La montagna resiliente Sicurezza, coesione e vitalitĂ nella ricostruzione dei territori abruzzesi
Resilient mountains Safety, cohesion and vitality in the reconstruction of Abruzzo
Quodlibet
a cura di Lucina Caravaggi
Questo volume è stato realizzato con il contributo del DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma, e raccoglie i risultati dell’Attività di supporto per la redazione dei Piani di Ricostruzione dell’Area Omogenea n. 9 – Accordo interistituzionale tra i Comuni di Lucoli, Ovindoli, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo e il DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma, Direttore Piero Ostilio Rossi
coordinamento editoriale
Lucina Caravaggi con Cristina Imbroglini e Grazia Di Giovanni in copertina
© 2014 Quodlibet srl via Santa Maria della Porta, 43 Macerata www.quodlibet.it
© Foto di Alessandro Cimmino prima edizione
Le Schede progetto sono di Cristina Imbroglini dicembre 2014 e Grazia Di Giovanni. Le immagini sono di Grazia Di Giovanni. Il testo a pp. 120-131 è isbn di Cristina Imbroglini, Grazia Di Giovanni e 978-88-7462-669-4 Valentina Marino.
Riqualificazione e valorizzazione dell’abitato e ripianificazione territoriale RESPONSABILE SCIENTIFICO
Lucina Caravaggi
DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma
GRUPPO DI COORDINAMENTO
Piero Ostilio Rossi
Direttore del DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma
Lucina Caravaggi
DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma
Cristina Imbroglini DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma con Ludovica Buzzelli, Elena Cupisti, Grazia Di Giovanni, Valentina Marino, Leonardo Pompili
Orazio Carpenzano
DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma
Alfredo Fioritto
Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Pisa
PROGETTI
A cura del DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma
1. sicurezza attiva del territorio
Rosalba Belibani, Grazia Di Giovanni, Valentina Marino
2. coltivare le economie montane
Roberto Secchi, Giambattista Reale, Claudio De Angelis, Fabrizio Toppetti
3. abitare in montagna
Mara Memo, Andrea Bruschi, Francesca Barone, Manuela Raitano, Guendalina Salimei
4. curarsi con la montagna
Francesca Romana Castelli, Alessandra Capuano
5. in montagna con altri occhi
Stefano Catucci, Benedetto Todaro, Luca Reale, Alessandra Criconia
COLLABORAZIONE agli aspetti ECONOMICi
Silvio Casucci, Valerio Tuccini (CLES srl)
Indice Table of contents
Piani di Ricostruzione RESPONSABILE SCIENTIFICO
Lucina Caravaggi
DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma
COORDINATORE SCIENTIFICO
Susanna Menichini
DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma
URBANISTICA E ARCHITETTURA (DiAP Sapienza Università di Roma) Cristina Imbroglini
Progetto urbanistico e valutazioni ambientali con Ludovica Buzzelli, Elena Cupisti, Grazia Di Giovanni, Valentina Marino, Massimiliano Paolini, Leonardo Pompili, Marco Vigliotti
Orazio Carpenzano
Progetti di riqualificazione degli spazi pubblici nei centri storici con Fabio Balducci, Armando Iacovantuono, Alessandro Pirisi, Valentina Sales, Vincenzo Sammito
Valentina Azzone
Organizzazione, quadro tecnico economico
Maurizio Alecci
Responsabile Centro Progetti
NORMATIVA Alfredo Fioritto
Architettura normativa e impostazione delle NTA, Facoltà di Giurisprudenza, Università di Pisa con Rossana Corrado
Presentazione Preface 12
a smiling knowledege
STRUTTURE, GEOLOGIA, GEOTECNICA SISMICA (DISG Sapienza Università di Roma) Luigi Sorrentino Coordinamento
Luis D. Decanini, Fabrizio Mollaioli, Monica Pasca
Augusto Desideri, Giuseppe Lanzo, Enzo Fontanella Dissesti; Pericolosità connessa a eventi franosi e fenomeni erosivi; Pendenze; Microzone omogenee in prospettiva sismica e indagini
Domenico Liberatore, Patrizia Trovalusci
un sapere sorridente
Piero Ostilio Rossi
Catalogo sismico locale, pericolosità sismica, indagini di sismicità storica; Percorsi e spazi sicuri; Norme Tecniche di Attuazione
Aggregati edilizi di intervento; Consorzi e proposte di intervento; Accessi e cavalcavia; Elementi costruttivi; Categorie di intervento; Criteri per le priorità di intervento
Renato Masiani, Laura Liberatore
Agibilità, danno e vulnerabilità; Demolizioni e messa in sicurezza; Categorie di intervento
Giorgio Monti, Marc’Antonio Liotta
Unità edilizie; Categorie di intervento; Percorsi e spazi sicuri; Norme Tecniche di Attuazione; Danneggiamenti in occasione dei terremoti storici; Edifici vincolati e potenzialmente di pregio
Giuseppe Scalora
Unità edilizie (definizione); Tipi edilizi (definizione); Categorie di intervento (definizione); Percorsi e spazi sicuri (definizione); Norme Tecniche di Attuazione (definizione)
Fabio Fumagalli
Aggregati edilizi di intervento (definizione); Criteri e priorità di intervento (definizione); Norme Tecniche di Attuazione (aspetti strutturali)
Beatrice Vivio
Evoluzione dei centri storici; Danneggiamenti in occasione dei terremoti; Edifici vincolati e potenzialmente di pregio (Comuni di Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio, Lucoli)
Maria Vitiello
Evoluzione dei centri storici; Danneggiamenti in occasione dei terremoti; Edifici vincolati e potenzialmente di pregio (Comune di Ovindoli), DSDRA Sapienza Università di Roma
Mattia Marini
Dissesti; Pericolosità connessa a eventi franosi e fenomeni erosivi; Pendenze; Microzone omogenee in prospettiva sismica e indagini
Chiara Andreotti, Annachiara Bertino, Pietro Paviglianiti, Elisabetta Raglione, Laura Ronchetti, Italia Vinciguerra
Perimetrazioni e ambiti del Piano di Ricostruzione; Aggregati edilizi di intervento; Consorzi e proposte di intervento; Unità edilizie; Tipi edilizi; Accessi e cavalcavia; Elementi costruttivi; Agibilità, danno e vulnerabilità; Demolizioni e messa in sicurezza; Categorie di Intervento; Edifici potenzialmente di pregio; Percorsi e spazi sicuri; Criteri per le priorità di intervento
Alessandra Marotta
Catalogo sismico locale, pericolosità sismica, indagini di sismicità storica; Percorsi e spazi sicuri (definizione); Norme Tecniche di Attuazione; Elementi per il Quadro Tecnico Economico
REFERENTI ISTITUZIONALI
Emilio Nusca
Sindaco del Comune di Rocca di Mezzo e Coordinatore dei Comuni del Cratere
Gennarino Di Stefano
Sindaco del Comune di Rocca di Cambio
Valter Chiappini
Sindaco del Comune di Lucoli
Pino Angelosante
Sindaco del Comune di Ovindoli
Giovanni Chiodi
Presidente della Regione Abruzzo, Commissario Delegato per la Ricostruzione
Gaetano Fontana
Coordinatore Struttura Tecnica di Missione
Antonio Del Corvo
Presidente della Provincia dell’Aquila
Introduzione Introduction 18
il senso di una ricostruzione montana. resilienza-diversità-cambiamento the meaning of mountain-area reconstruction: resilience-differentiation-change
Lucina Caravaggi
Paesaggi della montagna e temi di ricerca Mountain landscapes and research topics 36
viaggio in abruzzo a journey through abruzzo
Alessandro Cimmino 58
ricostruzione, pianificazione e sviluppo economico reconstruction, planning and economic development
Alfredo Fioritto 72
variazioni funzionali nella ritmica del paesaggio abruzzese the importance of variations in abruzzo’s cadenced landscape
Orazio Carpenzano
78
paesaggi nella ricostruzione abruzzese
Schede progetto Project fiches
182
Esplorazioni Interpretations
192
207
landscapes in abruzzo reconstruction
Cristina Imbroglini 88
le prospettive di sviluppo dell’altopiano delle rocche e della valle di lucoli
1. via del latte; 2. via del miele; 3. via delle fioriture; 4. tartuficoltura 1. the milk route; 2. the honey route; 3. the flower route; 4. truffle farming pratiche produttive agricole agricultural production Giambattista Reale, Claudio De Angelis l’impronta ecotonica. un parco per l’anima molle dell’altopiano delle rocche the ecotonic footprint: a park for the marshy heart of the altopiano delle rocche Fabrizio Toppetti
social and economic perspectives of developement in the altopiano delle rocche and lucoli valley
Silvio Casucci, Valerio Tuccini
3. Abitare in montagna Living in the mountains
Progetti per la sicurezza, la coesione e la vitalità Projects for safety, cohesion and vitality
224
voices in the silence
Mara Memo
1. Sicurezza attiva del territorio Proactive efforts to make the territory safer 96
Indagini Surveys
243
fasi e temi significativi dell’evoluzione dei nuclei storici
Schede progetto Project fiches
253
Esplorazioni Interpretations
266
280
292
1. servizi essenziali per i residenti; 2. accessi ai centri; 3. spazi di relazione interni; 4. albergo diffuso; 5. spazi collettivi nei residence 1. essential services for residents; 2. town centre access; 3. town centre social spaces. 4. albergo diffuso “scattered hotels”; 5. residential hotels with common areas pratiche e servizi per la terza età practices and services for the elderly Andrea Bruschi, Francesca Barone recuperare per abitare. ipotesi di albergo diffuso a san potito di ovindoli restoration that creates accommodation. a possible albergo diffuso “scattered hotel” in san potito di ovindoli Manuela Raitano la riqualificazione sostenibile e il miglioramento energetico dello spazio collettivo. il caso dei residence degli anni ’70 a ovindoli the sustainable regeneration of common spaces and the improvement of their energy efficiency. case study: 1970s residential hotels in ovindoli Guendalina Salimei
la comunicazione per l’informazione sul rischio nei territori sensibili communicating information about risk in fragile territories
Rosalba Belibani Indagini Surveys
106
profili di pericolosità e vulnerabilità e scenari di rischio
Schede progetto Project fiches
120
azioni per la riduzione del rischio;
hazard and vulnerability profiles and risk scenarios
1. riduzione del rischio sismico; 2. riduzione del rischio idrogeologico; 3. 4. riduzione del rischio incendi e potenziamento della
riduzione del rischio di inquinamento di acqua e suolo; biodiversità Esplorazioni Interpretations
133
action designed to reduce risk
un programma per la riduzione del rischio nell’area omogenea homogeneous area
voci nel silenzio
important phases and issues concerning urban change
a programme for risk reduction in the
Grazia Di Giovanni, Valentina Marino
4. Curarsi con la montagna The mountains as healers
2. Coltivare le economie montane Fostering mountain economies
302
curarsi con la montagna the mountains as healers
138
Giulio Scoppola
ri-costruire territori resilienti: ricomporre le relazioni tra comunità e risorse per il futuro delle aree interne recostructing resilient territories: rebuilding the relationship between communities and resources for the Indagini Surveys
future of inland areas
307
Aurora Cavallo, Davide Marino
Indagini Surveys
167
324
1. montagnaterapia; 2. ippoterapia; 3. percorsi salute e sport 1. mountain therapy; 2. hippotherapy; 3. health
331
montagnaterapia per i quattro comuni
340
linee e punti di microstorie territoriali. rete di percorsi e nuove accessibilità per tutti
itineraries and sports itineraries
rapporti dinamici tra assetti agrosilvopastorali e territorio relationships among territory, silviculture and agriculture
Esplorazioni Interpretations
Piermaria Corona, Barbara Ferrari, Lorenza Gasparella
dinamiche co-evolutive tra attività agrosilvopastorali e territorio
the factors that determined the development of
territorial networks Schede progetto Project fiches
150
dinamiche evolutive dei sistemi insediativi territoriali
territorial micro-stories
mountain therapy for the four municipalities
Alessandra Capuano
the evolving relationship between the
territory and farming, forestry and livestock rearing
8
indice
indice
9
Francesca Romana Castelli lines and points in
Presentazione Preface
5. In montagna con altri occhi The mountains from another point of view 356
riprogettare un’identità. programma per un’archeologia del futuro redesigning an identity: plans for an archaeology of the future
Stefano Catucci 360
progetti di paesaggio per la valorizzazione dei territori montani landscape-focused design for enhancing mountain areas Maria Cristina Tullio
Indagini Surveys
364
evoluzione dell’offerta turistica
Schede progetto Project fiches
371
Esplorazioni Interpretations
382
391
1. escursionismo; 2. geopark; 3. strade paesaggio; 4. nuove infrastrutture sportive 1. hiking; 2. the geopark; 3. “landscape roads”; 4. sports facilities il paesaggio delle montagne. l’altopiano delle rocche e la sua cerchia di cime the landscape of the mountains. the altopiano delle rocche and his circle of peaks Luca Reale immaginando un geopark dell’altopiano di lucoli imaging a geopark for lucoli’s upland Alessandra Criconia
how tourism has evolved
Appendice. Percorsi formativi Appendix. Training curses 404
le esperienze di tirocinio e di laurea nei comuni del sisma training and degree opportunities in the municipalities affected by the earthquake
Lucina Caravaggi, Cristina Imbroglini 408
riqualificazione e recupero degli insediamenti a-sismici e dei centri di balsorano e santa jona (l’aquila)
Martina
Rotondi 412
un nuovo modo di comunicare un nuovo collegamento
416
la ricostruzione degli spazi pubblici nei centri storici abruzzesi colpiti dal sisma: colle, casavecchia, piaggia
Daniele Massetti, Daniele Napoleoni
418
la ricostruzione degli spazi pubblici nei centri storici abruzzesi colpiti dal sisma: collimento, vado lucoli, lucoli alto
(lucoli) Claudia Carnevale
(lucoli) Claudia Cerioni
420
area omogenea della neve. riqualificazione degli insediamenti esterni al centro storico
422
la strada del miele e la filiera del tartufo: un intervento di valorizzazione ambientale e di promozione di un marchio identificativo della produzione locale
Barbara Pesciaroli
Postfazione Afterword 426
sviluppo locale all’interno di una nuova cultura europea local development trough a new “european culture”
Marco Celi
10
indice
Sara Maroncelli
Accanto ai due obiettivi fondamentali dell’alta formazione e della ricerca, l’Università ha il compito di perseguire una terza missione, quella di favorire l’applicazione diretta delle conoscenze per contribuire allo sviluppo culturale ed economico della società civile. La terza missione è una forma di comunicazione pubblica che ha lo scopo di proiettare competenze, esperienze e pratiche operative al di fuori del sistema che le ha prodotte per disseminarle, ma anche per sottoporre a un’indispensabile verifica le strategie che le hanno generate, per attivare un continuo e virtuoso processo di retroazione che permetta di introdurre variazioni e correzioni alle conoscenze stesse. Per l’Università dare attuazione alla terza missione significa superare l’ambito, riduttivo, del trasferimento di conoscenze per costruire reti di relazioni e occasioni di confronto ricercando ogni forma possibile di dialogo con amministrazioni locali, associazioni, imprese, istituzioni culturali e gruppi di cittadini. Il rapporto che il Dipartimento di Architettura e Progetto della Sapienza ha instaurato con i Comuni di Rocca di Mezzo, Ovindoli, Rocca di Cambio e Lucoli e le comunità insediate nell’Area Omogenea della Neve dopo il violento terremoto di cinque anni fa credo che possa
un sapere sorridente
Piero Ostilio Rossi
Direttore del DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto Sapienza Università di Roma
12
presentazione. un sapere sorridente
essere portato come significativo esempio di questa missione che l’Università è chiamata a svolgere. Basta ricordare che pochi mesi dopo il terremoto di aprile la Facoltà di Architettura della Sapienza aderì alla Rete Interfacoltà Terremoti e Sviluppo Sostenibile e mise le strutture dell’Università a disposizione delle istituzioni per affrontare i problemi posti dal sisma e dalla ricostruzione. In quella cornice, un gruppo di docenti e studenti del Dipartimento, coordinati da Susanna Menichini e Lucina Caravaggi, iniziò a svolgere a titolo volontario un’attività di supporto alle amministrazioni dei Comuni dell’altopiano delle Rocche nel difficile percorso della ricostruzione delle relazioni territoriali e sociali e delle economie che il terremoto stesso aveva reciso o indebolito. Tra i risultati più significativi di quella stagione va ricordato lo spirito di collaborazione e di fiducia che si stabilì tra la Sapienza, i Comuni e la Struttura Tecnica di Missione del Commissario Delegato per la Ricostruzione, che ha portato, nel marzo del 2011, alla firma dell’Accordo Interistituzionale tra gli stessi Comuni e il Dipartimento di Architettura e Progetto, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, per la redazione dei Piani di Ricostruzione. Da allora,
molte altre date andrebbero ricordate: sono quelle che hanno scandito la consegna dei Piani, la loro adozione da parte delle Amministrazioni comunali, la successiva e definitiva approvazione con la firma dell’intesa tra i Comuni e il Commissario e la complessa fase della rivitalizzazione territoriale. Questo volume, La montagna resiliente, che con grande piacere il Dipartimento accoglie nella sua collana di pubblicazioni scientifiche, giunge quindi alla fine di un non lungo ma intenso processo di costruzione di una di quelle reti di relazioni, di discussione e di ascolto a cui ho accennato in precedenza. In termini metodologici, la struttura del libro offre una chiara dimostrazione dei possibili contenuti di questa strategia perché, come ha scritto Lucina Caravaggi nel suo saggio introduttivo, quello che un gruppo di ricerca universitario deve fare “non è sostituirsi alle istituzioni, o simulare una società locale ideale, ma supportare e suggerire, mettendo a disposizione conoscenze e punti di vista, delineando limiti da rispettare e nuove opportunità che sarebbe possibile cogliere”. E il libro raccoglie infatti questo genere di riflessioni: non solo indagini, sguardi e punti di vista con i quali misurarsi, ma anche un catalogo di progetti capaci di
offrire spunti, visioni e prospettive intorno alle quali discutere per scegliere consapevolmente i percorsi da intraprendere. Questi materiali sono riuniti in cinque diverse sezioni: Sicurezza attiva del territorio; Coltivare le economie montane; Abitare in montagna; Curarsi con la montagna; In montagna con altri occhi. Alla loro redazione ha contribuito un nutrito gruppo di docenti del Dipartimento di Architettura e Progetto insieme a un altrettanto cospicuo gruppo di esperti e di studiosi di altre discipline che hanno posto al centro della loro attenzione il tema del paesaggio, straordinaria peculiarità di quei territori. Tutti insieme hanno dato vita a uno studio ricco di idee, di contributi generosi e di molti suggerimenti competenti; in questo modo essi hanno messo in gioco, offrendolo alla discussione delle comunità insediate sull’altopiano delle Rocche, un sapere sorridente aperto al dialogo, alla riflessione e allo scambio di idee con tutti coloro che saranno interessati – e disposti – a discuterne insieme.
piero ostilio rossi
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Alongside the two main goals of higher education and research, University has the task to achieve a third mission: to promote the direct application of knowledge, contributing in the cultural and economic development of civil society. The third mission is a form of public communication with the purpose of projecting skills, experiences and operational practices, outside of the system that produced them, to spread them. But also to refer to an indispensable verification of the generated strategies, to enable a continuous and virtuous feedback process that permits changes and corrections to knowledge itself. To implement the third mission means – for a University – going beyond the simplistic sphere of connections-transfers aimed at building networks of relationships and opportunities for discussion. Seeking every possible form of dialogue with local authorities, associations, businesses, cultural institutions and citizens’ groups. The Department of Architecture and Design of Sapienza built a good relationship with the municipalities of Rocca di Mezzo, Ovindoli, Rocca di Cambio and Lucoli, but also with the communities settled in the Homogeneous Area of the Snow after the violent earthquake occurred five years ago. I believe this can be taken as a significant example of this mission the
A smiling knowledge
14
presetazione
University is required to play. A few months after April’s earthquake, Sapienza University, Faculty of Architecture, joined the Inter-universities Network for Earthquakes and Sustainable Development and gave its facilities to institutions to deal with the problems raised by earthquake and reconstruction issues. In that context, a group of teachers and students of the Architecture’s Department, led by Susanna Menichini and Lucina Caravaggi, began to perform voluntarily activities supporting Public Administrations of the altopiano delle Rocche in the arduous reconstruction process of spatial and social relationships and economies, weakened by the earthquake. Among the most significant results of that period we should notice the spirit of cooperation and confidence established between Sapienza, the Municipalities and the Technical Mission Structure of the Deputy Commissioner for Reconstruction, which led in March 2011 to the IIA ratification between the Municipalities and the Department of Architecture and Design, with the collaboration of the Department of structural Engineering and Geotechnics, for the realisation of reconstruction master plans. Since then, many other dates should be remembered: those that have marked Plans
consignment and their adoption by the Municipalities, the further and final approval by signing the Agreement between the Municipalities and the Commissioner and the complex revitalisation planning phase. This volume, The resilient mountain, welcomed with pleasure in the scientific book series by the Department of Architecture, then reaches the end of an intense process of building networks of relationships, discussion and listening mentioned beforehand. In methodological terms, the structure of the book provides a clear demonstration of the possible contents of this strategy because, as Lucina Caravaggi wrote in hers introductory essay, “what a university research group has to do it is not substituting institutions, or simulating an ideal local company, it has to support and suggest instead, by providing knowledge and points of view, outlining limits to be respected and seizing new possible opportunities”. The book contains this kind of thinking, not only investigations, looks and points of view with which to measure, but also a catalog of projects that offer ideas, visions and perspectives to be consciously discussed to choose the path to take. These materials are grouped in five sections: Active safety of the area; Growing economies in mountain areas; Living in
the mountains; Heal with the mountain; In the mountains with new eyes. The drafting process has helped a large group of professors of the Department of Architecture and Design together with an equally large group of experts and scholars from other disciplines who have placed at the center of their attention on the theme of landscape, unique features of these territories. All together they created a full of ideas studio, enriched with generous contributions and professional suggestions; in this way they have put into the line a smiling knowledge, open to dialogue, reflection and exchange of ideas with all those who are interested – and willing – to discuss it together.
piero ostilio rossi
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Paesaggi della montagna e temi di ricerca Mountain landscapes and research topics
viaggio in abruzzo di Alessandro Cimmino
A Journey Through Abruzzo
Viaggio in Abruzzo è il racconto di un attraversamento. Dall’altopiano delle Rocche, che parte da Ovindoli, verso Rovere, Rocca di Mezzo, poi Rocca di Cambio, fino ad arrivare, attraverso un “paesaggio lunare” a Lucoli. La sequenza inizia con due dittici, quattro immagini, per rappresentare in una nuova dimensione una nuova scala territoriale. Le prime immagini si compongono in coppie, per superare la difficoltà nel descrivere, e delimitare, un nuovo spazio in un solo frame: nel dittico si formano le assonanze tra due luoghi appartenenti allo stesso sguardo. Due immagini per raccontare un luogo, lo stesso luogo, fatto di due inquadrature, due racconti affiancati, come un movimento di camera che si sposta da sinistra verso destra, con un atteggiamento più vicino al cinema che alla fotografia. Il paesaggio scorre anticipando quella che sarà l’immagine finale, restituendo alla nuova visione una dimensione cinematografica. Questa mi è sembrata la maniera più capace di restituire l’ampiezza scenica dell’altopiano inteso come spazio fisico – grande piastra verde protetta dalle montagne, e spazio dello sguardo – quinta di un racconto fotografico. Attraversare il paesaggio in questo caso ha significato percepire l’importanza del “vuoto”: l’alternarsi di ambienti naturali e artificiali diventa un palcoscenico, la cornice del viaggio che, dalla piana di Ovindoli, si modifica lungo il lento percorso fino ad arrivare a Lucoli, dove il ritmo cambia e il viaggio si trasforma in una discesa attraverso la collina. Lucoli, punto di arrivo, diventa il negativo di quello che attraversi prima, subito appare come il contrario del vuoto che hai appena superato. Circondato dalle montagne, l’altopiano delle Rocche è una grande scacchiera su cui si poggiano delle cose, dalla relazione delle quali nascono queste visioni: il territorio è come segnato da alcune architetture, spesso isolate, oggetti piramidali o enormi totem urbani che sembrano competere con la forma delle montagne, senza cercare un vero rapporto con le forme naturali che plasmano questo sito. Sul concetto di vuoto, di paesaggio sospeso, si fonda il senso delle immagini che alternano natura e architetture, nuclei abitati dislocati alla giusta distanza l’uno dall’altro, sempre visibili lungo la strada, in una sequenza che ricorda le scenografie degli studios americani dove in quei vuoti apparenti nascono le storie, i viaggi, i racconti che non si dimenticano più. I luoghi visitati e fotografati fanno riflettere su cosa fare, come intervenire, su quanto senso ha modificare la natura del vuoto, come accade per il mare, “paesaggio mobile” vissuto, attraversato e temporaneamente modificato, che per sua fortuna ritorna a essere “vuoto”.
Viaggio in Abruzzo (‘A Journey Through Abruzzo’) is the tale of a crossing: from the altopiano (plateau) delle Rocche, which starts in Ovindoli, heading towards Rovere, Rocca di Mezzo, then Rocca di Cambio, till we reach Lucoli, after having crossed a “lunar landscape”. The sequence starts with two diptychs, four images, which represent a new territorial scale using a new dimension. The first images are made up of two different ones so as to overcome the difficulty of describing – and circumscribing – a new space in one single frame: the diptych highlights common traits shared by two places that belong to the same gaze. These two images describe a place – the same place – made up of two different views, two tales placed side-by-side, like the movement of a camera that shifts from left to right, with an approach that seems closer to film than photography. The landscape passes by, preempting the final image, restoring a cinematographic dimension to this new view. It seemed to me that this was the best way to capture the scenic vastness of the plateau, understood as a physical space – a large green plain protected by the mountains – and the space of our gaze, the behind-the-scenes view of a photographic tale. In this case, crossing the landscape meant understanding the importance of “emptiness”: alternating natural and manmade environments become a stage, the frame around a voyage that starts in the Ovindoli plain and changes along the slow journey till we get to Lucoli, where the pace changes and the journey turns into a descent through the hills. Lucoli, our destination, becomes the negative of what we crossed earlier; at first glance it appears the opposite to the emptiness we have just passed through. Surrounded by mountains, the altopiano delle Rocche is an immense chessboard that objects are placed on and the relationship between them spawns these visions: the area seems marked by certain kinds of buildings, often isolated, pyramid-shaped objects or enormous urban pillars that seem to compete with the shape of the mountains without seeking a real rapport with the natural forms that characterise this site. The concept of emptiness, of a landscape suspended in mid-air, is the basis for the meaning of these images that alternate between nature and architecture, towns located at the right distance one from the other and which are always visible from the road, in a sequence that reminds us of the scenery typical of American films where those apparent voids spawn unforgettable stories, journeys and tales. The places visited and photographed make us think about what we should do, how we should intervene, about what point there is in changing the nature of emptiness, as happens at sea, a moving landscape that is experienced, crossed and temporarily modified and that luckily goes back to being “empty”.
Elenco dei luoghi p. 36 38-39 40-41 42 43 44
Campo Felice Rocca di Cambio Ovindoli Rocca di Mezzo e il Gran Sasso Rovere Santa Jona
45 46-47 48 49 50
Spogna, Spognetta e l’abbazia di San Giovanni Collimento Fontavignone Rovere Rocca di Cambio
51 52-53 54-55 56-57
Ovindoli Campo Felice Piani di Pezza Campo Felice
37
40
paesaggi della montagna e temi di ricerca
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2. Pericolo idrogeologico. Rielaborazione dal Piano Stralcio di Bacino del fiume Sangro per l’assetto idrogeologico, Carta della pericolosità da frana e dal Nuovo Piano Paesaggistico della Regione Abruzzo, Carta dei luoghi e dei paesaggi – Pericoli.
3. Pericolo incendi. Rielaborazione dal Documento preliminare per la redazione del Piano Incendi del Servizio di Protezione Civile Regione Abruzzo e Università dell’Aquila, Dipartimento di Ingegneria delle Strutture.
108
progetti per la sicurezza, la coesione e la vitalità
| 1. sicurezza attiva del territorio
indagini
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la fase di ricostruzione che quella di gestione ordinaria del territorio dell’Area Omogenea al fine di migliorare gli standard di sicurezza territoriale e urbana. I territori in questione sono, come già anticipato, soggetti a episodi di origine franosa. L’elaborazione relativa al pericolo frane (fig. 2) è stata costruita attraverso la consultazione del Piano Stralcio di Bacino del fiume Sangro per l’assetto idrogeologico (Carta della pericolosità da frana) e del Nuovo Piano Paesaggistico della Regione Abruzzo (carta dei Luoghi e dei Paesaggi – Pericoli) e individua essenzialmente due classi di pericolosità: • Aree a pericolosità moderata (P1), ossia aree interessate da dissesti con bassa possibilità di riattivazione; fenomeni che si sono sviluppati in condizioni geomorfologiche e/o climatiche considerevolmente diverse dalle attuali e che quindi hanno scarse possibilità a essere riattivati. In queste aree sono ammessi interventi di carattere edilizio e infrastrutturale tali però da non comportare aumento di pericolosità. • Aree a pericolosità elevata (P2), ossia aree interessate da dissesti allo stato quiescente o inattivo, ma con alta possibilità di riattivazione.
La mappa relativa al pericolo incendi (fig. 3) mette in evidenza le aree boscate dell’Area Omogenea della Neve soggette a incendi. La carta è stata costruita attraverso la consultazione di uno studio preliminare alla redazione del Piano Incendi, redatto dal Dipartimento di Ingegneria delle Strutture dell’Università dell’Aquila e attraverso l’analisi di una serie di mappe redatte dalla Protezione Civile relative alle aree percorse da incendi negli ultimi 10 anni. Da tali studi è emerso che sul territorio è possibile riscontrare due livelli di pericolosità: • Livello basso, riguardante essenzialmente le aree boscate caratterizzate da faggete alto-montane e da alberi di cerro. • Livello medio-alto che riguarda invece aree caratterizzate da arbusteti e rimboschimenti di conifere.
In queste aree sono ammessi interventi di ristrutturazione edilizia che non comportino incremento del carico urbanistico, e gli interventi di recupero a fini abitativi del patrimonio edilizio storico nelle forme consentite dagli strumenti urbanistici; la realizzazione di parcheggi, a condizione che non comportino aumento della pericolosità; gli interventi di edilizia rurale necessari per la conduzione aziendale.
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progetti per la sicurezza, la coesione e la vitalità
| 1. sicurezza attiva del territorio
Profili di vulnerabilità. Per vulnerabilità si intende l’attitudine a subire danni da parte di un elemento o gruppo di elementi a fronte di un fenomeno di determinata pericolosità. I principali elementi vulnerabili del territorio dell’Area Omogenea della Neve sono stati riconosciuti nel sistema infrastrutturale stradale, nel sistema insediativo, nel sistema delle attrezzature sportive e nell’agrosilvicoltura. I profili di vulnerabilità (certamente non esaustivi) sono stati identificati in questo studio sintetizzando sia gli aspetti di esposizione al danno (identificazione quantitativa e qualitativa dei diversi elementi potenzialmente esposti al danno) sia l’impossibilità o difficoltà di soccorso e di gestione dell’emergenza (incremento di esposizione al danno dovuto alla scarsa accessibilità delle aree colpite dall’evento, sia allo stato attuale, sia a seguito dell’evento stesso). È stata redatta una mappa sintetica delle vulnerabilità (fig. 4), che offra una visione d’insieme del territorio, dove sono sovrapposti e interrelati il sistema infrastrutturale e insediativo, quello delle attrezzature sportive e le coperture principali del suolo non edificato. Il sistema infrastrutturale di accesso e attraversamento del territorio (individuato tramite cartografia CTR della Regione Abruzzo e verificato attraverso l’interpretazione delle immagini satellitari del 2011) è intrinsecamente fragile, come nella maggior parte dei contesti montani. Nel caso specifico, le debolezze del sistema non sono di tipo geometricodimensionale (in quanto le strade hanno sezione regolamentare, con carreggiate a doppio senso di marcia, in buono stato di manutenzione ecc.) bensì strettamente morfologico-funzionale: l’Area Omogenea n. 9, per le proprie caratteristiche
4. Vulnerabilità: infrastrutture, insediamenti e attività produttive.
Infrastrutture stradali Centri abitati Previsioni insediative m.a.p. Beni culturali isolati Attrezzature sportive Pascoli naturali d’alta quota Superfici boscate Superfici boscate (conifere) Superfici agricole
indagini
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schede progetto Project fiches
1. Via del latte Il progetto propone la realizzazione di un itinerario turistico tematico denominato “Via del latte” costituito da una rete di percorsi esistenti che collega aziende produttrici, punti vendita (esistenti e di progetto) e nuovi punti di ristoro e promozione dei prodotti locali. Edifici, spazi aperti e percorsi di connessione (opportunamente valorizzati e potenziati) supportano nuove forme di promozione e incentivazione (marchio identificativo, web-promotion ecc.) con l’obiettivo di qualificare e rivitalizzare il sistema di aziende locali e le produzioni di latte e derivati dell’Area Omogenea in una prospettiva turistico-commerciale. La Via del latte si propone in tal senso come marchio identificativo del territorio. L’area dell’altopiano è densa di attività tradizionali di natura agricola e silvopastorale che, allo stato attuale, risultano non pienamente valorizzate ma che potrebbero essere riqualificate e implementate per sviluppare nuovi percorsi di interesse turistico coerenti con una strategia complessiva di valorizzazione sostenibile della montagna. La messa in rete delle aziende, la promozione di forme di agricoltura multifunzionale, una maggior diffusione e conoscenza dei prodotti locali, consentirebbero di tutelare attivamente le attività tradizionali, favorire l’occupazione locale, diversificare l’offerta turistica, garantire il presidio del territorio e la tutela del paesaggio montano. Nel territorio nazionale esistono esperienze interessanti di itinerari legati alle attività silvopastorali, ad esempio nel Mugello e in Alto Adige. L’attuazione degli interventi a opera
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di produttori e aziende della zona e associazioni di agricoltori/allevatori, potrebbe avvalersi di una partecipazione delle amministrazioni comunali e dell’ente parco Sirente Velino. L’iniziativa è stata largamente discussa e condivisa con Coldiretti. Descrizione tecnica. Il progetto Via del latte coinvolge l’intera Area Omogenea, da Ovindoli a Lucoli, con un “raggio d’influenza” ancora maggiore. I percorsi di attraversamento territoriale, le “infrastrutture del latte”, sono costituiti da strade carrabili, sentieri di risalita ai pascoli, punti informativi e di vendita sia fissi che itineranti, e coinvolgerà le aziende zootecniche che si trovano lungo gli itinerari nei quattro Comuni. Il progetto può essere realizzato secondo tre possibili livelli di intervento, considerati come ipotesi alternative ma anche come step di un unico processo di attuazione progressivo: • 1. Intervento “soft”: si basa
Comune Ovindoli Rocca di Mezzo Rocca di Cambio Lucoli
essenzialmente su attività di webpromotion della filiera del latte attraverso l’immissione in rete (piattaforme tipo GoogleMap, Open Street Map ecc.) di informazioni relative alle strutture esistenti di produzione e vendita, anche in rapporto alla diverse attività stagionali, alle esperienze individuali di turisti e fruitori. • 2. Ipotesi “medium”: in questa ipotesi sono previsti interventi di qualificazione e valorizzazione delle strutture esistenti con particolare attenzione al rapporto tra edifici e spazi aperti, al fine di connettere saldamente la qualità dei prodotti alle qualità architettoniche e ambientali dei luoghi di lavorazione e vendita. Sono inoltre previsti interventi di nuova infrastrutturazione, anche mobili e temporanei quali “bar bianchi”, “bar di pascolo”, “latte in quota”, al fine di realizzare un itinerario turistico che percorra e connetta fisicamente pascoli, luoghi di lavorazione e commercio, rendendo partecipi i
Descrizione
M /Mq
“infrastruttura del latte”
≈11 km (strade esistenti)
risalite ai pascoli
≈ 2 km
“infrastruttura del latte”
≈11 km (strade esistenti)
risalite ai pascoli
≈ 6 km
“infrastruttura del latte”
≈ 8 km (strade esistenti)
risalite ai pascoli
-
“infrastruttura del latte”
≈ 13 km (strade esistenti)
risalite ai pascoli
≈ 12 km
+ guida ai percorsi, punti di segnaletica della sentieristica, aree di sosta attrezzate, elementi di Land art, certificazione del marchio
progetti per la sicurezza, la coesione e la vitalità
percorsi “infrastrutture del latte” ≈ 43 km risalite ai pascoli ≈ 20 km
| 2. coltivare le economie montane
schede progetto
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progetti per la sicurezza, la coesione e la vitalitĂ
| 5. in montagna con altri occhi
schede progetto
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2. I due percorsi della terra, della miniera di bauxite e delle doline, e sezioni altimetriche. Sono evidenziati i sentieri dei portali e dei pali lì dove la montagna ha fatto affiorare fenomeni geomorfologici significativi e l’area di progetto della Casa della Terra, l’ecomuseo dell’altopiano lucoliano.
Postfazione Afterword
Sviluppo locale all’interno di una nuova cultura europea
Marco Celi
I sistemi territoriali interessati dai Piani di Ricostruzione dell’Area Omogenea n. 9 sono caratterizzati da specificità, problemi e sfide che non posso essere affrontati in modo efficace attraverso l’azione di singoli attori territoriali e tramite l’impiego degli strumenti comunemente utilizzati. Il nuovo periodo di programmazione comunitaria 20142020 rappresenta un’opportunità imprescindibile per assistere lo sviluppo economico e la coesione sociale di Lucoli, Ovindoli, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo, offrendo l’opportunità di pianificare e realizzare interventi coerenti con gli 11 obiettivi tematici del “Quadro Strategico Comune”: “Ricerca, sviluppo e innovazione”; “Accesso e impiego delle TIC”; “Competitività delle PMI” “Economia verde e energie rinnovabili”; “Cambiamenti climatici e prevenzione dei rischi”; “Ambiente, risorse naturali e culturali”; “Mobilità sostenibile di persone e merci”; “Occupazione e mobilità dei lavoratori”; “Inclusione sociale e lotta alla povertà”; “Istruzione e apprendimento permanente”; “Pubblica Amministrazione efficiente”. Se nel breve periodo l’emergenza post-sisma, la crisi economica e finanziaria hanno orientato le politiche di sviluppo verso interventi di salvataggio e recupero, in futuro l’attenzione dei livelli decisionali dovrà necessariamente concentrarsi sulle sfide strutturali di lungo termine, in particolare nell’intento
Dipartimento di Filosofia e Comunnicazione Università degli Studi di Bologna
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postfazione
di trasformare i problemi che condizionano questi territori in opportunità e leve di sviluppo per assistere la competitività e la coesione, con specifico riferimento agli ambiti di crescita fissati dalla strategia “Europa 2020”: • Crescita intelligente: sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione. • Crescita sostenibile: promuovere un’economia più efficiente delle risorse, più verde e più competitiva; • Crescita inclusiva: promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. I progetti messi a punto in occasione dei Piani di Ricostruzione sono coerenti con le priorità previste dai programmi comunitari 2014-2020 e rappresentano l’occasione per qualificare lo sviluppo dell’area interessata sperimentando un approccio olistico in grado di rendere funzionali e interdipendenti tra loro la dimensione economica, ambientale e sociale. La capitalizzazione delle opportunità di finanziamento offerte dai “Fondi strutturali e di investimento europei – ESIF”, e dai programmi a gestione diretta della Commissione Europea (Horizon 2020, COSME, LIFE ecc.), oltre a garantire le risorse economiche essenziali per la realizzazione delle iniziative proposte, supporterà queste aree montane nell’affrontare alcuni dei
problemi strutturali particolarmente debilitanti rispetto alla competizione territoriale, quali: • La mancanza di strategie di sviluppo coordinate a livello locale in grado di generale interventi integrati e partecipati dai diversi attori istituzionali, economici e sociali del territorio. • L’eccessiva concentrazione degli interventi nel settore del turismo e dell’offerta sportiva legata principalmente allo sci. • La limitata capacità di garantire la sostenibilità economica degli interventi attivati a supporto dello sviluppo locale. • La scarsa attitudine all’attivazione di collaborazione strutturate e all’implementazione di pratiche virtuose di sviluppo dal basso. La programmazione europea 2014-2020 offre quindi l’occasione per dare inizio a una nuova strategia di sviluppo delle aree coinvolte nei Piani di Ricostruzione, attraverso la quale sarà possibile sanare le criticità ormai endemiche dei territori montani. Si tratta in particolare di superare le visioni localistiche e autoreferenziali e sostenere l’attuazione di un modello di sviluppo basato sull’innovazione sociale e sulla governance multilivello, capace di promuovere efficacemente le collaborazioni tra pubblico e privato, sostenere le sinergie tra territorio e università e accompagnare l’adeguamento delle
amministrazioni comunali ai mutati bisogni dei cittadini e delle imprese. L’innovazione sociale deve essere concepita come un nuovo modo di intraprendere un progetto, uno strumento che sappia offrire risposte nuove ai bisogni emergenti a livello di comunità, una combinazione di fattori che nel loro insieme diventano fondamentali per regolare il “metabolismo del territorio”, promuovendo quegli interventi capaci di ottimizzare il benessere dei cittadini e lo sviluppo economico in funzione delle risorse immesse nel sistema. La “governance multilivello” dovrebbe assicurare la valorizzazione sia della “dimensione verticale”, prevista attraverso la partecipazione delle Istituzioni e degli Enti Locali, sia della “dimensione orizzontale” attraverso la partecipazione dei rappresentanti della società civile. I settori su cui sarà possibile intervenire attraverso la capitalizzazione delle opportunità offerte dalla programmazione europea 2014-2020 sono molteplici: la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, il turismo “sostenibile”, la green economy, la valorizzazione delle produzioni e delle filiere locali, l’edilizia sostenibile, l’accessibilità, lo spopolamento e il neoruralismo. Al fine di valorizzare la dimensione europea dei progetti proposti nei piani di ricostruzione, e rafforzare la capacità dei sistemi territoriali di Lucoli, Ovindoli,
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Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo di intercettare risorse finanziarie di provenienza comunitaria, dovrebbero essere maggiormente promosse iniziative finalizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi strategici: • Favorire un sistema di PMI dinamico e una fiorente imprenditorialità in grado di assistere l’occupazione. Gli interventi dovrebbero rafforzare le capacità dei sistemi territoriali coinvolti di competere in un’economia globale supportando il mantenimento e la creazione di nuovi posti di lavoro di qualità. • Sostenere il potenziamento delle capacità basate sulle tradizioni e sulle identità locali. Le iniziative dovrebbero supportare il mantenimento dei valori identitari che caratterizzano i territori coinvolti promuovendo allo stesso tempo la capitalizzazione dei saperi e delle tradizioni locali come leve di sviluppo economico e inclusione sociale. • Promuovere equilibrio ed equità nell’accesso ai servizi di interesse generale. I progetti dovrebbero supportare il mantenimento e il rafforzamento di un quadro di servizi di interesse generale per far fronte alle necessità delle persone che vivono nell’area, con specifico riferimento ai servizi condizionati dallo “svantaggio geografico”. • Assistere la tutela e la gestione sostenibile delle biodiversità, dei paesaggi e delle risorse naturali. Le azioni dovrebbero supportare la tutela e la gestione sostenibile delle biodiversità, dei paesaggi e delle risorse naturali trovando il giusto equilibrio tra interventi finalizzati alla conservazione e quelli orientati a un utilizzo razionale dei servizi e dei prodotti ecosistemici. Un territorio che vuole innovarsi e svilupparsi non può prescindere dalla dimensione europea. In questo momento di grave congiuntura economica, il collegamento con l’Europa rappresenta la vera grande opportunità per accedere ai finanziamenti per il sostegno e la realizzazione di progetti concreti, finalizzati a fornire soluzioni dirette alle reali esigenze
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postfazione
delle comunità. È quindi necessario promuovere a livello locale la diffusione di una vera e propria cultura “europea” e la definizione di una strategia di sviluppo di livello comunitario, un “patto per la montagna” fondato sulla condivisione e sulla partecipazione di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali del territorio con l’obiettivo di assistere il coordinamento, l’integrazione e lo sviluppo degli interventi e delle risorse finanziarie destinati ai territori montani dell’Area Omogenea n. 9. Se volete andare in fretta, andate soli; se volete andare lontano, andate insieme. Proverbio africano
Local development trough a new “European Culture” abstract
The specificity, problems and challenges that distinguish the areas of the “Reconstruction Plans of the Homogeneous Area n. 9” can not be effectively faced through usual means. In this time of arduous economic circumstances, community planning 2014-2020 is the real great opportunity to assist projects implementation to provide direct solutions for the real needs of the communities of Lucoli, Ovindoli, Rocca di Cambio and Rocca di Mezzo Municipalities. Through the “European Structural and Investment Fund – ESIF” and directly managed European Commission’s programs (Horizon 2020, COSME, LIFE, etc.), it would be possible to support the implementation of measures aimed at achieving a dynamic and thriving SME entrepreneurship, support employment, support capacity building based on traditions, promote balance and equity in access to services of general interest, support protection and sustainable management of biodiversity, landscapes and natural resources. To transform the EU funding opportunities in the levers of economic competitiveness and social cohesion it is necessary to promote a true “European Culture” at the local level and to develop a strategic approachable to effectively promote collaboration between public and private. Support synergies between the territory and universities, and accompany the modernization of local authorities in relation to the needs of citizens and businesses. Moreover it is fundamental to qualify the development of the area of interest through the implementation of a holistic approach capable of making the economic, environmental and social dimensions interdependent. To transform problems that characterize these areas into growth opportunities, as well as defined in the “Europe 2020” strategy (developing knowledge and innovation-based economy. Promoting a more resource-efficient economy. Promoting a more competitive economy fostering high-employment rates fostering social and territorial cohesion).
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Finito di stampare nel mese di dicembre 2014 presso Industria Grafica Bieffe, Recanati (mc) per conto delle edizioni Quodlibet.