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CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - Specifica I RISCHI PER LA SICUREZZA SUL LAVORO LEGATI : • AMBIENTI DI LAVORO-MICROCLIMA-RUMORE-VIBRAZIONI • RISCHIO ELETTRICO-CAMPI ELETTROMAGNETICI • SEGNALETICA • VDT - ILLUMINAZIONE • STRESS LAVORO CORRELATO •MOVIMENTAZIONE CARICHI

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AMBIENTI DI LAVORO Definizioni Art. 62 D.Lgs. 81/08 I luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell'azienda o dell'unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro;

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AMBIENTI DI LAVORO Art. 63 D.Lgs. 81/08 Requisiti di salute e di sicurezza posti di lavoro 1. I luoghi di lavoro devono essere conformi ai requisiti indicati nell’ ALLEGATO IV. 2. I luoghi di lavoro devono essere strutturati tenendo conto, se del caso, dei lavoratori disabili.

porte vie di circolazione scale gabinetti docce

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AMBIENTI DI LAVORO Art. 64 D.Lgs. 81/08 Obblighi del datore di lavoro

Il datore di lavoro provvede affinchĂŠ: d) luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi sottoposti a regolare manutenzione e riparati al piĂš presto; e) luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi sottoposti a regolare pulitura; f) impianti e i dispositivi di sicurezza, destinati alla prevenzione o all'eliminazione dei pericoli, sottoposti a regolare manutenzione e al controllo del loro funzionamento.

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AMBIENTI DI LAVORO ALLEGATO IV D. Lgs. 81/08 – REQUISITI LUGHI DI LAVORO Spogliatoi

Stabilità e solidità

Altezza, cubatura e superficie Locali di riposo e refezione Vie di circolazione, zone di pericolo, pavimenti e passaggi Microclima

Illuminazione naturale ed artificiale

Servizi igienici Scale

Luoghi di lavoro

Porte e portoni

Posti di lavoro e luoghi di lavoro esterni Pavimenti, muri, soffitti, finestre e lucernari dei locali scale Vie e uscite di emergenza.

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AMBIENTI DI LAVORO ALLEGATO IV D. Lgs. 81/08 – REQUISITI STRUTTURALI Altezza, cubatura e superficie

ALTEZZA MINIMA: 3 m (per uffici o az. Commerciali limiti fissati da comune normativa) Nelle aziende industriali l’azienda USL può consentire altezze inferiori a 3 metri (es. 2.70) SUPERFICIE LORDA: 2 mq/lavoratore CUBATURA LORDA: 10 mc/lavoratore

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AMBIENTI DI LAVORO ALLEGATO IV D. Lgs. 81/08 – REQUISITI STRUTTURALI Vetrate Se sono trasparenti e traslucide, in particolare quelle completamente vetrate, devono essere: - chiaramente segnalate, - uso di materiali di sicurezza per un’altezza di almeno 1 m

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AMBIENTI DI LAVORO ALLEGATO IV D. Lgs. 81/08 – REQUISITI STRUTTURALI Quando sono aperti devono essere posizionati in modo da non costituire pericolo;

Finestre e lucernari

Le aperture devono essere sufficienti per un rapido ricambio d’aria;

Devono poter essere aperti, chiusi, regolati e fissati dai lavoratori in tutta sicurezza;

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AMBIENTI DI LAVORO ALLEGATO IV D. Lgs. 81/08 – REQUISITI STRUTTURALI distanza di sicurezza sufficiente tra i pedoni e i mezzi di trasporto

Zone di pericolo segnalate in modo chiaramente visibile

Vie di circolazione e zone di pericolo il tracciato delle vie di circolazione deve essere evidenziato.

Situate in modo tale che i pedoni o i veicoli possano utilizzarle facilmente in piena sicurezza e i lavoratori nelle vicinanze non corrano alcun rischio

dispositivi per impedire rischi di cadute dei lavoratori o rischi di cadute d'oggetti

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AMBIENTI DI LAVORO ALLEGATO IV D. Lgs. 81/08 – REQUISITI STRUTTURALI non devono essere ingombrati da materiali che ostacolano la normale circolazione; Davanti alle uscite dei locali e alle vie che immettono direttamente in una via di transito devono essere disposte barriere atte ad evitare investimenti.

Passaggi

ostacoli fissi o mobili che costituiscono un pericolo per i lavoratori o i veicoli devono essere adeguatamente segnalati

in luogo del parapetto normale deve essere applicata una solida barriera mobile, inasportabile e fissabile nella posizione di chiusura

aperture nei solai o nelle pareti devono essere protetti, su tutti i lati, mediante PARAPETTI NORMALI provvisti di arresto al piede e disposti anche contro urti o eventuali cadute 10/120


AMBIENTI DI LAVORO ALLEGATO IV D. Lgs. 81/08 – REQUISITI STRUTTURALI via di emergenza: percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle persone che occupano un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro;

Vie di fuga e uscite di emergenza

luogo sicuro: luogo nel quale le persone sono da considerarsi al sicuro dagli effetti determinati dall'incendio o altre situazioni di emergenza;

uscita di emergenza: passaggio che immette in un luogo sicuro;

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AMBIENTI DI LAVORO ALLEGATO IV D. Lgs. 81/08 – REQUISITI STRUTTURALI tutti i posti di lavoro devono poter essere evacuati rapidamente ed in piena sicurezza da parte dei lavoratori

Vie di fuga e uscite di emergenza

Numero, distribuzione e dimensioni devono essere adeguate alle dimensioni dei luoghi di lavoro, alla loro ubicazione, alla loro destinazione d'uso, alle attrezzature in essi installate, nonchè al numero massimo di persone presenti

Devono rimanere sgombre e mai ostruite con oggetti o materiali in modo da consentire di raggiungere il piĂš rapidamente possibile un luogo sicuro

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AMBIENTI DI LAVORO ALLEGATO IV D. Lgs. 81/08 – REQUISITI STRUTTURALI Devono avere altezza minima di m 2,0 e larghezza minima conforme alla normativa vigente in materia antincendio

Vie di fuga e uscite di emergenza

apribili nel verso dell’esodo aperte facilmente ed immediatamente da parte di qualsiasi persona

… è vietato adibire a porte delle uscite di emergenza:

le saracinesche a rullo, le porte scorrevoli verticalmente, le porte girevoli su asse centrale Non devono essere chiuse a chiave e non ostruite 13/120


AMBIENTI DI LAVORO ALLEGATO IV D. Lgs. 81/08 – REQUISITI STRUTTURALI devono essere evidenziate da apposita segnaletica e dotate di un'illuminazione di sicurezza di intensità sufficiente pericoli di esplosioni o specifici rischi di incendio con > 5 lavoratori: Devono rispondere a quanto prescritto dalla specifica normativa antincendio.

Vie di fuga e uscite di emergenza

pericoli di esplosione o incendio (> 5lavoratori): almeno 1 porta ogni 5 lavoratori (apribile verso l'esodo) ≥ m 1,20.

NORMALI LAVORAZIONI: fino a 25: 1 porta ≥ m 0,80; tra 26 e 50: 1 porta ≥ m 1,20 apribile verso l'esodo; tra 51 e 100: 1 porta ≥ m 1,20 e 1 ≥ m 0,80, apribili verso l'esodo; Sopra 100: le porte di cui sopra + 1 porta apribile verso l'esodo ≥ m 1,20 per ogni 50 lavoratori in più rispetto ai 100. 14/120


AMBIENTI DI LAVORO ALLEGATO IV D. Lgs. 81/08 – REQUISITI STRUTTURALI

dotati di illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere di lavoratori.

Illuminazione naturale ed artificiale dei luoghi di lavoro

I mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza

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MICROCLIMA

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Microclima L’insieme dei fattori fisici ambientali che caratterizzano l’ambiente di lavoro (non necessariamente confinato) e che, assieme ai parametri individuali quali l’attività metabolica e l’abbigliamento, determinano gli scambi termici tra l’ambiente stesso e gli individui che vi operano.

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Microclima

BENESSERE TERMICO : ‐ è rappresentato da quelle condizioni in cui l’organismo riesce a mantenere l’equilibrio termico (omeotermia) senza l’intervento del sistema di termoregolazione propria. ‐ ISO 7730: "quello stato della mente che esprime la soddisfazione verso l'ambiente termico"

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Microclima AMBIENTI DI LAVORO • Ambienti moderati : ‐ lievi variazioni dei parametri microclimatici; ‐ il sistema di termoregolazione del corpo umano è in grado di reagire efficacemente •Ambienti severi

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Microclima PARAMETRI DA MISURARE Fattori fisici ambientali: • Temperatura dell’aria Ta (°C) • Velocità dell’aria VA (m/s) • Temperatura media radiante TR (°C) • Umidità relativa Ur (%)

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Microclima Fattori fisici ambientali Valori ottimali in assenza di irraggiamento e per individui che compiono lavori sedentari e sono vestiti adeguatamente Stagione

T째 (째C)

U.R. (%)

v aria (m/s)

Inverno

19-22

40-50

0,05-0,1

Estate

24-26

50-60

0,1-0,2

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RUMORE 22/120


Rumore LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Documento di valutazione dei rischi (Art.190 :…Il DL valuta l’esposizione dei lavoratori al rumore…Art.17 :..Valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall’Art.28..) Contiene i risultati del processo di valutazione; inoltre contiene le misure intraprese dall’azienda per eliminare, ridurre o controllare i vari rischi presenti. Misurazioni con fonometri, rapportate al tempo di esposizione quotidiana. La Relazione Tecnica Contiene i risultati delle misure effettuate; costituisce parte integrante del “Documento di valutazione dei rischi”. 23/120


Rumore D.Lgs. 81/08 PARAMETRI DESCRITTIVI DEL RISCHIO Sono quei livelli di esposizione al rumore (giornaliera o di “picco”), al cui superamento corrispondono obblighi di intervento ben precisi. L ex,8h‐ Livello di esposizione giornaliera, si può sostituire con quello settimanale se quello giornaliero varia significativamente P‐peak – Pressione Acustica di picco, riguarda la presenza di rumori impulsivi ovvero di breve durata, ma di forte intensità

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Rumore D.Lgs. 81/08 PARAMETRI DESCRITTIVI DEL RISCHIO Esistono diversi livelli di comune riscontro nella nostra vita quotidiana. Per esempio : Soglia di udibilità è tra 5 e 10 dB Il tic tac di un orologio ha intensità di 20 dB Una normale conversazione si svolge a 60‐70 dB Un concerto rock e alcune attività lavorative possono superare i 100 dB Da un’intensità appena percepibile (soglia di udibilità), si può arrivare a valori sempre più elevati che possono dare dolore (soglia del dolore) 25/120


Rumore D.Lgs. 81/08 VALORI INFERIORI DI AZIONE L ex,8h= 80dB(A) ‐ P peak= 135dB(C) Al superamento, offrire ai lavoratori DPI e test audiometrici Al di sotto, misurazione rumorosità durante il lavoro VALORI SUPERIORI DI AZIONE L ex,8h= 85dB(A) ‐ P peak=137dB(C) Al superamento obbligo di DPI e Sorveglianza Sanitaria VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE L ex,8h=87dB(A) ‐ P peak=140dB(C) Procedure e misure per rientrare immediatamente nei limiti 26/120


Rumore Esempi di DPI

• INSERTI – Ovatte speciali di lanapiuma e filtri acustici in plastica da introdurre nel condotto uditivo in caso di esposizioni non oltre 95 dB • CUFFIE – Adatte per esposizioni più prolungate, più efficaci degli inserti, pratiche, permettono di ascoltare la voce di conversazione • CASCHI – Indicati per attività particolarmente rumorose risultano però ingombranti e poco agevoli impedendo l’ascolto della voce di conversazione 27/120


La sordità si instaura in 4 fasi 1. Ridotta capacità uditiva temporanea dopo esposizione a rumore, sensazione di orecchie ovattate 2. Apparente stato di benessere 3. Difficoltà alla percezione dei toni acuti 4. Difficoltà a percepire la conversazione

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Al fine di comprimere l’intervallo di variabilità della pressione sonora è stata introdotta la scala logaritmica o scala dei livelli. Il livello, espresso in dB, è pari a dieci volte il logaritmo decimale del rapporto fra una data grandezza ed una grandezza di riferimento, omogenee fra di loro. N.B. La scala dei decibel non è lineare, per cui non si possono sommare i livelli sonori in modo aritmetico ma occorre ricorrere ai logaritmi; ad es.: 80 dB + 80 dB = 83 dB. 3 dB in più equivale al raddoppio della potenza sonora

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La normativa prevede che il datore di lavoro, nell’ambito del processo di valutazione, deve prendere in considerazione, per quanto possibile a livello tecnico, tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori derivanti da interazioni fra e fra

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D.P.I. Valutazione dell’attenuazione sonora di un protettore auricolare

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ES. Ambiente con rumore stazionario LCeq = 105 dB Protettore auricolare con attenuazione (SNR) = 30 dB •Se il protettore auricolare è indossato per 8 h, il livello effettivo all’orecchio è : L’Aeq,8h = 105 – 30 = 75 dB •Se il protettore auricolare è indossato per 7 h e 30 min, il livello effettivo all’orecchio è: L’Aeq,8h = 105 – 12 = 93 dB

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. RISCHIO VIBRAZIONI La vibrazione è un’oscillazione meccanica rispetto ad un punto di riferimento, con moto oscillatorio, in corpi solidi. Esposti il 24% dei lavoratori Europei e il 21% di quelli Italiani, i più interessati settori Metalmeccanico e Metallurgico, Costruzioni, Cave e Miniere, Trasporti Terrestri, Agricoltura, Silvicoltura‐ Foreste. Valutazioni Attraverso Banche Dati, misurazione con Oscillometro 33/120


• Vibrazioni inferiori a 2 Hz: agiscono su tutto l’organismo. Sono provocate da alcuni mezzi di trasporto e determinano nell’uomo effetti noti come “mal di mare”, “mal d’auto”, ecc (stimolazione vestibolare).

• Vibrazioni comprese fra 2 e 20 Hz: agiscono su tutto l’organismo e sono prodotte dagli autoveicoli, dai treni, dai trattori, dalle gru, ecc. e sono trasmesse all’uomo attraverso i sedili e il pavimento e determinano nell’uomo alterazioni degenerative a carico della colonna vertebrale 34/120


• Vibrazioni superiori a 20 Hz: prodotte principalmente da utensili portatili e trasmesse agli arti superiori. Agiscono: su settori limitati del corpo e sono prodotte da trapani elettrici, motoseghe, ecc e determinano sull’uomo lesioni osteoarticolari a carico dell’arto superiore e disturbi neurovascolari (angioneurosi) a carico dell’arto superiore. 35/120


Vibrazioni trasmesse al sistema manobraccio (HAV)

le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al sistema mano-braccio nell'uomo, comportano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari Si riscontra in lavorazioni: • in cui si impugnino utensili vibranti o materiali sottoposti a vibrazioni o impatti. • in cui vi è contatto delle mani con l'impugnatura di utensili manuali o di macchinari condotti a mano. 36/120


SINDROME DA VIBRAZIONI MANO BRACCIO lesioni muscoloscheletriche • Lesioni tendinee: tendinite dei muscoli flessori della mano • Lesioni osteoarticolari: cisti, vacuoli delle ossa carpali e metacarpali, artrosi dei polsi, artrosi ed osteofitosi dei gomiti (sperone oleocranico) 37/120


Interessamento delle dita maggiormente esposte al microtrauma vibratorio

Comparsa di pallore locale e delimitato alle dita

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Vibrazioni trasmesse al corpo intero (WBV):

le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo intero, comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del rachide. Si riscontra in lavorazioni a bordo di: • • •

mezzi di movimentazione usati in industria ed edilizia, mezzi di trasporto in generale macchinari industriali vibranti che trasmettano vibrazioni al corpo intero. 40/120


VIBRAZIONI TRASMESSE AL CORPO INTERO W.B.V. (Whole Body Vibration)

   

Patologie del rachide lombare Disturbi cervicobrachiali Disturbi digestivi Disturbi circolatori nel sistema venoso periferico  Effetti sull’apparato riproduttivo femminile  Effetti cocleo‐vestibolari

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Livello di azione giornaliero di esposizione Livello limite giornaliero di esposizione Livello di AZIONE giornaliero di esposizione NON C’E’ RISCHIO

Livello LIMITE giornaliero di esposizione

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (BONIFICHE) SORVEGLIANZA SANITARIA

MISURE IMMEDIATE PER RIPORTARE L’ESPOSIZIONE AL DI SOTTO DEL LIMITE

VIBRAZIONI TRASMESSE AL SISTEMA MANO-BRACCIO Livello di azione giornaliero di esposizione 2,5 m/s2

Livello limite giornaliero di esposizione 5 m/s2 20 m/s2 (periodi brevi)

VIBRAZIONI TRASMESSE AL CORPO INTERO Livello di azione giornaliero di esposizione 0,5 m/s2

Livello limite giornaliero di esposizione 1 m/s2 1,5 m/s2 (periodi brevi) 42/120


Vanno sottoposti a sorveglianza sanitaria i lavoratori esposti a vibrazioni superiori al valore di azione

Periodicità : 1 volta l’anno o con periodicità diversa decisa dal medico competente con adeguata motivazione

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. RISCHIO CAMPI ELETTROMAGNETICI A) Campi elettromagnetici . Campi magnetici statici e campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo , di frequenza < 300Ghz B) Valori di Azione : Entità dei parametri direttamente misurabili, intensità campo elettrico C) Valori Limite di Esposizione : Basati sugli effetti accertati e su dati biologici 44/120


. RISCHIO CAMPI ELETTROMAGNETICI Il rispetto dei limiti , soprattutto dei valori di azione, garantisce che i lavoratori esposti sono protetti contro tutti gli effetti nocivi a breve termine per la salute , conosciuti A far data dal 30 Aprile 2012, chiunque si trovi ad operare in presenza di sorgenti di campo elettromagnetico(PC,WIFI,Cellulari,Trasformatori ecc.), è tenuto al rispetto della normativa e a non superare i valori limite fissati dalla legge 45/120


Lo spettro elettromagnetico: diverse classi di onde elettromagnetiche ordinate per la loro frequenza

(tratto da Agenzia Provinciale per l’Ambiente Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige)

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Valutazione del rischio conseguente all’esposizione ai campi elettromagnetici (CEM)

Fonti di informazione: •studi di popolazione (epidemiologici) •su animali •in vitro su cellule

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ELF (extremely low frequency)

onde elettromagnetiche a frequenze estremamente basse (50-60 Hz) prodotte dagli impianti per la produzione, trasmissione, distribuzione ed utilizzo dell’energia elettrica (elettrodotti, elettrodomestici)

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RF (radiofrequenze)

onde elettromagnetiche ad alta frequenza (tra 300 Hz e 300 GHz) generate, ad esempio, dai ripetitori radio-Tv e dai sistemi di telefonia cellulare

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EFFETTI DELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE EFFETTO BIOLOGICO: l’esposizione alle O.E. può provocare variazioni fisiologiche in un sistema biologico EFFETTO DI DANNO ALLA SALUTE: si verifica quando l’organismo non è in grado di compensare l’effetto biologico

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ELF Passano attraverso il corpo

Inducono la circolazione di correnti elettriche nel corpo. A livelli pari a quelli che si riscontrano normalmente nel nostro ambiente l’intensità è minore di quella delle correnti prodotte naturalmente all’interno del corpo

RF Penetrano solo entro un piccolo spessore di tessuto Aumentano il movimento delle molecole: aumento della temperatura

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RF (radio frequenze) Effetti termici

•Il riscaldamento è il principale effetto biologico dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF). •Si verifica solo al di sopra di certi valori d’intensità detti “valori soglia” che sono stati posti alla base dell’individuazione dei “valori limite”

Danni alla salute da riscaldamento (es. cataratta oculare, ustioni della pelle) si manifestano solo per livelli di RF elevate che non si riscontrano nella vita quotidiana (es. nelle vicinanze di radar) 52/120


IARC esempi di comuni agenti classificati Promemoria OMS n. 263 Ottobre 2001 Classificazione Cancerogeno per l’uomo (normalmente in base ad una forte evidenza di cancerogenicità nell’uomo)

Probabilmente cancerogeno per l’uomo (normalmente in base ad una forte evidenza di cancerogenicità negli animali)

Possibilmente cancerogeno per l’uomo (normalmente sulla base di una evidenza nell’uomo che è considerata credibile, ma per la quale non si possono escludere altre cause)

Agente Asbesto Iprite Tabacco Radiazione gamma Gas di scarico dei motori diesel Lampade solari Radiazione UV Formaldeide Caffé Gas di scarico dei benzina Fumi di saldatura Campi magnetici ELF

motori

a

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Campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF): effetti a lungo termine sulla salute OMS (promemoria n.183/1998)

Una revisione dei dati scientifici svolta dall'OMS nell'ambito del Progetto internazionale CEM (Monaco, Novembre 1996) ha concluso che, sulla base della letteratura attuale, non c'è nessuna evidenza convincente che l'esposizione a RF abbrevi la durata della vita umana, nÊ che induca o favorisca il cancro. Comunque, la stessa revisione ha anche evidenziato che sono necessari ulteriori studi, per delineare un quadro piÚ completo dei rischi sanitari, specialmente per quanto concerne un possibile rischio di cancro connesso all'esposizione a bassi livelli di campi RF. 54/120


Campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF): effetti a lungo termine sulla salute OMS 2002 “Per quanto riguarda i campi ad alta frequenza, il complesso dei dati disponibili fino ad oggi suggerisce che l’esposizione a campi di bassa intensità (come quelli emessi dai telefoni mobili e dalle loro stazioni radio base) non provochi effetti dannosi per la salute”. “Di recente, diversi studi epidemiologici su utenti di telefoni mobili non hanno trovato evidenze convincenti di aumenti del rischio di tumori cerebrali.Tuttavia, la tecnologia è troppo recente per escludere la possibilità di effetti a lungo termine” . “Dato il largo uso della tecnologia, il grado d’incertezza scientifica ed il livello di apprensione del pubblico, si rendono necessari studi rigorosi ed una comunicazione chiara con il pubblico” 55/120


Campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF): effetti a lungo termine sulla salute OMS Promemoria OMS n.193 revisione giugno 2000

Nessuna delle recenti revisioni della letteratura ha concluso che l'esposizione ai campi a radiofrequenza prodotti dai telefoni cellulari o dalle stazioni radio base provochi alcun effetto negativo sulla salute. Sono comunque state identificate alcune lacune nelle conoscenze, che richiedono ulteriori ricerche per giungere a una migliore valutazione dei rischi. 56/120


RISCHIO ELETTRICO ALCUNE DEFINIZIONI • Intensità di corrente: la quantità di corrente (flusso di elettroni) che passa attraverso un conduttore. Si misura in Ampere (A); • Resistenza: proprietà dei materiali di opporsi al passaggio della corrente elettrica, quindi essa è elevata per le sostanze isolanti (come la plastica o la gomma),mentre è bassa per i materiali conduttori (metalli). Si misura in Ohm (Ω); • Tensione: che si misura in Volt (V) ed è legata alla resistenza e all'intensità di corrente dalla legge di Ohm: CORRENTE =

TENSIONE

RESISTENZA

• DDT: Differenza di tensione, ovvero la differenza di potenziale ai capi di un circuito elettrico che genera una corrente con verso che và dal polo a potenziale minore al polo con potenziale maggiore. 57/120


RISCHIO ELETTRICO

PERICOLI • • • •

contatto diretto contatto indiretto arco elettrico incendio di origine elettrica

PRINCIPALI RISCHI • Passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano (elettrocuzione) • Elevate temperature o formazione di archi elettrici che possono provocare incendi o ustioni

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RISCHIO ELETTRICO Interruttore differenziale

"salvavita“: confronta continuamente la corrente elettrica entrante con quella uscente e scatta quando avverte una differenza. I cavi che conducono la corrente elettrica sono generalmente due : la fase e il neutro; poiché la corrente entra dalla fase, percorre i circuiti ed esce dal neutro, in condizioni normali quella entrante deve essere uguale a quella uscente; se ciò non accade significa che una parte di essa sta percorrendo strade diverse ad esempio il corpo umano in caso di contatto diretto (scossa elettrica) di un apparecchiatura collegata all’impianto di terra.

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Manutenzione del salvavita L’interruttore salvavita è presente nei quadri elettrici degli appartamenti e si riconosce per la presenza di un tasto contrassegnato con la lettera T Per mantenerlo in efficienza il tasto che apre il circuito va premuto regolarmente una volta al mese. Leva per il riarmo Blocco differenziale

Tasto per lo sgancio

Interruttore generale magnetotermico

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RISCHIO ELETTRICO EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO

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RISCHIO ELETTRICO EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO MIOCARDIO

MUSCOLI CON FUNZIONE RESPIRATORIA:

MUSCOLATURA ARTI SUPERIORI  CONTRAZIONE, BRUCIATURA EPIDERMICA, SCOSSA

•DIAFRAMMA •INTERCOSTALI 62/120


Non Usare

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D.LGS. 81/2008 - TITOLO VII

ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI

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I VIDEOTERMINALI – FATTORI DI RISCHIO

Sono sostanzialmente tre: .

1. l'affaticamento visivo connesso sia all'impegno degli occhi nelle diverse funzioni (fine discriminazione, accomodamento, movimento ecc.), sia dalle caratteristiche dello schermo, sia alle condizioni di illuminazione e microclimatiche; 2. i disturbi da posture incongrue, condizionate dagli arredi, dalla posizione assunta e dalla durata del lavoro; 3. il disagio psichico, che può essere influenzato dai contenuti della mansione (ripetitività , motivazione, ecc.), dal software, dal rumore

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L’Articolo 173 del D.Lgs 81/2008 DEFINISCE: •Lavoratore, addetto all’uso di attrezzature munite di videoterminali il lavoratore che utilizza un’attrezzatura munita di videoterminali in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui all’art. 175 (15 min. ogni 120 min. di applicazione continuativa al VDT). •Videoterminale, uno schermo alfanumerico o grafico, a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione adottato; •Posto di lavoro, l'insieme che comprende le attrezzature munite di VDT: tastiera ovvero altro sistema di immissione dati, software per interfaccia uomo-macchina, accessori opzionali, apparecchiature connesse (unità a dischi, telefono, modem, stampante, supporto per i documenti, sedia, piano di lavoro ecc.) nonché l'ambiente di lavoro immediatamente circostante; 68/120


D.Lgs 81/2008 – TITOLO VII AZIONI DI PREVENZIONE SULL’UOMO - INFORMAZIONE - ADDESTRAM. E FORMAZIONE - AGGIORNAM. PROFESS.LE - VISITE MEDICHE - COMPITO ADEGUATO - PAUSE COMPENSATIVE

SULLE ATTREZZATURE COL RISPETTO DEI PRINCIPI ERGONOMICI E DELLE NORME SPECIFICHE DI BUONA TECNICA

SULL’AMBIENTE CON UNA CORRETTA PROGETTAZIONE

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art. 175 SVOLGIMENTO QUOTIDIANO DEL LAVORO 1) diritto a pause o cambiamenti di attività del lavoratore che svolga la sua attività per almeno 4 ore consecutive; 2) la definizione delle pause deve essere stabilita dalla contrattazione collettiva (anche aziendale); 3) è comunque garantita una pausa di 15 min. /2 ore di lavoro; 4) il medico competente può stabilire, a livello individuale e temporaneamente, modalità e durate di interruzioni; 5) è comunque esclusa la cumulabilità delle pause; 6) i tempi di attesa del sistema elettronico sono tempi di lavoro e non sono pause; 7) la pausa è considerata come orario di lavoro.

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art. 176 SORVEGLIANZA SANITARIA come modificati dalla CIRCOLARE del Min.Lav. N. 16/2001

e dalla CIRCOLARE del Min.Fu.Pub. del 20 aprile 2001. 1) sorveglianza sanitaria con particolare riferimento: a) ai rischi per la vista e per gli occhi; b) ai rischi per l’apparato muscolo-scheletrico. 2)

la periodicità delle visite di controllo è biennale per i lavoratori con prescrizioni o limitazioni e per > 50 anni; quinquennale negli altri casi.

3)

il datore di lavoro fornisce a sue spese ai lavoratori i dispositivi speciali di correzione visiva. 71/120


ELEMENTI:

1) L’AMBIENTE DI LAVORO CON VDT

deve avere: • spazio di lavoro sufficiente per cambiamenti di posizione; • una illuminazione naturale ed artificiale adeguata (senza riflessi) • un comfort microclimatico, in grado di garantire il benessere degli operatori • ricambi d'aria adeguati • un rumore ambientale contenuto • pareti di colore chiaro, neutro, non riflettente

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L’AMBIENTE DI LAVORO: ILLUMINAZIONE DEL LOCALE (NATURALE)

deve essere: • sufficiente (es. almeno 1/8 della superficie del locale): con finestre ubicate preferibilmente su un solo lato, meglio se rivolto a nord, nord-est o nord-ovest e perpendicolari allo schermo; devono essere schermabili con veneziane o tende di tessuto pesante o a doghe verticali (orientabili). • uniforme, evitando abbagliamenti, riflessi e sfarfallii sullo schermo. • La postazione di lavoro deve essere distante almeno 1 m dalle finestre.

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ESEMPIO DI ILLUMINAZIONE NATURALE Lato N-NE-NO

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ESEMPI DI SCHERMATURA IDONEA

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ESEMPI DI SCHERMATURA IDONEA

Veneziane a lamelle perforate: a sx aperte-a dx chiuse 76/120


IL POSTO DI LAVORO 1) TAVOLO • • • •

superficie chiara e non riflettente; altezza del piano regolabile; se fissa da 68 a 82 cm dal pavimento; inclinabile leggermente in avanti dimensione del piano idonea per una sistemazione corretta e flessibile del monitor, della tastiera e dei documenti di lavoro; ottimale  160 x 90 cm. la profondità sotto il piano deve permettere le gambe semidistese; spazio per le gambe: larghezza min. = 70 cm. lunghezza min. = 60 cm (ginocchia)

= 80 cm (piedi)

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IL POSTO DI LAVORO 1) TAVOLO (REGOLABILE IN ALTEZZA)

canale passacavi

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IL POSTO DI LAVORO 2) SEDILE(Girevole, Anatomico, Supporto lombare, Base a 5 razze, Altezza regolabile 42/55 cm., senza braccioli o braccioli corti e chiusi) 4 REGOLE D’ORO PER ACQUISTARE UNA SEDIA PER VDT ● effettuare una prova individuale di almeno una settimana, in modo che la sedia si adatti alle caratteristiche dell’utente; ● l’utente deve avere la possibilità di scegliere come minimo tra due modelli; ● bisogna tener conto della statura della/e persona/e a cui è destinata la sedia; ● con il fornitore bisogna stabilire quali istruzioni dare alle persone interessate.

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IL VDT – lo schermo •

• • • •

dimensioni adatte all'attività che è chiamato a svolgere e tali da essere leggibili a 68 ÷ 80 cm; raggio di curvatura, tale da ridurre al minimo la possibilità di riflessi di luce derivanti dall'ambiente circostante; contrasto e luminosità regolabili; immagini stabili; caratteri definiti e leggibili: la brillantezza e/o il contrasto tra caratteri e sfondo dello schermo devono risultare facilmente regolabili per volontà dell'operatore ed adattabili alle condizioni ambientali senza che ciò sia causa di molestia per l'utilizzatore;

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IL VDT – lo schermo • • • •

facilmente orientabile ed inclinabile; deve essere posizionato davanti a sé per evitare torsioni di collo e schiena; il bordo superiore dello schermo deve essere all'altezza degli occhi; chi usa lenti bifocali, cerchi di posizionare lo schermo più in basso per evitare tensioni del collo.

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POSTURE CORRETTE NELL’USO DEL MOUSE (1)

La corretta posizione del mouse sul piano frontale per evitare posture scorrette della spalla. 82/120


POSTURE CORRETTE NELL’USO DEL MOUSE (2)

La corretta posizione del mouse in “pianta ”per evitare la deviazione ulnare del polso. 83/120


I DISTURBI ASSOCIATI ALL’USO DEL VDT  mal di testa e rigidità alla nuca,  bruciore agli occhi,  iperlacrimazione,  nervosismo,  dolori alle spalle, braccia e mani. Negli ultimi anni sono più frequenti. Ciò è legato: - alla grande diffusione del VDT - a ritmi di lavoro sempre più stressanti - aumento dello stress, - alla diminuzione della soglia di tolleranza nei confronti dei fattori di disturbo.

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PRINCIPALI CAUSE DEI DISTURBI APPARATO VISIVO: L’insieme dei disturbi visivi provocati dall’eccessivo affaticamento dell’apparato visivo viene comunemente indicato come ASTENOPIA. I segni associati a questa sindrome sono:  fatica accomodativa.  fatica muscolare.  fatica percettiva (visione annebbiata, visione sdoppiata).  irritazione oculare (bruciore, lacrimazione, senso di corpo estraneo, fastidio alla luce, ecc.).

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PRINCIPALI CAUSE DEI DISTURBI APPARATO VISIVO: lavorare al VDT non causa danni permanenti alla vista. Fastidi quali bruciore, iperlacrimazione, fotofobia, senso di abbagliamento e a volte emicrania sono sempre reversibili, anche se possono incidere sul rendimento di una persona. Tali sono dovuti essenzialmente ad un’elevata sollecitazione e all’affaticamento degli occhi per:  posizionamento scorretto dello schermo rispetto alle finestre e ad altre sorgenti luminose (abbagliamenti, riflessi fastidiosi e un maggiore contrasto chiaro-scuro);  cattiva visualizzazione di singoli caratteri, frasi o di intere porzioni di testo. 86/120


PRINCIPALI CAUSE DEI DISTURBI DOLORI AL COLLO E ALLE ARTICOLAZIONI: sono imputabili a:  posizione sedentaria protratta o postura scorretta;  spazio insufficiente per la tastiera e il mouse;  mancanza di ausili di lavoro ergonomici (ad es. poggiapiedi, poggiapolsi per tastiera e mouse);  altezza della sedia non idonea alle caratteristiche fisiche dell’utente;  schermo collocato in posizione rialzata;  uso di occhiali non idonei o ridotta capacità visiva (ad es. l’uso di occhiali progressivi non adatti può costringere l’utente ad assumere una posizione incongrua con la testa).

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Movimentazione manuale dei carichi Operazioni di trasporto o di sostegno di un carico a opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni di:  sollevare  deporre  spingere  tirare  portare  spostare A cura di Francesco Nappi

un carico

Tali operazioni, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l’altro rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico.

Patologie da sovraccarico biomeccanico Patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari. 88/120


Movimentazione manuale dei carichi

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Movimentazione manuale dei carichi

REAZIONI INDOTTE DALLO SFORZO FISICO

INAIL


Movimentazione manuale dei carichi

La colonna vertebrale, sul piano saggitale, presenta tre curve:

•Lordosi cervicale •Cifosi dorsale •Lordosi lombare

INAIL


Movimentazione manuale dei carichi

Carichi troppo pesanti, ingombranti e difficili da afferrare, carichi in equilibrio instabile o il cui contenuto rischia di spostarsi o collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato ad una certa distanza dal tronco o con torsioni o con inclinazioni del tronco,

comportano sforzi fisici eccessivi che determinano un rischio di danno per i lavoratori a carico del sistema muscoloscheletrico. 92/120


Movimentazione manuale dei carichi

Il principale fattore che determina un rischio per la colonna vertebrale dell’operatore è l’ eccessivo carico che va a comprimere il disco intervertebrale (carico discale) durante la movimentazione di oggetti o di pazienti

INAIL


Movimentazione manuale dei carichi Da una ricerca effettuata per sollevare con le braccia un peso di 10 Kg a tronco verticale con le ginocchia flesse, il carico discale che grava sul disco intervertebrale per effetto della posizione asimmetrica della colonna vertebrale rispetto al peso da sollevare, è di circa 282 Kg. Se invece un peso di 10 Kg viene sollevato con il tronco flesso in avanti e con le ginocchia estese, il carico diventerà di 250 Kg a livello dei muscoli e di 700 Kg a livello del disco.

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Movimentazione manuale dei carichi

Carichi di riferimento per età e sesso (NIOSH) I carichi massimi di riferimento sono : MASCHI : 15-18 anni :20 Kg. > 18 anni

: 25 Kg.

>45 anni : 20 Kg. FEMMINE : 15-18 anni :15 Kg. 

>18 anni : 20 Kg.

>45 anni :15 Kg.

Il D.Lgs. 626/94 ha introdotto l’obbligo per il datore di lavoro di effettuare formazione-informazione permanente al personale esposto al rischio derivante dalla movimentazione manuale dei carichi. 95/120


Movimentazione manuale dei carichi

AZIONI CHE CONTRIBUISCONO A DIMINUIRE IL RISCHIO La movimentazione manuale dei carichi comporta un rischio specifico e ben determinato sia su operatori sani che su operatori con alterazioni del rachide; quindi il personale esposto è sottoposto a sorveglianza sanitaria misura importante per la prevenzione del rischio.

Il D.Lgs. 626/94 ha introdotto l’obbligo per il datore di lavoro di effettuare formazione-informazione permanente al personale esposto al rischio derivante dalla movimentazione manuale dei carichi. 96/120


Forza: generalitĂ La forza iniziale è solitamente superiore alla forza di mantenimento. Le fasi iniziali di traino e spinta, l’arresto e le manovre dell'oggetto incrementano le condizioni di stress. I movimenti a scatto o di lunga durata dovrebbero essere evitati, in quanto aumentano la condizione di affaticamento.

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Postura: generalità La capacità di impiegare la forza è determinata in gran parte dalla posizione adottata dall’operatore. Le posizioni scomode determinano una riduzione delle capacità di traino e spinta. L'operatore dovrebbe adottare una posizione comoda e naturale sia all’inizio dello spostamento che durante lo stesso. Una posizione stabile ed equilibrata permette di applicare la forza determinata dal peso corporeo al carico, rendendo minimi gli sforzi che si determinano sul rachide (compressioni o forze di taglio sagittali o laterali) e sulle spalle. Le posizioni comportanti piegamenti e flessioni laterali nonché torsioni del busto dovrebbero essere evitate in quanto determinano un aumento del rischio. 98/120


Caratteristiche del sistema di trasporto. La manovrabilitĂ dell'oggetto dovrebbe essere ottimizzata progettando ruote di materiale e diametro adatti. Nel caso di oggetti senza rotelle bisogna prevedere un pavimento con coefficiente di attrito ridotto. La forza deve essere applicata in modo adatto e sicuro (ad esempio impiegando le maniglie). Un elevato ingombro dell’oggetto può determinare una riduzione della visibilitĂ per l'operatore: in questa condizione può essere preferibile trainare l'oggetto.

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Frequenza e durata.

Maggiore è la frequenza delle azioni di traino e spinta, maggiore risulta il numero di volte in cui sarà richiesto all’operatore di superare la forza di attivazione.

Applicazioni della forza di lunga durata devono essere evitate per non causare sovraccarico muscolare.

In tal caso è opportuna l’adozione di sussidi meccanici.

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Misure di prevenzione.

MISURA PRINCIPALE

CORRETTA PROGETTAZIONE DEI COMPITI LAVORATIVI

spazi sufficienti ad evitare l’assunzione di posture incongrue condizioni microclimatiche idonee Ambienti idonei allo svolgimento delle attività

illuminamento sufficiente assenza di irregolarità (rampe, scalini, pavimento danneggiato, ecc.)

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Misure di prevenzione.

CORRETTA PROGETTAZIONE DEI COMPITI LAVORATIVI

ALTRE MISURE DI CARATTERE ORGANIZZATIVO

intervenire su: (esempi)

prevedere periodi di pausa in misura adeguata a compensare lo sforzo muscolare compiuto

alternare compiti ripetitivi e non ripetitivi, in modo da consentire un recupero adeguato

altezza e distanza dal corpo dei piani di lavoro lunghezza, sinuosità e irregolarità del percorso (operazioni di traino e spinta) diversa collocazione dei piani di presa e rilascio di oggetti in caso di eccessiva torsione del busto variazione della frequenza delle azioni ecc…. 102/120


Misure di prevenzione.

ALTRE MISURE DI CARATTERE ORGANIZZATIVO

introduzione di strumenti in grado di ridurre il sovraccarico biomeccanico

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LA SEGNALETICA DI SICUREZZA TUTTE LE PRESCRIZIONI E I DIVIETI DEVONO ESSERE RICHIAMATI TRAMITE APPOSITA SEGNALETICA LA SEGNALETICA DEVE ESSERE CONFORME A PRECISE DISPOSIZIONE DI LEGGE LA SEGNALETICA NON DEVE GENERARE EQUIVOCI LE DIMENSIONI DELLA SEGNALETICA DEVONO ESSERE ALLA DISTANZA DA CUI DEVONO ESSERE

PROPORZIONATE

PERCEPITI I MESSAGGI

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• I CARTELLI DI DIVIETO SONO DI FORMA CIRCOLARE CON PITTOGRAMMI NERI SU FONDO BIANCO E BORDO ROSSO CON STRISCIA TRASVERSALE ROSSA

ACQUA NON POTABILE

NON TOCCARE

DIVIETO DI ACCESSO AI NON AUTORIZZATI

VIETATO FUMARE O USARE FIAMME LIBERE

DIVIETO DI SPEGNERE CON ACQUA

VIETATO AI PEDONI

VIETATO FUMARE 105 105/120


• I CARTELLI DI AVVERTIMENTO SONO DI FORMA TRIANGOLARE CON PITTOGRAMMI NERI SU FONDO GIALLO E BORDO NERO

SOSTANZA CORROSIVA RISCHIO BIOLOGICO

SOSTANZA VELENOSA

SOSTANZA COMBURENTE

RISCHIO DI INCIAMPO

TENSIONE ELETTRICA PERICOLOSA 106/120


• I CARTELLI DI PRESCRIZIONE SONO DI FORMA CIRCOLARE CON PITTOGRAMMI BIANCHI SU FONDO AZZURRO

CALZATURE DI SICUREZZA OBBLIGATORIE

PROTEZIONE OBBLIGATORIA VIE RESPIRATORIE

PROTEZIONE OBBLIGATORIA DEGLI OCCHI

GUANTI DI PROTEZIONE OBBLIGATORI

PROTEZIONE OBBLIGATORIA DELL’UDITO 107/120


• I CARTELLI DI SALVATAGGIO SONO DI FORMA RETTANGOLARE-QUADRATA CON PITTOGRAMMI BIANCHI SU FONDO VERDE

PERCORSO/USCITA DI EMERGENZA

DIREZIONE DA SEGUIRE PRONTO SOCCORSO

LAVAGGIO PER OCCHI

BARELLA

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• I CARTELLI PER ATTREZZATURE ANTINCENDIO SONO DI FORMA RETTANGOLARE-QUADRATA CON PITTOGRAMMI BIANCHI SU FONDO ROSSO

ESTINTORE

DIREZIONE DA SEGUIRE

LANCIA ANTINCENDIO

SCALA ANTINCENDIO 109/120


VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO‐CORRELATO

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La valutazione dello stress lavoro‐correlato è un obbligo che riguarda tutti i datori di lavoro indipendentemente dalla dimensione aziendale e dal comparto di appartenenza, derivante dall’Accordo Quadro Europeo del 2004 recepito in Italia nel 2008. Lo stress non è una malattia ,ma una situazione di prolungata tensione può ridurre l’efficienza sul lavoro e determinare un cattivo stato di salute, E’ determinato da una sensazione di inadeguatezza nel rispondere alle richieste, aspettative, stimoli posti dall’ambiente lavorativo. 111/120


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ANALISI DI INDICATORI AZIENDALI VALUTAZIONE OGGETTIVA‐ VALUTAZIONE PRELIMINARE C

INDAGINE

ANALISI DI CONTESTO DEL LAVORO

ANALISI DEL CONTENUTO DEL LAVORO

VALUTAZIONE SOGGETTIVA‐ VALUTAZIONE APRROFONDITA SOMMINISTRAZIONE DI QUESTIONARI FINAILIZZATI ALLA RILEVAZIONE DI STRESS

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AZIENDE FINO A 10 DIPENDENTI a)Raccolta indicatori aziendali b)Analisi dati e definizione del livello di rischio c)Solo in caso di Rischio Alto, raccolta degli altri indicatori sul “contesto” e sul “contenuto” del lavoro “… non si ritiene praticabile, in queste tipologie aziendali, il ricorso a strumenti di rilevazione della soggettività come i questionari …”

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OSSERVAZIONE INDICATORI AZIENDALI

REPERIMENTO DI DATI DESCRITTIVI DI PARAMETRI ELENCATI NELLA

IMPRESE CON MENO DI 10 DIPENDENTI IMPRESE CON PIU’ DI 10 DIPENDENTI

CONSULENTI DEL LAVORO

OSSERVAZIONE INDICATORI RELATIVI A CONTESTO E CONTENUTO

REPERIMENTO DI INFORNAZIONI RELATIVE ALLA TIPOLOGIA DI LAVORO NELL’IMPRESA

IMPRESE CON MENO DI 10 DIPENDENTI CHE ABBIANO DIMOSTRATO LA PRESENZA SI STRESS NEL PRECEDENTE STEP IMPRESE CON PIU’ DI 10 DIPENDENTI

CONFRONTI CON DIREZIONE AZIENDALE E RLS

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INDICATORI AZIENDALI - AREA A N.

PARAMETRO

1

INFORTUNI

DA CONSULENTI

2

ASSENZA PER MALATTIA

DA CONSULENTI

3

ASSENZE DAL LAVORO

DA CONSULENTI

4

FERIE NON GODUTE

DA CONSULENTI

5

ROTAZIONE DEL PERSONALE

DA RICHIEDERE

6

TURN OVER

DA CONSULENTI

7

PROCEDIMENTI/SANZIONI DISCIPLIARI

DA RICHIEDERE

8

RISCHIESTE VISITE STRAORDINARIE

DA RICHIEDERE

9

SEGNALAZIONI STRESS LAVORO CORRELATO

DA RICHIEDERE

10

ISTANZE GIUDIZIARIE

DA RICHIEDERE

INFO

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CONTESTO DEL LAVORO – AREA B 1

FUNZIONE E CULTURA ORGANIZZATIVA

2

RUOLO NELL’AMBITO DELL’ORGANIZZAZIONE

3

EVOLUZIONE DELLA CARRIERA

4

AUTONOMIA DECISIONALE – CONTROLLO DEL LAVORO

5

RAPPORTI INTERPERSONALI SUL LAVORO

6

INTERFACCIA CASA LAVORO – CONCILIAZIONE VITA LAVORO

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CONTENUTO DEL LAVORO – AREA C

1

AMBIENTE DI LAVORO E ATTREZZATURE DI LAVORO

2

PIANIFICAZIONE DEI COMPITI

3

CARICO DI LAVORO – RITMO DI LAVORO

4

ORARIO DI LAVORO

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119/120


NOTE Per alcuni comparti di lavoro il rischio stress è maggiormente rilevante, si procederà quindi con l’intera valutazione oggettiva e la somministrazione dei questionari. • Comparto sanità / assistenza • Comparto scuola • Comparto trasporti • Forze dell’ordine • Servizi (banche, poste, call center) • Comparti con lavoro a turni/notturno • Lavoro atipico Il verificarsi all’interno dell’impresa di molestie sessuali o segnalazioni del medico competente si dovrà procedere con la valutazione più approfondita L’accordo quadro non riguarda né la violenza, né sopraffazione sul lavoro, né lo stress post traumatico 120/120


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