SETTE

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POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004 ART. 1, C. 1, DCB MILANO - PUBBLICAZIONE SETTIMANALE IL VENERDÌ CON IL CORRIERE DELLA SERA € 1.50 (SETTE € 0.50 0.30 + CORRIERE DELLA SERA € 1.20) - NEI GIORNI SUCCESSIVI € 1.50 + IL PREZZO DEL QUOTIDIANO. NON VENDIBILE SEPARATAMENTE

12 ottobre 2012 — numero 41

Lilli Gruber nella casa di famiglia a Egna (Neumarkt) davanti al ritratto della bisnonna Rosa (foto di Cesare Cicardini per Sette).

Una città per cantare. Da Casa Dalla alla stazione, la Bologna cult di Gianni Morandi e Cesare Cremonini di Stefania Ulivi

Cappella Sistina. 500 anni fa l’ultima pennellata di Michelangelo. In anteprima i cartoni preparatori di Francesca Pini

Vita da trans. Nello scorso anno era un maestro supplente. Poi è diventato donna... in attesa d’incarico di Candida Morvillo

Vi racconto la mia casa degli spiriti Lilli Gruber torna (con un libro) alle sue origini sospese tra Italia e Austria. E a quella zia così antifascista... da credere persino in Hitler di Isabella Bossi Fedrigotti


Piaceri&Saperi Nel paese di Alice / di Fabiana Giacomotti

Quando la brioche batte la minigonna

È boom per i negozi di gadget e bijoux. Piccole soddisfazioni tutte low cost. Anche in tavola: cupcakes e panini ai sapori 1

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l momento, uno dei negozi più frequentati del centro di Milano e di Roma si chiama Rigadritto 1 . Nel capoluogo lombardo si trova in via Brera 6 e in via Cesare Correnti 26; nella Capitale in via Vittoria, appena superato l’angolo di via del Babuino; e già la descrizione ufficiale sul sito, rigadritto.it, spiega tutto: «Un luogo magico in continua evoluzione dove trovare sempre novità a piccoli prezzi». Rigadritto vende oggetti di cartoleria, gadget francesi, inglesi e americani ed è un magnete micidiale perché – siano le marionette a dito, i biglietti di auguri con l’effigie e un verso di Jane Austen o Emily Dickinson o la cucitrice a forma di rana – è impossibile non rimanerne stregati. Lo scontrino medio è fra i sette e i quindici euro; il cliente trasversale. Prendete questa formula, ribaltatela su moda, ristorazione, gioielleria o qualunque settore merceologico vi passi per la testa – riparazioni di calzature escluse ma non è detto –, e vi sarà chiaro che cosa sta succedendo nelle città dello shopping, italiane di sicuro, ma anche francesi e newyorchesi. E quale significato assumono anche nel modo di spendere e persino di desiderare: piccole cose, veloci, di prezzo contenuto. Soddisfazione immediata, livello estetico elevato, perché trent’anni di consumi di qualità elevata non sono passati invano, e certi bazar dal pesante aroma di patchouli che affollavano la via Torino a cavallo fra gli Anni Settanta e Ottanta adesso non avrebbero senso (ne è rimasto uno, all’angolo con via San Maurilio, ancora con i camicioni appesi fuori. Fa quasi tenerezza).

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Porte aperte per il brunch. Chiudono insomma grandi negozi e centri di irradiazione del gusto che in alcuni casi hanno fatto la storia della città, come Driade in via Manzoni, e per i milanesi è stato uno choc ( c o n s e r ve r à però l’outlet a Fossatello di Caorso, in provincia di Piacenza, tel. 0323 818655), oppure Demaldé di via Mercato, storico collezionista di gemelli da uomo e di bijoux Anni Cinquanta, costosissimi, adorati dalle stylist della moda, mentre aprono cate-

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ne di negozi di gioiellini, bigiotteria in pietre dure o in strass anche graziosi come Lala Italia (a Venezia in San Marco 719, tel. 041 5286517, e a Roma, in via della Croce 75, tel. 06 6797815, o in via del Gambero 22, tel. 06 6793147). Camomilla 2 ha riempito l’Italia di gadget di Hello Kitty e ora si prepara a lanciare un nuovo brand di bijoux “le zuccherine” (camomillaitalia.it per gli indirizzi dei negozi di ogni città). E poi, in contiguità di nome e di strategia di marketing, aprono negozi di food: gelaterie, pasticcerie e panetterie. Multiformi e multispazio, tutti ricercatini-sofisticatini nel design del momento (pavimenti in legno decapato, mobili in ferro o legno ancora decapato, toni sul grigio, bianco, wengè) per intercettare il cliente in ogni momento della giornata. Sull’onda del successo di Pattini&Marinoni 3 (mariamarinoni.it), un’infinità di pani “speciali”, pizze, torte. Ma soprattutto di dolcetti come i cupcakes, che più che dolci sembrano, ancora, dei gadget, glassati e colorati come sono, e mettono di buonumore anche a prepararli, tanto che se a Firenze c’è la fila da Mama’s Bakery 4 , in via della Chiesa 34r, tel. 055 219214, nelle librerie i libri dedicati a cottura e decorazione dei cupcakes hanno conquistato il banco all’ingresso, cioè lo spazio riservato ai best seller (dal raffinato Cupcakes scritto da Csaba Dalla Zorza per la sua Luxury books ai libri morbidi per bambini, che adorano ovviamente pasticciare con le glasse, fino al sito dedicato, cupcakes.it 5 ). Si è ridotta insomma la possibilità di spendere, ma non la voglia di acquisto o anche di socializzare, di stare insieme, ovvero di mangiare. Si “acquista” in gusto. Una brioche al posto della minigonna. Fateci caso, da qualche mese a questa parte in Italia come altrove si mangia tantissimo, a qualunque ora e ovunque. Perfino i ristoranti più selettivi hanno iniziato ad aprire le porte anche all’ora del brunch e al caffè-colazione della mattina (vedi Pisacco di via Solferino 48, tel. 02 91765472, il nuovo spazio bohochic studiato da Tiziano Vudafieri che ne è anche socio, insieme con l’avvocato Diego Rigatti, Bernardo Attolico e il deus ex machina della proposta culinaria, Andrea Berton, ex Trussardi). Tutti hanno aumentato le porzioni. Sarebbe una notizia già di per sé. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SETTE | 41 — 12.10.2012

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