Da piccolo
farò lo scie nziato!
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NUMERO
Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento € 20,00 - copia singola € 7,00 Autorizzazione del Tribunale di Padova numero 4093 del 21 novembre 2013 ISSN 2284-0761 - ISBN 978 88 6787 839 0 - Quadrimestrale - Numero 15 - Settembre 2018
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L’AMBIENTE
una casa per tutti
UN GIOCO RE DA COSTRUI ! AL CENTRO
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La macchia nel passato LA TRILOGIA DELL’ERMELLINO
Episodio 3
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Scopriamo cosa vuol dire
ECOLOGIA Hai mai sentito dire che separare i rifiuti è “ecologico”? O che la nuova lavastoviglie è “più ecologica”? “Ecologico” ed “ecologia” sono parole che oggi vengono usate spesso… ma cosa vogliono dire davvero? L’ecologia è una scienza che fa parte della biologia. L’ecologia applica il metodo scientifico per osservare attentamente e capire le cose che succedono nel mondo, proprio come fanno, ad esempio, la chimica e la fisica: prende misure, fa ipotesi ed esperimenti e cerca di rispondere a delle domande.
Ci sono tanti ambienti nel mondo, e in ognuno troviamo organismi diversi
Il deserto
Ma di cosa si occupa l’ecologia?
ECOLOGIA... cosa vuol dire?
Sott’acqua!
La parola “ecologia” vuol dire “discorso sulla casa” e infatti l’ecologia studia gli organismi “nella loro casa”, cioè la natura e l’ambiente che li circondano. Chi studia l’ecologia si chiama “ecòlogo”.
Il bosco 12
DOSSIER
Le Risorse
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Il lungo viaggio del cibo di Manuel Ballatore (scienziato della natura e divulgatore scientifico)
Da dove viene il cibo che mangiamo? E cosa succede al cibo prima che arrivi nel piatto? Prima di finire sotto i nostri denti, il cibo... fa un lungo viaggio!
Il primo passo è la produzione con l’agricoltura, l’allevamento o la pesca. Poi c’è la trasformazione, che ad esempio fa passare le fragole a marmellata, o un sacco di chicchi di grano a pane, e così via. L’ultima tappa è il consumo, che vede protagonisti noi che compriamo il cibo e poi lo mangiamo. Ma non è semplice come sembra, bisogna considerare il trasporto fra una tappa e l’altra, il lavoro delle molte persone e l’energia per far funzionare molte macchine per procurare e trasformare il cibo. Infine occorrono anche tecnologie e materiali speciali come contenitori, confezioni, frigoriferi, surgelatori… Per questo quando mangiamo è come se fossimo in contatto con tutto il mondo!
SPAGHETTI AL POMODORO
• La PASTA è fatta con la FARINA e la farina è fatta col grano, che cresce nei nostri campi o arriva dal Nord America. • Poi ci vuole il POMODORO, questo potrebbe essere coltivato in Italia o provenire da qualsiasi altro posto. Oggi infatti viene prodotto e consumato in grandi quantità quasi ovunque, eppure è arrivato in Europa soltanto nella metà del 1500. • Il SALE è fondamentale e si prende dall’acqua di mare o dalle miniere. • Un filo d’OLIO di oliva non manca mai. In Italia oggi l’olio si produce un po’ dappertutto, ma le regioni che ne fanno di più sono Puglia, Calabria e Sicilia. • Infine bisogna aggiungerci il BASILICO, una pianta originaria dell’India che arrivò in Italia all’epoca dell’Antica Grecia. Una pianta che è anche molto profumata!
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Tutto ha bisogno di
ENERGIA
di Matteo Serra (fisico, divulgatore scientifico)
Di cosa abbiamo bisogno per nutrirci, scaldarci, muoverci, pensare o accendere la luce? Probabilmente vi verranno in mente tante cose diverse, ma in realtà per rispondere è sufficiente una sola parola: energia! È lei, l’energia, il motore indispensabile che ci serve per fare ogni cosa. Per questo motivo l’uomo ha da sempre avuto l’esigenza di procurarsela, in tutte le sue forme. Già, perché l’energia si può presentare in tante forme diverse. Può essere meccanica quando serve a mettere in movimento qualcosa, chimica quando riguarda alcune reazioni chimiche, elettrica quando serve ad accedere una lampadina in casa, termica quando serve per scaldare, nucleare e non solo.
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E qual è la fonte di energia più conosciuta?
Facile, è il Sole! La nostra stella ci fornisce continuamente energia sotto forma di calore (se non ci fosse moriremmo congelati!), ma ci permette anche di alimentarci attraverso la catena alimentare: l’energia solare si trasferisce infatti alle piante e agli animali di cui noi ci nutriamo, finendo nei nostri muscoli e trasformandosi poi in energia meccanica che ci permette di muoverci.
Il pianeta dell’oro blu
di Sarah Libanore (redazione)
Guardando una foto del nostro pianeta, ci rendiamo conto che è quasi tutto blu! Infatti la Terra è coperta per la maggior parte da acqua. Ci colpiscono subito gli immensi oceani, poi i tantissimi laghi, i fiumi, i ruscelli... In un mondo così azzurro, le risorse che arrivano dall’acqua sono tantissime, per l’ambiente e per tutti gli esseri viventi, compresi gli uomini.
L’acqua è… equilibrio per il clima
In questo hanno un ruolo importante gli oceani: le correnti d’acqua, spostandosi al loro interno, distribuiscono il calore e ne cedono parte all’aria, regolando la temperatura e le piogge su tutto il nostro pianeta. Non solo: negli oceani vivono organismi che riescono anche ad assorbire molta anidride carbonica e produrre ossigeno, combattendo il riscaldamento globale.
L’acqua è… una culla per la biodiversità
Sono tantissimi gli organismi che vivono nell’acqua! Possiamo imparare molto da loro: ci sono ad esempio specie capaci di trasformare il petrolio in materiale non tossico per l’ambiente, o altre che sanno produrre sostanze a noi utili in ambito medico. Molte altre specie ancora non le conosciamo: è stata esplorata solo una piccola parte degli oceani e si pensa che debbano ancora essere scoperti molti esseri viventi che li abitano.
L’acqua contiene ossigeno e idrogeno. La sua formula chimica si legge “accadue-o” e si scrive “H₂O”.
L’acqua si beve 32
mbi Disastriua ilibrio Quando l’eq Non sempre quello che l’uomo fa all’ambiente e quello che l’ambiente fa all’uomo hanno un lieto fine. Si possono creare dei veri e propri disastri! A volte è colpa dell’uomo, a volte il disastro lo fa l’ambiente, a volte invece non è così facile dire di chi sia la colpa perché quello che fa l’uomo è molto collegato a quello che fa l’ambiente e viceversa.
di Agnese Sonato (redazione)
UNA PIANURA COPERTA DI SMOG
All’inizio del 2018 è stata diffusa una foto della Pianura Padana coperta da un mantello grigio. Il mantello grigio è lo smog e la Pianura Padana è la zona più inquinata d’Italia. Lo smog non fa bene perché contiene molte sostanze dannose per gli esseri viventi. E siamo noi a causare tutto quell’inquinamento, usando la macchina per spostarci oppure con le fabbriche. Proprio per questo è meglio cercare di usare la macchina un po’ di meno.
LA TERRA TREMA
Nel 2009 c’è stato un fortissimo terremoto a L’Aquila, in Abruzzo, che ha causato più di 300 morti e 1600 feriti, oltre a molti danni a edifici storici. Dopo l’evento ci sono stati soccorsi da tutta l’Italia e si sono aperte anche tante discussioni sui terremoti. Due delle grandi domande erano: la scienza può prevedere i terremoti? È colpa dell’uomo che ha costruito male gli edifici se questi poi crollano e causano tanti morti? Rispondere non è facile e ci sono molti studi ancora in corso. Oggi la scienza ci aiuta a capire quali sono le zone in cui è facile che avvengano i terremoti ma non può prevederli alla perfezione. Però la scienza può sicuramente aiutarci a capire dove è meglio costruire le case (meglio non troppo vicino alle zone dove può avvenire un terremoto!) e come costruirle in modo che, in caso di terremoto, le persone siano più al sicuro.
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La Pianura Padana tutta grigia
Alcune macerie dopo il terremoto a L’Aquila
ientali si spezza
LA FORZA DELL’AMBIENTE
La diga del Vajont
Tutte queste bandierine color ate ricordano le vittime della tragedia della diga del Vajont
Tra il 1957 e il 1960 fu costruita, tra le montagne dei paesi di Erto e Casso, in Friuli Venezia Giulia, la diga che in quegli anni era la più alta del mondo: la diga del Vajont. La diga serviva a contenere acqua per produrre energia idroelettrica ed era stata costruita molto bene. Ma le cose non andarono come si sperava: il 9 ottobre del 1963 una parte di montagna franò dentro la diga facendo uscire una grandissima quantità d’acqua. L’acqua inondò tutto il paese di Longarone proprio lì sotto e morirono 2000 persone. Fu una vera tragedia. Si poteva evitare il disastro? Questa domanda se la sono fatta in molti dopo l’incidente. Si fecero delle indagini e si scoprì che erano stati fatti degli studi che dimostravano il rischio che la montagna franasse nella diga, causando così la fuoriuscita dell’acqua. In pratica si sapeva che la montagna non avrebbe “retto” quantità d’acqua troppo grandi. Purtroppo non venne data la giusta importanza a questi studi e si fece quasi finta di niente. Avere tanta energia dall’acqua faceva molta gola e questa “voglia di energia” fece trascurare i segnali dati dall’ambiente.
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Uomini e cereali Come l’agricoltura ha cambiato il nostro rapporto con l’ambiente di Marta Carli (redazione)
La storia dei cereali che mangi a colazione e delle zucchine che trovi in frigo è iniziata più di diecimila anni fa. È una storia che parla del rapporto tra l’uomo la terra. Ti va di scoprirla con noi?
I nostri antenati più “antichi” non sapevano coltivare la terra. Si procuravano il cibo cacciando grossi animali (come i mammut) e raccogliendo piante e frutti che crescevano spontaneamente nelle foreste. Poi, circa diecimila anni fa, le cose cominciarono a cambiare. Il clima diventò più secco, i grossi animali diventarono sempre meno, e alcuni gruppi di uomini e donne si trovarono a vivere in terreni molto fertili e ricchi di risorse. Queste persone furono i primi agricoltori.
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Quale fu la prima pianta ad essere coltivata? Oggi si pensa che non ce ne fu solo una, ma sette: due tipi di farro, un tipo di orzo, e quattro tipi di legumi. Coltivare più piante è vantaggioso sia per la salute, sia perché così, se un tipo di pianta viene danneggiata, si può comunque contare sulle altre. Ma c’è anche una ragione più profonda. Se insistiamo con una sola coltura sullo stesso terreno, a lungo andare il terreno “si stanca” e produce meno. La terra deve riposare: è fondamentale ricordare questo principio per vivere un rapporto rispettoso e fruttuoso con la terra.
Viaggio nei geoparchi italiani
CURIOSITÀ
I vari geoparchi del mondo sono uniti dalla Rete Globale dei Geoparchi, creata dall’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura).
QUANDO LE ROCCE RACCONTANO UNA STORIA
Nelle rocce, nei minerali e nei fossili è racchiusa la storia della Terra: i geologi, studiandoli, cercano di capire come si è formata e come potrebbe comportarsi in futuro. Le rocce, però, hanno un valore che non è solo scientifico. Nel mondo, infatti, ci sono molti luoghi dove le caratteristiche delle rocce e del territorio hanno influenzato profondamente la storia e la cultura delle popolazioni. In Italia questo rapporto con il territorio è particolarmente importante.
Il nostro Paese, infatti, ospita catene montuose, vulcani e formazioni rocciose che creano paesaggi bellissimi. Queste zone però possono anche essere molto pericolose se non le si conosce bene o non le si tratta con rispetto, magari trascurandole. Per questo, anche in Italia sono stati creati i geoparchi, aree dove si trovano paesaggi speciali e dove i geologi lavorano con le persone che vivono là per proteggere e valorizzare quei luoghi. Ce ne sono dieci, in diverse regioni d’Italia. Qui ne presentiamo uno: il Parco Naturale Adamello Brenta, in Trentino-Alto Adige.
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Nel prossimo numero...
L’EVOLUZIONE Gennaio 2019 n. 16
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