Stress e Benessere nelle Organizzazioni
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Stress: Creaiamo un terreno comune 2/24
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Modello di Shannon-Weaver
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I filtri nella comunicazione Comunicare è una delle attività più legate alla specie umana.
Comunichiamo continuamente ed è impossibile rappresentare una situazione in cui la comunicazione sia assente. Lo sviluppo di questa competenza è legata all'apprendimento principalmente per l'aspetto verbale, sintattico e lessicale. Nonostante alcune inclinazioni innate si possono verificare numerose problematiche 4/24
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I filtri nella comunicazione Il nostro pensiero rappresenta il 100% della comunicazione Noi riusciamo ad esprimerlo per l'80% I nostri interlocutori lo recepiscono per il 60% Comprendono unicamete il 40% Ne ricordano il 20% 5/24
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Esercitazione Prendete un foglio e una penna. Situazione 1: vi verrĂ descritta verbalmente una figura geometrica. Senza poter fare domande, disegnatela su di un foglio.
Situazione 2: vi verrĂ descritta verbalmente una figura geometrica. Potendo fare domande, disegnatela su di un foglio.
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Ascoltiamo sempre nello stesso modo? L'ascolto è una competenza complessa. Non esiste una sola modalità per ascoltare. Saper ascoltare in ambito organizzativo richiede di saper utilizzare la modalità più adatta ad ogni contesto conversazionale. Ma quali sono le modalità di ascolto? Ascolto selettivo: è una modalità di ascolto “economico”, perchè non utilizza tutta la nostra attenzione. Non viene ascoltato tutto ciò che viene detto, ma ci si concentra unicamente su alcuni particolari ritenuti salienti. Ascoltare selettivamente richiede una ottima capacità di scelta e apre a molti rischi (alto tasso interpretativo, tralasciare elementi importanti, asimettria relazionale, tendenza ad anticipare il senso della comunicazione, ecc). Ascolto molto utilizzato in una situazione di impegno lavorativo massiccia in cui non si può dedicare molto tempo al dialogo in profondità.
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Ascoltiamo sempre nello stesso modo? Ascolto passivo: è una modalità di ascolto completamente rivolta all'altro. Si opta per ridurre al minimo le comunicazioni in uscita, ponendo attenzione completa a quanto l'altro dice. Riducendo le energie necessaria per parlare, queste possono essere utilizzate unicamente per l'ascolto. Alcuni rischi connessi a questa modalità di ascolto riguardano la possibilità minima di influenzare i contenuti e il livello di approfondimento degli stessi; trasmettere poco interesse o lo stare ai margini della comunicazione. L'ascolto attivo non è molto paritario. La tendenza è quella di sovrastimare l'importanza del ruolo di ascoltatore o dell'importanza di ciò che viene detto.
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Ascoltiamo sempre nello stesso modo? Ascolto attivo: è una modalità di ascolto principalmente volto alla sintonizzazione emotiva o alla creazione di un nucleo di contenuti condivisi. L'ascolto attivo richiede un attenzione simile all'ascolto passivo nella fase di ricezione delle informazioni, ma prevede un'attenzione atrettanto marcata anche nel proporre domande volte a chiarificare o nell'esprimere i propri pensieri o sentimenti. L'ascolto attivo non è “economico” a livello cognitivo e nella gestione dei tempi di conversazione, oltre a presentare alcuni rischi legati a fraintendimenti o possibili lontananze di vedute. Quando il processo di ascolto attivo va a buon fine gli attori comunicativi sono molto più sincronizzati, coesi e si apre a una relazione connotata da parità relazionale
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La comunicazione assertiva Spesso sentiamo parlare di assertività. Di cosa si tratta?
Capacità di esprimere le proprie opinioni, pensieri e sentimenti in modo chiaro e aperto. Atteggiamento positivo e propositivo nei confronti di sé stessi e dell’altro Capacità di avanzare richieste e di saper rifiutare quando necessario. Capacità programmatica e flessibile di gestione delle relazioni interpersonali.
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Essere assertivi significa
Saper ascoltare Fare richieste Assumersi responsabilità, prendere decisioni Saper rifiutare, dire di no Gestire i feed-back positivi Arte del rimprovero le critiche costruttive Affrontare le critiche Reagire all’aggressività
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Stress: creaiamo un terreno comune • Per ridurre al minimo i possibili errori legati • alla comunicazione, uno dei primi aspetti da curare consiste nel creare un corpus di definizioni e conoscenze comuni. • Quando si parla di stress questo diventa • ancora più importante, visto quanto questo argomento è delicato 12/24
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Lo stress: una definizione teorica • Lo stress è una reazione adattiva di un organismo stimolato da fattori esterni. Stress è indifferentemente la risposta a un eccesso o a una mancanza di stimolazione • rispetto a un livello ottimale al quale corrisponde il miglior funzionamento dell'organismo (Selye, 1956) 13/24
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La curva dello stress
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Il motore a benzina PERFORMANCE
ottimo buono sufficiente insufficiente scarso
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Il motore a gas PERFORMANCE
otti mo buono suffi ci ente i nsuffi ci ente sca rso
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Il motore a diesel
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otti mo buono suffi ciente i nsuffi ci ente scarso
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Il motore a diesel
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otti mo buono suffi ciente i nsuffi ci ente scarso
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Per un approfondimento Gli argomenti presentati possono essere approfonditi in: Stress&Performance Atletica Edizioni Psiconline Autore: Cesare Picco Stress e Salute Edizioni Il Mulino Autore: Tony Cassidy Lo stress nelle organizzazioni Edizioni Il Mulino Autore: Giuseppe Favretto
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Il benessere organizzativo Nella maggior parte della letteratura internazionale, quando si parla di benessere organizzativo o di Salute Organizzativa si tenta di integrare, in un’unica espressione, da un lato la performance dell’organizzazione e dall’altro la salute dei lavoratori. (Miglioretti, Vecchio, Romano, 2009). Nel contesto italiano, il contributo forse più rilevante alla definizione del costrutto di “Salute Organizzativa” è stato dato da Avallone e Paplomatas (2005) che la descrivono come: “l’insieme dei nuclei culturali, dei processi e delle pratiche organizzative, che animano la convivenza nei contesti di lavoro promuovendo, mantenendo e migliorando il benessere fisico, psicologico e sociale delle comunità lavorative”
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Il benessere organizzativo Il benessere rappresenta la risorsa fondamentale per le organizzazioni. Molto spesso i servizi non sono realizzati grazie a impianti o con materiali particolarmente costosi: la componente intangibile è frequentemente dominante nelle attività e il fattore lavoro diviene la variabile decisiva. (Avallone, Bonaretti, 2003)
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Il benessere organizzativo Numerosi sono i riferimenti presenti in letteratura che confermano gli effetti positivi di una mirata e attenta politica di promozione e sostegno della Salute Organizzativa, che coinvolga direttamente i diversi attori (Lawler, 1986; Karasek, Theorell, 1990), fino a renderla un contributo alla catena del valore che influenza il vantaggio competitivo dell’organizzazione stessa (Earnest, 2000). Gli effetti di una siffatta politica coinvolgono: - Direttamente i dipendenti, che possono godere di un maggior benessere lavorativo; - L’immagine e la funzionalità dell’organizzazione considerata nella sua globalità, in quanto tale politica tende ad accrescere la qualità dei servizi proposti.
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Il Flow: lo stato di flusso In psicologia, il flusso (in inglese flow), o esperienza ottimale (spesso citato come trance agonistica nel linguaggio sportivo), è uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un'attività. Questa condizione è caratterizzata da un totale coinvolgimento dell'individuo: focalizzazione sull'obiettivo, motivazione intrinseca, positività e gratificazione nello svolgimento di un particolare compito. Il concetto di flusso fu introdotto nel 1975 dallo psicologo Mihály Csíkszentmihályi nella sua teoria del flusso
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Il Flow: le componenti In ogni instante si ha sempre la sensazione di avere un obiettivo chiaro e di sapere cosa fare; Riusciamo a leggere i feedback a seguito di ogni azione che intraprendiamo; Vi è un rapporto di equilibro tra le difficoltà del compito e le capacità possedute; Vi è una fusione tra la nostra consapevolezza e le azioni che intraprendiamo; Le distrazioni sono escluse dallo stato di coscienza; La paura di fallire è assente; I processi di auto-consapevolezza scompaiono; Vi è un senso del tempo e dello scorrere del tempo distorto; L'attività che stiamo compiendo diventa autotelica. Essa stessa è il fine di ciò che stiamo compiendo;
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