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Florian Legno spa

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Linea Dori

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FLORIAN LEGNO SPA Via Castellana 48/a 31039 Riese Pio X, Treviso Italy Tel +39 0423 4532 Fax +39 0423 746588 E- mail: info@florianinc.com

www.woodyfire.it

Woody Briketts Pizza l’ultimo prodotto lanciato nel 2020 dal gruppo Florian, leader europeo del settore Legno

Il Gruppo di Riese Pio X, composto da ben 15 aziende operanti su tutto il territorio europeo e non solo, nel corso degli anni si è dedicato alla ricerca dei metodi più ecologici ed efficienti per sfruttare il tronco in tutte le sue parti, senza mai tralasciare la valorizzazione delle caratteristiche e l’espressività della materia prima trattata.

Negli anni, con l’ambizioso obiettivo della FILIERA INTEGRATA A ZERO SCARTI, il gruppo Florian ha lavorato ottimizzando i processi produttivi rispettando l’ambiente e l’ecosostenibilità.

Filiera integrata, significa, per il Gruppo Florian, usare e riutilizzare tutte le parti del tronco, anche lo scarto, per dare allo scarto una seconda vita.

Da questa filosofia nascono i prodotti della linea “Woody Fire”, la linea di prodotti dedicati al riscaldamento, dalla legna da ardere al pellet, arrivando a Woody Briketts Pizza; il tronchetto ottagonale per forni a legna 100% Faggio, senza collanti ne impurità ne corteccia, completamente made in Italy.

L’alta qualità di Woody Briketts Pizza deriva dall’esclusivo utilizzo di legno di faggio non trattato chimicamente, rispetto alla normale legna da ardere dura fino al 50% in più.

La forma ottagonale del Bricchetto rende l’utilizzo pratico e sicuro, la materia prima utilizzata permette al forno di raggiungere la temperatura desiderata in breve tempo e mantenere la fiamma costante più a lungo, permettendo quindi cotture uniformi e di qualità, rispetto alla normale legna da ardere.

Il packaging, studiato ad hoc, renderà la zona di immagazzinamento ordinata e pulita.

LA BIRRA Le migliori birre laziali

di Alfonso Del Forno

Il Lazio è la regione italiana che ospita la Capitale ed è l’ombelico della nostra nazione. La centralità, fisica e politica, di questa regione, fa da cassa di risonanza di tutto ciò che accade in Italia, compreso la nascita del movimento della birra artigianale.

Infatti, a Mentana nasce il primo microbirrificio tra quelli che vengono oggi definiti i pionieri della birra artigianale italiana: Turbacci. All’interno di un locale, la cui grande vetrata affaccia su una pista di pattinaggio su ghiaccio, nel 1995 viene installato il primo impianto di produzione di birra artigianale, che per quindici anni viene obbligato a vendere solo all’interno del locale stesso, senza poter commercializzare esternamente i suoi prodotti. Nel tempo le norme cambiano, i microbirrifici sono sempre più presenti e la birra laziale cresce sia intermini di quantità prodotta che di qualità. Esempio di questa evoluzione è Hilltop, nato nel 2014 grazie all’intuizione di Conor Gallagher Deeks e la sua famiglia. Dopo anni di esperienza presso Birra del Borgo, Connor apre il suo birrificio a Bassano Romano (Vt). Le sue origini irlandesi influenzano la produzione, quasi tutta ispirata alla tradizione anglosassone, senza dimenticare richiami al mondo belga e tedesco.

Altro interprete di spicco del movimento laziale è Vento Forte. Il nome del birrificio lascia intuire la forte passione per il surf che anima lo spirito di Andrea Dell’Olmo. La sua passione per la California e le sue birre luppolate, spinge Andrea ad aprire il birrificio nel 2013 a Bracciano (Rm). La produzione è caratterizzata dall’attenta scelta delle materie prime, dalla costanza qualitativa e dal forte legame col territorio.

LA BIRRA

Illustrazioni di Antonella Manenti

Continuando sulla scia dei valori familiari, troviamo il birrificio Ritual Lab, che vede protagonista il birraio Giovanni Faenza, supportato dal fratello Valerio e dal padre Roberto. Il birrificio di Formello (Rm) è noto nell’ambiente per i tanti riconoscimenti ricevuti e per le collaborazioni con diversi birrifici stranieri, che premiano una costanza produttiva basata su qualità e sperimentazione.

Rimanendo a Roma, troviamo Eternal City Brewing, un brewpub nato dalla voglia di cinque amici di mettere su un posto unico dove poter bere birra e stare in compagnia, con forte personalità. Le birre sono caratterizzate dalla presenza dei luppoli e quasi tutta la gamma tende a mantenere bassa la gradazione alcolica.

Sempre a Roma troviamo Jungle Juice, un birrificio giovanissimo che ha immediatamente sorpreso addetti ai lavori e consumatori con le sue birre dal forte carattere. Il mondo dei luppoli domina la gamma delle birre, con alcune incursioni nel mondo belga. La scelta di confezionare solo lattine e fusti conferma la visione giovane del birrificio. Roma patria di giovani birrifici, come conferma Rebel’s, nato nel 2016 grazie alla voglia di mettersi in gioco di quattro amici, tra cui spicca il nome del birraio Riccardo Di Profio. Le spezie sono protagoniste delle interpretazioni brassicole di stili classici proposte dal birrificio romano, dotato di un biergarten che permette di socializzare bevendo birra all’esterno dell’impianto di produzione.

Scendendo a Latina troviamo il Birrificio Pontino, nato nel 2011 grazie all’impegno di quattro amici, che hanno espresso la loro passione attraverso la produzione di birre che s’ispirano al mondo anglosassone e belga. Non mancano birre espressione del territorio e birre stagionali. Bella la taproom con impianto di produzione a vista.

Sempre a Latina, nel 2013, nasce Eastside, condotto in maniera egregia da Luciano Landolfi, birraio attento ad ogni dettaglio. L’evoluzione di questo birrificio è stata davvero esemplare, partendo dalle birre luppolate fino ad arrivare alla gamma attuale che guarda a 360° il mondo della birra. Interessante il lavoro intrapreso con le materie prime del territorio. A Veroli, un piccolo e bellissimo borgo in provincia di Frosinone, nasce nel 2017 il Birrificio Ciociaro di Francesco Viti. Il suo passato da homebrewer ha dato la possibilità a Francesco di spaziare nelle sue ricette per produrre birre che guardassero a tutto il mondo brassicolo, con un tocco di personalità che le rendono uniche.

Nel 2014, a Pomezia (Rm), nasce Oxiana, birrificio nato dall’incontro tra i publicans del Birrifugio e l’imprenditore Erasmo Paone. Le birre sono ispirate agli stili classici europei, sempre molto eleganti. Interessanti le collaborazioni con altri birrifici, italiani e stranieri.

Un forte invito ai piccoli e medi produttori italiani di olio extravergine d’oliva

di Giampiero Rorato

Il mondo del consumo più avanzato, i gourmet che sono in continuo aumento, grazie anche a trasmissioni TV e a riviste specializzate che entrano ormai in quasi tutte le case, i ristoratori più colti e professionali, i cuochi sempre più preparati, i pizzaioli d’avanguardia e ormai sono tanti, esigono materie prime di grande qualità, fra cui l’olio extravergine d’oliva italiano e, sempre più spesso, per i tavoli, lo vogliono DOP. Tutti costoro – professionisti della ristorazione, famiglie e consumatori attenti - e sono ormai centinaia di migliaia, vanno aiutati a scegliere bene e a non farsi ingannare ed anche i frantoi italiani devono aiutarli, creando con loro rapporti di reciproca convenienza. Ma chiediamoci: perché stanno vincendo le grandi industrie olearie soffocando tanti piccoli produttori? Innanzi tutto, in generale, si conosce ancora poco del grande valore alimentare e salutistico del vero olio extravergine d’oliva italiano ed è anche per questo motivo che Pizza e Pasta Italiana continua a interessarsi di questo argomento e ad aprire le sue pagine ad articoli dedicati all’olio extravergine d’oliva italiano che da sempre sta valorizzando e promuovendo. Poi, avendo compiuto una veloce inchiesta, siamo stati colpiti dal fatto che i piccoli e medi produttori italiani di olio evo, con frantoi spesso di ultima generazione, in inox, con temperatura controllata con termosonde, che conservano l’olio sottovuoto con generatore di azoto inerte, non sono capaci (o non sono interessati) a unire le forze e a fare squadra, non sono quindi capaci di creare una loro associazione forte e autorevole, per far conoscere l’olio evo prodotto nei piccoli e medi frantoi italiani, legati ciascuno al proprio territorio, e ciò per far conoscere ai consumatori l’altissimo valore alimentare, salutistico, economico e sociale di un mondo ancora sconosciuto ai più, ma fondamentale per la cucina e la ristorazione italiana e per il made in Italy. L’appello è, dunque, ai piccoli e medi produttori a fare squadra, eliminando invidie e concorrenze scorrette, imparando che occorre legare il prodotto al territorio, come fanno i francesi e in parte, anche i toscani – come fanno da tempo i vignaioli - alzando ciascuno la propria nobile bandiera, mostrando al mondo quale prezioso gioiello sia ciascun olio evo prodotto nel territorio italiano.

Excitement Excitement on the plate...on the plate...

Are you ready for the Are you ready for the best taste of the worldbest taste of the world

Se vogliamo che l’olio extravergine d’oliva italiano diventi davvero un prodotto bandiera dell’agroalimentare italiano di alta qualità, è fondamentale l’unione dei frantoiani in associazioni regionali, federate in una forte, autorevole e ascoltata associazione nazionale, come è necessario l’aumento degli uliveti dal Friuli alla Sicilia e alla Sardegna, per ottenere una maggior produzione di olio evo italiano viste anche le richieste estere e interne, che la produzione attuale non riesce a soddisfare. Poi non credo proprio servano nuove denominazioni come qualcuno ha proposto: farebbero solo confusione in un Paese dove la gente non conosce neppure la differenza fra olio extravergine d’oliva e olio d’oliva; fra olio Doc e olio Igp e olio senza queste sigle. Restino DOP e IGP e si uniscano i produttori, lo facciano conoscere, lo valorizzino e lo promuovano in modo unitario e l’olio evo italiano conquisterà davvero le famiglie, i ristoranti, le trattorie, le pizzerie, oltre ai buongustai di tutto il mondo che già lo esigono e lo prenotano per tempo, perché non manchi sulle loro tavole questo straordinario gioiello che nasce in un Paese che tutto il mondo ama.

grande I Chiodi di garofano, spezia invernale

Originari delle Molucche attualmente sono presenti nelle cucine di tutto il mondo

Ichiodi di garofano sono un’ottima spezia, molto apprezzata sia in Oriente che in Occidente. Essa è originaria delle isole Molucche, conosciute come “isole delle spezie”, appartenenti all’Indonesia. I chiodi di garofano sono i boccioli essiccati di un albero sempreverde denominato “Syzygium aromaticum”, (conosciuto anche come Eugenia caryophyllata) alto anche 20 metri della famiglia delle Myrtaceae, che cresce spontaneamente oltre che nelle Molucche anche nelle Antille e in Madagascar. I boccioli di quest’albero sono lucidi e chiari quando sono freschi; maturando si seccano e assumono un colore rosso brunito, che è quello che conosciamo. Questi boccioli sono formati da un lungo ovario e dai sepali che circondano una pallina con i loro petali sovrapposti e vengono raccolti quando da chiari assumono un color rosa che poi diventa rosso e marrone quando vengono utilizzati come spezia. A scoprire questa spezia sono stati i Portoghesi, poi è intervenuto l’ufficiale francese Pierre Poivre (1719-1786) che portò di nascosto i semi alle Mauritius insieme a un albero di noce moscato e, da allora, la spezia divenne libera da ogni monopolio.

In verità sembra siano stati gli Arabi già nel IV sec. a scoprire questa spezia e ad esserne affascinati, tanto da convincerli ad introdurla in Occidente, esaltandone il valore e la provenienza mitologica. A suffragare questa informazione c’è una testimonianza archeologica risalente al VI sec.: la scoperta in Alsazia (FR) di una tomba contenente una piccola scatola d'oro che racchiudeva due chiodi di garofano. Tuttavia di queste antica scoperta e dell’introduzione in Occidente dei chiodi di garofano ad opera di mercanti arabi si è perso ben presto la memoria e per rivedere questa spezia in Occidente bisogna attendere fino al XVI secolo, quando la trovarono i Portoghesi alle Molucche, difendendo con le armi le isole dove veniva prodotta, facendola diventare un loro esclusivo monopolio, fino all’impresa di Pierre Poivre. L’Indonesia, patria originaria dei chiodi garofano, utilizza questa spezia prodotta nel proprio territorio quasi totalmente per uso interno, mentre i chiodi di garofano presenti oggi nel mercato internazionale provengono soprattutto da Zanzibar, Madagascar e Tanzania, I chiodi di garofano emanano un aroma caldo, pepato e canforato e un gusto fruttato acuto e forte ed hanno il medesimo olio essenziale, l’eugenolo, della cannella.

Gli usi

L’uso di questa spezia è molto vario, è adatta sia ai piatti salati che a quelli dolci e deve essere usata con moderazione proprio perché il suo sapore è molto forte; ha un potere antiossidante tra i più elevati in assoluto, circa 80 volte più potente di una mela. Come abbiamo scritto, l’impiego di questa spezia nelle cucine dei vari Paesi è molto vario. Tra i piatti più noti alcuni dolci di frutta, specie di mele, pandolci e panpepati, biscotti, creme e farciture, liquori e vini aromatizzati; nel Nord Italia è notissimo il vin brulé.

Accompagnano molto bene marinate di selvaggina, arrosti, brodi (specie di pollo o gallina) e talvolta formaggi stagionati. Si sposano bene con alcune verdure dolci, come cipolle, cipolline, carote che spesso vengono riposte in conserva con l'accompagnamento di un paio di chiodi di garofano. Sono frequentemente usati per aromatizzare il tè o alcuni infusi. Oltre che in cucina, i chiodi di garofano trovano ampio spazio nella cosmesi, e nell'oggettistica, come pot-pourri e deodorante naturale per ambienti. I chiodi di garofano inseriti in un'arancia sono usati come alternativa naturale alla canfora e altre sostanze di sintesi contro le tarme, per i vestiti del guardaroba. Inseriti in mezzo limone sono usati come alternativa naturale alle sostanze di sintesi contro le zanzare nelle camere da letto. Funziona fino a quando il limone è fresco, poi va sostituito. Hanno uno spiccato potere anestetico locale tanto che erano usati per lenire i dolori ai denti e tutt'oggi l'eugenolo, estratto dall'olio essenziale, viene usato in medicina nei disinfettanti orali e nei farmaci odontalgici (per il trattamento del dolore da carie). Come si vede, i chiodi di garofano sono una spezia importante che merita conoscere bene per le sue caratteristiche sia aromatiche che salutistiche, come merita usarla di più perché la sua presenza in molte preparazioni ne accentua i sapori oltre che regalare all’organismo sostanze che fanno bene.

I Decreti Ristori

dell’Avv. Manuela Viscardi

Gestisci una caffetteria e non sai se puoi chiedere un aiuto? Hai una pizzeria e non sai se avvalerti della cassa integrazione? Sei un ristoratore e ti chiedi come far fronte a tutte le scadenze fiscali?

Di sicuro sei stato messo a dura prova dalle disposizioni sulla limitazione della mobilità personale e necessiti delle misure che il Governo ha messo a disposizione dei settori produttivi più colpiti, stanziando risorse liquide. Stiamo parlando del Decreto Ristori, o meglio, dei Decreti Ristori, perché il Consiglio dei Ministri ne ha approvato quasi uno a settimana da inizio novembre a dicembre e, ad oggi, se ne contano già 4.

Innanzitutto, in base al D.L. n. 137 del 28.10.2020, chi può usufruire del contributo a fondo perduto di circa 11,6 miliardi sono:

- gli operatori IVA che svolgono prevalentemente un’attività il cui codice ATECO è compreso nell’Allegato 1 di cui al decreto 137/2020. Il contributo spetterà a condizione che gli incassi del mese di aprile 2020 siano inferiori di oltre il 33% a quelli di aprile 2019.

- anche senza i requisiti sopra indicati, coloro che hanno attivato la partita IVA a partire dall’1.1.2019.

1.1.2019

Chi non abbia usufruito dell’aiuto previsto dal Decreto Rilancio 34/2020 dovrà presentare un’apposita istanza online predisposta dall’Agenzia delle Entrate. Chi, invece, abbia già percepito tale sussidio, riceverà dall’Agenzia delle Entrate il contributo sul conto corrente su cui ha ricevuto l’aiuto precedente.

Non potranno beneficiarne, invece, coloro che hanno aperto partita IVA a partire dal 25.10.2020, né i soggetti la cui partita IVA risulti cessata alla data di presentazione dell’istanza.

E per i dipendenti?

Le contromisure economiche del D.L. Ristori hanno previsto ulteriori 6 settimane di Cassa integrazione, da utilizzare tra il 16.11.2020 e il 31.1.2021. I datori di lavoro dovranno versare un contributo addizionale del 9% o del 18% delle retribuzioni non erogate ai lavoratori in cassa integrazione, nella misura in cui, rispettivamente, abbiano subito una diminuzione del fatturato nel primo semestre del 2020 inferiore al 20% o non abbiano subito alcuna riduzione. Coloro che, invece, siano incorsi in un calo superiore al 20%, sono esentati dal versare detto contributo. Inoltre, è sancito il blocco dei licenziamenti per motivi economici, salvo per fallimento, cessazione attività o adesione ad accordi collettivi aziendali. Per quanto riguarda i locali in cui si svolge l’attività d’impresa, sfruttati solamente in minima parte in questo periodo, il Governo ha deciso di predisporre un credito di imposta cedibile al 60% per gli affitti commerciali di ottobre, novembre e dicembre. Per i proprietari e i gestori, inoltre, sarà cancellata la rata IMU di dicembre. Il Consiglio dei Ministri ha, poi, varato diverse integrazioni, tra cui le più rilevanti sono: la maggiorazione del 50% delle quote del contributo già erogato nel mese di aprile per gelaterie, bar, pasticcerie e alberghi (D.L. 9.11.2020, n. 149); l’incremento del fondo di 1,45 miliardi in soccorso delle attività che operano in Regioni che passano ad una fascia di rischio più alta (D.L. 23.11.2020, n. 154); il rinvio al 30/04/2021 dei versamenti del secondo acconto Irpef, Ires e Irap e la sospensione del versamento delle ritenute, dell’Iva e dei contributi previdenziali (D.L. 30.11.2020, n. 157). Difficile capire quali saranno le future direttive che il Governo emanerà nei prossimi mesi, mentre la lotta al Covid-19 prosegue. Per questo è sempre opportuno rivolgersi a un team di esperti che possano aiutare il professionista della ristorazione ad affrontare la situazione, con idee che rilancino l’attività e la giusta velocità nell’operare ottimizzazioni di risorse considerando la normativa.

Manuela Viscardi – avvocato presso Caronte Consultancy, opera prevalentemente in diritto del lavoro e commerciale, affrontandone i temi più innovativi. Lo Studio protegge persone con un’attività, cui fornire assistenza non soltanto durante, ma in anticipo.

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