ correlato si manifesta quando le persone percepiscono uno squilibrio squilibrio tra “le richieste avanzate nei loro confronti e le capacità e le risorse a loro disposizione per far fronte a tali richieste” Lo stress, quando è prolungato nel tempo, diventa un rischio per la salute personale e per la sicurezza propria e degli altri. I motivi dello stress sono (in generale): Innovazioni apportate alla progettazione, all’organizzazione e alla gestione del lavoro Precarietà P i tà del d l lavoro l Aumento del carico di lavoro e del ritmo di lavoro Elevate p pressioni emotive esercitate sui lavoratori Violenza e molestie di natura psicologica Scarso equilibrio tra lavoro e vita privata 41/54
Ed. 14.01
Lo stress lavoro correlato Eustress se l’individuo è capace con le proprie risorse e strategie Eustress: di reagire alle pressioni, nel breve termine, si parla di stress positivo. Distress se le condizioni sfavorevoli superano le capacità e le Distress: risorse proprie, oppure sono prolungate nel tempo, l’individuo diventa incapace di reagire e offre risposte poco adattive. Si parla di stress negativo. negativo LO STRESS NON È UNA MALATTIA MA UN’ESPOSIZIONE PROLUNGATA ALLO STRESS PUÒ RIDURRE L’EFFICIENZA SUL LAVORO E CAUSARE PROBLEMI DI SALUTE
Disturbi digestivi Disturbi del sonno Ritmo rallentato Insicurezza Irritabilità
Difficoltà a prendere decisioni Errori frequenti Preoccupazione Difficoltà a concentrarsi 42/54
Ed. 14.01
RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO LAVORO CORRELATO
STRESS S SS = ??? Lo stress è uno stato,, che si accompagna p g a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali e deriva dal fatto che le p persone non si sentono in grado g di superare p i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti. L’individuo è capace di reagire alle pressioni a cui è sottoposto nel breve termine, e queste possono essere considerate positive, ma di fronte ad una esposizione prolungata l a forti f i pressioni i i eglili avverte grosse difficoltà diffi l à di reazione. (Accordo europeo sullo stress sul lavoro, Bruxelles, 8 ottobre 2004) 43/54
Ed. 14.01
RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO LAVORO CORRELATO
STRESS S SS = ??? Reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifestano quando le richieste lavorative non sono commisurate alle capacità risorse o esigenze del lavoratore capacità, lavoratore. (National Institute for Occupational Safety and Health, NIOSH 1999)
“Lo Lo stress non è una malattia ma una esposizione prolungata allo stress può ridurre l’efficienza sul lavoro e causare problemi di salute ” ((Accordo europeo p sullo stress sul lavoro,, Bruxelles, 8 ottobre 2004)) 44/54
RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO
Ed. 14.01
Gli strumenti per l’analisi del rischio Gli indicatori i di t i per la l valutazione l t i preliminare: li i • • • • • • • • • •
Indici Infortunistici Assenteismo Assenza per malattia Ferie non godute Rotazione del personale Cessazione rapporti di lavoro/Turnover Procedimenti/ Sanzioni disciplinari Richieste visite mediche straordinarie Specifiche e frequenti lamentele formalizzate Istanze giudiziarie
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Lo stress lavoro correlato
Ed. 14.01
Il metodo proposto si articola in: una necessaria VALUTAZIONE PRELIMINARE attraverso indicatori verificabili relativi all’organizzazione aziendale ed al contesto del lavoro una VALUTAZIONE APPROFONDITA eventuale nel caso in cui la valutazione p preliminare riveli elementi di rischio da stress lavorocorrelato e le misure di correzione adottate a seguito della stessa, dal datore di lavoro, si rivelino inefficaci.
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Lo stress lavoro correlato
Ed. 14.01
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Ed. 14.01
RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO LAVORO CORRELATO Il “peso economico” dello stress Lo stress è il secondo problema di salute legato all’attività l lavorativa ti riferito if it più iù frequentemente f t t Lo stress interessa quasi un lavoratore europeo su quattro Dagli studi condotti emerge che una percentuale compresa tra il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuta allo stress Il numero di persone che soffrono di stress legato all’attività lavorativa è destinato ad aumentare. Nel 2002 il costo economico dello stress legato all’attività l lavorativa ti nell’UE ll’UE a 15 stati t ti è stato t t di circa i 20 000 [M€] 20.000 48/54
Ed. 14.01
RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO LAVORO CORRELATO Il “trend di crescita” dello stress Sono sempre più numerose le persone colpite da problemi di stress sul luogo di lavoro. lavoro Secondo uno studio della European Agency for Safety and Health at Work, i motivi sono: utilizzo di nuove forme di contratti di lavoro (contratti precari) e l’incertezza e l’insicurezza del lavoro stesso (scarsità di lavoro); forza lavoro sempre più vecchia (poco flessibile e poco adattabile ai cambiamenti) per mancanza di adeguato turn-over; alti carichi di lavoro, con conseguenti pressioni sui lavoratori da parte del management; g ; interferenze e squilibrio fra lavoro e vita privata. 49/54
Ed. 14.01
RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO LAVORO CORRELATO L’art. 28 non è l’unico riferimento, all’interno del Testo Unico, relativo allo stress lavoro-correlato. Nell’art. 15, tra le misure generali di tutela, sono inclusi: b) la programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell'azienda nonché l'influenza dei fattori dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro;
d) il rispetto i d i principi dei i i i ergonomici i i nell'organizzazione ll' i i d l lavoro, del l nella ll concezione i d i dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo;
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Ed. 14.01
RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO LAVORO CORRELATO Altri riferimenti allo stress lavoro-correlato: Direttiva europea 90/270 sui rischi da VideoTerminali All’art.3 c.1 si dispone che: «I datori di lavoro sono tenuti a svolgere un’analisi delle postazioni lavorative al fine di valutare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, in particolare per quanto attiene ad eventuali rischi per la vista, disturbi fisici e problemi di stress mentale». Direttiva Di tti europea 93/104 e 00/34 in i materia t i di Orario O i di lavoro l All’art.8 in tema di durata del lavoro notturno, un termine particolare per i lavoratori notturni esposti p a rischi p particolari o a rilevanti tensioni di natura psichica o mentale. Direttiva europea 96/459 denominata “Direttiva macchine” e la successiva 98/37 All’Allegato I relativo ai Requisiti essenziali di sicurezza e di salute relativi alla progettazione e alla costruzione delle macchine e dei componenti di sicurezza che «nelle condizioni d’uso previste devono essere ridotti al minimo possibile il disagio, la fatica e le tensioni psichiche (stress) dell’operatore, tenuto conto dei principi dell’ergonomia» 51/54
Ed. 14.01
RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO LAVORO CORRELATO I riferimenti tecnici e normativi Decreto Legislativo 81/2008 s.m.i. VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO GUIDA OPERATIVA
(Marzo 2010)
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Di Direzione i G Generale l d della ll tutela l d delle ll condizioni di i i di lavoro l LETTERA CIRCOLARE – 18/11/2011 prot. 23692 “Lettera Lettera circolare in ordine alla approvazione delle indicazioni necessarie alla valutazione del rischio da stress-lavoro-correlato di cui all’articolo 28, comma 1bis del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81, e successive modifiche e integrazioni.” Indicazioni della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro per la valutazione dello stress lavoro-correlato (Novembre 2010) 52/54
Ed. 14.01
RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO LAVORO CORRELATO I riferimenti tecnici e normativi Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzione Generale della tutela delle condizioni di lavoro LETTERA CIRCOLARE – 18/11/2011 prot. 23692 p quanto emerso dalla g q guida operativa p del Coordinamento Ha notevolmente semplificato Tecnico Interegionale del marzo 2010: sii considerano id condizioni di i i di stress t l lavoro-correlato l t solo l quelle ll causate t da d varii fattori f tt i propri del contesto e del contenuto del lavoro. La valutazione del rischio stress lavoro lavoro-correlato correlato é parte integrante della valutazione dei rischi. Quindi effettuata dal Datore di lavoro, avvalendosi dell’RSPP, con il coinvolgimento Medico competente dove nominato, previa consultazione del RLS/RLST. La valutazione deve prendere in esame non singoli ma gruppi omogenei di lavoratori (per esempio mansioni o partizioni organizzative). organizzative) 53/54
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RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO LAVORO CORRELATO Gli strumenti per l’analisi del rischio
VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO DA STRESS LAVOROCORRELATO Manuale ad uso delle aziende in attuazione del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. (Maggio 2011)
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