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Formazione per Operatori di Attrezzature di Lavoro per le quali è richiesta Specifica Abilitazione Piattaforme di Lavoro Elevabili (PLE) Secondo l’Accordo Stato e Regioni del 22/02/2012


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Definizione e individuazione dei contenuti •RIEPILOGO DEGLI ARGOMENTI OGGETTO DEL PRESENTE CORSO • 1. MODULO GIURIDICO NORMATIVO • Presentazione del corso • 1.1. Cenni di normativa generale e specifica • 1.2. Responsabilità dell’operatore • 2. MODULO TECNICO • 2.1. Categorie di PLE •2.2. Componenti strutturali • 2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza • 2.4. Controlli da effettuare prima dell’utilizzo • 2.5. DPI specifici • 2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi •2.7. Procedure operative di salvataggio

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Definizione e individuazione dei contenuti • • • • • • • • • •

3. MODULO PRATICO 3.1. Individuazione dei componenti strutturali 3.2. Dispositivi di comando e sicurezza 3.3. Controlli pre-utilizzo 3.4. Controlli prima del trasferimento su strada 3.5. Pianificazione del percorso 3.6. Posizionamento della PLE sul luogo di lavoro 3.7. Esercitazione di pratiche operative 3.8. Manovre di emergenza 3.9. Messa a riposo della PLE

• • •

4. VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO 4.1. Questionario modulo giuridico normativo e tecnico 4.2. Prova pratica finale

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•MODULO GIURIDICO NORMATIVO

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1.1 NORMATIVA - PERCHÉ SIAMO QUI: D.Lgs.81/08 art.37 • Formazione dei lavoratori • Comma 1: •Il datore di lavoro si deve assicurare che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolar e riferimento a: •a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza; • b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda.

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1.1 NORMATIVA - PERCHÉ SIAMO QUI: D.Lgs.81/08 art.37

•Formazione dei lavoratori •Comma 4: •La formazione ed, ove previsto, l’addestramento specifico devono avvenire in occasione: a) del trasferimento o cambiamento di mansioni; b) della introduzione di: • nuove attrezzature di lavoro; • nuove tecnologie; • nuove sostanze e preparati pericolosi.

Comma 5: •L’addestramento viene effettuato da persona esperta e sul luogo di lavoro. •L’addestramento

avviene in occasione di utilizzo di attrezzature particolarmente rischiose (carrelli elevatori, piattaforme aeree, ecc.) e di rischi particolarmente rilevanti (MMC, utilizzo DPI, ecc.).

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1.1 NORMATIVA - PERCHÉ SIAMO QUI: D.Lgs.81/08 art.37

Formazione dei lavoratori Comma 6: La formazione essere periodicamente ripetuta in relazione all’evoluzione dei rischi o all’insorgenza di nuovi rischi. Comma 7: I dirigenti e i preposti ricevono a cura del datore di lavoro, un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro.

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1.1 NORMATIVA – USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO: D.Lgs.81/08 art.73

Informazione, addestramento

formazione

e

Comma 1: Nell’ambito degli obblighi di cui agli articoli 36 e 37 il datore di lavoro provvede, affinché per ogni attrezzatura di lavoro messa a disposizione, i lavoratori incaricati dell’uso dispongano di ogni necessaria informazione e istruzione e ricevano una formazione e un addestramento adeguati, in rapporto alla sicurezza relativamente: a)alle condizioni di impiego delle attrezzature; b)alle situazioni anormali prevedibili.

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1.1 NORMATIVA – USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO: D.Lgs.81/08 art.73

Informazione, formazione e addestramento Comma 2: Il datore di lavoro provvede altresì a informare i lavoratori sui rischi cui sono esposti durante l’uso delle attrezzature di lavoro, sulle attrezzature di lavoro presenti nell’ambiente immediatamente circostante, anche se da essi non usate direttamente, nonché sui cambiamenti di tali attrezzature. Comma 3: Le informazioni e le istruzioni d’uso devono risultare comprensibili ai lavoratori interessati. 9/132


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1.1 NORMATIVA – USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO: D.Lgs.81/08 art.73

Informazione, formazione addestramento

e

Comma 4: Il datore di lavoro provvede affinché i lavoratori incaricati dell’uso delle attrezzature che richiedono conoscenze e responsabilità particolari di cui all’articolo 71 (comma 7), ricevano una formazione, informazione ed addestramento adeguati e specifici, tali da consentire l’utilizzo delle attrezzature in modo idoneo e sicuro, anche in relazione ai rischi che possano essere causati ad altre persone. 10/132


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1.1 NORMATIVA – USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO: D.Lgs.81/08 Allegato V parte II

Prescrizioni applicabili alle attrezzature di lavoro adibite al sollevamento di persone e di persone e cose.

 Le macchine per il sollevamento o lo spostamento di persone devono essere di natura tale da evitare i rischi di caduta dall’abitacolo, se esiste, per mezzo di dispositivi appropriati.  Le macchine per il sollevamento o lo spostamento di persone devono essere di natura tale da evitare per l’utilizzatore qualsiasi rischio di caduta fuori dell’abitacolo, se esiste.

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1.1 NORMATIVA – USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO: D.Lgs.81/08 Allegato V parte II

Prescrizioni applicabili alle attrezzature di lavoro adibite al sollevamento di persone e di persone e cose.

 Le macchine per il sollevamento o lo spostamento di persone devono essere di natura tale da escludere qualsiasi rischio di schiacciamento, di intrappolamento oppure di urto dell’utilizzatore, in particolare i rischi dovuti a collisione accidentale.

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1.1 NORMATIVA – USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO: D.Lgs.81/08 Allegato V parte II

Prescrizioni applicabili alle attrezzature di lavoro adibite al sollevamento di persone e di persone e cose.

 Le macchine per il sollevamento o lo spostamento di persone devono essere di natura tale da garantire che i lavoratori bloccati in caso di incidente nell’abitacolo non siano esposti ad alcun pericolo e possano essere liberati.

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1.1 NORMATIVA RISCHIO DI CADUTE DALL’ALTO Articolo 107 – Definizioni Lavoro in quota: attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile. Articolo 115 – Sistemi di protezione contro le cadute dall’alto Nei lavori in quota è necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione idonei per l’uso specifico composti da diversi elementi, non necessariamente presenti contemporaneamente, conformi alle norme tecniche, quali i seguenti: a) assorbitori di energia; b) connettori; c) dispositivo di ancoraggio; d) cordini; e) dispositivi retrattili; f) guide o linee vita flessibili; g) guide o linee vita rigide; h) imbracature. 14/132


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1.1 NORMATIVA RISCHIO DI CADUTE DALL’ALTO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVA RETI DI SICUREZZA L'utilizzo delle reti consente piena libertà di movimento alle persone che lavorano nelle zone soprastanti. Oltre a prevenire la caduta di persone prevengono anche la caduta di oggetti.

ASSITI DI CHIUSURA Struttura compostada assi affiancate da posizionare su lucernari ed aperture al fine di prevenire la caduta dell’operatore anche per cedimenti strutturali.

PARAPETTI NORMALI Parapetti alti almeno un metro, a due correnti (di cui uno intermedio), dotati di fascia d’arresto al piede alta almeno 20cm (serve per prevenire cadute di materiali dall’alto).

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1.1 NORMATIVA RISCHIO DI CADUTE DALL’ALTO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE LINEE VITA Le LINEE VITA,

secondo

la

definizione della norma EN UNI 795 sono "dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio flessibili orizzontali". Per l’ancoraggio è necessario l’impiego di imbracature anticaduta.

IMBRACATURA ANTICADUTA Ha lo scopo di contribuire ad arrestare la caduta e può comprendere cinghie, accessori, fibbie o altri elementi disposti e montati opportunamente per sostenere tutto il corpo di una persona per trattenerla durante la caduta.

CORDINO ED ASSORBITORE Il cordino con assorbitore di energia servono a limitare la forza che agisce su l’attacco di una imbracatura durante un arresto di caduta. La lunghezza massima di un cordino anticaduta, compreso l’assorbitore di energia, i terminali ed i connettori, non deve superare i 2 metri.

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1.1 NORMATIVA RISCHIO DI CADUTE DALL’ALTO MEZZI DI ACCESSO IN QUOTA PIATTAFORMA ELEVATRICE TRABATTELLO Macchinario che permette di Ponteggio metallico mobile, la effettuare "lavori aerei", cioè cui altezza non supera i 12 m, dotato di lavori in quota. L´uso delle ruote gommate aventi sistema di blocco. piattaforme elevatrici è una Viene utilizzato, sia all’esterno, sia valida alternativa a ponteggi, all’interno di edifici. trabattelli e scale aeree quando si presenta la necessità di lavorare in posizioni elevate.

CESTELLO ELEVATORE Macchinario che permette l’accesso a luoghi in quota (ad es. sommità di edifici, tetti, coperture, ecc.). A differenza della piattaforma elevatrice il cestello limita molto la possibilità di effettuare lavori a bordo.

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1.2 RESPONSABILITA’ DELL’OPERATORE: Responsabilità penale e civile •

La Responsabilità Penale è PERSONALE (art.27 della Costituzione), e viene fatta risalire al comportamento del soggetto incriminato. Potranno rispondere, personalmente, di REATI commessi nel campo della prevenzione coloro che agendo in singolo o in cooperazione con altri cagionano ad altri lesioni da cui derivi una malattia nel corpo.

La Responsabilità Penale viene espiata nei confronti della società con il carcere e/o il pagamento di un'ammenda allo stato (commutazione della pena in sanzione amministrativa). La Responsabilità Civile è invece quella nei confronti della vittima o vittime del reato, e viene generalmente estinta con il versamento di una somma alla vittima stessa (se è viva) o alle persone che hanno promosso la causa in suo nome (generalmente i familiari).

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1.2 RESPONSABILITA’ DELL’OPERATORE: Responsabilità penale La Responsabilità Penale assume il criterio di: DOLO = VOLONTA’ di arrecare danno. •Il DOLO è definito nell'ordinamento penale italiano dall'art. 43 del

Codice Penale: "Il delitto è doloso o secondo l'intenzione, (…)” •Pertanto si ha Dolo quando vi è la volontà di arrecare danno o, secondo alcuni interpreti, anche la sola consapevolezza di una situazione pericolosa che non si è provveduto ad eliminare.

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1.2 RESPONSABILITA’ DELL’OPERATORE: Responsabilità penale

• CODICE PENALE • R.D. 19 ottobre 1930 - n° 1398 (denominato anche Cod ice Rocco) • Art. 437 (Rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro) “Chiunque omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri od infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia, è punito con (…)” Situazione di pericolo

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1.2 RESPONSABILITA’ DELL’OPERATORE: Responsabilità penale La Responsabilità Penale assume il criterio di: COLPA = NON VI E’ VOLONTA’ di arrecare danno.

• La COLPA è definita nell'ordinamento penale italiano dall'art. 43 del Codice Penale: "Il delitto è colposo o contro l'intenzione, (…)” • Pertanto si ha Colpa quando non vi è la volontà di arrecare danno.

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1.2 RESPONSABILITA’ DELL’OPERATORE: Responsabilità penale

CODICE PENALE R.D. 19 ottobre 1930 - n°1398 (denominato anche Codice Rocco) • Art. 451 (Omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro) • «Chiunque, per colpa, omette di collocare, ovvero rimuove o rende inservibili apparecchi o altri mezzi destinati alla estinzione di un incendio, o al salvataggio o al soccorso contro disastri o infortuni sul lavoro, è punito con…» Situazione di pericolo – mancanza di cinture. 22/132


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1.2 RESPONSABILITA’ DELL’OPERATORE: Responsabilità penale

• CODICE PENALE • R.D. 19 ottobre 1930 - n°1398 • Art. 590 (Lesioni personali colpose) Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è punibile con… Se i fatti … sono commessi con violazione delle norme sulla disciplina … per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, la pena è reclusione fino a 6 mesi a 2 anni o della multa da Euro 616,00 a Euro 1.239,00. Situazione di danno • Art. 589 (Omicidio colposo) Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con... Se il fatto è commesso con violazione delle norme … la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da 1 a 5 anni. Situazione di danno 23/132


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1.2 RESPONSABILITA’ DELL’OPERATORE:

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Cause infortuni

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Obblighi dei lavoratori art. 20 D. Lgs 81 2008

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Obblighi dei lavoratori art. 20 D. Lgs 81 2008

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•MODULO TECNICO

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2. MODULO TECNICO

2.1. Categorie di PLE

PLE DI GRUPPO A: le piattaforme di lavoro mobili elevabili nelle quali la proiezione verticale del baricentro del carico è sempre all’interno delle linee di ribaltamento. PLE DI GRUPPO B: le piattaforme di lavoro mobili elevabili nelle quali la proiezione verticale del baricentro del carico può essere all’esterno delle linee di ribaltamento. PLE di GRUPPO A

PLE di GRUPPO B

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2. MODULO TECNICO

2.1. Categorie di PLE

Relativamente allo spostamento, le piattaforme di lavoro mobili elevabili sono suddivise in tre tipi: •Tipo 1: lo spostamento è consentito solo quando la piattaforma di lavoro mobile elevabile è in posizione di trasporto (posizione richiesta dal fabbricante nella quale la piattaforma è trasportata nel luogo di utilizzo).

Tipo 1-B

Tipo 1-B 44/132


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2. MODULO TECNICO

2.1. Categorie di PLE

• Tipo 2: lo spostamento con la piattaforma di lavoro sollevata è controllato da un punto di comando sul telaio.

Tipo 2-A

Tipo 2-B 45/132


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2. MODULO TECNICO 2.1. Categorie di PLE

• Tipo 3: lo spostamento con la piattaforma di lavoro sollevata è controllato da un punto di comando sulla piattaforma di lavoro.

Tipo 3-A

Tipo 3-B 46/132


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2. MODULO TECNICO

2.1. Categorie di PLE

Piattaforme di lavoro autosollevanti: in sostituzione ai tradizionali ponteggi, esse permettono un agevole lavoro in facciata riducendo notevolmente i tempi d’esecuzione.

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2. MODULO TECNICO

2.1. Categorie di PLE

Relativamente alla destinazione d’uso, le piattaforme di lavoro mobili elevabili sono suddivise in quattro tipologie: •Autocarrate: omologate alla circolazione su strada da utilizzarsi per manutenzioni e lavorazioni in genere; •Semoventi: per lavori in ambiente di cantiere, con la necessità di frequenti spostamenti anche su terreni accidentati;

Autocarrate telescopiche

Autocarrate articolate

Semoventi telescopiche

Semoventi articolate

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2. MODULO TECNICO

2.1. Categorie di PLE

• Verticali a forbice o pantografo: per ambienti dove il piano di lavoro è orizzontale e non presenta buche o sporgenze pericolose; • A ragno: per lavori da svolgersi su piani inclinati.

Verticali a pantografo

A ragno

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

PIATTAFORMA DI LAVORO ELEVABILE (PLE): macchina mobile destinata a spostare persone alle posizioni di lavoro, nelle quali svolgono mansioni dalla piattaforma di lavoro, con l’intendimento che le persone accedano ed escano dalla piattaforma di lavoro attraverso una posizione di accesso definita e che sia costituita almeno da una piattaforma di lavoro con comandi, da una struttura estensibile e da un telaio.

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Piattaforma di lavoro (1): piattaforma o cabina recintata che possa essere spostata sotto carico nella posizione di lavoro richiesta e dalla quale possano essere eseguite operazioni di costruzione, riparazione, ispezione o altri lavori simili. Struttura estensibile (2): struttura collegata al telaio e ai supporti della piattaforma di lavoro che consente lo spostamento della piattaforma di lavoro alla posizione richiesta; può essere, per esempio, un braccio singolo, telescopico o articolato, un meccanismo a forbice o qualsiasi loro combinazione, e può ruotare sulla base o meno.

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Telaio (3): base della piattaforma di lavoro mobile elevabile; può essere di tipo a trazione, a spinta, semovente, ecc. Stabilizzatori (4): dispositivi e i sistemi utilizzati per stabilizzare le piattaforme di lavoro mobili elevabili supportando e/o livellando l’intera piattaforma di lavoro mobile elevabile o la struttura estensibile, per esempio martinetti, dispositivi di blocco della sospensione, assi estensibili.

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Componenti strutturali e conformazioni Piattaforma di lavoro (1) Struttura estensibile (2) Telaio (3) Stabilizzatori (4)

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Componenti strutturali e conformazioni

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Componenti strutturali

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(1) Cabina e telaio (2) Stabilizzatori (3) Torretta girevole

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(4) Struttura estensibile: braccio articolato (5) Struttura estensibile: braccio telescopico (6) Piattaforma di lavoro

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Telaio, controtelaio Le piattaforme di lavoro mobili elevabili semoventi e/o a pantografo hanno il carro di base (telaio) costituito da una struttura specifica a due o piĂš assi dotati di cingoli o pneumatici. Nel caso di piattaforme di lavoro mobili elevabili autocarrate abbiamo il controtelaio che è una struttura metallica alloggiata sul telaio dell’autocarro e sulla quale poggia tutta la struttura della piattaforma.

Controtelaio

Telaio

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Telaio, controtelaio •Il controtelaio è una struttura metallica alloggiata sul telaio dell’autocarro sulla

quale poggia tutta la struttura della piattaforma di lavoro. •Il controtelaio ha la funzione di sopportare il peso della piattaforma di lavoro e

dei suoi carichi tramite l’ausilio degli stabilizzatori che sono parte solidale al controtelaio stesso.

In molti casi le ruote, non vengono completamente sollevate da terra (dipende da quanto previsto dal costruttore/allestitore) e contribuiscono ad assorbire le sollecitazioni e alla stabilizzazione durante le operazioni di sollevamento.

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Controtelaio: sistema di stabilizzazione Il sistema di stabilizzazione di una piattaforma di lavoro è composto dai seguenti elementi: •Barra stabilizzatrice femmina (traversa): solidale al basamento del mezzo; •Bracci stabilizzatori estensibili: appoggiati nella barra stabilizzatrice femmina ad azionamento idraulico; •Stabilizzatori: martinetti idraulici con la funzione di stabilizzare la piattaforma una volta posizionati correttamente al suolo. Traversa Stabilizzatori

Bracci stabilizzatori estensibili

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Controtelaio: sistema di stabilizzazione •

Valvola di blocco: l’efficienza degli stabilizzatori di tipo oleodinamico è garantita dalla valvola di blocco, accoppiata su ciascun cilindro di azionamento dello stabilizzatore; fra tale valvola ed il distributore idraulico può esserci un rubinetto di chiusura ad azionamento manuale; Piastre d’appoggio maggiorate: sono previste da costruttore, per ottenere una migliore distribuzione del carico trasmesso al suolo; aumentando la superficie di appoggio dello stabilizzatore diminuisce la pressione specifica esercitata sul terreno dagli stabilizzatori stessi. Piastre d’appoggio maggiorate

Valvola di blocco

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Controtelaio: sistema di stabilizzazione • Per le piattaforme elevabili semoventi e/o pantografo nei casi in cui non fossero dotate di stabilizzatori diventa fondamentale lo stato di usura dei pneumatici, in quanto questi ultimi hanno anche la funzione di garantire la stabilità della piattaforma elevabile. • È quindi necessario controllare periodicamente lo stato di usura e l’eventuale presenza di tagli o crepe nelle tele dei pneumatici dato che molte volte questa tipologia di apparecchi lavora su terreni accidentati in cui è prevedibile la presenza di chiodi e/o materiale con bordi taglienti.

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Torretta girevole La torretta girevole è generalmente costruita in acciaio ed è montata su una piattaforma girevole su cuscinetti a sfere. Grazie a questa sistemazione, la struttura girevole è in grado di ruotare. A seconda delle tipologie di piattaforme di lavoro mobili elevabili è possibile una rotazione in continuo a 360° oppure limitata da appositi dispositivi di sicurezza. • Gruppo di rotazione a ralla: la trasmissione del moto della colonna è realizzato tramite una ralla (ingranaggio di dimensioni maggiori) ed un pignone (ingranaggio di dimensioni minori); il tutto è azionato da un motore.

Ralla

Pignone

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Struttura estensibile Vi sono vari sistemi di trasmissione della struttura estensibile. Tali sistemi devono essere progettati e costruiti in modo da impedire qualsiasi spostamento accidentale della struttura estensibile. I principali sono: •sistemi di trasmissione a fune metallica: comprende una o più funi avvolte attorno a tamburi o su una pulegge; •sistemi di trasmissione a catena: comprende una o più catene avvolte su ruote dentate per catena o su pulegge per catena; •sistemi di trasmissione con madre viti; •sistemi di trasmissione a cremagliera: la trasmissione del moto realizzato tramite una cremagliera (ingranaggio lineare) ed un pignone (ingranaggio circolare). Pignone Cremagliera

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Struttura estensibile •

Pistoni: trattasi di cilindri idraulici il cui movimento è dato dal’olio in pressione tramite un impianto oleodinamico; è importante controllare periodicamente le testate dei pistoni al fine di escludere eventuali perdite di olio.

Pistoni

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Struttura estensibile •

Prolunga idraulica (Jib): il Jib è una prolunga idraulica, che viene applicata alla struttura estensibile (sia essa articolata o telescopica), allo scopo di aumentarne le prestazioni; il JIB permette una maggiore flessibilità durante il posizionamento della piattaforma in caso di ostacoli; può essere del tipo articolato oppure telescopico.

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Piattaforma di lavoro Su tutti i lati della piattaforma di lavoro deve essere montato un parapetto di protezione per impedire la caduta di persone e materiali. •Parapetto: deve essere fissato in modo sicuro alla piattaforma di lavoro e deve, almeno, essere costituito da corrimano alti almeno 1,1 m, parapiedi alti almeno 0,15 m e correnti intermedi a distanza non maggiore di 0,55 m dal corrimano e dai parapiedi.

Corrimano Correnti intermedi Parapiedi

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2. MODULO TECNICO

2.2. Componenti strutturali

Piattaforma di lavoro L’accesso alla piattaforma di lavoro deve avere le seguenti caratteristiche: • non deve potersi piegare o aprire verso l’esterno; • deve essere costruita in modo che rientri automaticamente alla posizione chiusa e fissata, oppure che sia interbloccata mediante un dispositivo di sicurezza per impedire il funzionamento della piattaforma di lavoro mobile elevabile fino a quando non è chiusa e fissata. • non deve poter essere aperta in maniera accidentale. Accesso Dispositivo di sicurezza

È vietato depositare materiale sul piano di calpestio della piattaforma di lavoro!

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2. MODULO TECNICO

2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Definizione dei comandi Abbassamento: tutte le operazioni per spostare la piattaforma ad un livello inferiore. Sollevamento: tutte le operazioni per spostare la piattaforma ad un livello superiore.

Rotazione: movimento circolare della piattaforma di lavoro rispetto all’asse verticale.

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2. MODULO TECNICO

2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Definizione dei comandi

Orientamento: movimento circolare della struttura estensibile rispetto all’asse verticale.

Spostamento: qualsiasi movimento del telaio con la piattaforma di lavoro in una posizione diversa da quella di trasporto.

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2. MODULO TECNICO

2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di comando • • • •

Gli organi di comando delle piattaforme di lavoro elevabili, a seconda della tipologia, si possono trovare sul telaio (sia esternamente che in cabina) e/o sulla piattaforma di lavoro. Vengono realizzati con attuatori ossia pulsanti e leve. I pulsanti devono essere protetti contro l’azionamento accidentale (ad es. con guardia di protezione). Le leve devono avere il ritorno in posizione di neutro automatico ed essere protette contro gli azionamenti accidentali mediante una protezione (ad es. ghiera).

Guardia di protezione

Ghiera

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2. MODULO TECNICO 3.

Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di comando Quadro stabilizzatori • Qualsiasi posizione di comando alla base o al livello del suolo deve consentire all’operatore il contatto visivo degli spostamenti risultanti, ove questi possano creare pericoli. • Questo vale soprattutto per la postazione di azionamento degli stabilizzatori motorizzati che sono a contatto con il suolo e/o sporgono oltre la larghezza del telaio. • Occorre effettuare una verifica mediante esame visivo.

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2. MODULO TECNICO

2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di comando

Piattaforma a pantografo: comandi in piattaforma di lavoro A Joystick per trazione / sollevamento / discesa B, C Interruttori di sterzo D Interruttore uomo presente E, F, G, H Spie di segnalazione I Interruttore clacson J Arresto di emergenza K Selettore velocitĂ di trazione L Selettore velocitĂ di manovra

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2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di comando Quadro comandi su telaio Tutti i dispositivi di comando devono recare chiaramente l’indicazione della manovra a cui si riferiscono. 1 Selettore a chiave 2,3 Pulsanti consenso stabilizzatori 4-10 Selettori di manovra 13 Arresto di emergenza 14 Contatore ore 15 Spie stabilizzatori

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2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di comando •

Le piattaforme di lavoro mobili elevabili devono essere dotate di un dispositivo che ne impedisca l’uso non autorizzato (per esempio commutatore bloccabile mediante chiave estraibile). In questo caso il selettore (1) se posto nella posizione di sinistra abilita il quadro comandi a terra, se posto nella posizione di destra abilita il quadro comandi in cesta. Le piattaforme di lavoro mobili elevabili devono essere dotate di comando di arresto di emergenza (13) in ciascuna postazione di comando.

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2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di comando Le piattaforme di lavoro mobili elevabili di tipo 2 devono essere dotate di mezzi di comunicazione (per esempio radio ricetrasmittente) tra le persone sulla piattaforma di lavoro e i guidatore.

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2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di comando Le piattaforme di lavoro mobili elevabili di tipo 3 devono essere dotate di un dispositivo di avvertimento acustico (per esempio una sirena) azionato dalla piattaforma di lavoro.

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2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

DEFINIZIONI Carico nominale: carico per cui la piattaforma di lavoro mobile elevabile è stata progettata per il normale impiego; il carico nominale comprende persone, attrezzi e materiali che agiscono verticalmente sulla piattaforma di lavoro. Il carico nominale M è dato dalla seguente relazione: M = N x Mp + Me Dove: N: numero di persone ammesse sulla piattaforma Mp: massa di una persona (80 Kg) Me: massa minima degli attrezzi e dei materiali (≥ 40 Kg) Carico del Vento: tutte le piattaforme di lavoro mobili elevabili utilizzate all’esterno si ritengono soggette al vento ad una pressione di 100 N/m2, equivalente ad una velocità del vento di 12,5 m/s (scala di Beaufort 6). 76/132


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2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di sicurezza: limitatore di momento Il momento di una forza esprime la capacità di tale forza di mettere in rotazione un oggetto rispetto ad un punto. Il momento (M) di una forza (F) rispetto ad un punto (O) si ottiene con la seguente formula: M = FxD (Nxm) Dove: F è la forza determinata dal carico della piattaforma D è la distanza fra la forza ed il punto di rotazione O D

O

F

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2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di sicurezza: limitatore di momento Dispositivo costituito da un sistema elettroidraulico che al raggiungimento di valori critici d’intervento, disattiva i comandi della piattaforma rendendo funzionanti solo i comandi che permettono una riduzione del sovraccarico. Il limitatore di momento di una piattaforma elevabile deve in genere assolvere le seguenti funzioni: • evitare i sovraccarichi alla struttura; • evitare il rischio di ribaltamento del veicolo.

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2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di sicurezza: limitatore di momento Normalmente è composto da: • sensori di rilevazione pressione • centralina elettronica • elettrovalvole di blocco • dispositivi di allarme visivo

I sensori di pressione vengono installati sulla struttura estensibile (nei cilindri di sollevamento) e lavorano abbinati ad una centralina elettronica, che elabora i dati calcolando il momento presente sul braccio. Se si supera la soglia di momento massimo di carico, interviene un elettrovalvola, che agisce sul circuito idraulico, impedendo tutte le manovre che inducono alla fuoriuscita dall’area di lavoro prevista per quel tipo di piattaforma.

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2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di sicurezza: limitatore di momento

La piattaforma deve essere fornita di un indicatore visivo (1) abbinato al limitatore. In questo caso l’indicatore emette luce gialla con carico limite e luce rossa con blocco piattaforma. L’indicatore visivo deve essere posto in posizione ben visibile sulla struttura dell’apparecchio.

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2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di sicurezza: valvole di blocco Le valvole di blocco, chiamate anche valvole di ritegno o di non ritorno, sono montate sugli stabilizzatori e sui cilindri di sostegno bracci.

Valvola di blocco

Servono ad evitare, che in caso di rottura della tubazione di adduzione, vi sia una repentina fuoriuscita di olio con grave pregiudizio per la stabilità dell’apparecchio, dovuta ad esempio al rientro repentino di uno stabilizzatore o dello stelo del cilindro di sostegno braccio.

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2.3. Dispositivi di comando e di sicurezza

Dispositivi di sicurezza: valvole di massima pressione Queste valvole garantiscono che la pressione dell’olio non superi il valore di pressione massima previsto dal costruttore, al fine di evitare che l’impianto possa essere sottoposto a pressioni pericolose: •per i componenti installati; •per la struttura. Ad esempio: quando si cerca di sollevare un carico superiore a quello previsto, interviene la valvola di massima pressione, che mantenendo una pressione costante, non permette il sollevamento del carico stesso.

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2.4. Controlli da effettuare prima dell’utilizzo

Fattori ed elementi che influenzano la stabilità 1.TERRENO: effettuare con cura la scelta del terreno per l’appoggio degli stabilizzatori. L’aspetto più importante è che il suolo possa sostenere le pressioni causate dagli stabilizzatori. 2.TUBAZIONI: accertare la presenza di eventuali tubazioni nascoste informandosi anche sull’eventuale presenza di canali e fognature. 3.STABILIZZATORI: effettuare un corretto posizionamento degli stabilizzatori; i piattelli di appoggio trasmettono le forze di pressione degli stabilizzatori sul terreno. Quando la pressione sulla superficie dei piattelli di appoggio supera la pressione ammissibile sul suolo, si deve aumentare la superficie di appoggio interponendo un sottofondo di materiale stabile (per es. tavole di legno). Il sottofondo va posato in modo che i piattelli appoggino sul centro della superficie d’appoggio.

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2.4. Controlli da effettuare prima dell’utilizzo

Fattori ed elementi che influenzano la stabilità 4. SBRACCIO: scegliere il posto in modo da operare con il minimo sbraccio (estensione massima possibile della piattaforma) e che non ci siano ostacoli nel campo di lavoro. Non togliere mai la piattaforma dalla posizione di trasporto senza stabilizzare l’autocarro. INCIDENTE AVVENUTO A CAGLIARI: Un camion gru si è impennato per il peso eccessivo del cestello sul quale si trovavano due operai che lavoravano alla ristrutturazione di un edificio. I due, che al momento dell'incidente erano al livello del terzo piano, sono precipitati giù assieme al braccio della gru. Non sarebbero gravi ma hanno riportato delle fratture.

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2.4. Controlli da effettuare prima dell’utilizzo

Area di lavoro Riveste una grande importanza sapere, quando si utilizza una piattaforma elevabile, la sua area di lavoro. E’ compito dell’allestitore definire tale aspetto, egli, in base alle caratteristiche dell’apparecchio, dovrà stabilire quale sarà il suo campo di lavoro. Area di lavoro: spazio all’interno del quale la piattaforma di lavoro è progettata per lavorare, entro i carichi e le sollecitazioni specificate nelle normali condizioni di utilizzo; le piattaforme di lavoro mobili elevabili possono avere più di un’area di lavoro.

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2.4. Controlli da effettuare prima dell’utilizzo

Area di lavoro

Carico massimo persone + attrezzi

Di seguito si riporta un esempio di una tabella recante l’area di lavoro ottenuta rapportando l’estensione del braccio (asse y), con il raggio di lavoro (asse x), inteso come la distanza orizzontale compresa tra il centro di rotazione e l’asse verticale della piattaforma di lavoro. Tale diagramma deve essere ben visibile dal posto di manovra. Aree di lavoro

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2. MODULO TECNICO 2.4. Controlli da effettuare prima dell’utilizzo

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2. MODULO TECNICO

2.4. Controlli da effettuare prima dell’utilizzo

Documentazione Ciascuna piattaforma elevabile deve essere accompagnata dalla seguente documentazione: •Dichiarazione di conformità (DIRETTIVA MACCHINE 2006/42/CE): certificato con cui il fabbricante dichiara la rispondenza dell’apparecchio alle norme tecniche europee firmato da tecnico specializzato. •Manuale d’uso e manutenzione (DIRETTIVA MACCHINE 2006/42/CE): deve contenere le istruzioni per l'uso dell’apparecchio nella lingua comunitaria ufficiale dello Stato in cui la macchina è stata immessa sul mercato. Il contenuto delle istruzioni non deve riguardare soltanto l'uso previsto della macchina, ma deve tener conto anche dell'uso scorretto ragionevolmente prevedibile. Il manuale deve inoltre contenere gli interventi di manutenzione previsti dal fabbricante. 88/132


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2.4. Controlli da effettuare prima dell’utilizzo

Documentazione •

Registro dei controlli (D.Lgs. N°81/08, art. 71): deve essere compilato con gli interventi di manutenzione previsti dal manuale d’uso e con le verifiche periodiche previste dal D.M. 11 aprile 2011 per “Ponti mobili sviluppabili su carro”: • prima verifica (omologazione): l'INAIL e' titolare della prima delle verifiche periodiche da effettuarsi nel termine di sessanta giorni dalla richiesta; • verifiche periodiche: le ASL o gli Organismi Abilitati sono titolari delle verifiche periodiche ANNUALI da effettuarsi nel termine di trenta giorni dalla richiesta.

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2.4. Controlli da effettuare prima dell’utilizzo

Targa identificativa La targa identificativa deve essere apposta in posizione ben visibile e deve recare: 1.Nome dell’allestitore che ha applicato la marcatura finale CE. 2.Modello della gru. 3.Numero di matricola. 4.Anno di installazione. 5.Portata massima. 6.Numero di persone ammesse.

1 2 3

4 5 6

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2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Dispositivi di protezione individuale I DPI obbligatori da impiegare durante l’utilizzo delle PLE sono:

Imbracatura anticaduta con assorbitore di energia

Elmetto di protezione Indumenti da lavoro per l’industria privi di parti svolazzanti

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2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

3. Connettore (collegato a punto di ancoraggio)

1. Imbracatura anticaduta

2. Cordino con assorbitore di energia L’insieme degli elementi 1, 2 e 3 formano un SISTEMA ANTICADUTA

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2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

1. Imbracatura anticaduta Trattasi del dispositivo di protezione individuale indossato dall'operatore. •In caso di caduta, ha il compito di trattenere l’operatore in modo che non subisca danni. •Deve essere scelta in base alla tipologia di lavoro da effettuare e in base al luogo di lavoro. •I punti di aggancio dell’imbracatura devono avere una resistenza statica >15kN per 3 minuti (EN361 ed EN358).

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2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

2. Cordino con assorbitore di energia Trattasi del dispositivo che collega l’imbracatura al punto di ancoraggio o connettore. •L’assorbitore d’energia è composto da nastro in poliammide che si rompe gradatamente in caso di caduta, assorbendo il carico dinamico derivante da una caduta in modo che non superi il valore di 6kN. •Per determinare l’elemento intermedio da usare, è necessario calcolare l’eventuale distanza di arresto caduta. •

La lunghezza massima di un cordino anticaduta, compreso l’eventuale assorbitore di energia ed i connettori, non deve superare i 2 metri.

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2. MODULO TECNICO

2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

3. Connettore Dispositivo utilizzato per collegare l’elemento di collegamento al punto di ancoraggio. •Si deve aprire esclusivamente con almeno due movimenti manuali consecutivi e intenzionali. •Deve essere adeguato al punto di ancoraggio ed avere una resistenza statica minima di 15kN per 3 minuti (EN362). •Il bloccaggio della leva di chiusura può essere di tipo automatico o manuale

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2. MODULO TECNICO

2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Come indossare l’imbracatura

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2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Come indossare l’imbracatura

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2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Come indossare l’imbracatura

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2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Come indossare l’imbracatura

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2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Come indossare l’imbracatura

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2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Come indossare l’imbracatura

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2. MODULO TECNICO

2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Modalità di ancoraggio E’ necessario capire i fattori di caduta per ridurre i rischi! Sono tre i fattori di caduta a seconda della posizione del punto di ancoraggio. Sono utili per determinare la distanza potenziale di caduta di un lavoratore e, quindi, per assicurare che non ci sia rischio impatto con il piano inferiore. Quando possibile, il lavoratore dovrebbe sempre usare un punto di ancoraggio a livello delle spalle o sopra (Fattore 1 o 0).

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2. MODULO TECNICO

2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Modalità di ancoraggio Un punto di ancoraggio più alto riduce la distanza di caduta e quindi riduce in maniera significativa il rischio di lesioni dovute alle forze di impatto di una caduta. MASSIMA DISTANZA DI CADUTA USANDO UN CORDINO CON ASSORBITORE DI ENERGIA DI 2 M Fattore 2 (sotto il piede) Il lavoratore cade per 5,75 m (due volte la lunghezza del cordino + l’assorbitore di energia dispiegato) ACCETTABILE!

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2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Modalità di ancoraggio Un punto di ancoraggio più alto riduce la distanza di caduta e quindi riduce in maniera significativa il rischio di lesioni dovute alle forze di impatto di una caduta. MASSIMA DISTANZA DI CADUTA USANDO UN CORDINO CON ASSORBITORE DI ENERGIA DI 2 M Fattore 1 (a livello della spalla o superiore) Il lavoratore cade per 3,75 m (l’altezza del lavoratore e la lunghezza dell’assorbitore di energia dispiegato) BUONO!!

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2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Modalità di ancoraggio Un punto di ancoraggio più alto riduce la distanza di caduta e quindi riduce in maniera significativa il rischio di lesioni dovute alle forze di impatto di una caduta. MASSIMA DISTANZA DI CADUTA USANDO UN CORDINO CON ASSORBITORE DI ENERGIA DI 2 M Fattore 0 (teso sopra la testa) Il lavoratore cade per 1,75 m (la lunghezza dell’assorbitore di energia, nel caso si dispiegasse) OTTIMALE!!!

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2. MODULO TECNICO

2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Modalità di ancoraggio Quando si usa un cordino con assorbitore di energia, è importante capire come si calcola la distanza potenziale della caduta per evitare l’impatto con il piano inferiore. Il calcolo sotto indica la distanza minima necessaria tra il punto di ancoraggio del cordino e il piano inferiore. • •

Due volte la lunghezza del cordino 1.75 m distanza di decelerazione per l’allungamento massimo dell’assorbitore di energia e deformazione del cordino 1 m di margine di sicurezza

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2. MODULO TECNICO

2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Modalità di ancoraggio

Esempio 1 Usando un cordino di 2 metri: 2 x 2 m + 1,75 m + 1 m. Il tirante d'aria libero necessario è di 6,75 m

Esempio 2 Usando un cordino di 1,5 m: 2 x 1,5 m + 1,75 m + 1 m. Il tirante d'aria libero necessario è di 5.75 m

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2. MODULO TECNICO

2.5. DPI specifici da utilizzare con le PLE

Modalità di ancoraggio •Il cordino dell’imbracatura anticaduta deve essere connesso alla

piattaforma di lavoro nei seguenti modi: •ad una linea rigida orizzontale (1); •ad una linea di trattenuta alternativa (2).

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2. MODULO TECNICO

2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

RISCHI PRINCIPALI Investimento/schiacciamento di persone a terra durante la guida. Caduta della piattaforma per cedimenti strutturali.

Caduta dall’alto dell’operatore. Caduta dall’alto di oggetti. Incidenti con altri mezzi e/o ostacoli fissi. Cedimento/franamento del terreno. Schiacciamento/cesoiamento di parti del corpo con elementi in movimento (ad es. stabilizzatori, struttura estensibile). Ribaltamento del mezzo per sovraccarico o sbraccio eccessivo. Scivolamento con caduta accidentale dell’operatore durante la salita e discesa dal veicolo. Urti fra il capo contro ostacoli ad altezza uomo. Ustioni per contatto con parti in temperatura (ad es. impianto idraulico, motore). Folgorazione per contatto con linee elettriche (diretta) o per scariche elettrostatiche (indiretta). Esposizione a vibrazioni del corpo intero (WBV) durante la guida.

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2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Trasferimento Prima di mettersi in strada, assicurarsi che la piattaforma sia ripiegata, la piattaforma estesa (se non rientra nelle dimensioni consentite dal codice della strada) può urtare contro ponti, tetti, condotte elettriche e simili, o altre strutture. Prima di mettersi in marcia assicurarsi che le leve e gli stabilizzatori siano in perfette condizioni di bloccaggio; l’accidentale sfilamento del braccio stabilizzatore durante la marcia su strada del veicolo, può essere causa di gravi incidenti. Fare maggiore attenzione in prossimità degli incroci, dei passaggi a livello e dei sottopassaggi.

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2. MODULO TECNICO

2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Posizionamento e stabilizzazione 1. Delimitazione dell’area di lavoro: delimitare l’area di lavoro con transenne o paletti con base e catenella per impedire l’accesso a persone non autorizzate. 2. Inclinazione del mezzo: livellare sempre l’autocarro con i cilindri di stabilizzazione, facendo riferimento all’indicatore di planarità (livella a bolla) applicata al mezzo; la bolla deve essere contenuta nel cerchio interno, e in ogni caso non deve assolutamente uscire dal cerchio esterno. L'inclinazione massima ammessa è stabilita dal costruttore e solitamente di aggira attorno al valore di 3°.

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2. MODULO TECNICO

2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Posizionamento e stabilizzazione 3. Portata del terreno: occorre tener conto della massima pressione ammessa sul terreno e confrontarla con quella degli stabilizzatori (riportata nel manuale); se quest’ultima è più alta di quella del terreno (vedi tabella) occorre impiegare i piattelli d’appoggio.

Pressione stabilizzatori da manuale

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2. MODULO TECNICO

2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Posizionamento e stabilizzazione Esempio: supponiamo di dover operare su asfalto, pertanto ricordando che la pressione P di una forza F che agisce su una superficie S è data da: P = F/S la condizione di stabilità si ha quando la forza degli stabilizzatori Fs è uguale a quella del terreno Ft: Fs = Ps x Ss

Ft = Pt x St

Ps x Ss = Pt x St

St = Ps/Pt x Ss

St = 59/20 x Ss = 3 Ss

La superficie dei piattelli deve essere 3 volte quella degli stabilizzatori!

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2. MODULO TECNICO

2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Posizionamento e stabilizzazione 4. Posizionamento degli stabilizzatori: occorre garantire la stabilità del mezzo che viene assicurata solo dalla completa estensione laterale degli stabilizzatori, oltre che dall’osservanza della targa di portata.

La stabilità del mezzo è assicurata solo dalla completa estensione laterale degli stabilizzatori. Prestare la massima attenzione durante l'operazione di stabilizzazione del veicolo; accertarsi che nessuno sosti o transiti in prossimità del raggio d'azione stabilizzatori. 114/132


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2.6. ModalitĂ di utilizzo in sicurezza e rischi

Posizionamento e stabilizzazione 5. Scarpate e fossati: porre il mezzo a sufficiente distanza di sicurezza da scarpate o fossati; in generale vale la seguente regola: in caso di terreno franoso o di riporto la distanza di sicurezza (a) deve essere il doppio della profonditĂ del fossato (b) a=2b

La distanza di sicurezza (a) si misura dal piede del fossato (c).

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2. MODULO TECNICO

2.6. ModalitĂ di utilizzo in sicurezza e rischi

Schiacciamento, cesoiamento Per aree quali stabilizzatori, torretta girevole, struttura estensibile, dove non è possibile mettere protezioni, osservare gli spazi minimi riportati in tabella.

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2. MODULO TECNICO

2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Scivolamento • Pulirsi le suole delle scarpe prima di salire sulla piattaforma. • Non servirsi dei comandi o delle tubazioni flessibili come appigli. • Scendere e salire sulla P.L. utilizzando l’apposita scaletta (A) posta sul veicolo.

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2. MODULO TECNICO

2.6. ModalitĂ di utilizzo in sicurezza e rischi

Folgorazione 1. Folgorazione diretta: mantenere sempre una distanza di sicurezza sufficiente quando nel campo di lavoro della PLE passano linee elettriche. Ciò vale soprattutto quando si tratta di linee aeree che non sono state disinserite da specialisti o delle quali comunque non si conosce lo stato.

Se non si conosce la tensione nominale della linea mantenere sempre una distanza di al massimo 5 metri.

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2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Folgorazione Se la PLE viene a contatto con una linea elettrica, è necessario seguire la seguente procedura: •se la PLE tocca una linea elettrica non toccare la struttura; •se si è più vicini di 10 metri alla PLE o alla linea elettrica, allontanarsi almeno fino a 10 metri, ma con piccoli passi per non ricevere un differenziale di potenziale troppo alto fra i due piedi. •se si è dentro alla cabina dell'autocarro, restare lì senza toccare la carrozzeria e non uscire prima che venga tolta la corrente; • impedire a chiunque di avvicinarsi; • chiamare soccorso e fare togliere la corrente alla linea; •non tentare di spostare un eventuale infortunato prima che sia tolta la corrente alla linea, si verrebbe folgorati; •se si conosce la procedura, prestare soccorso alla persona folgorata, altrimenti aspettare l'arrivo dei soccorsi.

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2. MODULO TECNICO

2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Folgorazione 2. Folgorazione indiretta: la PLE può caricarsi elettrostaticamente in particolare quando si lavora nelle seguenti condizioni: • in prossimità di linee elettriche; • nelle vicinanze di trasmettitori potenti (trasmittenti, radiofoniche, stazioni radio e simili); • all’avvicinarsi di un temporale. Al fine di evitare la carica elettrostatica PLE, è necessario effettuare la messa a terra della PLE: •conficcare nel terreno ad una profondità di almeno 1 m un’asta metallica lunga circa 1,5 m; •prelevare un cavo elettrico (di sezione minima 16 mm2) e collegare un’estremità all’asta metallica (per mezzo di una fascetta metallica o dell’apposito morsetto) e l’altra estremità al punto di attacco indicato sul basamento della PLE e fissare.

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2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Condizioni climatiche In condizioni di temporale con pericolo di fulmini è vietato lavorare con la PLE, ed è obbligatorio chiuderla a riposo. In condizioni di vento troppo forte la PLE può ribaltare o rompersi o urtare contro linee elettriche. Il vento forte può sovraccaricare la PLE. Controllare durante il servizio, di continuo, la velocità del vento. A titolo indicativo, quando la velocità del vento supera i 40 Km/h (grado 6 della scala Beaufort), si devono interrompere le operazioni e ripiegare la PLE.

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2.6. ModalitĂ di utilizzo in sicurezza e rischi

Condizioni climatiche

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2. MODULO TECNICO

2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Altre misure di sicurezza Non indossare anelli, orologi da polso, gioielli, capi di vestiario slacciati o sciolti, quali ad esempio cravatte, indumenti strappati, sciarpe, giacche sbottonate o bluse con chiusure lampo aperte, che possano impigliarsi nelle parti in movimento. Tutte le manovre necessarie a raggiungere il punto d’intervento devono essere eseguite dall’operatore che si trova sulla piattaforma. La manovra da terra é ammessa solo in casi di emergenza. Quando si utilizza la PLE dalla postazione di emergenza a terra, l’operatore si trova all’interno dell’area di lavoro della PLE ed esiste quindi un rischio di schiacciamento in caso di errata manovra. Eseguire tutti i movimenti a bassa velocità e con estrema cautela.

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2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Altre misure di sicurezza Stare attenti a non fare mai cadere oggetti o attrezzature dal cestello. Gli attrezzi di lavoro devono essere tenuti entro apposite sacche portautensili, mai appoggiati sul piano di calpestio.

E’ fatto divieto di salire o scendere dalla P.L. quando è elevata.

E’ fatto divieto di scaricare o caricare oggetti dalla P.L. quando è elevata. Durante il rifornimento è vietato fumare ed utilizzare telefoni cellulari! 124/132


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2. MODULO TECNICO

2.6. Modalità di utilizzo in sicurezza e rischi

Manovre principali 1)Posizionare il mezzo su un terreno stabile e lontano da fossati; eventualmente usare piattelli d’appoggio sotto i cilindri di stabilizzazione. 2)Abbassare i bracci stabilizzatori fino a portare “in bolla” il mezzo, ovvero entro i 3 gradi di inclinazione massima rispetto a tutti gli assi.

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2.6. ModalitĂ di utilizzo in sicurezza e rischi

Manovre principali 3)Indossare i dispositivi di protezione individuale: imbracatura, elmetto ed indumenti da lavoro. 4)Salire uno alla volta sulla piattaforma ed agganciare il connettore dell’imbracatura all’anello apposito indicato sulla piattaforma di lavoro, oppure al parapetto della piattaforma. 5)Salire in quota mantenendo le distanze da linee elettriche, strutture ed edifici.

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2.7. Procedure operative di salvataggio

Modalità di discesa in emergenza • Le piattaforme di lavoro mobili elevabili devono essere dotate di un sistema di emergenza sostitutivo idoneo (per esempio un’unità di alimentazione secondaria od un azionamento a mano) atto a garantire che, in caso di guasto all’alimentazione elettrica, la piattaforma di lavoro possa essere riportata in una posizione dalla quale sia possibile scendere senza pericoli.

Discesa manuale in emergenza ad un pomello

Discesa manuale in emergenza a due pomelli

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Ed. 14.01

2. MODULO TECNICO

2.7. Procedure operative di salvataggio

Modalità di discesa in emergenza • La posizione dei comandi del sistema di emergenza deve essere facilmente accessibile da terra. • Prima di iniziale le operazioni verificare mediante esame visivo e prova di funzionamento il sistema di discesa in emergenza. • Le istruzioni per l’uso del sistema di emergenza sostitutivo devono essere posizionate vicino ai relativi comandi. • In questo caso il selettore (1) se posto nella posizione di sinistra abilita il quadro comandi a terra (discesa in emergenza). • Quando si utilizza la PLE dalla postazione a terra, l’operatore si trova all’interno dell’area di lavoro ed esiste Discesa in emergenza quindi un rischio di schiacciamento in comandata da terra caso di errata manovra. Eseguire tutti i movimenti a bassa velocità e con estrema cautela. 128/132


Ed. 14.01

2. MODULO TECNICO

2.7. Procedure operative di salvataggio

Segnaletica gestuale Comando

Descrizione

INIZIO

Le braccia sono aperte in senso orizzontale, i palmi delle mani rivolti in avanti.

ALT

Il braccio destro è teso verso l’alto con il palmo della mano rivolto in avanti.

FINE

Le mani sono giunte all’altezza del petto.

Segnale gestuale

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Ed. 14.01

2. MODULO TECNICO

2.7. Procedure operative di salvataggio

Segnaletica gestuale Comando

Descrizione

SOLLEVARE

Il braccio destro teso verso l’alto, il palmo della mano rivolto in avanti descrive lentamente un cerchio.

ABBASSARE

Il braccio destro teso verso il basso, il palmo della mano rivolto verso il corpo descrive lentamente un cerchio.

DISTANZA VERTICAL E

Segnale gestuale

Le mani indicano la distanza.

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Ed. 14.01

2. MODULO TECNICO

2.7. Procedure operative di salvataggio

Segnaletica gestuale Comando

Descrizione

AVANZARE

Le braccia sono ripiegate, i palmi delle mani rivolti all’indietro, gli avambracci compiono movimenti lenti in direzione del corpo.

RETROCEDERE

Le braccia sono ripiegate, i palmi delle mani rivolti in avanti, gli avambracci compiono movimenti lenti che si allontanano del corpo.

DISTANZA VERTICAL E

Segnale gestuale

Le mani indicano la distanza.

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Ed. 14.01

2. MODULO TECNICO

2.7. Procedure operative di salvataggio

Segnaletica gestuale Comando A DESTRA (rispetto al segnalator e)

A SINISTRA (rispetto al segnalator e) PERICOLO (alt o arresto di emergenza)

Descrizione

Segnale gestuale

Il braccio destro teso in orizzontale, con il palmo della mano rivolto verso il basso, compie piccoli movimenti lenti nella direzione. Il braccio sinistro teso in orizzontale, con il palmo della mano rivolto verso il basso, compie piccoli movimenti lenti nella direzione. Entrambe le braccia tese verso l’alto con i palmi delle mani rivolti in avanti.

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