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STUDIARE E FOTOGRAFARE LE STELLE IN AMERICA DEL SUD
Daniele Gasparri è astrofisico. È nato in Italia, a Perugia (nelle Marche), ma adesso vive a Copiapó, una città nel mezzo del deserto di Atacama, in Cile, dove si occupa di ricerca scientifica e dove coltiva una sua grande passione: l’astrofotografia, cioè la fotografia del cielo stellato. Ecco che cosa ci ha raccontato.
Di che cosa ti occupi oggi?
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Sono un astrofisico ricercatore all’Università di Atacama. Mi occupo di popolazioni stellari ed evoluzione delle galassie. Il mio obiettivo è capire come si formano le stelle nelle galassie e come sono distribuite. Ma, allo stesso tempo, coltivo una mia grande passione: raccontare la scienza di cui mi occupo attraverso libri e fotografare il cielo stellato dal deserto di Atacama. Il mio obiettivo principale è far conoscere a quante più persone possibili la bellezza di un cielo stellato incontaminato, in modo che si possa preservare dall’inquinamento luminoso e in generale dai danni ambientali causati dall’essere umano.
Come mai Atacama? C’è qualcosa di particolare per il tuo lavoro?
Atacama è stato il mio sogno sin da quando ero piccolo, prima ancora di diventare ricercatore. Ero affascinato da quello che tutti consideravano il cielo stellato più scuro e trasparente del mondo, nel quale si potevano vedere migliaia di stelle e la Via Lattea era talmente brillante da proiettare ombre. Sono sempre stato appassionato anche di luoghi estremi, specialmente i deserti, e Atacama era senza dubbio il posto ideale. Arrivai qui nel 2017, come semplice turista; poi decisi che questo luogo tanto straordinario sarebbe diventato la mia casa. Qui, poi, ho avuto la possibilità di conseguire un dottorato di ricerca in astronomia e scienze planetarie e di iniziare a fare ricerca scientifica. Sono circondato dai più grandi e avanzati telescopi del mondo e le opportunità sono molte.
Fotografare il cielo incontaminato in Atacama... Tu sei astrofotografo da molto tempo: quando è nata la tua passione per l’astrofotografia?
Quando ero adolescente, verso la fine degli anni ’90. In particolare tutto nacque con l’apparizione della straordinaria cometa Hale-Bopp del 1997. Ricordo perfettamente il mio primo, rocambolesco tentativo di collegare una macchina fotografica a pellicola al mio piccolo telescopio per immortalare