TAIPEI FLOODWALLS
Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
LAUREANDO Fabio Planu
RELATORI Prof. Romeo Farinella Prof. Elena Dorato
CORRELATORI Prof. Alessandro Martinelli Prof. Monica Kuo Tesi di Laurea in Architettura UniversitĂ degli Studi di Ferrara Dipartimento di Architettura a.a. 2018|2019
Indice 0. Abstract 1. Inquadramento 1.1 Taiwan 1.2 “The Greater Taipei Area” 1.3 Taipei
2. Città fluviale 2.1 Idrografia 2.2 La storia dello sviluppo urbano 2.3 Come il fiume Keelung ha trasformato la forma di Taipei 2.4 Clima
3. Città fortezza: l’ entusiasmo di Taipei nella costruzione di floodwalls 3.1 La consapevolezza del rischio di alluvione 3.2 La costruzione di argini sempre più alti e lunghi 3.3 Il rischio d’ inondazione
4. Il contesto urbano 4.1 La pianta a griglia 4.2 La vita urbana arricchita dallo sviluppo ad “uso misto” 4.3 Tendenze abitative a Taipei 4.4 I caratteristici portici di Taipei 4.5 Il sistema dei trasporti
5. Il sistema del verde 5.1 La storia dei parchi 5.2 Spazi aperti e parchi di quartiere 5.3 Le diverse tipologie di verde 5.4 Gli usi e le attività nel verde pubblico
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[TAVOLA 1] 9 10 10
[TAVOLE 1, 2] 17 19 22 24
[TAVOLA 2] 27 29 32
[TAVOLA 3] 37 38 41 42 45
[TAVOLA 4] 51 52 53 58
6. Il lungofiume 6.1 Taipei floodwalls: un sistema di protezione dalle inondazioni 6.2 I principali elementi 6.3 Floodwalls nel mondo
7. Strategia per il waterfront 7.1 Riconnessione tra Taipei e il fiume Tamsui 7.2 Nuove connessioni 7.3 Gli attraversamenti 7.4 Una strategia replicabile
[TAVOLA 5] 61 66 70
[TAVOLA 6] 77 82 82 83
8. Yanping Riverside
[TAVOLE 7, 8, 9]
8.1 L’area progettuale 8.2 Modelli progettuali 8.3 Guisui park 8.4 Lo skate park
85 86 94 102
9. Conclusioni
111
10. Interviste 10.1 Intervista con Mrs. Monica Kuo 10.2 Intervista con Mr. Chun-Hsiung Wang
114 118
11. Bibliografia
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12. Elaborati grafici
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13. Ringraziamenti
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14. Portfolio fotografico
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Abstract Taipei, capitale di Taiwan, si è sviluppata lungo le sponde del fiume Tamsui, e si trova sulla rotta principale dei tifoni del Pacifico nord-occidentale. Il fiume Tamsui ha storicamente svolto un ruolo centrale nella crescita dell’economia, della società, della cultura e della morfologia urbana di Taipei. Per fare fronte alla vulnerabilità della città alle inondazioni e per rispondere alla necessità di avere quanta più terra edificabile possibile - un periodo di forte espansione economica ed un boom demografico determinarono tale richiesta di nuovi lotti, negli anni ’60 lungo il waterfront della città sono stati costruiti degli alti muri di contenimento delle piene (floodwalls), mitigando così il problema delle esondazioni. Il risultato è una Taipei fortificata, circondata da un alto muro che separa la città dal fiume, compromettendo il rapporto identitario tra i cittadini e l’elemento “acqua”. Il problema è tutt’oggi particolarmente sentito, tanto che anche l’amministrazione di Taipei e il Governo Centrale stanno cercando strategie per ricollegare la città e il suo fiume. Diviene quindi necessario intervenire sulla città e sul suo sviluppo nel margine tra il tessuto urbano, il muro e il fiume. Si propone di ricucire tale rapporto attraverso la riqualificazione del waterfront basandosi sul miglioramento dell’accessibilità e della qualità dello spazio pubblico sul lungofiume su entrambi i lati del floodwall così che il waterfront torni ad essere parte integrante di Taipei. L’intento progettuale è quello di individuare i “vuoti” potenziali lungo il margine del tessuto urbano, valorizzandoli come spazi pubblici, connettendoli tra loro lungo il colmo del floodwall e collegandoli con il sistema lungofiume. Il fine ultimo di questa tesi è l’applicazione di tale strategia alla vasta scala, attraverso una visione in grado di avviare un processo di riattivazione, valorizzazione e gestione del waterfront ricucendo così la primordiale connessione tra le persone, Taipei e il fiume Tamsui.
Fig.1.1_ Vista del fiume
Tamsui con livello dell’acqua normale. Fig.1.2_ Fotomontaggo del fiume Tamsui durante la piena. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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01. Inquadramento 1.1 Taiwan Taiwan è uno Stato insulare dell’Asia sudorientale, situato nell’oceano Pacifico a circa 150 km a est delle coste della Cina meridionale, da cui lo separa “Stretto di Taiwan”; comprende l’isola omonima (o Formosa) e da alcune minori (Kinmen, Matsu, Orchid, Penghu, Pratas, Xiaoliuqiu). Taiwan è un’isola, il 70% della quale è montuosa, il resto è una pianura allungata, lunga circa 400 km e larga al massimo 40, che costituisce quasi tutta l’area urbanizzata. In termini di clima, l’isola è situata nella zona dei monsoni, quindi è abbastanza calda e presenta precipitazioni di 2,6 volte la media mondiale. La combinazione di geografia, sviluppo infrastrutturale e sviluppo economico ha portato ciò che potrebbe essere inteso come una sorta di “città-regione-stato”, almeno in termini di urbanizzazione, vale a dire uno spazio geografico a scala regionale estesa, caratterizzata da un’organizzazione di infrastrutture urbane altamente integrata. Ha un’area di 35.980 km2, una popolazione di 23.589.870 abitanti e una densità pari a 655,64 abitanti/km2.
Fig.1.3_ Inquadramento nel sud-est asiatico. Fig.1.4_ Isola di Taiwan e localizzazione di Taipei. Fig.1.5_ Localizzazione. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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Fig.1.6_ ”The Greater Taipei Area”.
Fig.1.7_ Taipei, [MVRDV,
The Why Factory, The Vertical Village: Individual, Informal, Intense, Rotterdam, Nai Publishers, 2012, pp. 30,31].
1.2 “The Greater Taipei Area” “The Greater Taipei Area”, conosciuta come “Taipei-Keelung metropolitan area” corrisponde alle aree situate all’interno del bacino di Taipei. Sono tre città indipendenti, ognuna con la sua autonomia amministrativa. L’area metropolitana comprende Taipei che è il cuore dell’area, nonché capitale di Taiwan, Keelung City e New Taipei City (precedentemente nota come Taipei County), che le circonda.
1.3 Taipei Taipei è la capitale di Taiwan, è situata all’estremità nord dell’isola sulla riva destra del fiume Tamsui, al centro del bacino di Taipei. E’ il centro commerciale, governativo e culturale dell’isola. Ha un’area di 271,8 km2, una popolazione di 2.658.615 abitanti e una densità pari a 9.781,51 abitanti/km2. Taipei [Taiwan] 25°02’52”N 121°31’55”E Area 271,8 km2 Popolazione 2.658.615 abitanti Densità 9.781,51 abitanti/km2
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Una città ad alta densità abitativa Taipei è una piccola città, lunga meno di 30 km, e in larghezza circa 20 km, con una superficie di soltanto 271,8 km2. Paragonata alle altre metropoli asiatiche, Taipei è una città “minuta”, essendo la sua superficie un quarto di Hong Kong, leggermente più piccola di un terzo di Seoul e un terzo di Singapore. L’intera area metropolitana di Taipei potrebbe essere compattata nella quinta circonvallazione di Pechino. La compattezza di Taipei è anche dimostrata dalla popolazione che è mediamente di 9.817 persone per km2. Mentre questa cifra è già alta considerate le altre metropoli asiatiche, solo il 45% della superficie di Taipei è edificabile, con la superficie restante occupata da fiumi e montagne. In confronto, le altre metropoli asiatiche si trovano su aree in gran parte pianeggianti. Questo significa che Taipei è ancora più affollata della media sopra indicata. L’attuale densità della popolazione è circa 2,2 volte maggiore della media, corrispondente a 21.000 persone per km2; è un valore molto più alto della densità della popolazione delle altre città asiatiche. I 2.61 milioni di residenti a Taipei non sono gli unici abitanti di Taipei. Stime basate sul flusso del traffico fanno intendere che 4 milioni di persone vanno al lavoro, a scuola, o passano semplicemente il loro tempo libero in città ogni giorno. Non c’è da meravigliarsi che si percepisce come se a Taipei ci siano persone ovunque. La popolazione di Taipei ha smesso di crescere dopo il 1990. L’insostenibile prezzo delle case, insieme con l’accessibilità al sistema di trasporto pubblico della MRT hanno incoraggiato la migrazione verso New Taipei City, specialmente per le giovani generazioni. Il risultato è che la composizione demografica di Taipei affronta problemi come l’invecchiamento e la gentrificazione della popolazione urbana, che allude a una possibile declinazione nella diversità demografica della città. Il tessuto urbano di Taipei è essenzialmente delineato da spazi circondati da fiumi e montagne, attraversati da strade strette, confinate su entrambi i lati da edifici, con un sottile strato tampone di portici e vetrine, che formano le arterie viventi di Taipei. Grandi strutture come il Taipei 101 e il Taipei City Hall, ad esempio, sono costruiti lontani dalle strade, nel centro dei blocchi, diversamente dal resto di Taipei. L’omogeneità del tessuto urbano è un altro fattore che contribuisce all’affollamento di Taipei. La maggior parte degli edifici di Taipei sono alti solo 4 o 5 piani, e la larghezza delle strade è spesso inferiore a 15 metri, per non menzionare la carenza di di grandi spazi aperti. Negli ultimi anni, edifici alti tra i 10 e i 14 piani hanno iniziato a sostituire i vecchi condomini alti 4 o 5 piani. Indipendentemente dall’aumento del numero degli abitanti
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e dell’aumento del flusso del traffico, la larghezza delle strade e dei vicoli è rimasta invariata. Taipei, quindi, è diventato ancora più compressa. La compattezza del tessuto urbano di edifici di media altezza equamente distribuiti, ha costretto varie attività a svoltare sul ciglio della strada, facendo pressione sulla formazione di confini compromessi tra la sfera pubblica e quella privata della città. Per capire davvero Taipei, è essenziale riconoscere il risultato dell’omogeneità del tessuto urbano che è una caratteristica unica: l’esistenza di ambiti differenti tra il piano terra e Seul [Corea del Sud]
33°33’N 126°59’E
Area 605,3 km2 Popolazione 10.349.312 abitanti Densità 17.097,8 abitanti/km2
Hong Kong [Hong Kong] 22°11’00”N 114°08’00”E Area 1.104,4 km2 Popolazione 7.527.701abitanti Densità 6.816,10 abitanti/km2
Singapore [Singapore] 1°18’N 103° 48’E Area 712,4 km2 Popolazione 6.058.744 abitanti Densità 8.504,69 abitanti/km2
Tokyo [Giappone] 35°41’22.22”N 139°41’30.12”E Area 2.187,66 km2 Popolazione 13.857.433 abitanti Densità 6.334,37 abitanti/km2
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quelli superiori. Una via tipica di Taipei presenta un piano terra occupato maggiormente da portici e vetrine; questi negozi confinano le strade, formando una ampia e continua rete di spazi pubblici. Le abitazioni private, che occupano i piani superiori degli edifici, danno quindi forma alla sfera privata della città. A Taipei, gli spazi che separano le aree residenziali dalle strade non sono giardini privati, bensì le vetrine dei negozi. Tale modello ha portato a relazioni interpersonali più strette e strade più rinforzate; abbinato a residenti estremamente tolleranti, questo schema ha creato una delle caratteristiche distintive di Taipei: lo sviluppi ad uso Bangkok [Thailandia] 13°45’N 100°29’E Area 1.568,7 km2 Popolazione 5.104.476 abitanti Densità 3.253,95 abitanti/km2
Shanghai [Cina] 31°13’49”N 121°28’13”E Area 6.340,5 km2 Popolazione 24.482.754 abitanti Densità 3.861,32 abitanti/km2
Giacarta [Indonesia] 6°12’S 106°48’E Area 661,5 km2 Popolazione 8.540.121abitanti Densità 12.910,23 abitanti/km2
Pechino [Cina] 39°54’20”N 116°23’29”E Area 1377,9 km2 Popolazione 11.716.000 abitanti Densità 8.502,79 abitanti/km2
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misto. La bellezza di Taipei non risiede nello skyline formato da grattacieli, bensì nel traffico delle strade. Lo skyline di Taipei lo si può ammirare ammirando le montagne circostanti, invece di concentrarsi sui grattacieli situati nel bacino. Vengono presentati in questo capitolo i dati relativi a superficie, popolazione e densità di altre 8 città asiatiche. In questo modo si comprende più semplicemente la situazione di Taipei comparandola con realtà più conosciute. Attraverso le immagini si evidenzia come le periferie di queste città, avendo subito le spinte della forza demografica ed economica hanno vissuto un rapido cambiamento che le ha proiettate verso uno standard occidentale che allo stesso tempo le ha omologate, tanto da non essere in grado di riconoscere la differenza tra un edificio lungo la tangenziale di Pechino, nella periferia di Taipei o a Singapore. Un bacino triangolare che una volta era un lago Il bacino di Taipei ha una forma triangolare e i suoi tre vertici sono: a est Nangang, a nord Guandu e a ovest il punto di intersezione tra Xinzhuang, Shulin e Guishan. Taipei si trova nella metà est del bacino, con un’elevazione di circa 8 metri sul livello del mare.
Fig.1.8_Città del sud-est
asiatico, [MVRDV, The Why Factory, The Vertical Village: Individual, Informal, Intense, Rotterdam, Nai Publishers, 2012, pp. 30,31].
La formazione del bacino di Taipei si divide in diverse fasi nell’arco di 4 milioni di anni. Tale processo iniziò quando gli strati geologici più bassi emersero dal mare in seguito alla collisione tra la placca delle Filippine e la placca Eurasiatica, che formarono l’altopiano. Le faglie si sono formate di conseguenza dopo una serie di attività sismiche che portarono alla depressione del bacino di Taipei e all’elevazione dell’altopiano di Linkou, sito a ovest. Eruzioni vulcaniche del Mt. Guanyin e del Mt. Datun crearono le cime a nord e nord-ovest. L’antico torrente Xindian che sfocia nel mare lungo l’asse nord del bacino, ha depositato sul substrato roccioso una grande quantità di sedimenti. Il bacino di Taipei si è allagato molte volte, sia da acque dolci che acque salate, i sedimenti, depositati dai fiumi poi accumulati, hanno asciugato il bacino formando la pianura. Il bacino di Taipei si è trasformato diverse volte in un lago a causa del basso livello del terreno e della attività della tettonica a placche. L’epoca più recente risalente al bacino di Taipei nella sua configurazione di lago fu 320 anni fa, durante il 33esimo anno del Regno dell’Imperatore Kangxi. Un terremoto causò la subsidenza di una parte del bacino, allagandolo quindi con acqua salata proveniente da Guandu, formando quello che è noto agli storici come “Kangxi Taipei Lake”. L’intero bacino era sott’acqua e la superficie del lago corrispondeva all’area della linea di quota odierna di 10 metri. L’acqua si è ritirata solo dopo 100 anni.
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Vista di Taipei dalla Chinese Culture University Taipei
Il lungofiume Tamsui
02. Città fluviale 2.1 Idrografia Il fiume Tamsui è il terzo più lungo di Taiwan, si estende per 159 km e ha un bacino idrico di 2.726 km2; scorre verso nord-ovest sfociando mediante estuario nello Stretto di Taiwan. Il suo bacino fluviale ha tre principali affluenti: il torrente Dahan, il torrente Xindian e il fiume Keelung. Il torrente Dahan scorre verso nord dalle montagne di Taoyuan verso il bacino di Taipei. Il fiume Keelung e il torrente Xindian condividono la stessa fonte nelle colline sud-orientali del bacino. Mentre il torrente Xindian scorre diretto a ovest, il fiume Keelung prima si dirige verso est e poi verso nord, formando un grande anello prima che inizi a scorrere verso ovest nel bacino. Il torrente Dahan e il torrente Xindian convergono a Jiangzicui dove formano il fiume Tamsui, mentre il il fiume Keelung si unisce al fiume Tamsui all’isola Shezi, situata a nord del fiume Tamsui. Il fiume Tamsui scorre poi verso nord-ovest, tra Guandu e Tamsui prima di sfociare nel mare. Fiumi, canali d’irrigazione e siti idrologici Il fiume Tamsui può essere considerato la linfa vitale di Taipei. Esso, infatti, non ha solo trasportato i sedimenti che hanno formato il bacino di Taipei, ma ha anche irrigato le risaie e ha favorito l’esportazione di prodotti, quali riso, tè e canfora. Il rapporto tra Taipei e il fiume Tamsui è conflittuale e complicato: il fiume non è stato trattato bene per generazioni tanto che ne sono state ridotte le dimensioni, rivendicando più terra dal territorio fluviale per l’espansione della città. Nel bacino di Taipei ci sono inoltre due sistemi di canali artificiali: uno è lo Scolmatore Erchong, l’altro è l’antico sistema di irrigazione delle aree agricole composto dal canale Wulixue e dal canale Qixing. La maggior parte di questi canali oggi sono stati abbandonati, coperti, o trasformati in fognature. Inoltre, durante lo sviluppo infrastrutturale che è stato la priorità urbana 50 anni fa, i canali sono stati sacrificati di fronte alla mancanza di spazio a Taipei per fare posto allo sviluppo urbano e alle infrastrutture. Prima che la città si espandesse, Taipei era caratterizzata da un paesaggio acquatico raro nel contesto subtropicale. Vie navigabili e laghi occupavano
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Fig. 2.1_ Bacino Idrografico del fiume Tamsui.
il bacino prima che si trasformasse in città. Dopo che i coloni della dinastia Han hanno iniziato a praticare l’agricoltura nel bacino, la domanda di acqua per l’irrigazione ha portato alla trasformazione dei corpi d’acqua naturali in stagni e canali; gli spazi d’acqua erano quindi strettamente legati alla vita quotidiana delle persone. Con la colonizzazione giapponese, la città si è espansa ed è cresciuta rapidamente senza mantenere un equilibrio tra lo sviluppo urbano e gli spazi idrici. Taipei ha quindi perso il suo caratteristico paesaggio acquatico come conseguenza di uno sviluppo radicale, alterando in modo permanente la relazione tra l’uomo e la natura. All’inizio del ventesimo secolo, Taipei era ancora ricca di bacini d’acqua. Oltre ai fiumi, c’erano anche due sistemi di canali d’irrigazione, il canale Liugong e il canale Qixing, e diversi stagni, tra cui il “Poxin Pond” che era lo stagno più grande di Taipei, occupava una superficie di 100 ettari. Il “Poxin Pond” era soprannominato “Dawan” che letteralmente significa “grande curva”, successivamente rinominato “Daan”, motivo per cui il distretto Daan si chiama così. L’area al di fuori della porta ovest della vecchia Taipei era in origine una grande zona umida. La conservazione del paesaggio acquatico, tuttavia, è stata generalmente ignorata nello sviluppo urbano fin dalla colonizzazione giapponese. I laghi e i canali sono stati riempiti per far posto a strade e edifici. Però, confrontando attentamente la mappa delle strade e degli antichi corsi d’acqua, si può ancora leggere la stretta relazione tra Taipei e i bacini idrici.
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2.2 La storia dello sviluppo urbano La costruzione dei primi insediamenti nel bacino di Taipei iniziò per mano dei Katagalan, un gruppo di aborigeni taiwanesi. Lo sviluppo di Taipei continuò durante l’occupazione olandese e spagnola a partire dal 1642. Dopodiché, dal 1662 con l’arrivo dei cinesi della dinastia Ming, dal 1683 dei cinesi della dinastia Qing e successivamente, durante la colonizzazione dei giapponesi si consolida il sistema urbano oggi conosciuto. Il primo sviluppo urbano furono gli insediamenti portuali lungo la riva ovest del fiume Tamsui: Mengjia a sud e Dadaocheng più a nord. Per proteggere la città dalle invasioni nel 1884 i cinesi della dinastia Qing costruirono le mura. Taipei, insieme a Mengjia e Dadaocheng veniva descritta come “la strada di tre città”. In questo periodo gli insediamenti si trovavano lungo la sponda ovest del fiume Tamsui, e Taipei era ancora una piccola città sottosviluppata. La popolazione totale era inferiore ai 50.000 abitanti. Dal 1895 iniziò il periodo coloniale giapponese. Il loro obiettivo fu fin da subito quello di sviluppare Taipei in una città moderna per dimostrare la forza del Giappone. Nel 1905 venne stilato il “Municipal Reform Project for Taipei City”; il primo piano per la città. Riguardava la pianificazione urbana di 720 ettari progettati con l’obiettivo di espandere Taipei oltre le mura per sviluppare nuove aree funzionali caratterizzate da aree commerciali, aree residenziali, scuole e santuari. Nel 1907 i giapponesi demolirono le antiche mura e implementarono il rinnovo urbano. Nuove strade vennero disposte in un sistema a griglia parallelo alle mura della città. In questa prima fase lo sviluppo seguì l’asse nord-sud lungo il fiume Tamsui. Nel 1932 venne presentato il nuovo piano di espansione della città denominato “The Great Taipei City Plan”, il quale proponeva lo sviluppo urbano della zona est mediante la progettazione di un sistema a griglia arricchito da reti di viali e parchi. La Seconda Guerra Mondiale interruppe i lavori, infatti l’estensione di Taipei era ancora limitata dopo lo scontro bellico. La sconfitta del
Fig. 2.2_ Sezione concetuale
del fiume Tamsui e i primi insediamenti sulla sponda est. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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Fig. 2.3_ Evoluzione di
Taipei. Da sinistra verso destra: mappa schizzata di Taipei City, Dadaocheng e Mengjia 1895; mappa stradale di Taipei 1930; mappa stradale dettagliata di Taipei City 1952; vista satellitare di Taipei 2019.
Giappone pose fine all’occupazione nipponica di Taiwan, che fu ceduta a Kuo Min Tang (KMT), il Partito nazionalista guidato dal generale Chiang Kai Sheck, era il partito al potere nella Cina continentale. Tuttavia, dopo che il KMT perse il controllo della Cina continentale nei confronti del Partito comunista durante la guerra civile cinese nel 1949, ci fu il ritiro forzato e l’improvvisa immigrazione di Chiang Kai Sheck e di circa due milioni di rifugiati politici a Taiwan. l KMT rinunciò all’idea di tornare nella Cina continentale e il Governo centrale cambiò le sue politiche nazionali adottando strategie orientate allo sviluppo economico di Taiwan, a cui seguì il miracolo economico di Taiwan dagli anni ‘60 agli anni ’80. A causa del boom economico, negli anni ‘70 Taipei ha attratto un numero enorme di migranti rurali dal sud di Taiwan. Di conseguenza, la popolazione di Taipei è cresciuta da 1 milione nel 1966 a 2 milioni nel 1974 e ha raggiunto il picco di 2,72 milioni nel 1990. In conseguenza al rapido sviluppo urbano Taipei è diventata anche maggiormente soggetta a inondazioni a causa della riduzione delle zone umide e delle zone di infiltrazioni, e all’aumento delle aree impermeabili. Nel 1982 viene iniziata la costruzione del “Taipei Flood Control Project”, progetto in cui il Governo decide di adottare la frequenza di alluvioni di 200 anni come criterio di protezione. Oggi lo sviluppo di Taipei ha completamente riempito il bacino, con una popolazione di 2,65 milioni di abitanti.
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1877
1895
1907
1945
2019
Fig.
2.4_ Lo sviluppo urbano di Taipei, diagrammi concettuali. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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2.3 Come il raddrizzamento del fiume Keelung ha trasformato la forma di Taipei Guardando la rete fluviale di Taipei non si percepisce nulla di insolito, i tre affluenti principali del fiume Tamsui, il torrente Dahan, il torrente Xindian e il fiume Keelung appaiono tutti naturali. Tuttavia, attraverso l’osservazione e lo studio di mappe storiche e di immagini aeree si nota che il fiume Keelung era diverso e che ci sono stati due importanti modifiche sul corso fiume negli ultimi anni. Il fiume Keelung è il fiume maggiormente modificato della città. Shezi Island, ad esempio, era una volta separa da Taipei, ma durante le trasformazioni è diventata una penisola. Vista la sua forma sinuosa, il Keelung è classificato come un “fiume debole” in quanto la corrente dell’acqua non è abbastanza forte per tagliare le sponde e formare quindi dei meandri. Il fiume è stato modificato per ridurre le inondazioni e per ottenere nuove aree edificabili per lo sviluppo urbano. Il primo raddrizzamento del fiume avvenne tra il 5 novembre del 1964 e il 19 luglio del 1965. La sezione fluviale di Shilin fu raddrizzata e spostata di circa 500 metri verso ovest. È interessante notare che dopo aver spostato il fiume, la vecchia sezione del fiume venne lasciata aperta fino al 1991, quando il vecchio alveo venne
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riempito e successivamente edificato. La posizione del vecchio fiume è ancora visibile nel layout della strada. Il secondo e molto piÚ grande cambiamento avvenne tra l’ 11 novembre 1991 e il 10 novembre 1993. Durante questo periodo il meandro di Dazhi e Neihu fu interrotto, il fiume fu raddrizzato e accorciato di circa 6 km. Questa volta le vecchie sezioni fluviali furono immediatamente riempite e su di esse costruiti i nuovi edifici.
Fig. 2.5_ Il raddrizzamento
del fiume Keelung nelle diverse fasi. Fig. 2.6_ Situazione antecedente al muro. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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2.4 Clima Taipei si trova nella zona climatica subtropicale; il clima della città è caratterizzato da caldi estate e umidi inverni. Durante l’estate la temperatura è sempre maggiore di 30°C; d’altra parte raramente scende al di sotto dei 10°C durante l’inverno. Il caldo e l’umidità sono le caratteristiche del clima della città. Taipei è inoltre soggetta a forti piogge, con precipitazioni annuali medie che possono essere superiori ai 2.400 millimetri. Tale misura equivale quasi all’altezza di un piano di un edificio. Le misurazioni delle precipitazione nelle aree montane segnalano medie annuali di precipitazioni addirittura maggiori. Taipei, però, non è solo soggetta a intense piogge, ma anche un elevato numero di giorni piovosi: potrebbe piovere a Taipei per quasi metà anno. Durante la stagione delle piogge che caratterizza l’est asiatico, può piovere continuamente per un mese intero tra la primavera inoltrata e l’inizio dell’estate. Confrontando le rilevazioni annuali storiche delle precipitazioni nel secolo scorso con quelle odierne si percepisce che Taipei sta diventando sempre più piovosa. Considerando inoltre le sole precipitazioni medie relative agli ultimi 30 anni, si nota una crescita media delle precipitazioni che è addirittura maggiore di quella degli ultimi 100 anni, evidenziando come la pioggia stia diventando sempre più minacciosa per il bacino di Taipei.
Fig. 2.7_ Comparazione
delle precipitazioni in diversi Stati del Mondo; a destra registrazioni storiche delle precipitazioni.
Nelle aree urbane il tempo delle precipitazioni è più preoccupante in quanto esso mette sotto esame il funzionamento del sistema di drenaggio della città. La massima capacità idraulica di drenaggio delle pompe idrauliche a Taipei è stato progettato per accogliere una quantità di acqua pari a 78,8 mm/ora. Teoricamente, la città non dovrebbe allagarsi se la quantità di pioggia in un ora è inferiore a quella indicata. Nel 2001, il tifone Nari ha causato una pioggia di 135 mm/ora, corrispondente a 1.7 volte superiore al limite del sistema di drenaggio. Confrontando i rilevamenti sincronici della temperatura del secolo scorso con quelli odierni si nota che Taipei sta diventando più calda,
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infatti il numero di giorni con una temperatura superiore ai 35°C sta incrementando continuamente. In aggiunta all’impatto dei cambiamento climatici, la scarsa ventilazione nel bacino, l’intensivo sviluppo urbano e l’assenza di sufficienti e coerenti spazi verdi hanno contribuito all’aumento delle temperature e all’effetto dell’isola di calore. Tifoni e condizioni meteorologiche estreme Taiwan si trova lungo la rotta principale dei tifoni provenienti dall’Oceano Pacifico a nord-ovest; è colpita da una media di tre o quattro tifoni ogni anno, basti pensare che nell’ultimo secolo circa 350 tifoni hanno attraversato Taiwan. I tifoni sono fenomeni esterni al sistema climatico che si manifestano in estate e in autunno. Ciò che maggiormente preoccupa sono le precipitazioni di estrema portata causate dai tifoni. Negli ultimi anni i tifoni con precipitazioni insolitamente gravi sono più frequenti a Taiwan. Nel 2008, una conferenza sui cambiamenti climatici organizzata del Central Weather Bureau ha evidenziato la maggiore frequenza di episodi con condizioni meteorologiche estreme. Liu ed altri colleghi hanno analizzato i dati meteorologici tra il 1960 e il 2005 scoprendo una significativa variazione dell’intensità delle precipitazioni, evidenziando un passaggio da precipitazioni da pioggia leggera a pioggia intensa. In tale ricerca hanno anche identificato un cambiamento nel numero di tifoni dal 2000. Fig. 2.8_ A destra dati sui Tra il 1970 e il 1999 ha colpito Taiwan ogni anno una media di 3 tifoni ogni percorsi dei tifoni e la loro a destra dati anno. Tra il 2000 e il 2006 ha colpito Taiwan una media di 5,7 tifoni ogni frequenza. relativi alle precipitazioni nel 2019. anno.
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Taipei Floodwall, vista dal Taipei Bridge
03. Città fortezza: l’entusiasmo di Taipei nella costruzione di floodwalls 3.1 La consapevolezza del rischio di alluvione Taipei ha vissuto un rapido sviluppo urbano negli anni ’60, e nello stesso periodo si sono verificate le inondazioni causate da diversi tifoni. Nel 1962, più di 10.712 ettari a Taipei furono inondate a causa di un tifone, e nel 1963 più di 14.588 ettari si allagarono a causa del tifone Gloria. Le inondazioni sono una grave minaccia per Taipei essendosi sviluppata in un bacino con diversi fiumi, caratterizzato da una topografia bassa in una zona costiera. Le inondazioni lungo le rive del fiume a causa delle forti precipitazioni e alle tempeste dei tifoni si verificavano spesso. Queste alluvioni devastanti hanno portato a una maggiore consapevolezza del rischio di alluvione e hanno reso il governo centrale di Taiwan consapevole del rischio di alluvione di Taipei. Al fine di bilanciare la rapida urbanizzazione con la prevenzione dai danni causati dalle alluvioni, la città si è trasformata costruendo argini sempre più lunghi e più alti lungo i suoi corsi d’acqua per contenere le acque. La rapida urbanizzazione senza un’adeguata gestione delle pianure alluvionali ha portato a zone altamente sviluppate e densamente popolate lungo le sponde del fiume. Inoltre, una parte del letto del fiume Tamsui a circa 22 km dalla foce è più bassa rispetto al livello del mare, per cui lo scarico delle acque risulta critico, risultando ancora più difficile in condizioni di alta marea. Tuttavia, con l’aumentare della frequenza di condizioni meteorologiche estreme, è necessario iniziare a chiedersi se il bacino di Taipei fosse “nato con un alto rischio” o “costruito in quel modo”.
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Fig. 3.1_ Taipei Area Flood Control Project [TAFCP].
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3.2 La costruzione di argini sempre più alti e lunghi Dopo le gravi inondazioni provocate dai tifoni negli anni ’60, il governo iniziò a sviluppare una piano per la gestione degli alluvioni. Questo momento segna l’inizio del del massiccio progetto strutturale di riduzione delle inondazioni chiamato “Taipei Area Flood Control Project” [TAFCP], considerato il più grande progetto di mitigazione delle inondazioni. Sebbene questo progetto sia stato pianificato negli anni ‘60, la sua realizzazione venne rimandata ai primi anni ‘80 a causa dei costi elevati. Il budget complessivo per il TAFCP era di 3,3 miliardi di dollari. La costruzione del TAFCP è iniziata nel 1982 ed è terminata nel 1996. Tale piano prevedeva numerose infrastrutture di ingegneria come muri d’inondazione e sistemi di drenaggio e diversione. Le infrastrutture di prevenzione delle inondazioni sono gradualmente e continuamente aumentate in termini di lunghezza dei muri di inondazione e numero di stazioni di pompaggio. Questa tendenza riflette il fatto che le misure strutturali sono state la soluzione principale alle inondazioni nel bacino di Taipei. Le stazioni di pompaggio pompano le acque alluvionali dalla città al fiume durante i tifoni, quando gli evacuation gates sono chiusi. Ad oggi, i principali fiumi del bacino di Taipei sono arginati con un sistema di protezione dalle inondazioni aventi periodo di ritorno di 200 anni. Taipei Area Flood Control Project [TAFCP] Il “Taipei Area Flood Control Project”, sviluppato dal governo negli anni ’60 e attuato a partire dal 1982, è considerato il più grande progetto di mitigazione degli alluvioni di Taiwan fino ad oggi. Gli elementi strutturali del TAFCP sono il muro d’inondazione avente una lunghezza di circa 117 km, e una altezza variabile tra i 6,00 e i 9,50 metri progettato per contrastare inondazioni con periodo di ritorno di 200 anni; lo scolmatore Erchong, lungo 7,7 km e largo tra i 450 e i 700 metri, progettato per contrastare portate d’acqua con periodo di ritorno di 200 anni, devia 6500 m3/s di acqua proveniente da monte dalla capacità del fiume Tamsui pari a 25.000 m3/s; il sistema di drenaggio delle acque piovane lungo 521,6 km, dimensionato per contrastare alluvioni aventi tempo di ritorno pari a 5 anni; 63 stazioni di pompaggio le quali pompano l’acqua piovana al di là del muro nei fiumi. Tra queste vi è la stazione di pompaggio Yu-Cheng che è la stazione di pompaggio più grande del sudest asiatico.
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[A]
[B]
[C]
Una città circondata da argini Taipei è completamente circondata da argini, che allo stesso tempo offrono protezione e creano una barriera. Anche se i residenti di Taipei si lamentano della separazione dal fiume, sono preoccupati che gli argini non siano abbastanza alti e concentrati per garantire la difesa dalle inondazioni. Gli argini a Taipei confinano stabilmente ogni fiume lungo le sue sponde, e circoscrivendo Taipei, finiscono per creare un bacino dentro un bacino; mentre proteggono la città dagli alluvioni quando ci sono forti piogge, impediscono anche alle persone di avvicinarsi ai fiumi.
Fig.
3.2_ Componenti del TAFCP: [A] il floodwall [lunghezza: 117 km circa; altezza: variabile tra 6,00 e 9,00 m; periodo di ritorno di progetto: 200 anni; [B] le stazioni di pompaggio [63 unità]; [C] lo scolmatore Erchong [lunghezza: 7,7 km; larghezza: variabile tra 450 e 700 m; devia 6500 m3/s di acque superficiali]. Fig. 3.4_ Numero di case colpite dai tifoni e progressiva costruzione delle infrastrutture contro le inondazioni.
Sebbene i fiumi non possono allagare Taipei dopo il completamento degli alti argini, nemmeno l’acqua della città può essere drenata durante le forti piogge, per questo sono state installate le stazioni di pompaggio, posizionate nella città per pompare l’acqua piovana nel fiume. Se una stazione di pompaggio non dovesse funzionare correttamente, le aree nelle vicinanze sarebbero allagate. Quando il Tifone Nari colpì Taiwan, l’intero sistema metropolitano si allagò perché la stazione di pompaggio Yu-Cheng, che è la più grande stazione di pompaggio del sud-est asiatico, non riuscì a funzionare. A Taipei ci sono però anche delle limitazioni alla foce del fiume Tamsui in quanto una parte del letto del fiume, più nello specifico a circa 22 km dalla sua foce, è al di sotto del livello del mare, rendendo così difficile in primo
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luogo lo scarico delle acque che risulta ancora più critico durante le alte Fig. 3.3_ Il floodwall dal lato del tessuto urbano, Yanping maree. North Road Section 6 Lane 511.
Osservando le vecchie mappe di Taipei risalenti alla colonizzazione della Dinastia Qing, la maggior parte degli insediamenti si trovavano al di fuori delle aree più basse della città. Questo dimostra come gli antenati sapevano di insediarsi lontani dalle aree propense a inondarsi. Oggi, i confini di Taipei non solo giacciono a stretto contatto con i fiumi, ma la città ha anche superato le aree precedentemente inondate. E’ stata recuperata un’area di 120 ettari dal fiume Tamsui e una di 500 ettari dal raddrizzamento del fiume Keelung. Sono stati costruiti argini verticali in cambio di più superficie per lo sviluppo urbano.
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3.3 Il rischio d’inondazione Da quando sono stati costruiti i muri d’inondazione l’acqua non ha mai superato il livello del muro. Questo significa che il rischio maggiore è dovuto alle intense piogge che si accumulano all’interno della città e alle criticità del sistema di drenaggio delle acque piovane e alle stazioni di pompaggio che pompano l’acqua al di là del muro nei fiumi. Lo sviluppo della mappa rappresentante il potenziale rischio d’inondazione richiede l’uso di un modello idraulico che simuli l’allagamento in diverse condizioni. Nel modello idraulico usato in questa tesi, per valutare le aree a rischio con i relativi tempi di ritorno, sono stati considerati il solo alluvione causato dalle forti piogge e la loro relativa uniforme distribuzione spaziale, un evento di 24 ore, il sistema di argini progettato contro piene dei fiumi aventi un tempo di ritorno pari a 200 anni, le 25 reti fognarie della città aventi una capacità pari a 78,5 mm/h dimensionate contro eventi aventi un tempo di ritorno pari a 5 anni, lo scolmatore Erchong, le stazioni di pompaggio e 100 mm/h di precipitazioni aggiuntive dovute ai tifoni. Si nota che l’area maggiormente a rischio è quella con la rete fognaria in competenza alla stazione di pompaggio Yu-Cheng che è la più grande stazione di pompaggio del sud-est asiatico. Un suo bloccaggio durante le forti piogge provocherebbe l’allagamento di una gran parte di Taipei, così come accadde nel 2001 quando durante il passaggio del tifone Nari tale stazione di pompaggio si ruppe e si allagarono i tunnel della MRT e gran parte della città. I livelli di allerta del fiume Tamsui Lungo il fiume Tamsui si possono notare diversi punti in cui il muro d’inondazione è verniciato con colori diversi per semplificare il monitoraggio dei livelli di allerta. In ordine, dal più basso al più alto corrispondo ai numeri 3, 2 e 1. Il riferimento è la stazione di rilevamento situata in corrispondenza del Taipei Bridge.
Fig. 3.5_ I livelli di allera
del fiume Tamsui; stazione di rilevamento: Taipei Bridge, [The 10th River Managmenent Office, Water resources Office].
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Il terzo livello di allerta equivale a 2,2 metri. Viene allertato il Governo di Fig. 3.6_ popolazione Taipei, il quale ordina subito la chiusura degli evacuation gates. In questo inondazione. modo la città è isolata dal fiume Tamsui. Il secondo livello di allerta corrisponde all’altezza del livello fluviale pari a 6,7 metri. In tale situazione vengono evacuati i residenti che abitano nelle aree più a rischio. Vengono preparate inoltre le attrezzature per il soccorso in caso di calamità e si avviano severe misure di monitoraggio delle inondazioni. Il primo livello di allerta scatta quando l’acqua arriva ad un livello pari a 8,5 metri. Il livello dell’acqua supererà la soglia superiore del muro. Si continua l’evacuazione di emergenza dei residenti delle aree più a rischio per attenuare i pericoli e il soccorso in caso di disastro.
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Densità della e rischio di
Fig.X_ “The Great Taipei City Plan”
Fig.
3.7_ Condizioni normali e condizioni di piena del fiume Tamsui.
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Segni dei livelli di allerta lungo il floodwall
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04. Il contesto urbano 4.1 La pianta a griglia Osservando la pianta di Taipei, si può facilmente notare che la maggior parte delle strade della città si intersecando ad angolo retto, e che la griglia della pianta corrisponde abbastanza precisamente ai quattro punti cardinali. E’ abbastanza semplice orientarsi nella città, rendendo la vita a Taipei più semplice. Le strade principali che costituiscono la pianta a griglia sono larghe più di 40 metri, spaziose e confortevoli se confrontate con le principali strade di altre metropoli del mondo. Queste strade primarie hanno tagliato la città in quadrati di tutte le dimensioni, che a turno sono stati ulteriormente divisi da strade secondarie e vicoli. Essendo queste strade perpendicolari fra di loro e gli edifici costruiti rispetto alla forma dei blocchi stessi, si è generato un senso di unità spaziale. Seppure Taipei segue lo schema a griglia come altre città nel mondo, non ha perso il suo carattere, ma Taipei ha piuttosto acquisito la sua personalità dall’unicità dei sui blocchi. Ci sono alcune situazioni interessanti fra i blocchi, ad esempio nel quartiere a ovest di Zhongshan North Road e Jinshan South Road, i blocchi non sono perfettamente allineati con le direzioni cardinali nord e sud, ma hanno una rotazione di 13,5° nord-est. I blocchi nei quartieri a ovest sono anche generalmente più piccoli di quelli del quartiere est, questo è particolarmente evidente per i blocchi a ovest di Zhongshan South Road. Tale caratteristica è legata alla antecedente presenza delle mura storiche di Taipei. La seconda caratteristica evidente riguarda le strade principali dell’asse est-ovest della griglia. Esse si assottigliano mentre si dirigono verso ovest, dove il sistema della griglia diventa incongruo. In conclusione, i blocchi a Taipei non sono tutti uniformi, ma sono costituiti da griglie sempre più strette, che formano uno spazio gerarchico al tessuto urbano. Tale caratteristica è più evidente nei distretti più a est della città.
Fig. 4.1_ Vista satellitare di Taipei, Google Earth, data acquisizione immagine: 31/8/2019. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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4.2 La vita urbana arricchita dallo sviluppo ad “uso misto” Una caratteristica distintiva di Taipei è l’abbondanza e la comodità dei servizi urbani. Nel campo della pianificazione urbana e della progettazione urbanistica, una sorta di modello per l’uso del suolo è chiamato “uso misto”. La zonizzazione ad uso misto ha reso Taipei una fra le città con maggiore vivibilità al mondo. Ancora più importante è il fatto che il modello ad “uso misto” a Taipei non è il risultato di una pianificazione urbana, ma al contrario, tale modello, si è evoluto organicamente sul territorio, rendendo ancora più raro il caso dello sviluppo dell’uso misto a Taipei che è diventato una fra le più importanti per la vita della città. Vivere a Taipei durante la colonizzazione giapponese non era semplice. Per guadagnarsi da vivere a Taipei durante questi anni il modello di sopravvivenza più efficiente era quello di abitare ai piani superiori e gestire il negozio al piano terra. Inoltre, poiché c’era la mancanza di aree residenziali in periferia e di mezzi per sposta in centro, vivere vicino al luogo di lavoro era normale per gli abitanti di Taipei. Ciò ha consentito al modello ad “uso misto” di diventare una caratteristica importante a Taipei. L’applicazione del modello ad “uso misto” ha due principali categorie: una è l’uso misto nei grandi edifici che confinando i lati del blocco con gli edifici residenziali al centro; l’altra è l’uso misto del piano terra rispetto ai piani superiori ad uso residenziale. Questa seconda caratteristica è quella che ha influenzato Taipei a livello più esteso. L’uso misto del suolo ha dotato Taipei di un particolare stile di vita caratterizzato da tre aspetti: concentrazione, continuità e varietà. Concentrazione perché dal momento che molto persone vivono e lavorano nella città, sia il tempo del pendolarismo che il volume del traffico sono ridotti. Inoltre la concentrazione delle attività ha aumentato l’efficienza in cui le imprese e le industrie comunicano e si consolidano. La concentrazione di abitazioni rende l’ambiente anche più sicuro. Continuità in quanto le attività commerciali a Taipei, generalmente raccolte, occupano portici e vetrine lungo le strade. La varietà di portici e vetrine, così come la loro concentrazione e la loro continuità, non hanno solo generato un ambiente commerciale comodo e attrattivo, ma hanno anche contribuito ad uno sviluppo su larga scala. Inoltre, per offrire maggiore comodità, la concentrazione e la continuità dei negozi ha anche migliorato al miglioramento della sicurezza pubblica della città attraverso l’aumenti di illuminazione e l’incremento del numero di telecamere. Taipei è inoltre caratterizzata dalla varietà perché lavorare in delle imprese in un contesto ad “uso misto” implica che le differenti industrie si devono completare, sostenere e devono pure competere tra loro, creando la giustapposizione di
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una vasta gamma di di attività commerciali. Innovazione e trasformazione sono quindi le regole di sopravvivenza per le imprese che modellano lo stile di vita della città. Tipologie di edifici riconducibili a differenti periodi storici, che vanno dalle prime residenze-negozio ai moderni appartamenti su più livelli, aiutano a far luce sullo sviluppo ad “uso misto” a Taipei. Per decenni, l’uso misto del suolo è stato fondamentale per l’urbanizzazione e per la caratterizzazione di Taipei. Negli ultimi anni, tuttavia, i nuovi complessi residenziali di lusso sono progettati isolati. Le attività commerciali al piano terra sono in questi casi sostituite da ampi atrii e spazi verdi. L’uso misto del suolo, il tratto più distintivo di Taipei, si trova ora dinnanzi a una sfida.
Fig. 4.2_ L’ uso del suolo. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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Spazi commerciali à la Taipei Così come Taipei si è diffusa da ovest verso est, anche il suo centro si è sviluppato in modo simile, migrando verso oriente lungo l’asse est-ovest, con Zhongxiao East Road che funge da asse di riferimento percorso anche dalla linea blu della MRT. Prima degli anni ’90 Il centro vivace di Taipei si trovava nel quartiere occidentale della città, il centro comprendeva Ximending, Zhonghua Road e la ferrovia a ovest, fino al 228 Peace Memorial Park. C’erano alcuni cluster commerciali in quest’area, tra cui cinema, librerie, negozi di tessuti e di abiti su misura, negozi di cibo tradizionale e negozi di tecnologia dove acquistare impianti stereo e macchine fotografiche. Negli anni ’70, constatato che l’attività commerciale esistente nella città era satura e che le strette strade delle aree commerciali già esistenti avrebbero impedito ogni potenziale sviluppo futuro, l’amministrazione, influenzata dai giapponesi, decise di adottare l’idea del “secondo centro urbano”. Questo modello propone l’istituzione di un centro “modernizzato” in una nuova parte della città per ospitare attività commerciali più moderne, come la costruzione di uffici, alberghi, grandi magazzini o centri commerciali in stile americano. La prima area proposta per il secondo centro di Taipei fu “Yingbianduan”, corrispondente all’odierno Chiang Kai-Shek Memorial Hall, ma a causa della sua dimensione limitata si è optato per un’area sempre di proprietà militare: il distretto Xinyi. Cominciato nel 1981, il Xinyi Planning District era un progetto di sviluppo urbano completo che ambiziosamente combinava aree commerciali, residenziali, amministrative e culturali, destinazioni d’uso fondamentali per un quartiere centrale degli affari che ha l’obiettivo di essere internazionale, da esempio e con spirito di iniziativa. Seppure l’amministrazione voglia modernizzare l’aera, allo stesso tempo ha cercato di mantenere la forma urbana esistente di Taipei. Mentre i grandi edifici si sviluppavano, elementi come le aree pedonali, i passaggi e le aree ad uso misto restano incorporate per fare da eco alla forma urbana caratteristica di Taipei. Lo sviluppo del distretto di Xinyi, tuttavia, si fermò per i successivi 15 anni, durante i quali la terza e la quarta sezione di Zhongxiao est Road si sono evolvero rapidamente in una ricca zona commerciale senza nessun piano di sviluppo urbano. Le attività commerciali di quest’area si sono espanse a est lungo Zhongxiao East Road verso il Sun Yat-Sen Memorial Hall, e verso ovest lungo Fuxing South Road. L’uso misto, diversificato e di commerciale furono le caratteristiche dello sviluppo del quartiere est di Taipei. Lo sviluppo del Distretto di Xinyi, che l’amministrazione di Taipei cercò di promuovere con ogni mezzo, venne ostacolato dal prezzo
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esorbitante del terreno. Dopo 18 anni dall’annuncio del progetto, solo due edifici erano stati costruiti. Nel frattempo diverse aziende iniziarono a costruirono le loro sedi sulla riva nord del fiume Keelung nell’area conosciuta con il nome di “Neihu Light Industry Park”, l’odierno “Neihu Technology Park”. Anche quest’area nacque senza un ambizioso piano urbano, ma alcuni investitori videro opportunità immobiliari nella conversione in uffici di vecchi edifici industriali. Riuscirono quindi ad attrarre un gran numero di investitori grazie al minore costo della terra edificabile e a un buon marketing. La velocità con cui il ”Neihu Technology Park” si è sviluppato ha dato luce ad un evidente contrasto con lo sviluppo del distretto Xinyi. L’ordine cronologico con cui si sono sviluppati questi distretti commerciali in contrapposizione al nuovo distretto Xinyi dimostra come Taipei goda di una propria vitalità e evidenzia come la città non necessariamente segue il corso che è stato pianificato. Dopo 30 anni il progetto del distretto di Xinyi è stato concluso, è stato considerato un progetto di successo, e la maggior parte dei progetti proposti sono stati realizzati.
4.3 Tendenze abitative a Taipei1 Così come molte altre città asiatiche, Taipei si è trasformata in città moderna ad alta densità abitativa negli ultimi decenni, dove un afflusso di giovani famiglie e nuovi abitanti provenienti da tutta l’isola ha stimolato la rigenerazione urbana viste le richieste di abitazioni convenienti. Per comprendere le forze trainanti dietro questi sviluppi e mostrare la differenza tra realtà e desideri individuali si sono analizzati i dati sull’attuale tendenza abitativa di Taipei. Osservando la distribuzione della densità demografica si nota che la più alta densità è nella “città vecchia”. Analizzano inoltre i prezzi medi delle abitazioni per tipo e posizione dove si mettono a confronto i costi delle case suddivisi nei diversi distretti e nelle diverse tipologie, si nota che Taipei ha il costo medio delle abitazioni più elevato per metro quadrato. Oltre al centro di Taipei, il distretto di Daan a sud è molto richiesto viste le numerose università, scuole superiori, i grandi parchi pubblici e le numerose aree commerciali. Ciò rivela che la posizione non è l’unico fattore che le persone considerano quando acquistano una casa a Taipei, ma sono Tendenze abitative: presi in considerazione anche la convenienza, la qualità dei quartieri, la 1_ [MVRDV, The Why Factory, combinazione di programmi e le strutture educative. The Vertical Village: Individual,
Informal, Intense, Rotterdam, Nai Publishers, 2012, pp. 134141]
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[1]
[3]
DISPONIBILI 8%
case singole
DESIDERATE 5%
case singole
- 5 piani 27% 4 senza ascensore 52% 4 - 5 piani
[2] 68% > 5 piani 40% > 5 piani
Fig. 4.3_ Tendenze abitative
a Taipei. [1] Area Preferita per abitare, [2] prezzi medi delle abitazioni e [3] tipologia delle abitazioni.
In genere il fattore più importante quando si acquista una casa a Taipei è la sua comodità di accesso ai trasporti, priorità che si riflette anche nella scelta delle strutture vicine. Ciò è seguito da vicino dal desiderio di una forte comunità e dalla necessità di un prezzo competitivo. La maggior parte delle persone a Taipei vive in un appartamento o in un grattacielo, che è anche il tipo di alloggio più desiderato a Taipei. Questo perché l’appartamento è l’unico tipo di alloggio offerto dal mercato attuale o perchè la casa indipendente e il giardino sono diventati troppo irrealistici per essere desiderati?
4.4 I caratteristici portici di Taipei Si possono considerare i portici l’ambito più interessante nelle strade di Taipei. In una afosa giornata estiva i portici possono offrire ombra, o riparo dalle improvvise piogge. Qui ci si può sedere su una panchina per rilassarsi, mangiare il cibo in strada o guardare i venditori ambulanti. I portici erano in origine proprietà privata, ma i loro diritti furono trasferiti in seguito per diventare passaggi pubblici. In origine erano un filtro tra lo spazio esterno e l’interno. Esiste da molto tempo la regolamentazione edilizia per i portici, sin dalla colonizzazione giapponese. I portici si sono poi evoluti in “shophouses” creando così vie pedonali semi esterne supportate da colonne. I portici non sono soltanto strade pedonali lungo le vie, ma anche uno spazio per chi si limita a guardare le vetrine, e negli anni sono gradualmente diventati una sorta di strade piene di attività commerciali e
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Fig. 4.4_ I portici: elemento
negozi, dando vita una caratteristica distintiva di Taipei. Il fatto di essere passaggi pubblici non è la funzione più importante dei portici, perché sono ancora più importanti le attività commerciali allineate lungo i colonnati, le quali hanno offerto vari servizi urbani, tra cui un modo conveniente per fare acquisti. Inoltre, l’illuminazione notturna dei portici garantisce una maggiore sicurezza. Portici e negozi attentamente pianificati allineati lungo le strade creano uno spazio urbano continuo, questo è concetto di progettazione diverso dal focalizzarsi su un uso singolo e specializzato delle aree. I portici a Taipei, oltre ad essere passaggi pedonali, offrono un’estensione visiva dei negozi e degli spazi pubblici. I portici sono quindi uno spazio in cui i proprietari dei negozi, i proprietari degli scooter e i pedoni interagiscono, sono di conseguenza degli spazi di transizione e di relazioni fra le persone, spazi semi aperti che hanno costruito un modo di vivere la città che ruota intorno alle strade. I portici rappresentano una grande opportunità di affari, cioè la qualità nel raggruppamento nei luoghi commerciale, fornendo spazio extra per i negozi e offrendo riparo ai pedoni moltiplicano il valore commerciale di tali attività. La combinazione dei flussi pedonali e le opportunità di shopping non è solo diventata il segreto dei negozi di successo, ma anche di qualsiasi distretto commerciale.
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caratteristico a Taipei, sezioni concettuali. Fig. 4.5_ Foto delle strade con i portici, Jilin Road, Zhongsan District.
Fig. 4.6_ Masterplanl del sistema della mobilitĂ .
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4.5 Il sistema della mobilità Il modello di base per quanto riguarda il flusso di traffico a Taipei deriva dai fiumi circostanti. Nei primi anni successivi alla nascita e ai primi sviluppi della città c’erano diversi guadi e porti lungo i fiumi e le strade si estendevano verso l’interno dai porti, disegnando quindi le prime tracce del sistema di trasporto urbano. E’ interessante sottolineare come sia stato proprio il trasporto via acqua lungo il fiume Tamsui a dare origine ai primi agglomerati urbani quali Wanhua e Dadaocheng, e tutt’ora si può percepire la relazione tra i modelli stradali e i vecchi guadi osservando l’allineamento di Dihua Street, la quale corre parallela al fiume Tamsui. Dopo il declino dei trasporti via acqua, le ferrovie divennero la porta principale della città verso il mondo esterno dove tutte le aree suburbane, erano collegate tramite la ferrovia con la Taipei Main Station. La presenza della ferrovia ha caratterizzato la città limitandone lo sviluppo urbano e dei trasporti. Inoltre nel 1990 iniziarono i lavori per spostare la ferrovia sottoterra, opera completata nel 2011. I viali cittadino si trova ora sugli antichi binari ferroviari che sono stati spostati sottoterra. Dalla metà del XX secolo, le automobili divennero rapidamente il principale mezzo di trasporto a Taipei. Decine di ponti si innalzarono sopra i fiumi circostanti come un’estensione delle strade principali. Poiché tutto il traffico che attraversava i fiumi doveva essere diretto verso questi ponti, le strade principali sono diventate i “corridoi di trasporto” della città, sono corridoi importanti sia per il flusso del traffico che per l’ascesa dei quartieri lungo questi. Successivamente, così come gli argini della città sono stati sollevati, i ponti dovevano essere sollevati con rampe più lunghe, che a loro volta ostacolavano le attività commerciali nelle vicinanze. E’ quindi emerso un modello del flusso del traffico che è basato sui corridoi di trasporto che si estendono da entrambi i lati dei ponti verso le aree del centro, ed è interessante notare come anche le linee della metropolitana costruite successivamente seguano questo schema generale evidenziando la relazione tra il flusso del traffico di Taipei e i fiumi circostanti. Il sistema stradale disegna la pianta a griglia di Taipei e consiste in larghe strade larghe tra i 30 e 40 metri che servono come dorsali, strade secondarie larghe circa 15 metri, e vicoli larghi 8 metri. Negli ultimi anni, nelle modifiche della viabilità privata sono stati attuati vari progetti i quali dimostrano che a Taipei stanno diventando prioritari i pedoni, gli spazi verdi e il trasporto pubblico.
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L’aeroporto di Songshan L’aeroporto di Tapei Songshan si trova ai piedi delle montagne a nord della città. Trovandosi il Monte Datun a nord dell’aeroporto, tutte le rotte richiedono ai piloti di volare prima verso il centro città, anche se le destinazioni sono al nord. Il risultato è l’imposizione di vincoli di altezza sugli edifici. La pista dell’aeroporto di Taipei Songshan, situata sulla sponda meridionale del fiume Keelung, è costruita in direzione est-ovest, in questo modo l’aeroporto e il fiume costituiscono un corridoi che ha un ruolo considerevole nella ventilazione della città. Lo spazio occupato dall’aeroporto di Songshan a Taipei, è quindi un beneficio per il clima della città. La mappa di vincolo aeroportuale costituisce uno strumento operativo essenziale per il governo del territorio in quanto determina in ogni punto l’elevazione o l’altezza massima raggiungibile da una costruzione nelle aree limitrofe all’aeroporto. Inoltre, in aggiunta ai vincoli derivanti nel rispetto delle superfici di delimitazione degli ostacoli, le aree limitrofe all’aeroporto sono sottoposte a limitazioni anche in relazione ad alcune tipologie di attività o di costruzione, che possono costituire un potenziale pericolo per la sicurezza della navigazione aerea.
Fig. 4.7_ Sezioni concettuali
che rappresentano il rapporto tra le strade e il tessuto urbano lungo il lungofiume Tamsui.
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La mobilità pubblica Il sistema degli autobus a Taipei è il più efficiente di tutta Taiwan, e in passato era l’unico sistema di trasporto pubblico esistente. Ogni angolo di Taipei può essere raggiunto prendendo un autobus, basti pensare che gli itinerari di molti autobus sono così lunghi che attraversano la città da un lato all’altro facendo percepire tale sistema come una fitta rete. Negli ultimi anni a Taipei è diventato sempre più rilevante il sistema di trasporto di massa (MRT) di Taipei. Anche se la lunghezza e il numero di stazioni della MRT sembrano insignificanti se confrontati con le altre principali città, è invece interessante notare la media del numero di passeggeri per km, evidenziando come tale sistema sia particolarmente efficiente. E’ importante evidenziare anche che nonostante la MRT a Taipei sia più piccola di quella di Shanghai o Pechino, la sua copertura nella città è completa, coprendo quasi tutte le zone maggiormente popolate della città e fornendo un servizio estremamente efficace. Confrontando il volume del traffico a Taipei si nota che nonostante i numerosi autobus e l’alta efficienza del sistema metropolitano, queste due forme di trasporto pubblico rappresentano solo il 47% del traffico totale, percentuale inferiore rispetto quella di altre città in Asia come Hong Kong, Tokyo e Seoul. Il 30% di
Fig. 4.8_ Foto relative alle sezioni a lato. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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differenza rispetto alle altre città è nel numero degli scooter che riempiono le vie di Taipei. Basti pensare che il numero medio di scooter per famiglia è pari a 1,1, inoltre una parte abbastanza consistente degli 1,5 milioni di pendolari provenienti da New Taipei, viaggia con il proprio scooter. Visti l’incremento dell’inquinamento dell’aria e la precaria sicurezza del traffico, il Governo di Taipei ha per lungo tempo provato a diminuire il numero di scooter, ma con scarsi successi. A Taipei i taxi possono essere considerati un mezzo di trasporto “quasi pubblico” e giocano un ruolo importante nel traffico della città, tanto che il numero medio di taxi per ogni 10.000 abitanti a Taipei è di 100, superiore a 3 o 4 volte il numero medio di taxi nelle altre maggiori città asiatiche. Le biciclette che una popolavano le strade di Taipei sono gradualmente scomparse con l’avvento delle automobili. Tuttavia diverse piste ciclabili sono state create negli ultimi 20 anni, quasi tutte lungo i fiumi. L’amministrazione ha tentato di riportare le biciclette nel traffico della città attraverso il programma di “bike sharing” chiamato “YouBike”, con circa 5.000 biciclette disponibili. IL TRAFFICO
Fig.
4.9_ Grafici che rappresentano il traffico a Taipei. [Shu Chang, ChunHsiung Wang, Kwang-Ting Wu, Hsueh-Neng Chuang, Taipei Unveiled, Taipei City, Taipei City Urban Regeneration Office, 2013, pp. 75]. 50
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Scooters a Taipei, Taipei Bridge.
Fig. 5.1_ Masterplanl del sistema del verde.
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05. Il sistema del verde nel contesto urbano 5.1 La storia dei parchi La base del sistema dei parchi urbani di Taipei è il “The Great Taipei City Plan” del 1932, piano urbanistico relaizzato durante la colonizzazione giapponese. Tra questi parchi 17 sono più grandi e hanno un ruolo primario nella composizione degli spazi aperti della città. Ad oggi, però, sono stati realizzati solo 7 dei 17 parchi pianificati, mentre negli spazi inizialmente destinati a diventare parchi sono stati costruiti edifici pubblici, pertanto si intuisce che l’attuale situazione non rispecchia la visione del piano. Durante gli anni ’30, quando sono state pianificate le aree verdi, i parchi lineari avevano uno scopo completamente diverso, infatti la loro funzione era più quella di “parco” che di “linea”. Oggi, vista l’importanza dei veicoli a motore, tali spazi funzionano più come corsie per le auto che come parchi lineari, e seppure hanno aiutato ad agevolare il traffico urbano, il loro ruolo di cintura verde per la città non è mai stato conservato. Il risultato è che Taipei ha eliminato la possibilità di instaurare una rete verde. La Daan Forest Park, prima di diventare un grande parco era un campo militare. Dopo il 1992, anno di demolizione di queste strutture, la Daan Forest assunse la conformazione attuale. Durante l’occupazione cinese della dinastia Qing e durante la colonizzazione giapponese il Linsen Park e il Kangle Park erano cimiteri. Dopo la guerra civile del 1949, i rifugiati provenienti dalla Cina si stabilirono in queste aree dove costruirono stabilimenti illegali per viverci. Vennero poi demoliti nel 1997. Ci sono alcuni grandi parchi nella città che originariamente non erano stati pianificati nel piano del 1932, come il Youth Park. Durante la colonizzazione giapponese tale area era il Guting Military Field, successivamente convertita in aeroporto, conosciuto come “aeroporto del sud”. Tutti gli aerei partivano da qui prima della costruzione dell’aeroporto di Songshan. Le forze armate della Repubblica Cinese presero il controllo dell’aeroporto nel 1953 e al posto di questo vi costruirono il club di golf di Taipei, il quale, è stato convertito in “Youth Park” nel 1974 dal Governo di Taipei.
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5.2 Spazi aperti e parchi di quartiere I fiumi e le aree montane corrispondono circa al 55% della superficie totale di Taipei, ma anche se occupano più della metà dello spazio, i fiumi e le aree montane circostanti non sono facilmente accessibili a causa della topografia e a causa degli alti argini che separano i fiumi dal tessuto urbano. Tali aree non riescono quindi a servire la città come spazi aperti per il pubblico. Secondo l’attuale piano urbano 1.067 siti sono designati ad essere parchi, spazi verdi e open spaces, per un totale di quasi 20 milioni di metri quadri. Oggi solo circa 800 siti sono stati completati, per un’area di quasi 14 milioni di metri quadri, equivalenti al 70% del verde pianificato. Secondo il piano urbano di Taipei il rapporto tra il verde e il tessuto urbano dovrebbe essere pari al 7,29%, così che ogni residente possa godere di un’area verde media di circa 7,44 m2. Oggi il rapporto tra verde e tessuto urbano è uguale al 5,04%, ogni abitante gode quindi di uno spazio verde medio di circa 5,14 m2. Visto che gli open spaces come il lungofiume, le riserve naturali, e i parchi nazionali hanno un’area di circa 7 milioni di m2, si deduce che la media degli spazi verdi per ogni abitante si abbassa notevolmente. Attualmente sono state realizzate a Taipei circa 800 aree verdi, ma quasi il 40% di queste è inferiore a 2000 m2 di superficie. Seppure di piccole dimensioni tali spazi si trovano tra le strade e sono estremamente utili per le comunità.1 Basandosi sulle statistiche sopra riportate, è evidente la mancanza di aree verdi e di spazi pubblici per le attività ricreative. La vita urbana a Taipei è spesso distaccata dagli spazi aperti perché seppure la città sia circondata da montagne e specchi d’acqua, questi sono inaccessibili.
Fig.
5.2_ Grafici che rappresentano il costruito / vegetazione e l’accessibilità alle aree verdi a Taipei. [Shu Chang, Chun-Hsiung Wang, Kwang-Ting Wu, Hsueh-Neng Chuang, Taipei Unveiled, Taipei City, Taipei City Urban Regeneration Office, 2013, pp. 116]. 54
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I cortili della città: i parchi di quartiere Circa la metà dei parchi di Taipei ha una dimensione tra i 1000 e i 5000 m2. Questi piccoli parchi sono situati all’interno dei blocchi residenziali, a servizio del singolo isolato. Essi sono indipendenti l’uno dall’altro servono da cortile pubblico per i residenti degli appartamenti vicini. Non solo offrono spazi verdi per i cittadini, ma sono anche spazi vitali per bambini e anziani, sono il simbolo dello spirito del vicinato. I piccoli parchi entrarono per la prima volta nella pianificazione urbana di Taipei negli anni ’70, quando alcuni funzionari governativi visionari, intuendo la compattezza di Taipei e l’insufficienza di spazi aperti, convinsero il Sindaco e l’amministrazione ad acquistare terreni per costruirci piccoli parchi prima che il costo del suolo si alzasse notevolmente. Per questo motivo ci sono centinaia di “piccoli cortili” dove ogni cittadino può rilassarsi dal caos urbano. Questi piccoli parchi, caratterizzati da aree verdi, giochi, padiglioni e piccole piazze bilanciano e coesistono con l’ambiente urbano ad “uso misto” e hanno un ruolo importante per l’interazione fra i residenti. A prendersi cura dei parchi sono infatti i residenti, ciò evidenzia quanto sono importanti per loro. Oltre ai parchi di quartiere, alcune scuole hanno aperto i loro campus al pubblico vista la sempre maggiore domanda di spazi aperti da parte della città, diventando così parte del sistema dello spazio verde pubblico di Taipei. Dal 1990, 153 scuole elementari e 62 scuole medie hanno aperto i loro campi sportivi e i loro spazi verdi al pubblico. Questi spazi sono aperti dalle 5.00 alle 7.00 e dalle 17.30 alle 21.30 nei giorni feriali; nei giorni festivi sono invece aperti dalle 5.00 alle 21.00.2 Spazi all’aperto come parchi di quartiere o campus scolastici si trovano vicino a tutte le residenze, così che i cittadini possono godere degli spazi verdi e delle strutture sportive senza doversi spostare fino sul lungofiume o nelle aree periferiche. Inoltre, gli spazi verdi e le attrezzature sportive delle scuole garantiscono una certa qualità. Questo meccanismo di “multiproprietà” permette ai campus di diventare spazi aperti dove i residenti possono praticare sport nel tempo libero all’aperto. In quartieri dove gli isolati risultano essere continuamente interrotti da piccole attività commerciali visto o sviluppo ad “uso misto”, i parchi e i campus consentono un sistema di spazi e opportunità per aumentare la solidarietà comunitaria. Nella piccola e densa Taipei, il meccanismo di multiproprietà 1_ Shu Chang, Chun-Hsiung Wang, Kwang-Ting Wu, dei campus scolastici compensa in parte la carenza di parchi di quartiere Hsueh-Neng Chuang, Taipei Unveiled, Taipei City, Taipei e di spazi verdi. Inoltre, tale meccanismo consente anche a questi parchi City Urban Regeneration delle scuole di essere usati in modo più efficiente dimostrando un’altra Office, 2013, pp. 116]. 2_ Shu Chang, Chun-Hsiung forma di “uso misto” a Taipei. Wang, Kwang-Ting Wu, Hsueh-Neng Chuang, Taipei Unveiled, Taipei City, Taipei City Urban Regeneration Office, 2013, pp. 125].
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5.3 Le diverse tipologie di verde Analizzando il sistema del verde a Taipei si percepiscono diverse aree verdi con diversi usi e vegetazioni. Le situazioni cambiano sulla superficie urbana, e per avere un confronto più specifico fra le diverse aree verdi, queste vengono suddivise per tipologie, dove per ognuna sono stati analizzati gli usi, l’accessibilità, la fruibilità, e le dotazioni. Fra le tipologie individuate vi sono i viali verdi, progettati nel piano del 1932, vennero pensati come dei parchi lineari che attraversavano la città da nord a sud e da est a ovest seguendo gli assi verticali e orizzontali di Taipei. Purtroppo non tutti i parchi lineari progettati vennero realizzati. Tali vengono usati per il transito dei residenti essendo dotati di percorsi pedonali e sedute. Sono facilmente accessibili durante tutto l’anno. Vi è poi l’incolto - non gestito, piuttosto ricorrente nell’aera di Shezi Island. Qui vi sono molte aree abbandonate, caratterizzate dalla presenza di boscaglie con alberi e arbusti cresciuti spontaneamente. Tali aree incolte non sono gestite, pertanto non hanno né alcuna dotazione né alcun fruitore. Sempre a Shezi Island sono presenti alcuni frammenti boschivi. Sono le uniche aree boschive presenti oltre le aree montane. Sono puntuali, presenti fra un’area coltivata e un’altra, occupano spazi ben delimitati. Gli unici fruitori di tali aree sono i proprietari. Sono spazi aperti ad uso privato, inaccessibili. Avendo Shezi Island una vocazione agricola, vi è una vasta superficie di aree agricole coltivate. I fruitori sono i contadini, proprietari terrieri dell’area. Vi sono alcune aree agricole anche nel campus della NTU University, sono orti urbani sperimentali gestiti dagli studenti. Sono uno spazio aperto ad uso privato. In alcune situazioni quali nell’aeroporto di Taipei Songshan e nel tratto della Sun Yat-Sen Freeway che collega la sponda del fiume Tamsui con quella del fiume Keelung, ci sono aree verdi complementari alle infrastrutture, in questa tesi vengono chiamate “verde infrastrutturale”. Esse sono piuttosto vaste, sono degli open spaces ma inaccessibili al pubblico. Con la pianificazione urbana della città durante la colonizzazione giapponese è stato creato il sistema dei parchi urbani a Taipei. I parchi urbani sono molto importanti per la comunità. Sono spazi pubblici di libera accessibilità e dotati di percorsi pedonali, attrezzature sportive, aree gioco per bambini. Gli abitanti li usano generalmente per svago, sport e tempo libero durante tutto l’anno. Dal 1990, 153 scuole elementari e 62 scuole medie hanno aperto i loro spazi e le aree verdi al pubblico entrando nel sistema di verde pubblico. Tali sono accessibili al pubblico limitatamente dalle 5.00 alle 7.00 e dalle 17.30 alle 21.30 nei giorni feriali e dalle 5.00 alle 21.00 nei giorni festivi. Tale meccanismo consente agli spazi scolastici di essere usati con più efficienza dimostrando un “uso misto” degli spazi. Il lungofiume è uno spazio verde pubblico che circonda tutta Taipei, ma non è facilmente accessibile a causa dei muri d’inondazione. Tali
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spazi sono fruiti dai residenti per sport, tempo libero, pesca, osservazione. Qui vengono anche organizzati festival che attirano un elevato numero di persone. L’accessibilità è regolata da organi governativi in base all’altezza del livello del fiume essendo tali aree inondabili. Nel lungofiume sono presenti alcune aree protette caratterizzate dalla presenza di mangrovie, fondamentali per la sostenibilità del fiume. Queste aree non sono facilmente accessibili essendo separate dalla città con gli alti muri di inondazione. In queste aree sono fruitori i cittadini che praticano la pesca, o gli osservatori di animali. L’accessibilità è regolata da organi governativi in base all’altezza del livello del fiume essendo tali aree inondabili.
viali verdi
incolto - non gestito
frammenti boschivi
aree agricole
verde infrastrutture
parchi urbani
scuole e università
lungofiume - inondabile
area protetta mangrovie
Diverse situazioni lungo il fiume Tamsui In questa tesi l’area di maggiore attenzione riguarda il lungofiume Tamsui, pertanto è lungo tale asse che si sono analizzate più approfonditamente le diverse tipologie del verde, anche durante i sopralluoghi. Si sono individuate tre diverse situazioni, con tipologie diverse di verde e di costruito, di seguito descritte. La prima situazione individuata è quella di Shezi Island, un banco di sabbia che è stato formato dalla convergenza dei fiumi Keelung e Tamsui. Fig.
5.3_ Le diverse tipologie di “verde” a Taipei. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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La sua vocazione, secondo lo zoning sviluppato dalla Western Society, è prettamente agricola. Il sistema del verde si presenta sotto forma di zone umide e inondabili in vicinanza alla sponda del fiume, mentre nel suo entroterra vi è una alternanza di aree agricole e aree boschive inaccessibili. Il costruito è caratterizzato da un elevato numero di edifici realizzati in lamiera. Essendo la maggior parte di questo territorio classificato come “agricolo”, la maggior parte degli edifici costruiti risulta essere illegale. Sono costruzioni informali, appaiono come edifici temporanei, usati soprattutto dai contadini proprietari dei terreni agricoli su cui tali edifici sono costruiti. La seconda situazione individuata è nel distretto di Datong, una fra le aree più antiche di Taipei ed uno fra i distretti maggiormente popolati. Il sistema del verde è piuttosto scarso, e il margine del lungofiume è ristretto in quanto l’agglomerato urbano si è avvicinato il più possibile alla sponda del fiume, ora riconoscibile dal muro di inondazione. Il lungofiume è caratterizzato da aree verdi, ma di difficile accessibilità. Nonostante la densità della popolazione nel distretto di Datong (22.777,29 ab/km2), il costruito risulta essere piuttosto basso, essendo tale area caratterizzata da restrizioni imposte sugli edifici per la vicinanza con l’aeroporto di Songshan. La vocazione del Distretto è residenziale e commerciale, secondo lo zoning sviluppato dalla Western Society. La terza situazione analizzata è nel distretto di Wanhua, dove il sistema del verde fra l’agglomerato edilizio è scarso, caratterizzato da piccoli parchi urbani. Il fiume Tamsui, che qui si incontra con il fiume Xindian, lascia un largo margine lungo la sua sponda. Tale area fluviale è occupata dal Huajiangyanya Natural Park e da un’area protetta ricca di mangrovie. Tali luoghi risultano essere separati dalla città di Taipei a causa del muro di inondazione. Il distretto di Wanhua è il più antico di Taipei. Il costruito è caratterizzato da edifici storici rappresentativi della cultura di Taipei. Negli ultimi anni la popolazione del distretto è in declino e quest’area sta anche vivendo un periodo di decadimento. E’ principalmente una zona residenziale, ma luogo centrale per lo shopping tradizionale.
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[A]
[B]
[C]
Fig.
5.4_ Le diverse situazioni lungo il fiume Tamsui a Taipei. Fig. 5.5_ [A] Shezi Island. Fig. 5.6_ [B] Distretto di Datong. Fig. 5.5_ [C] Distretto di Wanhua. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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5.4 Gli usi e le attività nel verde pubblico
Fig. 5.6_ Usi e attività nel
Percorrendo il lungofiume lungo entrambi i lati del muro di inondazione si è potuto osservare l’uso che gli abitanti fanno del verde pubblico in questo margine. Nei parchi lineari, tra l’acqua e il muro, il maggior numero di attività si concentra in corrispondenza dei punti di scavalcamento e delle evacuation gates esistenti; sui percorsi ciclo-pedonali che costeggiano il muro d’inondazione è invece ricorrente incontrare persone che fanno jogging o corrono in bicicletta. In corrispondenza delle aree delle mangrovie vi sono persone che pescano o che munite di binocolo osservano i diversi uccelli che popolano il lungofiume. Sulle panchine spesso c’è chi si rilassa e contempla il fiume, perché il muro, così come separa la città dal fiume, separa anche il fiume dal caos urbano rendendolo un luogo silenzioso, privo di inquinamento acustico. Nei campi sportivi è ricorrente trovare ragazzi che giocano a basket o a baseball, mentre i bambini più piccoli prediligono recarsi nei parchi giochi presenti sia sul lungofiume che negli spazi verdi nel tessuto urbano. In corrispondenza delle ecavaution gates vi sono tempi buddisti di ogni dimensione. Sono frequentati da parsone anziane, che stanno insieme, parlano, giocano a scacchi o a carte e pregano. Sulle sponde del fiume vi sono alcuni festival che attirano un gran numero di persone. Il più famoso è il Dragon Boat Festival, una gara tra imbarcazioni che si tiene il quinto giorno del quinto mese del calendario cinese. E’ interessante notare come le aree verdi, siano molto apprezzate dagli abitanti di Taipei, essendo veri e proprio punti di incontro per la popolazione. Si nota che le aree più accessibili sono anche quelle maggiormente frequentate da persone di tutte le età.
“verde” pubblico a Taipei.
pesca
incontri
festival
sport
osservazione
svago
relax
religione
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Xiangshan Park, Taipei
Il lungofiume Tamsui
06. Il lungofiume 6.1 Taipei floodwalls: un sistema di protezione dalle inondazioni Taipei esiste grazie ai sui fiumi. La prima generazione di Taipei ha vissuto in diretta connessione con la natura fluviale e ha sviluppato le sue conoscenze locali, quindi come raccogliere le ricche risorse dei sistemi fluviali, come sopravvivere alle alluvioni e persino come sfruttare inondazioni artificiali come basi del riso per l’agricoltura. La seconda generazione di Taipei è il manifesto industriale di una città come macchina e indipendente dalla natura. Nel caso di Taipei, la natura fluviale è stata chiusa dal tessuto urbano in modo radicale: la città industriale ha costruito il suo argine, un muro di cemento armato alto tra i 6 e i 9 metri per separare interamente il fiume dalla città. Questo muro ha dimostrato di essere molto efficace per eliminare la natura dalla vita urbana. Ora i cittadini sono figli della macchina, non della natura. Il muro è già in piedi da un paio di generazioni. Per i giovani cittadini di Taipei il fiume non esiste quasi, la natura è diventata una finzione. Nell’analisi di questa tesi si prende in considerazione il solo tratto del fiume Tamsui dalla punta di Shezi Island, dove il fiume Keelug si unisce al fiume Tamsui verso sud, fino al punto in cui il torrente Xindian sfocia nel fiume Tamsui, tratto che è stato percorso a piedi e in bicicletta durante i sopralluoghi lungo entrambi i lati del muro. Percorrendo tale tratto si sono riscontrate diverse situazioni. Nella parte più a nord il muro d’inondazione ha una sezione che permette di percorrerlo longitudinalmente sulla sua sommità, mentre il lato che si affaccia sul tessuto urbano in alcuni punti è terrazzato in modo da mitigarne la presenza attraverso la vegetazione, in altri è un muro vero e proprio. Continuando verso sud, ad un certo punto, la situazione cambia, il muro ha una forma diversa, è più alto, e il lungofiume è percorribile lungo i parchi lineari che costeggiano l’alto muro. Il lungofiume è comunque interamente transitabile longitudinalmente e offre interessanti atmosfere in contesti naturali, e nella parte più a sud, vista la conformazione del lungofiume, essendoci più spazio tra il muro e l’acqua sono state costruite delle strade carrabili per decongestionare il traffico urbano. A causa del muro d’inondazione il fiume e i parchi lineari risultano tagliati fuori dal contesto urbano.
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Legenda
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Fiume Tamsui
Floodwall
Tessuto Urbano
Marciapiede
Strada
Vegetazione
Spazio Pubblico
Percorso ciclo-pedonale
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Fig. 6.1_ Sezioni concettuali
del lungofiume Tamsui. Fig. 6.2_ Foto relative alle sezioni a lato. Foto relaizzate durante i sopralluoghi e scaricate da Google Maps / Street View. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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6.2 I principali elementi Analizzando i principali elementi che costituiscono il margine tra il fiume Tamsui e il tessuto urbano, il primo elemento da considerare è il muro d’inondazione, alto tra i 6 e i 7 metri. Separa la città dal fiume, tanto che la popolazione ha perso ogni tipo di rapporto con l’acqua. Tra il fiume e il muro di inondazione c’è un percorso ciclo-pedonale (secondo elemento) che costeggia appunto tutto l’argine offrendo atmosfere interessanti in contesti naturali. A causa del muro non è collegato al tessuto urbano, essendo quindi un elemento unitario completamente separato dalla città. Il lungofiume è raggiungibile attraverso dei sistemi di scavalcamento o di attraversamento del muro (terzo elemento) che sono molto radi lungo il suo percorso. Il sistema di scavalcamento del muro è costituito da scalinate e rampa. Lungo il muro d’inondazione è anche presente un sistema di bucature
Fig.
6.3_ I principali elementi lungo il fiume Tamsui a Taipei. Fig. 6.4_ Il floodwall. Fig. 6.5_ Il percorso ciclopedonale. 68
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chiamate “evacuation gates” (quarto elemento). Sono dei fori a volte carrabili e a volte pedonali dotati di porte idrauliche. I punti sul lungofiume in corrispondenza di queste aperture che sono le più antiche sono anche i punti più vissuti dalla popolazione. In caso di piena o di allerta meteo gli evacuation gates vengono chiusi su indicazione del Tamsui River Monitoring Command Center, dal Water Resource Agency e dal Ministero degli affari economici, isolando completamente il fiume dalla città. Lungo l’argine, separate dalla città, ci sono una serie di polarità sparse (quinto elemento), quali templi buddisti, punti di osservazione, campi sportivi e piccoli punti di attracco navi. Tali luoghi sono gli unici vissuti dalla popolazione dove si possono incontrare persone, si trovano generalmente in vicinanza dei punti di accesso. Nello specifico i templi buddisti sono siti in vicinanza delle evacuation gates. In alcuni tratti dove c’è più margine tra l’acqua e il muro, per decongestionare il il traffico urbano, sono state costruite strade carrabili per automobili e scooter, e in alcuni punti anche dei parcheggi che però devono venire sgomberati in caso di allerta.
Fig. 6.6_ Sclae, rampe e ponti.
Fig. 6.7_ Evacuation Gates. Fig. 6.8_ Polarità sparse. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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Fig. 6.9_ Vista stellitare
di Taipei con percorso del floodwall, riferimenti delle sezioni e polaritĂ esistenti.
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Fig.
6.10_ Diagramma del lungofiume Tamsui con la rappresentazione delle tipologie di attraversamento del floodwall esistenti. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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6.3 Floodwalls nel mondo Un’ alluvione può essere una fra le catastrofi naturali più devastanti. Un muro di inondazione (floodwall) è una barriera artificiale verticale progettata appunto per contenere temporaneamente le acque di un fiume che possono salire a livelli insoliti durante eventi meteorologici stagionali o estremi. E’ costruito con materiali artificiali come cemento in luoghi in cui lo spazio tra l’alveo e il tessuto urbano è scarso. In questo modo separa la città dal fiume. I costi sostanziali di un floodwall sono giustificati dal valore delle proprietà immobiliari che in questo modo vengono protette dalle inondazioni. I muri d’inondazione sono usati quasi esclusivamente nelle città, compromettendo il rapporto di questa con la componente “acqua”. Le città in cui sono stati costruiti i muri sono caratterizzate da questi alti muri di cemento, e nel corso degli anni alcune di queste hanno realizzato dei progetti per mitigare la presenza del muro mirando a recuperare il rapporto identitario fra la città e il fiume. I “floodwalls” del fiume Ohio, USA
Fig. 6.11_ Floodwall del fiume Ohio, USA.
In seguito alla grande alluvione del fiume Ohio del 1937, lungo entrambe le sue sponde, in 13 città di 5 stati ( Ohio, Virginia Occidentale, Indiana, Kentucky e Illinois) sono stati costruiti alti muri di inondazione in cemento.
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Grazie a pittori di talento, a partire dagli anni ’90 gli enormi floodwalls sono diventati la loro tela. I muri d’inondazione sono stati trasformati in musei d’arte all’aperto con dipinti raffiguranti la storia locale e panorami del fiume Ohio. Tali murales sono stati realizzati da una dozzina di pittori locali e da Robert Dafford. Le città lungo il fiume Ohio, in questo modo, stanno realizzando il valore dell’arte pubblica non solo per attrarre il turismo, ma anche per preservare e ripetere la storia locale per i loro residenti. Le amministrazioni locali stanno assicurando in questi anni sovvenzioni per rendere i floodwalls un fulcro della rivitalizzazione del centro cittadino. “The Mural Mile”, fiume Missisipi, Saint Louis, USA Il “Mural Mile” si trova tra il tessuto urbano di Saint Louis e il fiume Missisipi, a sud del Gateway Arch. Dal 1997 il floodwall di 1,6 km viene dipinto annualmente diventando una vera e propria tela artistica. La parete espone una collezione di graffiti e murales di oltre 250 artisti selezionati provenienti da tutta la nazione che si riuniscono annualmente in occasione di un evento locale creativo noto come “Paint Louis” e durante il quale ognuno lascia il proprio segno artistico sul floodwall. Fig. 6.12_ The Mural Mile,
fiume Missisipi, Ssint Louis, USA.
Nota citazione della california”
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Normal Levee
Super Levee
flood
flood
infiltration
infiltration
Fig. 6.13_ Tokyo Super Levees, Tokyo, Giappone.
“Tokyo Super Levees”, Tokyo, Giappone Tokyo si trova in gran parte al di sotto del livello di piena dei suoi tre fiumi principali, ha forti piogge annuali e pertanto è particolarmente vulnerabile. Si prevede che i cambiamenti climatici aumentino lo scarico e le frequenze dei picchi di piena dei fiumi, vista anche la maggiore intensità dei tifoni. Pertanto, in futuro, si prevedono inondazioni più frequenti. Per rispondere alla moltitudine di rischi, Tokyo ha sviluppato il concetto di “super argine” (super levees in inglese). Il “super argine” è un ampio argine fluviale resistente al trabocco, alle infiltrazioni e persino ai terremoti, grazie allo speciale rinforzo sismico. Si differenzia principalmente da un un muro d’inondazione convenzionale per la sua larghezza (un super argine alto 10 m sarà largo circa 300 m). I super argini sono adatti per aree urbane dense, consentendo lo sviluppo urbano sulla sua sommità, integrando strutture multifunzionali e, rispetto agli argini tradizionali, consentendo un facile accesso ai fiumi e la riconnessione con gli ecosistemi idrici urbani. Ad esempio, il super argine costruito lungo il fiume Ara di Tokyo si combina con un parco e un piccolo grattacielo, mentre il super argine del fiume Sumida combina il muro di inondazione con una passeggiata e un grande grattacielo. Gli abitanti di tali zone, dopo aver raggiunto un accordo con il governo, hanno dovuto trasferirsi temporaneamente durante la costruzione dei super argini, ma avendo subito negli anni le conseguenze degli alluvioni, la sicurezza è stata considerata l’aspetto principale.
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“Mobile Floodwall”, fiume Danubio, Grein, Austria
Fig. 6.14_ Mobile Foodwall,
Grein, una cittadina austriaca, è soggetta alle inondazioni da parte del fiume Danubio. I suoi funzionare cercarono quindi una tecnologia in grado di proteggere la città dalle esondazioni del fiume e allo stesso tempo evitare il disturbo visivo di un muro d’inondazione permanente. Nel 2010 venne quindi costruito il “Mobile Floodwall”, cioè un muro d’inondazione mobile. Il sistema è composto da due parti principali: le fondamenta solide costruite in modo permanente e le barriere mobili rimovibili alte 3,6 metri. Quando l’alluvione è imminente, le assi mobili vengono posizionate tra le colonne per formare il muro. Durante una piena, mentre l’immenso peso dell’acqua crea una pressione lungo il muro, la forza viene trasportata attraverso le colonne di alluminio nella fondazione fissa in cemento. Una soluzione permanente sarebbe stata più resistente e in grado di resistere a una maggiore pressione idrostatica dall’acqua, ma nonostante ciò nel 2013, in occasione di una piena eccezionale, il floodwall mobile ha dimostrato concretamente la sua efficacia. “Richmond Floodwall Park”, fiume James, Richmond, USA In seguito all’alluvione originato dall’uragano Juan nel 1982, a Richmond iniziò un ambizioso progetto di protezione dalle inondazioni, completato
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fiume Danoubio, Austria.
Grein,
Fig.
6.15_ Richmond Floodwall Park, fiume James, Richmond, USA.
nel 1995. Venne realizzato un muro d’inondazione: una pesante lastra di cemento posizionata tra il tessuto urbano e il fiume James. Si decise quindi di usare la base del floodwall per una passeggiata in quota realizzata appunto sopra il muro, dalla cui cima si possono ammirare panorami unici del fiume James, dello skyline della città e dei siti storici, diventando un luogo popolare per escursionisti, corridori, pescatori, osservatori di uccelli e kayakisti. Il risultato è un lungofiume accessibile, un parco lineare conosciuto come “Richmond Floodwall Park”, entrato a far parte del sistema del “James River.
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Contemplazione al tramonto sul lungofiume Tamsui
07. Strategia per il waterfront 7.1 La riconnessione tra Taipei e il fiume Tamsui Storicamente il fiume Tamsui ha svolto un ruolo importante nella costruzione dell’economia, della società, della cultura e della morfologia urbana di Taipei. Considerato il rapporto analizzato precedentemente tra il fiume Tamsui, il floodwall e il tessuto urbano si comprende come l’identità tra i cittadini e la componente “acqua” è gravemente compromessa. L’obiettivo di questa tesi è la ricucitura della relazione tra Taipei ed il fiume Tamsui attraverso la riqualificazione del waterfront. Riprendendo il motto dello studio Gehl Architects “creare città per la gente”1, la strategia ha l’obiettivo di riqualificare il waterfront basandosi sul miglioramento dell’accessibilità e della qualità dello spazio pubblico Kristian Villadsen, A Game sul lungofiume su entrambi i lati del floodwall così che il lungofiume torni 1_ Changer for Shanghai Citizen’s Life Quality, in Ghel Blog, ad essere parte integrante ed estensione di Taipei. settembre 2018.
La strategia per il waterfront di Taipei si articola in quattro obbiettivi strategici Fig. 7.1_ Diagramma concettuale della strategia denominati “fronti”, sono i principi guida del progetto di riqualificazione. per il waterfront. Le quattro strategiche che corrono Sono idealmente rappresentati come quattro linee parallele che corrono linee parallele lungo il fiume Tamsui. lungo il floodwall, asse del progetto di riqualificazione.
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Gli obiettivi strategici proposti sono: “fronte integrato”: l’incremento delle relazioni tra il tessuto urbano e il fiume Tamsui; “fronte ambientale”: la creazione di atmosfere naturali differenziate e ambienti naturali confortevoli continui; “fronte attivo”: la realizzazione di un asse policentrico spazi diversificati e attivarli; “fronte connesso”: attraverso il concetto di “smart city” integrare l’innovazione delle nuove tecnologie nello spazio pubblico; Da questi obiettivi strategici si articolano le azioni da attuare per conseguire le finalità proposte. Per ogni “fronte” vengono indicate 9 azioni (ad eccezione del fronte connesso per il quale ne vengono indicate 6). Per il “fronte integrato”: sostituire gli accessi esistenti con elementi infrastrutturali più consoni; nuovi accessi in corrispondenza dei punti strategici individuati nel confine tra la città e il muro dove attraverso uno sviluppo di tali aree marginali si possano attivare nuovi collegamenti con il fiume ricucendo tale rapporto; incrementare la fruibilità del lungofiume; collegare i nuovi edifici con il waterfront scavalcando il muro: in tale modo il nuovo piano terra delle nuove costruzioni si integra al waterfront; nuovi edifici con i primi due piani destinati a parcheggi e con i piani superiori caratterizzati dall’uso misto. In questo modo attraverso la vista sul fiume si ricuce il rapporto visivo avendo l’opportunità di scoprire cosa c’è al di là del muro. Si alza quindi il livello zero della città a sopra il colmo del floodwall; incentivi fiscali per opere private in relazione con il fiume con spazi pubblici. Attraverso tali incentivi si potrebbero coinvolgere i privati. Seguendo tali indicazioni volte alla riconnessione con il fiume, si potrebbe consentire loro di costruire di più in altezza rispetto quanto consentito dai piani attuali a integrando però l’edificio con il lungofiume; eliminare le strade carrabili al di là del muro; demolizione delle strade sopraelevate costruite in lungo alcuni settori sopra il muro di inondazione le quali costituiscono una seconda barriera tra la città e il corso d’acqua; realizzare un waterfront panoramico sopra il muro. Per il “fronte ambientale”: convertire l’aeroporto di Songshan in parco urbano così che diventi un polmone verde per la città; trasformare i parcheggi al di là del muro in aree verdi. Eliminando tali aree cementificate adibite a parcheggio si migliora la permeabilità del terreno; connettere le aree verdi urbane con il waterfront. Lungo l’asse del muro vi sono alcune aree verdi, come nel caso di Yuquan Park. Si propone la connessione di tali aree con il waterfront; creare dei microclimi con la vegetazione volti a produrre un miglioramento del comfort climatico; garantire la continuità
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ecologica sul lungofiume; potenziare le zone umide con le mangrovie a beneficio dell’ambiente fluviale, valorizzando allo stesso tempo tali ambienti; installazione di turbine per la produzione di energia sfruttando la fonte idrica a favore di un “productive landscape”; ottimizzare la gestione della risorsa idrica; valorizzare i parchi lineari del waterfront. Per il “fronte attivo”: caratterizzare le polarità esistenti e renderle accessibili; inserire delle strutture per godere del paesaggio, della fauna e che consentano di avvicinarsi all’acqua; definire un programma di festival per animare le sponde; creare spazi pubblici inclusivi e diversificati che accolgano persone di ogni generazione; riduzione della linearità del lungofiume riducendo la velocità di percorrenza e generando spazi più ampi lungo il margine; costruzione di strutture smontabili nei nuovi punti strategici. Elementi flessibili e adattabili come bagni, punti d’informazione, installazioni, strutture che in caso di allerta di piena del fiume possano essere smontate; realizzare una infrastruttura tra il fiume Tamsui e il fiume Keelung lungo quello che era il vecchio percorso del fiume Tamsui prima della deviazione del fiume Keelung; inserire mappe lungo i percorsi per orientarsi tra i parchi lineari; rendere il waterfront fruibile anche durante le condizioni di piena. Per il “fronte connesso”: sensori che consentano la lettura dello spazio pubblico come comfort, attività, ambiente; attuatori che consentano di modificare a piacimento determinate condizioni dello spazio pubblico come la l’illuminazione, posizione delle sedute; sviluppare un’APP con la geolocalizzazione per accedere a tutte le informazioni disponibili e alle diverse possibilità di interazione con l’ambiente o con altre persone; incrementare la partecipazione attiva da parte dei cittadini, volta al confronto e al miglioramento delle condizioni urbane e dello spazio pubblico; interazione sociale fra i cittadini; installazione di postazioni WiFi e ricarica per essere sempre connessi. E’ un espediente che garantisce l’affluenza di utenti sul fiume e di conseguenza la riconnessione anche con l’ambito naturale. Quella di “smart city” è un’ espressione usata correntemente per le strategie di pianificazione urbanistica correlate all’innovazione e alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie della comunicazione per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Pensando la città come una “smart city” si tende a mettere in relazione le infrastrutture materiali delle città con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita. Nella città intelligente la connettività telematica è considerata una fonte di crescita e di sviluppo urbano per promuovere l’idea di città inclusiva, attraverso la promozione di nuove forme di coesione sociale e di partecipazione attiva dei suoi cittadini.
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Nota citazione della california�
Fig. 7.2_ Masterplan della strategia urbana. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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Fig.
7.3_ Diagramma concettuale delle nuove connessioni tra il tessuto urbano e il lungofiume.
7.2 Nuove connessioni Per rivitalizzare il waterfront con l’ambizione di alimentare una vita di qualità per gli abitanti di Taipei, la strategia si fonda soprattutto sul miglioramento dell’accessibilità e della qualità degli spazi pubblici lungo tale margine caratterizzato dal floodwall. L’intento progettuale proposto per mirare alla riqualificazione del waterfront di Taipei è quello di individuare i “vuoti” lungo il margine del tessuto urbano, valorizzarli come spazi pubblici e connetterli tra loro lungo l’apice del floodwall, anche con il sistema lungofiume. Gli spazi pubblici diventano il centro della vita di quartiere , e i “vuoti” individuati sono per lo più aree di risulta, di dimensioni limitate (come parcheggi o spazi antistanti i grattacieli) che, liberate dalle auto vengono attrezzate, attivate e collegate con il sistema lungofiume. Sono spazi di socialità che creano senso di appartenenza e identità recuperando il rapporto con il fiume Tamsui.
7.3 Gli attraversamenti Sviluppando una strategia con un progetto integrato lungo il floodwall su entrambi i suoi lati sono molto importanti gli attraversamenti che consentano la connessione tra i nuovi spazi pubblici del lato del tessuto urbano e il lungofiume. Nell’analisi precedente è stata fatta un’analisi degli
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attraversamenti già esistenti. Questi sono gli “evacuation gates” [1], le rampe e le scale [2] già esistenti. Sviluppando una strategia con un progetto integrato lungo il floodwall su entrambi i suoi lati sono molto importanti gli attraversamenti che consentano la connessione tra i nuovi spazi pubblici del lato del tessuto urbano e il lungofiume. Nell’analisi precedente è stata fatta un’analisi degli attraversamenti già esistenti. Questi sono gli “evacuation gates” [1], le rampe e le scale [2] già esistenti. A tale sistema va a inserirsi una terza modalità. In ogni spazio “vuoto” lungo il margine del tessuto urbano che si affaccia al floodwall che viene valorizzato come spazio pubblico si inserisce una torre effimera[3]. E’ collegata al fiume Tamsui con un ponte che scavalca il muro e la strada che separa il tessuto urbano dal lungofiume. Si inserisce coerentemente nel tessuto urano già consolidato, ed oltre a essere indispensabile per raggiungere il lungofiume è anche un “mirador”, consentendo una veduta panoramica del fiume e allo stesso tempo della città.
7.4 Una strategia replicabile Andando a individuare i “vuoti” lungo il margine del tessuto urbano lungo tutto il perimetro di Taipei, caratterizzato dal floodwall, e connettendoli al sistema del lungofiume è potenzialmente possibile riqualificare tutto il waterfront e ricucire il rapporto tra Taipei e i fiumi. La replicabilità dell’azione puntuale lungo tutto il floodwall consente di agire lungo tutti i sistemi fluviali di Taipei riattivando in questo modo il lungofiume e collegandolo al tessuto urbano mediante i nuovi spazi pubblici. Il waterfront diventa così un asse policentrico caratterizzato dall’aumento del verde e da spazi pubblici che consentono di vivere questo margine in modo diverso. Fig.
7.4_ Diagramma concettuale dei nuovi elementi di attraversamento del floodwall. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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08. Yanping Riverside 8.1 L’area progettuale L’area progettuale scelta si snoda lungo “Yanping Riverside”, la riva destra del fiume Tamsui nel Distretto di Datong. Lungo tale ambito si sono individuati i passaggi esistenti attraverso i quali è consentito attraversare il muro per raggiungere il parco lineare. Successivamente il sistema degli attraversamenti è stato integrato con i nuovi passaggi risultanti dall’analisi fatta lungo il lato urbanizzato del muro dove sono stati individuati i “vuoti” che una volta rigenerati e valorizzati come spazi pubblici saranno la connessione tra Taipei e il fiume Tamsui per ricucire tale rapporto. Facendo un ulteriore zoom lungo l’ambito individuato di “Yanping Riverside”, si prende in esame il tratto compreso tra Dadaocheng Wharf e Taipei Bridge. Tale ambito si trova a Dadaocheng, una fra le aree più antiche di Taipei, compresa nel Distretto di Datong, uno fra i distretti maggiormente popolati con una densità pari a 22.777,29 ab/km2. Qui Il margine tra la città e il fiume Tamsui è caratterizzato dal floodwall. Se dal lato del fiume il sistema del verde lineare si presenta piuttosto ristretto in quanto l’agglomerato urbano si è avvicinato il più possibile alla sponda del fiume, ora riconoscibile dal muro d’inondazione, dal lato della città tale ambito presenta la Huanhenanbei Expressway e un denso agglomerato urbano. Lungo tale fronte della città si sono andati a individuare i “vuoti” da valorizzare come spazi pubblici per connetterli poi tra loro sfruttando il muro come supporto, collegandovi anche il sistema del lungofiume. Tali spazi che si affacciano sul floodwall entrano in relazione con le aree interne che caratterizzano Dadaocheng, e che hanno come fulcro il fiume Tamsui. Gli spazi pubblici diventano così il centro della vita di quartiere. I “vuoti” individuati sono per lo più aree di risulta, di dimensioni limitate (come parcheggi o spazi antistanti i grattacieli) che, liberate dalle auto vengono attrezzate e attivate e rese ben riconoscibili mediante la torre effimera che consente il collegamento col sistema lungofiume. Sono spazi di socialità che creano senso di appartenenza e identità recuperando anche il rapporto con il fiume Tamsui. Tale progetto combina elementi di arte, sport, cultura, svago, relax e natura in un intervento di sviluppo integrato su entrambi i lati del floodwall. Fig. 8.1_ Inquadramento di “Yanping Riverside”. TAIPEI FLOODWALLS / Proposta strategica per la rigenerazione del lungofiume Tamsui
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8.2 Modelli progettuali Vista la presenza del floodwall e la sua influenza sulla percezione dello spazio, si sono pensati alcuni modelli progettuali che consentano di mitigarne la sua presenza usandolo come supporto di elementi architettonici che caratterizzino lo spazio e che consentano la fruizione del lungofiume a diverse altezze offrendo nuove viste fluviali durante le differenti condizioni del livello dell’acqua del fiume.
SKYWALK: una “passeggiata in quota”; lo spazio pubblico viene duplicato per creare un doppio layer di attività con intimità e velocità di fruizione diverse. Un sentiero panoramico sul fiume Tamsui che consente di vivere lo spazio del waterfront in modi differenti creando atmosfere uniche e permettendo di fruire il lungofiume durante i differenti livelli dell’acqua durante la piena.
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WATERFRONT PANORAMICO: un sentiero in quota sopra il muro che consente una completa visibilità del waterfront. L’infrastruttura di difesa diventa anche tessuto ciclo-pedonale che collega i “vuoti” urbani connettendoli tra loro lungo il colmo del muro e anche con il lungofiume collegandosi ai parchi lineari. Consente l’esperienza di avvicinarsi al fiume durante i differenti livelli dell’acqua durante la piena consentendo di avere sempre un riferimento con la città.
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INNESTO INTERATTIVO: Il floodwall in alcuni settori diventa anche funzione. Lungo il waterfront, per mitigare la presenza del muro, sono inserite strutture prefabbricate che caratterizzano lo spazio pubblico. Inserito seguendo i tracciati, in questa particolare area il muro diventa seduta caratterizzata dalla presenza del verde. Tale spazio è attrezzato per godersi un po’ di relax dalla frenesia urbana o ammirare il tramonto sul fiume.
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8.2 Guisui Park Il primo zoom progettuale viene fatto su un “vuoto” individuato di fronte a Zhonghe Park, all’ incrocio tra Guisui Street e Huanhenanbei Expressway. Tale spazio è attualmente un parcheggio conosciuto come “Guisui Parking Lot”. Il sito è caratterizzato a nord dalla parete laterale cieca di un grattacielo alto 9 piani, a est la facciata laterale finestrata di un palazzo alto 7 piani, a sud Guisui Street e a ovest Huanhenanbei Expressway e il floodwall. Tale “vuoto” è coerente con gli spazi ricercati per attuare la strategia progettuale per riconnettere Taipei al fiume Tamsui. L’obiettivo è quello di valorizzarlo come spazio pubblico e connetterlo al lungofiume. E’ interessante notare che è un punto strategico, è il fulcro di un percorso che proviene dall’interno del tessuto urbano ed è la testata del percorso pedonale porticato parallelo a Guisui Street. Lo spazio viene progettato come uno spazio pubblico per gli abitanti di Taipei. Vista la vicinanza a Zhonghe Park, la destinazione d’uso è quella di un parco giochi caratterizzato dalla presenza di verde e sedute. L’imponente parete del grattacielo a nord viene rivestita e convertita in una parete per fare arrampicata. Ciò consente a chi ne fa uso di ricucire il rapporto visivo con il fiume Tamsui praticando lo sport di cui si è appassionati. Al centro una struttura per lo svago dei bambini, e a ovest un elemento di mitigazione dalla vista del floodwll e del traffico della strada adiacente. Tale elemento è una sorta di collina che sostiene due scivoli che i bambini possono usare per svagarsi. Al vertice sud-ovest dell’area si trova la “torre effimera” che oltre ad essere un mirador pubblico da cui si possono ammirare il fiume e il tessuto urbano, consente la connessione tra Taipei e il fiume Tamsui mediante un ponte che consente di scavalcare Huanhenanbei Expressway e il floodwall. Il ponte offre delle sedute e delle aiuole rialzate che che trattengono anche l’acqua piovana. Superato il floodwall mediante il passaggio sopraelevato, vi è uno elemento a gradoni che consente di sedersi ed ammirare il fiume da una prospettiva inedita, ed allo stesso tempo è l’inizio della discesa verso il parco lineare al livello dell’acqua, che si raggiunge dopo una ulteriore rampa di scale. Arrivati al livello 0, mediante dei percorsi, è possibile raggiungere l’acqua e costeggiare il fiume mediante i percorsi ciclo-pedonali preesistenti. In prossimità dell’accesso alla scala è stato inserito un innesto interattivo che, oltre a mitigare la presenza del muro offre uno spazio per godersi un po’ di relax dalla frenesia urbana e ammirare magari il tramonto sul fiume
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Fig. 8.2_ Inquadramento di
Tamsui. E’ interessante notare che a nord il floodwall da infrastruttura di difesa diventa percorribile mediante un percorso pedonale sopraelevato che collega i nuovi spazi pubblici fra loro e col sistema lungofiume. Il progetto nel suo complesso è fruibile anche durante le condizioni di piena del fiume Tamsui essendo stato progettato seguendo con coerenza i livelli di allerta delle piene del fiume.
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“Yanping Riverside” e del sito di progetto.
Fig.X_ “The Great Taipei City Plan”
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Fig.X_ “The Great Taipei City Plan”
Nota citazione della california”
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Fig. 8.3_ Vista assonome-
trica del nuovo “Guisui Park” e nuova connessione con il lungofiume Tamsui.
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Fig. 8.4_ Vista prospettica del nuovo “Guisui Park” .
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8.3 Lo Skate Park Il secondo focus progettuale viene fatto su un “vuoto” individuato lungo la Huanhenanbei Expressway, tra Dihua Street e Liangzhou Street. Il sito è circondato su tre lati (nord, sud, est) da edifici di media o bassa altezza con destinazione d’uso residenziale, mentre il lato ovest è caratterizzato da Huanhenanbei Expressway e il floodwall. Tale “vuoto” è coerente con gli spazi ricercati per attuare la strategia progettuale per riconnettere Taipei al fiume Tamsui. L’obiettivo è quello di valorizzarlo come spazio pubblicio e connetterlo al lungofiume così da mettere in relazione il fiume Tamsui con il tessuto urbano. Lo spazio viene progettato come uno spazio pubblico per gli abitanti di Taipei. Viene progettato uno skate park, posizionato centralmente nell’area. Oltre ad attirare una generazione giovane lo skate park contribuisce alla resilienza urbana in caso di forti piogge durante i tifoni, riempiendosi d’acqua così da evitare allagamenti. Nel vertice a sud-ovest viene progettata una tribuna con delle sedute per tutti gli appassionati di skateboard e funge anche da elemento di mitigazione dalla vista del floodwll e del traffico della strada adiacente. Al vertice nord-ovest dell’area si trova la “torre effimera” che oltre ad essere un mirador pubblico da cui si possono ammirare il fiume e il tessuto urbano, consente la connessione tra Taipei e il fiume Tamsui mediante un ponte che consente di scavalcare Huanhenanbei Expressway e il floodwall. Il ponte offre delle sedute e delle aiuole rialzate che trattengono l’acqua piovana della superficie del ponte. Superato il floodwall mediante il passaggio sopraelevato, vi è uno spazio che si espone a sbalzo sul fiume Tamsui, dal quale si può contemplare il panorama. Scendendo la rampa di scale si può percorrere lo “skywalk”, una passeggiata in quota dove lo spazio pubblico viene duplicato creando un doppio livello di attività con intimità e velocità di fruizione diverse. Un sentiero panoramico sul fiume Tamsui che consente di vivere lo spazio del waterfront in modi differenti creando atmosfere uniche e permettendo di fruire il lungofiume durante i differenti livelli dell’acqua durante la piena. A sud il floodwall da infrastruttura di difesa diventa percorribile mediante un percorso pedonale sopraelevato che collega i nuovi spazi pubblici fra loro e col sistema lungofiume.
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Fig. 8.5_ Inquadramento di “Yanping Riverside” e del sito di progetto.
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Fig.X_ “The Great Taipei City Plan”
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Fig.X_ “The Great Taipei City Plan”
Nota citazione della california”
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Fig.X_ “The Great Taipei City Plan”
Fig. 8.3_ Vista assonome-
trica del nuovo “Skate Park” e nuova connessione con il lungofiume Tamsui.
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Fig. 8.4_ Vista prospettica
del lungofiume Tamsui in corrispondenza del nuovo accesso dal nuovo “Skate Park” .
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Il lungofiume Tamsui e il floodwall
09. Conclusioni La tesi propone la riqualificazione del waterfront di Taipei caratterizzato dai floodwalls: alti muri di cemento costruiti per fare fronte alla vulnerabilità della città, alle inondazioni e alla necessità di avere più terra edificabile possibile per lo sviluppo urbano. I floodwalls, seppure sono fondamentali nella mitigazione delle esondazioni del fiume Tamsui, rendono Taipei una città fortificata dove il rapporto identitario tra i cittadini e la componente “acqua” è gravemente compromesso. Il problema è tutt’oggi particolarmente sentito, pertanto con questa tesi si è sviluppata una strategia per ricucire il rapporto tra le persone, Taipei e il fiume Tamsui. L’obiettivo è quello di riqualificare il waterfront basandosi sul miglioramento dell’accessibilità e della qualità dello spazio pubblico sul lungofiume su entrambi i lati del floodwall così che il waterfront torni ad essere parte integrante di Taipei. Vengono stabiliti quattro obiettivi strategici per guidare gli sviluppi e sono i principi guida del progetto di riqualificazione. L’intento progettuale proposto per mirare alla riqualificazione del waterfront di Taipei è quello di individuare i “vuoti” lungo il margine del tessuto urbano, valorizzarli come spazi pubblici e connetterli tra loro lungo l’apice del floodwall, anche con il sistema lungofiume. Gli spazi pubblici diventano in questo modo il centro della vita di quartiere, spazi di socialità che creano senso di appartenenza e identità recuperando il rapporto con il fiume Tamsui. Individuando i “vuoti” lungo il margine del tessuto urbano lungo tutto il perimetro di Taipei, caratterizzato dal floodwall, connettendoli al sistema del lungofiume è potenzialmente possibile riqualificare tutto il waterfront ricucendo così il rapporto tra Taipei e i fiumi. La replicabilità consente di agire lungo tutti i sistemi fluviali di Taipei riattivando in questo modo il lungofiume e collegandolo al tessuto urbano mediante i nuovi spazi pubblici. In questo modo il waterfront diventa un asse policentrico caratterizzato dall’aumento del verde e da spazi pubblici che consentono di vivere questo margine in modo diverso. L’area progettuale scelta in questa tesi si snoda lungo “Yanping Riverside”: la riva destra del fiume Tamsui nel Distretto di Datong. Qui si sono individuati due “vuoti” che sono stati progettati e riattivati secondo la strategia proposta in questa tesi. Attuando tale strategia alla vasta scala, attraverso una visione in grado di avviare un processo di riqualificazione del waterfront, si auspica di ricucire il rapporto tra le persone, Taipei e il fiume Tamsui. Proponendo il progetto di riqualificazione del waterfront orientato verso le persone si ha l’obiettivo di creare uno spazio pubblico continuo che infonda ottimismo e ispirazione per la ricerca di un futuro migliore.
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“Sky-Water” Temple
10. Interviste
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Intervista con
Mrs. Monica Kuo Preside del Dipartimento di architettura e di pianificazione urbana della Chinese Culture University Taipei; laurea master in architettura del paesaggio all’Università della Pennsylvania (USA) e laurea triennale presso la National Chung Hsing University Taiwan. Esperta in pianificazione ambientale, ecologia del paesaggio, progettazione dell’ecologia, pianificazione della vegetazione, progettazione dell’ecologia fluviale e progettazione del colore ambientale. Dal 2007 preside del Dipartimento di architettura e di pianificazione urbana della Chinese Culture University Taipei, dal 1991 preside e direttrice del Dipartimento di architettura del paesaggio della Chinese Culture University Taipei, ha svolto ricerche per conto dei parchi nazionali di Taiwan; ha inoltre maturato esperienza lavorando come progettista e paesaggista in studi in America e Taiwan.
Quali sono le motivazioni che spingono alla decisione della progettazione e della realizzazione del muro? Facendo un passo indietro rispetto la costruzione, è interessante conoscere brevemente la storia di Taipei, e del suo territorio. Circa 400 anni fa Taipei era un lago, noto come “Kangxi Taipei Lake”. Successivamente l’acqua si è ritratta lasciando posto alla morfologia territoriale oggi conosciuta dove il fiume Tamsui è dominante nel territorio. All’epoca non vi erano argini e il fiume era navigabile. Erano molto popolari delle piccole imbarcazioni chiamate “Měng” che significa appunto piccola imbarcazione. Quando i cinesi arrivarono dalla Cina continentale raggiunsero le sponde del fiume Tamsui attraverso queste imbarcazioni. Si stanziarono sulla riva ovest del fiume, e a quell’epoca tale area era ricca di negozi, case tradizionali. Tale villaggio venne chiamato Dadaocheng. In quegli anni Dadaocheng era il luogo più importante per l’esportazione del tè in Inghilterra e
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nel resto del Mondo. Tutt’ora in quest’area puoi trovare alcuni negozi di tè o case del tè. Durante gli ultimi anni della dinastia cinese Qing c’era un piccolissimo tratto di muro che fungeva da argine lungo la riva del fiume Tamsui. Successivamente, dopo l’arrivo dei giapponesi nel 1895, ci furono i primi sviluppi di un piano urbano per Taipei. Durante la colonizzazione venne quindi costruito il primo tratto di muro in cemento per contenere le piene. Loro importarono le loro conoscenze ingegneristiche necessarie per sviluppare ciò. Durante la colonizzazione giapponese Taipei diventò la capitale economica e centro politico dell’isola. I giapponesi avevano quindi la necessità e l’interesse di proteggere l’agglomerato urbano dalle piene del fiume, questa fu la motivazione che spinse i giapponesi a iniziare tale opera di ingegneria. Oggi il muro è l’elemento principale del controllo delle inondazioni, dimensionato per fare
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fronte ad alluvioni aventi periodo di ritorno pari a 200 anni, ha un’altezza media di circa 9 metri. Questo è il modo in cui tutta Taipei è circondata. Qual’è la storia del progetto del muro? E’ un progetto finito? Il progetto iniziò negli anni ’60. Ci furono una serie di tifoni molto importanti che colpirono Taipei, e molte aree vennero inondate. Il Governo centrale cominciò quindi un progetto chiamato “Taipei Area Flood Control Project”. Il problema delle inondazioni non riguardava però solo Taipei, ma anche Taipei County (il vecchio nome di New Taipei City), dal momento che il fiume Tamsui scorre fra le due città. Vennero quindi costruiti gli alti muri e i water gates per proteggere Taipei. Questi nuovi argini sono moderni, in cemento armato, sono quelli che puoi osservare camminando lungo l’argine. Tutt’ora vi è l’area di Shezi Island dove il muro è alto solo 9 metri, ma in accordo con il piano di protezione contro inondazioni aventi tempi di ritorno pari a 200 anni il Governo vorrebbe alzarlo a 12 metri. Ciò è terribile. Il problema è riconosciuto e discusso da quasi 50 anni. Inizialmente Shezi Island era una piana alluvionale ricca di aree agricole, dove le persone coltivavano ortaggi. Oggi però molte persone si sono trasferite ad abitare lì, spesso in case abusive in lamiera, e sono anche state costruite alcune industrie. Ecco che tali persone hanno iniziato a sollecitare il Governo per avere maggiore protezione in quell’area. Venne quindi sviluppato un nuovo progetto urbano per Shezi Island, e tre anni fa venne realizzato anche un masterplan per l’intera area. Inizialmente erano soddisfatti del progetto, nonostante il muro alto 12 metri, ma noi ci siamo opposto in quanto crediamo sia terribile. Abbiamo
fatto notare come sia possibile sì proteggersi con un muro, ma come allo stesso tempo si possa creare un lago all’interno con il terreno a quote differenti e con edifici progettati in modo tale da poter vedere al di là del muro. Il muro ha seguito l’espansione della città o è la città che ha seguito l’espansione del muro? Credo che inizialmente il muro abbia seguito la città, in quanto i cittadini richiedevano protezione dalle inondazioni, successivamente la città ha iniziato a seguire il muro. Anni fa alle persone interessava solo avere protezione dall’acqua. Ma oggi la sfida è più interessante, cioè possiamo proteggerci dall’acqua ma attraverso un miglior progetto per la salvaguardia degli open spaces? Il percorso è sicuramente molto lungo, e richiederà costosi investimenti. Qual’ era il rapporto tra la città e il fiume? Come è cambiato dopo la costruzione del muro? Nella sponda nord del fiume Keelung, nell’area conosciuta oggi come “Dazhi”, il fiume non era dritto, ma faceva una curva. Prima dei lavori che vennero iniziati negli anni ’60, in quest’area vi erano numerosi open spaces, aree umide, fattorie. Dopo che il fiume Keelung venne raddrizzato generando nuovo terreno edificabile e venne realizzato il muro contro le inondazioni, il valore del terreno di questo distretto divenne il più alto a Taipei. Il costo dell’area edificabile si alzò notevolmente, al contrario però il cambio del corso fluviale ha cambiato il territorio per sempre. La costruzione del muro ha quindi generato territorio edificabile dal valore economico altissimo.
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Come il fiume è vissuto dagli abitanti per gli usi quotidiani? A Taipei, oltre il fiume Tamsui, vi sono il fiume Xindian e il fiume Keelung. Gli ultimi due sfociano nel fiume Tmasui. Guardando le immagini storiche si nota come molte persone erano consuete vivere le sponde. Il lungofiume era vissuto prevalentemente per praticarvi agricoltura o allevamento. Lungo il fiume Xindian vi erano diverse piccole imbarcazioni, ed era molto comune tra le persone bere un tè sul fiume sopra una barca. Era un’emozione magnifica. Ma oggi abbiamo i muri che hanno cambiato lo stile di vita perché sono delle barriere molto alte. Per le persone è molto difficile andare al di là dei muri e avere un contatto col fiume principalmente perché le persone non possono vedere lo specchio d’acqua. Non vedendolo, le persone di dimenticarono via via dell’esistenza del fiume, quindi una volta costruiti i muri iniziarono a buttarci la spazzatura al di là, rendendo le sponde delle discariche a cielo aperto. Il Governo inizio quindi a pulire tutto il lungofiume a partire dagli anni ’80. Stipulò un grande progetto di pulizia delle sponde fluviali. Gradualmente alcune aree tornarono a diventare zone umide, e alcune di queste sono anche aree protette, che oggi sono tornate belle come un tempo. Nel muro sono stati inseriti alcuni “water gates”, attraverso i quali le persone possono raggiungere le sponde dei fiumi. Oggi lungo il fiume vi sono delle piste ciclabili, ma prima della loro costruzione le persone non vi andavano in quanto era pieno di cespugli, e le persone erano spaventate ad andarvi, ritenevano le sponde un luogo non sicuro. Oggi però il Governo ha costruito più di 100 km di piste ciclabili e le persone hanno iniziato a godere degli open spaces offerti dal waterfront. L’uso di questi spazi sta cambiando. Negli ultimi anni si è
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cercato in più modi di rivitalizzare le sponde del fiume Tamsui, abbiamo anche costituito una commissione chiamata “Tamsui River Revitalization Committee”. Non ci siamo solo limitati a pulire l’acqua, ma abbiamo provato a riavvicinare la vita urbana al fiume. Abbiamo incentivato la rivitalizzazione del fiume, ma anche rinnovamento urbano delle are urbane adiacenti il muro. Il rinnovamento consiste nella progettazione di nuovi edifici che favoriscano la vista sul fiume. Attraverso incentivi si potrebbe consentire la costruzione di un maggior numero di piani in altezza, destinando però i primi due a parcheggi. In questo modo dal nuovo livello 0 dell’edificio si percepirebbe l’acqua. In futuro sarebbe interessante se tutti i nuovi edifici progettati nel corso del rinnovamento urbano seguissero questa linea guida. Quante volte l’acqua supera il livello del muro? In realtà l’acqua non supera mai il livello del muro. Lungo il muro come avrai sicuramente osservato vi sono diverse stazioni di pompaggio. Solo una volta negli ultimi anni, durante il tifone Nari, una stazione di pompaggio si è rotta, e l’acqua non poteva più essere pompata fuori dalla città nel fiume. A causa di questo problema una porzione di città si è allagata. Ciò non significa che l’acqua ha superato il livello del muro ed ha allagato la città, ma al contrario, non potendo più essere pompata fuori l’acqua delle forti piogge si è accumulata all’interno della città. A Taipei abbiamo un controllo continuo per prevenire le emergenze. Se le previsioni preannunciano l’alta marea o l’arrivo di un tifone, immediatamente tutti i watergates vengono chiusi. Nei miei ricordi la volta che il livello dell’acqua era più alto raggiungeva forse i 6 metri del livello del muro.
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La città riconosce questo problema? Qual’è l’impatto che ha avuto sulle relazioni con le persone?
C’è un’esigenza della comunità di riappropriarsi del fiume? E’ accettato il muro visto il rischio?
Solo le persone anziane hanno vissuto a Taipei prima della costruzione del muro, ed erano abituate a vedere il fiume e a viverlo. La maggior parte della popolazione, come me, quando siamo cresciuti il muro c’era già, quindi abbiamo sempre vissuto con il muro, quindi la consideriamo una condizione esistente. Un po’ alla volta, però, le persone hanno iniziato a viaggiare nel sud di Taiwan, o in altri Stati, come a Parigi o in Olanda, le persone hanno apprezzato la relazione tra le persone e l’acqua. Le persone hanno sviluppato una sensibilità, quindi si sono chieste se ci fosse la possibilità di avere un miglior progetto urbano che unisca i cittadini con il fiume. Gli anziani, da bambini, andavano a nuotare nel fiume. Ma successivamente il fiume lo si è percepito come un luogo pericoloso, e i genitori avvisavano i bambini di non avvicinarsi mi al fiume essendo un luogo pericoloso. Ora la mentalità sta cambiando. Le persone si sono accorte del reale ruolo dei fiumi nelle altre città, così hanno iniziato a fare jogging e ad andare in bicicletta lungo le rive, iniziando così a percepire il fiume da un nuovo punto di vista immaginandosi una sua relazione col tessuto urbano. Circa 12 anni fa è stato introdotto un sistema di trasporto via acqua chiamato “blue way”, permette di spostarsi da Dadaocheng a Tamsui con il traghetto. Una volta avviato questo sistema, ci siamo però resi conto che le persone non percepivano nessun legame con il fiume Tamsui. E ciò è vero, il rapporto tra l’acqua e la popolazione è stato compromesso per quasi 60 anni per colpa del muro, cancellando la memoria del fiume nella mente degli abitanti. Piano piano però le persone si stanno riavvicinando all’acqua.
Si, c’è la voglia da parte della popolazione di riappropriarsi del fiume. Anche io ho aderito ad un gruppo chiamato “Riverbank Community Association”. Stiamo cercando di creare qualcosa per ricollegare la città e l’acqua. Nel corso degli anni abbiamo anche promosso la pulizia delle acque. C’è un altro gruppo che si è occupato sempre della ricucitura del rapporto tra la popolazione e il fiume, attraverso la promozione di eventi lungo le sponde del fiume Tamsui. Esiste già un qualche tipo di guida che prevede già delle tipologie di intervento? Se vai a Tamsui potrai notare che gli edifici più alti hanno una vista sul fiume e i primi due piani degli edifici più nuovi sono aree di parcheggio. A Taipei si sta pensando di portare una strategia di questo tipo, anche se è più difficile visto che il muro è più alto. L’idea c’è ma deve essere promossa attraverso incentivi economici. Un altro progetto interessante per mitigare il problema del muro è quello conosciuto con il nome di “Super Dike”. Si sta cercando di capire come introdurlo, a Tokyo, ad esempio, è già stato introdotto. L’obiettivo è quello di alzare il livello della città, avere ai primi due piani parcheggi, con le strade che scorrono in sorte di tunnel. A Tokyo strutture di questo tipo sono già state realizzate. Stiamo cercando di ideare sezioni di questo tipo a Taipei. Un’altra idea è quella di sfruttare il setback come concetto, creando terrazzamenti verdi.
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12 Marzo 2019 Chines Culture University Taipei
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Intervista con
Mr. Chung-Hsiung Wang Professore presso il Dipartimento di architettura dell’Università di Shih Chien e preside di “Alliance for Architecture Modernity Taiwan”. Ha lavorato sulle architetture storiche e sulla pianificazione urbana della moderna Taiwan, e sulle loro relazioni con i territori circostanti, ponendo maggiore attenzione allo sviluppo urbano successivo alla Seconda Guerra Mondiale. E’ stato editore del “Taiwan Architecture Magazine”, e autore di diversi libri, tra cui Architecture x Regionalism: 10 Architects (2016, con Sheng-Fong Lin e Wei-Jen Wang), Taipei Unveiled (2013, con Shu Chang), Romantic Realty: Exhibition of Postwar Lanyang Architecture (2011, con Tseng-Yung Wang) e Rustic and Poetic: An Emerging Generation of Architecture in Postwar Taiwan (2008, con MingSong Shyu). Ora è responsabile di Making Places: Fieldoffice Exhibition, in tournée in Europa con Juhani Pallasmaa e curando la prima monografia di Fieldoffice.
Quali sono le motivazioni che spingono alla decisione della progettazione e della realizzazione del muro? Per risponderti ti mostro questa mappa di Taipei, risalente al 1895 durante l’occupazione dei cinesi della dinastia Qing. L’area marrone mostra il terreno edificabile, l’area bianca invece indica le aree di inondazione dei fiumi. Quelle aree bianche che quella volta erano molto estese, oggi sono notevolmente ridotte. Il motivo? La costruzione del muro. Il motivo per cui si è deciso di costruire il muro è legato all’aspirazione di controllare l’acqua e per appropriarsi di nuovo terreno edificabile per lo sviluppo urbano. Qual’è la storia del progetto del muro? E’ un progetto finito? Prima del ventesimo secolo la popolazione di Taipei non aveva le conoscenze tecnologiche per la costruzione del muro. Ma quando i giapponesi colonizzarono l’isola, importarono anche una serie di conoscenze
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tecniche che li spinse a costruire i primi metri del muro. Credo che il primo tratto di muro venne costruito intorno al 1910. Successivamente il progetto è andato avanti, e man mano che venivano costruiti nuovi tratti di muro la città aveva a disposizione nuovo terreno edificabile per lo sviluppo urbano. Il progetto è considerato concluso a Taipei City, non ancora finito invece a New Taipei City. Il proprietario del muro è il Governo di Taipei. Una cosa che devi sapere è che l’amministrazione sta pensando di costruire il muro sempre più alto per vivere in modo più sicuro. Il muro ha seguito l’espansione della città o è la città che ha seguito l’espansione del muro? La risposta è abbastanza complessa, ma il meccanismo è interessante. Per fartelo
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capire ti mostro delle immagini. Questa mappa mostra Taipei alla fine del ‘800. Qui vedi in totale 3 agglomerati urbani. A nord Dadaocheng, al centro Taipei e a sud Wanhua. Alla fine del ‘800 questa era la conformazione di Taipei. Ma i giapponesi, quando arrivarono, pianificarono lo sviluppo urbano della città. Essendo i tre agglomerati urbani separati, i giapponesi svilupparono un piano urbano per unirli in un’unica città. Venne quindi costruita una strada (la strada delle tre città) per connetterle, e contemporaneamente costruirono il primo tratto di muro fra le tre città, così da rendere edificabile il terreno che connetteva le tre città. La costruzione del muro è stata quindi molto importante in questa fase storica, perché ha consentito di avere nuovo terreno edificabile così da unire i 3 agglomerati urbani in un’unica città. Nella prima fase, quindi, il muro è stato costruito in corrispondenza della città, successivamente lo sviluppo urbano ha seguito lo sviluppo del muro. Aree inondabili, dopo la costruzione del muro, diventavano terreno edificabile per lo sviluppo urbano. La prima espansione della città ha seguito l’asse nord-sud. Successivamente si è sviluppata verso est. Qual’ era il rapporto tra la città e il fiume? Come è cambiato dopo la costruzione del muro? Guardando vecchie fotografie di Taipei puoi osservare come le persone erano solite vivere vicino al fiume e all’acqua, direi che si può affermare che Taipei c’è perché c’è il fiume Tamsui. Quindi nelle foto storiche puoi notare i primi agglomerati urbani vicino al fiume, con le barche. Ma ora siamo scappati dal fiume, tanto che il fiume non fa più parte della nostra memoria. Oggi l’unico modo che abbiamo per riconoscere che Taipei è una città fluviale è quello di attraversare i
ponti che ci collegano con New Taipei City. Ma negli ultimi anni abbiamo iniziato a percepire come uno spazio aperto, un open space, e abbiamo iniziato a comprendere l’importanza dell’acqua. Abbiamo quindi ricominciato a considerare il fiume come un elemento primordiale. Quando hanno costruito il muro, consideravano il fiume pericoloso in quanto era causa di inondazioni della città. Ma guardando le foto storiche noti che in precedenza il fiume era il fronte della città. Il muro però è stato accettato all’epoca ed è accettato anche oggi, perché salva la vita alla città. Inoltre, tra gli anni ’60 e gli anni ’80, quindi per quasi vent’anni, la qualità dell’acqua era molto scarsa, e maleodorante. C’era così tanto inquinamento che non c’erano più nemmeno i pesci. Dagli anni ’80 abbiamo quindi iniziato un processo di pulizia e di depurazione delle sponde e delle acque, che oggi è concluso. Come il fiume è vissuto dagli abitanti per gli usi quotidiani? Oggi non è molto usato. E’ un grande open space della città, alcuni vanno lì per praticare sport, o in occasione di alcuni grandi eventi il lungofiume può ospitare un gran numero di persone. Piano piano sta diventando uno spazio riconosciuto dalla popolazione. Il fiume non è usato come infrastruttura. L’amministrazione comunale ha proposto diverse attività ricreative sull’acqua, ma sono tutte fallite. Non abbiamo Yacht Clubs, ma il lungofiume viene principalmente usato per praticarvi diversi hobby. Quante volte l’acqua supera il livello del muro?
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Questi muri sono stati progettati per contrastare piene aventi tempo di ritorno di 200 anni. Nei miei ricordi, forse 10 anni fa abbiamo avuto un grade alluvione a causa di un tifone e quella volta il muro si è rivelato essere fondamentale. Non ricordo di gravi problemi da quando c’è il muro, perché l’acqua non super mai il suo livello. Ma a Taipei, oltre al muro e allo scolmatore, il sistema è composto anche dalle stazioni di pompaggio. Essendoci il muro l’acqua della città non può raggiungere naturalmente il fiume perché anche i watergates vengono chiusi durante le piene. Ecco che l’unico modo che ha l’acqua per raggiungere il fiume è quello di essere pompata fuori dalle stazioni di pompaggio. Quando una stazione di pompaggio ha un problema durante un alluvione, ecco che la città si allaga. Questo è molto importante , voglio appunto farti capire che la città si può allagare a causa delle acque piovane all’interno della città, e non a causa dell’acqua dei fiumi. Normalmente l’altezza dei fiumi arriva a metà altezza del muro, alcune volte magari al 70%. Solo una volta nella mia vita l’ho vista raggiungere quasi l’altezza del muro, e ti assicuro che era terrificante, anche perché con il vento alcuni schizzi d’acqua superavano il muro. La città riconosce questo problema? Qual’è l’impatto che ha avuto sulle relazioni con le persone? Le persone non riconoscono il problema del tutto. Solo noi architetti lo consideriamo un problema, la gente comune di Taipei non lo ritiene tale, credono anzi sia una cosa positiva. Ma abbiamo un esempio di successo a Yilan. Noi chiamamo questo progetto “Super Dike”. C’è sì il muro, ma è ricoperto con la terra, ci sono delle colline,
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ci sono molte piante, e tu puoi passare del tempo in questi parchi lineari, osservando il fiume da diverse prospettive. Ciò sta succedendo qua vicino, ed è un posto molto affascinante. La popolazione di Taipei sta quindi pensando se sia possibile ricreare la stessa tipologia di paesaggio anche a Taiepi. La popolazione sta quindi iniziando piano piano ad apprezzare il valore del fiume, loro vorrebbero riconnettersi al fiume, solo che non sanno come fare. C’è un’esigenza della comunità di riappropriarsi del fiume? E’ accettato il muro visto il rischio? La popolazione piano piano sta riscoprendo il fiume, e vorrebbe riconnettersi ad esso. Solo che non sanno come fare. Il muro però è accettato, in quanto ritengono che grazie ad esso possono vivere in maniera più sicura. Esiste già un qualche tipo di guida che prevede già delle tipologie di intervento? Ci sono state alcune proposte negli anni, l’idea di riconnettersi al fiume è iniziata dopo che l’abbiamo ripulito negli anni ’80. Una proposta è quella di creare delle piattaforme che colleghino gli edifici con il parco lineare, passando sopra il muro. In questo modo i primi due o tre piani degli edifici possono fungere da parcheggi. Oppure possono essere costruite delle rampe. A sud abbiamo costruito un ponte pedonale. Dal parco tu puoi raggiungere il lungofiume attraverso un ponte. E’ un progetto che funziona, quando c’è bel tempo è un luogo frequentatissimo.
14 Marzo 2019 Shih Chien University Taipei
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Il lungofiume Tamsui e il floodwall dalla piattaforma di Dihua
11. Bibliografia
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Libri
Fabrics”, Massachusetts Institute of Technology, 2007.
Shu Chang, Chun-Hsiung Wang, Kwang-Ting Wu, Hsueh-Neng Chuang, Taipei Unveiled, Taipei City, Taipei City Urban Regeneration Office, 2013. Chun-Hsiung Wang, Living with Sky, Water and Mountain: Making Places in Yilan, Taipei City, Alliance for Architectural Modernity, 2018. MVRDV, The Why Factory, The Vertical Village: Individual, Informal, Intense, Rotterdam, Nai Publishers, 2012. Francine Houben, Luisa Maria Calabrese (Edited by), Mobility: a Room with a View, Rotterdam, Nai Publishers, 2003. Kelly Shannon, Marcel Smets, The Landscape of Contemporary Infrastructures, Rotterdam, Nai Publishers, 2010. Harry Gugger, Barbara Costa, Juliette Fong, Salomé Gutscher, Stefan Horner, Charlotte Truwant, Venice Lessons. Industrial Nostalgia: Teaching and Research in Architecture, Zurigo, Park Books, 2016. Chris van Uffelen, Urban Spaces: Plazas, Squares and Streetscapes, Svizzera, Braun Publishing, 2012.
Articoli e riviste Marta Pozo, “Rigenerazione delle sponde del fiume Huangpu, Shanghai”, in AAVV, Domus, n°1039 Ottobre 2019, pp. 972-983. Maria Giulia Zunino, “Milano 2030: 88 piazze per 88 quartieri”, in AAVV, Domus, n°1041 Dicembre 2019, pp. 18-21. Michael Chia-Liang Lin, “Contexulizing Urban Mobile
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Wen-Cheng Liu, Wei-Bo Chen, Chin H. Wu, “Modelling effects of realignment of Keelung River, Taiwan”, in Maritime Engineering, n°161 June 2008, pp. 73-87. Yu-Shou Su, “Urban Flood Resilience in New York City, London, Randstad, Tokyo, Shanghai and Taipei”, in Journal of Management and Sustainability, vol. 6, n°1, 2016, pp. 92-108. Hsu Chia Sui, Resilience in Space: An experimental analysis of resilience in urban flood management in Taipei Basi, Lund University, 2011. Yu-Shou Su, “Urban Flood Resilience: a Chronology of Policies to prevent flooding in Taipei”, in International Journal of Development Research, vol. 6 Issue, 02, February 2016, pp. 6661-6675. Ming-Hsi Hsu, Meng-Yuan Tsai, Yi-Chieh Lin, Albert S. Chen, Michael J. Hammond, Sloban Djordjevic, David Butler, Flood Demage Assessment in Taipei City, Taiwan, Conference Paper, 2012. Ming-Hsi Hsu, Meng-Yuan Tsai, Yi-Chieh Lin, Albert S. Chen, Michael J. Hammond, Sloban Djordjevic, David Butler, Flood Impact Assessment under Climate Change Scenarios in Central Taipei Area, Taiwan, International Conference of Flood Resilience: Experiences in Asia and Europe, Exeter, United Kingdom, 5th - 7th September 2013. Jie Li, Xingjian Liu, Jianzheng Liu, Wwifeng Li, “City Profile: Taipei”, in Cities, n°55, 2016, pp. 1-8. Shang-Shu Shih, Sheng-Chi Yang, Huei-Tau Ouyang, “Anthropogenic effects and climate change threats on the flood diversion of Erchung Floodway in Tanshui River, Northern Taiwan”, in Natural Hazard, n°73, 2014, pp. 1733-1747.
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Sitografia Taipei historical maps: APP “Taipei Historical Maps”, sviluppata da Academia Sinica Digital Center, disponibile su App Store e Google Play; Taipei historical maps, online at: http://www.historygis.udd.taipei. gov.tw/urban/3D/3D.aspx; Taiwan MAP Service, online at: https://maps.nlsc.gov.tw; National Fire Agency, the Ministry of the Interior, online at: https:// www.nfa.gov.tw; Taipei City Government Hydraulic Engineering Office, online at: https://heo.gov.taipei; Taiwan’s Central Weather Bureau, online at: https://www.cwb.gov.tw; The 10th River Basin Management Bureau, online at: https://www. wra10.gov.tw; Water Resources Agency, online at:
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https://eng.wra.gov.tw;
Tesi e consultazioni
Taipei City Government Department of Urban Development, online at: https://english.udd.gov.taipei;
Risalire il fiume: progetto di riqualificazione del rio Almendares come infrastruttura ecologica e culturale per l’Avana di Giulia Bruni; relatori: Elena Dorato, Francesco Pasquale; correlatori: Romeo Farinella, Graciella Gonzalez Quintas, 2018.
Taipei Blue Highway, online at: https://www.riverfun.net; Taipei YouBike, online at: https:// taipei.youbike.com.tw/home; How straightening of Keelung River has shaped Taipei City as we know today, online at: https://alexkunztaipei. wordpress.com/2018/10/07/ wie-die-begradigungen-deskeelung-flusses-das-stadtbild-vontaipeh-nachhaltig-gepragt-hathow-straightening-of-keelung-riverhas-shaped-taipei-city-as-we-knowit-today/; Why All Typhoons Have Missed Taiwan in 2018, online at: https:// international.thenewslens.com/ article/105272;
Confine condiviso. Un progetto di riqualificazione urbana e paesaggistica per le sponde del fiume Besòs di Barcellona di Giulia Maroni; relatori: Romeo Farinella, Elena Dorato, 2015. Boston Lifeguard: infrastruttura paesaggistica di difesa integrata per una città resiliente di Andrea Andreotti, Nicola Cataldo; relatori: Luca Emanueli, Tomas Ghisellini, 2015.
Taipei, Water City by Pinti Zheng, online at: http://www.erenlai.com/ en/focus/2013/taipei-city-of-water/ item/5446-taipei-water-city.html; Taipei from the River by Marco Casagrande, online at: http:// casagrandetext.blogspot. com/2011/03/taipei-from-river.html; A New Waterline for Shanghai, online at: http://landezine.com/ index.php/2018/02/a-newwaterline-for-shanghai-by-agenceter/; A Game Changer for Shanghai Citizen’s Life Quality, online at: https://gehlpeople.com/blog/agame-changer-for-shanghaicitizens-life-quality/; Palma Waterfront, online at: https:// ecosistemaurbano.com/palma-demallorca/;
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Piattaforma panoramica, Guoshun Evacuation Gate
12. Elaborati grafici
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13. Ringraziamenti Un ringraziamento al Prof. Romeo Farinella per aver creduto da subito in questo progetto, da quando era un’ idea vaga espressa nel corso della prima lezione di Sintesi Finale e che poi, passo dopo passo, è diventata questa tesi. Grazie per avermi seguito durante tutto il percorso, soprattutto a ritrovare “il filo” che era andato perduto. Grazie alla Prof. Elena Dorato per aver seguito questo progetto dall’inizio, per avermi sostenuto nel momento più buio, e una volta superato spinto a migliorare sempre di più. Grazie al Prof. Alessandro Martinelli: dal primo contatto via mail si è sempre reso disponibile a darmi la possibilità di sviluppare questa tesi a Taipei. Grazie per avermi accolto, seguito, sostenuto, dato numerosi consigli e offerto delle opportunità uniche tra cui, oltre quella di sviluppare la tesi alla Chinese Culture University Taipei, l’incontro con Mr. Chun-Hsiung Wang e con Mr. Sheng-Yuan Huang dei Fieldoffice Architects a Yilan. Grazie alla Prof. Monica Kuo, per la disponibilità nell’accogliermi alla Cinese Culture University Taipei, per l’intervista e per i preziosi consigli. Grazie alla mia famiglia, a Federica e Remo (in confidenza mamma e papà) per avermi consentito di compiere questo percorso universitario, per avermi sempre sostenuto moralmente ed economicamente. Grazie per avermi consentito di arricchire il mio percorso universitario con esperienze internazionali straordinarie che oltre ad accrescere il mio bagaglio di conoscenze mi hanno aperto e fatto crescere come persona. Grazie per tutti i sacrifici che avete fatto per consentirmi di studiare in questi anni, senza mai farmi pesare niente ma spingendomi a studiare con serenità per costruire le basi per il futuro. Grazie a Giulio, mio fratello maggiore, per essere sempre stato un esempio da seguire, per il suo ottimismo travolgente. Grazie a Marco, mio fratello minore, per esserci sempre, per le “pause cocacola” insieme durante questo anno passato a casa, per l’aiuto grafico nelle piante storiche di Taipei. Grazie ad Angela, per il sostegno, il supporto, per i suoi quotidiani “Quicklyla”, per l’aiuto a Taipei, per le traduzioni istantanee cinese-inglese, per tutto.
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Grazie a Ray, un amico che per me è come un fratello, e a tutta la famiglia Wang, Mr. Bono, Mrs. Rita e Chia, a Taipei mi avete fatto sentire a casa. Grazie a Nicola, con te ho avuto la fortuna di condividere due Workshop, grazie per tutte le dritte, gli sfoghi, le chiacchierate nel giardino della FAF. Grazie a Daniela per il prezioso aiuto nelle traduzioni. Grazie a Genova dove il mio percorso universitario in architettura è cominciato, a Ferrara dove la strada tanto ambita è continuata. Grazie ai compagni di corso, ognuno mi ha insegnato qualcosa, sia dal punto di vista progettuale che sopratutto personale. Grazie specialmente ai numerosi compagni di gruppo di questi anni, per aver raggiunto gli obiettivi semestrali insieme. Grazie a tutte le professoresse, i professori, le professioniste e i professionisti che durante lezioni e conferenze mi hanno trasmesso insegnamenti e appassionato all’architettura.
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ad un nuovo inizio!
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Il fiume Tamsui e Zhongxiao Bridge
14. Portfolio Fotografico Crediti fotografici: Fabio Planu. [febbraio - marzo 2019] Nikon D300 / obiettivo 18-55 mm; Huawei P Smart. Google Maps / Street view online at: https://www.google.it/maps.
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Guoshun Evacuation Gate
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Section 6, Yanping North Road, floodwall e fiume Tamsui
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Casa galleggiante, “Fuzhou Riverside Park” lungo il fiume Tamsui
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Agglomerato urbano a Shezi Island
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Strada a Yangmingshan, distretto di Shilin, Taipei
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Scala “di fortuna” per attraversare il floodwall a Shezi Island
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Raccordo tra due diverse sezioni di floodwall a Shezi Island
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Incrocio tra Huanhenanbey Expressway e Minzu West Road, e floodwalli
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Tramonto sul fiume Tamsui
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Vista di Taipei da Elephant Mountain
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