LABORATORIO DI CUCINA
Alimenti dolci, alimenti che fanno piangere o che fanno stare svegli, impasti che si gonfiano e tanto altro ancora! Ti sei mai chiesto cosa ci nascondono i cibi che conserviamo nelle nostre dispense? Andiamo a scoprirlo!
L’UOVO: UNA RISERVA
DI PROTEINE
Le proteine dell’uovo si legano alle proteine di altri alimenti, per esempio la farina, ed è per questo che spesso l’uovo viene usato per preparare i dolci: legando altre sostanze rende l’impasto compatto.
ACQUA DURA E ACQUA
DOLCE
CHE PIANTI CON
LA CIPOLLA!
Quando la cipolla viene tagliata, dalle sue cellule si libera un enzima chiamato “allinasi” che trasforma una molecola che si trova nella cipolla in sostanze chiamate
“fattori lacrimogeni” che sono irritanti per i nostri occhi. Gli occhi allora si proteggono... con le lacrime!
Hai mai notato quanti numeri ci sono scritti sull’etichetta delle bottiglie d’acqua? Ognuno di quei numeri indica una proprietà dell’acqua come la durezza, cioè quanto calcio e quanto magnesio contiene. La durezza si misura quasi sempre in gradi francesi (il simbolo è °f): se i gradi vanno da 1 a 8 si dice che l’acqua è dolce, da 8 a 18 l’acqua è un po’ dura e da 18 a più di 30 l’acqua è dura. L’acqua di montagna è meno dura di quella di pianura perché ha fatto meno strada per raggiungere il rubinetto e quindi ha raccolto meno elementi dalle rocce che trova lungo il percorso.
UNA PASTA MORBIDA MORBIDA...
Per cucinare i dolci spesso si usa il lievito che rende la pasta molto morbida e alta. Nel lievito ci sono dei microrganismi chiamati saccaromiceti che quando si mescolano con farina e acqua, si nutrono di zuccheri e producono anidride carbonica, la sostanza che fa gonfiare l’impasto. Questo processo si chiama “fermentazione”. Il lievito di birra è il lievito più usato ma esiste anche il lievito naturale chiamato “lievito di pasta madre”, un impasto di farina, acqua, alcuni lieviti e batteri lattici che dà impasti molto digeribili.
MOLECOLE COME SVEGLIE
Perché caffè e tè sono conosciuti come bevande che tengono svegli? Perché contengono la caffeina, una molecola che stimola il nostro sistema nervoso centrale Troviamo la caffeina anche nel cacao, nella cola, nel guaranà, nel mate e nelle bevande che si preparano con queste piante.
LO SAPEVI CHE...
Una tazzina di caffè contiene la stessa quantità di caffeina di una tazza di tè. Però se le foglie o la bustina del tè vengono lasciate nell’acqua calda più di 5 minuti entrano in gioco altre sostanze, i tannini, che ritardano l’effetto della caffeina nel nostro corpo, così il tè risulta più leggero.
DOLCE COME IL CIOCCOLATO
Il cioccolato è noto fin dal 1500 avanti Cristo, quando veniva usato dalla civiltà Maya nell’America Centrale ma è stato portato in Europa solo dopo la scoperta dell’America nel 1492. Il cioccolato contiene molti grassi (per questo non bisogna mangiarne troppo) ma anche alcune sostanze che ci fanno sentire bene e mettono di buon umore perché stimolano il sistema nervoso centrale: la teobromina, la feniletilamina, la anandamide, la caffeina e il triptofano.
Per approfondire… c’è il libro “La scienza della pasticceria” di Dario Bressanini
PHOTOGALLERY: FOTO DALLA TERRA... E DALLO SPAZIO
“CANYON E SCARPATE PROFONDE... DA CALPESTARE”
Autore: Chiara Zuffetti, Università di Milano (Dipartimento di Scienze della Terra), foto scattata nel 2016 a Monteleone (PV, Italia)
Attraverso torrenti impetuosi, poi in fiumi che si intrecciano, finalmente arrivano al mare. E poi giù ancora, lungo ripide scarpate, durante i terremoti prodotti da grandi faglie. Ora riduci la scala, accorcia i tempi evolutivi ed eccoti a guardare questa… pozzanghera.
Gli stessi processi avvengono su scale ed in tempi diversi, producendo geometrie confrontabili. Allenati ad osservare a tutte le scale, è uno degli aspetti più intriganti dello studio del nostro Pianeta!
“ALBA... O TRAMONTO?”
Autore: Bernardo Cesare, Università di Padova (Dipartimento di Geoscienze)
Le agate, come questo esemplare dal Brasile, si formano come incrostazioni successive di quarzo microcristallino (calcedonio) all’interno di cavità naturali delle rocce. È un processo analogo a quello che forma le incrostazioni di calcare nelle tubature di casa.
“INSTALLAZIONE IN CORSO”
Autore: Francesco Fantini durante le ricerche del dott. Antonio Galgaro nel 2010 (Università di Padova, Dipartimento di Geoscienze)
Installazione delle attrezzatture di monitoraggio per studi sulla pericolosità di crolli di pareti rocciose in zone ad alta frequentazione, al fine di sperimentare un sistema di allertamento preventivo e salvaguardare l’incolumità delle persone. Cortina D’Ampezzo Gruppo 5 Torri 07/2006
ESPLOSIONI... ATOMICHE!
di Agnese Sonato (redazione)
L’arma che ha sconvolto la storia
La bomba atomica è un’arma nucleare che funziona grazie a reazioni di fissione nucleare incontrollate, partendo da uranio o plutonio, che portato alla produzione di enormi quantità di energia in tempi brevissimi. Queste grandi quantità di energia provocano un’esplosione devastante.
LA BOMBA NELLA STORIA: DALLE RICERCHE ALLE ESPLOSIONI
Durante la seconda guerra mondiale (avvenuta dal 1939 al 1945) gli Stati Uniti istituirono il Progetto Manhattan, un progetto di ricerca per la costruzione di due bombe atomiche. In questo progetto furono coinvolti molti scienziati da tutto il mondo!
Alcuni protagonisti:
EINSTEIN: DALLA MATERIA ALL’ENERGIA
Gli scienziati presero spunto dalla teoria della relatività ristretta di Albert Einstein del 1905, con cui Einstein aveva dimostrato che la materia può essere trasformata in energia. Einstein era noto per le sue idee pacifiste, infatti non aveva ideato la sua teoria pensando alla bomba. Quando, alla fine della guerra, Einstein vide a cosa era stata applicata la sua teoria, si schierò contro l’utilizzo dell’energia nucleare per scopi militari.
Enrico Fermi Chien-Shiung Wu Robert Openheimer Richard Philips Feynman Bruno Rossi Albert EinsteinUN VILLAGGIO... SEGRETO
Nel piccolo villaggio americano di Los Alamos, nel Nuovo Messico, venne costruito un grande laboratorio per la costruzione delle bombe atomiche e lì furono trasferiti molti scienziati da tutto il mondo, insieme alle loro famiglie. Siccome le ricerche per la bomba atomica erano segrete, agli scienziati e alle loro famiglie vennero dati nuovi nomi, trovandosi così a vivere lontane dalla guerra in un villaggio creato quasi apposta per loro!
Non tutti sapevano quali fossero le ricerche che si stavano facendo a Los Alamos, ma quando, il 16 luglio 1945, venne fatta esplodere una bomba di prova, avendo capito la pericolosità delle loro ricerche e i danni che stavano per fare, alcuni scienziati cercarono di indurre politici e militari a non usare le bombe su obiettivi come città o persone, ma solo a scopo dimostrativo.
HIROSHIMA E NAGASAKI
Il 6 e il 9 agosto 1945 vennero sganciate due bombe atomiche contro due cittadine del Giappone: Hiroshima e Nagasaki. Furono due esplosioni tremende che causarono più di 100 mila vittime e i loro danni all’ambiente e alla salute delle persone restano ancora oggi.
LA SCIENZA... CHE STORIA
L’esplosione di Hiroshima (6 agosto 1945)
L’esplosione di Nagasaki (9 agosto 1945)
L’EQUILIBRIO DEL TERRORE
Dopo la guerra, Unione Sovietica e Stati Uniti erano le due potenze mondiali che si sono sfidate durante la cosiddetta guerra fredda (dal 1947 al 1991). La guerra tra le due potenze non scoppiò mai perché entrambe possedevano ormai migliaia di bombe atomiche e un guerra avrebbe portato all’estinzione del genere umano. Questo rischio oggi è minore ma continuerà a esserci finché gli Stati possiederanno questo tipo di armi.
Parole di scienza (pagina 63)
FISSIONE NUCLEARE
ALLA SCOPERTA STRUTTURA DEL una storia, tanti protagonisti!
di Agnese Sonato (redazione)
Che bello imparare!
Rosalind è nata a Londra (in Inghilterra) da una ricca famiglia ebrea nel 1920. Le piaceva leggere, trascorrere i fine settimana in campagna e andare a cavallo. Fin da piccola ha frequentato scuole importanti dove ha imparato latino, matematica e soprattutto scienze… le sue passioni! A scuola si impegnava molto e ha sempre creduto che studiare fosse molto importante per crescere.
Con la guerra era difficile…
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, vivere a Londra diventò difficile, così Rosalind, che aveva 18 anni, decise di andare a studiare a Cambridge, una città più piccola di Londra dove si poteva stare al sicuro. Qui si appassionò ai RAGGI X che a quel tempo erano una novità!
Le difficoltà a Londra
Dopo la guerra Rosalind andò per un po’ a Parigi (in Francia) per poi tornare a Londra, dove avevano bisogno di lei per lavorare con i raggi X, la sua grande passione.
STORIA E SCIENZA
Le vicende storiche influiscono sulle vite degli scienziati e sulle loro scoperte. Per esempio Rosalind ha vissuto durante la seconda guerra mondiale, un periodo molto difficile per tutti, ma ancora di più per chi come lei era ebreo.
Quindi si trasferì al King’s College, una famosa università inglese, piena di entusiasmo per il nuovo lavoro. Ma al suo arrivo non si trovò tanto bene perché spesso gli scienziati maschi erano maleducati nei suoi confronti. In particolare litigava spesso con il suo collega Maurice Wilkins.
Una scoperta molto importante
Nonostante le difficoltà, Rosalind si mise a studiare la struttura del DNA con i raggi x. Era molto precisa in laboratorio e le immagini del DNA che lei otteneva erano davvero belle!
La sua immagine più famosa è la NUMERO 51. Quest’immagine ha permesso di scoprire quale fosse la struttura del DNA, che a quel tempo era ancora un mistero: l’analisi dell’immagine faceva capire che il DNA aveva la struttura di una DOPPIA ELICA!
Purtroppo lei non fu premiata
Accadde che Maurice prese l’immagine numero 51 senza chiedere il permesso a Rosalind e la mostrò ad altri due scienziati: James Watson e Francis Crick, che volevano scoprire per primi quale fosse la struttura del DNA. Watson e Crick non dissero chiaramente che l’immagine di Rosalind era stata di fondamentale importanza per capire qual era la struttura del DNA e di conseguenza il merito della grande scoperta venne attribuito solo a loro.
Purtroppo la verità su questi fatti venne raccontata molto tempo dopo. Nel frattempo, nel 1962, Watson, Crick e Wilkins ricevettero il Premio Nobel per la grande scoperta ma Rosalind morì nel 1958, quindi non fu ringraziata come avrebbe meritato per il suo importante contributo.
DELLA DEL DNA
MAURICE HUGH
FREDERICK WILKINS
Immagini molto interessanti
Maurice è nato in Nuova Zelanda nel 1916 e ha sempre studiato in Inghilterra. Aveva cominciato a studiare la struttura del DNA molto prima di Rosalind ed era già al King’s College di Londra quando arrivò Rosalind. Anche Maurice con i raggi X otteneva delle imamgini del DNA molto interessanti.
Maurice e Rosy
Da quando Rosalind arrivò a Londra, i due scienziati non andarono mai d’accordo e litigarono molto spesso. Discutevano perché Maurice pretendeva che Rosalind lo aiutasse solo come assistente in laboratorio, mentre Rosalind voleva decidere da sola le sue ricerche. In più Rosalind si lamentava spesso con Maurice di alcune situazioni che la infastidivano particolarmente. Per esempio, trovava ingiusto che al King’s College la sala per il tè degli uomini fosse separata da quella delle donne, che era buia e triste. A Maurice tutto questo non interessava e non ne poteva più di sentire le lamentele della collega.
Una mossa scorretta
Wilkins fece un errore: mostrò le immagini del DNA di Rosalind agli scienziati James Watson e Francis Crick che le usarono per le loro scoperte. Questo non dovrebbe mai succedere. Ad esempio, nella scienza bisognerebbe chiedere il permesso di usare le scoperte degli altri e bisognerebbe sempre ringraziare tutti gli scienziati che hanno aiutato a fare le proprie scoperte.
CHE VITA DA... SCIENZIATE
Negli anni in cui sono vissuti Rosalind e Maurice, erano poche le donne che riuscivano a studiare, in particolare a studiare scienze! Studiare costava tanto e in più si credeva che le donne non fossero molto adatte a fare le scienziate. Per questo le donne che riuscivano a diventare scienziate spesso non si trovavano tanto bene nei laboratori! Adesso le cose sono migliorate e ci sono donne che fanno le scienziate più facilmente di una volta!
UN PREMIO... MONDIALE!
Ogni anno in Svezia, nel mese di dicembre, con una solenne cerimonia viene assegnato un premio a chi ha fatto importanti scoperte e importanti lavori nella letteratura, nella chimica, nella fisica, nella medicina, nell’economia oppure per la pace. Il premio si chiama “Premio Nobel” perché è stato inventato dallo svedese Alfred Nobel. C’è anche un Premio Nobel per la Pace, che viene assegnato in Norvegia.
Difficoltà:
LA CARTINA CHE CAMBIA COLORE
COSA MI SERVE:
• Cavolo rosso
• Cartoncino bianco
• Limone
• Bicarbonato di sodio
• Acqua
• Tre bicchieri
• un coltello
• una pentola
• una terrina
• un phon
• forbici con la punta arrotondata
• un cucchiaino
COME SI FA
1. Taglia a un po’ di cavolo rosso, mettilo nella pentola con dell’acqua e fai bollire per mezz’ora.
2. Dopo la cottura, l’acqua in cui è immerso il cavolo sarà di colore blu scuro-viola. Versa il succo ottenuto in una terrina.
3. Taglia delle striscioline di cartoncino bianco e immergile nel succo del cavolo per mezz’ora. Poi asciuga le striscioline con l’aiuto del phon.
4. Prendi i tre bicchieri. Nel primo versa succo di limone, nel secondo versa dell’acqua, nel terzo versa dell’acqua fino a metà, aggiungi 2 cucchiaini di bicarbonato e mescola bene.
5. Ora prova a immergere le tue striscioline di cartoncino nei 3 bicchieri!
CHE COS’È SUCCESSO?
La carta immersa nel succo di limone diventa di colore rossastro, nell’acqua non cambia colore invece nel bicarbonato si colora di verde!
Le striscioline di carta imbevute di succo di cavolo rosso hanno cambiato colore a seconda delle sostanze in cui le hai immerse e questo significa che le sostanze usate hanno proprietà diverse. In particolare: il succo di limone è acido, il bicarbonato di sodio è basico e l’acqua è neutra. Esistono delle sostanze chiamate indicatori che cambiano colore quando entrano in contatto con gli acidi e con le basi e servono proprio per distinguerli…il succo di cavolo rosso è proprio un indicatore! Infatti, le striscioline di carta che hanno assorbito il succo di cavolo a contatto con il succo di limone diventano di colore rossastro, a contatto con l’acqua non cambiano colore, mentre a contatto con il bicarbonato diventano verdi. Anche gli scienziati in laboratorio usano una cartina simile a quella che hai fatto tu ma basata sull’indicatore tornasole: si chiama cartina di tornasole.
UNA GUIDA “FURBA” A INTERNET
Spesso si pensa che internet sia un programma installato sul proprio computer, invece è qualcosa di più: è la rete che collega tutti i dispositivi elettronici del mondo. Quando non sei connesso alla rete è come se stessi nella tua casa, un luogo familiare e frequentato da persone che conosci. Quando sei online invece è come se andassi in gita in un luogo sconosciuto e frequentato da estranei. Ecco allora qualche consiglio da seguire durante la gita!
NAVIGARE
Entreresti mai da solo in un posto che non conosci come quello nella foto qui accanto? Difficile. Beh, in internet non è diverso. Infatti non sempre il nome del sito corrisponde ai suoi reali contenuti. Quando navighi vai solo in siti che conosci o che ti sono stati consigliati. Se invece cerchi qualcosa di sconosciuto meglio farlo insieme ai tuoi genitori.
CHATTARE
• Usa un nickname (soprannome) o solo il tuo nome, non mettere anche il tuo cognome.
• Non accettare mai di chattare con sconosciuti o anonimi. Se qualcuno che non conosci ti scrive avvisa i tuoi genitori. In ogni caso non dire mai dove abiti o qual è il tuo numero di telefono.
Un termometro per la Terra
Deserti, calotte polari, foreste, oceani... Sulla Terra ci sono davvero moltissimi ambienti diversi, ciascuno con una temperatura diversa. Ma allora come fanno gli scienziati a studiare la “temperatura del pianeta”, o addirittura a capire se sta cambiando?
Se facessimo il giro del mondo portandoci un termometro, vedremmo tante misure diverse: da qualche parte fa caldo, mentre in altre regioni c’è freddissimo. Inoltre, in alcune zone c’è molta differenza tra la temperatura del giorno e della notte, altrove invece cambia poco. E poi ci sono le stagioni, con i loro cambiamenti di temperatura abbastanza puntuali ogni anno. Insomma, la temperatura della Terra non è mai la stessa dappertutto e cambia sia durante il giorno che durante l’anno.
di Marco Barbujani (redazione)MA ALLORA QUAL È LA VERA TEMPERATURA DEL PIANETA?
Siccome sulla Terra ci sono tante temperature diverse, gli scienziati fanno una specie di “riassunto”: ad esempio, calcolano qual è la temperatura media durante l’anno. Ultimamente questa temperatura è di circa 15 gradi. Questo numero “contiene” proprio tutte le temperature misurate sulla Terra, in un anno, dai satelliti oppure dalle stazioni meteo. In questi 15 gradi ci sono sia il caldo dei deserti che il freddo dei Poli, oltre alle regioni temperate. Calcolare la temperatura media annua aiuta a non farsi “distrarre” da tutte le diverse temperature che vediamo nel mondo , e permette di capire quanto calda è davvero la Terra intera.
Infatti, se aumenta la temperatura media, vuol dire la maggior parte della Terra si sta scaldando. Perciò tutti i cambiamenti climatici di cui sentite parlare sono cambiamenti della temperatura media, che negli ultimi decenni ha iniziato ad aumentare sempre più velocemente. Per studiare la temperatura della Terra gli scienziati guardano soprattutto se la temperatura misurata è diversa dal solito, ossia fanno un confronto con i dati storici. Ad esempio, si può calcolare qual è stata la temperatura media degli ultimi cento anni per vedere se oggi la temperatura è più alta o più bassa, e di quanti gradi. Guardare gli spostamenti della temperatura rispetto a dei dati storici può essere molto più utile che sapere di preciso tutte le temperature che ci sono nel mondo . Ecco perché spesso sentiamo dire, ad esempio, che la temperatura media della Terra è aumentata di 1 grado negli ultimi cento anni.
APPUNTI DI MATEMATICA
Quando si raccolgono molti dati, non è facile capire l’informazione che contengono: ci sono tanti valori diversi! La media è un numero che serve proprio per riassumere questa informazione e può essere calcolata con un’operazione matematica. Il modo più semplice di calcolare la media consiste nel fare la somma di tutti i dati raccolti e dividere per il numero di dati.
Ad esempio, immagina di voler sapere quanti gelati mangiano i tuoi amici il sabato pomeriggio. Chiedi ad alcuni di loro e raccogli diverse risposte:
• Serena, Francesco e Laura rispondono che ne mangiano 1;
• Marco e Agnese, i più golosi, ti dicono che ne mangiano 2;
• Andrea e Bianca, a cui non piace il gelato, ti rispondono 0. Queste risposte sono i tuoi dati e ne hai raccolte 7. Le risposte sono diverse, ma puoi calcolare la media per avere un unico risultato che le riassuma tutte. Devi sommare tutte le risposte e dividere per il numero di dati, cioè il numero di bambini a cui chiesto:
• Somma tutti i dati: 1 + 1 + 1 + 2 + 2 + 0 + 0 = 7
• Ora dividi questo numero per il numero di bambini: 7 : 7 = 1
La media è 1: questo vuol dire che, in media, i tuoi amici mangiano 1 gelato il sabato pomeriggio. Il valore che hai ottenuto può essere utilizzato per riassumere il comportamento del gruppo di bambini, senza specificare in dettaglio cosa fa ognuno.
CALENDARIO MAYA, MISTERO RISOLTO!
Una decina di anni fa, cominciarono a girare delle voci secondo cui il 21 dicembre 2012 ci sarebbe stata la fine del mondo. Qualcuno, più ottimista, diceva che sarebbe iniziato un tempo di pace e prosperità. La fatidica data – dicevano – era stata calcolata dai Maya. Com’è andata lo sappiamo: il 21 dicembre 2012 il mondo non è finito, e purtroppo guerre e povertà ci sono ancora. Era una bufala! Come molte bufale, anche questa era nata mescolando informazioni storiche o scientifiche con affermazioni di pura fantasia. Storie come questa, raccontate ad arte e con l’aggiunta di un pizzico di mistero, fanno presa sulla gente. Eppure basterebbe poco per smontarle, come nel caso del calendario Maya.
CHI ERANO I MAYA?
I Maya sono stati una civiltà dell’America Centrale che si è sviluppata tra il 1500 avanti Cristo e il 900 dopo Cristo- I loro calendari, basati sui cicli di Venere e del Sole, erano molto elaborati. I discendenti dei Maya vivono ancora oggi in Messico, Honduras, Guatemala, El Salvador e Belize.
QUESTIONE DI NUMERI TONDI
Ma quindi, i Maya avevano sbagliato? Molto più semplicemente, i Maya non hanno mai detto che il 21 dicembre 2012 ci sarebbe stata la fine del mondo!
Allora da dove viene la diceria? L’equivoco nasce dal fatto che i Maya avevano effettivamente calcolato una data speciale, corrispondente al nostro 21 dicembre 2012. Questa data non aveva niente a che fare con la fine del mondo, anche se non si può negare che per i Maya era significativa. Infatti, anche se per noi è una data come tante altre, nel loro sistema di conteggio degli anni era un numero tondo: anzi, molto tondo!
I Maya indicavano questa data speciale in modo curioso: “13 baktun, 0 katun, 0 tun, 0 uinal e 0 kin”. Queste strane parole sono i nomi dei periodi usati dai Maya per misurare il tempo, un po’ come i nostri “secoli” o “millenni”. I Maya infatti amavano raggruppare i periodi di tempo su scala molto lunga. Questa data con tutti i periodi “azzerati”, tranne il primo, corrispondeva alla fine di un’epoca: un po’ come quando si conclude un millennio e si passa, ad esempio, da 1999 a 2000. Insomma, era una specie di “super-capodanno”. Altro che fine del mondo!
UN INDIZIO ANTI-BUFALA
Non è facile capire quando una notizia riportata sul web è vera e quando è falsa. In questo caso però un indizio ce l’abbiamo: nessuno dei siti che la riportavano citava delle fonti autorevoli. Una “fonte” è da dove viene una notizia, ed è “autorevole” se è riconosciuta da tutti come valida e credibile, ad esempio un’enciclopedia o una pubblicazione scientifica. L’elenco delle fonti usate per scrivere un articolo si chiama bibliografia.
LA MATEMATICA DEI MAYA
Il nostro modo di contare si basa sulle dita delle mani e si dice che è in base 10: dopo essere arrivati a 10, ripartiamo con una nuova decina e aggiungiamo le unità. I Maya, invece, contavano in base 20, forse perché usavano sia le dita delle mani che quelle dei piedi. Anche i giorni e gli anni erano raggruppati in ventine.
Alieni? Viaggiatori nel tempo? Complotti rettiliani? Avete mai letto o sentito parlare di eventi e fatti incredibili, così strani da non riuscire a capire se siano veri o falsi? Volete saperne di più? Scrivete alla redazione di PLaNCK! (redazione@planckmagazine.it) e cercheremo di rispondervi.
Una natura dai mille colori
Il ROSSO di molti frutti e delle foglie in autunno è dato da alcune sostanze che si chiamano antocianine. Invece il pomodoro maturo è rosso perché contiene un altro pigmento: il licopene
Le carote sono ARANCIONI perché contengono il betacarotene e anche il GIALLO delle foglie in autunno è dovuto a un pigmento simile.
Le foglie degli alberi sono VERDI perché contengono la clorofilla. Ben diverso è quello che succede agli animali verdi, come rane, serpenti, alcuni uccelli e alcune farfalle, in cui il colore è dato da strutture blu e gialle che si mescolano.
COLORI PER... GIOCARE A NASCONDINO!
Un leone o un ghepardo hanno colori molto simili al luogo in cui vivono, cioè la savana, e grazie a questo possono mimetizzarsi facilmente. Anche alcuni insetti che vivono in città sono grigi o marroni proprio per nascondersi dagli uccelli affamati.
MULTI-COLORE!
I camaleonti cambiano colore in continuazione sia per mimetizzarsi con l’ambiente in cui si trovano, sia in base all’umore. Questa straordinaria capacità è dovuta alla presenza di piccolissimi cristalli nella loro pelle.
Il NERO è dovuto per lo più alla melanina che è contenuta anche nella nostra pelle. Chi è di origine europea produce meno melanina rispetto alle popolazioni africane ad esempio, ed è per questo che abbiamo la pelle di tante sfumature diverse.
Il BLU delle farfalle e di alcuni uccelli non è dovuto a qualche pigmento, ma all’effetto che la luce ha quando incontra le piccolissime strutture di cui sono fatte le ali delle farfalle e le piume degli uccelli.
Non solo per bellezza...
Il colore in natura è anche un messaggio. Per esempio le piume di molti uccelli maschi hanno colori sgargianti perché così possono attirare le femmine. I frutti hanno colori molto diversi dalle foglie perché così sono visibili agli animali affamati. Alcuni animali, poi, hanno colori molto vivaci perché sono velenosi o hanno un cattivo sapore e con i colori sgargianti vogliono dire agli altri che non conviene per niente disturbarli o provare a mangiarli.
PICCOLI COLLABORATORI
In questi 10 anni hanno partecipato alla costruzione dei numeri di PLaNCK! oltre mille ragazzi e ragazze da tutt’Italia! Ecco qui un collage di alcune fotografie inviate dai chi ha collaborato con noi! Se vuoi essere tra i prossimi leggi le indicazioni su come partecipare a pagina 43, visita il nostro sito web (www. Planck-magazine.it), oppure scrivici via mail all’indirizzo redazione@ planck-magazine.it Ti aspettiamo nella nostra squadra!