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Ed. 14.01

Corso Antincendio a medio rischio D.M. 10/03/98

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Ed. 14.01

Corso Antincendio a Medio Rischio PROGRAMMA DEL CORSO  LA COMBUSTIONE:  I Principi  La dinamica di sviluppo  I Prodotti

 LE TIPOLOGIE DI FUOCHI E LE SOSTANZE ESTINGUENTI  LA PREVENZIONE INCENDI  LA PROTEZIONE ATTIVA E PASSIVA  LA SICUREZZA DEGLI IMPIANTI

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Ed. 14.01

I PRINCIPI DELLA COMBUSTIONE

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LA COMBUSTIONE

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E’ una reazione chimica tra una sostanza combustibile e un comburente con sviluppo di calore, fiamma, gas e fumo CONDIZIONI  Presenza di combustibile  Presenza del comburente  Presenza di una sorgente di calore  Solo la contemporanea presenza di questi tre elementi dà luogo

all’incendio

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LE SORGENTI DI INNESCO

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 ACCENSIONE DIRETTA

Quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra a contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno  ACCENSIONE INDIRETTA

Quando l’innesco avviene:  per convezione (correnti di aria calda generate da un incendio)  per conduzione (propagazione di calore attraverso elementi metallici presenti negli

edifici)  per irraggiamento (propagazione di onde elettromagnetiche)

 ATTRITO

Quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali  AUTOCOMBUSTIONE

Quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile (Reazioni chimiche, decomposizioni esotermiche, azione biologica)

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LA COMBUSTIONE DEI SOLIDI

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La combustione delle sostanze solide è condizionata da:  Forma e dimensioni del materiale

(con un fiammifero è più facile accendere un cumulo di trucioli che non un tronco)  Elementi che compongono la sostanza (carbonio, idrogeno, ossigeno, cloro, ecc.)  Umidità (rallenta la velocità di propagazione dell’incendio)  Condizioni di ventilazione La combustione nei solidi può avvenire con o senza fiamma

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LA COMBUSTIONE DEI LIQUIDI INFIAMMABILI - 1

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Affinchè un Liquido Bruci è necessario che passi allo Stato di Vapore e raggiunga una determinata concentrazione (temperatura di infiammabilità)  Categoria A liquidi con punto di infiammabilità inferiore a 21°C  Categoria B liquidi con punto di infiammabilità compreso tra 21°C

e 65°C  Categoria C liquidi con punto di infiammabilità superiore ai 65°C

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LA COMBUSTIONE DEI LIQUIDI INFIAMMABILI - 2 SOSTANZE

Temperatura di infiammabilità (°C)

Categoria

Gasolio

65

C

Acetone

-18

A

Benzina

-20

A

Alcool metilico

11

A

Alcool etilico

13

A

Toluolo

4

A

149

C

Olio lubrificante

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LA COMBUSTIONE DEI GAS INFIAMMABILI - 1

Ed. 14.01

I gas infiammabili in funzione delle loro caratteristiche fisiche vengono classificati in:  GAS LEGGERO - Gas con densità rispetto all’aria inferiore a 1 tende a

stratificare verso l’alto  GAS PESANTE - Gas con densità rispetto all’aria superiore a 1 tende a

stratificare e a permanere nella parte bassa dell’ambiente

I gas con densità relativa all’aria compresa tra 0,8 e 1,2 tendono a rimanere dove sono in quanto hanno una densità prossima all’aria

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DENSITA’ DEI VAPORI RISPETTO ALL’ARIA DI ALCUNI GAS SOSTANZA

Den. Vapori

Acetilene

0,89

Ammoniaca

0,58

Anidride carbonica

1,51

Benzina

3,86

Cloro

2.44

GPL

1,86

Metano

0.55

Propano

1,51

Idrogeno

0,06

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LA COMBUSTIONE DEI GAS INFIAMMABILI - 2

Ed. 14.01

In funzione delle loro modalità di conservazione possono essere classificati: GAS COMPRESSO Gas che vengono conservati allo stato gassoso ad una pressione superiore a quella atmosferica GAS LIQUEFATTO Gas che per le sue caratteristiche chimico - fisiche può liquefatto a temperatura ambiente mediante compressione. Il vantaggio consiste nella possibilità di detenere grossi quantitativi in spazi contenuti.

essere

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LA COMBUSTIONE DEI GAS INFIAMMABILI - 3 GAS COMPRESSI GAS

Pressione di stoccaggio (bar) valori indicativi

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GAS LIQUEFATTI GAS LIQUEFATTO

Grado di riempimento (kg/dm3)

Metano

300

Ammoniaca

0,53

Idrogeno

250

Cloro

1,25

Gas nobili

250

Butano

0,51

Ossigeno

250

Propano

0,42

Aria

250

GPL miscela

CO2 (gas)

20

CO2

0,43-0,47 0,75

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LA COMBUSTIONE DEI GAS INFIAMMABILI - 4

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In funzione delle loro modalitĂ di conservazione possono essere classificati: GAS REFRIGERATI - Gas che possono essere conservati in fase liquida mediante refrigerazione a pressioni molto basse. GAS DISCIOLTI - Gas che sono conservati in fase gassosa disciolti in un liquido ad una determinata pressione (acetilene in acetone, anidride carbonica in acqua gassata).

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Ed. 14.01

LA DINAMICA DELLA COMBUSTIONE

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DINAMICA DELL’INCENDIO

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TEMPERATURA

(flash-over)

TEMPO inizio

espansione

incendio generalizzato

estinzione

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1 - FASE DI IGNIZIONE

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dipende dai seguenti fattori  qualità del combustibile (facilità di accensione);  pezzatura del combustibile;  possibilità di propagazione della fiamma;  geometria e volume degli ambienti;  possibilità di dissipazione di calore nel combustibile;  ventilazione degli ambienti;  distribuzione nel volume del combustibile.

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2 - FASE DI ESPANSIONE

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caratterizzata da:  produzione dei gas tossici e corrosivi;  riduzione di visibilità a causa dei fumi di combustione;  aumento della partecipazione alla combustione nei combustibili solidi e

liquidi;  aumento rapido delle temperature;  aumento dell’energia di irraggiamento.

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3 - INCENDIO GENERALIZZATO (flash over)

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caratterizzato da:  Brusco incremento della temperatura;  Crescita esponenziale della velocità di combustione;  forte aumento di emissioni di gas e di particelle incandescenti, che

si espandono e vengono trasportate in senso orizzontale, e soprattutto in senso ascensionale;  si formano zone di turbolenze visibili;  i combustibili vicini al focolaio si auto accendono, quelli più lontani si riscaldano e raggiungono la loro temperatura di combustione con produzione di gas di distillazione infiammabili.

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Ed. 14.01

4 - ESTINZIONE e RAFFREDDAMENTO  Quando l’incendio ha terminato tutto il materiale combustibile, ha

inizio la fase di decremento delle temperature all’interno del locale a causa della progressiva diminuzione dell’apporto termico residuo e della dissipazione di calore attraverso i fumi.

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Ed. 14.01

I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE

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I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE

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Gas di combustione

Fiamma

Calore

Fumo 21/89


I GAS DI COMBUSTIONE

Ed. 14.01

 I gas di combustione sono quei prodotti della combustione che

restano allo stato gassoso anche quando vengono raffreddati  Una esposizione tra i 5 e i 25 minuti ai gas sprigionati da un incendio

può essere letale  La maggior parte dei decessi in caso di incendio dipende dalla

produzione dei gas di combustione

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OSSIDO DI CARBONIO E’ un gas presente in grandi quantità negli incendi e di solito costituisce il pericolo maggiore. L’azione tossica è dovuta al fatto che esso altera la composizione del sangue impedendo l’ossigenazione dei tessuti del corpo umano. E’ mortale quando viene assorbito nelle seguenti percentuali: 0.05% in 3 ore 0.15% in 1 ora 0.4% in 30 minuti

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OSSIDO DI CARBONIO

Concentrazione di CO (ppm)

Tempo max di esposizione (sec)

500

240

1000

120

2500

48

5000

24

10000

12

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ANIDRIDE CARBONICA Si forma in grandi quantità negli incendi. È un gas asfissiante e provoca un’accelerazione del ritmo cardiaco aumentando la quantità immessa nell’organismo di gas tossici presenti in un incendio.

IDROGENO SOLFORATO E ANIDRIDE SOLFOROSA Si sviluppa negli incendi di materiali che contengono zolfo come la lana, gomma, pelli, carni e capelli. Ha un odore di uova marce. E’ tossico in percentuale superiore allo 0.07% per una esposizione di circa 1/2 ora e attacca il sistema nervoso.

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AMMONIACA Si forma nella combustione di materiali che contengono azoto come la lana, seta, materiali acrilici e resine L’esposizione per 1/2 ora con una concentrazione dello 0.25% è letale Provoca irritazioni agli occhi, naso, gola e polmoni

FOSGENE E’ presente nella combustione di materiali che contengono cloro (PVC) E’ maggiormente pericoloso in incendi in locali chiusi

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ACIDO CIANIDRICO Si forma nelle combustioni incomplete (con scarsità di ossigeno) della lana, seta, resine. Ha un odore di mandorle amare. È mortale con una concentrazione superiore allo 0.3%

ACIDO CLORIDRICO Si forma nella combustione di materiali che contengono cloro come la maggioranza delle materie plastiche Ha un forte odore pungente

ALDEIDE ACRILICA Si forma durante l’incendio dei derivati del petrolio, oli e grassi E’ molto tossica

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CALORE

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Durante la combustione è la causa principale della propagazione dell’incendio. Può diventare dannoso per l’uomo causando disidratazione, blocco della respirazione e scottature. Nel corso di un incendio, a causa della produzione di vapore acqueo, l’aria diventa già insopportabile a temperature intorno ai 50° C.

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FUMO

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E’ costituito da particelle solide o liquide, nebbie o vapori condensati. Le particelle solide sono costituite da catrami, carbonio e altre sostanze incombuste che vengono trascinate verso l’alto dai gas caldi. Il fumo è dannoso perché limita la visibilità, è irritante per le vie respiratorie ed inoltre propaga l’incendio.

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FIAMMA

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E’ un aspetto della combustione che può caratterizzare l’andamento della stessa. In base al calore la fiamma assume diversi colori.

Scala cromatica delle temperature Rosso nascente

525° C

Rosso scuro

700° C

Rosso ciliegia

900° C

Giallo

1200° C

Bianco

1300° C

Bianco abbagliante 1500° C

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SOSTANZE ESTINGUENTI

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LA CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI E LE SOSTANZE ESTINGUENTI

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LA CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI

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 CLASSE A: Fuochi di Materiale Solido  CLASSE B: Fuochi di Materiale Liquido  CLASSE C: Fuochi di Sostanze Gassose  CLASSE D: Fuochi di Metalli  CLASSE E: Fuochi di Apparecchiature Elettriche sotto

tensione  CLASSE F: Fuochi di Sostanze organiche quali mezzi di

cottura (oli, grassi vegetali o animali) o apparecchiature di cottura stesse (D.M. 7 gennaio 2005) - classe 23A 233BC

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SOLIDI COMBUSTIBILI CON PRODUZIONE DI BRACE

A

GAS INFIAMMABILI

C

LIQUIDI INFIAMMABILI

B

METALLI INFIAMMABILI (Magnesio--Fosforo-Alluminio--ecc.)

D

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SOSTANZE ESTINGUENTI:AZIONE SULL’INCENDIO

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ESAURIMENTO O SOTTRAZIONE DEL COMBUSTIBILE

Effetto dovuto allo spostamento del materiale che sta bruciando ovvero alla sottrazione del combustibile all’incendio

RAFFREDDAMENTO

Effetto dovuto alla produzione di vapore acqueo con sottrazione di calore ed abbassamento della temperatura del combustibile al di sotto della temperatura di accensione

SOFFOCAMENTO

Effetto di separazione del comburente dal combustibile

INIBIZIONE CHIMICA O ANTICATALISI

Effetto dell’estinguente che blocca per via chimica la reazione a catena di autocatalisi

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LE SOSTANZE ESTINGUENTI:

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 ACQUA  SCHIUMA  ANIDRIDE CARBONICA  POLVERI CHIMICHE  IDROCARBURI ALOGENATI

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ACQUA - 1

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E’ la sostanza più comune, diffusa ed economica. Agisce sul fuoco per:  Raffreddamento (1 Kg di acqua = 595 Kcal)  Soffocamento (1 l di acqua = 1.700 l di vapore)  Diluizione (delle sostanze infiammabili solubili in acqua) L’acqua è efficace su fuochi di classe:

A molto efficace

uso nebulizzato con operatori esperti

B

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ACQUA - 2

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 Quando è possibile, è preferibile utilizzare l’acqua con getto

frazionato o nebulizzato (e non con getto pieno), per i seguenti motivi:  Minore consumo e maggiore sfruttamento;  Massimo effetto di raffreddamento per evaporazione;  Massimo effetto di diluizione;  Evitare impatti violenti e proiezione di materiali incandescenti;  Minore conducibilità elettrica.

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ACQUA - 3

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UTILIZZAZIONI TIPICHE  Impianti Fissi di Spegnimento (idranti, sprinkler); 

Impianti di Protezione e/o Raffreddamento;

Barriere idriche.

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ACQUA - 4

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LIMITAZIONI D’IMPIEGO (per evitare situazioni di pericolo, su:)  Apparecchiature elettriche sotto tensione;  Liquidi infiammabili più leggeri (Benzina, gasolio)  Sostanze tossiche (Cianuri, cloro, fluoro)  Sostanze che reagiscono violentemente con l’acqua (litio,

sodio potassio, magnesio, zinco, alluminio, carburo di calcio, acido solforico); L’uso dell’acqua può provocare danni su materiali deteriorabili (ad es.: apparecchiature delicate, documenti, libri, quadri, ecc.).

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SCHIUMA - 1

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E’ costituita da una emulsione di acqua, liquido schiumogeno ed aria. Agisce sul fuoco per:  Soffocamento (impedisce il contatto aria-combustibile);  Raffreddamento (per sviluppo di vapore acqueo ed anidride carbonica).

La schiuma è efficace su fuochi di classe:

specialmente se contenuti in recipienti

B

ad alta espansione per saturazione dell’ambiente

A

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SCHIUMA - 2

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LIMITAZIONI D’IMPIEGO: Come l’acqua.

La schiuma si forma per mezzo di opportune apparecchiature capaci di miscelare il liquido schiumogeno con l’acqua e l’aria. La percentuale di miscelazione di un liquido schiumogeno in acqua varia dal 3% al 6%. I liquidi schiumogeni sono di tipo proteinico, fluoroproteinico, sintetico, fluorosintetico, per alcoli.

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ANIDRIDE CARBONICA - 1

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E’ un gas avente le seguenti caratteristiche: inodore

più pesante dell’aria di circa 1,5 volte

incolore

Inerte

dielettrico

non lascia residui

L’azione estinguente avviene per: Soffocamento

(creazione di atmosfera carente di ossigeno);

Raffreddamento (durante la scarica avviene l’espansione rapida dallo stato liquido allo stato gassoso raggiungendo temperature di circa -78 °C).

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ANIDRIDE CARBONICA - 2

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L’anidride carbonica è efficace per fuochi di classe:

B

C

L’anidride carbonica può essere utilizzata per la protezione di ambienti mediante impianti di spegnimento automatici.

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ANIDRIDE CARBONICA - 3

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LIMITAZIONI D’IMPIEGO  Reagisce pericolosamente con cianuri alcalini (Acido cianidrico) e con

potassio, sodio, magnesio, zinco ed alluminio;  In locali chiusi la presenza del 20% di CO2 riduce l’ossigeno al 16%

provocando asfissia (è necessario ventilare energicamente);  Non toccare parti metalliche di recipienti appena scaricati e non

dirigere il getto di anidride carbonica su persone al fine di evitare ustioni da congelamento;  Non spegne le braci.

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POLVERI CHIMICHE - 1

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Le polveri estinguenti sono miscugli di particelle solide finemente suddivise costituite da sali alcalini od organici nonché additivi migliorativi delle loro caratteristiche (attitudine all’immagazzinamento, fluidità, idrorepellenza). L’azione estinguente avviene per:  Inibizione chimica o catalisi negativa  Soffocamento  Raffreddamento L’effetto più importante ai fini dell’estinzione è quello della

“CATALISI NEGATIVA” per effetto della rottura della catena di reazione della combustione.

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POLVERI CHIMICHE - 2

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L’utilizzo delle polveri chimiche è efficace su fuochi di classe: A

B

C

Fuochi di natura elettrica

Per fuochi di classe D l’idoneità dell’estinguente dipende dalla composizione chimica della polvere LIMITAZIONI DI IMPIEGO  sono irritanti per le vie respiratorie;  non spengono le braci;  danneggiano apparecchiature delicate.

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IDROCARBURI ALOGENATI – 1 (HALONS)

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 Queste sostanze sono derivate da idrocarburi saturi, ad

esempio il metano (CH4), l’etano (CH6), in cui gli atomi di idrogeno (H) sono sostituiti parzialmente con atomi di alogeni (cloro, bromo e fluoro).  Sono conservati allo stato liquido ed i loro vapori sono più

pesanti dell’aria; vaporizzano facilmente, sono dielettrici, non sono corrosivi e non lasciano residui.  L’azione estinguente principale avviene per inibizione chimica.

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TERMINOLOGIA HALON

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 HALON = Halogenated hydrocarbon  La parola “HALON” è seguita da un numero che informa sul numero

di atomi di carbonio e di alogeni di cui è composta la molecola. CARBONIO FLUORO CLORO BROMO

C

F

HALON 240

Br

Cl Fluobrene C2F4Br2

HALON 1211 BCF

HALON 1301 BTM

CF2ClBr

CF3Br

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L’utilizzo degli Halons è efficace su fuochi di classe

B

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C Fuochi di natura elettrica

Per fuochi di classe A non è molto indicato perché non spegne le braci

LIMITAZIONI DI IMPIEGO  non spengono le braci;  tossicità per decomposizione ad alta temperatura;  non possono essere utilizzati su incendi di metalli;  dopo l’uso in locali chiusi è necessario ventilare energicamente.

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TABELLA RIASSUNTIVA PER L’UTILIZZO DEGLI ESTINTORI FUOCHI

AGENTE ESTINGUENTE

A

Solidi combustibili

Polvere ABC

B

Liquidi infiammabili

Polvere ABC

Polvere BC

CO2

Schiuma

C

Gas infiammabili

Polvere ABC

Polvere BC

CO2

Schiuma

D

Metalli combustibili Apparecchiature elettriche sotto tensione

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Acqua

Schiuma

Polveri speciali Polvere ABC

CO2

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Ed. 14.01

LA PREVENZIONE INCENDI

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CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO - 1

Ed. 14.01

 Deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o

combustibili  Accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile  Negligenza nell’uso di fiamme libere o generatori di calore  Impianti elettrici o utilizzatori difettosi, sovraccaricati e non

adeguatamente protetti  Riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non

idonee

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CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO - 2

Ed. 14.01

 Utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili 

Ostruzione della ventilazione di apparecchi di riscaldamento

Fumare in aree ove è proibito

Inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature

Apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando inutilizzate

Negligenze di appaltatori o di addetti alla manutenzione

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RISCHIO DI INCENDIO

Ed. 14.01

 E’ dato dal prodotto tra la frequenza (F) con cui si verifica un

determinato evento e la magnitudo (M) dell’evento ossia l’entità del danno che l’incendio produce.

R=FxM Il rischio d’incendio può essere ridotto entro determinati limiti, ma avrà SEMPRE VALORE MAGGIORE DI ZERO cioè IL RISCHIO DI INCENDIO NON POTRA’ MAI ESSERE ANNULLATO

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CLASSIFICAZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO

PERICOLO BASSO

Aree dove la quantità di materiali combustibili od infiammabili è tale da far prevedere incendi di piccole dimensioni (uffici, aule, ecc.)

PERICOLO MEDIO

Aree dove la quantità di materiali combustibili od infiammabili è tale da far prevedere incendi di dimensioni modeste (parcheggi, garage, piccoli magazzini, ecc.)

PERICOLO ELEVATO

Aree dove la quantità di materiali combustibili od infiammabili è tale da far prevedere incendi di notevole gravità

Ed. 14.01

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Ed. 14.01

PREVENZIONE INCENDI OBIETTIVO: Conseguire la sicurezza contro gli incendi

COME? riducendo le occasioni di rischio contenendo le conseguenze MISURE PREVENTIVE MISURE PROTETTIVE PREVENZIONE

carico d’incendio impianti di processo impianti di servizio aree a rischio specifico

PROTEZIONE

PROTEZIONE

PASSIVA

ATTIVA

Caratteristiche costruttive e lay-out

Presidi antincendio

SICUREZZA EQUIVALENTE 56/89


Ed. 14.01

PROVVEDIMENTI PER RIDURRE LE PROBABILITA’ DELL’INSORGERE DELL’INCENDIO

1

(MISURE PREVENTIVE)  Divieto di fumare, di usare fiamme libere e di produrre scintille;  Adozione di impianti elettrici a regola d’arte;  Messa a terra di impianti, strutture, recipienti, ecc., al fine di evitare la

formazione di cariche elettrostatiche;  Installazione di impianti parafulmine;  Ventilazione naturale e/o meccanica.

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Ed. 14.01

PROVVEDIMENTI PER RIDURRE LE PROBABILITA’ DELL’INSORGERE DELL’INCENDIO

2

(MISURE PREVENTIVE)  Adozione di recinzione e distanze di protezione (fra recinzione e

zone di rischio) al fine di evitare azioni inconsulte o dolose dall’esterno;  Adozione di distanze dalle linee elettriche aeree, da ferrovie,

camini, ecc.;  Adozione di strutture ed arredi incombustibili;  Impiego di materiali più difficilmente infiammabili od

autoestinguenti.

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Ed. 14.01

PROVVEDIMENTI PER RIDURRE LE PROBABILITA’ DELL’INSORGERE DELL’INCENDIO

3

(MISURE PREVENTIVE)  Adozione di dispositivi di sicurezza;  Rispetto dell’ordine e della pulizia;  Adozione di tempi di lavorazione razionali ed istruzione del

personale sui pericoli di incendio;  Segnaletica di sicurezza.

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Ed. 14.01

PROVVEDIMENTI PER CONTENERE LE CONSEGUENZE DELL’INCENDIO (MISURE PROTETTIVE) PROTEZIONE ATTIVA •Attrezzature ed impianti di estinzione incendi •Sistemi di allarme incendio •Illuminazione di sicurezza •Evacuatori di fumo e calore

PROTEZIONE PASSIVA •Distanze di sicurezza •Resistenza al fuoco •Compartimentazione •Vie di esodo •Segnaletica di sicurezza

 La Protezione Attiva è l’insieme delle misure di protezione che

richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto  La Protezione Passiva è l’insieme delle misure di protezione che

non richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto, ma ha come obiettivo la limitazione degli effetti dell’incendio

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Ed. 14.01

LA PROTEZZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI E LA RETE IDRANTI

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ESTINTORI

Ed. 14.01

 Devono essere di colore rosso, segnalati da un cartello e riportare una

etichetta con le istruzioni e le condizioni di utilizzo Contengono un agente estinguente che può essere indirizzato su un fuoco sotto l’azione di una pressione interna

 Portatili (fino a 20Kg)

 Carrellati (da 20Kg a 150 Kg)

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Spegne incendi di tipo 43 Classe A

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Spegne incendi di tipo 233 Classe B Istruzioni per l’uso

Classi di incendio Istruzioni successive all’uso Estremi approvazione ministeriale Generalità del produttore

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FOCOLARI TIPO PER FUOCHI DI CLASSE A

Ed. 14.01

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ESTINTORI FASI DELLA MANUTENZIONE - 1

Ed. 14.01

(Norma UNI / CNVVF 9994)

SORVEGLIANZA 

Controllo costante, assenza di anomalie

Corretta indicazione di eventuali manometri

Compilazione del cartellino di manutenzione CONTROLLO

 Verifica almeno semestrale dell’efficienza mediante accertamenti

della tenuta tramite pesate o misura della pressione interna REVISIONE PERIODICA  Verifica completa 

Esame interno e controllo funzionale di tutte le parti

Tarature e/o sostituzione dei dispositivi di sicurezza

Ricarica e/o sostituzione della ricarica

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ESTINTORI FASI DELLA MANUTENZIONE - 2

Ed. 14.01

(Norma UNI / CNVVF 9994)

           

PERIODI PER LA REVISIONE Polvere 36 mesi Acqua o schiuma 18 mesi Anidride carbonica 60 mesi Halon 72 mesi COLLAUDO Verifica del serbatoio o della bombola Ogni 6 anni prova idraulica a pressione CARTELLINO DI MANUTENZIONE Numero di matricola Estremi dell’installatore Massa lorda Carica effettiva Tipo di operazione effettuata Data e firma

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Ed. 14.01

La Superficie Protetta da un Estintore (per incendi di classe A e B) viene individuata a secondo dei seguenti criteri:  NUMERO DEI PIANI (non meno di un estintore a piano)  SUPERFICIE IN PIANTA  lo specifico PERICOLO DI INCENDIO  la DISTANZA che una persona deve percorrere PER RAGGIUNGERE

L’ESTINTORE (non superiore a 30 mt) Tipo estintore

Superficie protetta da un estintore Rischio basso

Rischio medio

Rischio elevato

13A – 89B

100 mq

21A – 113B

150 mq

100 mq

34A – 144B

200 mq

150 mq

100 mq

55A – 233B

250 mq

200 mq

200 mq

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RETE IDRICA ANTINCENDIO

Ed. 14.01

 E’ collegata direttamente o tramite una vasca all’acquedotto cittadino  La vasca è necessaria quando l’acquedotto non garantisce continuità

di erogazione e sufficiente pressione  In tal caso la portata e la pressione vengono assicurate dalla riserva idrica e da un gruppo di pompaggio

La rete idrica deve essere  Indipendente  Dotata di valvole di sezionamento Acquedotto  Deve disporre di una riserva idrica e una pressione costante (120 lt/min e pressione al bocchello di 2 bar)  La rete deve essere disposta ad anello  La rete deve essere protetta dal gelo e dalla corrosione 68/89


IMPIANTO SPRINKLER E’ composto da  Fonte di alimentazione  Centralina di controllo e allarme  Rete principale  Rete secondaria  Erogatori

Ed. 14.01

Tipi di impianto Ad umido: tutto l’impianto è permanentemente riempito d’acqua in pressione A secco: la rete è riempita con aria in pressione dove una valvola, al momento dell’intervento, provvede al riempimento dell’impianto Alternativi: funzionano a secco nei periodi freddi ed a umido nei periodi caldi Arancione Rosso Giallo Verde Blu Lilla Nero

57°C 68°C 79°C 93°C 141°C 182°C 227°C

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IMPIANTI SPRINKLER

Ed. 14.01

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IMPIANTO FISSO AD ANIDRIDE CARBONICA

Ed. 14.01

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IMPIANTO FISSO A POLVERE

Ed. 14.01

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Ed. 14.01

ALTRE MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA

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RIVELAZIONE AUTOMATICA DELL’INCENDIO

Ed. 14.01

Questi impianti vengono utilizzati per la rilevazione di un incendio prima che questo degeneri nella fase di incendio generalizzato - Permettono di poter intervenire prima che si sia verificato il “flash over”. Sono classificati in base al fenomeno chimico – fisico:  RILEVATORI DI CALORE  RILEVATORI DI FUMO Rivelatore  RILEVATORI DI GAS  RILEVATORI DI FIAMME

Allarme acustico e visivo

Pulsante di allarme manuale

Pulsante di allarme manuale X Fire 74/89


ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA

Ed. 14.01

Garantisce, in caso di mancata erogazione della fornitura principale di energia elettrica, una illuminazione sufficiente a permettere di evacuare in sicurezza i locali. REQUISITI ESSENZIALI:  deve intervenire in automatico  deve illuminare almeno i percorsi di esodo  deve garantire un livello minimo di illuminamento (5 lux ad un metro dal

pavimento)  deve essere alimentata da una fonte di energia diversa da quella ordinaria (batteria in tampone, accumulatore, gruppo elettrogeno)  gli eventuali circuiti di alimentazione devono essere protetti dai danni causati dall’incendio

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EVACUATORI DI FUMO E CALORE

Ed. 14.01

Vengono generalmente usati in combinazione con gli impianti di rivelazione e permettono ai fumi e ai gas caldi dell’incendio di essere evacuati all’esterno. Permettono di:  agevolare lo sfollamento delle

persone  proteggere le strutture e le merci dal fumo  ritardare o evitare il “flash over”  ridurre i danni provocati dai gas di combustione

Senza evacuatori

Con evacuatori

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MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA

Ed. 14.01

LE MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA

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DISTANZE DI SICUREZZA

Ed. 14.01

 È basata sull’interposizione, tra aree soggette ad incendio, di spazi

scoperti.  Hanno lo scopo di impedire la propagazione dell’incendio principalmente per irraggiamento.

Distanza di sicurezza

Distanza di protezione

Distanza di sic. esterna

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Ed. 14.01

La resistenza al fuoco è l’intervallo di tempo, espresso in minuti, di esposizione dell’elemento strutturale ad un incendio, durante il quale deve mantenere i requisiti di stabilità meccanica, tenuta ai prodotti della combustione e isolamento termico.

R

E

I

Stabilità

Tenuta

Isolamento termico

Muro e porta taglia-fuoco

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VIE DI ESODO

Ed. 14.01

Decreto Legislativo 626/94 art. 33 (porte e portoni nei locali di lavoro) Luoghi di lavoro con pericolo di esplosione e incendio con piĂš di 5 lavoratori

Luoghi di lavoro in genere

1 uscita da 1,20 mt ogni 5 lavoratori

Fino a 25 lavoratori

1 uscita da 0.90 mt

Tra i 26 e 50 lavoratori

1 uscita da 1,20 mt

Tra 51 e 100 lavoratori

1 uscita da 0.90 mt 1 uscita da 1,0 mt

Con piĂš di 100 lavoratori

1 uscita da 0,90 mt 1 uscita da 1,20 mt + 1 uscita da 1,20 mt per ogni 50 lavoratori o frazione compresa tra 10 e 50 da calcolarsi

limitatamente all’eccedenza rispetto a 100

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SEGNALETICA DI SICUREZZA ROSSO

GIALLO

AZZURRO

VERDE

Segnali di divieto e attrezzature antincendio

Segnali di pericolo

Segnali di obbligo o prescrizione

Segnali di salvataggio

Ed. 14.01

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Ed. 14.01

LA SICUREZZA DEGLI IMPIANTI

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IMPIANTO ELETTRICO

Ed. 14.01

Realizzare un impianto elettrico a regola d’arte significa evitare che l’impianto stesso costituisca l’innesco di un incendio.

CAUSE DI INCENDIO DI NATURA ELETTRICA  Effetto Joule  Falso contatto  Arco elettrico  Corto circuito  Sovraccarico  Fulmine  Cariche elettrostatiche  Sottodimensionamento degli impianti  Mancanza di protezioni  Surriscaldamento di apparecchiature

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Alcune precauzioni - 1

Ed. 14.01

 L’impianto elettrico deve essere oggetto di regolari verifiche.  Il personale deve essere istruito sul corretto uso delle apparecchiature.  Le riparazioni devono essere effettuate da personale competente e

qualificato.  Le prese non devono essere sovraccaricate per evitare

surriscaldamento.  Gli apparecchi scaldanti devono essere posizionati a distanza di

sicurezza da materiale facilmente combustibile.

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Alcune precauzioni – 2

Ed. 14.01

 In caso di alimentazione provvisoria di un’apparecchiatura elettrica, il

cavo deve avere lunghezza strettamente necessaria e deve essere posizionato in modo da evitare possibili danneggiamenti.  Il collegamento elettrico a terra deve impedire che sulle

apparecchiature possa verificarsi l’accumulo di cariche elettrostatiche in grado di costituire l’innesco in presenza di gas o vapori infiammabili.  L’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche deve

garantire una via preferenziale a terra per la scarica del fulmine a protezione dell’edificio.

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IMPIANTI E APPARECCHI A GAS

Ed. 14.01

L’installazione di apparecchiature a gas secondo la regola dell’arte garantisce il corretto funzionamento dell’impianto e limita le possibili fughe di gas. FATTORI DI RISCHIO  Vicinanza della fiamma a materiale combustibile  Scarsa manutenzione delle apparecchiature e dei bruciatori  Carenza di ventilazione e di aerazione  Scarsa pulizia dei camini per lo scarico dei fumi  Mancato adeguamento dell’impianto

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Alcune precauzioni - 1

Ed. 14.01

 L’impianto elettrico deve essere oggetto di regolari verifiche.  Il personale deve essere istruito sul corretto uso delle apparecchiature.  Le riparazioni devono essere effettuate da personale competente e

qualificato.  Occorre ordine per evitare che materiale combustibile venga a contatto

con la fiamma.  Assicurarsi che vi sia sufficiente aerazione.

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Alcune precauzioni - 2

Ed. 14.01

 Non tenere bombole di GPL vicino a fonti di calore.  Non detenere bombole di GPL e relative apparecchiature in locali

interrati.  Non lasciare fornelli accesi e assicurarsi che porte e finestre aperte

non provochino correnti d’aria in grado di spegnere la fiamma.  L’eventuale rilevatore di gas deve essere accoppiato all’elettrovalvola

che intercetta automaticamente il gas in caso di fuoriuscita.  La termocoppia sul fornello deve essere accoppiata all’elettrovalvola

che intercetta automaticamente il gas in caso di spegnimento accidentale della fiamma.

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In caso di fuga di gas…

Ed. 14.01

 Chiudere il contatore principale del gas  Aprire le finestre  Scollegare l’impianto elettrico mediante un interruttore ubicato al di

fuori del locale invaso dal gas  Non accendere fuochi  Non provocare scintille  Chiamare le squadre di soccorso

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